Sono d’accordo. Occorre solo un po’ di tolleranza di fronte al fatto che
quando culture, educazioni, abitudini ed umanità diverse si incontrano è
praticamente inevitabile che tutto fili liscio come l’olio. (
L’immigrato che arriva da noi è come un pesce fuor d’acqua così come lo
erano i nostri padri, nonni e bisnonni quando con la valigia di cartone
legata con lo spago arrivavano in Belgio, USA, Svizzera, Germania etc. in
cerca di fortuna. L’immigrato ha bisogno di un po’ di tempo per capire la
cultura e la società che lo ospita ed adeguarsi. Con questa gente occorre
essere severi ma dandogli una mano piuttosto che isolandoli, sia da parte
delle istituzioni che da parte della gente comune, ognuno secondo i propri
mezzi e possibilità. Occorre tenere presente che esiste sempre una
piccola percentuale di individui scorretti; pirati, ladri o assassini che siano.
Ma questo vale sia per gli immigrati che per gli indigeni. Senza
dimenticare che questi individui fuori dal coro, immigrati o indigeni che
siano, sono il prodotto delle società oneste e benpensanti, e se si andasse
a grattare il fondo si scoprirebbe che, nei loro confronti, le società oneste
e benpensanti hanno qualche piccolo debituccio. Quasi mai si nasce pirati,
ladri o assassini; quasi sempre lo si diventa, e lo si diventa se le società
hanno delle pecche o delle smagliature che gli permettono di diventarlo. I
rari casi in cui si nasce pirati, ladri o assassini, se esistono, andrebbero
trattati come viene trattato un individuo che nasce malato.
Purtroppo le società sono imperfette così come imperfetto è l’uomo,
quindi le cose e gli individui che non vanno bene ci sono e sempre ci
saranno. Di fronte a ciò diventa ancora più importante evitare di fare di
tutta l’erba un fascio. Se un immigrato spaccia droga o passa col rosso al
semaforo non significa che tutti gli immigrati fanno la stessa cosa, così
come se un italiano uccide a freddo i carabinieri che gli chiedono i
documenti non tutti gli italiani fanno la stessa cosa. :wink: :wink: :wink: