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copco

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  1. Guarda Albizzie che la storia della fede religiosa di alcuni esponenti di spicco del centrosinistra è stata recentemente ampiamente riportata dai giornali ed anche dalla televisione di stato e dalla radio. Se ne è parlato per qualche giorno anche se mai in primissimo piano. Strano che ti sia sfuggita. Comunue ho dato un rapido sguardo in rete per trovare qualcosa che confermasse quanto ho affermato nel mio post precedente. Ecco quà: Saranno soddisfatti i reverendi padri dell’Istituto sociale di Torino: “Sono stato per nove anni allievo dei gesuiti – ha confidato Piero Fassino a Barbara palombelli che l’intervistava alla radio – e questo mi ha consentito di rafforzare la mia fede religiosa. Sono un credente, ma proprio perché si tratta di un fatto assolutamente privato, non ne ho mai dato manifestazione pubblica (ma lo fa quindi ora, un ossimoro consapevole ndr) , perché sarebbe del tutto improprio per il rispetto che ho della fede e delle mie convinzioni”. Ma allora: credere in Dio per un politico di centro-sinistra è ancora da considerarsi un segreto o se ne può parlare tranquillamente alla radio? Sia come sia, nel caso di Piero Fassino c’è ragione di pensare che la “rivelazione” di ieri non sia stata accolta come una sorpresa in Vaticano. Dietro il portone di bronzo lo sapevano da almeno cinque anni: in pratica da quando, ministro della Giustizia nell’Anno Santo 2000, l’attuale segretario DS si adoperò per uno speciale impegno per collaborare al Giubileo nelle carceri. In quel frangente Fassino conobbe il cardinale Sodano (piemontese come lui) e l’arcivescovo Sepe, con il quale il rapporto divenne tale da facilitare una qualche confidenza tra l’autobiografico e l’esistenziale. Gli ecclesiastici certamente l’apprezzarono. Il Guardasigilli del centrosinistra, ad esempio, cercò di fare in modo che l’assassino pentito di don Pugliesi partecipasse nell’aula Paolo VI a una serata sul tema del sangue, “fonte di redenzione” (ma il giudice di sorveglianza disse di no); e sicuramente si adoperò più di tanti altri per un provvedimento di amnistia. Eppure, secondo un codice che sempre meno sembra resistete tanto alla crisi delle ideologie quanto alle leggi della visibilità personalizzata (quando il tabù cadrà del tutto accenderò un cero alla Madonna, ndr), l’impegno del ministro rimase a lungo separato da quello del cristiano. Di sicuro nel suo libro “Per passione” (Rizzoli, 2003) Fassino non accenna alla fede. Parla anzi, per quel che riguarda le radici familiari e gli anni della sua formazione intellettuale, di “criticità e laicità del pensiero”, di “etica del lavoro” e per quello che riguarda i sentimenti evoca, semmai, l’antifascismo. Sembrerebbe, con il senno di poi, una specie di rimozione. Un atteggiamento che segnala un distacco dalla religione, ma al tempo stesso la mette al riparo nel fondo della coscienza, come qualcosa di molto prezioso. Un giorno gli chiedono a bruciapelo se crede in Dio. La risposta di Fassino suona abbastanza generica: “Diciamo che credo nel soprannaturale e nella trascendenza”. Quest’ultimo termine indica una certa proprietà di linguaggio teologale. E così,per vie espressive, si ritorna ai padri gesuiti che nella sua autobiografia il leader DS definisce “rigorosi e severi”; e che comunque coinvolsero il giovane Piero in una specie di seminario sulla teologia della liberazione e sui testi di padre Gonzales Ruiz, “la cui opera più appassionante – è Fassino a raccontarlo – s’intitola ‘Credere e impegnarsi’ ”. Il che, a ben vedere, sintetizza ciò che il leader dei DS ha detto sempre ieri a “Radiodue”: “Penso sia assolutamente normale che una persona possa essere credente come sono io e fare le mie scelte di impegno. Essere di sinistra significa battersi per la giustizia, l’uguaglianza, il rispetto della persona umana, che sono valori a cui è attenta una fede religiosa come quella cattolica”. (Grandissimo Piero e grandissimi i gesuiti prima di lui, scusa l'esternazione di parte, ndr). C’è pure una foto della classe liceale di Fassino. Oltre ai ragazzi, si vedono tre gesuiti rotondi e forse pienamente consapevoli dell’utilità di educare e istruire le future classi dirigenti. Particolare significativo: dei 19 studenti ritratti in tripla fila, il giovane Piero è l’unico a portare la cravatta. Anche Francesco Rutelli ha studiato per diversi anni dai gesuiti, a Roma, Istituto Massimiliano Massimo. Pure lui, nel 1995, quando era sindaco, si è trovato nella condizione di dover spiegare perché una sera, davanti al papa intervenuto al presepio dei netturbini romani, si era fatto il segno della croce. E anche quel suo gesto fu vissuto come un percorso di incerta definizione biografica: un po’ pubblico, un po’ privato, un po’ politico, un po’ famigliare. A distanza di dieci anni c’è da dire che il profilo di Rutelli si è più che riequilibrato in senso cattolico. Ma quando, per restare al centrosinistra, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino bacia la reliquia di San Gennaro; o il sindaco di Bologna Cofferati “benedice” un inedito presepio a Palazzo D’Accursio, ecco, in qualche modo la religione torna a confondersi con la politica esattamente come la sfera privata non si distingue più da quella collettiva. Da sempre, oltretutto, i media italiani sono ghiotti di conversioni a sorpresa; e facilmente si può immaginare come in un paese a lungo dominato dal partito cristiano questa particolarissima ansia di scoop abbia finito per convivere, nel ceto giornalistico e nel pubblico più smaliziato, con il sospetto che pur di conquistare il consenso politici ed affini siano disposti a tutto, addirittura “a giocarsi” la fede. (E a preclara conferma di questa diffidenza ancora si ricorda la tardiva prima comunione a San Pietro di un candidato socialdemocratico alla direzione del fanfaniano TG). Ma molto è cambiato da allora. Basti pensare alla fine della DC e al fallimento di una autentica religione secolare come il comunismo. Così oggi, nonostante gli sforzi prescrittivi del cardinale Ruini, quasi nessuno si stupisce troppo per queste ammissioni di fede cui fanno da contrappunto dichiarazioni di non-ateismo E’ il caso, quest’ultimo, di Fausto Bertinotti che di recente ha mostrato di conoscere a memoria alcuni brani di San Paolo e di aver a tal punto approfondito la riflessione “sui destini ultimi” da non sapere più, nemmeno lui, se considerarsi un ateo, un credente, un ex ateo o un quasi credente. C’è anche da dire che al giorno d’oggi non esiste, al riguardo, un rigido vaglio automatico e normativo. Ma certo di tutto si può accusare il centrosinistra, meno che di essere guidato da “senza Dio”. Basterebbe questo, in fondo, per lasciare la religione fuori dalla laicissima contesa. E chissà se sarebbero d’accordo i padri gesuiti con i quali, secondo Fassino, “è ancora forte il legame d’affetto”. La Repubblica del 27 settembre 2005 http://www.radicali.it/view.php?id=42183 Riguardo a Bertinotti aggiungo che non ricordo più in quale intervista, a chi gli chiese se fosse ateo rispose che se gliel’avessero chiesto quando aveva 20 o 30 anni avrebbe risposto di sì, ma che oggi si guarda bene dal dichiararsi ateo. Ha detto poi che non è certo di potersi dichiarare cristiano, ma che certamente mantiene aperta la strada della ricerca. Sappiamo benissimo che una tale dichiarazione da parte di un leader di un partito accusato di materialismo altro non è se non un invito a nozze, se non un grido di aiuto, lanciato alla Chiesa. Per quanto riguarda Vendola, che ho citato in un post precedente, è arcinoto il suo cattolicesimo e non c’è bisogno che io vada a copiare ed incollare qui alcunché.
  2. In Hoc Signo Vinces. Ma ragazzi, scherziamo? Le elezioni si avvicinano ed il governo ha capito la terrificante potenza intrinseca di una Chiesa che ha finalmente deciso si parlare e di esprimersi liberamente sui temi di sua competenza. E così la Moratti ha deciso che per comprarsi la Chiesa non bastava più demolire la scuola pubblica per favorire quella privata gestita dai preti; occorreva fare anche quest'altro passettino e speriamo che la telenovela sia finita. Perchè state tutti a recriminare contro la Chiesa invece di recriminare contro la Moratti e la sua sporca politica di cavalcare la Chiesa a scopo elettorale? Ma naturalmente, sporca o pulita, non c'è solo la Moratti e tutto il governo (l'unico che non ha capito un cazzo è Fini): assistiamo a cose mai viste nel corso della storia. Rutelli, Fassino, Vendola ed, udite udite, persino Bertinotti stanno corteggiando oramai da un pezzo la Chiesa. Perchè una Chiesa che si risveglia dal suo torpore è giustamente una controparte che incute rispetto e con cui tutti debbono fare i conti. Chi saprà farlo correttamente lo farà senza rinunciare allo Stato laico. Solo la Moratti poteva arrivare a devastare la scuola pubblica e a mettere in pericolo la laicità delle istituzioni statali pur di comprarsi preti e vescovi; un baratto indecoroso ed indegno da parte di un rappresentante delle istituzioni. Perchè indecoroso è un baratto fra Stato e Chiesa che così facendo si trasformano automaticamente in trafficanti di voti laddove deve invece esserci solo un sano confronto di idee e tendenze.
  3. Sono d'accordo quasi su tutto. Ma la mia impressione è che chi ha diretto e gestito lo stabilimento Barilla di Matera è un gran testa di rapa. La storia di Barilla a Matera credo sia iniziata circa una ventina di anni fa, e la storia sta ora per concludersi definitivamente. Una storia di pura e semplice razzia devastatrice e distruttrice. In un Sud che nonostante il mio piagnisteo (fatto per stimolare) vede oramai numerose aziende funzionanti, anche nel settore agroalimentare. Barilla ha solo depredato senza reinvestire per il suo futuro a Matera. Che Barilla non sia un'opera di carità è normale, meno normale è che sia una banda di ladri che scappano via dopo aver intascato il bottino. Le aziende ben gestite reinvestono su se stesse e non chiudono. Solo i ladri scappano col malloppo.
  4. copco

