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Senza contare che le auto di una volta, con le loro gommette strette, ti facevano capire che stavi esagerando molto rima di arrivare al limite. Certe manovre non le avresti nemmeno tentate perchè te la facevi sotto prima. Davi una scaldatina ai freni e ti passava la voglia di guidare sportivamente perchè gli spazi di frenata si allungavano mostruosamente. C'era uno scollamento tra i limiti della fisica e la percezione dei limiti del veicolo, scollamento che ti faceva alzare il piede molto prima di arrivare a scoprire quale fosse il limite. Oggi abbiamo vetture con assetti piatti che tengono la strada in maniera impeccabile, salvo poi decollare su una curva perchè nemmeno l'elettronica può incollare la vettura all'asfalto. Allora io non dico che si debba tornare alle vetture di una volta, ma sono straconvinto che si debba fare di più per far capire a neopatentati e non che tutti i mezzi hanno dei limiti e che sulla strada non ci sei solo tu e, non ultimo, se guidi la macchina devi fare solo quello e non considerare il tempo passato dietro il volante come tempo per chattare, telefonare, guardare un film (ho visto fare anche questo). Io per obbligo di lavoro ho fatto parecchi corsi di guida sicura e dopo un corso di guida sicura di solito torni a casa con l'amara constatazione che i tuoi limiti di guida sono molto più in basso di quel che pensavi che fossero. Ricordo una prova, perdita di aderenza del retrotreno a 40 km/h (velocità infima per gli standard moderni). Anche i colleghi che si credevano piloti sono finiti con la macchina di traverso e io ho preso i complimenti dall'istruttore non perchè non mi sia successo, ma perchè ho avuto l'istinto di schiacciare la frizione, per cui non mi si è spenta. Ma se invece che un piazzale fosse stata una curva vera con qualcuno che arrivava dall'altra parte, non sarei stato qui a raccontarla.
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E allora fai un SUV con la filosofia Tipo. Senza una gamma completa, in Europa il marchio Fiat ha sempre meno senso come costruttore generalista, tanto vale tenere Panda e 500 (nelle sue varie declinazioni) e lasciare la Argo in Brasile.
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Perchè le infrastrutture sono rimaste le stesse, al massimo hanno tolto qualche semaforo per metterci una rotonda, mentre è aumentato il parco circolante, le vetture occupano più spazio (soprattutto in larghezza) e sono aumentate le velocità medie. Con una utilitaria di 40 anni fa per accelerare da 0 a 100 ci mettevi una vita.
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Mia moglie lavora nel pronto soccorso di un grande ospedale. In un anno il numero di codici rossi (pazienti in pericolo di vita) tra i motociclisti è notevolmente superiore a quello di automobilisti che arrivano in pericolo di vita. Non parliamo poi dei costi per il sistema sanitario e del fatto che molti o non ce la fanno, o ne escono con invalidità permanente. Ovviamente escludendo quelli che in pronto soccorso non ci arrivano proprio perchè li raccoglie direttamente il carro funebre. Eppure il numero di automobili in circolazione ogni giorno supera quello di motociclette o motorini, e i secondi fanno molta meno strada.
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Però a questo punto, neopatentati o no, si tratta di mettere le cose nella loro giusta dimensione. Quant'è la vita utile di un modello, oggi? 5-8 anni? Poi esce quello nuovo che è più sicuro? Bene, allora stabiliamo che dopo dieci anni le automobili vengono radiate d'ufficio e tutti sono obbligati a comprare una vettura più sicura, che differenza c'è tra un neopatentato che gira con una macchina di 10 anni e un quarantenne che gira con la stessa macchina? Le case automobilistiche una proposta del genere te la sosterrebbero in pieno. In realtà io sono convinto che il problema della sicurezza ci sta avvitando su una spirarle perversa, per cui per aumentare la sicurezza dobbiamo realizzare automobili sempre più grandi e pesanti, con il risultato di rendere più insicure quelle precedenti, più piccole e leggere, e renderle più aggressive nei confronti degli altri utenti della strada. Ma anche oggi se compri una utilitaria al top per la sicurezza, sapendo che ci sono in giro SUV da due tonnellate, ti senti tanto sicuro? E per muovere questi pachidermi servono motori più potenti. I 100 cavalli che trenta anni fa erano potenza da berlina da famiglia sportiveggiante, fra un po' non basteranno per muovere dignitosamente una utilitaria. Probabilmente il risultato sarà raggiunto quando viaggeremo tutti su carri armati ipersicuri da tre tonnellate mossi da motori da 500 cavalli. Parallelamente crescono anche le velocià medie, sempre trenta anni fa uno 0-100 sotto i dieci secondi era prerogativa di una auto sportiva, oggi è alla portata di un SUV turbodiesel neanche tanto cavallato. Il traffico è diventato molto più nervoso, le auto accelerano meglio e frenano meglio, tengono meglio in curva, ... per cui si guida sempre di più al limite, basta vedere come la gente scatta ai semafori o esce dalle rotonde. Per contro pedoni, ciclisti, camionisti e tutti gli altri utenti della strada viaggiano alle stesse velocità di 30 anni fa. E' tutto il sistema della mobilità su strada che deve essere ripensato, altrimenti diventerà sempre più una spirale viziosa in cui avremo automobili sempre più grandi e pesanti in nome della sicurezza.
