Dopo più di 80 anni di storia sportiva e nove appuntamenti del WTCC 2005, in questi giorni ci ha lasciati l'Alfa Romeo, ex Anonima Lombarda Fabbrica Automobili. Ne danno, in anteprima, il triste annuncio la stampa specializzata nazionale ed internazionale e, dopo la trasferta di Macao, Mauro e Monica Sipsz, oltre che tutti i responsabili del Reparto Corse del Biscione. In questo momento ogni parola è sprecata, nessun fiore da donare, ma per tutti gli Alfisti il ricordo di 80
anni di storia sportiva, dalla Formula 1 al Turismo, passando per Endurance e Rally. I funerali si celebreranno in data da stabilire, o, forse, non si celebreranno mai, considerando il 2006 come un anno di "Pausa", per far spazio alla rientrante Fiat nel Mondiale Rally con la Punto S2000. Chi di ritiri ferisce (fuori la Lancia dal Rallysmo nel 1992 per far spazio al programma DTM Alfa Romeo), di ritiri perisce.
Macabre considerazioni per un ritiro, quello dell'Alfa Romeo dalle corse, che peserà a lungo per tutti gli appassionati. Fuori il marchio sportivo più "antico" e "glorioso" nazionale, superiore per certi aspetti anche della Ferrari, spazio alla Punto e Maserati nel GT. Giusto o sbagliato che sia, è così. Nessuna partecipazione al WTCC 2006, nessun via al programma 159, saluti e grazie, arrivederci, via libera ad un Mondiale Turismo sempre più "Formula BMW" allargata. Non si deve piangere, commuoversi, urlare a più non posso "Nooo!! Perchè, perchè...". Succede, capita.
Abbiamo registrato i ritiri di Lancia, Fiat, Maserati, Abarth, addirittura anche di Ferrari dall'Endurance, solo per parlare dei nostri confini territoriali. Nel Turismo ci sono stati gli abbandoni di Audi, Peugeot, BMW, Honda, Volvo, nessuno ha mai gridato allo scandalo. La vita va avanti, le case passano, le corse automobilistiche restano. Non ci sarà più l'Alfa Romeo, chissà per quanto tempo, mancherà un pò di fascino, un tocco di eleganza e sportività 100 % italiana, ma tant'è, non si può fare diversamente. Stop.
Addio Alfa. Anche te, come la sorellastra Lancia, prossimamente rinchiusa in un museo. Museo degli errori, non tuoi, ma di chi ti governa.
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