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copco

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  1. Quasi quasi faccio montare la quinta marcia sul mio cinquino. Sulla superstrada SI-FI c'è una lunga discesa sulla quale col vento favorevole potrei sperare di spingerlo fino a 140 Km/h.
  2. Ed infatti quella striscia cromata sulla 147 è l'unico particolare che stona su una linea ben riuscita. Su sta Zafira esibiscono pure dei particolari in plastica cromata, una cosa anacronistica e davvero abominevole che mi fa venire in mente che triste fine faceva la plasticaccia cromata di qualche decennio addietro. L'esterno lo definirei davvero un obrobrio. Francamente anche l'ultima Scénic la trovo peggiorata rispetto alla versione precedente.
  3. Già! La mia tipo di supertecnologico aveva solo l'autoradio Fiat e il servofreno. Niente servosterzo, niente vetri elettrici, niente ABS, niente airbags, niente di niente. Infatti in dodici anni di onorato servizio e strapazzamenti vari si è rotta molto poco. Ah, aveva anche un'altra meraviglia della tecnologia: siccome si trattava di un 1100 Fire allora Fiat pensò bene di piazzarci un vacuometro affinchè ci si desse una regolata onde evitare consumi esorbitanti!
  4. Rimane comunque uno sciacallo perchè approfitta bassamente della tragedia per attaccare la politica di Bush riguardo all'Irak.
  5. A me interessa sapere anche il costo di produzione e come questo ri riflette sul costo dell'auto. Perchè questi motori andranno su auto che VW vuole vendere a tutti. Non si tratta di motori specialistici, e mi chiedo se un motore 1.400 doppiamente sovralimentato per conferirgli 170 CV e una supercoppia già ai bassi regimi costa di più o di meno di un 2000 di paragonabili prestazioni. Poi c'è il discorso affidabilità. Se non devo andare a fare un rally preferisco starmene a casa mia con un motore semplice di cilindrata elevata piuttosto che con un motore elaborato di piccola cilindrata. Cos'è l'innovazione? Beh, può essere tante cose, ma certamente è anche ottenere il massimo risultato col minimo sforzo ed al minimo costo, in termini di prestazioni ed affidabilità. La vera innovazione di VW è l'FSI. La vera innovazione di AR (aspettando il multiair) è il JTS. Allora il paragone va fatto su questi due sistemi spogliandoli di tutti gli orpelli che gli si possono cucire addosso. A meno che le case non intendano mettere sulle auto "per tutti" lo stesso motorazzo che mio nipote ricavò dalla sua Uno 1.400 Turbo allo scopo di decollare e superare i 200 Km/h quando le altre Uno 1.400 Turbo dovevano ancora ingranare la terza.
  6. ...e a questo punto, in Italia, non ha oramai senso comprare un motore di piccola cilindrata e di alta potenza: se si vuole più potenza si va su motori di maggior cilindrata e meno elaborati, con conseguente guadagno in affidabilità.
  7. Lo faceva anche la mia vecchia Tipo dopo pochi secondi dallo spegnimento del motore. Non ho mai capito bene cosa fosse quella specie di ronzio che durava 5-6 secondi, ma non mi sembrava provenire dal motore (benzina) quanto piuttosto dalle sospensioni. Forse qualche meccanismo automatico di recupero del servofreno.
  8. A proposito di sciacalli.
  9. Esatto. E comunque dipende dalle situazioni. Ad esempio se dopo 300 Km a 150 Km/h devo fermarmi a fare benzina faccio una cosa semplice, rallento un paio di chilometri prima del distributore scendendo a 100-110 km/h, in questo modo do il tempo al motore di abbassare la sua temperatura, e quando arrivo al distributore uso molto il freno motore per rallentare ulteriormente, in questo modo il motore si raffredda ancora di più e quando mi fermo alla pompa (o all'autogrill) spengo il motore senza manco farlo girare al minimo. I motori li si può strapazzare a piacimento senza rovinarli, a patto di seguire due buone regole comportamentali: 1) Mai sgasare o tirare quando il motore è freddo. 2) Mai spegnere di colpo il motore dopo una lunga tirata, ossia quando il motore è molto caldo. Specialmente per i motori Diesel dotati di turbina occorre tener presente che questa raggiunge facilmente i 500 gradi. Quando si spegne il motore ovviamente si ferma la circolazione dell'olio. Se si spegne di colpo il motore quando è troppo caldo i cuscinetti e la turbina restano a secco per mancanza di circolazione di olio mentre sono a centinaia di gradi, ma la turbina continua a girare per inerzia ancora per un breve tempo prima di fermarsi, ma in questo breve tempo gira caldissima ed a secco! Dagli oggi e dagli domani alla fine la turbina si fotte. Quindi,a motore troppo caldo, prima di fermarsi occorre raffreddare il motore: lo si può fare o usando molto il freno motore prima di fermarsi, oppure, se ci si ferma all'improvviso, occorre far girare al minimo il motore per solo una trentina di secondi, non di più. Far girare al minimo il motore troppo a lungo mentre la macchina è ferma è controproducente perchè il motore si surriscalda ancora dato che il radiatore non viene raffreddato dal flusso di aria, tant'è vero che lasciando ferma l'auto per troppo tempo col motore al minimo entra spesso in funzione la ventola di raffreddamento del radiatore, ed anche in questo caso tiri un pugno alla turbina se decidi di spegnere il motore.
