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nucarote

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  1. Puoi usare una distro come Fedora che ha una procedura d'installazione molto simile a quella di Windows e contiene al suo interno tutto ciò che un'utente medio desidera.
  2. Basterebbe copiare gli Inglesi e le cose andrebbero già molto meglio, comunque dubito che i nostri clubs sia intenzionati a dotarsi di un servizio d'ordine davvero efficace (in alcune realtà il s.o viene affidato a personaggi "ambigui")ed evitare lo stadio ad alcuni "tifosi",che sono spalleggiati da gruppi politici o politici stessi (sia dx o sx che siano).
  3. Esteticamente molto meglio la futura Punto che la Polo per il resto dobbiamo ancora provarla..
  4. Disgessione OT ma nella tua spiegazione mi ci ritrovo perfettamente.
  5. Credo che oramai il guadagno sia nello gestire servizi informatici nella progettazione di HW oltre che sull'assistenza di quest'ultima.
  6. Per migliorare è migliorato come dice Torre comunque ti consiglio di copiare le auto dai depliant in modo da imparare bene come si disegnano le varie prospettive e poi modificarle di volta in volta come piace a te. Ma per curiosità che voto hai in disegno?
  7. Dal punto di vista stilistico senz'altro per il resto meglio non commentare.
  8. Farei un'eccezzione per la 206 cc.
  9. nucarote

    [RISOLTO] La Golf è sempre la Golf

    Complimenti per il pupo speriamo che sia Alfista.
  10. Alla fine per l'utilizzo a cui è destinata la Panda basta e avanza il 1.2 da 60cv anche se come dite voi sarebbe davvero bello se si potesse montare il 1.2 16v della punto diventerebbe una bella bombetta.Comunque per ricollegarmi parzialmente al topic prima di scegliere la 600 avevo considerato pure l'Arosa peccato che allo stesso prezzo della 600 SX mi davano solo una 1000 Base o poco più.
  11. nucarote

    La 147 rest sempre più diffusa...

    Sarei curioso di sapere quanto ha venduto l'accoppiata Golf Plus/Touran questo mese.
  12. Se è per questo la stessa Santana fabbrica pure il Defender con il 2.8 TD Iveco e lo vendono pure in Italia.
  13. A parte che per via delle dimensioni credo che sia più paragonabile alla Punto 3p che alla Panda e confrontando i prezzi dovremmo essere più o meno là. Ma se proprio vogliamo considerare la Fox come rivale della Panda e quindi una city car o seg A, devo ricordare che i circa 30cm in meno della Panda su Fox ,permettono alla Panda di parcheggiare agevolmente in un fazzoletto e maggiore scioltezza in città (credo che il cliente di questo segmento cerchi questo più di un bagagliaio sui 300lt o avere 30cm in più per stendere le gambe) inoltre ha 5 porte contro le 3 della Fox, ha una qualità percepita superiore rispetto alla Fox ed inoltre ha una linea azzeccata senza contare che ha dei buoni motori che non saranno fulmini di guerra o iperinnovativi (a parte il 1.3 MJet)ma che garantiscono prestazioni e consumi più che dignitosi e soprattutto una buona affidabilità. Francamente credo che la VW abbia fatto lo stesso errore che fece Fiat anni fà, quando si è ostinata a voler vendere insieme alla Punto anche la Palio 3p/5p che in europa non aveva proprio senso di conseguenza credo che ne venderanno qualcosa in più della Palio 3p. Fossi stato uno dei capoccia VW avrei tenuto in vita la Lupo il più possibile cercando di ridurre al minimo il prezzo magari trasferendo le linee di produzione nell'est europeo o in cina e/o sinergizzare al max le componenti (invece di prendere il 999cc di derivazione Skoda 105 avrei preso il 1.0 da 65cv della Opel o qualche altro motorino sui 1000cc già prodotto in grande serie da qualche altro costruttore e montarlo sulla Lupo/Arosa).
  14. Kissenefrega dei comandi radio, magari la 159 proponesse anche se solo come optional dei volanti così sballosi.
  15. Opinione che merita il massimo rispetto ma non condivisibile da tutti. Colgo l'occasione per ricordarvi che in questo post si parla della Festa della Repubblica che si è tenuta ieri e non della bontà del governo e/o delle sue alternative.
  16. Uhm la prima cosa che mi sono chiesto vedendo quella foto "Ma l'Opel Astra si darà al WRC?" Comunque sia oltre a qualche altro ritocco alla fiancata per farla sembrare più Lancia ci vorrebbero dei passaruota dovrebbero essere più incazzosi chi se ne occupa?.
  17. Dai mc076 non prendertela e rimani con noi e magari a darci qualche contributo per quanto riguarda la sezione VW.
  18. Io l'avrò visto si e no 2 volte in 10 anni.
  19. Io sarei per l'A3 Sportback anche se è più fredda,meno piacevole e più costosta dell'Alfa 156 ma è senz'altro più moderna, meglio rifinita ed ha anche una linea giovanile e sbarazzina.
  20. Ricorda vagamente la Z3 Coupè e come lei la trovo molto interessante.
  21. Proprio un paese di Homer Simposon.
  22. nucarote

