DE VITA NERAZZURRA: "SE PER ESSERE MALEDUCATO DEVI ESSERE DI COLORE"
Martedì, 03 Marzo 09, 09:00 M. · Commenti (141)
Ho lasciato ad Alberto Di Vita l'onere di trattare la questione Balotelli e le incredibili polemiche che ne sono seguite. Leggetelo con attenzione.
Ci sarebbe da prendere la propria carta di identità, cancellare la nazionalità italiana e chiederne un'altra. Adottiva, come volete voi.
Perché quello che è successo da domenica sera ad ora ha dell'incredibile. E più va avanti e meno ci voglio credere.
Hanno cominciato i (grandi ahahha) giornalisti in tv, i fini commentatori dell'arte pedatoria, i genii dell'informazione e della dialettica (“aaah Luciano!”), per poi passare ai grandi filosofi del calcio come Spalletti, o gente di raffinatissima cultura come De Rossi, per non parlare di quel acuto pensatore che è Francesco Totti. E poi tutti si sono sentiti in dovere di moralizzare. Senza distinzioni.
Direi anche “senza cervello”.
Ma moralizzare su cosa?
Qui ci voleva qualcuno con le palle che alzasse la voce per zittire tutto questo sciocchezzaio e che dicesse le cose come stanno... e, con le palle o no, io lo dico forte ed in neretto:
Balotelli è stato provocato da quando ha messo piede in campo. Ha subito cori vergognosi ("Negro di merda", "Se saltelli muore Balotelli", "Balotelli resta in Africa", "Non ti vogliamo in azzurro", per dire dei più raffinati), ai quali andava semplicemente presa una contromossa: FERMARE LA PARTITA, così come era stato promesso dalle alte sfere qualche tempo fa. Mario non ha sbagliato, s’è comportato da gran signore di fronte a questa espressione di misero becerume italiota. Balotelli ha reagito come un SANT’UOMO: lo schifo era altrove.
Invece niente. Tutti a criticare Mario per il “shhh” e per la linguaccia a Panucci.
Facciamo mente locale.
Balotelli ha dovuto subire, DA DICIOTTENNE, tutta questa pressione, questi insulti, nonostante si sappia la sua storia delicata, la difficoltà di emergere, e quando ha trovato la via per ridare alla squadra fiato e speranze dopo un primo tempo disastroso (suo e della squadra), si è trovato nella posizione di fare l'unica cosa possibile...
Ora, immaginatevi voi stessi all'interno di questa situazione. Io avrei scatenato un putiferio, avrei fatto gestacci, avrei scandito bene tutta una serie di epiteti verso quella fetta di popolazione italiana (molto ben rappresentata un po’ ovunque). Oppure mi sarei lasciato ad un incazzato "ORA STATE ZITTI, MERDE". Detto sinceramente, da siciliano avrei tirato fuori qualche altro epiteto...
Lui, invece, ha solo detto "state zitti", con un gesto. Nulla di più. Da Dalai Lama.
Ma no, non poteva bastare. Perché l'educatissimo Panucci voleva rimproverare Mario perché queste cose non si fanno. Così come non si sputa ad un avversario in MONDOVISIONE, così come non si prende a pugni il portiere avversario, così come non si passeggia sul corpo dell'avversario a terra, così come non si manda AFFANCULO tre volte un arbitro in eurovisione, così come non si prendono a gomitate i primi che ti capitano a tiro, così come non si simula ad ogni pie’ sospinto. Puoi fare tutto questo ma non fare la linguaccia a Panucci!
Non mi pare di avere visto questa agitazione per lo sputo di Totti a Poulsen... no, anzi, qualcuno GIUSTIFICAVA er gabidano perché era stato provocato. Certo, perché sentirsi dire "negro di merda" ha meno valore morale che prendere qualche calcetto.
