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Felis

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  1. Vorrei vederla però con un assetto rispondente alla realtà oppure hanno intenzione di fare un assetto ad hoc per gli USA?
  2. Quali sono i fatti che supportano quanto dici? I miei sono supportati dalla citazione del codice stradale di cui sopra. Il cartello segnala la presenza di dispositivi NON ANCORA FISICAMENTE INSTALLATI (quindi assenti) per cui il significato attribuibile è nullo. Essendo segnaletica inutile – per il momento e fino all'installazione del dispositivo al quale afferisce – andrebbe occultata. il caso del "Controllo elettronico della velocità" è diverso perché implica la possibilità di presenza di agenti e/o dispositivi atti al controllo.
  3. Io sapevo che uno dei requisiti fondamentali era comunque la presenza di minimo tre corsie per senso di marcia... Il cartello segnala una cosa inesistente. Punto. Che poi tu voglia corroborare la sua presenza attraverso connotazioni di deterrente/repressione è un altro conto e non sta scritto da nessuna parte. Quel cartello messo in quella situazione ha lo stesso senso della Madonna sul cruscotto con scritto "non correre". Sono deduzioni tue.
  4. Non è proprio così a mio parere: Art. 38, comma 7. La segnaletica stradale deve essere sempre mantenuta in perfetta efficienza da parte degli enti o esercenti obbligati alla sua posa in opera e deve essere sostituita o reintegrata o rimossa quando sia anche parzialmente inefficiente o non sia più rispondente allo scopo per il quale è stata collocata. Da Mestre a Trieste sicuramente no perché ci sono solo 2 corsie per senso di marcia.
  5. Ecco, bene. Ma non si usa più coprire temporaneamente i cartelli fino alla loro entrata in vigore?
  6. Io partirei innanzitutto da un esame superficiale (non alla carlona ma della superficie! ) una volta appurata l'integrità procederei oltre.
  7. Qualcuno ha notato che sulla A4 in direzione trieste prima dell'uscita di Noventa sono comparsi dei cartelli di avviso Tutor? Non ho visto però nessuna traccia dei rilevatori...
  8. Ragioniamo un po'? 1) diminuisce la pressione (di molto) 2) dove è andata a finire l'aria? 3) può la pressione diminuire (di molto) senza che l'aria fuoriesca dalla gomma? 4) mmmm... no 5) allora l'aria è fuoriuscita dalla gomma...! 6) controllo la valvola 7) la valvola è ok? Non perde. 8) è meglio controllare la superficie dello pneumatico 9) in bocca al lupo.
  9. Yes, con regolazione lombare se ben ricordo (scartati dal sottoscritto perché troppo contenitivi ) Assetto M per l'Attiva come per la M sport. (almeno su quelle attuali)
  10. C'è sempre di peggio a questo mondo eh... e poi Becker non ha colto la battuta perché è troppo chino a postare gli scoop in giro per i forum:D
  11. è tutto materiale serie 5 mi piacerebbe vedere il modulo radio senza navigatore com'è fatto.
  12. Più che altro non si capisce: prima lo fanno a scomparsa, poi con il MY 2010 lo fanno fisso sulla plancia e ora torna a scomparsa. Mah...
  13. È inedita, non c'entra niente con la vecchia.
  14. Senza dubbio in quel frangente ha giocato il ruolo del marionettone. Onde per cui tacere a proposito di certe vicende male non gli farebbe.
  15. Per esempio: Ecco una interessante panoramica su quanto è accaduto in quei giorni,nel libro: "I giorni dell'iri" di Massimo Pini, classe 1937, dirigente d'azienda e pubblicista; fra i più stretti collaboratori del segretario del Psi Bettino Craxi. Massimo Pini è stato per due volte membro del consiglio di amministrazione della Rai. Nel 1986 entrò a far parte del comitato di presidenza dell'iri, incarico ricoperto fino al 1992.Tra il 92 ed il 93 è stato consigliere per le privatizzazioni del presidente del consiglio Giuliano Amato. Nel paragrafo in cui tratta la vendita dell'alfa romeo da parte di finmeccanica (ovviamente gruppo iri) Massimo Pini scrive: cut "...la sera di mercoledi 20 maggio del 1986, Romiti, che si trovava a cena presso lo storico ristorante torinese "Il cambio" ricevette una telefonata di Prodi: "guardi, voglio dirle che stamani abbiamo ricevuto una terreda d'intenti della Ford per la cessione dell'alfa romeo" cut.. "Era chiaro", ricorderà, "che la ford aveva studiato bene la situazione in italia, voleva acquisire un marchio italiano,il marchio di una casa famosa, e su questo avrebbe costituito un intervento di gran disturbo per noi" (fiat) Entrò subito in azione il "partito della fiat": Giuliano Amato, all'epoca sottosegretario alla presidenza del consiglio e deputato di Torino, attuava un lavorio