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Phormula

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  1. Anche perché si potrebbe vedere che sotto il vestito nien... anzi, pardon, sotto le plastiche morbide, la vettura tanto premium non è.
  2. In una intervista, Fiorenzo Magni (che dopo essersi ritirato dal ciclismo aveva aperto una concessionaria Lancia a Monza, poi diventata Opel e oggi chiusa) si lamentava di come negli anni '60 doveva battagliare per avere più vetture da vendere di quante gliene passasse Lancia. Poi negli anni '60 è pesata anche la passione di Fessia per le vetture sottomotorizzate, la prima Fulvia venne pesantemente criticata e dovettero rimediare con la versione 2C.
  3. Senza contare che in una macchina parcheggiata l'adattatore è o dentro il cassetto o nel vano della ruota di scorta, perché comunque ti serve di averlo in macchina...
  4. Non sono per niente d'accordo. Che finirebbero per ricondurre ad un unico punto di partenza: la mancanza di concorrenza domestica. Negli anni '50 Piaggio, avendo compreso che dopo la Vespa l'italiano sognava l'automobile aveva progettato una utilitaria, la Vespa 400, e sappiamo tutti perché in Italia non venne prodotta. Negli anni '60 Fiat controllava Neckar in Germania, Seat in Spagna, era ad un passo dall'acquisire Citroen (si mise di mezzo De Gaulle) e collaborava con Simca in Francia e Steyr in Austria. Con il passare degli anni il gruppo è diventato sempre più italocentrico e parallelamente ha assorbito i concorrenti: Lancia, Alfa Romeo, Innocenti, Maserati, ... questa strategia si è rivelata vincente fin che si poteva contare su uno "zoccolo duro" del mercato italiano. Io mi ricordo quando ero piccolo, c'era la leggenda metropolitana che i ricambi delle auto straniere fossero introvabili e molto costosi, per cui ti dicevano tutti che "conveniva" comprare italiano. In Germania VW se l'è sempre dovuta giocare con Opel e Ford, così come Mercedes con BMW prima e con Audi dopo. C'è stato qualche anno che in Germania la Opel Kadett ha venduto più della Golf, credo fosse la serie D, la prima a trazione anteriore. Quindi voleva dire che una casa tedesca deve sfornare un prodotto che conquista gli acquirenti in casa propria prima ancora che all'estero. In Italia è stato così fino a metà degli anni '60, poi il mercato è diventato progressivamente un "monocolore FIAT". Ricordo anch'io l'opposizione al progetto 130. Con il risultato noto, se una macchina resta in gestazione troppo a lungo e la casa per prima dimostra di non crederci, arriva sul mercato e fa flop. E' successo alla 130, è successo all'Alfa 6 ed è successo a VW con la K70, progetto ereditato da NSU.
  5. I tedeschi hanno avuto anche loro la stagione del terrorismo, dimentichi la La Rote Armee Fraktion, abbreviata in RAF e nota anche come Banda Baader-Meinhof, che non si fece problemi a rapire ed uccidere il presidente della confindustria tedesca. Dubito, negli anni '60 il motivo per cui VW acquisì Audi era appunto perché avevano bisogno di fabbriche per produrre il Maggiolino. Infatti negli accordi con Mercedes era scritto che VW non avrebbe potuto costruire vetture Auto Union sopra una certa cilindrata ed un certo peso. Non avrebbero avuto la possibilità di trasferire la produzione Lancia in Germania perché non avevano abbastanza capacità produttiva. Avrebbero potuto farlo in seguito, trasferendo in Germania la produzione Lancia, ma sarebbe potuto succedere anche il contrario, vedi la Polo prodotta in Spagna. E comunque non mi sembra che la storia ci consegni un gran risultato. Le fabbriche Lancia sono state chiuse comunque, il patrimonio di conoscenze disperso e l'acquisizione dal gruppo Pesenti a Fiat è costata la cifra simbolica di una Lira. Già con il primo restyling dell'era Fiat, si vedeva l'opera di riduzione qualità e quindi costi. Per non parlare delle Beta che arrugginivano solo a guardarle, ma lì le motivazioni erano altre.
  6. Vero, e non solo la triade. Anche i marchi generalisti avevano versioni sottomotorizzate specifiche per il nostro mercato. Io ricordo negli anni '70 e '80 quando bazzicavo in una officina, aprivi un cofano enorme (pensato per farci stare un sei cilindri, e ci trovavi dentro un 1100 asfittico. Oppure guardavi la strumentazione con i fondi scala a 200 km/h quando la macchina in questione arrivava si e no a 150. Basta pensare all'offerta di motori che avevano le Ford Escort e le Opel Ascona, che da noi vendevano quasi solo con la cilindrata minima. Più in là nel tempo, negli anni '80 e '90 ci stiamo dimenticando un'altra cosa, che per Lancia è stata molto importante: le vetture aziendali. Prisma e Dedra erano le auto che le aziende davano ai quadri o ai dirigenti di basso livello. Se non ricordo male a metà anni novanta era tra le cinque vetture aziendali più diffuse. Più su c'erano Thema e Kappa. Anche il libero professionista di allora, o il titolare di una piccola azienda (che ai tempi la macchina spesso la comprava e non la prendeva a noleggio lungo termine), non disdegnava una Alfetta e più avanti una Thema o una 164. Oggi a farla da padrone nelle flotte aziendali sono i tedeschi, non a caso la triade ha versioni "business" specifiche pensate per questo tipo di clientela. Mentre liberi professionisti e piccoli imprenditori oggi guidano SUV, anche questi quasi sempre della triade.
  7. Tra la prima e la terza foto è cambiato il posizionamento del marchio. Ai tempi della prima immagine, molta della dirigenza VW considerava Audi come una "Opel Plus", cioè una generalista un po' meglio di Opel. Con la terza era in atto il piano, lanciato da un giovane Ferdinand Piech, per portare Audi al livello di Mercedes e BMW. Quando disse che un giorno sarebbero stati con Audi al livello dei primi della classe, non importa quanti anni ci sarebbero voluti, venne accolto con risatine e scrollate di spalle. Allora il modello Audi più venduto era la 50 (che poi sarebbe diventata la prima Polo), seguito dalla 80 (prima Passat ricarrozzata a tre volumi). Con il senno di poi, non so quanto Mercedes se potesse tornare ai primi anni '60, avrebbe tanta voglia di sbolognare Auto Union (che allora faceva le DKW a miscela) a VW, che aveva bisogno di uno stabilimento in più per produrre il Maggiolino.
  8. Non gli abbiamo dato l'estrema unzione, abbiamo semplicemente evidenziato la differenza tra quel si dice quando si devono dare consigli spendendo virtualmente i soldi degli altri (con i cerchi base è inguardabile, prendila almeno con i 19...) e quando si ordina la macchina per sé e si fanno i conti con il portafogli, il rischio furto e la condizione delle strade, o la si riceve dall'azienda che a sua volta la contratta con una società di noleggio a lungo termine, cercando di tenere basso il canone. Se guardo ai cerchi base della concorrenza, alcuni sono veramente inguardabili, quando non sono cerchi in lamiera con la borchia in plastica. Almeno in Alfa hanno fatto lo sforzo di fare una vettura che con i cerchi base perderà un po' di sportività ma resta comunque guardabile ed acquistabile.
  9. Negli anni '90 in Germania la cilindrata baricentrica era il millesei, che era la cilindrata standard per la Golf benzina e per le concorrenti Escort e Astra. Da noi quelle vetture si vendevano ancora con i 1.4, come la coetanea Tipo che veniva addirittura proposta con il 1100 Fire. All'estero una vettura come la Dedra veniva presa in considerazione almeno 1800 e un 2200 non avrebbe sfigurato.
