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C'è una cosa che mi domando sempre quando vedo una prius o leggo della prius: è un capolavoro di ingegneria, i giapponesi hanno dato la solita lezione di bravura e caparbia (garantendo anche un'ottima affidabilità del prodotto)... Ma per fare 22 al litro c'era bisogno di complicarsi così tanto la vita? Motore elettrico, batterie, motore a scoppio con ciclo atkin, tutto il meccanismo per far funzionare l'ibrido, carrozzeria ultraereodinamica, ecc. quando con un semplice Turbo diesel a iniezione diretta mopntato su un'auto di serie si fanno quasi gli stessi consumi? P.S. certo che se col nuovo modello facessero davvero 39Km/l la situazione sarebbe molto diversa e mi dovrei rimangiare le critiche...
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Fra dire che due auto si assomigliano e dire che uno ha copiato l'altro ce ne corre...
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Ma sono l'unico a vedere una certa somiglianza col prototipo della Delta? Taglio della finestratura laterale, onda sulla fiancata, muso a becco... Certo con tutta la differenza che passa fra una coupé con le ruote più alte del tetto e una specie di monovolume lussuosa e un po' sportiveggiante...
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Probabilmente sono i giornali ad essere più moderati, però ti assicuro che a parti invertite se qualcuno avesse tirato fuori una bandiera francese in Italia sarebbe stato linciato! OT: ma gli alsaziani si sentono francesi al 100%, mezzi tedeschi, tutti tedeschi, o solo alsaziani? E parlano ancora l'alsaziano (o il tedesco) o il francese lo ha soppianatato?
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Ma davvero i francesi l'hanno presa così male? Quando vincemmo i mondiali per curiosità (e anche un po' per cazzimma) andai a leggere gli articoli sui giornali francesi e gli interventi sui forum dei lettori. Devo dire che rimasi colpito. C'era molta meno rabbia e odio di quanto potessi immaginare. Niente rispetto a quello che noi (pur avendo vinto) dicevamo di loro (dai consigli su dove mettersi le baguette agli apprezzamenti sul mestiere di madre e sorella di Zidane ecc...). Invece dai francesi non ho sentito tutti gli improperi che ad esempio si trovavano sui giornali e sui forum inglesi (mafiosi, imbroglioni, ladri, simulatori di falli, ecc. ecc.), più che altro sembravano troppo presi a contemplarsi l'ombelico per interessarsi degli altri, quindi polemiche sul commissario tecnico o su Zidane, le dichiarazioni di Chirac, ecc. Anche quello che TGCOM riporta dell'articolo del Figaro sembra più diretto all'interno, del tipo "Henry non è stato supportato dai francesi" oppure "ecco l'ennesimo schiaffo alla Francia e a Zidane: cavolo non contiamo un ca.. nemmeno nel calcio!" che un attacco all'Italia. Insomma, non saremo un po' troppo permalosi noi italiani? Che ne pensano i forumisti che hanno contatti più diretti con la Francia?
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Avviso ai naviganti Sembra che le 159 di Pomigliano abbiano raggiunto livelli di qualità più che buoni, tanto che si pensa di esportarle negli USA... ma voi continuate pure a rimpiangere i campioni di qualità Fix It Again Tomorrow prodotti nei nordicissimi impianti del Lingotto, Mirafiori e Rivalta (o quelli altrettanto curati dell'altrettanto nordico Arese)... Su Termini mi sembra che Marchionne abbia in mente qualche opera infrastrutturale abbastanza semplice che può essere realizzata in poco tempo, dato che dice che non si può aspettare al 2008. Quindi non dovrebbe essere il ponte o una nuova autostrada. Sarà qualche svincolo o circonvallazione che il politicante locale di turno (magari sedicente ecologista) blocca perché non ha avuto una mazzetta congrua. Il discorso di Ax sull'inopportunità di aprire impianti automobilistici sussidiati al Sud, lo condivido solo in parte. Nel sud vivono 20 milioni id persone, è difficile oggi e lo era ancora di più 30 anni fa, pensare che possano vivere tutti di servizi e turismo. D'altra parte l'industria automobilistica è un ottimo volano di sviluppo, e non è un caso che tutti i paesi in via di sviluppo (ma spesso anche quelli sviluppati) facciano a gara per attrarre con sussidi gli impianti automobilistici. E' una strategia che ad esempio ha dato ottimi risultati in Spagna, Paese che aveva negli anni '60 una situazione paragonabile a quella del nostro sud (solo che lì c'era Franco e da noi la Dc...)
