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copco

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  1. Questa immagine mi lascia perplesso. Non sono un ingegnere e tanto meno esperto di aerodinamica, ma se il fondo dell'impalcato fosse quello mostrato in questa immagine il ponte crollerebbe al primo vento laterale forte. Il profilo è concettualmente sbagliato. Il ponte non deve comportarsi come un'ala! Le ali servolo per raccogliere l'aria e sfruttarla per volare. Ma il ponte non deve volare, bensì deve rimanere al suo posto, fermo per quanto più possibile. Il profilo mostrato è lungo ben 3,3 Km fra le due torri! E se avrà la forma mostrata dall'immagine allora si tratterebbe di un'ala megagalattica che spiccherebbe il volo come un deltaplano! Immaginiamo ad esempio, guardando la foto, un vento forte che spirasse da sinistra verso destra. Il vento troverebbe una prima ala (inclinata, direi, a circa 25 gradi) sulla quale batterebbe tendendo a sollevare il lato sinistro del ponte, poi il vento incontrerebbe l'ala successiva inclinata allo stesso modo della prima ma specularmente alla prima. Su questa seconda ala il vento creerebbe una depressione tendente a spingere il lato destro del ponte verso il basso. Una situazione allucinante! Un vento che spirasse da sinistra verso destra spingerebbe il lato sinistro del ponte verso l'alto, ed il lato destro verso il basso. Se queste due spinte fossero sufficienti a far ruotare l'intero impalcato anche di soli pochi gradi allora tutto il fondo dell'inpalcato si comporterebbe come un'ala sotto alla quale batterebbe il vento ed il ponte spiccherebbe letteralmente il volo. Stento a credere che il progetto preveda che il fondo dell'impalcato possa avere veramente la forma mostrata dalla foto.
  2. Per l’Akashi, lungo 4 Km ma con una campata centrale lunga “solo” 1,991 Km, fu costruita apposta un’immensa galleria del vento in cui i giapponesi piazzarono un modello enorme del ponte in scala 1/100, ossia un modello lungo ben 40 metri. Riporto una foto spettacolare che mostra l’incredibile deformazione del modello, che sottoposto ad un vento laterale di 288 Km orari è ancora in grado di resistere.
  3. copco

    [RISOLTO] Attacco virus

    In questo forum c'è un rompiscatole! Anch'io ho ricevuto messaggi tipo quello indicato da Velox.
  4. Veramente nel contesto non centrerebbe neppure questa: Ma insieme al discorso dei lamers il messaggio è abbastanza chiaro. Ragazzi state attenti alla posta! In questi giorni i partecipanti a questo forum sono bombardati da virus che arrivano per posta elettronica.
  5. Beh, i cinesi tendono sempre a mettersi insieme ed a rimanere insieme. Non ne possono fare a meno. Formano chinatowns ovunque ce ne siano molti. In alcune chinatown americane ci sono americani di razza cinese che sono nati lì, sono oramai anziani, non hanno mai imparato la lingua USA e continuano a parlare cinese.
  6. Questo è sicuramente vero si il differenziale è uno di quelli a blocco manuale, ma se il differenzaiele è autobloccante il blocco dovrebbe disinserirsi automaticamente quando le ruote riacquistano un buon grip per terra, e quindi con l'autobloccante i rischi di rottura dovuti alle sterzate su grip efficiente non dovrebbero esserci, perchè a quel punto il blocco dovrebbe disinserirsi automaticamente. Naturalmente questa è l'idea che ho io, che non essendo un tecnico, non sono certissimo che sia completamente corretta.