  10. Passat nella seconda e terza e quarta generazione su mercati del nord Europa ha venduto molto di più in versione Variant che berlina. Era la macchina da famiglia (tedesca) o la vettura aziendale per eccellenza, alternativa alla Opel Vectra/Insigna ed alla Ford Sierra/Mondeo. La situazione è cambiata (pur senza ribaltarsi) solo con l'avvento della quinta generazione.
  11. Tornando in topic, il fatto che in Alfa Romeo offrano la possibilità di avere versioni con cerchi normali (e quindi meno appetibili per chi lascia la macchina fuori la notte) e senza altre cose a rischio furto lo interpreto come una cosa positiva. Chi lo vorrà potrà sempre ordinarsela con la gommatura esagerata e infarcita di optional tecnologici.
  12. Oggi il livello delle generaliste si è alzato molto e nel caso delle marche premium, oltre alle finiture per vendere a certi prezzi ci devi mettere sopra il blasone. Blasone che per Lancia, fuori dall'Italia e anche in Italia per chi non conosce la storia passata, è praticamente zero. In certi paesi sarebbe l'equivalente di resuscitare da noi qualche marchio straniero dal passato tanto glorioso quanto sconosciuto in Italia.
  13. L'ho già scritto. Negli anni '60 e '70 non era come adesso 1 patente = 1 automobile. E non esistevano i limiti per i neopatentati. In molte famiglie, anche benestanti, c'era una macchina sola e quando prendevi la patente, quella guidavi, fin tanto che non potevi comprarne una tua. Se la macchina di tuo padre era una Lancia, finivi per usarla anche tu. Non come adesso che come fai la patente è scontato che ti compri una macchina. Le auto da neopatentati di allora erano le utilitarie (spesso molto) usate.
  14. I ladri non vanno tanto per il sottile. A loro non frega niente quanto ti costerà risistemare la macchina, se possono guadagnare 30 secondi spaccando o segando invece che svitando, lo fanno. Alla mia ex-collega sulla BMW per smontare il navigatore hanno letteralmente segato la plancia (penso con il flessibile o con un seghetto alternativo, ce ne sono a batteria) e tranciato di netto tutte le connessioni per estrarlo. In pratica un macello, plancia da sostituire e cablaggi da rifare. Fortunatamente era una vettura aziendale. L'unica cosa che può scoraggiare il furto è che non ci sia la domanda a valle, un ladro non ruba qualcosa che non riesce a rivendere. E in questo caso Giulia potrebbe essere avvantaggiata, perché, a differenza di altre case (VW per esempio) il navigatore non è compatibile con altri modelli e quindi ha un mercato limitato nel mondo dell' "usato".
  15. Per lavoro supporto la nostra funzione comunicazione scrivendo le cartelle stampa. Non hai idea di quanti giornalisti fanno copia e incolla. I giornalisti hanno poco tempo e più scrivi la cartella stampa in modo tale che sia già un buon articolo, maggiore la probabilità che te la pubblichino uguale. Comunque c'è di peggio... http://www.lastampa.it/2016/03/29/esteri/elettriche-e-a-basso-costo-ecco-le-copie-cinesi-delle-auto-di-lusso-u5IDZmDWg9UUvgSj2hnfWI/pagina.html Mi spiegate cosa azzecca il titolo (copie di auto low cost) con il fatto che Maserati, come qualsiasi altra casa, abbia individuato un problema e faccia un richiamo?
  16. Diciamo che se dovessi comprare una Giulia e dovessi lasciarla parcheggiata in strada di notte, il fatto di poterla comprare con cerchi poco vistosi e di misura "normale" sarebbe un vantaggio, perché misure come 205/55 R16 sono diffusissime e quindi per una semplice ragione statistica c'è meno probabilità che i ladri si debbano "approvvigionare" proprio dalla mia macchina. E forse eviterei anche altri optional che sono abbastanza ricercati sul mercato dell' "usato"., come i navigatori integrati.