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Concordo, e probabilmente quando tutte le auto saranno a guida autonoma, avremo qualche migliaio di morti in meno ogni anno. Più che altro fatico a capire come il neopatentato che guida una Punto di qualche anno sia considerato al volante di una cassa da morto mentre lo stesso fino al giorno prima di conseguire la patente guidava uno scooter 125 o un cinquantino con i fermi rimossi ed era perfettamente sicuro.
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Era controproducente anche coprire il C con una tre volumi, poi è arrivata la Tipo... Fiat può coprire il D, ma lo deve fare con una vettura pratica (nello stile di Croma), che costi il giusto e si muova dignitosamente anche con un 1.6 MJT. A quel punto avrebbe un asso da calare nelle forniture alla pubblica amministrazione, che non ha bisogno solo di Punto e Panda. Poi ci sono tutte le flotte aziendali. Una due volumi e mezzo/quasi station sui 4 metri e 60, con cinque posti comodi e un bel baule, sufficiente per le esigenze di una famiglia. Considerato che una vettura del genere sarebbe vendibile in tutto il mondo (o quasi) se ben pensata e con una estetica gradevole, IMHO ci può stare.
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I tappi al posto dei fendinebbia sulla versione base sono un po' tristarelli. Inoltre dubito che quei cerchi siano di serie, più probabili i cerchi di lamiera con borchia di plastica (che hanno il loro perchè, soprattutto nella guida urbana). Non è un capolavoro di design, è la classica macchina fatta per piacere un po' a tutti senza scontentare nessuno. Togli il logo Fiat e mettici quello di un'altra casa e non se ne accorgerebbe nessuno. Il suo successo da queste parti (Tipo docet) dipenderà molto da come la si posizionerà sul mercato. Con una strategia value for money, come appunto Tipo, non farà i numeri di Punto negli anni d'oro (ormai le vetture tradizionali sono in calo, la clientela chiede SUV di qualsiasi taglia) ma secondo me venderebbe più che dignitosamente e sarebbe un degno complemento nella gamma Fiat, che ha un sottobrand emozionale (500) ma se vuole presentarsi sul mercato come costruttore generalista, deve avere una gamma che copra tutti i segmenti, dall' A al D.
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Per me il limite sulla vettura è anacronistico. Poteva avere senso quaranta anni fa, quando la differenza tra una utilitaria e una berlina da famiglia era abissale. Oggi anche la più schifida delle utilitarie ha prestazioni da far invidia ad una Fiat 131 del 1975. Sono invece favorevole a misure come una maggiore severità in caso di infrazioni ed incidenti. Sapere che se sbagli la paghi cara (e rischi di dover rifare la patente) è un deterrente sicuramente maggiore che non qualche cavallo in meno sotto il cofano.
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La CO2 è una scusa. La realtà è che in Europa si producono molte più automobili (ma molte molte) di quante il mercato possa ragionevolmente acquistare. E quindi devono trovare un sistema per convincere quando non obbligare la gente a cambiare macchina. Oggi la leva sono emissioni e sicurezza, vogliamo scommettere che fra non molto avremo automobili perfettamente efficienti ma da buttare perché la casa dopo qualche anno non supporta più l'elettronica di bordo?
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46 minuti di applausi. Inoltre se macini 30 mila km l'anno dopo 10 anni la macchina la mandi in pressa perché è finita, consunta. In un mondo di revisioni serie incominceresti ad avere problemi o a dover spendere parecchio. Chi ha una macchina di 30 anni è perché in un anno accumula percorrenze ridicole, infatti spesso si tratta di vetture a benzina e non è raro imbattersi in esemplari che hanno meno di 100 mila chilometri. Se sono vetture in ordine, efficienti e tenute bene, perché non dare la possibilità alle persone di continuare ad usarle. Prima o poi avranno bisogno di manutenzione onerosa e si rottameranno da sole, senza bisogno di incentivi.
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Io ne ho fatti 60 mila con la mia in 15 anni. Del resto il cliente tipico di vetture a benzina è proprio chi fa poca strada. Diffiderei invece di vetture a gasolio con meno di 10-15 mila km/anno se non certificati.