  7. Ti ringrazio Tre_Punte, ho dato uno sguardo. Il documento non è, e nè potrebbe essere esauriente. Nessuno studio, per quanto approfondito possa essere, può prevedere quali effetti reali produrrà il ponte in futuro. Mi ha sorpreso non trovare alcun riferimento al fatto che il ponte può potenzialmente innescare la creazione di un'unica grande area metropolitana costituita da Messina e Reggio Calabria. Per quanto riguarda la variazione del paesaggio basti pensare a quanto avvenuto con le precedenti grande opere nel mondo. Lo studio mostra alcune foto ma si astiene dal commentare. Il Golden Gate è diventato il simbolo di San Francisco. L'idea di costruire la Torre Eiffel terrorizzò i parigini ed i francesi a tal punto che il progetto prevedeva di smontarla dopo l'esposizione universale: dopo 115 anni è ancora li più bella e più forte di prima che continua a rappresentare Parigi ed a sostenere l'incredibile macchinario economico sviluppatosi sul suo groppone; e l'ombra proiettata dalla torre sui giardini circostanti è talmente "sinistra" che ai sui piedi fioriscono fra i più bei giardini d'Europa. L'umanità vive di sogni, di sfide e di speranze che di tanto in tanto si concretizzano sotto forma di grandi opere. Il ponte potrebbe essere una di queste ed a mio avviso potrebbe diventare un catalizzatore incredibile di sviluppo. Certamente se andiamo a fare i conticini su una qualsiasi cosa che vogliamo intraprendere difficilmente beccheremo il risultato esatto, ma in tema di previsioni i risultati possono portare in direzioni diametralmente opposte rispetto al risultato imposto poi dalla realtà. Ripeto: la Torre Eiffel doveva essere smontata dopo un paio d'anni (credo) dalla sua costruzione; mai e poi mai qualcuno avrebbe potuto prevedere che dopo 115 anni dalla sua inaugurazione essa sarebbe stata ancora lì, alta e fiera, a portare ricchezza, prestigio e benessere alla città ed alla nazione che gli diedero i natali. A dirti la verità il ponte mi sembra un vero azzardo contro le leggi della fisica e della natura. L'idea che una campata larga 60 metri ma lunga tre chilometri e 360 metri possa resistere ai venti laterali mi mette in ansia. Immagino che potrà oscillare lateralmente per diverse decine di metri. Ovviamente mi fido degli ingegneri e dell'Europa. Ho visitato diversi siti sul ponte Akashi. I giapponesi costruirono un'enorme galleria del vento per poter studiare il comportamento dinamico del ponte in fase di sviluppo del progetto. Ho visto una foto impressionante della deformazione che il ponte Akashi può sopportare sotto il vento laterale. Ti risulta che per il ponte sullo stretto sia stato fatto o si farà qualcosa del genere? Spero di sì visto che il ponte sullo stretto sarà grande praticamente il doppio di quello Akashi.
  8. Il meccanismo di "autoblocco" interviene quando la differenza di rotazione fra i due semiassi supera una certa soglia, cosa che avviene quando una delle due ruote motrici perde aderenza e si mette a girare velocemente quasi a vuoto. I casi in cui un differenziale autobloccante si può rompere praticamente non esistono (se non per difettosità). I casi in cui un differenziale si può rompere quando è bloccato si verificano di più sui trattori o sulle fuoristrada dove il differenziale lo si può bloccare manualmente. Su terreni con scarsa aderenza la gente blocca il differenziale inserendo manualmente il dispositivo di blocco, poi si dimentica di disinserire il blocco quando si trova in condizioni di grip buono, come ad esempio su strada asfaltata asciutta. In quest'ultima condizione (ossia differenziale bloccato su asfalto asciutto) può succedere che nelle sterzate accentuate si verifichi la rottura del differenziale. Ma questa cosa può succedere solo a gente inesperta, perchè se il differenziale è bloccato e si percorrono strade con buona aderenza il mezzo ha un sottosterzo pazzesco (cioè si oppone alle sterzate) ed uno accorto si accorge di avere quindi il differenziale bloccato e disinserisce il dispositivo di blocco.
  9. Il differenziale è il meccanismo epicicloidale che riceve la forza motrice dall’albero di trasmissione e la distribuisce ai due semiassi. Il differenziale si chiama così perché consente ai due semiassi di ruotare a velocità diverse, cosa necessaria sulle curve, dove la ruota interna percorre meno distanza rispetto a quella esterna. In condizioni di scarsa aderenza (ghiaccio, ghiaia, acqua, fango etc.) succede che se una delle due ruote perde aderenza essa comincia a girare a vuoto mentre l’altra si ferma. L’auto non riesce a trasmettere a terra la forza motrice e si ferma. Se l’auto ha il differenziale autobloccante questo non succede; il differenziale si autoblocca, cioè fa sì che i due semiassi girino alla stessa velocità, costringendo quindi la ruota che fa più presa a terra a girare e trasmettere a terra la forza motrice. Il meccanismo è ovviamente utile specialmente nelle fuoristrada. Ne abbiamo discusso anche su questo forum. Ad es: http://autopareri.com/forum/viewtopic.php?t=3956&highlight=autobloccante