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Lasciando stare il discoros ideologico su cosa è giusto che lo stato faccia e dove finisca la libertà di ciascuno (disorso affascinante, ma che rischia di farci allontanare dal caso in questione) io credo che chi è favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere lo sia perché è convinto: a) Che sia possibile un consumo moderato di droghe leggere, senza dover scivolare verso un consumo maggiore e senza che questo comporti un rilevante rischio di passare alle droghe pesanti (come si può bere un bicchiere di vino a pasto senza necessariamente dover diventare alcolizzati). Che questo consumo moderato non sia dannoso per la salute (o comunque lo sia in misura assolutamante accettabile). c) Che una liberalizzazione delle droghe leggere avrebbe effetti molto limitati sul numero di consumatori di queste droghe e sulla quantità di droga consumata, dato che già oggi è molto facile procurarsele. Inoltre liberalizzare le droghe leggere potrebbe anche rendere più difficile il passaggio dalla droghe leggere a quelle pesanti perché eviterebbe ai consumatori di droghe leggere di stare in contatto con "la rete distributiva" (gli spacciatori) delle droghe pesanti. In sostanza credo che la differenza fra chi è favorevole o contrario stia nella valutazione dell'impatto della liberalizzazione sulla società, non in giudizi del tipo che drogarsi è giusto perché la vita è stressante o che i drogati sono delle merde allora tanto vale dargli l'eroina per uccidersi.
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A dire il vero a me l'idea di uno Stato che mi tratta da bambino vietandomi le cose che mi possono fare male non piace per niente! E' vero che mio padre quando ero piccolo mi vietava delle cose, ma quando sono cresciuto mi ha lasciato libero di fare quello che meglio credevo. Ma poi stiamo parlando di droghe leggere, di canne, che non fanno più male dell'alcool o delle sigarette. Se da noi l'alcool è parte della cultura nazionale e le canne sono vietate è solo perché tremila anni fa, quando ha cominciato a svilupparsi la nostra civiltà, da noi cresceva spontanea la vite e non la canapa indiana! Certo quello che mi fa schifo è la soluzione intermedia e ipocrita di punire chi vende e non chi compra... Sul fatto di tassare alcool e tabacco, invece, sono favorevole. Se non vuoi vietare alcune sostanze che fanno male, tassandole puoi almeno spingere la gente a consumarne di meno (una volta lessi che ad ogni aumento del prezzo delle sigarette c'è una percentuale di fumatori che smette). Inoltre, dato che c'è un sistema di sanità pubblica, con i soldi che raccogli dalla tassazione di questi beni ti rifai in parte delle spese sanitarie aggiuntive che affronti per gli effetti negativi di queste sostanze.
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Marchionne: «La Finanziaria deprime il mercato dell’auto»
car low ha risposto a nella discussione in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
Mi verrebbe da dire che la fiat perde il pelo ma non il vizio... Ma che cavolo se ne fanno degli incentivi? Pompano le vendite per un anno e le fanno crollare l'anno dopo; la gente si limita ad anticipare l'acquisto dell'auto per prendersi l'incentivo, non è che si tiene una macchina in più perché lo stato gli dà un contributo di 1000 Euro... La fiat da questo governo (che del resto aveva pesantemente appoggiato in campagna elettorale)ha già avuto la mobilità lunga e il taglio del cuneo fiscale (chissà con tutti quei dipendenti quanto ci risparmia) non le basta? Poi, i soldi non ci stanno ma se Marchionne apre bocca si trovano subito? "Che brutto Paese, che brutta gente!" come diceva Crozza imitando Sacchi... -
