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hankel

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  1. anche a me è venuto in mente il Doblò un incrocio tra una Scenic e un Doblò non è neanche cosi brutta, frontale a parte
  2. L’Ocse: “Licenziare in Italia, è già facile. Germania meno flessibile” ROMA – Mandare a casa un lavoratore in Italia si può, stando ai dati Ocse il nostro Paese è il più flessibile al mondo. In Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca per gli imprenditori licenziare è molto più difficile che da noi. Il nostro indice di flessibilità è di 1,77 per i lavoratori a tempo indeterminato. Ma come funziona negli altri Paesi? In Germania chi lavora può essere allontanato solo per giusta causa e l’indice è rigido e fermo al 3. L’obbligo di reintegro è uno dei capisaldi del mercato tedesco: se un imprenditore vuole licenziare deve comunicare la sua decisione al consiglio dell’azienda, il sindacato deve valutare se il provvedimento è fondato o meno e poi sarà il giudice a stabilire le sorti del lavoratore che se è stato licenziato ingiustamente deve essere reitegrato. In Francia invece chi viene licenziato senza giusta causa viene risarcito. In Cina liberarsi della manodopera anziana è quasi impossibile e solo se il datore di lavoro riesce a dimostrare un motivo valido. E’ intoltre vietat o mandare a casa una persona in caso di malattie dovute all’attività professionale presso l’azienda o “quando il lavoratore sia dipendente da almeno quindici anni presso la stessa società e gli manchino meno di 5 anni alla pensione”, spiega Repubblica. Il licenziamento libero invece vale per gli Stati Uniti, dove un imprenditore può mandare via i suoi dipendenti e non è obbligato a riprenderli, quindi niente riassunzione nelle piccole imprese. L’Ocse: “Licenziare in Italia, è già facile. Germania meno flessibile” | Blitz quotidiano uhm
  3. ecco la dura verità speriamo per fiat che diventi una bruttina di "moda", e che magari sia comoda quindi qualche richiamo a 500 deve esserci anche nel nome
  4. non trovate che il frontale ne esca fuori molto male?
  5. forse il topic era troppo vecchio? cmq Fiat 500, terribile flop. Marchionne in bilico
  6. si questo esprime meglio il mio giudizio sul frontale, che non è brutto in se, ma "incompleto"
  7. non avevo ancora visto questo topic cmq, la tre porte è molto + riuscita e mi piaciucchia però il frontale lo trovo poco personale pur essendo "ricco" interni poco lineari, nun me piacciono
  8. Per Giovannini (Istat) anche perdere un 1% di interesse come è accaduto ieri, a regime, farebbe risparmiare 19mld di euro
  9. sembra molto interessante con queste immagini e gli spy vecchi, penso ci vorrà poco per vederla intera con un photoshop vicissimo alla realtà
  10. cmq se ho capito bene l'aumento dell'iva partirebbe da settembre prossimo e non sarebbe una misura certa servirà eventualmente a coprire i tagli agli sgravi e agevolazioni presenti nella precedente manovra
  11. ma la rottura è tra VW e Suzuki o tra Stefano e maxtor? dai non si usano certi toni...
  12. vabbè la panamera turbo ce l'ha anche la moglie del imprenditore edile di provincia... ma perché ora è uscito fuori De Benedetti?
  13. il problema è che con questi articoli si sputtanano anche loro (non che ce ne fosse bisogno per Telese...)