  10. Caro BlekMacigno, mi hai fatto ricordare un vecchio post di fantasia che misi sul forum di 4R come prologo per uno scherzetto che feci a Danco, Phormula e Carmine. La mia impressione personale è che stiamo andando verso un mondo dove gli Stati saranno sempre più succubi dei grandi potentati privati. Quando le leggi antitrust saranno fatte dalle classi dirigenti di questi Stati il mondo cadrà definitivamente nelle mani di pochissime compagnie private. Copio ed incollo: Viaggio nel 2130. Parte prima. Ammazza che casino! - copco Amici, non ho saputo resistere: nottetempo sono sgusciato nella casa di un dibattuto personaggio di questo forum (indovinate chi?) e gli ho soffiato una scatola di tachioni che ho poi usato per fare un giretto intorno all'anno 2130. Esperienza interessante: dovete sapere qualcosa! Siamo in piena guerra fredda fra Europa Unita, USA e Chinojapan Federates. L'oggetto della contesa è il solito: controllare e gestire le sempre più scarse risorse naturali del pianeta. I governi devono fare i conti anche con le grandi company finanziarie che gestiscono l'energia, l'acqua, le comunicazioni, l'informazione, e la grande distribuzione. Le vecchie multinazionali sono diventate sovranazionali e sono in corso molte dispute legali internazionali per cercare di capire e stabilire quali governi debbano controllare quali pezzi di compagnie. Le grandi compagnie sono dotate di forze paramilitari private per cui la stabilità della pace a livello globale non è più regolata solo dagli equilibri di forza tra ipernazioni ma dipende anche dai rapporti fra le ipernazioni e le grandi compagnie. La potenza economica, politica e militare di compagnie come Monsanto, Pentahertz, Nest-Cola, Microsoft, Union Farma, Photonics e Waste-Harvest Corporation compete con quella di paesi come United Centramerica, Malaysian Upperstate, Panarab Islamics, Indian Neighbourhood e South Africa Countries. Tutti si proclamano pacifisti ma la più grossa sfida è la solita: come diventare sempre più potenti per dominare gli altri, se non militarmente, almeno culturalmente e politicamente. Europa Unita, USA e Chinojapan Federates hanno grossi problemi non solo a a trovare un equilibrio fra di loro ma anche a controllare la situazione globale. Ciascuno tenta di dominare l'altro. L'unico paese a misura d'uomo che esiste ancora sulla faccia della terra è Cuba: sempre povero ma autonomo, indipendente e felice; una vera spina nel fianco dell'umanità dominante, che fortunatamente nessuno osa estirpare forse per un residuo barlume di subconscio atavico buonsenso. L'ONU esiste ancora ma è sempre senza potere reale e continua ad essere un mero luogo dove si votano nobili mozioni e si sfoggiano grandi proclami senza però influire minimamente sui destini dei popoli. Nel 2130 non esistono più le multinazionali dell'auto, ma c'è un'incredibile mercato che assomiglia a quello che ai giorni nostri è il mercato dei computer: ognuno si compra i pezzi e si costruisce l'auto che gli pare, oppure ci si può rivolgere allo store sotto casa per farsi assemblare il modello che si preferisce. Il grande business è dominato dai detentori dei brevetti. La posta in gioco è suddivisa in due affari principali: la miniaturizzazione delle batterie e la conversione dei fotoni in elettroni. C'è anche quì una situazione analoga all'attuale gara tra Intel e AMD per processori sempre più potenti e tra Nvidia e ATI per schede grafiche sempre più performanti. La corsa alle fuel cells si è consumata negli anni 2012-2040 e finì quando fu chiaro a tutti che per produrre idrogeno occorrono grandi quantità di costosa energia e si cominciò finalmente a ricercare seriamente forme dirette di immagazzinamento dell'elettricità prodotta delle celle fotovoltaiche. Nel 2130 gli arabi continuano a svolgere il ruolo dei più grandi produttori di energia del pianeta attraverso l'utilizzo dei deserti per trasformare l'energia solare in energia elettrica che poi viene accumulata in pentalitri. La tecnologia che si è affermata per distribuire l'energia sulle grandi distanze non è quella delle reti di cavi elettrici (dispersive, dispendiose e facile bersaglio di recrudescenze terroristiche) ma quella dei pentalitri: batterie ricaricabili di 5 litri che contengono la stessa energia che era contenuta in un antico barile di petrolio. I disastri ecologici dell'era del petrolio sono stati sostituiti da quelli, fortunatamente rari, delle pentalitriere: non più maree nere e puzzolenti ma pezzi di mare in ebollizione e pesce lesso a tonnellate... Data: 16/02/2003 18:40:41
  11. Concordo. E l'antisemitismo non c'entra nulla. L'acqua israeliana è abbastanza torbida. E' abbastanza torbida anche l'acqua palestinese. E in questa situazione c'è chi tira fuori la questione dell'antisemitismo per mescolare due acque torbide ed ottenerne una ancora più torbida.
