eccovi serviti:
In Italia
AUTRICE
Lei sa come si finanziano le chiese in Italia?
DONNA 1
Sinceramente no.
UOMO 1
Si dovrebbero auto-finanziare le chiese in Italia.
DONNA 2
Dando le elemosine in chiesa.
UOMO 2
Ma non lo so
UOMO 3
Con l’8 per mille.
UOMO 4
Con l’8 per mille.
UOMO 5
Con l’8 per mille, ma lo sappiamo.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
L’8 per mille è un meccanismo figlio del Nuovo concordato del 1984 tra stato italiano e chiesa cattolica. Con quella firma si è passati dal sistema della congrua (voluto nel ‘29 da Mussolini e con il quale lo stato italiano pagava ai sacerdoti lo stipendio) a questa forma più indiretta che si esprime con una preferenza al momento della compilazione del modello delle tasse.
Dal 1989 questa risorsa economica si è estesa anche ad altre confessioni religiose (la chiesa evangelica luterana, quella valdese, le chiese avventiste
ALI ABUSHWAIMA – presidente centro islamico Lombardia
Se un cittadino cattolico italiano ha il diritto di dare l’8 per mille e di avere un’intesa con lo Stato italiano per le sue caratteristiche religiose, anche un italiano musulmano italiano ha lo stesso diritto, quindi spero che l’intesa venga firmata il più presto possibile. Noi abbiamo fatto la richiesta da quindici anni.
UOMO 1
Buongiorno.
AUTRICE
Buongiorno.
UOMO 1
Ci dica tutto.
AUTRICE
Lei lavora e paga le tasse?
UOMO 1
Certo.
AUTRICE
Cosa fa di lavoro?
UOMO 1
Commerciante
AUTRICE
E quando paga le tasse sa che c’è da devolvere l’otto per mille?
UOMO 1
Sì.
AUTRICE
E a chi lo dà?
UOMO 1
La verità è che il mio commercialista faceva lui il coso e lo dava alla Chiesa Cattolica.
AUTRICE
Lo vorrebbe dare alla moschea?
UOMO 1
Magari, questo però è un passo grandissimo. Lo abbiamo desiderato da tanto.
AUTRICE
Fa il trasportatore?
UOMO 2
Il trasportatore sì.
AUTRICE
Da quanti anni lavora in Italia?
UOMO 2
Io sono qui dal ’77, cioè da ventotto anni. L’otto per mille io lo lascio sempre allo Stato.
ALI ABUSHWAIMA – presidente centro islamico Lombardia
Se non c’è li do, costretto allo Stato italiano, però…
AUTRICE
E così l’Imam, anche lui viene pagato con…
ALI ABUSHWAIMA – presidente centro islamico Lombardia
L’Imam viene pagato anche dalle offerte dei fedeli oltre che quelli che lavorano al centro sono la maggior parte se non tutti, lavorano come volontariato.
AUTRICE
Cioè non vengono pagati?
ALI ABUSHWAIMA – presidente centro islamico Lombardia
Non vengono pagati.
AUTRICE
Lei incluso
ALI ABUSHWAIMA – presidente centro islamico Lombardia
Io sono un medico, lavoro come medico e quindi tutto il mio tempo al centro islamico ho fatto per Dio.
AUTRICE
Lei a chi dà l’otto per mille.
DONNA 1
Alla Chiesa.
UOMO 1
Alla Chiesa Cattolica.
UOMO 2
A chi lo dà: alla Chiesa!
UOMO 3
Di solito alla Chiesa Cattolica. UOMO 4
Chiesa Cattolica, evidentemente.
UOMO 5
La Chiesa Cattolica.
UOMO 6
Alla Chiesa.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Se le altre 6 confessioni si prendono le briciole e comunque con molto piacere, la Conferenza episcopale italiana incassa una cifra notevole. Solo nel 2004, un miliardo di euro. Nel 1992 aveva incassato cinque volte di meno.
La percentuale delle preferenze espresse è cresciuta a favore della chiesa cattolica. Così come gli spot pubblicitari.
SPOT CEI, 8 per mille
“Forse è solo una goccia nell’oceano, ma l’oceano non è fatto di gocce? Scegli di destinare l’otto per mille alla Chiesa Cattolica. Il tuo aiuto arriverà dove c’è bisogno di aiuto”
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Per progetti di questo tipo, per il terzo mondo e la carità, viene utilizzato il 20 per cento del totale incassato dalla chiesa.
AUTRICE
A chi lo dai l’otto per mille.
DON STEFANO - Parrocchia di San Leonardo Milano
Io alla Chiesa Cattolica lo do.
AUTRICE
E come è suddiviso questo otto per mille: quanto va alle missioni, quanto va a …
DON STEFANO - Parrocchia di San Leonardo Milano
La percentuale esatta non la so, comunque la maggior parte va per il sostentamento del clero, cioè mangio io.
UOMO
Poco, perché da come si vede…
DON STEFANO - Parrocchia di San Leonardo Milano
E infatti io c’ho i…
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
IL 30 per cento è per il sostentamento del clero e la fetta più grande è impiegata per le esigenze di culto.
AUTRICE
Si può scegliere tra lo Stato, la Chiesa…
DONNA
No, guardi mi fido di più della Chiesa che dello Stato che c’è in Italia.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Piove, e il Governo è ladro. Ma la parrocchiana può stare tranquilla perché lo Stato spesso gira una bella fetta dell’8 per mille che gli appartiene alle diocesi. Negli ultimi anni il fenomeno è lievitato particolarmente tanto che lo stato ha speso il 70 per cento per la conservazione dei beni ecclesiastici e soltanto il 2 per cento per progetti sociali o contro la fame nel mondo.
UOMO
L’otto per mille penso che quello dello Stato vada ripartito tra tutte le altre cose o va comunque sia per finalità sociali.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
A devolvere totalmente l’introito dell’8 per mille in opere di beneficenza o culturali in Italia e all’estero sono le assemblee di dio e la chiesa evangelica valdese.
Cerimonia Valdese
“Venite tutti questa mensa è apparecchiata per tutti noi”.
AUTRICE
E come fate allora a mantenervi, per esempio il suo stipendio. Come si fa?
ANNE ZELL – pastora Chiesa evangelica valdese Milano
Allora, c’è praticamente un contributo volontario, cioè i fedeli sono invitati a sentirsi responsabili in prima persona e ciascuno liberamente decide di contribuire secondo le sue possibilità alla vita della chiesa.
RAGAZZO
Io contribuisco con una percentuale più o meno del tre per cento sul mio stipendio.
DONNA
A secondo delle mie possibilità contribuisco naturalmente e cerco di contribuire al meglio.
UOMO
Garantendo il due e mezzo per cento del mio reddito.
ANNE ZELL – pastora Chiesa evangelica valdese Milano
C’è l’obbligo da parte del gruppo che è un po’ responsabile per la vita della comunità di trasparenza: cioè ogni anno c’è proprio un’assemblea di chiesa finanziaria, dove c’è il consuntivo dell’anno precedente e il preventivo dell’anno successivo, che viene anche discusso cioè i membri della chiesa possono anche dire “ma non per quell’attività mi sembra troppo o dovremmo spendere più soldi per non so, l’evangelizzazione o il catechismo”. Tutte le persone sono corresponsabili della gestione dei soldi.
AUTRICE
Cioè vedono quanto entra.
ANNE ZELL – pastora Chiesa evangelica valdese Milano
Vedono quanto entra.
AUTRICE
Cosa fate e tutto.
ANNE ZELL – pastora Chiesa evangelica valdese Milano
Cosa viene fatto e possono intervenire e dire “questo non ci sembra importante”.
AUTRICE
Mi sta dicendo che il fatto che contribuiscano direttamente permette anche loro un maggior controllo.
ANNE ZELL – pastora Chiesa evangelica valdese Milano
Sì, infatti.
AUTRICE
Lei non paga le tasse, sì che le paga?
UOMO
Sì che le pago però non so a chi vanno.
AUTRICE
Quindi non firma praticamente.
UOMO
No.
AUTRICE
Le interesserebbe saperlo?
UOMO
No, non me ne frega proprio niente.
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
Questo signore rappresenta la maggioranza degli italiani: infatti il 64 per cento non esprime alcuna preferenza, lasciando in bianco i sette riquadri. E quindi questi soldi a chi vanno?
UOMO 1
Allo Stato.
UOMO 2
Vanno allo Stato, a chi vanno?
VOCE DELL’AUTRICE FUORI CAMPO
E invece no, gli accordi sono stati altri. La quota senza preferenza va ripartita proporzionalmente tra tutti i soggetti. Chi ha avuto più consensi prende anche la fetta più grande di tutta la torta. Quindi per l’80 per cento finisce nelle casse della chiesa cattolica, anche se – di fatto – soltanto il 20 per cento ha firmato nella casella a lei dedicata. Una contorsione legislativa che non ha eguali al mondo e che nel 2004 ha consentito alla chiesa di introiettare 600 milioni di euro che gli italiani non gli avevano volontariamente destinato. Un finanziamento all’italiana.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Cosa dobbiamo dire se non che sono stati bravi negli accordi, e visto che anche quasi tutte le altre confessioni fanno la corsa a prendersi l’8 per mille, gli auguriamo di essere altrettanto abili. Chi invece pensa che la Chiesa incassi troppo, anziché lasciare la casella in bianco, può sempre destinare i suoi soldi allo Stato. Che però a sua volta una buona parte li usa nella ristrutturazione degli edifici di culto. Preferiremmo che andassero un po’ di più in opere sociali, ma le nostre chiese sono opere d’arte, appartengono a tutti e rappresentano il patrimonio del nostro paese. Negli Stati Uniti invece le chiese hanno bisogno dei fedeli per sopravvivere, e i fedeli rispondono. Sono il popolo più religioso al mondo, Il 50% frequenta assiduamente contro il 30% degli italiani. La raccolta fondi avviene nei modi più tradizionali e più bizzarri.
servizio completo: http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=215