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Non è un luogo comune. I neopatentati si dividono in due categorie. Quelli (quasi esclusivamente maschietti) che una volta presa la patente vogliono dimostrare agli amici di essere assi del volante e saper stare davanti a tutti, rischiano incidenti (e purtroppo qualche volta li fanno) per perdita di controllo del mezzo dovuta ad eccesso di confidenza. Sono le bestie nere delle compagnie di assicurazioni, perché si tratta di incidenti con risarcimenti molto elevati. Tutti gli altri, che hanno testa sulle spalle, non rischiano di schiantarsi contro un platano, ma possono danneggiare una vettura semplicemente perché non hanno ancora "fatto l'occhio" alle dimensioni e non hanno ancora la percezione delle dimensioni di un veicolo. Classico incidente è il graffio contro il basculante del garage, il cerchio strisciato contro il marciapiede, il parafango ammaccato in una manovra di parcheggio, la "toccatina" con la parte bassa del paraurti contro un marciapiede (sempre in agguato sulle auto moderne). Oltre agli stress sulla meccanica, dovuti ad un utilizzo un po' maldestro di frizione e cambio, qualche accelerata di troppo a freddo. Tutte cose che spesso non richiedono l'intervento dell'assicurazione e nemmeno la visita in carrozzeria (uno la macchina se la tiene con il graffio), ma che fanno dispiacere su una macchina nuova. Ragion per cui per uno-due anni non è tanto sbagliato accumulare esperienza su un usato.
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E' una moda. Come è arrivata se ne andrà.
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Beh, ma in molti paesi non europei quando fai l'esame di guida puoi decidere se farlo su una vettura con cambio manuale o automatico. Se opti per la seconda, sulla patente viene indicato che puoi guidare solo vetture con cambio automatico. In molti, soprattutto ragazze, scelgono questa opzione.
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Errata corrige come sanno molti proprietari di vetture che montano il DSG.
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Non ridere che ho sentito storie di gente a cui l'assistenza ha proposto la sostituzione del cambio con uno di rotazione per una spesa di qualche migliaio di Euro e uno specialista di cambi automatici ha risolto il problema cambiando un componente da 50 Euro e altrettanti di manodopera. Magari fra 10 anni quando i cambi automatici saranno più diffusi le officine impareranno a gestirli, ma oggi preferiscono smontarli, mandarli da uno specialista o alla casa e montarne uno ricondizionato.
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La Jazz ce l'abbiamo. 1.2 in dieci anni e 100 mila km di uso urbano solo tagliandi, gomme, una batteria e le pastiglie dei freni anteriori. Neanche una lampadina ha fulminato. La Lupo me ne ha bruciate almeno una ventina.
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Esatto. All'Antitrust non interessa quanti modelli hai in gamma ma quanto sarebbe la quota di mercato complessiva di tutti i marchi dopo l'acquisizione. Se ritengono che hai una posizione dominante e potresti influenzare il mercato, ti impongono di vendere per scendere sotto una certa quota. Su questo gli americani sono molto intransigenti. Con le regole dell'antitrust di oggi, Fiat non avrebbe potuto comprare Lancia nel 1969 e forse nemmeno Alfa e Maserati/Innocenti.
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Con 10K forse la Punto benzina te la ricompri nuova o a km zero. Se l'uso è prevalentemente cittadino, un motore benzina non troppo complicato è la soluzione migliore, mentre il segmento B rappresenta il miglior equilibrio tra dimensioni esterne e spazio interno. Per quanto riguarda i furti, l'unico modo per ridurre il rischio è andare sul classico "osso", cioè l'usato poco richiesto, quindi in primis le coreane o un modello che non ha incontrato i favori del mercato. La mia scelta personale nell'usato è la Honda Jazz. Spazio interno da segmento C, versatilità enorme e prestazioni sufficientemente brillanti.
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Beh, è chiaro che maggiore la coppia in gioco, più il cambio manuale è alle corde, con il risultato che le frizioni diventano di granito. Un conto è gestire un piccolo benzina da 100 Nm e un altro un turbodiesel da 400 Nm. I miei dubbi sono sull'affidabilità nel lungo periodo, dal momento che le officine che sanno mettere le mani su un automatico sono molto poche. Anche per guasti banali, la strategia è sostituire in blocco il cambio con uno nuovo o revisionato.
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Probabilmente lo è più di un doppia frizione. Poi, oltre all'affidabilità intesa come chilometraggio, andrà valutata quella nel tempo, che è difficile da prevedere e che non interessa certo a chi tiene la macchina tre-quattro anni.
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Il manuale rimarrà anche la scelta di chi la macchina la usa poco e la tiene a lungo. Perché a garanzia scaduta mettere mano ad un automatico significa un conto che spesso supera il valore della vettura. Ad un manuale il peggio che possa capitare è di dover rifare la frizione.
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Definiscesi paranoia... "rubare" il chilometro ai margini di tolleranza dell'autovelox ha poco senso, se non nella mentalità italiana di volersi sentire più furbi del sistema. Tra parentesi non sapendo quant'è la tolleranza dell'autovelox, quella del contachilometri e quella del GPS, che dipende dalla bontà del segnale. Il tutto per guadagnare cosa? Due minuti su un viaggio di un'ora che poi basta un semaforo rosso o una rotonda trafficata per farteli perdere? A questo punto tanto vale mettersi l'anima in pace, viaggiare a limite come da contachilometri e guidare con la tranquillità di non essere beccati.
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Questo è un problema destinato a diventare sempre più evidente, con il passare degli anni, perché la tecnologia di tablet e smartphone evolve più rapidamente di quanto vengano sostituite le auto. La vita utile di uno smartphone è tre anni, quella di una automobile quindici. Il che vuol dire che automobili di quattro-cinque anni rischiano di avere sistemi di infotainment obsoleti perché non più in grado di dialogare con le nuove generazioni di smartphone e tablets.
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Germania, tolleranza 3 km/h fissa. Occhio che tolleranza non vuol dire che se il limite è 100 km/h e la tolleranza è il 5%, puoi viaggiare a 105 km/h e farla franca, perché la tolleranza viene applicata sul valore misurato dallo strumento e nessuno strumento è preciso al 100%. Anche gli strumenti di misurazione hanno una tolleranza, che ovviamente è inferiore a quella concessa all'automobilista. Facciamo un esempio per capirci, supponiamo che l'autovelox abbia una tolleranza del 3% in più o in meno. Questo vuol dire che di fronte ad un veicolo che viaggia a 100 km/h può indicare qualsiasi valore compreso tra 97 km/h e 103 km/h e la misura essere considerata corretta perché rientra nei limiti di tolleranza dello strumento. Su questo valore viene applicato il margine di tolleranza previsto a favore dell'automobilista, supponiamo il 5%. La tolleranza a favore dell'automobilista esiste proprio per evitare che un automobilista venga punito per via dei limiti di tolleranza dei vari strumenti in dotazione alle forze dell'ordine. Quindi se su una strada con limite a 100 km/h uno passa a 105 km/h davanti all'autovelox in questione e questo è ai limiti superiori della tolleranza (+ 3%) leggerà 108 km/h e la misura è regolare perché lo strumento è nei limiti. Su questo valore viene applicata la tolleranza del 5% a favore dell'automobilista, quindi vengono scalati 5 km/h, portando il valore a 103, quindi scatta la sanzione. Viceversa se fosse starato verso il limite inferiore, di fronte ad un automobilista che viaggia a 108 km/h, lo strumento ne leggerà 105 (-3%) che applicando la tolleranza del 5% diventano 100 km/h, quindi non scatta la sanzione.