  12. La tassonomia è la scienza delle classificazioni. Viene dal greco "taxis" (disposizione, ordine) e "nomos" (regola). Essere tassonomico significa quindi essere preciso nel riportare i fatti o le informazioni.
  13. Volkswagen-Audi Group, la mia brusca reazione nei tuoi confronti è dettata dal tuo otteggiamento minaccioso. Di fronte ad una prospettiva, sia pure immaginaria, fatta di bombe, di incidenti e di centinaia di persone che muoiono se permetti mi si accappona la pelle. Credo di essere innamorato della Calabria e della Sicilia e della sua gente e dei loro costumi più degli stessi calabresi e siciliani. Hai tutti i diritti di essere contrario al ponte e di esprimere le tue motivazioni, ma devi anche ammettere che oltre ai tuoi diritti esistono anche i diritti degli altri, e non è accettabile dire "io degli altri me ne frego", perchè la libertà di ciascuno di noi finisce dove comincia quella degli altri. Comunque ha ragione Vare: i paroloni e gli insulti non aiutano a trovare un punto di incontro e di equilibrio e quindi ammetto di avere sbagliato anch'io. Occorre riflettere sulla situazione. Se si è deciso di costruire il ponte, e se questa decisione danneggia inevitabilmente delle persone, allora queste persone hanno tutti i diritti di difendersi, ma sempre nell'ambito della civiltà, della legalità e della razionalità. La democrazia ne fornisce gli strumenti. Quelli di Scansano Ionico, per vincere, non hanno usato bombe e non hanno ammazzato nessuno, ma hanno usato manifestazioni e vacche sui binari. Ti invito ad usare le tue energie per difenderti usando gli strumenti della democrazia e della legalità invece di quelli della violenza e dell'illegalità.
  14. Però! Niente male come idea. L'importante è che per fare il ponte non tocchino casa tua. Del resto del mondo chi se ne frega, l'importante è che non tocchino il tuo piccolo orticello. Giusta come interpretazione? Purché non mi tocchino possono fare cosa vogliono e come vogliono... l'importante è tirar su un monumento all'ingegneria! Aggiungo: prima di mettersi a costruire il ponte a mio parere devono a) trovare un accordo con la popolazione locala trovato l'accordo, costruire un paese ex novo (e non ci vuole poco!) c) adeguare la rete autostradale d) adeguare la rete ferroviaria Fatto tutto questo potranno costruire un ponte. Dico che lo devono fare dopo perché con l'andazzo che c'è in Italia sarebbero sicuramente opere (forse) iniziate e chissà quando terminate Esatto Vare! Non puoi fare il ponte senza fare i conti con la popolazione locale, senza offrire alternative più che valide alla gente che dal ponte viene danneggiata, senza sostituire quella mulattiera che è la Salerno-Reggio Calabria, senza liberare Messina dal colossale carico del traffico e dai TIR ammazza vecchiette e senza potenziare la rete ferroviaria. Io dico che se anche se una sola di queste cose viene trascurata allora il ponte sarà un'odissea indegna di un paese civile. Ma per quanto ne so nessuno è interessato ad imbarcarsi in un'odissea. Mi risulta che tutti questi problemi sono stati ampiamente preventivati e messi in conto. Quello che non sopporto è l'atteggiamento degno della peggiore ed infima mafia e 'ndrangheta siculo-calabrese di personaggi osceni come Volkswagen-Audi Group. Cito testualmente: Bel colpo! Sei forse un mammasantissima? Baciamo le mani! Ritirati in una caverna con la tua lupara e col tuo olio per lubrificarla e lucidarla allo scopo di estorcere dieci miliardi per la tua casa che impedisce la libera navigazione nel già intasato stretto di Messina. Ti comunico che in una società civile succede che l'interesse privato di pochi viene sacrificato, con pietà e con laute prebende riparatorie, sull'altare dell'interesse generale di milioni di persone. Cito testualmente: Ma perchè? Di fronte a cotanta mafia c'è forse qualcuno in grado di spiccicar parola? Stiamoci muti, sordi e ciechi ed accendiamo umilmente un cero alla Madonna sperando di scampare a cotanta lupara assicurataci dal mammasantissima! Cito testualmente: Aspetta un attimo! Vado a cercare un foglio di carta vetrata a grana grossa! Con le sole mani non riesco a grattarmi abbastanza le palle!Cito testualmente: Tu non sei arretrato sotto certi aspetti, ma sotto tutti gli aspetti. Cito testualmente: Se tutti fossero come bambini il mondo viaggerebbe a gonfie vele senza lugubri ed infami mafiosi come te che minacciando e spargendo morte, sangue e terrore tengono le mani ben salde e strette sul collo dell'intera umanità! E in tutto ciò, gettando bombe ed ammazzando gente, si fanno scendere una lacrimuccia per la chiesetta abbattuta. Per favore Volkswagen-Audi Group! Falla finita! Renditi conto che il ponte porterà ricchezza e benessere alla Calabria ed alla Sicila prima ancora che all'Europa. Se ti danneggiano spiana le antenne per non farti fregare, ma chiedi il giusto e soprattutto lascia stare da parte le bombe e gli incidenti inevitabili al ponte. Stai davvero facendo la figura del mafioso.