Non è del tutto vero, a Roma Auchan ha aperto almeno un grosso supermercato in un centro commerciale ben all'interno della città (Via di Casalbertone). Poi non dimentichiamo che Auchan controlla SMA, e Carrefour controlla GS, Diperdì, grossiper e non so cos'altro. Quanto a Esselunga, prima di partire alla conquista dell'Europa non sarebbe il caso di scendere a sud degli appennini, dato che da noi conosciamo solo le sue pubblicità con le vecchiette che guardano le telenovele. La storia dei prodotti tipici che i "paesani" non vendono ai "cittadini" è un bel casino. Il putno fondamentale è che il cittadino quei prodotti non li conosce e forse non è neanche in grado di apprezzarli, come fa ad essere sicuro che quel salame che gli hanno venduto ha quello strano sapèore perché è genuino e non perché è rancido? Dall'altra parte ci sono produttori e venditori dei prodotti genuini che sono costretti a chiedere prezzi alti (perché un prodotto artigianale costa molto di più di uno industriale) ma hanno di fronte gente che non capisce nulla delprodotto e che è piuttosto titubante a sborsareun sacco di soldi per un salame mezzo rancido. La soluzione geniale secondo me è quella trovata da slow food: un ente esterno, affidabile, che garantisce il "cittadino" che il salame che sta comprando è effettivamente genuino e fatto secondo la tradizione, e quindi quel sapore particolare è proprio una caratteristica del prodotto e non l'effetto di un inizio di putrefazione. Forte di questa garanzia il produttore può continuare a produrre seguendo le vecchie regole, certo (grazie anche alla pubblicità che il marchio slowfood garabtisce) di riuscire a vendere a un prezzo che ripaghi tutte le spese maggiori che questo tipo di produzione richiede e facendoci anche un bel guadagno. Secondo me il futuro dei prodotti tipici alimentari è questo, bisogna solo sperare che quelli di slow food (o chi per loro, alcune volte un ruolo simile è svolto dai consorzi per il marchio dop) facciano in tempo a prendere sotto la loro ala protettrice il numero maggiore possibile di prodotti tipici prima che se ne perda la tradizione, e soprattutto che controlli sulla qualità dei prodotti siano fatti seriamente.
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E che sarà mai, saranno lefreviani, gente che rimpiange i tempi in cui i preti vestivano da preti, la messa era in latino, in chiesa non si facevano canti e balli... dovrebbero essere tipi puttosto innocui, magari con la passione per qualche polveroso ordine cavalleresco, e per gli stati preunitari. Poi, specie su quest'ultimo punto non gli do neanche tutti i torti... A proposito del filmato, ma l'Italia prima del 1860 si componeva di Milano, Venezia, Firenze e Roma? Nessuna altra città di rilievo? Magari si fossero fermati lì gli antenati di quelli che hanno fatto il filmato, senza venire a fare danni pù a sud...
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Purtroppo la vera trappola mentale è pensare che non cambierà mai nulla, che è inutile punirne uno perché cento altri continueranno a farlo, ecc. ecc. e allora tanto vale lasciare andare tutto in malora... Io invece sono convinto che una stretta repressiva, tipo quella di Giuliani a New york, sarebbe utile. Non è vero che è sempre andato così e andrà sempre così: la camorra durante il fascismo era stata debellata! Per riprendersi ci ha messo trenta anni (grazie a una più che compiacente amministrazione democristiana) ed è poi esplosa dopo il terremoto, quando si è ingrassata con i finanziamenti per la ricostruzione. Se si desse una stetta sarebbe possibile se non eliminarla quantomeno ridimensionarla. Ma l'esercito da solo per pochi mesi non può essere sufficiente. Bisogna andare anche a monte, alle leggi e alla magistratura che le applica, che fanno sì che lo scippatore arrestato ritorni libero poche ore dopo, che sia praticamente impossibile sequestrare un motorino, che sono tali per cui prima di arrivare a una condanna definitiva passano anni, ecc. ecc. Con queste leggi in due terzi dell'Italia si riesce a mantenere l'ordine pubblico, nell'altro terzo e soprattutto in alcune realtà come Napoli, no. Ma tanto i politici se ne fregano, le riforme dell'ordinamento giudiziario vengono fatte mediando per compiacere le lobby contrapposte di magistrati e avvocati e nessuno si interessa degli effetti che una giustizia così lenta e farraginosa ha sulla legalità e sull'ordine pubbico. In più ogni tanto, quando con tutti i limiti di cui sopra un po' di delinquenti in galera ce li hanno messi, s'inventano un bell'indulto, perché le carceri scoppiano...