  14. ok ma se chiude non è per l'austerità dei tempi
  15. ma la Jennifer è pagata anche per dormirci con la 500? se lo scopo era solo quello di farla conoscere, come testimonial personalmente credo sia ok poi se riesca anche a far venir voglia di comprarla non saprei scherzando, qualcuno dice che l'ultimo spot della versione gucci abbia promosso + la canzone che l'auto
  16. ahi politica cmq durare pochi mesi non avrebbe senso sarà interessante osservare come si comporteranno da poco politici quali sono già si vedeva durante il giuramente che alcuni non sono molto abituati alle foto
  17. secondo me invece apprezzeranno
  18. è un gomBlotto! cmq ho il terrore che duri poco
  19. sicuramente è presto per valutare quella lista di ministri, certo è che appare come minimo "dignitosa" cavolo, ma per avere ministri decenti, è necessario un governo tecnico? una sonora ammissione da parte politica (destra, sinistra e centro) del loro fallimento e incapacità di gestire un paese
  20. A rischio 385 mila posti di lavoro Cgia di Mestre: allarme estinzione per sarti e falegnami. Mancato turn over di saperi e competenze MILANO – Trovare un falegname tra dieci anni? Per chi vive in città sarà come cercare un ago in un pagliaio. Andrà meglio con gli elettricisti? Macché. Soprattutto ristrutturare casa diventerà una corsa a ostacoli. Pochi piastrellisti e stuccatori. Rifare la facciata del palazzo? Bisognerà per forza di cose affidarsi alla manodopera immigrata che almeno mitiga questa fuga dai mestieri. Mancheranno i ponteggiatori. Manovali e carpentieri saranno merce rara. Ma almeno avremo a disposizione chi ci dà una mano con le faccende domestiche? Tutt'altro. Addetti alle pulizie con il contagocce, colf e badanti per i più anziani avranno maggiore potere contrattuale in un mercato in cui la domanda crescerà esponenzialmente (per via dell'invecchiamento della popolazione) e l'offerta comincerà a latitare, se non adeguatamente compensata da una massiccia immigrazione. Il RAPPORTO – Scrive la Cgia di Mestre che nell'Italia del 2020 c'è il rischio di un mancato ricambio per oltre 385mila posti di lavoro. Una città di piccole-medie dimensioni a rischio estinzione. I saperi e le competenze manuali – tradizionalmente trasmesse per via ereditaria – dilapidate in poco più di una generazione. Dai baby-boomers ai Millennials, da una società che da agricola diventava industriale (e manifatturiera) a una post-terziaria il conto alla cassa sembra poter dare ragione ai detrattori della cosiddetta economia dei servizi. «Tornare alla terra!», il grido che da più parti comincia a sollevarsi per riappropriarsi di uno stile di vita, per così dire, più bucolico, sembra riverberarsi anche sulle dinamiche occupazionali. Mancheranno gli allevatori di bestiame nel settore zootecnico e anche i braccianti agricoli. FUGA DALL'ARTIGIANATO – Ma sono soprattutto i mestieri manuali dell'artigianato a determinare questo «smottamento» di competenze. Nell'Italia che sul tessile e sul manifatturiero ha costruito la sua crescita economica il risultato è che si troverà sempre più con il lanternino sarti, pellettieri, valigiai, borsettieri. Con inevitabili ricadute sulla produttività e sull'export. Dice Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, che il problema è culturale: «Bisogna rivalutare il lavoro manuale e le attività imprenditoriali che offrono queste opportunità. Per molti genitori – prosegue – far intraprendere un mestiere al proprio figlio in un'azienda artigiana è l'ultimo dei pensieri. Si arriva a questa decisione solo se il giovane è reduce da un fallimento scolastico». In attesa di una rivoluzione culturale qualcosa si muove in termini legislativi. Il Testo Unico per l'apprendistato – diventato operativo alla fine di ottobre anche se in attesa di tutti i decreti attuativi – incentiva le aziende assumere giovani con questo particolare contratto di inserimento, consentendo particolari vantaggi fiscali e contributivi. Ancora poco, se mancano i giovani potenzialmente interessati Fabio Savelli 05 novembre 2011 17:14 Italia 2020, un Paese senza mestieri A rischio 385 mila posti di lavoro - Corriere della Sera
  21. si sicuramente in parte hai ragione, anche se ci sarebbe tutto un discorso da fare sulle imprese e il loro spostare attenzioni altrove in ogni caso il mio chiedermi dei margini di VW in europa era sarcastico, perché credo (non ho dati) che abbiano margini superiori a quel 2% o al 6% per concludere, non tutte le colpe sono del mercato europeo, ma anche di chi non riesce a competervi come si deve
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