  15. copco

    Come avete conosciuto Autopareri?

    No, io non sono stato fra i primi ad approdare su Autopareri. Frequentavo il forum di 4R ma raramente zona franca. L'idea di spostarmi non mi entusiasmava, ma un invito di Caravaggio mi convinse a dare uno sguardo ad autopareri. Questo sito era oramai già avviato e quando vidi che la "crema" di 4R si era già trasferita mi convinsi a farlo anch'io. Tentai di tirarmi dietro l'irascibile, scontroso ma simpaticissimo Danco, ma purtroppo non ci riuscii e di lui persi completamente le tracce. Una delle sorprese più belle che ho avuto in questo posto è stata quella di scoprire che il Fusi altri non è se non un'antica conoscenza del sito di 4R. Per il resto, fra vecchie glorie, nuove conoscenze e qualche carogna, mi ci trovo nel mio brodo naturale. Essendo convinto d'aver espresso tutto ciò che avevo da esprimere, sono oramai mesi che mi riprometto di mollare la presa, ma mi ritrovo ancora quì che continuo a sorprendermi nello scoprire sempre nuovi stimoli e motivi di discussione.
  16. Non condivido affatto.. a Roma il navigatore ti rende la vita molto più facile, soprattutto a causa della scarsità di segnaletica.. spostarsi in una grande città con il navigatore facilita molto il compito, ve lo assicuro. un saluto FLM Non mi piace il navigatore. Ma l'ultima volta che sono andato in macchina a Roma, l'estate scorsa, ero confidente circa la mia conoscenza della città e lascai lo stradario di Roma a casa. Dovendo andare al quartiere tiburtino mi ritrovai all'EUR! Entrai in un bar con la scusa di prendere un caffè e chiesi agli astanti dov'era il quartiere tiburtino. Mi dissero: "prendi la Colombo, fatti molti chilometri e poi chiedi in giro". Davanti ad una prole che cominciava a manifestare preoccupanti segnali di sfiducia nei miei confronti dovetti ammettere il mio completo fallimento e subire l'onta di dover comprare uno stradario in un'edicola per potermi nuovamente orizzontare. Ma francamente, se uno non viaggia per professione e non è un patito dell'ultimo grido della tecnologia, basta uno stradario per quei rari casi in cui ne ha bisogno.
  17. Caro Volkswagen-Audi Group, credimi, mi dispiace molto per le persone che come te vengono profondamente danneggiate dal ponte. Mi auguro che le persone danneggiate come te vengano adeguatamente risarcite. Ed in un paese civile non può che essere così. Se così non è allora dovete fare un gran casino. Ma io penso alla Sicilia, alla Calabria, all'Italia ed all'Europa. Penso all'economia, allo sviluppo ed al benessere di molti. Penso alle arance della conca d'oro che arriveranno sulle tavole dei torinesi, dei parigini e dei londinesi. Penso alle arance siciliane ed ai salumi calabresi che costeranno di meno al cnsumatore e faranno guadagnare di più al produttore. Scusa la semplificazione.