    Santoro ed i suoi elettori

    ...e invece di usare il parlamento europeo come un posto dove andarsi a parcheggiare transitoriamente in attesa di tempi migliori. Questa è immoralità pura al 100 %. Non solo di Santoro ma di tutto l'apparato e di tutto il sistema che consente questo degrado di una cosa seria quale dovrebbe essere la politica e di persone serie quali dovrebbero essere i politici che eleggiamo. Ma deve essere serio anche l'elettorato, perchè io uno che mi viene a dire che vuole andare in europa ma solo per poi tornare a fare il giornalista me l'inkulo. Degrado totale del sistema: politica ed elettorato compreso. Malcostume.
  5. copco

    Santoro ed i suoi elettori

    Il problema è che trovo assolutamente immorale camuffarsi da giornalisti nel mentre si fanno comizi e propaganda politica. Ed altrettanto immorale è uno che gabba gli elettori dopo essersi fatto eleggere.
  6. copco

    Santoro ed i suoi elettori

    Che non sia l'unico caso non è una giustificazione. Anzi che il caso Santoro sia quasi la regola e possa apparire quindi normale è indice del degrado e del malcostume della società in cui viviamo dove è normale osservare gioralisti che cuccano lo stipedio di deputati europei senza fare il lavoro di deputati eiropei per il quale sono pagati e politici prepotentemente schierati politicamente che cuccano lo stipendio di conduttori televisivi superpartes. Parola di uno che simpatizza per il colore col quale Santoro è schierato.
  7. Un pò di storia di ordinaria follia: A Matera c'era una discreta economia basata sul grano, sulla farina e sui mulini; c'erano numerosi mulini alcuni dei quali li trovavo anche architettonicamente affascinanti. In seguito all'avvento della globalizzazione, la cui filosofia prevede di portare l'industria laddove sia economicamente più conveniente, su Matera piombò come manna calata dal cielo la grande industria rappresentata dalla Barilla, che comprò i mulini più importanti. Gli altri chiusero per manifesta incapacità a competere col gigante. Al posto degli antichi mulini oggi ci sono dei parcheggi; anche laddove prima c'erano i mulini comprati dalla Barilla. L'antica e secolare economia materana basata su grano, farina e mulini si estinse con la rapidità di un fulmine. La calamità fu parzialmente edulcorata dalla creazione di un pò di posti di lavoro in Barilla. Dopo anni di grandi profitti che Barilla ha poi sistematicamente reinvestito vattelappesca in quale remoto angolo del globo terrestre a Matera qualcosa ha cominciato ad andare storto per le tasche di Barilla. Molto probabilmente è aumentato il prezzo del grano prodotto nel materano, nel metapontino, nel barese e nel grande granaio europeo che è il tavoliere delle Puglie. Per sovramercato gli schiavetti negri di Matera devono aver fatto il passo falso di cominciare a chiedere un salario in cambio del loro lavoro. Il risultato è che la Barilla a Matera chiude i battenti. I materani sono rimasti cornuti, mazziati e depredati e con loro i produttori di grano appulolucani. La nobile e secolare economia materana basata sul grano, sulla farina e sui mulini è oramai morta e sepolta. In cambio è morta anche la grande industria promessa. In compenso sono scomparsi i salari