discreto sul presidente Craxi, Piero Fassino, segretario della federazione di torino del Pci, dichiarò: "lasciar cadere l'Alfa Romeo nella mani della ford sarebbe molto, molto pericoloso"; infine il 17 settembre 1986 Valerio Zanone, deputato liberale di Torino e ministro dell'industria, fece sapere alla stampa che sarebbe stato bene vi fosse un'alternativa alla ford. La fiat, che nel 1985 aveva definitivamente superato la grande crisi della fine degli anni settanta, con un utile nell'anno di 1682 miliardi prima delle imposte, presentò infine il 25 ottobre la sua proposta: 8000 miliardi complessivi, tra prezzo di acquisto, assunzione di debiti ed investimenti per il rilancio. Secondo il giornalista economico Alan Friedman, Romiti "recitò da maestro la scena dell'italiano patriota che, bandiera in pugno, si batte eroicamente contro l'invasione straniera". L'offerta finale della fiat fu formalizzata il 1° novembre: "dopo qualche giorno ci fecero sapere che la nostra offerta era risultata migliore e che, dunque, la fiat si era aggiudicata l'Alfa Romeo. Era il giovedi 6 novembre 1986. Il giorno successivo, il governo Craxi approvò" ricorda Romiti. Il presidente della Finmeccanica, Franco Viezzoli, davanti al consiglio di amministrazione dell'Iri ammisa che la comparazione tra le due offerte era difficilmente attuabile, ma che quella della Fiat aveva dei margini di certezza, circa i tempi di acquisto, che l'altra non possedeva. Poichè la Ford aveva chiesto alla Finmeccanica che la sua offerta non venisse resa pubblica in caso di sua esclusione, il consiglio dell'iri non fu informato: tutto passò sopra la sua testa, nonostante che l'istituto possedesse direttamente il 15% del gruppo Alfa Romeo. La decisione di vendere alla Fiat venne presa anche per garantire l'occupazione e gli investimenti: i marchi Alfa, lancia e Autobianchi sarebbero stati accorpati in una nuova società primo produttore europeo di vetture di qualità. La fiat garantiva il mantenimento della identità aziendale; avrebbe difeso le capacità tecniche e progetturali nonchè la struttura produttiva basata sui due stabilimenti di Arese al nord, e di Pomigliano al sud. Dieci anni dopo Rinaldo Gianola tira il bilancio di quella operazione: "per gianni agnelli era una provincia debole da annettere. E cosi è stato". Ad arese lavorano in quattromila, il parte sempre in cassa integrazione.. Nel 1996 l'Alfa Romeo ha toccato il minimo storico di vendite. Il prossimo settembre (1997) cesserà la produzione della 164; Pomigliano, con oltre 5000 dipendenti, resterà l'unica grande fabbrica Alfa. La privatizzazione dell'Alfa Romeo, un modello certo non felice, ha rappresentato un passaggio decisivo nella riorganizzazione dell'industria dell'auto, conclusa con la concentrazione di tutti i concorrenti sotto l'ombrello della Fiat. A dieci anni di distanza rimangono le promesse non mantenute di Cesare Romiti". Non vi è dubbio, anche in previsione dei grandi accorpamenti della industria automobilistica europea, che la scelta nazionale di privilegiare la Fiat fu una decisione giusta, seppure caratterizzata dall'ipocrisia dei tempi che dava per scontato che il nuovo padrone, nonostante gli impegni presi, non si sarebbe fatto condizionare in futuro nelle sinergie e integrazioni. Tuttavia l'iri, impedito di usare l'arma della concorrenza tra i due contendenti, dovette di fatto rinunciare a massimizzare i proventi della cessione: la Fiat avrebbe pagato 1750 miliardi a rate, meno 700 miliardi di debiti finanziari che si accollava (ad ottobre 1995 restavano da pagare ancora, come comunicava alla camera il ministro dell'industria Clò, circa 470 miliardi). La finmeccanica aveva iniettato nell'Alfa Romeo tra il 1979 e il 1986 ben 1281 miliardi: di questi 615 nel 1985/1986, i quali sarebbero stati considerati dalla commissione europea come "aiuti di stato". Dalla vendita dell'Alfa Romeo la finmeccanica non riportò alcun beneficio finanziario immediato, data la rateazione senza interessi dell'importo dal 1° gennaio 1989 fino al 1997. Unico vantaggio per la finanziaria fu la fine della lunga sequela di perdite; in quanto all'istituto iri, esso si trovò pochi mesi dopo la conclusione della vendita alla fiat di fronte alla richiesta da parte di finmeccanica di un aumento di capitale di ben 1000 miliardi" Storia dell'iri: la vendita dell'alfa romeo! - it.narkive.com
  16. Per Giulia si intende la C-evo col culo? Se sì, tanti auguri. Non vedono che fatica fa Audi a vendere negli USA? E loro dopo anni di assenza pensano di poter fare meglio?
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