Piove sui colossi dell'auto Usa. Le vendite di auto Gene¬ral Motors e Ford sono crollate il mese scorso del 24% e 19%, rispettivamente. La flessione è tanto più preoccupante in quanto il mese scorso erano ancora in vigore i super-in¬centivi che applicano a tutti i clienti gli sconti dei dipenden¬ti; e lo è ancor più in prospettiva futura: i prezzi della benzina a livelli record hanno infatti contribuito al crollo (30% in meno per Gm) delle vendite di light trucks, ovvero fuoristrada, furgoni e minivan - i mezzi in cui Detroit è più forte e quelli da cui finora ha tratto il grosso degli utili. Il tutto mentre non solo le rivali giapponesi, ma anche la Chrysler hanno incrementato vendite e quote di mercato.
Su General Motors, in particolare, e sul suo numero uno Rick Wagoner, incombono altre spade di Damocle: la richie¬sta del finanziere Kirk Kerkorian di un posto in consiglio d'amministrazione - che verrà discussa in settimana; il rischio che l'ex filiale Deiphi, colosso dei componenti, porti i libri in tribunale - al costo di vari miliardi di dollari per le casse della stessa Gm; e un buco nella copertura del fondo pensioni che secondo l'agenzia federale del settore ammonte¬rebbe a 31 miliardi di dollari. Per l'ex alleato di Fiat, il momento della verità è davvero vicino.
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