che Barilla elargiva magnanimamente a qualche centinaio di materani affinchè potesse depredare indisturbata l'intera città e l'intero territorio. Una storia di ordinaria follia, una storia di ordinaria globalizzazione o l'ennesima storia di ordinaria e secolare predazione del Sud? Non si sa, perchè a fronte di numerose storie di ordinaria follia distruttrice come quella della Barilla ci sono storie di fulgida globalizzazione come quella dello stabilimento Ferrero di Balvano che naviga a gonfie vele a seguito di un'accorta gestione aziendale, nonostante che Balvano sia in Lucania e nonostante che gli operai dello stabilimento Ferrero di Balvano siano lucani. Certamente quella della Barilla è una storia di ordinaria depredazione del mezzogiorno. Tutto regolare: ci siamo abituati da millenni. Esistiamo per essere depredati, e se nessuno ci depredasse nessuno si accorgerebbe che sulla faccia della terra esistiamo anche noi. Ognuno contribuisce alla storia secondo le sue possibilità e secondo le sue attitudini. La nostra attitudine storica e naturale è quella di farci depredare dai predators di turno che più ci aggradano. Amen. MATERA - I lavoratori dello stabilimento di Matera della Barilla hanno incaricato oggi le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil di organizzare 24 ore di sciopero, con modalità e date da fissare, a sostegno della vertenza in atto con l’azienda, che ha avviato le procedure di mobilità per i 113 dipendenti e deciso la cessazione delle attività produttive dal primo gennaio 2006. Le prime otto ore di sciopero, da quanto si è appreso, saranno organizzate entro la fine del mese di ottobre. I lavoratori, nel respingere all’unanimità il piano di dismissione dell’impianto di Matera, hanno affidato al sindacato il compito di individuare tutte le possibili iniziative per indurre Barilla a recedere dalle decisioni adottate. Tra queste vi sono la richiesta di coinvolgere il Ministero per le Attività produttive, attraverso le istituzioni, la Regione Basilicata, i parlamentari e le segreterie nazionale Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, per evitare la chiusura degli impianti di Matera e procedere al rilancio della produzione in relazione alle potenzialità della filiera agroalimentare. I sindacati hanno anche annunciato di avere chiesto all’azienda e alla sede della Confindustria di fissare un incontro per discutere nel merito i contenuti dell’avvio delle procedure di mobilità. All’assemblea dei lavoratori, svoltasi in un clima di apprensione per le sorti dello stabilimento, hanno partecipato i segretari provinciali della Cgil, Angelo Cotugno, della Cisl, Giuseppe Amatulli, e della Uil, Franco Coppola, e i responsabili di categoria di Flai, Fai e Uila. La Gazzetta del Mezzogiorno 19/10/2005
  8. Tre settimane e tanta voglia di viaggiare in macchina? Scendi giù a Brindisi-Otranto ed imbarcati verso Albania-Grecia con obiettivo Bisanzio. Non l'ho mai fatto ma non credo che tarderò molto a farlo. Altrimenti Sicilia. Se pensi che non hai tempo per organizzare per bene un viaggio fai una visita in qualche grande libreria, fai incetta di libri che ti ispirano e rilassati senza muoverti da casa. Anche così si possono fare grandi viaggi.
  9. copco