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Fanno un po' quello che facciamo noi con Ferrari. Sappiamo tutti che è Fiat ma ci piace credere che sia gestita in totale autonomia e che le decisioni si prendano a Maranello e non altrove. La decisione venne presa a maggioranza e con un voto di scarto. La commissione del governo che doveva decidere tra la certezza che Chrysler sarebbe fallita e la probabilità, su cui nutrivano seri dubbi, che Fiat riuscisse a salvarla scelse la seconda strada. Più che il salvataggio di Chrysler per me il capolavoro di Marchionne è stato la negoziazione con GM per chiudere l'accordo portando a casa dei soldi. Quello secondo me è stato il punto più basso della crisi Fiat.
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Si, c'è la convinzione che la proprietà sia del tutto accessoria e che le vetture nulla abbiano a spartire con quelle oltreoceano, come se fossero due aziende indipendenti, una con la testa americana e l'altra con la testa tedesca e che solo per caso hanno lo stesso nome.
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Su Saab vale quanto ho detto prima. Era un marchio che andava gestito alla Audi e non alla Opel: piccoli volumi, focus sulla produzione in Svezia, simbolo di qualità e sicurezza... Daewoo non è stata chiusa. E' viva e vegeta. Il marchio Daewoo è stato abbandonato perché così prevedevano gli accordi quando GM ha rilevato la divisione auto del gruppo Daewoo a seguito della crisi asiatica di fine anni '90. La cessione ne consentiva l'uso solo per un certo numero di anni, dopodiché GM avrebbe dovuto trovare un altro marchio o usarne uno esistente. In Europa avevano scelto Chevrolet. La decisione di uscire dal mercato europeo era legata al fatto che da una parte Chevrolet entrava in diretta concorrenza con Opel e dall'altra che la Spark, sostituta della Matiz non è stata accolta dal mercato come la sua progenitrice. A riprova della vitalità del marchio, la Opel Karl altro non è che l'erede della Spark per il mercato europeo (anche se nella pubblicità ti vogliono far credere che è tedesca, la fanno in Corea del Sud).
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Per i tedeschi Ford e Opel sono case tedesche. Così come Vauxhall è considerata inglese anche se ormai si limita a mettere un logo diverso sui modelli Opel. GM mantiene l'identità dei marchi, pur effettuando ovvie sinergie di componenti e stabilimenti. Quello che GM non sa fare è gestire marchi che non siano generalisti, quando ci hanno provato hanno dovuto mollare (vedi Saab). Come il nome stesso suggerisce "General Motors" sono la casa generalista per eccellenza.
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A parte il fatto che con quelle macchine anche un frontale con una zanzara delle valli di Comacchio rischia di compromettere la tua sicurezza, è vero che costano poco ma la maggior parte degli esemplari a poco prezzo sono alla seconda o terza vita e spesso dopo l'appassionato che le ha prese nuove sono arrivati i bulletti di periferia che le hanno massacrate. Per cui se ha da essere che sia molto ben messa se no gira alla larga. Poi seriamente dipende da cosa ci devi fare. Una macchina così va bene se la usi poco, giusto per divertirsi, una motocicletta in cui non piove dentro. Ma per un uso più intenso e quotidiano andrei di altre vetture. Oltre alla già citata Punto, salendo di categoria, io sono un fan della Golf GTI. La quarta e la quinta generazione si trovano a prezzi ragionevoli e della GTI ho sempre apprezzato quell'equilibrio complessivo che permette di andar forte senza rinunciare al comfort e di presentarsi in società senza apparire tamarri.
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Il punto è proprio questo. Gran parte delle vendite sarebbero a clienti che si comprano la Punto dopo avere fatto il pellegrinaggio delle concessionarie e scelto la B generalista che costa meno. Le versioni più accessoriate o con motori più potenti in Italia non se le accatterebbe nessuno. Altri costruttori possono permettersi di offrirle perché hanno mercato in altri paesi, dove loro sono più forti di Fiat. Chi ha maggiore capacità di spesa oggi in Italia va direttamente sul SUV.
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