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copco

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  1. No. Il tipo di occupazione da te sottolineato può avere certamente importanza in certe circostanze transitorie e contingenti. Io mi riferisco al fatto che il ponte, direttamente o indirettamente, una volta finito creerà occupazione attraverso lo sviluppo in tutti i settori dell'economia: trasporti, export, turismo, industria, artigianato, terziario etc.
  2. Bravo! Qualche informazione fra tanto gran parlare non guasta mai. Spero che il ponte si faccia: creerà sviluppo, occupazione, integrazione e progresso. Come tutti i ponti. Gli americani l'avrebbero già fatto nel 1930 mentre noi stiamo ancora a farci le seghe mentali coi terremoti, le derive dei continenti, i traghettatori, la mafia, il paesaggio e gli uccelli migratori.
  3. Vero! Le mie prime rime le composi al puro scopo di confezionargli una cartata di merda.
  4. Quelli che mi mettono più allegria sono Alfaomega e Guglielmo. Il primo mi diverte con le sue boutades e la sua freschezza, il secondo per la sua franchezza, soprattutto poi quando s'inkakkia. I più simpatici a pari merito. Il più antipatico? Assolutamente nessun antipatico. Ce n'era uno solo ma ha deciso ormai da un pezzo di cambiare aria. Peccato! Creava parecchio scompiglio ed era capace di tirare fuori i miei peggiori istinti, anche di tipo creativo.
  5. Esatto. Nessun valore legale. Il costo delle primarie lo si copre con l'autofinanziamento. Chi va a votare deve fare un'offerta di minimno un euro.
  6. Condivido la questione del perchè Prodi piuttosto che Fassino. Con quella operazione (di defenestramento di Prodi) Dalema si è praticamente suicidato. Se faranno nuovamente lo stesso errore il csx stavolta chiuderà battenti. Sempre ammesso che vinceranno.
  7. Farei lo stesso se Fausto non avesse fatto il coglione creando grossi problemi nell'ultimo governo di csx. Voterò Prodi.
  8. Condivido. Le circostanze, la gente che incontri, la fortuna che hai. Etc... Mai dire mai; esatto. Non dico che occorra giustificare, anzi io condanno l'accaduto come la maggior parte dei forumisti sta facendo, tuttavia cerco di capire. Marco Pantani le penne ce le ha lasciate. Francamente mi commuovo ancora oggi a ripensarci. Gran lavoratore, grandi successi, grande campione, pieno di soldi, un mare di gente che gli voleva bene: eppure era infelice ed è morto da solo come un cane abbandonato, esattamente come uno dei tanti che vengono ritrovati stecchiti all'alba su qualche panchina pubblica. Io francamente non me la sento di prendermela più di tanto con i singoli individui anche se indubbiamente in casi come questi hanno torto marcio. Me la prendo di più con la società marcia che ha perso di vista i valori veri, quelli che ti riempiono la vita. Me la prendo di più con i modelli di vita marci che questa società ci impone. Fankulo.
  9. Purtroppo a volte sembra di trovarsi in un forum di educande. La gente che poi non capisce il sarcasmo e/o l'ironia... uffàccheppalleaccussì!
  10. Credo sia davvero difficile competere con Toyota. Il rischio per chi ci si imbarca è di perdere un sacco di soldi. Chi ci prova, come Ford e se non erro anche Mercedes, deve sganciare quattrini a Toyota per poterne usare i brevetti e dovrà quindi accontentarsi di un guadagno più limitato.
  11. Chi è senza peccato scagli la prima pietra; se di peccato si tratta. Spero si rimetta presto e trovi la forza e il modo di ricominciare.
  12. copco

    Arrisentirci Lunedì prossimo.