  10. Mah, se per avere anche un bagagliaio decente hanno dovuto rinunciare un pò alla fiancata slanciata ed alle linee arrotondate pazienza. E' una bella macchina comunque, e la presenza di un bagagliaio decente farà vendere molto di più. La 156, specialmente la sportwagon, avrebbe venduto molto di più se avesse avuto anche un bagagliaio. A mio avviso hanno fatto bene a privilegiare un pò di più la versatilità.
  11. Già negli anni '80 Renault mise in commercio dei modelli che parlavano. "Chiudi bene la portiera", "allaccia le cinture", "cambia le pastiglie dei freni" e roba del genere. Molti dicevano che erano una rottura perchè ripetevano le "intimazioni" finchè non obbedivi o non disattivavi il sistema.
  12. Incredibile. E' esattamente il contrario: il paraflù non ha solo il vantaggio di non congelare al di sotto di 0 °C ma anche quello di non corrodere acidificandosi. L'acqua invece congela e spacchi tutto perchè congelando aumenta di volume provocando microfessure specialmente a livello delle giunzioni, e poi figurati che botta riceve la pompa se tenta di pompare ghiaccio. Inoltre l'acqua col tempo si acidifica ossidando e corrodendo il radiatore (ecco perchè l'acqua diventa marrò: ha della ruggine in sospensione). L'unico motivo valido per mettere solo acqua nel radiatore è quello che ti ha detto Fedelella: per verificare se l'impianto è a tenuta. Ma puoi tenerla giusto per un pò di giorni; dopodichè va tolta e va messo il liquido antigelo. Con l'acqua al massimo va fatto qualche rabbocco. Ed in ogni caso il liquido di raffreddamento va totalmente cambiato ogni due, massimo tre, anni. La tua sfortuna è stata quindi di avere a che fare con gente incompetente e/o disonesta. Con i meccanici devi stare attento: se non hai la garanzia che sono competenti ed onesti è meglio portare sempre l'auto nelle officine delle concessionarie specifiche, nel tuo caso Fiat.
  13. Figa 23 Bona 1381 Bonazza 922 Bella 1078 Bellona 4 Bellezza 540 Schianto 11 Carina 66 Bellissima 56 Brutta 1 Zoppa 21 Vecchia 353 Racchia 2 Passera 868 Passeretta 2 Passerella 19 Troia 856 Vacca 3809 Vacchetta 88 Porcella 245 Porchetta 29 Battona 1 Botta 2687 Bottarella 1 Bottana 10 Battona 1 Bionda 233 Bruna 539 Castana 41 Rossa 278 Nera 81 Arancione 1 Rosa 5803 Bianca 451 Candida 126 Scura 207 Casta 88 Vergine 456 Verde 2391 Avana 8 Viola 5941 Cattiva 1 Generosa 1 Avara 18
  14. Io credo che puntare davvero sul metano dispiace un pò troppo a chi conta; prima di tutto ai petrolieri e poi anche ai governi. Ed a Fiat, in queste condizioni, puntare troppo sui veicoli a metano porta sfortuna e rischia che non appena si distrae andando a finire sul lastrico non si trova un cane disposto a dargli una mano. D'altro canto non è giusto aiutare chi per vendere più veicoli si inventa un'alimentazione a metano che minaccia di mettere in ginocchio la Nazione. Ricordiamoci sempre che i due terzi del prezzo della benzina che paghiamo alla pompa entrano nelle casse dello Stato sotto forma di imposte di fabbricazione (accise) e delle varie una tantum (guerre, terremoti, alluvioni etc.) che sono state equiparate alle accise finendo per diventare una semper e sulle quali si è fatto il miracolo di mettere anche l'IVA del 20 %, ossia una tassa sulle tasse. Il metano è ecologico, è vero. Ma mai e poi mai si possono penalizzare le casse dello Stato in nome dell'ecologia. Semmai occorre fare il miracolo di avere la moglie ubriaca e la botte piena. Matteoli infatti ultimamente voleva sostituire tutti gli autobus nazionali vecchi ed inquinanti, ma non avendo una lira voleva rastrellare i soldi mettendo un'altra una tantum sulla benzina. Peccato che il suo colpo di genio di migliorare l'ambiente rimpinguando le casse dello Stato non sia stato compreso. Troppa gente si è mossa a compassione pensando alle tasche degli automobilisti e strafottendosene dell'ambiente e delle casse statali. Io credo che un utile impiego del metano debba passare attraverso la produzione di energia elettrica. Fiat vada a farsi fottere. Il metano è ecologico, costa poco (in Italia abbiamo gasdotti che arrivano dalla Russia, dall'Olanda, dall'Algeria e se ne prevede uno proveniente dalla Libia) e siamo noi stessi produttori di metano (Val D'Agri in Basilicata, Sicilia, Valpadana): utilizziamolo per abbattere l'importazione di olio combustibile destinato alle centrali elettriche. Così facendo miglioreremmo la nostra bilancia commerciale senza penalizzare le casse dello Stato, che potrebbe continuare indisturbato ad affondare allegramente le sue mani nelle tasche degli automobilisti.
  15. Coccodrillo 6 Tartaruga 22 Iguana 1 Vipera 24 Boa 35 Serpe 305 Anguilla 23 Sarago 63 Tonno 28 Luccio 44 Lampreda 14 Dentice 158 Lutrino 13 Seppia 40 Calamaro 66 Cozza 1080 Escargot 2 Pesce 4693 Pescetti 41 Leone 11669 Tigre 11 Leopardo 44 Pantera 74 Elefante 710 Gattopardo 6 Verme 66 Baco 4 Pulce 6 Mosca 5214 Farfalla 57 Moscone 191 Ape 31 Vespa 610 Grillo 5365 Cicala 1096 Lucciola 121 Calabrone 3
  16. Bee 142 Miao 5 Bau 785 Pio 319 Cip 4 Ciop 1 Coccodè 1
  17. Porco 396 Porcu 3318 Porchetta 29 Porchetti 27 Porcina 34 Porcino 262 Porcello 120 Porcella 245 Porcellino 2
  18. Palle 3 Palla 687 Pallone 310 Palloni 223 Palletta 10 Pallino 23 Pallini 725 Balla 260 Ballina 6 Ballone 236 Balloni 403
  19. Testa 9117 Testone 118 Braccio 200 Braccino 7 Braccetto 7 Braccioni 53 Gamba 2675 Gambone 167 Gambino 3032 Gambazza 158 Gambetta 366 Mano 137 Manone 1 Manina 35 Manetta 389 Piede 8 Piedino 2 Coscia 1185 Coscione 264 Coscetta 26 Guancia 13 Femore 4 Avambraccio 3 Gola 380 Goletta 12 Golina 1 Dito 88 Pollice 379 Indice 15 Anulare 1 Medio 44 Mignolo 56 Alluce 1 Dente 520 Dentino 12 Dentone 94 Incisivo 7 Canino 719
  20. La 126 fu certamente una macchinetta molto razionale, non a caso ebbe un notevole successo. A me però non è mai piaciuto il suo aspetto di scatoletta squadrata. Non capirò mai perchè invece di evolvere il confort, l'abitabilità e le prestazioni della vecchia 500 cercando di mantenerne il profilo si decise di fare invece la 126. Mi piacque invece molto la 500 che sostituì la 126; la trovavo anche più simpatica dell'attuale 600.
  21. Esagerato? Non più di chi fa domande demenziali a chi fornisce risposte demenziali.
  22. Scusa Sarge, ma come hai fatto a ridurti in queste condizioni? Anche qualora facessi lavorare l'auto come un mulo, con un minimo di accortezze è oramai davvero difficile incappare negli inconvenienti da te descritti.