  18. Faccio solo due esempi esplicativi. Primo: il Golden Gate bridge è in funzione sin dal 1929. Fu costruito per far risparmiare agli abitanti di San Francisco l'uso dei traghetti o l'aggiramento della baia via terra per poter andare nel territorio a Nord. Nel 1940 entrò in funzione il Bay Bridge sempre nella stessa area. Questa volta per collegare San Francisco al territorio ad Est della baia. Il terremoto del 1990 (mi pare) lo ha danneggiato ma fu riparato subito. E poi ancora altri ponti, di cui il San Mateo Bridge è lungo molti chilometri. I ponti sulla baia di San Francisco sono numerosi. E' stata costruita anche una galleria per la BART (metropolitana della Bay Area) che passa sotto la baia. Il tutto fu fatto solo per demolire la barriera rappresentata da una baia tutto sommato piccola e collegare una città tutto sommato piccola ai territori circostanti ed alla città di Oakland. E il tutto è stato fatto in una delle zone a più alto rischio sismico del pianeta dove da tempo immemorabile aspettano da un giorno all'altro il cosiddetto Big One, ossia il prossimo grosso colpo di terremoto che la faglia di Sant'Andrea sferrerà. Secondo: due popoli, quello francese e quello inglese, al puro scopo di potersi incontrare solo per potersi cordialmente sputare in un occhio, hanno fatto un buco sotto la Manica lungo una cinquantina di chilometri. Noi ci troviamo nel 2004 ed abbiamo ancora un collo di bottiglia fra una delle regioni più grandi, popolose e splendide del paese, ossia la Sicilia, ed il resto d'Italia. Trasportiamo treni, autobus, traffico automobilistico e TIR su delle barche a remi e stiamo ancora a farci le seghe mentali sul fatto se sia utile o meno un ponte. Stiamo a chiederci chi vince e chi perde, chi paga e chi non paga, chi trova il posto di lavoro e chi lo perde, chi paga la manutenzione e chi non la paga, quanto guadagna la mafia e quanto perde la mafia. Una cosa è certa: mentre il mondo va avanti, e comincia a passeggiare su Marte essendosi oramai rotto le palle della Luna, l'Italia è beatamente ferma al palo del ponte sullo stretto.
  19. Indubbiamente un grande dell'Italia. Ma anche un uomo. Un uomo che a mio avviso ha solo fatto, umanamente, qualche errore. Un uomo che sapeva valutare le persone ma che paradossalmente ha chiamato al suo fianco qualche persona non all'altezza. Poche sere fa ho beccato un pezzettino di una breve intervista ad Umberto Agnelli, mi pare fosse su un telegiornale RAI. Ha detto che Fiat intende tornare alle origini e focalizzarsi nuovamente sui motori, cioè su Fiat Auto, IVECO e CNH. A mio avviso quel "nuovamente" implica che loro stessi ammettono che su quel fronte si erano un pò rilassati, e cioè che per un certo periodo avevano mollato l'attenzione sul loro core business. Mentre qua dentro c'è ancora gente che pensa che Fiat non ha sbagliato niente, che non c'è una Fiat in crisi, e che, se crisi c'è, essa derivi dall'esterofilia degli italiani oppure dalle contingenze internazionali o che sia calata dal cielo.
  20. Sì, Alfa Romeo è stata forte anche nel 1936. Mi ero limitato a tradurre il materiale. Taurus è, per nostra fortuna, anche tassonomico.
  21. L’11 agosto 1953 muore Tazio Nuvolari. Secondo il suo desiderio viene seppellito con indosso la sua tuta di gara, la maglia gialla ed i pantaloni blu. Più di 50.000 persone partecipano ai suoi funerali. Enzo Ferrari, arrivando a Mantova, si ferma alla bottega di un idraulico per chiedere la direzione che deve prendere. Vedendo la targa di Modena ed ignorando l’identità del guidatore, il lavoratore gli mormora "Grazie di essere venuto. Un uomo così non nascerà mai più".
  22. copco

    Autobianchi A111!!!

    Fu prodotta dal 1969 al 1973. Ne furono costruiti circa 60.000 esemplari. Per l'epoca era una bella auto ma soffrì per la concorrenza di 124 e 128. La 124 venne prodotta dal 1966 e la 128 dal 1969.
  23. copco

    che e' sto schifo???????

    Cribbio! Hanno rubato un disegno del frazionato! Frazionato, da ora in poi ti consiglio di brevettare i tuoi progetti, così quando te li rubano potrai citare i gaglioffi per plagio. Potrai fare un monte di quattrini!