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Vabbè, copiare copiano, ma non sono mai arrivati alla sfacciataggine di metterci sopra il marchio di un'altra casa. Questo deve essere un progetto della VW cinese, che del resto collabora da decenni con la SAIC (quasi tutte le VW vendute in Cina sono prodotte in Joint Venture con SAIC, dalle mitiche Santana alle Passat). Sarà come per la vecchia Passat a passo lungo, che fu progettata e prodotta appositamente per il mercato cinese (poi da noi riciclarono il progetto per la Skoda Superb).
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In effetti la soluzione era stata presentata come una trovata geniale. Il fatto è che, data la mia pressocché totale ignoranza in materia, non riesco a rendermi conto dei vantaggi di una frizione che slitta... Credo di capire che quando il cambio è su marce inferiori alla terza (e quindi le ruote posteriori girerebbero a velocità minore rispetto a quelle anteriori) la frizione dovrebbe slittare consentendo alle ruote anteriori di andare alla stessa velocità delle ruote posteriori, pur continuando a trasmettere il moto che arriva dal motore (altrimenti sarebbe come avere la trazione anteriore disinserita). Mentre per marce superiori alla terza la trazione anteriore non può inserirsi (le ruote andrebbero comunque più veloci del collegamento frizione - motore fisso alla terza marcia). E' così? E non ci sono probelmi di usura per la frizione?
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Non vorrei sbagliarmi, ma secondo voi, uno che è abituato a farsi pagare in contanti senza emettere fattura - e quindi commettendo cmq un illecito - si metterà paura di farlo ora perché la legge gli impone oltre alla fattura di esere pagato per via bancaria? Vabbè... fortuna che di politica non si può più parlare... stiamo davvero toccando il fondo...
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Io la penso come Guglielmo. Non vedo nessun intervento sottobanco da parte del governo per mettere i bastoni fra le ruote all'ingresso di Gm in Fiat. L'obbligo di ricapitalizare quando le perdite raggiungono 1/3 del capitale risale a decenni fa, non è che sia stato introdotto solo per proteggere Fiat. Poi, per quanto riguarda il risanamento di Fiat, il fatto è che il settore automobilistico è un settore "strano": basta sbagliare un modello importante per rischiare il fallimento e azzeccarne uno per andare benissimo. Fiat ha rischiato il fallimento per aver toppato Punto II e Stilo, ed è ripartita per aver azzeccato Panda e Grande Punto. Certo Marchionne ha ridotto i costi, fatto accordi e dato una scossa a tutta la struttura, ma state certi che se la Grande Punto non avesse avuto successo Fiat starebbe ancora nei guai. Infine sul liberismo. Se facciamo un discorso ideologico sono per il liberismo al 100%. Poi non nego che in alcuni casi rari possa essere positivo un aiuto che salva un'impresa dal fallimento o dal finire in mano agli stranieri. Ma sono casi rarissimi! Anche la storia della Fiat mostra i danni del protezionismo (la Fiat sentendosi ultraprotetta si era burocratizzata, investiva poco nei prodotti e non riusciva a tenere il passo con la concorrenza), e gli effetti positivi della competizione non falsata (gli Agnelli sono stati costretti a trovarsi un manager preparato e a dargli il potere e gli investimenti necessari per rimettere in sesto la società).
