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copco

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  1. Purtroppo non solo non funziona più il link, ma andando sul sito ho visto che è proprio sparito il t=1585. Peccato! Mi sono perso una potenziale chicca.
  2. Attenzione, probabilmente l'additivo che utilizzavi era solamente lubrificante e non con Octan Booster; quasi sicuramente si trattava di potassio. Gli additivi al Potassio (quelli che si trovano a poco prezzo nei supermercati e dai benziani) lubrificano poco e non modificano il numero d'ottani. Quindi devono essere utilizzati in abbinata con benzine di qualità (Oltre 98 ot.) Gli additivi al Manganese oltre a lubrificare nettamente meglio, quindi a salvarti le sedi valvole, ti alzano il numeri d'ottano di 2/3 punti. Costano di più, ma ne vale la pena :wink:
  3. Mah, a naso direi che sarà un modello vincente. Fiat ha deciso di seguire il trend dominante, ossia quello della due volumi che si avvicina quasi alla monovolume. L'estetica, a mio avviso, non è ancora giudicabile da queste foto. Certo, anche a me piaceva molto la Croma, ma credo che oggi, quando si compra un'auto di un costruttore generalista come Fiat, si guarda più alla praticità d'uso che all'estetica o altro, altrimenti ci si rivolge ad Alfa Romeo, BMW, Jaguar etc. L'importante è che non sia un'auto goffa, perchè di fronte alla bruttezza non c'è praticità d'uso che tenga.
  4. Grazie a tutti. Comunque ho ancora un'altra settimana di lavoro. (
  5. Aeris, la scelta che intendi fare mi sembra logica e fattibile. L'unico problema è avere un pò di tempo e di pazienza per trovare un cinquino accettabile. Artemis ha ragione, se non lo curerai rischierai di doverlo buttare in poco tempo. Ma non bisogna esagerare; se il tuo scopo è quello di girare in città per qualche anno e non di trattarlo come un cimelio basta che ti ricordi di controllare il livello dell'olio di tanto in tanto (una volta ogni due mesi), la pressione delle gomme, assicurarti che quando piove non entri acqua nell'abitacolo, che i freni siano in perfetta efficienza, che le candele siano pulite etc. Ma tutte queste cose non è che ti richiedano chissà quale grosso impegno. Certo, se non sopporterai di vedere un passaruota leggermente ammaccato (quelli del cinquino si ammaccano solo a guardarli) allora lascia perdere. Il tuo scopo è quello di avere un veicolo economico che ti scarrozzi in città, non è quello di curare un'auto storica. Se quando comincerai a guadagnare avrai ancora il cinquino allora ti potrai divertire, se lo vorrai, a rimetterlo in forma smagliante. Prima di allora l'unica cosa alla quale dovrai stare attenta è di fargli la revisione ogni due anni, che sia meccanicamente efficiente e che le strutture portanti non siano compromesse. Se veramente riuscirai a procurarti un cinquino io ti suggerisco di farlo marciare sempre con la V-power. Io ho provato ad additivare la verde, ma a parte il fatto che tutte le volte che fai benzina devi ricordarti di aggiungere un goccio di additivo, non è la stessa cosa. Con la V-power non perde un colpo, parte subito anche a freddo (tirando la levetta dell'aria e ricordandosi di chiuderla dopo mezzo minuto), ha un'ottima ripresa e mantiene il minimo come un orologio. Quando mettevo la verde con l'additivo era un pò fiacca ed avevo sempre problemi di regolazione del minimo, anche col carburatore pulitissimo. La questione del minimo è fondamentale visto che l'uso prevalente è cittadino con molti stop and go: se l'auto mantiene male il minimo è una bella seccatura, perchè o il motore si spegnerà spesso oppure consumerà troppa benzina anche in folle. La V-power costa di più, ma la macchina ha anche un maggior rendimento ed il motore funziona meglio. Una volta che avrai consumato un paio di pieni con la V-power basterà farsi regolare il minimo e l'anticipo ed il motore sarà efficiente per anni. Se avessi la pazienza di fare un pò di conti forse potrei scoprire che usare la V-power costa di meno che usare la verde con l'additivo, anche perchè sono quasi convinto che poichè il motore è più efficiente allora dovrebbe fare più strada con un litro di benzina.