Dopo che ti fanno sentire una merda, te lo dicono, te lo urlano, te lo cantano, lo intonano, trovano le rime e le controrime, ti si fissa nel cervello come una nenia orribile che ti trapana il cervello... per tutta la partita, tu li purghi ancora una volta (TM FrancescoTottiMissEducanda), dopo che ti prendi una soddisfazione sportiva ed umana con un goal ed un “shhhh”... arriva quel gentleman di Panucci... e tu che fai?
Gli esci la lingua. Fai la linguaccia, stellina. Da beatificazione d’urgenza.
Dovrebbero dargli un premio nobel per la pazienza, dovrebbero fargli una statua, erigergli un monumento. SANTO SUBITO!
Ed invece in questa italietta-con-la-i-minuscola si invertono le cose: da essere umano da proteggere e difendere, Balotelli si trasforma in una sorta di colpevole tout court, un maleducato, uno a cui andrebbero insegnate le buone maniere.
Io ancora che ci penso e mi viene l’ansia a pensare che NESSUNO, NESSUNO s’è sognato di puntare il dito là dove c’è la piaga, là dove c’è il colpevole, là dove c’è il torto.
Il messaggio che passa è semplice:
se sei bianco e maleducato (quindi se sputi, insulti, picchi o fai cose di questo genere), va tutto bene; se sei “negro” e maleducato (basta appena uscire una lingua per esserlo), sei da mettere al bando di una nazione di illuminati come l'Italia.
Quell'Italia che sulle tv, sulle radio, sui giornali, con le bocche di quei giornalisti tanto importanti, trova la massima espressione. Ma anche il cittadino medio non ci scherza eh!
Andiamo su Facebook, e vediamo cosa riesce a partorire questa italietta-con-la-i-minuscola, guidata da filosofi come Mughini o Spalletti:
- Balotelli resta africano
- Io odio Balotelli
- Balotelli ti odio
- Gruppo anti Balotelli
- Capoccioni come Balotelli
- Non vogliamo Balotelli!
- Se saltelli muore Balotelli
- Balotelli pezzo di merda
- Io odio Mario Balotelli
- No Balotelli in Nazionale
- Un cervello per Balotelli
- Fuori Balotelli dalla nazionale
- Adottiamo altri 12 Balotelli
- Quelli che odiano Supermario
- Balotelli mi sta in qlo
- Contro Balotelli in nazionale maggiore
- Mandiamo Balotelli a lavorare in miniera
- ki spezzerebbe le gambe a Balotelli!!!
- Mandiamo Balotelli a vangare la terra
- Mario Balotelli sei un buffone di merda
- Balotelli? Chi? Non ci sono negri italiani!
- Tutti insieme: Odiamo Balotelli
E tutto questo nei confronti di un calciatore ORGOGLIOSO, da maggiorenne, di dire "io sono italiano". Uno che non aspetta chiamata da qualche misterioso coach brasiliano o argentino: uno che si sente la pelle e l’anima italiana (per inciso, Balotelli è italiano: Camoranesi e Amauri no!). Perché per essere italiano non bisogna colorarsi la pelle di bianco: o lo sei o non lo sei. Punto.
Uno schifo al quale nessuno dei fini cultori del bel calcio ieri ha pensato si potesse generare con l'atteggiamento ipocrita di domenica. Una cosa alla quale nessuno ha pensato di mettere fine, di stigmatizzare per quello che è: una serie interminabile di beceri atti razzisti. Nei confronti di UN DICIOTTENNE.
Punto. E stiamo ancora a parlare se il rigore c'era o non c'era? Ma annate tutti affanculo, tanto sono bianco e posso dirlo senza timore di passare per maleducato.
D'altra parte, cosa ci aspettiamo di diverso da un'Italia che accetta supina che in una radio qualunque intervenga Luciano Moggi per pontificare sulla regolarità di un campionato di calcio?
ALBERTO DI VITA
* si ringrazia DoubleCrash per il titolo (rubato! )