    OK, vi devo lasciare. Fra tre ore circa partirò. Nel cinquino ho già messo due librerie, una cucina, un frigo, due damigiane e varia altra accozzaglia. Vado a mettere sull'imperiale i pensili della cucina che sto smantellando. Mi aspettano 1700 Km fra andata e ritorno dalla Terronia salentina. Ci risentiremo spero Lunedì prossimo. Controllato ho lo livello dello mio cinquino bello, parlo del lubrificante e del suo livello stante. Delle gomme, in precisione, controllato ho la pressione, vanno ben le lampadine, son perfette le puntine. Del tettuccio il portapacchi ben fissati son gli attacchi, sotto allo sedil, per bene, sistemato ho le catene. Dovrò andare un pò lontano, mi ci vuole l’alto ottano; di V-power ho fatto il pieno, partir posso ora sereno. Ho un problema col pedale che funziona a volte male, quello dell’acceleratore, mi s’incanta poi il motore. Mi s’incanta accelerato, poi mi tocca, un po’ seccato, il piè metter dal di sotto per alzar lo pedalotto. Non so ancora se dipende dalla molla che il fil tende, o se il freddo assai spietato ha il del fil grasso impastato. Non ho tempo per andare in officina a controllare, non si rompa nel viaggiare dovrò quindi, ahimè, sperare. ............................. ...................etc. etc. etc. :lol: Scusate se mi ripeto. Fate i bravi.
  13. Data la fonte diciamo che credo solo a metà di quanto riportato. Eh Gug? Sarà questione di latitudine? :lol: A parte gli sherzi: anche qualora si credesse solo al 10 % di quanto riportato sarebbe comunque un incubo. Non c'è scampo: occorre investire in Cina con la speranza che vi si diffonda il benessere e conseguentemente la gente si emancipi e prenda coscienza che deve buttare nel cesso l'oligarchia mafioso-militare alla quale è assoggettata.
  14. Vedi il post di Paco. Delle piccole differenze ci sono su cose piccole che non si possono amplificare a tal punto da giustificare differenze salariali. Quando abitavo in provincia, a 20 chilomentri dalla città, pagavo un affitto di 100 euro. Poi in quel paesino comprai una casa per 50.000 euro. Dopo qualche anno decisi che era troppo scomodo abitare lì e venni ad abitare in affitto in città. 800 euro al mese di affitto. Realizzai che con gli stessi soldi potevo quasi pagarmi un mutuo. Così comprai la casa in città: vendetti quella del paese per 90.000 euro e facendo un mutuo di 900 euro al mese ne comprai una in città per 280.000 euro. Per l'inflazione tieni conto che il tutto è avvenuto nell'arco di 12 anni. Come vedi passando dalla provincia alla città l'affitto mi aumentò di otto volte e la casa mi costò 5-6 volte di più. Ti assicuro che è tutto realmente accaduto. E allora? La mia comodità ebbe un prezzo salatissimo ma nessuno si degnò di decuplicarmi lo stipendio! Perchè a me nessuno mi aumentò lo stipendio quando lasciai la provincia per venire in città mentre se un operaio di Mirafiori si trasferisce a Melfi gli decurtano lo stipendio perchè il caffè di Torino costa 90 centesimi mentre quello di Melfi ne costa 70? Perchè si vuol tenere conto delle differenze di carovita fra Nord e Sud ma non di quelle ben più cospicue fra Milano e Boffalora o fra Palermo e Carini o fra Lecce e Spongano? Senza contare che ho un collega pur abitando a duecento metri dall'azienda guadagna quanto me che per andare al lavoro devo percorrere la bellezza di ben un chilomentro! La verità è una sola: mi volete tutti male! Governo ladro! Oppure qualcuno fa il furbo e tenta di lasciare nella merda l'operaio di Melfi per intascare la differenza di salario fra Mirafiori e Melfi.
