Massimo Gramellini per La Stampa
Anche Flavio Briatore si è accorto della crisi. Ignoro dove l’abbia potuta conoscere, ma di sicuro lei avrà avuto un pareo. Comunque si sono parlati, il patron del Billionaire e la signorina Crisi, e il frutto del loro incontro è stato illuminante: «La crisi c’è e si sente a tutti i livelli. Ma a dimostrazione che il mio locale non è un’esclusiva per ricchi, abbiamo deciso di riservare un menu turistico a 200 euro».
Queste parole non fanno che confermare una mia teoria. E cioè che da anni un imitatore di Briatore reciti la parte di Briatore in giro per gli yacht e i box della Formula Uno, mentre il Briatore autentico continua ad abitare in un bilocale di Cuneo, dove si dedica a oscuri ma fondamentali studi di filologia bizantina. L’attore che interpreta Briatore (i testi credo siano dei Vanzina, con la supervisione del Bagaglino) sta tentando di realizzare un esperimento interessante: attraversare uno dei passaggi epocali della storia umana senza coltivare il minimo senso del ridicolo e soprattutto senza mai togliersi la camicia hawaiana e gli occhiali da sole, specie di notte.
Il menu economico a 200 euro è una battuta straordinaria. Anche perché lui, come solo i grandi comici, mentre la pronuncia riesce a rimanere serio. Seriamente convinto che 200 euro siano una cifra alla portata di tutti, mentre noi sappiamo che si sbaglia. Oppure convinto altrettanto seriamente che esistano dei tapini disposti a risparmiare mezzo euro al giorno tutto l’anno pur di cenare la sera di Ferragosto a tre tavoli di distanza da Bobo Vieri. E qui siamo un po’ meno sicuri che si sbagli.