  6. Artemis, il cinquino è tosto. Tu ce l’hai e quindi ne sai qualcosa. E’ una vera macchina nonostante le sue dimensioni striminzite. L’unico lato negativo è che essendo datato pecca in sicurezza. In altre parole non ha l’ABS e non ha gli Airbags. Ma perché? Gli altri macinini stravecchi ce l’hanno? Se gli dai da bere la V-Power corre pure (ma solo dopo aver consumato due o tre pieni di V-Power, come se avesse bisogno di spurgarsi). Quanto alla sicurezza non credo che Aeris si metterà a fare i testa coda. Se pensi che li farà indipendentemente dalla sua volontà allora è un bel guaio. Se Aeris è un soggetto prono ai testacoda involontari allora li farà sia col cinquino che con qualsiasi altro trabiccolo. Capisco le tue preoccupazioni. Comincio ad averle anch’io alla semplice idea di mettere il cinquino in mano a mia figlia quando prenderà la patente. Per fortuna ha detto che si vergognerebbe ad andare in giro con quel macinino. Questione di immagine fra ragazzini. La cosa non mi dispiace perché vorrà dire che dovrà condividere la Scènic con sua madre, o, per essere più precisi, siccome qui con la Scénic arrivi in centro città molto male per via dei parcheggi, vorrà dire che continuerà a prendere il tram o a chiedermi di accompagnarla. Preferisco. Artemis, non hai scelta: Aeris non è una ragazzina e forse il cinquino gli piace pure, ed il macinino che meglio soddisfa la maggior parte dei requisiti che hai elencato rimane il cinquino. Io lo uso tutti i giorni e lo parcheggio all’aperto. E’ più resistente di quanto si possa pensare. E’ uno dei rari esemplari che circolano nei parcheggi della mia azienda, ed un giorno sì e l’altro pure c’è sempre qualcuno che ci lascia gli occhi sopra e mi fa i complimenti. Specialmente gli stranieri di cui la mia azienda è piena. Affrettati, fra un po’ non so se ti basteranno tremila euro per procurarti un esemplare in grado di reggersi in piedi e che non richieda l’intervento del carrozziere. Per trovare un esemplare accettabile forse avrai bisogno di un po’ di pazienza. E poi: una studentessa in medicina che gira col cinquino è una figata. Perlomeno anticonvenzionale.
  7. Stavam sul sito noi di quattrorote Di Fiat a sviscerar dolenti note Tentando di capir l’Alfa Romeo Di Lancia d’arginar lo piagnisteo Decente era dapprima quello posto Con un parlare cheto e ben composto Li tipi strani erranti nel parlare Noi potevamo ancora sopportare Man man che la favella s’allargava Novello e strano volgo v’arrivava S’aggiunse pure qualche incompetente Financo qualcheduno assai fetente Fetente era colui che senza scorno Calava gran person nell’altoforno Di certo era fra tutti lo peggior Ei fuse fresco e cantarel testor Vi fu fermento molto per giemme Volendo lei di Fiat le sue gemme Nell’altoforno arse un gran carbone Per fonder dell’accordo il suo caprone Divenne bella gara ed anco magna La Fiat contro tutta l’Allemagna Lo volgo si divise in due fazioni Con feri colpi e singolar tenzoni Furente v’arrivò come un montone Financo un molto noto gran koglione Menando calci e pugni a chicchessia Sicchè qualcun risolse d’andar via Quell’aria assai così divenne immonda Lo gran rumor si fece baraonda Nessuno a controllar lo gran fetore Svanì lo buon parlar nonchè l’ardore La gente disperata e molto affranta Si rifugiò financo in zona franca Cadendo poi delusa e senza pace Dalla padella nella peggior brace