  15. copco

    I pacs

    Non mi pare che la sala del palazzo Chigi Saracini in cui parlava Ruini è dell'Università. Ma ci sta, non è questo il punto. E per quanto mi riguarda non vogluio neanche sindacare se quanto andava sostenendo Ruini fosse condivisibile o meno. La questione che non condivido è che si voglia tappare la bocca alla Chiesa che invece ha il dovere di parlare anche e soprattutto in tema di pacs. Anche qualora Ruini fosse congolese. Perchè questa storia che la chiesa si ingerisce negli affari dello Stato italiano non sta nè in cielo nè in terra. A meno che non si voglia accusare la Chiesa di produrre cattolici che avendo la grave colpa di essere italiani va a finire che votano e che gavernano in Italia. La Chiesa parla, e lo fa in nome del suo ruolo guida per i cattolici e per chiunqua abbia voglia di ascoltarla. Non vedo alcuna ingerenza. Nessuno ha l'obbligo di ubbidire se non è cattolico. La Chiesa non ha il potere di imporre alcunchè a nessuno, neanche ai cattolici, i quali sono liberissimi di disubbidire rischiando la scomunica. Scomunica che se può avere un valore per un credente non ha alcunissimo valore per un non credente. Tutto quà. L'ingerenza della Chiesa negli affari italiani (o spagnoli o africani o americani) è frutto solo della fantasia di chi alla Chiesa "universale" di Roma vuol tappare la bocca. La Chiesa propone, suggerisce e guida chi vuol farsi guidare. La Chiesa non fa e non può fare leggi anti-pacs valide per lo Stato italiano congolese o americano. Ma la Chiesa può e deve chiedere ai cattolici di seguire le sue istruzioni. Se poi i cattolici italiani che governano o che votano seguono o meno quanto la Chiesa gli chiede di eseguire sono affari loro e della loro coscienza. Questo è il terrore degli anticlericali: che la Chiesa teleguidi gli affari italiani attraverso i suoi cattolici. Ma amici miei: nessuno ha colpa se al governo ci sono dei cattolici disposti ad ascoltare la Chiesa. O vogliamo buttarli fuori dall'Italia? I cattolici possono e devono contribuire alla Nazione senza scontrarsi con la loro fede. Ecco perchè è assurdo pretendere di separare al 100 % Stato e Chiesa come se si trattasse di due compartimenti stagni che non devono comunicare fra di loro. Lo si fa e lo si deve fare a livello di leggi e costituzioni. Ma rimane poi la cultura. Cultura che non può essere ridotta in compartimenti stagni nè essere legiferata. Gli anticlericali possono anche fare sangue acido, ma nella società italiana esistono le persone di fede cattolica che nessuno può mettere al rogo. Esistenza dei cattolici in Italia che non fa dell'Italia una teocrazia, così come l'esistenza dei cattolici in altri paesi del mondo non fa di quei paesi delle teocrazie. Eccezion fatta per il Vaticano non mi risulta che al mondo esistano teocrazie di matrice cristiana se non nella fantasia di chi non sopporta la Chiesa ed i cristiani. Divorzio ed aborto ne sono la prova tangibile. Faccio un pronostico: un'altra prova tangibile che in Italia non ci sono teocrazia sarà che i pacs passeranno. A dispetto di Ruini & co.
  16. copco

    Il crac delle coop rosse

    Francamente non sono d'accordo. Il principio della cooperazione non cambia a seconda delle dimensioni. Anche nelle grosse cooperative di consumatori tipo la Coop della gdo non cambia assolutamente nulla. Se la presidenza e/o l'amministrazione siano o meno ammanicate con la politica non me ne può fregar di meno, perchè non mi risulta che per esservi assunti occorra esibire la tessera del partito, nè che per diventare socio o semplice cliente ci sia qualcuno che ti chiede la tessera di alcun partito. Non c'è un proprietario particolare, nè un gruppo di potere i cui componenti diventano miliardari, e funge da freno all'inflazione con numerosissime iniziative di risparmio in favore dei consumatori. Che poi con le offerte 3x2 e con tutte le altre manfrine alla fine non fanno altro che farti comprare anche quello che non ti serve è un'altro paio di maniche. Io per esempio mi faccio fregare sempre. Ma fa parte del loro lavoro di venditori e comunque conosco molta gente che non si fa fregare per niente. Inoltre è l'unico supermercato dove vedo fiorire in continuazione iniziative di solidarietà, almeno nella città in cui vivo io. Iniziative in cui una parte degli utili è destinata allo sviluppo dei paesi poveri. Forse sono fortunato io. Ho sentito dire che comunque, a proposito di solidarietà, in altre città tipo Roma c'è di molto meglio, come ad esempio il banco alimentare. Spero che funzioni.
  17. Per carità! Non difendo assolutamente i sindacati in maniera generalizzata ed acritica. I distinguo vanno fatti eccome! Perchè è chiaro che la polverizzazione incredibile del sindacato in trecento sigle diverse crea una confusione e già da sola indica che oramai nel sindacato ci sia troppa politica e qualche farabutto che crea malcontento e discordia tra i lavoratori per scopi ben lontani dalla difesa dei lavoratori stessi. Ma qualche sindacato serio credo che ci sia ancora, qualcuno cioè per niente ammanicato con la politica se non addirittura con la gestione aziendale, e che chiede al datore di lavoro poche cose e molto chiare, a difesa dei lavoratori ma tenendo anche conto che un'azienda deve poter funzionare e generare profitti. Quello che francamente non accetto è l'acrimonia contro i sindacati in generale.