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Diciamo che su Vittorio Emanuele avete detto tutto quello che c'era da dire, tranne che francamente l'idea che con le nostre tasse si paghino i poliziotti per stare ad origliare le confidenze che quel cerebroleso fa al suo compagno di cella, solo per poi farle pubblicare e avere il titolone sui giornali mi fa molto schifo. Una piccola nota. Il titolo di principe di Napoli non ha mai avuto niente di inferiore a quello di principe di Piemonte (ma figuriamoci!). Gli eredi al trono Savoia erano alternativamente principi di Napoli e di Piemonte, come contentino per Napoli e Torino che erano le città che meno avevano gradito la perdita del ruolo di capitale. E veniamo all'ultimo punto: i Savoia e i Borbone. Vi invito a riflettere solo su alcuni aspetti. Quando i piemontesi conquistarono il Regno delle Due Sicilie, dopo una vittoria facile, andarono incontro ad una resistenza feroce da parte della popolazione. Cinque e più anni di guerra civile risolta solo con massacri e imponendo la legge marziale. E' quello che la vulgata risorgimentalista chiama il "brigantaggio". Di fronte ad una tale opposizione era necessario delegittimare l'avversario e quindi si passò alla calunnia sistematica del regime borbonico, attribuendo ad esso tutti i mali del sud. La tesi ufficiale, ancora presente in tutti i libri di scuola usati nelle scuole italiane, è che i mali del sud derivano dal malgoverno borbonico. Niente di più falso. I mali del Sud derivano da una situazione geografica poco felice, piaghe endemiche come la malaria o il latifondo e il malgoverno (quelo sì) degli spagnoli. Il governo borbonico fece il possibile per risolvere questi progblemi con risultati tutt'altro che disprezzabili. Molti dei quali sono stati venificati dalla conquista piemontese. Lo sapete che la prima fabbrica di locomotive in Italia era stata creata dalllo stato borbonico a Pitetrarsa in provincia di Napoli? E che nel 1864 i signori piemontesi la chiusero smontando i macchinari e mandandoli all'Ansaldo di Genova? Lo sapete che il Regno delle Due Sicilie nel 1860 era sicuramente lo stato più ricco e industrializzato d'Italia? Se poi volete continuare a leggervi le storielle edificanti sul Re galantuomo, i mille, Garibaldi (cui i napoletani hanno addirittura intitolato il vaso da notte: 'o zi peppe), ecc. ecc. fate pure...
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Diamine, c'è andato giù pesante Galli Della Loggia! splendida l'accusa di ispirarsi a "irenismo"! Però, entrando nel merito, vediamo quali sono le sue obiezioni: 1. Non è sostenibile che il fondamentalismo sia frutto della mancanza di dialogo, e cita il caso dei fondamentalisti in Inghilterra e in Olanda, paesi notoriamente molto tolleranti. La mia idea è cha avolte si confondano due fenomeni paralleli, ma che hanno radici diverse. Non possiamo considerare allo stesso modo il fondamentalismo che nasce nei paesi islamici, che probabilmente è in gran parte frutto di mancanza di conoscenza dell'occidente, di mancanza di dialogo (come dice mons. Non mi ricordo il nome) e di una situazione economica difficile, con quello che nasce nei paesi occidentali (citato da GdL), che è frutto soprattutto della crisi di identità degli immigrati mussulmani che vivono nei nostri paesi. 2. La reciprocità. Mi dispiace ma non sono d'accordo con GdL. Nel momento in cui facciamo entrare gli immigrati e gli diamo la cittadinanza italiana (cosa che personalmente non mi fa affatto piacere), non possiamo pretendere di trattarli diversamente dagli altri cittadini solo perché nei loro paesi di origine i cristiani sono discriminati. I mussulmani che vivono in Europa che c'entrano con quello che succede nei paesi da dove sono partiti i loro antenati (nel caso dei figli)? 3. Se lo concediamo agli islamici dobbiamo consentirlo a tutte le religioni, ma sono troppe e non sarebbe possibile. Giusto in linea di principio, ma in pratca non possiamo mettere tutti sullo stesso piano, se la quota di bambini islamici che frequentano le nostra scuole cresce, inevitabilmente bisognerà considerare la situazione in modo diverso dal modo in cui si considera la situazione dei 10 bambini figli di adepti di Scientology, o cose simili. I numeri conteranno pure qualcosa, no? In linea di principio l'idea che lo stato italiano passi lo stipendio a qualche imam barbuto e intonacato, per raccontare quello che vuole ai figli degli immigrati mussulmani non mi fa affatto piacere. Però, d'altra parte, potrebbe diventare uno strumento per far prevalere un altro tipo di islam, più moderato e filoccidentale. Certo ci vorrebbe uno stato forte, in grado di porre, con i giusti modi e senza urtare troppo certe suscettibilità, la questioni in questi termini:"io ti passo lo stipendio, però controllo pure quello che vai raccontando ai ragazzi. Se gli racconti che siamo tutti fratelli, che Allah è buono e misericordioso, ecc. ecc. Bene! Se gli racconti che l'occidente è corrotto, la donna è inferiore, che devono fare la jihad, ecc. ecc, te ne vai a casa!" Alla faccia della libertà di insegnamento!
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Ti rispondo con ritardo e col forte rischio di andare OT... ma come faccio a trattenermi? Io la vedo così. Il nostro è un paese con un enorme tasso di corruzione endemico. L'evasione fiscale è la prassi e tutti ci siamo prima o poi entrati in contatto, dalla pizzeria che ti porta il conto sul foglietto, invece della ricevuta fiscale ai medici, ecc. ecc. TUTTE le imprese italiane evadono il fisco, chi più chi meno, e TUTTE hanno bilanci più o meno falsi! Mi fa schifo ma è così. Con le leggi bizantine che abbiamo se andassimo a scandagliare le attività di qualunque imprenditore riusciremmo a trovare qualcosa con cui incastrarlo. In questo contesto i magistrati italiani dal 1993 hanno preso di mira Berlusconi. Gli hanno mandato centinaia di ispezioni della guardia di finanza, gli hanno mosso decine di accuse, da molte di queste è stato prosciolto, ma non è stato un problema, se ne trovava subito una nuova. Giustizia a orologeria? Dobbiamo ricordare l'avviso di garanzia preannunciato, grazie ad una fuga di notizie, dal Corriere della Sera mentre presiedeva il vertice sul crimine organizzato a Napoli nel 1994? Da quella storia è poi stato assolto, ma nel frattempo i magistrati hanno trovato tanto altro. Nel 1996, a pochi mesi prima delle elezioni ci sono state le rivelazioni della Artiosto sul caso SME, caso per il quale avrebbero dovuto buttare in galera Prodi e De Benedetti - ma figurati - loro sono di sinistra e a loro non succederà mai niente! E si continua ininterrottamente fino ad oggi. Nuove ispezioni, nuove indagini, nuovi reati, l'ultima trovata, recentissima, è quella relativa ai diritti TV, con di mezzo l'avvocato inglese (i dettagli non li so perché ormai non leggo più gli articoli, mi limito ai titoli)... Alcune di queste cose saranno anche vere, ma sono siciro che se avessero scandagliato con la stessa attenzione la fiat ne avrebbero tratto materiale per buttare in galera tutta la famiglia Agnelli, e lo stesso con De Benedetti, o Caltagirone, o chi diamine vuoi tu. Per me si tratta di tentativo di parte della magistratura di distruggere quello che si ritiene essere un avversario politico, e tutti i magistrati passati in politica nei DS confermano la mia visione. Poi che la reazione di Berlusconi sia stata quella di farsi leggi ad personam e rendere ancora meno efficiente la giustizia italiana con leggine del cavolo tipo la Pecorella solo per difendersi è umano, ma mi fa abbondantemente schifo. Se continua così farò come gli azionisti delle società: voterò con i piedi!
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Indipendentemente dalla bagarre Berlusconi - giudici, su cui le persone di destra e quelle di sinistra non riusciranno mai a mettersi d'accordo perché 13 anni di giustizia a orologeria e a senso unico hanno convnito gli elettori di destra che Berlusconi sia perseguitato e quindi le leggi ad personam siano comprensibili, volevo tornare sulla stampa estera. Innanzitutto, siete tutti troppo intelligenti per credere che quattro citazioni tutte antiberlusconiane rappresentino l'intera stampa estera. Su Der Speigel e Newsweek non mi pronuncio perché li conosco poco, ma ad esempio El Pais e Le Monde sono due giornali dichiaratamente di sinistra, peraltro molto legati alla sinistra italiana, come stupirsi che scrivano certe cose? L'Economist, invece, pur essendo un giornale in genere di destra, dal 2001 ha preso una posizione fortemente anti berlusconiana. Ma anche questo è risaputo. Al contrario, su altri giornali schierati a destra, come Le Figaro o il Daily Telegraph, ho letto opinioni molto più favorevoli a Berlusconi.
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O a Mirafiori, Rivolta, Arese, ecc. ecc. OOOOT: Ma vedi un po' che con tutta l'industria automobilistica italiana (e tutta polentona!) che non ha mai brillato per la qualità degli assemblaggi (con l'unica eccezione della Lancia pre fiat, infatti Chivasso non è nella lista), le battutacce si fanno solo sul primo stabilimento terrone... Scherzo, ma non troppo... sono le mie lontanissime origini pomiglianesi che insorgono!