Noi cercavam d’uscir da quell’inferno Regnandovi oramai lo malgoverno Urgeva a questo punto del cammino Un nuovo posto calmo e più carino Lo Fulvio a un certo punto disse calma Vi creo uno posto io; ho io l’arma Ciò detto lui sparì per un pochetto Poi ritornò prendendoci di petto Ragazzi, disse, tiè codesto posto Per ora esso è un pò scomposto Metteteci commenti e desideri Lo chiamerem direi Autopareri Col vostro aiuto e con un po’ d’ardore Sarà lo più bel posto sul motore Qualunque vostra idea è la benvenuta Per aggiustar lo schema e la tenuta Astengansi cafoni e gran carogne Chi sgarra butterò dentro le fogne Non voglio nè carogne e né fetenti Soltanto tipi onesti e brave genti Il primo ad approdar nel nuovo porto Fu lo Velox che con gran conforto Si mise assai d’impegno a moderare Per appianar li moti in questo mare La nuova gente ancora assai irritata S’iscrisse poi di quì alla spicciolata Essendo lei felice e d’ardor mossa Di quattrorote abbandonar la fossa Per le più gran figur d’annoverare Non basta uno spazio grande un mare Per evitar le mie dimenticanze Non faccio nomi e non avrò lagnanze Ma questo posto ha molte gran figure La noia è rara ed il litigio pure Abbiamo un gran bel posto per sognare E il navigar ci è dolce in questo mare La passion vive quì dal 4 Marzo Con gran calore e cotanto sfarzo Il fatto avvenne nel duemilatre Or siamo numerosi e motivè Siam’ottocento ormai ed assai forti Continuano ad arrivare gran coorti E cresceremo ancor costantemente Per lo arrivar di sempre nova gente Siamo alla fin di Luglio duemilaquattro Fra poco vado in ferie quatto quatto Speriamo di far tutti gran vacanze Del divertirci soddisfar speranze.
  8. copco

    hanno chiuso Zona Franca.

    E noi lavoro extra.... :twisted: Io spero di no! ciao ciao!
  9. copco

    hanno chiuso Zona Franca.

    E' un vero peccato che abbiano chiuso zona franca! Era l'unico posto dove potevo monitorare l'andamento della koglionite del koglione! Ora non avrò più sue notizie. La cosa mi rattrista assai. Di iscrivermi sul forum di Infomotori non mi passa neanche per l'anticamera del cervello; per potersi iscrivere sul quel forum ti chiedono in cambio di donare il proprio kulo. Non se ne parla proprio! Speriamo che il koglione torni a postare in Autopareri, così avrò un'occasione in più di divertimento.
  10. Come linea non mi piace granchè. Ottima macchina per quel prezzo. Assicurati che sia veramente nuova.
  11. Mah, non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena. E' vero, le Alfa Romeo costano troppo, o meglio, per quello che costano potrebbero forse offrire qualcosina in più, tuttavia se la politica Alfa Romeo è quella di sollevarsi un pochettino dalla massa non è Alfa Romeo che può adottare una strategia di difesa nei confronti di marchi rampanti come Seat. Non credo che se Alfa Romeo perderà mercato sarà a causa della concorrenza di Seat. Chi compra Seat non compra Alfa Romeo come non compra BMW. Quindi le altisonanti parole del bravo De Silva le trovo poco credibili. Non credo che Seat diventerà mai l'Alfa Romeo spagnola. Per poterlo fare deve aumentare il prezzo (ed il valore reale) dei suoi modelli, ed a quel punto i giovani abbandoneranno Seat per cercarsi qualcos'altro. Per difendersi da Seat Fiat potrebbe offrire versioni sportive, magari tendenti alla spartanità piuttosto che all'opulenza, dei suoi modelli.