  23. Purtroppo non si può spiegare la sorte della 0,2 gallina senza esplorare brevemente il pensiero che scaturisce in virtù di un sano confronto di idee sulla psicologia cognitiva neuroendocrina integrata al sapere degli antichi. Sarò breve. Che cosa sono le galline? Se nessuno ce lo chiede (verrebbe da rispondere parafrasando la celebre battuta agostiniana sulla natura del tempo), lo sappiamo; se dovessimo spiegarlo a chi ce lo chiede, non lo sappiamo. Sono, le galline, fenomeni essenzialmente fisici o essenzialmente mentali? Se le si considerano come essenzialmente mentali, sono l'espressione delle stesse capacità che si esercitano nella conoscenza e nella scelta, o dipendono da un diverso sistema psicologico, di natura non cognitiva? Sono dei semplici stati di esperienza o hanno un ruolo decisivo nel determinare i nostri pensieri e le nostre opzioni morali? "Nessuna cosa mostra meglio quanto le scienze che ci vengono dagli Antichi siano difettose, di ciò che essi hanno scritto sui polli. Per questo motivo sarò obbligato a scrivere come se trattassi un argomento che nessuno ha mai toccato prima di me" scriveva, 350 anni fa, con un po' di presunzione ma consapevole del gesto fondativo che inaugurava il pensiero moderno, Arturo Palasciano, all'inizio del suo trattato su "I polli alla riscossa". Se è vero che le risposte dei classici antichi non potevano soddisfare l'innovatore genio palascianesco, oggi si riconosce che da quelle idee, integrate al pensiero dei "moderni" la ricerca contemporanea non può prescindere per venire a capo delle complicazioni funzionali e strutturali che costituiscono la sfera dell'affettività umana. Negli ultimi decenni, anche in virtù dell'affermazione della psicologia cognitiva e dei progressi delle neuroscienze, l’avilogia è tornata a interrogarsi sulle galline, confrontandosi con le nuove acquisizioni delle altre scienze e anche con le più significative esperienze nell'ambito artistico. Viene dunque a proposito il volume coordinato e introdotto da Giuseppe Escondido ("Filosofia e galline", Mondadori) per fare il punto sulla questione attraverso una serie di nuovi contributi saggistici. Con "Ipotesi sulla metafisica dei polli", Stefano Bottoni, muovendo da una vasta ricognizione dell’avicoltura più aggiornata, prospetta un'interessante "fenomenologia" della frastagliata e complessa esperienza gallinacea, e mira a una "tassonomia" comunque aperta ("ciò che proviamo è sempre nuovo e, al tempo stesso, sempre classificabile"). Lo studio di Morilde Stefanacci "Genio Alato” ("Le galline morali e l'argomentazione in etica") riflette sul rapporto tra morale ed esperienze avicole. Roana Escargot (" Le pagine sconosciute") illumina questo spazio misterioso in cui si dà la gallina estetica. In quest'ultimo saggio, l'autore di "Geometria dei polli" si avventura in quelle regioni della "natura umana" dalle frontiere indefinite, dominio dell'arte, e tenta una pertinente ritrascrizione della tesi schopenhaueriana sulla superiore universalità delle uova. La produzione di forme ovali costruite come "macchine per generare galline e idee nel tempo", allo stesso modo in cui si parla di "generare" secondo le regole una linea o una figura geometrica "nello spazio". E' vero che il procedimento avviene a un livello diverso, ma anche in questo caso l'elemento sensibile ("estetico" in senso proprio) e quello "intelligibile" si convertono reciprocamente, ed è forse in questa perfetta traducibilità di temporalità e di forme atemporali, che si nasconde - in una confluenza di pollo e ragione – la gallina che dà la musica: essa "ci trasporta nella corrente di un mondo che, da lontano, riconosciamo solo ora come nostro. Da esuli, intravediamola patria sconosciuta, dove non metteremo mai piede e dove godremmo forse di una remota felicità". Di contro alla nostra tradizione di pensiero che ha sempre guardato alle galline con un certo sospetto e avvolgendole di una "presunzione di colpa" (o comunque come sfera passionale da assoggettare alla "ragione"), l'idea "revisionista" che informa implicitamente questi saggi, in cui si accosta con una giusta cautela problematica una zona tuttora in buona parte oscura della natura umana, è quella di "ridare cittadinanza" alle galline. A cominciare da quelle implicate nell'esperienza estetica che, suggerisce Rotei, "ci dice qualcosa il cui senso non afferriamo, ma il cui enigma, qualora fosse risolto, ci direbbe l'essenziale di noi. La risultante 0,2 gallina prende quindi corpo come sublimazione di un elemento sensibile atemporale collocandosi nel pollaio del 1930 del nonno di copco giustificando l’equazione esatta (22 : 100) x 90 = 19,8 galline morte di influenza aviaria. Per questo le galline sopravvissute sono quindi 22 – 19,8 = 2,2 come giustamente fatto presente da Riccardo.
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