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elias

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Tutti i contenuti di elias

  1. La sfida è scoprire se un'operazione del genere susciterà più interesse e passione verso il marchio o se tutto ciò passerà inosservato o, peggio, oggetto di critiche malevoli. Io penso sempre che tra gli utenti medi di un forum di appassioanti d'auto e il cliente potenziale di questi oggetti ci sia sempre un notevole gap. In altre parole, pochi-pochissimi ragioneranno sulla sua origine e sull'operazione rebadge.
  2. che questa Thema derivi da un'americana credo solo che ai più sarà considerato un plus. I puristi e appassionati sono sempre una minima parte dei possibili acquirenti
  3. Altre indiscrezioni... Si vocifera di una city car Fiat, Mirafiori "perde" il Suv "Torino produrra una city-car" - Repubblica.it
  4. Chiedo ai più esperti di mercato, ma secondo voi i suv in Europa avranno una contrazione così forte da non giustificare più l'investimento a Mirafiori? Tutti i costruttori si stanno dando da fare per costruire suv compatti, cross over, che danno alti margini di guadagno e sembrano in continua richiesta e Fiat invece pensa che non ne valga più la pena? Cioè la crisi attuale, già di per sé nell'aria da mesi, fa fare una così clamorosa marcia indietro? Ma esistono casi simili di altre aziende d'auto che fanno annunci che vengono sistematicamente modificati, ritirati, annullati? O Marchionne pensa davvero dopo il can can che ha sollevato, ottenendo comunque alla fine quello che voleva, di fare tutto e il suo contrario, senza che alla fine i potenziali acquirenti italiani non si incazzino per davvero?
  5. comunque grande delusione, un manager che sembrava i primi anni appartenere a quelli "illuminati", con senso del sociale: vi ricordate il suo lungo articolo di qualche anno fa in cui parlava di un modello di economia socialdemocratica europea da opporre al capitalismo tradizionale, più cinico? Molti si erano illusi di avere a che fare con una persona che avrebbe dato una svolta al modo di produrre industriale, a una certa cultura del fare in Italia. In realtà ha sempre più mostrato supponenza, fastidio contro ogni tentativo di chi gli chiedeva chiarimenti e trasparenza nei suoi programmi...
  6. elias

    Fiat Panda 2011

    Fiat ha fatto con Panda III una delle evoluzioni migliori di un modello particolarmente strategico.
  7. Davvero, anche con tutta la comprensione che si può avere per le difficoltà che ha avuto Fiat in questi anni, le attenuanti derivanti dall'acquisizione di Chrysler... Questa costante sensazione di indeterminatezza che si ha nell'ambito della progettazione che cela in realtà il desiderio di fare solo risultati finanziari, senza una solida cultura industriale, esaspera e ti fa dire, alla fine: ma le auto le volete davvero produrre o sono solo una grande scocciatura da debellare al più presto (almeno dall'Italia)?
  8. Un restyling di un'auto che ancora bisognava prendere coscienza esistesse in commercio...
  9. Sul Sole 24 ore di oggi Fiat ammette che sarà molto difficile raggiungere il target di vendite Usa stabilito in 50 mila unità. A oggi ne sono state vendute 8000. Buona parte del problema è comunque fatto risalire al lento processo di apertura di tutti i delears americani previsti.
  10. Scusate, ma quando sento parlare di vendite con il contagocce di Alfa all'estero mi viene da ridere. Qual è questa età dell'oro a cui riferirsi per le vendite di Alfa oltre i nostri confini? Quando le Alfasud si arruginivano in Inghilterra che ancora dei miei amici se ne ricordano? Il poblema vero è presidiare più segmenti con modelli superiori alla media delle generaliste, prezzi concorrenziali appena più su, con testardaggine teutonica...