  18. Grande Albizzie! Mi hai fatto venire in mente i disegni di Jacovitti, con i grovigli di umanità, matite, salamini, ragnatele, ragnetti penzolanti, gomitoli etc. Certo, se qualche vigile si facesse vivo...
  19. Sei nel mio cuore, perchè è anche e soprattutto la gente come te che ha fatto l'Italia ed il mondo. Ti invito però ad informarti un pò sulla storia del lavoro e di come oggi nel mondo avanzato i lavoratori siano giunti ad avere una dignità. I sindacati che tanto deprechiamo io credo che in proposito abbiano parecchi meriti.
  20. Guarda, non è che leggendo la tua descrizione non mi venga da vomitare, anzi! Però dico pure che noi la corrida non la capiamo, e se dovessimo cancellare dalla faccia della Terra tutto ciò che non capiamo faremmo un torto grave a chi a quelle tradizioni ci tiene ed appiattiremmo ulteriormente fino alla noia un mondo già piatto. Poi c'è l'altro discorso: è vero, la corrida ci appare crudele. Cambia forse il limite di tollerabilità, ma crudele è anche la mattanza degli animali da allevamento di cui l'umanità si nutre. Se poi dovessimo quantificare e fare un paragone fra quanti animali vengono sacrificati per lo spettacolo e quanti ne vengono sacrificati per la ricerca o per l'alimentazione il divario diventerebbe abissale. Ma allora a ben pensarci il pianto per gli animali che crepano nella corrida diventa ipocrita di fronte all'indifferenza per gli altri tipi di sacrificio in cui di animali ne crepano in misura milioni di volte maggiore.
  21. In effetti per par condicio i telegiornali dovrebbero fare servizi da mortorio non solo quando crepa un torero incornato ma anche quando crepa un toro infilzato. Dirò di più: i telegionali dovrebbero tingersi a lutto anche tutte le volte che crepa un toro scannato. Per me tutte le volte che devo fare la fila al banco della macelleria della Coop è una sofferenza atroce: piango per tutto il tempo come un vitello e quando ritiro la busta delle fettine e della carne macinata ho già consumato un pacchetto di fazzolettini scottex a furia di asciugarmi il fiume di lacrime. Ti comunico che tutte le volte che c'è il Palio a Siena e la festa della Bruna a Matera i servizi di pronto soccorso sono sempre nella merda.
  22. copco

    I pacs

    Come a dire che quando il Papa parla ti tappi le orecchie, che quando si fanno le marce per la pace promosse dai cattolici non te ne accorgi, che quando la gente espone le bandiere della pace sui balconi su indicazione dell'azione cattolica non le vedi, che non hai mai sentito gridare "pacem in terris" etc. etc. Ad esempio, la vita di Giovanni Paolo II sarebbe stata sprecata se tutti fossero come te. Il suo grido di dolore contro le guerre, contro il comunismo, contro il consumismo, contro l'edonismo, contro il capitalismo selvaggio. Una vita contro. Una vita da rivoluzionario. Nulla! Per te non esiste nulla! Nichilismo puro! Eppure la pressione per la pace del mondo cattolico è pressante e continua! Ma tu forse sei di un altro mondo. Se persino un giornale come "Famiglia Cristiana" è giunta a titolare "O con Bush o con il Papa" io non vedo cosa altro vai cercando! Vuoi forse che il Vaticano armi fino ai denti un esercito e scateni una guerra santa universale contro le guerre? Ma dove kakkio vivi? Copio e incollo le parole di Mar Gregorios Ibrahim di Aleppo, Metropolita ortodosso della Chiesa Sira, uno che della Chiesa Romana Universale potrebbe addirittura essere considerato un acerrimo nemico. Se avrai voglia di leggerle forse un'altra volta potrai meditare un pochettino prima di sparare cagate: In occasione della ricorrenza del venticinquesimo anno dall’elevazione al soglio pontificio del Papa Giovanni Paolo II, i cristiani di tutte le confessioni, devono riflettere sulla posizione di questa rara personalità ecclesiale, che ha giocato un ruolo importante non solo nel cammino della chiesa cattolica, né solo nella vita delle chiese cristiane, ma, da una parte, nelle relazioni tra il cristianesimo e le altre religioni, dall’altra tra la chiesa e il mondo. Ho incontrato Sua Santità di persona numerose volte, e in diverse occasioni con la comunità di sant’Egidio; ho percepito come Sua Santità valuti il suo ruolo di guida nell’annodare relazioni tra i