  24. Con i fiammeggianti elmetti luccicanti alla luce del sole le invincibili legioni romane imperversavano a nord dell’Italia. Capitanate da Giulio Cesare conquistarono gran parte dell’Europa nel primo secolo Avanti Cristo, e la trionfante aquila romana diventò il simbolo del comando. Nel ventesimo secolo un’altra invasione eruppe dalla penisola italiaca. Questa volta fu una serie di strabilianti auto rosse di Milano. Con la precisione e l’efficienza delle legioni di Cesare stabilirono rapidamente il dominio sulle piste da corsa dell’intera Europa. Capitanate da Vittorio Jano ed Enzo Ferrari, le Alfa Romeo spazzarono via tutta la concorrenza. Avevano per simbolo un’insegna pacifica, uno stemma che mostrava una croce, ma le automobili erano feroci tanto quanto l’antica e furiosa aquila romana. Il sentimento della maggioranza è che Alfa Romeo ha prodotto le più grandi auto da corsa di tutti i tempi. La rivendicazione è contestata dai fanatici Bugatti, ma basta dare un’occhiata ai record delle corse per chiarire la questione. Sebbene le macchine Bugatti hanno vinto più corse di tutti i tipi, Alfa Romeo, finchè la casa non si ritirò dalle competizioni, ha stabilito un record di vittorie nei Grand Prix internazionali che si colloca decisamente al di sopra di Bugatti e del terzo posto di Mercedes. L’azienda Alfa Romeo ha avuto un’origine francese all’inizio del secolo. Alexandre Darracq costruì una fabbrica a Napoli nel 1906 per assemblare le sue auto. Egli mise anche un servizio assistenza ed un ufficio vendite a Milano e cominciò a vendere le sue auto in Italia. L’impresa fallì nel giro di tre anni e l’intera proprietà fu acquistata da un gruppo di finanzieri italiani che riconvertirono la Darracq secondo i loro gusti. Diedero alla nuova azienda un nome piuttosto imponente, “ Anonima Lombarda Fabbrica Automobili.” Una rapida ricognizione delle iniziali tirerà fuori “ALFA”, una boccata più facile anche per quelli che possono domare le rotolanti sillabe italiane. Una successiva manovra finanziaria mise un uomo chiamato Nicola Romeo a capo dell’azienda ed alla fine della prima Guerra mondiale si sfoggiò il nome Alfa Romeo. La confraternita delle corse lo accorciò familiarmente in Alfa, forse perché quello era giusto quanto si poteva pronunciare nel tempo che una delle abbaglianti gareggianti rosse impiegava a sfrecciare davanti alla postazione dei punteggi. L’importante storia delle corse delle auto Alfa Romeo comincia nel 1924. Un anno prima l’azienda aveva reclutato Vittorio Jano come capo disegnatore. Gli fu dato un obiettivo primario: costruire una macchina vincitrice di premi. Questo è un lavoretto che a volte richiede molti anni di sviluppo, ma nel 1924 l’Alfa P2 di Jano vinse il campionato mondiale. Da quel momento in poi Alfa Romeo divenne un nome col quale fare i conti. Nel 1929 Jano introdusse una sportiva da corsa sovralimentata con cilindrata di soli 1750 cc. Tre di queste minuscole auto da corsa con la loro classica carrozzeria Zagato batterono le migliori auto che l’Europa potè offrire nella corsa del Trofeo Turismo nel 1930. In una pioggia a dirotto i piloti italiani Nuvolari, Campari e Varzi guidarono alla loro maniera sulle curve sdrucciolevoli che lasciarono le enormi Bentley e Mercedes girare senza speranza. Quando la bandiera della fine si abbassò le Alfa si ritrovarono nei primi tre posti. Questo fatto rese Alfa Romeo un serio pericolo nel campo degli sport automobilistici; ma non appena i Gran Premi divennero più specialistici la vecchia P2 non potè più stare insieme con le nuove Bugatti e Mercedes. Jano tornò al suo tavolo da disegno e nel 1932 produsse una delle più famose auto da corsa mai costruite. Era l’Alfa Romeo P3. Quest’invincibile auto significò per tre anni il dominio italiano sulle piste da corsa. Così come Adolf Hitler foraggiò Mercedes ed AutoUnion così il dittatore italiano Benito Mussolini mise i fondi del suo Stato Fascista nella fabbrica Alfa Romeo. Entrambi i dittatori vollero il prestigio nel mondo dello sport, ma nel 1935 i nazisti spinsero avanti. Alfa Romeo non trionfò più nuovamente fino a quando le fiamme della seconda guerra mondiale non si estinsero, ma il 1935 fornì il brivido finale. Alla corsa del Nurburg Ring in Germania, Tazio Nuvolari portò alla linea di partenza la sua vecchiotta Alfa P3. Davanti a lui c’erano le macchine Auto Union e Mercedes Benz