    Santoro ed i suoi elettori

    Se prima avevo delle perplessità sul personaggio ora ho delle certezze. Se fossi un suo elettore e malauguratamente lo incrociassi non mi limiterei a sputarlo in un occhio; lo massacrerei di mazzate a costo di farmi sbattere in galera.
  10. Prodi, Fini e Cicciolina di tivvù ne han pochina, non un cane ha indovinato l'arcan nome innominato. All'Albizzie vò a quì dir che non posso io capir se lo nome ha indovinato dell'omino quì cercato. Pure Raffa, la Carrà, di tivvù manco ne ha. Giammai vincerà le rime chi lo nome non esprime.
  11. C'è qualcosa che non quadra. Direttamente o indirettamente c'è un losco figuro che onde evitare flames non oso nominare e che controlla il 100 % dell'informazione televisiva italiana pubblica o privata che sia. Chi indovina il suo nome vince un premio.
  12. Non ho mai capito cos'è il liberismo. Tutte le volte che ci provo mi viene in mente il Far West e non ci capisco più un kakkio. Per caso il liberismo è un posto dove l'inflazione è controllata dalle massaie? O è un mondo dove schiavi e bambini producono scarpe che devastano l'industria calzaturiera nazionale in cui le scarpe sono prodotte da persone libere ed adulte? Non che io sia per l'imposizione di tetti all'inflazione o di dazi! Anzi è capace che da questo punto di vista io scopra di essere un liberista! Sarei però per armarmi fino ai denti ed andare a fare un kulo accussì a chi specula e a chi produce scarpe gratis sfruttando schiavi e bambini. E perchè ci danniamo l'anima e spendiamo soldi per eleggere gente alla quale chiediamo di darci delle regole schiaffando in gattabuia speculatori e magnacci se poi una volta eletti gli schiediamo di evitare di darci delle regole? Giuro che ho le idee confuse.
  13. Anche se il discorso è pericoloso sarei anch'io per l'elezione diretta. E mi reputo di csx. Solo un uomo direttamente indicato dai cittadini ha l'investitura e quindi la forza per dettar legge ed attuare il suo disegno politico senza scendere ad eccessivi compromessi con chicchessia. Si potrebbe finalmente vedere qualcuno che governa invece di vedere pseudogovernanti che, troppo assorbiti dai loro kazzi privati, tentano solo nei buchi di tempo di correggere la rotta della nave giusto prima che coli a picco. La pericolosità consiste nel fatto che se malauguratamente i cittadini sbagliano la loro scelta sono kazzi acidi. E che i cittadini possano sbagliare la loro scelta è molto ma molto facile in un mondo in cui l'informazione è confezionata e controllata da pochissimi attori ed in un mondo in cui all'occorrenza si sfodera l'arma cancerogena della par condicio per scongiurare il pericolo che si possano esprimere nuove idee col grave rischio che si affermino.
  14. Grande Stev! Per lo stesso identico motivo guardo con sospetto Rutelli, oltre naturalmente alla pletora di altri personaggi opportunisti e privi di un qualsiasi disegno politico affidabile. Ma se per Rutelli posso parlare solo di dubbio (in fondo se oggi corteggia la Chiesa per essendo nato politicamente in un partito che ha promosso divorzio e aborto ha almeno la scusante di essere stato educato dai gesuiti) per Ferrara non ho dubbi. Ferrara è sempre stato bravo a salire sul carrozzone vincente fottendosene di conservare un minimo di coerenza. Un uomo senza qualità che per giustificarsi contrabanda la voltagabbanità per intelligenza. Il vizio è talmente diffuso che è diventato una cosa di cui non vergognarsi affatto, tanto che ci sono dei personaggi come Sgarbi che lo sventolano tranquillamente ai quattro venti.
  15. E' per questo che francamente non condivido sta legge elettorale: si rischia di ritornare all'epoca in cui in Italia comanderanno i piccoli partiti invece dei grossi partiti.
  16. La ricerca di visibilità e scranni è naturale e fisiologica: si tratta di vedere chi li merita e chi no. Credo gli vada dato atto di essere stato uno dei pochi del suo ambiente che ha provato a fare un pò di politica senza limitarsi a fare il semplice portaborse. Gli unici che quando vinse il cdx credevo che l'avrebbero fatto erano Fini e Casini: delusione. Invece è emerso Follini: peccato che oramai se dimostri di essere in grado di pensare si spaventano tutti quanti ed invece di raccogliere consensi raccogli indifferenza se non diffidenza, specialmente se non hai alcuna forza numerica come è successo a Follini che oltre ad essere il segretario di un piccolo partito non era manco seguito dai suoi uomini. In ogni caso se gli uomini di un partito non seguono le direttive del segretario la cosa più corretta da fare è che il segretario si tolga di mezzo: sia che i suoi uomini non seguano le sue direttive per reale diversità di visione politica e sia che non lo facciano per loro calcoli di meschino tornaconto personale.
  17. Mi dispiace Ludico, ma per me l'omosessualità è devianza, non normalità. Io non cerco alcun muro contro muro ed ascolto le opinioni di tutti e quando gli argomenti li reputo validi sono sempre pronto ad adeguarmi, credimi. Non prenderla come un'offesa.
  18. Cosa vuoi che ti dica? Mi pare d'aver già risposto.
  19. Che il mio pensiero condizioni negativamente la vita di tanta gente è una tua opinione. Potrebbe anche essere però che la influenzi positivamente spingendola a riflettere.
  20. Non ho mai detto che il ponte debba esser fatto per attrarre i turisti. Evidentemente non hai letto gli altri miei post oppure travisi a tuo uso e consumo quello che andiamo sostenendo. Così non si può parlare, quindi la discussione finisce quì. Se vuoi avere ragione a tutti i costi non ho mica problemi! Hai ragione su tutti i fronti. Ciao ciao.
  21. :lol: Va bene, lo immaginavo di già. Anche se io non sono nè razzista nè intollerante. Ridicolo lo sono quando mi va a genio di esserlo.
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