cristiani e le altre religioni. L’Incontro di Assisi del 1986 resterà uno degli eventi storici del ventesimo secolo. Il Papa Giovanni Paolo II in persona ha trascorso un’intera giornata con i leader e i rappresentanti delle religioni provenienti da tutte le parti del mondo, nella città di San Francesco d’Assisi. E il mondo aspetta i risultati di questo incontro tra religioni. Il papa ha invitato, in quel giorno memorabile, ad una tregua in tutto il mondo e le guerre si sono arrestate in risposta al suo appello; la tregua ha così preso luogo tra i dialoganti. Non è quest’intuizione l’inizio della pace sospirata tra le nazioni e i popoli che si combattono all’ultimo sangue ? La città di San Francesco ha conosciuto in quel giorno ore di riflessione e preghiera per la pace. Questo e’ un miracolo che e’ stato possibile nelle menti dei credenti per grazia divina. Il Papa si impegna affinchè dalle guerre si giunga alla pace. Io vengo da una regione che ha vissuto guerre diverse: la guerra araba-israeliana che ha prosciugato la forza degli appartenenti alle fedi (credenti) e alla religioni in questa regione e ha influito molto sulla presenza dei cristiani, provocandone una diminuzione graduale in modo allarmante, e alleggerendone il peso fino a un punto indescrivibile. La loro testimonianza è rimasta una ferita, poiché sono divenuti “ come una canna spezzata...un lucignolo fumigante” (Mt 12, 20). Un’altra guerra è stata quella tra Iran e Iraq, che ha lasciato tracce negative sull’uomo in generale e in particolare sui cristiani. L’Iraq un paese tra due fiumi in cui il cristianesimo è vissuto in periodi di tempo diversi, la Persia da cui il cristianesimo si è diffuso verso l’India e la Cina e altri paesi dell’Asia, iniziano a piangere e a lamentarsi come dice la Bibbia: “Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande, Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata, perchè non sono più”. (Mt 2, 18). E così la situazione della guerra del Golfo. Dopo l’11 settembre e dopo la distruzione dell’Iraq, questo paese grande, che ha formato un ferita nella storia. Tutte queste guerre che abbiamo vissuto in questa regione invitano ad elevare una voce che grida nel deserto implorando il mondo in favore della pace annunciando che le guerre portano alla rovina dell’umanità e alla devastazione della civiltà, all’uccisione dell’uomo, poiché esse sono opera di Satana e non c’è relazione con il Dio Altissimo e Onnipotente Celeste e l’ordine di compiere guerre devastatrici. Il Papa Giovanni Paolo II si è permesso di gridare a tutte le religioni che hanno fede nel potere divino di combattere la corruzione e ha alzato la voce contro la guerra nelle sue varie sue forme. Tornando al discorso sul Papa e sul suo ruolo dall’elevazione al soglio pontificio, voglio portarvi al mio paese, la Siria, dove vivo, per raccontarvi, in maniera breve, dell’effetto della Sua visita storica in tra il 5 e l’8 maggio 2001. Quando ha messo piede sul suolo dell’aeroporto di Damasco, il Presidente siriano Bashar Al-Assad si è rivolto a lui così: “Voi che fate visita in Siria, mettete piede sulla terra della storia, il paese che ha accolto le prime civiltà del mondo ed è stato uno tra i fari della conoscenza che ha dato luce all’umanità nell’arco di molti secoli. Il Papa ha risposto dicendo:“Penso anche alla grande influenza culturale dell'Islam siriano, che sotto la guida dei Califfi Omayyadi raggiunse le coste più lontane del Mediterraneo. Oggi, in un mondo sempre più complesso e interdipendente, è necessario un nuovo spirito di dialogo e di cooperazione fra cristiani e musulmani. Insieme riconosciamo il Dio unico e indivisibile, il Creatore di tutto ciò che esiste. Insieme dobbiamo proclamare al mondo che il nome dell'unico Dio è «un nome di pace e un imperativo di pace». Mentre la parola «pace» echeggia nel nostro cuore, come possiamo non pensare alle tensioni e ai conflitti che da tempo affliggono la regione del Medio Oriente? Spesso sono sorte speranze di pace solo per poi essere distrutte da nuove ondate di violenza! Durante questa visita la Siria si è soffermata su dimensioni diverse, tra cui: il tema di una pace giusta e universale che deve comprendere tutta la regione. Sua Santità quando