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A Milano ci sono stati anche casi di furto con la stessa modalità. Scendi dalla macchina lasciando le chiavi nel quadro e intanto un complice se ne va con la tua vettura. Ovviamente l'artefice della truffa o scappa subito anche lui oppure nega qualsiasi complicità e anzi si offre di accompagnarti a fare la denuncia.
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Successo anche a noi. Ho detto che avrei compilato il CID e fatto un po' di foto per il mio assicuratore. Poi mi arrangiavo io a rimborsare l'assicurazione. Si sono scusati dicendo che forse era già rotto e se ne sono andati sgommando.
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Qualche straniero una volta mi disse che in Italia è più facile inaugurare che mantenere. Io resto dell'idea che un cittadino che tiene la sua macchina in ordine abbia il diritto di tenerla all'infinito. Sono i chilometri e non l'età ad invecchiare le auto, per cui ad un certo punto le auto si rottamerebbero da sole perché hanno raggiunto un punto in cui tenerle in ordine non ha più senso economicamente. Con le varie campagne di incentivi ho visto andare in pressa vetture con chilometraggi ridicoli, che sembravano appena uscite dalla fabbrica. Il tutto per una manciata di Euro in più di sconto. Macchine con 15 anni e 50 mila km, un paio con il cellophane originale sui pannelli porta. Ricordiamoci che le auto vecchie ma ben tenute di oggi saranno le storiche di domani. Mentre chi ha un vecchio marcione, incentivi o no, se non ha i soldi per cambiarlo con una macchina nuova, quello si tiene. Inoltre la manutenzione crea ricchezza sul territorio, perché fa lavorare le officine. Dove lavorano meccanici del posto. Oggi le case soprattutto quelle tedesche vogliono poche megaiperconcessionarie acciaio e vetro, in zone industriali sperdute, mentre le piccole officine, quelle in cui il meccanico era anche un tuo amico, e soprattutto ti trattava da cliente e non da suddito, chiudono una dopo l'altra.
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Che non è una affermazione peregrina, nel senso che ci sono un sacco di persone che comprano Quattroruote solo quando devono cambiar macchina. Mio padre è tra questi, in tutta la sua vita ne avrà comprati una decina. A me piacerebbe vedere che cosa succederebbe montando un motore efficiente come il Twinair su una Panda del 1987, probabilmente sarebbe una bomba in termini di prestazioni e consumerebbe pochissimo, potendo spingere rapporti lunghissimi. O il 1.3 MJT su una Ritmo. Il peso e le dimensioni hanno in gran parte neutralizzato i miglioramenti nell'efficienza dei propulsori.
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Se andassimo ad analizzare la questione, scopriremmo che la maggior pericolosità delle auto vecchie è anche colpa delle auto nuove. Nel senso che oggi si vendono vetture sempre più grandi e pesanti, che proteggono meglio gli occupanti, ma che sono molto più aggressive nei confronti del resto del parco circolante. La sensazione di sentirsi più protetti in caso di incidente andando a sbattere con un SUV da 2000 kg contro una utilitaria da 1000 è una delle motivazioni recondite del successo di questi veicoli, anche se in pochi lo ammettono. Le leggi della fisica mostrano che in caso di urto chi è più grosso vince sempre. In ogni caso, come per i dispositivi antinquinamento, ci sono stati progressi significativi anche in termini di sicurezza negli ultimi anni, per cui va fatto un minimo di ragionamento, un conto è una vettura degli anni '80 o '90, magari una utilitaria che non aveva nemmeno elementi basilari come gli airbag e le barre nelle portiere, un altro vetture moderne.
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In realtà per favorire il rinnovo del parco circolante non servono gli incentivi, basterebbe un sistema di revisioni serio, a quel punto un sacco di vecchi rottami pericolosi ed inquinanti andrebbe in pressa semplicemente perchè non può circolare in sicurezza. Gli incentivi servono solo a vendere vetture nuove e sono controproducenti perchè uccidono il mercato dell'usato. Molte delle persone che hanno una macchina con più di 10 anni l'hanno comprata usata, se si incentivano le vendite del nuovo, da una parte chi ha una macchina di 15 anni la compra nuova e per altri 15 anni non avrà bisogno di una macchina, dall'altra chi ha una macchina di 3-5 anni e la vorrebbe cambiare per passare al nuovo modello, rinuncia perchè gli danno poco e niente dell'usato. Alla fine si droga il mercato e i risultati sono discutibili. Non si fa distinzione tra chi ha una macchina vecchia, tenuta bene e la usa pochissimo, e chi ha un vecchio scassone con centinaia di migliaia di chilometri sul groppone che non vede manutenzione seria da anni.