  17. A me sa molto di classica notizia "copia e incolla" della cartella stampa o di un flash d'agenzia.
  18. Ridiamo, ma con la corsa alle misure esagerate di cerchi e gomme, i furti di ruote sono tornati in auge. La settimana scorsa al parcheggio del metrò c'era una BMW nuova (targa FB) a cui avevano sottratto i fari anteriori e i cerchi.
  19. Penso che la cosa più saggia sia mettere il marchio in freezer e scongelarlo quando ci saranno i soldi per il rilancio. È inutile disperdere risorse per tenerlo a galla quando servono pet mantenere competitivi iarchi che oggi fanno cassa. A cominciare da Chrysler e Jeep. Se sbagliano su Jeep negli USA sono morti.
  20. Provati entrambi. Mi sono trovato meglio con TomTom.
  21. Per me Lancia è finita nel 1969 e sono ancora convinto che se l'avessero ceduta a VW (che ai tempi era interessata alla tecnologia Lancia) invece che a Fiat, oggi non avremmo Audi. Nella hall of fame della VW a Wolfsburg tra le persone che hanno fatto la storia dell'automobile ci sono due italiani: Ferruccio Lamborghini (per ovvie ragioni) e Vincenzo Lancia. Per concludere il discorso precedente, il cugino di mia moglie mi raccontava di come ogni volta che il padre gli prestava la Fulvia per uscire il sabato sera con la fidanzata, la trattasse con cautela. Il padre non avrebbe tollerato di vederla tornare con una ammaccatura o con una bruciatura di sigaretta sui sedili.
  22. Era per spiegarti come andavano le cose allora. Quasi tutti quelli della mia età e quelli prima hanno imparato a guidare sulla macchina che avevano in famiglia. Ergo se in famiglia c'era una Lancia, quella guidavi. Se mio padre invece dell'A112 avesse avuto una coetanea Lancia, quella avrei usato. Ergo di neopatentati di fine anni '60 e primi '70 che come prima auto hanno guidato la Lancia di famiglia, stando bene attenti a non rovinarla, ne conosco parecchi. Era una vettura molto diffusa tra la piccola borghesia e spesso in famiglia c'era una macchina sola, anche in famiglie relativamente benestanti.
  23. Lo zio di mia moglie nel 1968 comprò una Fulvia berlina, colore blu Lancia e interni in panno, che la nipote conserva tutt'ora. Su quale macchina pensi abbiano imparato a guidare i suoi figli? Anche perché quelli erano gli anni che in famiglia di macchina ce n'era una sola, mica come oggi che in una famiglia vige l'equazione 1 patente = 1 macchina. Anch'io ho fatto la patente e per i primi anni usavo l'A112, quando mio padre me la prestava.
  24. L'utente che descrivi esiste solo in Italia. Ha senso spendere soldi per sviluppare delle Fiat-plus da vendere negli stessi concessionari in cui si vendono le Fiat e le Alfa, con la prospettiva di venderne se va bene 15 mila in un anno, gran parte a km zero, come sta succedendo oggi alla Giulietta, che tutti quanti qui dentro consigliano di acquistare a km zero perché costa poco? La vedo dura rientrare degli investimenti. Non ho dubbi che possa esistere il posizionamento di mercato, ma per arrivarci servono investimenti e una differenziazione dei prodotti e della rete di vendita. La gamma Jeep vende bene ma Renegade a parte i modelli non sono più freschissimi, idem per Alfa, Giulia esclusa. In casa Fiat la Punto va per gli 11 anni, è tempo di mettere in cantiere la prossima Panda e fra non molto ci sarà da rivedere la gamma 500, X esclusa. La vedo dura trovare le risorse per sviluppare modelli che per forza di cose sarebbero di nicchia, di un marchio ormai sconosciuto all'estero e finirebbero per cannibalizzare vendite a quelli Fiat o Alfa.
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