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Marchionne: "Senza l'Italia"
nella discussione ha aggiunto ferro33 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
Marchionne: "Senza l'Italia il Lingotto farebbe meglio" L'ad intervistato a "Che tempo che fa": "Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo arriva dal nostro paese". Poi smentisce l'impegno in politica: "Io faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori". Mano tesa sugli stipendi: "Pronti ad adeguarli a quelli dei paesi vicini" ROMA - "La Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia". E' quanto ha detto l'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne, ospite della trasmissione "Che tempo che fa", condotta da Fabio Fazio. "Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 - ha concluso - arriva dall'Italia. La Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre". "L'Italia è al 118/mo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48/mo posto per la competitività del sistema industriale", ha aggiunto Marchionne. "Siamo fuori dall'Europa e dai Paesi a noi vicini - ha proseguito - il sistema italiano ha perso competitività anno per anno da parecchi anni e negli ultimi 10 anni l'Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri Paesi, non è colpa dei lavoratori". Guardando alla classifica indicata, il manager ha commentato: "Non possiamo ignorarla, qualcosa bisogna fare, perchè non c'è nessuno straniero che investe qui". "Gli attacchi verso la Fiat di questi giorni - ha aggiunto - sono fuori posto e non aiutano a richiamare investimenti nel nostro paese dall'estero ". Marchionne ha poi smentito le voci che lo indicavano pronto a "scendere in politica". "Ma scherziamo? Io faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori", ha detto rispondendo ad una domanda. "Leggo il giornale tutti i giorni alle 6 - ha proseguito Marchionne a cui era stato chiesto di spiegare la recente affermazione secondo cui in Italia erano state aperte tutte le gabbie ed erano scappati tutti gli animali - ne escono di tutti i tipi, c'è una varietà di orientamenti politici e sociali incredibile, tutti parlano e non si capisce dove va il Paese". Tuttavia in questa situazione Marchionne ritiene che "si può avere fiducia nell'Italia, credo di sì, ci sarebbero soluzioni più facili, ma credo che sia possibile costruire qui una condizione diversa, sennò non mi sarei mai impegnato". Alla domanda di Fabio Fazio se c'è da fidarsi del futuro in Italia, Marchionne ha risposto:"Credo di sì. Credo che sia possibile creare una realtà diversa. In Italia le potenzialità ci sono, i problemi ce li creiamo noi". L'Ad della Fiat ha parlato anche delle vertenze in corso e in particolare della questione "pause". Il sistema di 3 pause ogni 10 minuti anzichè 2 da venti proposto per Pomigliano e Melfi è "già applicato a Mirafiori". "Fa parte degli sforzi - ha aggiunto Marchionne - per ridisegnare il processo di produzione, e i 10 minuti che si perdono sono pagati". Il Gruppo Fiat è pronto a portare i salari degli operai "ai livelli dei Paesi che ci circondano". Commentando la recente proposta di accorciare le pause di lavoro nello stabilimento di Melfi, Marchionne ha ricordato che si tratta di un progetto "disegnato per dare all'Italia la capacità di poter competere con i Paesi da cui siamo circondati. In cambio - ha proseguito - sono disposto a portare il salario dei dipendenti ai livelli dei Paesi che ci circondano". La situazione, ha poi precisato, "cambierà se arriveremo ai livelli competitivi degli altri". "Stiamo cercando - ha aggiunto - di creare le condizioni per aumentare questi 1.200 euro e il dialogo con i sindacati è assolutamente chiaro su questo". Marchionne ha poi ricordato che "colmare il divario con gli altri Paesi" per la Fiat è "un compito" per il quale però serve "la collaborazione di tutti". "Quando tre operai - ha detto, ricordando la vicenda di Pomigliano - fermano la produzione è anarchia e non democrazia". "La proposta che abbiamo fatto è dare alla rete industriale di Fiat la capacità di competere con i Paesi vicini a noi, in cambio io sono disposto a portare il salario dei dipendenti a livello dei nostri Paesi vicini". "Il salario cambierà - ha aggiunto - se cambierà il sistema di produzione in Italia, può darsi che sia un cambiamento difficile da sopportare, ma vogliamo migliorare i 1.200 euro di stipendio ai dipendenti". Parlando poi delle organizzazioni sindacali, riferendosi alla Fiom Cgil, Marchionne ha spiegato che "meno della metà dei nostri dipendenti appartiene a una sigla sindacale". