da messaggero.it
Spot in tv e inserzioni giudicati sciovinisti e perfino venati di razzismo
Pubblicità Fiat, i tedeschi si ribellano
di WALTER RAUHE
S Berlino
ARÀ forse anche vero che tedeschi, francesi o giapponesi ringraziano se un italiano acquista una loro auto e gli dice affettuosamente danke o merci . Reazioni del tutto opposte invece sono state provocate dall’omonima campagna pubblicitaria lanciata nelle settimane scorse dalla casa automobilistica torinese. «La Fiat cerca la sua salvezza in una campagna antitedesca», ha titolato ad esempio l’autorevole quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung , criticando ferocemente gli spot e le inserzioni commissionati all’agenzia pubblicitaria Ted Bates da Sergio Marchionne. «È una campagna sciovinista e scandalosa», scrive il giornale di Francoforte, che sottolinea anche la scelta non casuale e di dubbia sensibilità storica del 25 aprile (giornata di liberazione dai tedeschi) per lanciare spot televisivi ed inserzioni. Indignato si esprime anche Joachim Blueher, direttore del prestigioso istituto culturale tedesco Villa Massimo di Roma. In una lettera inviata a Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fiat, si dichiara «ferito e rattristato» dalla campagna pubblicitaria della Fiat. La parola Danke! sarebbe scritta col medesimo carattere tipografico (il German Gothic) utilizzato a suo tempo dalle SS e dalla Wehrmacht per stigmatizzare gli ebrei. Una fascia gialla (la stessa tonalità utilizzata nelle inserzioni) e la parola Jude erano i segni di riconoscimento imposti dai nazisti ai cittadini ebraici. «Questo carattere tipografico è legato alle sofferenze, alle paure e agli incubi di chi quel periodo lo ha vissuto», scrive Joachim Blueher. «Unito al giallo delle fasce di riconoscimento aggiunge diventa un simbolo delle oppressioni e del genocidio di milioni di ebrei europei». Secondo il professore, la Fiat avrebbe davvero toccato il fondo e oltrepassato ogni limite.
Irritazione anche da parte delle case automobilistiche tedesche che, pur non rilasciando nessuna dichiarazione ufficiale, esprimono incomprensione sul gusto e sui contenuti «ipocritamente patriottici» della campagna. Si ricorda che solo la Bmw investe ogni anno in Italia 450 milioni di euro acquistando componenti prodotti da aziende del nostro paese, tanto che la vera nazionalità di un’autovettura oggi non sarebbe nemmeno più definibile. Anche il sottotitolo della campagna pubblicitaria Danke della Fiat, ovvero quella del «metteteci alla prova» sarebbe del tutto fuorviante. «Ai tempi del protezionismo scrive il Frankfurter Allgemeine gli italiani hanno avuto abbastanza tempo per mettere alla prova il loro marchio». Il risultato non si è fatto attendere, scrive il quotidiano. Con l’apertura dei mercati la Fiat avrebbe perso in 15 anni un terzo della sua quota di mercato.