  12. Della A112 ho in effetti un'ottima opinione. Poco ingombrante e scattante. L'unico difetto che intravedo è che non mi sembra "old fashion" come le altre auto che abbiamo citato.
  13. R4 e Dyane sono auto favolose. Io metterei in conto anche il Maggiolino, la Fiat 600 e la Mini Minor. Almeno se parliamo di auto economiche. Il massimo della praticità se vivi in un posto con carenza di parcheggi è però il cinquino. Non spenderei grosse cifre. Diciamo che entro i 3.000 euro dovresti riuscire, con un pò di pazienza, a trovare una qualsiasi di queste auto.
  14. copco

    I buchi neri scompaiono?

    Ecco come lo scienziato shizzato andò e tornò dal futuro. Quinta puntata. DIAGNOSI: psico-gastro-entero-diffidenza reiterante. TERAPIA: sparatelo! Un altro libro che deluse Stev66 fu "Dal big bang ai buchi neri" di Stephen Hawking, quello che era considerato il più grande fisico teorico vivente. Stev66 prese l'accendino, si accese una sigaretta e diede fuoco al libro quando a due terzi dell'esposizione l'autore cominciò a speculare sull'esistenza o meno di Dio. Si disse fra sè e sè: diamoci un taglio prima di dover leggere che esiste un Dio che, elucubrazioni alla mano, dimostra l'esistenza di sè stesso. Stev66 conosceva la matematica come le sue tasche, e proprio per questo era molto diffidente nei confronti dei fisici teorici. Era convinto che ognuno era libero di pensare nuova fisica come meglio credeva ma che la grandezza di un fisico si misurava con la sua capacità di dimostrare sperimentalmente la validità della fisica che aveva pensato. Sbizzarrirsi a pensare fisica alla grande era un esercizio divertente, spettacolare ed indubbiamente utile all'umanità. Senza immaginazione non si ottengono idee e senza idee non si va da nessuna parte. Ma pensare fisica e poi aspettare che qualcun'altro ne dimostrasse la validità scientifica era di gran lunga più facile e comodo chè pensare fisica e poi assumersi l'onere di dimostrarne sperimentalmente la validità. Tutti sapevano che il mondo della fisica era pieno di costanti perfettibili (se non addirittura immaginarie), stime e postulati e quindi tutti dovevano essere coscienti che pensare fisica senza dargli poi un avallo sperimentale comportava il grosso rischio di accecare invece di illuminare. Era per questo che Stev66 aveva gran simpatia per tutti quei fisici che avevano lavorato duramente in laboratorio, compresi quelli meno noti che magari avevano speso la loro intera esistenza per dimostrare sperimentalmente una singola idea. Era invece epidermicamente negativo verso quanti avevano ottenuto successo, fama e relative prebende avendo fatto lavorare solo il cervello senza mai sporcarsi le mani. La vera fisica, quella che ci permette di fare dei passi avanti nel nostro modo di vivere e quella che ci apre delle prospettive concrete è quella che si produce sperimentalmente, mentre la pur lodevolissima fisica teorica rimane in balia di potenziali difetti, errori o virus fintanto non gli si dà una conferma sperimentale. Ad esempio Stev66 sospettava che tra i virus che affliggevano la fisica contemporanea ve ne fosse uno particolarmente devastante: se l'insuperabilità della velocità della luce imposta da Einstain si rivelasse un atto di fede diverso dalla realtà l'intero mondo della fisica scoprirebbe d'aver lavorato male per ben un secolo! La relatività conserverebbe sempre la sua piena validità, ma dovrebbe essere ripensata basandosi su un numero diverso da 300.000 Km/s. Dopo Einstain si è accumulata una discreta mole di evidenze a sostegno della relatività ristretta e generale, ma dopotutto nessuno è mai stato in grado di dimostrare sperimentalmente che non sia possibile oltrepassare la velocità della luce. Anzi, negli ultimi tempi era saltato fuori qualche schizzato irrispettoso che sosteneva, prove alla mano, d'aver abbattuto il muro della velocità della luce. La generale accettazione dell'idea che nulla possa viaggiare a velocità superluminali si raggiunse quando si dimostrò sperimentalmente che la velocità della luce non aumentava all'aumentare della velocità della sorgente emittente. Ma per Stev66 questo poteva significare al massimo che la luce non può viaggiare più velocemente di 300.000 Km/s, e gli sembrava strana la generalizzazione che siccome i fotoni non possono viaggiare a velocità maggiori di 300.000 Km/s nulla possa viaggiare a velocità maggiori di 300.000 Km/s! E chi strakakkio sono sti mammasantissima di fotoni? I figli della gallina bianca? Era pur vero che la velocità della luce era una gran velocità e che non s'era mai scoperto nulla di più veloce (se non recentissimamente), ma dopotutto cos'era la velocità della luce di fronte all'universo se non qualcosa di estremamente misero? A Stev66 sembravano già troppi gli 8 minuti che un fotone impiegava per andare dal Sole alla Terra, figuriamoci i 4 anni per andare dal Sole all'altra stella più vicina (Proxima Centauri), i 100.000 anni solo per percorrere il diametro della nostra galassia, i 2,2 milioni di anni per raggiungere la galassia più vicina (Andromeda) ed i 2,2 miliardi di anni per attraversare la Grande Muraglia di galassie. Non solo: dato che esistono galassie lontanissime che si allontanano dalla Terra a 260.000 Km/s, un fotone che tentasse di raggiungerle partendo dalla terra impiegherebbe un tempo superiore a quello dell'età dell'universo (circa 15 miliardi di anni). Questi dati suggerivano a Stev66 che 300.000 Km/s è sì una bella velocità, ma è nello stesso tempo una ben misera velocità pensando che consentirebbe di andare e tornare una o al massimo due volte da una delle stelle più vivine al sistema solare nel corso della nostra vita.
  15. copco

    I buchi neri scompaiono?

    Ecco come lo scienziato shizzato andò e tornò dal futuro. Quarta puntata. DIAGNOSI: eresia schizoide da entero-diffidenza maniaco-depressiva. TERAPIA: catturatelo! Coi loro calcoli i fisici teorici erano in grado di dimostrare tutto ed il contrario di tutto. Accoppiando una matematica pulita con dei postulati sporchi i fisici teorici erano arrivati a dire che esistevano i buchi neri ed i buchi bianchi, la materia e l'antimateria, la gravità e l'antigravità, il tempo e l'antitempo e che, udite udite, nei paraggi dei buchi neri gli elettroni si attraevano invece di respingersi. Non solo: all'orizzonte degli eventi dei buchi neri laddove il tempo si fermava, calcoli alla mano, si erano trovati dei tunnel spazio temporali, e se uno avesse mai l'ardire di ficcarcisi dentro potrebbe comodamente viaggiare avanti o indietro nel tempo a suo piacimento. Ma, nonostante la superba magnificenza del pensiero imperante, stringhe e superstringhe erano ancora degli oggetti che corrispondevano a quello che ai tempi di Democrito di Abdera erano gli atomi: misteriosi elementi base indivisibili della materia. Nel caso dell'atomo si dovettero attendere oltre due millenni prima di capirne la sua vera essenza; a giudicare da come si stavano mettendo le cose c'era il fondato rischio che si dovessero attendere altri due millenni per capire cosa effettivamente fossero le stringhe. Era in pieno corso un lodevole tentativo di sviluppare una teoria universale unificata avente come protagoniste le stringhe, ma per rispettare la teoria della relatività ed il suo stramaledetto postulato dell'insuperabilità della velocità della luce ci si ritrovava ad arrampicarsi sugli specchi di un superspazio a ben dieci dimensioni brancolando nel buio senza riuscire a scorgere una dignitosa via di uscita. I ricercatori preferivano imbarcarsi in un assurdo e farraginoso superspazio a dieci dimensioni (di cui sei arrotolate e compattate in modo da risultare inosservabili) pur di non ammettere l'esistenza dei tachioni la cui unica colpa era quella di viaggiare a velocità superluminali e quindi di minare le fondamenta dell'intoccabile pensiero di Mammasantissima Don Albert Einstain senza scappellarsi e senza manco baciargli prima le mani e i piedi non prima d'avergli leccato l'innominabile. Stev66 era inviperito: tutta la scienza ufficiale remava contro quello che a lui stava più a cuore, ossia poter viaggiare a velocità elevatissime con l'obiettivo di sfondare il muro del tempo. Ma la cosa più spettacolare partorita dalle più potenti menti pensanti della fisica erano i wormholes, ossia dei cunicoli scavati dai buchi neri attraversando i quali si usciva dal nostro universo per entrare in un altro. A Stev66 gli giravano le palle e pacatamente pensava: ma perchè non vedete un pò d'andare tutti quanti a farvi fott...biiip...ere? Animato da grande entusiasmo e da grandi aspettative leggeva quasiasi argomento avesse a che fare con l'universo, rimanendone a volte deluso. La versione divulgativa della relatività di Albert Einstain gli era sembrata disgustosa e fu continuamente tentato di buttare il libro nel cesso a causa della spiacevole sensazione che Eintain esprimesse di proposito il suo pensiero in maniera criptica per trasformare cose semplici e comprensibili ai più in cose complesse ed incomprensibili anche ai meno della ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Ma di cosa aveva paura Einstain? Aveva forse paura che se avesse messo in grado tutti quanti di capire avrebbe aumentato le probabilità che sbucasse fuori dal nulla un qualche sagace dotato di palle e privo di peli sulla lingua che gli avrebbe potuto gridare alto e forte "non diciamo fesserie"? Chi scrive un libro divulgativo non può lasciare lo stile ai sarti ma deve fare dello stile uno strumento fondamentale di comunicazione. Einstain ebbe il colpo di genio di lasciare lo stile ai sarti riempiendo così il mondo di sarti che lo ritenevano il più grande pensatore di tutti i tempi: le cose che non si capiscono appaiono geniali mentre in realtà le cose geniali sono quelle più semplici alle quali normalmente non si pensa. Per Stev66 Einstain divenne quindi un tipo losco: il suo linguaggio criptico aveva forse lo scopo di nascondere l'originalità e la validità del suo pensiero. In seguito, continuando ad appassionarsi di fisica, Stev66 depennò Einstain dalla sua lista personale delle menti brillanti quando si avvide che egli aveva solo preso i sudati dati di alcuni fisici sperimentali per costruirci sopra una teoria della relatività che in realtà era già nota ai fisici del suo tempo. L'unico merito di Einstain fu quello quasi contabile di mettere insieme in maniera organica i dati e le idee che supportavano la relatività, mentre un suo demerito certo fu quello di speculare in maniera a volte sperticata su dati sperimentali sudati da altri, ed in un caso particolare fu costretto a riconoscerlo lui stesso. Stev66 non accettava che si potessero usare postulati sporchi per sprecare un pensiero pulito, figurarsi se poteva accettare che si usassero dati puliti per produrre un pensiero sporco.
  16. copco

    I buchi neri scompaiono?

    Ecco come lo scienziato shizzato andò e tornò dal futuro. Terza puntata. Dentro il cuore dei buchi neri: singolarità o capocchie di spillo? Quanti più dati vengono accumulati da astronomi, astrofisici e cosmologi tanto più viene avvalorata l'ipotesi che il nostro universo sia nato una o due decine di miliardi di anni fa da una grande esplosione di un qualcosa di preesistente. Che cosa fosse questo qualcosa rimarrà per sempre un mistero, quindi ognuno potrebbe farsi una sua idea personale, ed in proposito tutte le idee sarebbero equivalenti in quanto non verificabili sperimentalmente. Stev66 pensava che il nostro universo fosse nato da uno preesistente che stava collassando in un grande buco nero, solo che questo buco nero è esploso quando la sua massa ha raggiunto un valore limite oltre il quale il buco nero non poteva più esistere. A stev66 non gliene poteva fregar di meno di sapere da dove avesse avuto origine l'universo precedente al nostro: alla religione preferiva la scienza. Per lo stesso motivo gli stavano simpatici quei gaglioffi che spiegavano l'origine della vita sulla terra con l'arrivo di una spora dallo spazio. Sempre meglio di quegli stregoni che mettevano in pentola acqua, ammoniaca, metano, anidride carbonica, acido solforico, un po di sale, un po di pepe, un filo d'olio extravergine d'oliva e poi giù scariche elettriche e raggi ultravioletti a scatafascio fintanto non si formava una manciata di molecole organiche di tipo peptidico glucidico e nucleotidico che dovevano essere le pietre da costruzione delle cellule viventi. Cellule viventi mai ottenute! Pretendere di costruire in pentola quello che la natura, da qualche parte nell'universo, aveva impiegato miliardi di anni a costruire puzzava di sterminata presunzione. E' possibile che il nostro universo sia formato non solo dalla materia e dall'energia prodotte dal big bang, ma anche da materia ed energia residue dell'universo precedente che non erano ancora precipitate nel buco nero. Dei buchi neri si conoscono solo alcune proprietà. Su che cosa sia realmente un buco nero, ed in porticolare cosa contiene al suo centro, è e rimarrà un mistero. Fra qualche migliaio di anni, se l'umanità progredirà invece di regredire, la matematica e la fisica saranno talmente perfezionate che è probabile si possa dare una illustrazione teorica incontrovertibile dei buchi neri. Per quanto riguarda il cuore dei uchi neri le nostre conoscenze attuali ci permettono solo di fare delle congetture più o meno plausibili. Sappiamo che se gli spazi interatomici venissero eliminati, la dimensione del pianeta terra assumerebbe quella di un arancio; un arancio di massa simile a quella della terra e composto solo dai neutroni e dai protoni di tutti i nuclei atomici della terra. Bene: un pezzo di nocciolo di buco nero avente massa uguale a quella del pianeta terra ha le dimensioni di una testa di spillo, o almeno questo era quello che pensava Stev66. Infatti i protoni ed i neutroni sono a loro volta composti da particelle subnucleari fra le quali c'è ancora molto spazio, e le particelle subnucleari sono fatte da particelle ancora più piccole fino ad arrivare ai componenti base veramente indivisibili della materia. Eliminando gli spazi fra queste particelle si ottiene la materia di cui sono fatti i buchi neri. Stev66 non sapeva descrivere bene la materia di cui questo pezzo di buco nero era costituito, ma gli piaceva l'idea delle stringhe, ossia dei componenti subnucleari più piccoli che l'umanità riusciva a immaginare. Buona parte dei fisici teorici moderni direbbe che la materia di un buco nero è una singolarità, ossia un punto infinitamente piccolo privo di dimensioni avente massa immensa. Stev66 considerava le singolarità come il risultato di calcoli matematici e fisici la cui correttezza era incerta, e di fronte ad esse si ricordava sempre di una frase comune fra i biochimici: don't waste clean tinking with dirty material (se si pianifica un esperimento occorre stare attenti a "non sprecare pensiero pulito con materiale sporco" altrimenti alla fine si è fortunati se non si arriva ad alcuna conclusione oppure si è maledettamente scarognati se si ottiene un risultato che sembra vero ma che in realtà qualcuno prima o poi dimostrerà che è falso). La fisica era piena zeppa di un pensiero pulito avente la matematica come strumento di espressione, ma molto di questo pensiero pulito rischiava di essere sprecato a causa dell'uso di un materiale sporco rappresentato da una molteplicità di costanti perfettibili, postulati e stime in cui potevano annidarsi errori più o meno marchiani. Non a caso nessuno riusciva ad elaborare una teoria universale unificata nonostante tutti ci provassero forsennatamente. Questo era per Stev66 un continuo monito che lo rendeva sospettoso, diffidente e guardingo nei confronti delle affermazioni delle menti famose. I tipi che gli ispiravano maggior fiducia rimanevano Niccolò Copernico (1473-1543), Galileo Galilei (1564-1642), Giovanni Keplero (1571-1630), Isaac Newton (1642-1727), James Maxwell (1831-1879), Max Planck (1858-1947), Niels Bohr (1885-1962), Edwin Hubble (1889-1953), George Gamow (1904-1968), Abdus Salam (1926-1996), e tutti i filosofi ed i matematici in generale.
  17. Caro GioFX, sul numero di questo mese (Luglio) di Automobilismo dedicano un intero dossier (16 pagine!) alla Fiat Stilo. Gli ho dato solo uno sguardo ed ho capito che la Stilo non è una macchina ma una "signora" macchina. Il sistema Connect è disponibile anche con i comandi vocali. Riporto: ...l'innovativo sistema telematico Connect, che non è solo un'autoradio, un telefono cellelare, un navigatore satellitare, ma è un autentico compagno di viaggio che offre l'ampia gamma dei servizi di mobilità previsti da Targasys e dispone di un sitema audio CD capace di riprodurre anche i file musicali MP3. Connect è disponibile in due versioni, Nav e Nav+, quest'ultimo dotato di navigatore a mappe, anzichè a pittogrammi e arricchito dai comandi vocali. All'autoradio con lettore CD o al sistema telematico Connect si può aggiungere un impianto acustico composto da otto altoparlanti e da un subwoofer con amplificatore da 100 Watt integrato nel vano bagagli e capace di riprodurre le frequenze più basse. L'intero sistema ha una potenza di 260 Watt. Il sistema Hi-Fi è caratterizzato da una tecnica raffinata, il cosiddetto Sound System, capace di offrire una riproduzione di alta qualità: un processore del segnale integrato regola automaticamente i bassi in modo da renderli sempre perfetti a qualsiasi volume. Più sofisticato del semplice controllo del volume dei sistemi tradizionali. Il dispositivo garantisce un suono sempre naturale e di alta qualità. Inoltre, un circuito di equalizzazione attiva garantisce un ottimo bilanciamento elettronico automatico dell'uscita di tutte le frequenze, grande equilibrio e chiarezza di tono in tutta la gamma audio. Che vuol dire poter godere di riproduzioni musicali impeccabili in ogni condizione di marcia, senza dover armeggiare con i comandi. Nel dossier c'è un ampio listino di tutti gli accessori ed optionals per le varie versioni della Stilo: Navigatore a pittogrammi: 1.950 (disponibile su Activ 3 e 5 porte/MW e su Dynamic 5 porte/MW) Navigatore a colori: 2.240 ( disponibile su Dynamic 5 porte/MW, su GT 3 porte e su Abarth) Modulo comandi vocali: 220 (disponibile su Activ 5 porte/MW e su Dynamic 5 porte/MW)
  18. Mah, se un'auto è bella non credo che rimanga svalutata se viene riproposta in scala diversa su altri modelli. E non credo che sia questo tipo di cose che limita il successo di una casa; Audi e BMW insegnano. Non mi preoccuperei più di tanto. Personalmente apprezzo l'idea di differenziare i modelli, ma si tratta anche di un'idea che può produrre auto brutte o insignificanti. Credi che se la 166 fosse stata uguale alla 156 come forma e proporzioni avrebbe svalutato la 156 o avrebbe avuto meno successo della 166 attuale?
  19. Poscia, più che 'l dolor, poté 'l digiuno". Quand'ebbe detto ciò, con li occhi torti riprese 'l teschio misero co'denti, che furo a l'osso, come d'un can, forti.
  20. No, non mi sono mai assentato; sto solo partecipando di meno per cause di forza maggiore.
  21. Sono una manica di farabutti dormiglioni!
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