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eleonor

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Risposte pubblicato da eleonor

  1. facciano come gli pare tanto io su autostrade e GRA non sono quasi mai sotto i 140-150 e sto tranquillo...

    Chi continuera' ad ammazzarsi sono i coglioni che non sanno guidare o che vanno a 2...

    P.S.

    Meg cosa c'entra ora che il governo deve cadere poi me lo spieghi

    Facciano come gli pare :? Mettiamo il caso che portino il limite ai 120 km/h e tu continui a fare i 140 - 150 km/h se superi leggermente i 150 km/h e trovi un autovelox ti tolgono 10 punti dalla patente e una multa che ricordi per un po'. Il fare come gli pare secondo me non è un discorso logico.

    2 andare piano non è sentimo di non saper guidare ;)

    Ma queste ovviamente sono solo mie idee...

  2. Anche se con un giorno di ritardo,

    volevo lasciare un piccolo regalino anche da parte mia a tutti i "pesci" del forum (ed a hankel come ringraziamento del suo splendido regalo di compleanno)

    con una piccola selezione "acquatica" di foto dalla mia collezione...

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    Lele ma io & te non avevamo un accordo per le foto :?

  3. Da notizie Ansa news sempre in primo piano

    LA VERITA' DEL PAPA' DI TOMMASO A CONFRONTO CON TESTI

    PARMA - Passa per le verità di un uomo, forse in parte ancora nascoste, la spiegazione del rapimento di suo figlio, il piccolo Tommaso Onofri, 18 mesi, portato via la sera del 2 marzo scorso alle porte di Parma.

    Sono passati 10 giorni, ma la sceneggiatura di quella sera tragica e sbagliata, ha ancora troppi salti per essere credibile, almeno agli occhi degli investigatori. Così, per illuminare il buio che ha inghiottito Tommaso, bisogna sezionare le dichiarazioni di Paolo Onofri, il papà: leggerle e rileggerle, controllarle e incrociarle con il racconto di altri testimoni. Pare lui, sempre di più, il codice per leggere un rapimento altrimenti indecifrabile. Onofri lo sa: in Procura "ci vado tutti i giorni". Il perché, però, non lo dice. "Dovrebbero ascoltare lei?" ribatte stizzito a un cronista che glielo aveva chiesto. Già, come fosse normale, per il genitore di un bambino rapito, essere interrogato per oltre 30 ore, l'ultima volta ieri sera, per quattro ore, fino alle 23.30. Di sabato sera, per giunta, dopo un giorno passato in casa. Alla faccia della ricostruzione dei fatti.Sempre ieri è stata sentita anche la madre di Tommaso.

    Il problema, e pure gli investigatori faticano a nasconderlo, é che la storia ha troppe cose che non vanno. Non va neppure che Onofri avesse centinaia di foto e filmini vietati che gli sono costati l'iscrizione sul registro degli indagati per possesso di materiale pedo-pornografico. Non ci sono collegamenti con il rapimento, era stato detto subito, però la pista non è stata abbandonata.

    E ieri, fino a tardi per esempio, le parole di Onofri sono state confrontate in diretta con quelle di un manovale che fece lavori nella casa di Casal Baroncolo, teatro del rapimento. Incroci di parole per controllare la versione data dall'uomo, anche su telefonate e contatti web che potrebbero aver a che fare con le immagini pedo-pornografiche. Ovvio, non si abbandonano anche le altre piste, che portano ai soldi di altri gestiti dal direttore delle poste di via Montebello, a prestiti, a conti in rosso. Per essere la storia di un sequestro ésballata anche per le telefonate che non arrivano. O meglio, arrivano, pure lettere ed e-mail, ma tutte macroscopicamente opera di mitomani o imbecilli. Almeno secondo il giudizio degli investigatori. Non una pista giudicata seria per una eventuale richiesta di riscatto. Continuano anche i controlli nelle farmacie per il Tegretol, lo sciroppo che il piccolo Tommaso, ammalato di epilessia, deve prendere. Continuano, anche in giornata, alcuni interrogatori di testimoni, spesso per trovare riscontri alle parole già messe a verbale da Paolo Onofri.

    In serata, in una domenica nevosa e fredda, un'auto della squadra mobile di Parma ha portato la mamma di Tommaso, Paola Pellinghelli, a prendere alcune cose nella casa di Casal Baroncolo, dove la coppia, da giorni, non sta più. Poi, per circa un'ora, i due agenti della polizia si sono intrattenuti nella villetta di Martorano, casa degli zii del piccolo Tommaso, dove i genitori del bimbo hanno trovato rifugio. L'uomo del mistero, però, resta il papà: "Non so se Paolo andrà di nuovo in Procura - aveva detto nel pomeriggio Cesare Fontanesi, lo zio di Tommaso e il padrone di casa - perché non ci avvertono, ma chiamano dieci minuti prima". Ieri sera la macchina della squadra mobile è arrivata alle 19.15. Ormai è sera, ma ogni minuto potrebbe essere quello buono per ascoltare le verità nascoste.

    E lunedi' sono attesi, probabilmente nella sede della Dda di Bologna, le deposizioni del pediatra di Tommaso, Gianluca Prati, e dell'avvocato Claudia Pezzoni.

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