lucenti argento, ognuna più veloce della sua Alfa. Ma già anche nel 1935 il nome Nuvolari era una leggenda. Qualsiasi auto col fiero Mantovano al posto di guida era una potenziale vincitrice. Fu Nuvolari che praticamente stabilì la moderna tecnica da corsa. Egli fu uno dei primi ad usare deliberatamente la deriva sulle quattro ruote come metodo di affrontare le curve ad angolo stretto, e nelle sue mani una macchina sembrava prendere il suo stesso temperamento brillante. Quando la corsa partì, la vecchia Alfa P3 si perse tra le tuonanti auto tedesche, ma la tempistica dimezza-secondi sulle curve di Nuvolari gli permise di sorpassare un’auto dopo l’altra. Al decimo giro il Mantovano era in testa, ma un disastroso pit stop lo rimise indietro al quinto posto. La pompa della benzina dei box si ruppe e l’Alfa dovette essere rifornita versando il carburante direttamente dalle taniche. Vennero persi più di due minuti e quando Nuvolari ripartì fu così dura come se si trattasse di un nuovo tipo di gara da correre. Ma qui l’abilità da maestro dell’italiano a far scivolare un’auto sulle curve ad angolo cominciò ad essere dimostrata. Egli frustò la sua Alfa con precisione attraverso le 180 curve della pista del Nurburg Ring e giro Dopo giro si avvicinò all’auto che capeggiava la corsa. Era una Mercedes con Von Brauchitsch che guidava una gara sicura. Improvvisamente il suo capo corsa gli segnalò l’avvicinamento di Nuvolari. Von Brauchitsch aprì la Mercedes al limite, ma l’astuto Nuvolari, che ritagliava ancora recondi dal suo ultimo tempo sul giro si avvicinò sempre di più. Il tedesco sforzò la sua auto giro dopo giro, consumando gomma dai suoi pneumatici, ma la guida precisa di Nuvolari mandava l’Alfa ad affrontare le curve strette ancora più velocemente ed in maniera ancora più pulita. Egli sapeva che non erano rimasti abbastanza giri per riuscire a raggiungere la veloce Mercedes, ma calcolò che una continua pressione avrebbe potuto spingere Von Brauchitsch a guidare oltre i limiti della sua Mercedes. Durante il giro finale il pilota tedesco, che ora portava la sua Mercedes sulle curve il larghe e stridenti scivolate, alla fine spogliò una gomma posteriore. Nuvolari ruggì passando nella sua vecchia Alfa P3 e vinse. Il contesto prova che la velocità da sola non vince le corse. Dai ad un raffinato pilota una macchina che può manovrare con precisione ed egli sorpasserà macchine più veloci ma più goffe. Questa corsa fu l’ultimo colpo dell’Alfa Romeo ante-guerra, ma subito dopo la seconda guerra mondiale comparve un successore dell’Alfa P3. Questo era l’Alfa 158 e quest’auto andò subito avanti per vincere qualsiasi cosa fosse in vista. Nel 1947 e 1948 le 158 vinsero quasi ogni evento importante, ed in molte gare monopolizzarono i primi quattro posti. Nel 1949 l’azienda decise di ritirarsi dalle corse e di concentrarsi su modelli per il mercato di consumo. Nel 1960 non si mise in campo un'altra squadra Alfa Romeo ufficiale, e l’Alfa non produsse un’altra vettura da Gan Premio. Ma la fabbrica milanese mise fuori alcune delle più fini ayto sportive e da turismo del mondo. I modelli Giulietta e Veloce dominarono le loro categorie nelle gare automobilistiche sportive in gran parte allo stesso modo di come fece negli anni precedenti la vecchia 1750 cc. Nella storia della casa Alfa Romeo c’è sempre stata una stretta relazione tra le macchine da corsa ed i modelli di produzione. Le maggiori differenze stavano solo nelle carrozzerie. I motori rimanevano praticamente gli stessi, con i modelli stradali leggermente depotenziati per fornire minori prestazioni velocistiche. Anche oggi, la piccola Giulietta con il suo motore di 1300 cc richiede solo pochi aggiustamenti per trasformarla in un modello da corsa. Il campo di conquista per l’Alfa Romeo è oggi molto più modesto, ma guardate solo un gruppo di fiammanti Alfa rosse scattare dalla linea di partenza e forse, in un certo curioso modo, vi ricorderete delle antiche legioni romane che conquistarono l’allora mondo conosciuto duemila anni fa. http://www.oldandsold.com/articles01/article824.shtml Ho tradotto e postato l’articolo perché mi è parso bellissimo. Dev’essere stato scritto molti anni fa perché quando parla dell’Alfa Romeo odierna si ferma alla Giulietta 1300. Spero piaccia anche a chiunque abbia il tempo di leggerlo.
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