  11. Posto qui, ma potrebbe andare bene anche sul topic Alfa Romeo. E' un articolo di oggi pubblicato sul Sole che prende spunto dalla vendita di Bulgari ai francesi affrontando la questione di cosa realmente rende italiano (o chicchessia) un prodotto. Avrei piacere di conoscere le vostre opinioni. "Certo, la differenza sostanziale consiste nel fatto di riuscire a detenere, dietro quelle sigle famose, una capacità progettuale e produttiva che può benissimo prescindere dai gruppi imprenditoriali a cui fanno riferimento i marchi. Spesso, d'altronde, com'è inevitabile, i marchi passano di mano, senza che i clienti finali ricordino in maniera definita quali imprese ne siano momentaneamente in possesso. Così, per esempio, la Ducati è passata sotto il controllo di investitori stranieri e poi di nuovo in prevalenza italiani, senza che ciò abbia intaccato carattere, qualità e struttura produttiva di una casa motociclistica ovunque riconosciuta come italiana. Non è la proprietà, quindi, il nodo dirimente per giudicare se un'attività resta saldamente nel patrimonio imprenditoriale e produttivo dell'Italia. Ciò che conta è non disperdere i contenuti progettuali e realizzativi in grado di salvaguardare la vitalità di un marchio nel tempo, la sua capacità di rigenerarsi, di concorrere alla forza della nostra base economica e industriale."
  12. Maserati, sindacati preoccupati Possibile fuga da Modena? Dopo l'acquisto da parte della Fiat dello stabilimento ex Bertone, si fanno insistenti le voci di un trasferimento per incrementare la produzione fino a La Maserati fuori da Modena? Per un appassionato di motori è folle solo pensarlo, ma è proprio questo quello che ora temono i sindacati. D'altra parte, passione per i motori o no, Marchionne pensa a far quadrare i bilanci e nel nuovo scacchiere mondiale Fiat-Chrysler ora è tutto possibile. Non è un caso che i sindacati siano preoccupati. Anzi, preoccupatissimi: "C'è grande incertezza, l'azienda è latitante, non risponde alle nostre richieste e cerca di evitare ogni incontro - spiega Claudio Mattiello, della Fim-Cisl di Modena - abbiamo forte preoccupazione per l'azienda e il marchio storico legato indissolubilmente alla città abbiamo bisogno di risposte, di risposte su una progettualità di risanamento che sta coinvolgendo la Fiat e che non può ignorare la Maserati". Si sa, dopo l'acquisto da parte della Fiat dello stabilimento ex Bertone (con il suo spettacolare reparto verniciatura che fa sembrare antiquati tutti gli altri) si è sparsa la voce di un trasferimento della Maserati. Ma ora c'è dell'altro: si parla di incrementare la produzione della casa del Tridente fino a 50.000 vetture all'anno. Il che, tradotto, significherebbe la matematica fuga dagli attuali stabilimenti che non riuscirebbero mai e poi mai garantire questi ritmi produttivi da record. "Bisogna capire cosa significa 'altro sito produttivo'- spiega infatti Mattiello - una cosa è l'allargamento della Maserati nel territorio modenese, tutt'altro discorso invece è la produzione fuori dal territorio modenese. Le ultimi voci circolanti vanno in questa direzione e ci preoccupano molto". Come finirà? Vedremo. La partita è aperta. DAL SITO DI REPUBBLICA
  13. io continuo a non vedere sta duster (solo una da quando è stata presentata) qualcuno mi può dare i dati di vendita in Italia?
  14. Infatti non mi sembra così peregrina questa prospettiva: vendita di tutto il gruppo e Famiglia e sua futura progenie a godersi il frutto delle fatiche degli altri.
  15. Ragazzi mi sa che mettete troppa ragione e poco sentimento nell'analizzare uno spot che in realtà tiene conto della frammenarietà della sintassi audiovisiva attuale. Uno spot deve stupire, anche disorientare, catturando l'attenzione del telespettatore. E giocare con le parole. Come la frase finale che tiene conto del simbolo 2 (reiterato con la V delle dita), allundendo alla seconda possibilità. Sapore di anni Sessanta-Settanta, in spirito rivoluzionario-ecologico.
  16. Sì, ma se a medio-lungo termine c'è un'idea di avvicinamento sempre più alle dinamiche ameriggane, se Marchionne stesso potrebbe uscire di scena tra non molti anni, forse fa in tempo a mettere a segno i suoi obiettivi e lasciare ad altri l'onere di vedersi crescere in casa un concorrente di tale peso.
