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elias

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  1. elias

    [RISOLTO] Buona Pasqua....

    Grande...buona festa della primavera....e' la festa per la natura che risorge dopo l'inverno....
  2. elias

    Il laureato,il duetto,audi e nuova A6.....

    Guarda Fusi a me personalmente non mi piacciono le pubblicita' basate su vecchi film...ma anche se si facesse un remake de "il laureato" come spot sarebbe da fare con una spider....non certo con una berlina o con la GT...quando sugli spot in general Alfa dalla 156 in poi a cercato ad avere una immagine piu' trasversale di moda non solo orientata soltanto verso i clienti tradizionali come in precedenza..... Il discorso di Fusi, come quello di Stefano e questo ultimo di Taurus hanno tutti e tre una loro logica, anche se prendendoli a sé possono risultare contraddittori. Tutti infatti centrano un aspetto della comunicazione del marchio Alfa. La questione centrale è: ha ragione Taurus a sottolineare che è un bene rendere il marchio più di tendenza, trasversale o i puristi - diciamo così tanto per intenderci - alla Fusi che deplorano il non attingere alla tradizione storica dell'Alfa? Perché intendiamoci, quelli dell'Audi hanno probabilmente rilevato che l'immaginario Alfistico fatto di riferimenti a piloti storici, film classici, stilemi è rimasto un po' senza paternità per cui nel vuoto di rivendicazioni si sono appropriati di spicchi di quella tradizione, reinventando qualcosa di "loro" e giocando su un altro elemento fondamentale tipico dei nostri tempi: l'assenza di memoria. Storica. Per cui oggi ci si può permettere di prendere pezzi di passato, i segni di cui è costituito, assemblarli tra loro e reinventare atmosfere e riferimenti facendoli diventare nuovi e propri del tal o talaltro marchio. E' la società dei segni, e del consumo, come la chiamava Jean Baudrillard. Che si strafrega delle tradizioni, della genuinità del marchio e crea ibridi, prodotti senza storia e senza spessore, però emozionali (altra parola d'ordine di oggi). Perché questo è il risultato finale che occorre raggiungere: trasmettere emozioni, non importa se autentiche, profonde o dalle radici superficiali.
  3. Qualcuno ha parlato male di Punto, Idea e nuova Multipla a causa dei frontali. Premesso che anch'io non li trovo il massimo del design, ma guardandomi in giro ho visto la gente che riconsidera con più attenzione proprio questi modelli. Tanto per fare un esempio, la nuova Multipla in diversi la considerano migliorata, addirittura bella, in base a quanto ovviamente si vede in foto. E comunque l'andamento attuale dei modelli sopracitati (tranne Multipla che ancora non è uscita) esprime un certo gradimento del mercato. La nuova Large bisogna solo vederla nella configurazione definitiva e poi giudichiamola. Credo che la parentela con la Signum stia condizionandoci nei pre-giudizi. Ma magari ci stupiranno con qualche invenzione stilistica...
  4. Fabvio ha un'intelligenza emotiva scarsissima e una di tipo cognitivo ben più interessante. Se capisse che può essere intelligente senza dare dello stupido agli altri, farebbe un salto di qualità per se stesso e per le discussioni a cui partecipa. Ma il fatto che denigri autopareri conferma il mio giudizio sulla sua I.E. Peccato, in fondo il suo ruolo di "fedele alla linea" era utile per bilanciare le varie posizioni espresse nel forum.
  5. Uhm...se ho capito bene, secondo te questo è semplicemente un periodo di transizione imposto dalla mancanza di soldi? Può essere...è l'unica speranza, a questo punto. Va da sè pero' che se non fossero state fatte certe scelte assurde in passato (ritardo nella presentazione della Lybra, mancata sostituzione della Delta...) oggi il marchio non sarebbe al punto in cui si trova. Ma vabbè, mi rendo conto che un ragionamento del genere, per quanto giusto, è fine a se stesso... Che dire? Io spero tanto che tu abbia visto giusto. Purtroppo i risultati di questa transizione non si vedranno certamente a breve e temo neppure a medio termine...
  6. Ritorno all'esempio di Ypsilon. Come avrai notato, la comunicazione si è svolta su più concetti: trasgressività, galmour estremo, ma anche esclusività, desiderio di distinzione senza gridare troppo. Quest'ultima parte è quella più battuta negli ultimi spot televisivi che insistono di più sulla figura di lui che, elegante e belloccio, si fa strada con disinvoltura e con quell'aria di chi sa quello che vuole. Insomma il messaggio si può decodificare su più livelli di significato, fermo restando quel filo conduttore che ti vuole indicare che Ypsilon è trendy e nello stesso tempo sa darti qualcosa di unico e diverso rispetto altri. Ebbene su questo doppio aspetto, identicità (vedi moda) e unicità (vedi 550 personalizzazioni) si fonda quel messaggio pubblicitario. Che non mi sembra essere così debole, né tanto effimero. Perché in realtà ciò permette, se il prodotto è oggettivamente valido, di costruirci sopra altre varianti e un percorso adattabile ai mutamenti di clima modaioli. Ma questo vale soprattutto per Ypsilon, non per il marchio Lancia in generale. Che comunque non mi sembra fosse così conservatore visto che molti anni addietro faceva dell'originalità di linee e soluzioni il suo cavallo di battaglia. La moda, declinata nei suoi numerosissimi significati che l'Italia può offrire, può in realtà dare un grosso impulso - e qui mi ricollego a quanto diceva Guglielmo - alla promozione del marchio. Anzi, è grave che non si sia fatto abbastanza finora. A questo livelllo si può scegliere la via della eleganza mista alla classicità o sobrietà di un Armani, per esempio.
  7. Premetto che non credo nell'onnipotenza del marketing e della pubblicità. E come detto da alcuni di voi come il Fusi, quando c'è il prodotto, questo si fa vendere in parte da solo. Però permettetemi di fare un appunto - visto che in parte mi occupo di questi temi - a un certo modo di ragionare che è tipico dell'appassionato e che non tiene conto di altre variabili che si innescano intorno al prodotto stesso. Quando per esempio valutiamo una pubblicità e questa ci appare sgradevole o poco efficace o comunque non rispondente ai nostri canoni estetici ed emozionali, stiamo di fatto dicendo che quella pubblicità non è indirizzata al nostro target, ma a un altro. Esiste cioè un cliente potenziale che non è necessariamente quello appartenente al nostro profilo. Noi magari ci sentiamo di essere i rappresentanti della filosofia originaria, autentica di un dato marchio, ma non è detto che questa filosofia non abbia avuto evoluzioni, modifiche, mutamenti che un comunicatore professionista deve saper cogliere e ben misurare. La pubblicità della Ypsilon vi sembra volgare? Demenziale? Non corrisponde alla vostra idea di Lancia? Ebbene, quella pubblicità non è indirizzata a voi. Poi, e questa è la vera sfida, altro discorso è valutare se il target individuato, per cui si è costruito il messaggio promozionale, è quello adatto al prodotto. Ma cerchiamo di capire che un marchio come Lancia, che ha ormai sepolto da decenni certi suoi argomenti specifici, non è detto che debba riprendere quel discorso per riproporsi ai nuovi clienti. E non è detto che ogni modello debba aderire, anzi non deve farlo, esattamente alla stessa filosofia comunicativa del marchio.
  8. elias

    Alfa 157

    E' praticamente un fotoritocco fatto su una 156. Le dimensioni e proporzioni, a parte gli stilemi principali, da quello che è trapelato saranno differenti.
  9. A me sembra di capire comunque che non possiamo prescindere nelle nostre analisi dal periodo storico in cui ci troviamo. Longo lo ha detto: "dobbiamo fare cassa" e in questo momento evidentemente alcuni modelli non sono strategici per questo obiettivo. Musa sinceramente non è così scandalosa per la sua discendenza da Idea. Ma vi ricordate la Thema e la Saab 9000? non è che fossero così differenti... Quello che bisogna capire è se questo periodo è solo di transizione per arrivare a rilanciare il marchio alla grande o se è il preludio a un mesto tramonto del marchio (io propendo per la prima ipotesi, ma non è dettato da mera fede) Ritornando alla lettera, io evidenzierei i punti forti della situazione attuale del marchio e alleggerirei i toni da Cassandra. Non dovete farlo per fare un favore al destinatario ma per dare al marchio Lancia un alone più vincente rispetto a chi non è lancista e magari sta riconsiderando con positiva cuirosità questo marchio. Insomma per una questione strategica di comunicazione che deve comunque avere come obiettivo una certa positività del messaggio. Tanto per fare un esempio, direi: "Siamo sicuri vista l'accoglienza data ai nuovi modelli Lancia da parte del mercato che ci sono i presupposti per riconsiderare Lancia un marchio strategico per il futuro commerciale dell'azienda; questo per noi significa riavere modelli dallo stile attraente e personale nei segmenti in cui ancora non ci sono state sostituzioni, a partire dalla futura Lybra. Vogliamo Lancia sempre più prestigiose e personali come hanno dimostrato soprattutto l'ultima Ypsilon e le ipotesi di nuova Fulvia e Stilnovo..." In altre parole, il tono generale della lettera deve fare avvertire che Lancia è in crescita e che bisogna continuare su questa strada perfezionando i contenuti tecnici e stilistici. Questo è il mio modestissimo parere.
  10. Taurus, così ci spaventi! Dai dicci qualcosa Taurus.... "Dì almeno una cosa di lancista..."
  11. Niente è più mostruoso del quotidiano ridotto a brandelli di visceri.
  12. Frick, a questo punto approfitto della tua passione e conoscenze, e continuo: che mi dici delle unità operative istituite con il nuovo stabilimento di Melfi? Mi pare di ricordare che il loro funzionamento prevedesse che ogni operaio potesse fare osservazioni sul processo di lavoro e sui prodotti assemblati per apportare migliorie o modifiche. Queste osservazioni erano raccolta sotto forma di biglietti lasciati Era stato indicato come un modello innovativo per incrementare la qualità e dare più gratificazioni a chi ci lavorava. Quall è il bilancio di questa esperienza produttiva?
  13. Per far sì che avvenga, deve prima esserci un cambio di managers nella Direzione Produzione ed in alcuni stabilimenti, con persone più "illuminate", ma soprattutto deve entrare nella filosofia aziendale la VERA cultura del miglioramento del posto di lavoro, inteso come processo bottom-up, ovvero con l'addetto (che è quello che conosce perfettamente l'operazione elmentare) che è il primo "suggeritore" dei possibili miglioramenti, ovviamente supportato da una gerarchia (snella), che valuta ed agisce velocemente, apportando piccoli ma significativi miglioramenti (è la tecnica detta "kaizen"), che sinergicamente migliorano la qualità del prodotto e contemporaneamente la qualità della vita in fabbrica. E non sono chiacchiere, è quello che fanno tutte le case Jap, oltre alla Ford ed alla Bmw, per quello che so. Mi hai toccato sul vivo, è uno degli aspetti del mio lavoro che mi appassionano di più. Sei a Maranello ? Prima o poi ci farò un salto, un mio amico d'infanzia è diventato il vostro Direttore Marketing WorldWide...si chiama Mario M., è laureato in Economia, ha ca. 40 anni, lo conosci?? Ciao. No, non sono di Maranello. Diciamo che tra i miei campi di interesse c'è anche questo tema. Migliorare la qualità dell'ambiente lavorativo ha sicuramente ripercussioni sul rendimento del lavoro e sulla qualità di ciò che è prodotto. Questo l'hanno capito nell'ultimo decennio diverse aziende che, non tanto per amore degli operai ma per i ritorni economici, hanno deciso di investire su questo settore. Per chi non lo sa possiamo dire che la fabbrica Maserati è stata considerata uno dei dieci migliori posti di lavoro in Europa. Ci sono edifici moderni, ampi spazi luminosi; addirittura i dipendenti e i loro figli possono usufruire di un check-up gratuito, effettuato dallo stesso team medico dei piloti di formula uno e anche un programma personalizzato di fitness. E poi c'è un coinvolgimento degli operai fin dalla fase di progettazione in modo tale che il senso di appartenenza al marchio sia sempre più stretto. Altre aziende, sempre in Italia, hanno creato una nuova figura professionale, che farà sorridere, ma è definita il direttore della felicità. Una di queste aziende è del settore di telefonia, Andala, e qui oltre a occuparsi della salute psichica di chi ci lavora, la struttura dell'azienda è pensata per incontrare le esigenze extra lavorative: asili nido, lavanderia, e poi la mensa è più un ristorante di lusso che luogo di ristorazione convenzionale. E poi c'è un altro caso che ha fatto parlare di se un paio di anni fa. Un'azienda che forse Fabvio conosce e che si trova in provincia di Perugia, almeno così mi ricordo, a Solomeo, una fabbrica dove si produce cashmere pregiatissimo, ricavata all'interno di un castello del '300. Il suo proprietario, Cucinelli, definito imprenditore-mistico-umanistico, ha tutta una sua teoria sulla proprietà e l'impresa. E così chi ci lavora non ha orari fissi, non timbra il cartellino, partecipa agli utili e ottiene permessi per esempio per imparare l'inglese. Beh il risultato finale lo dicono queste cifre: i 195 operai hanno un tasso di assenteismo pari allo zero, poche assenze per malattia, guadagnano di più e dicono di essere felici. Insomma un risultato notevole. Ho un po' divagato... Ma mi piacerebbe sapere che anche nel maggior gruppo industriale italiano entrasse di più questa cultura perché sarà il futuro dell'organizzazione aziendale più all'avanguardia. E magari Taurus, se conosce queste cose, potrebbe darci qualche imbeccata di più visto che bene o male, dietro a una bell'auto c'è sempre una persona che ci ha lavorato.
  14. Guarda Elias, come accade di solito in questi casi, si verifica un aumento dell'assenteismo per malattia e questo giova poco alla qualità delle vetture uscenti, perchè vengono adottate scalette produttive più basse ed i team leader sono sottoposti a superlavoro. La verità - come al solito - stà nel mezzo: infatti prima i tempi di lavoro di molte fasi erano "grassi" perchè non adeguati alle nuove condizioni (ad es. nuove attrezzature, postazioni più ergonomiche, ecc.), adesso si stà scivolando sull'eccesso opposto perchè l'azienda vuole fare produttività (giusto), ma con un giro di vite troppo forte in un colpo solo (e questo non è corretto). In sostanza, non si può pensare di applicare il TMC2 ed avere di colpo una riduzione dei tempi di lavoro del 25% (significa fare il 25% della produzione in più a parita di manodopera, ovvero visto il periodo negativo, significa fare la stessa produzione con il 25% di manodopera in meno). Un discorso serio sarebbe fare un action plan che porterebbe sì alla riduzione del 25% dei tempi, ma su un arco di tempo ragionevole, a step successivi (ad es. 10% entro i primi 6 mesi, altro 10% nei successivi 6 mesi e l'ultima tranche in ulteriori 6 mesi); questo piano sarebbe ragionevolmente attuabile e sicuramente più condivisibile da parte delle organizzazioni sindacali. Ma siccome è una proposta sensata, ovviamente in Fiat faranno il contrario, con conseguenti scioperi, agitazioni che alla fine si ripercuoteranno sulla (mancata) qualità delle vetture prodotte in un clima conflittuale, e quindi in definitiva potranno determinare scarsa soddisfazione del cliente finale. Questo clima esiste a Mirafiori da ormai 2 anni, hai capito ora perchè i modelli lì prodotti sono piuttosto deludenti?? Spero di non averti annoiato, a presto.
  15. L'oggetto del contendere è il sistema TMC2 che, in base ad una serie di parametri oggettivi, determina i tempi lavoro di ciascuna fase del montaggio della vettura, e di conseguenza il numero di fasi che ciascun addetto deve compiere sulla vettura; rispetto al vecchio TMC1, in alcuni casi propone riduzioni dei tempi fino al 30%, a fronte di utilizzo di nuove attrezzature più ergonomiche. In sostanza è un sistema teso ad aumentare la produttività degli addetti linea a fronte di miglioramenti tecnologici, che non sempre vengono attuati. Quindi, in alcuni casi è solo un modo per aumentare il carico di lavoro pro capite, ed è questo il motivo per cui i sindacati si lamentano. Ciao.
  16. Fiat ha comunicato ai sindacati l'intenzione di far saltare l'accordo di programma e sviluppo per Pomigliano d'Arco, sede dell'unico stabilimento Alfa Romeo in piena attività, dal momento che ad Arese vengono prodotti soltanto i motori a 6 cilindri. E' quanto riferisce una nota diffusa dallo Slai Cobas. Lo Slai Cobas definisce "la ventilata disdetta dell'accordo di programma per Pomigliano, preannunciata dalla Fiat ai sindacati" una scelta "debole e strumentale", in risposta agli scioperi dei lavoratori contro i ritmi di lavoro insostenibili imposti da un accordo siglato con i sindacati confederali, denominato 'Tmc2'. Secondo l'organizzazione sindacale, in realtà, l'azienda "non riesce più a coprire le note magagne e strozzature impiantistiche che sono l'unico e reale impedimento al decollo produttivo della fabbrica". Qualcuno conosce meglio la realtà di Pomigliano per commentare questa notizia? E' infatti da un po' di tempo che si parla di ritmi di lavoro insostenibili...
  17. Per me Taurus non è l'oracolo per cui prendo le sue comunicazioni sempre con il beneficio dell'inventario. Bisogna dire che diverse sue dichiarazioni si sono dimostrate vere. Bisogna dire altresì che per Lancia, come dicevi anche tu, per esempio per il caso Fulvia, ha fatto dichiarazioni che a volte non collimavano con quanto emergeva dalle cronache ufficiali. Non so se lo ricordate, ma diverso tempo fa lui stesso ammetteva che Lancia poteva sopravvivere arrivando alle 200 mila auto prodotte all'anno e che questo traguardo era raggiungibile senza eccessivi investimenti. In altre parole non ho quasi mai colto in lui su questo marchio entusiasmi così palpabili rispetto a quando parla delle prospettive di Alfa.
  18. a questo marchio non vogliono dare piu nulla anche sapendo che renderebbe quote] Scusa Lanciaboxer, ma credo che il problema sia più complesso. Se fossero convinti che il marchio rende non rinuncerebbero a investirci. Ammesso che così stiano le cose. In caso di prospettiva negativa si deve piuttosto pensare che forse OGGI non è più conveniente (o è troppo rischioso) investire su Lancia. (Ma Demel che dice?)
  19. Benvenuta Toffee. Però dicci anche qual è il tuo rapporto con l'auto (modelli e marchi preferiti, ecc.). Ciao
  20. elias

    LA NUOVA TWINGO SCOOP!!

    Concordo con Stev, è una Scenic più piccola e risulta forse ancora più intrigante della sorella maggiore. In favore della Panda ci potrà essere la diversificazione dei modelli e l'eventualità che diventi un po' di tendenza per i modelli più "giovanili", come 3 p., 4x4 Simba...
  21. Autodelta non caspisco dove sia lo scandalo. D'altronde il pianale è quello epsilon derivante dalla jv con Gm e a Cassino hanno bisogno di lavorare viste la cattive vendite di Stilo. Speriamo che quest'ultimo modello si risollevi un po' anche perché vorrei capire meglio in che senso - con cifre alla mano -l'andamento delle utlime vendite è migliorato
  22. Ricordo il giudizio sulle finiture dato alla Stilo al momento del suo lancio: era di 4 stelle anche se commentavano che erano arrivati a questo valore dopo un acceso dibattito. Ho visto il my 2004 e mi sembra un passo avanti almeno come percezione di qualità. Effettivamente non si capisce bene il criterio.
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