parla ha in mente i vari conflitti che ha vissuto la regione del Medio Oriente. Poi l’incontro cristiano-cristiano, quando Sua Santità è stata accolta dal Patriarcato di Antiochia, nelle sue due ali: quella Siro-ortodossa e quella greco-ortodossa, come l’autorità cristiana che tiene alta la bandiera dell’amore e della pace a tutti i luoghi da lui visitati, incontrandovi la gente di tutte le religioni e confessioni. La terza dimensione: l’incontro islamo-cristiano sul suolo di Damasco e la sua visita alla moschea Omayyade hanno avuto un significato speciale. Il Papa ha espresso la sua impressione su questa visita dicendo: “sono profondamente commosso per il fatto di poter essere vostro ospite nella Grande Moschea degli Omayyadi, tanto ricca di storia religiosa.” Quando si è parlato della moschea e della chiesa e del loro ruolo nella educazione dei giovani ha detto:“ È nelle moschee e nelle chiese che le comunità musulmane e cristiane forgiano la loro identità religiosa ed è lì che i giovani ricevono una parte significativa della loro educazione religiosa. Quale senso di identità viene instillato nei giovani cristiani e nei giovani musulmani nelle nostre chiese e moschee? Auspico vivamente che i responsabili religiosi e gli insegnanti musulmani e cristiani presentino le nostre due grandi comunità religiose come comunità in un dialogo rispettoso e mai più come comunità in conflitto. È importante che ai giovani vengano insegnate le vie del rispetto e della comprensione, affinché non siano portati ad abusare della religione stessa per promuovere o giustificare odio e violenza.” Il mio vedere come ortodosso la posizione del Papa dopo 25 anni di servizio profetico, mi ha reso testimone oggi davanti a voi che la personalità di Giovanni Paolo impreziosisce la serie dei pontefici romani mediante il suo storico ruolo. Ha inoltre assicurato, nella chiesa cattolica, il Suo interesse per i movimenti laicali e la sua attenzione per ogni nuovo movimento nella chiesa, divenendo in questo modo uno stimolo per milioni di cattolici legati profondamente alle loro chiese, impegnati nel loro servizio portandone il vessillo di verità tra le diverse chiese e religioni. Questo è forse un punto positivo che rende la figura del Papa unica tra i suoi predecessori. In ambito ecumenico, Giovanni Paolo II non si è risparmiato nell’essere uno strumento di incoraggiamento per il cammino cha ha costituito una benedizione per le chiese dalla metà del XX secolo. Ricordiamo a questo proposito la costituzione del Consiglio Mondiale delle Chiese, il Concilio Vaticano II, la costituzione di consigli delle chiese regionali e locali. Con altre iniziative importanti e di incoraggiamento ha, contribuito a rimuovere gli ostacoli tra le chiese dopo molti secoli di divisione. Ma tutto ciò ha bisogno di uomini che sostengano il cammino storico verso l’avvicinamento reciproco e che siano pronti totalmente all’unità di fede tra le chiese. Il Papa Giovanni Paolo II è stato uno di queste personalità importanti, in tutte le chiese cristiane, che ha spinto in avanti la ruota del movimento ecumenico. La sua enciclica: UT UNUM SINT, rende testimonianza del suo ruolo attivo nel cammino ecumenico. E’ necessario che le chiese, e noi stessi, all’inizio del terzo millennio, ascoltiamo il suo invito ricorrente ad fare come nostra caratteristica distintiva l’allontanamento delle divisioni tra i cristiani e ad unire i cuori. Riguardo alla relazioni tra le religioni: questa è un’altra porta che il Papa Giovanni Paolo II ha spalancato. L’incontro di Assisi I, nel’86; gli incontri organizzati ogni anno dalla comunità di Sant’Egidio e l’incontro di Assisi II nel 2001, tutti questi incontri hanno invitato il mondo a pregare e a lavorare per la pace, poiché la pace è la chiave della giustizia in tutte le società. L’influenza del pensiero del Papa rimane in questi incontri la cosa più importante, poiché è guida di tutti gli altri pensieri che hanno dato risultati nell’attuazione della pace voluta da Gesú e dal mondo. Mi permetto di congratularmi con la chiesa cattolica per il Papa Giovanni Paolo II e auguro a Sua Santità lunga vita, per continuare il cammino di servizio e dono.
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