  17. Domandina da un milione di euro per ACS: cosa potrebbe convincere Maglionne (ormai mi avete contagiato) a vendere Alfa a VAG? 1. Offerta economica oltre le più rosee valutazioni 2. Calo repentino delle vendite di Giulietta 3. Non raggiungimento dei target per Giulia (già, ma quali dovrebbero essere?) 4. Nessuna di queste ipotesi: l'alternativa è la chiusura del marchio
  18. Una delle cose per cui questa ipotesi stuzzica il mio immaginario è il possibile riproporsi dell'antagonismo tra Alfa e Bmw. Un aspetto questo che accende i miei ricordi di ragazzo, quando da un lato c'era la progenitrice delle serie 3 e dall'altro sfilavano le giulietta e le future 75; e quando le bmw venivano sprezzamente definite con l'appellativo "saponette". Poi arrivò la prima serie 3, che scorsi su un lungomare del sud Italia. Quando la vidi, capii che il vento stava cambiando e se Alfa non si adeguava, le ex saponette avrebbero fatto pulizia sul mercato... Insomma, lasciando a latere tutti gli altri sacrosanti discorsi e analisi, trovo affascinante la possibilità di una lotta industriale che oggi, sicuramente, Fiat non fa e non farà ancor di più per il Futuro del marchio Alfa.
  19. Produrremo in Serbia la monovolume con sindacati più seri si faceva a Mirafiori" di SALVATORE TROPEA DETROIT - C'è un investimento da un miliardo di euro pronto per la Serbia. A finanziarlo saranno la Bei per 400 milioni, il governo di Belgrado per 250 e al resto provvederà la Fiat. Il nuovo insediamento del Lingotto nella ex Jugoslavia partirà subito e sarà destinato alla produzione della L0, un monovolume previsto in due versioni e in 190 mila unità all'anno, che sostituirà la Multipla, la Musa e l'Idea che attualmente vengono prodotte a Mirafiori. "Se non ci fosse stato il problema Pomigliano la L0 l'avremmo prodotta in Italia" dice Sergio Marchionne. E stupisce i consiglieri e anche gli analisti della conference call. Inevitabile la domanda che arriva da più parti: e a Mirafiori che cosa si farà? "A Mirafiori faremo altro, ci stiamo pensando". Nella quiete estiva del quartier generale della Chrysler, adagiato nel verde di Auburn Hills, poco lontano da Lago Michigan, il cda del Lingotto chiamato ad approvare i conti del secondo trimestre 2010 consacra il successo dell'alleanza americana, "senza la quale non sarebbe stata neppure pensabile l'operazione dello spin-off e la nascita delle due Fiat" dice il presidente John Elkann. Ma rimanda subito all'Italia e al pasticcio di Pomigliano d'Arco, costringendo Marchionne a rispondere a una serie di domande che sembrano infastidirlo ma non al punto da fargli cambiare strategia. A cominciare da quella sulla fabbrica serba di Kragujevac. Perché lì e non in Italia la futura L0? "Ci fosse stata serietà da parte del sindacato, il riconoscimento dell'importanza del progetto, del lavoro che stiamo facendo e degli obiettivi da raggiungere con la certezza che abbiamo in Serbia la L0 l'avremmo prodotta a Mirafiori. Fiat non può assumere rischi non necessari in merito ai suoi progetti sugli impianti italiani: dobbiamo essere in grado di produrre macchine senza incorrere in interruzioni dell'attività".
  20. Complimenti a Nissan, che sta riuscendo a inventare nuovi segmenti con marcato successo di pubblico. Qualcuno dovrebbe guardare con molta attenzione all'evoluzione di questo brand. Riporto dal sito motori di Repubblica: "E' boom di richieste per il nuovo Nissan Juke, il piccolo crossover della Casa nipponica che unisce in sé i concetti di Suv compatto e di vettura sportiva. In sole quattro settimane dall'annuncio del listino, sono stati oltre 15.000 gli ordini per il nuovo veicolo che verrà consegnato in Europa ai primi di ottobre. "Siamo sempre stati molto ottimisti riguardo al potenziale di Juke e al suo successo in Europa, ma raggiungere e superare la soglia dei 15.000 ordini in sole quattro settimane va ben oltre ogni più rosea aspettativa", ha affermato Vincent Wijnen, vice presidente marketing di Nissan nel Vecchio Continente".
  21. Solo che a quelo punto, bisogna capire (ma forse il discorso vale per pochi come me) quale sia la soglia psicologica di prezzo che anche inconsciamente non vuoi superare per il marchio Dacia, indipendentemente da quanto risparmieresti per un modello di pari segmento. Risottollineo che non è un caso partire da un prezzo 11.900 per un modello che non comprerà forse nessuno (né autoradio, né clima, né sedile frazionato, solo doppio ab, esp ordinabile solo nell'allestimento laureate, ecc.)
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