    Fiat e il cinema

    Forse Autodelta, Megale e tutti i forumisti con età minore dei 20 non ricorderanno questo film (anche perchè in italia è andato in onda poche volte) questo film molto simpatico dove vedeva il futuro Batman alle prese con i Jap e le Fiat con risultati abbastanza esilaranti. Il legame tra automobili e cinema è sempre stato particolare. Da cinquant’anni l’Auto è parte integrante della nostra società – e di quella di tutto il mondo industrializzato – chiaro, quindi, che il Cinema, un certo tipo di cinema (sicuramente non quello storico o di fantasia), la consideri a tutti gli effetti come un’attrice. Protagonista o semplice comparsa che sia. Per inaugurare quest’argomento, abbiamo scelto una pellicola tra le meno conosciute: Gung Ho, di Ron Howard. L’argomento, la pesante crisi dei costruttori americani sotto l’offensiva giapponese all’inizio degli anni ’80, è sicuramente serioso, ma è sviluppato con umorismo e semplicità. Una cittadina di provincia, Hadleyville, rischia di “morire” a causa della chiusura di uno stabilimento di produzione, che ne era il cuore pulsante. Per evitare il tracollo, quindi, una sorta di comitato cittadino individua tra gli ex-operai di questa azienda Hunt Stevenson (Micheal Keaton), il più adatto per andare in “missione” in giappone con lo scopo di convincere i dirigenti della Assan Motor Company a rilevare lo stabilimento di Hadleyville e ridar vita alla città. Hunt, miracolosamente, riesce nell’operazione e, quando tutto sembrava perso, “arrivano i giapponesi” (è il sottotitolo italiano del film). La mentalità degli operai americani (molto alla “volemose bene”), si scontra da subito con la meticolosità giapponese: mentre i nipponici riparano i difetti di produzione fuori dall’orario di lavoro, gli americani di fronte a problemi del genere rispondo con un semplice “sono cavoli del concessionario”... Le divergenze assumono poco dopo proporzioni tali da indurre gli operai a scioperare e i giapponesi ad organizzare una serrata. Tra Hunt, che nella nuova azienda aveva ottenuto un posto di rilevanza e il dirigente giapponese, mandato in America in “spedizione punitiva”, la tensione fa si che, pian piano si instauri un rapporto profondo di stima, che presto diventerà amicizia. È grazie a questo che la fabbrica potrà riprendere la produzione, a patto di riuscire a sfornare 15.000 vetture al mese. Per convincere gli operai, vien loro promesso da Hunt un aumento salariale, inserendo “tra le righe” un aumento di produttività, senza menzionare le famose 15.000 unità. Le maestranze s’impegnano per arrivare a 13.000 vetture, ma per la dirigenza nipponiche non sono sufficienti e si riprende quindi con gli scontri che, il ventinovesimo giorno, sanciscono praticamente la fine dell’avventura. Tuttavia, restano ancora ventiquattro ore. Tra operai che bivaccano sentendosi ormai disoccupati e giapponesi che fanno le valige, Hunt Stevenson e il responsabile nipponico, ormai amici, si rimboccano le maniche e da soli si mettono all’opera, sognando di riuscire a realizzare, fino all’alba del giorno dopo, le mille auto ancora necessarie. Il gesto, simbolico, è di esempio. Poco dopo, tutti i dipendenti tornano al lavoro di gran lena. Gli americani sono un po’ più precisi e i “colletti bianchi” giapponesi s’uniscono alle maestranze sulle linee di montaggio con l’unico scopo di realizzare almeno mille automobili, anche a costo di farle uscire con “qualche difettuccio”. Il giorno successivo, arriva il presidente della Assan che, dopo la delusione iniziale (molte vetture non rispettano gli standard qualitativi giapponesi), non può far altro che prendere atto dell’impegno e della buona volontà di tutti... Questa la trama. Come detto in alto, l’argomento è serio, ma è stato sviluppato intenzionalmente con una vena satirica e una semplicità a tratti disarmante. L’elemento distintivo, però, è un altro: le vetture prodotte da questa fantomatica Assan Motor (giusto per pignoleria, precisiamo che non è mai esistita), che di fatto sono co-protagoniste della pellicola, sono automobili Fiat! Sulle linee di montaggio si assemblano Fiat Regata, Fiat 127 brasile (la 147) e qualche rara 128. Le automobili finite, che fanno bella mostra nei piazzali, sono quasi tutte Regata (compare qualche 127 in poche sequenze). Per evitare citazioni, evidentemente, le auto sono state personalizzate con decalcomanie di dubbio gusto e loghi differenti, ma nessun particolare di carrozzeria è stato modificato. Nel frontale, ad esempio, le classiche cinque barrette cromate sono state coperte “alla buona” con una pellicola adesiva con su serigrafato l’emblema di fantasia della Assan. In una sequenza, in cui vi è un primo piano di un propulsore, sono evidenti le barrette Fiat impresse sul coperchio del filtro dell’aria che sovrastano una targhetta adesiva “Assan”. Seppur oggettivamente si tratti di particolari poco eclatanti (almeno per i più), il colpo d’occhio, per l’appassionato, è veramente curioso. Nei titoli di coda non ci sono riferimenti e/o ringraziamenti a Fiat o ad aziende collegate, ma è menzionata una troupe in Argentina. Quest’ultimo, è un indizio di non poco conto, da cui è facile desumere che le scene girate in fabbrica, verosimilmente, sono state realizzate in un vero impianto produttivo Fiat, in Argentina, dove le Regata in quegli anni era prodotta insieme alle 127/147. La scelta della Paramount, che ha prodotto la pellicola, è ricaduta sulle Fiat, sicuramente per motivi pratici. All’epoca, il film è del 1986, la Casa Torinese si era già ritirata dal mercato statunitense e, quindi, Regata e 127 erano praticamente anonime e sconosciute agli americani. Il rischio di irregolarità come la pubblicità occulta o, al contrario, il danno di immagine, era scongiurato senza ricorrere alla realizzazione di costose maquette prodotte ad hoc per il film. Particolare non secondario, però, è che Gung Ho è stato distribuito, negli stessi anni, anche in Europa, dove la Regata era diffusa, prodotta e nel pieno della carriera commerciale. Visto che spesso non fa proprio una bella figura (alla fine del film, lo stesso protagonista si mette al volante di uno degli ultimi esemplari prodotti che, ai primi giri delle ruote, si smonta comicamente), ci domandiamo come l’avesse presa la Fiat... Fonte Omniauto.it
  23. La student ricorda un poco la Lupo inoltre anticipa di 10 anni la Punto con la soluzione dei fanali posteriori integrati nel montante (anche se il posteriore ricorda di più le gemelle diverse PSA-Toyota). Con qualche ritocco al frontale sarebbe stato un buon successo per VW così come lo sarebbe stato Beskid della Fiat-FSO dello stesso periodo che anticipava di 10 anni la Twingo :-(.
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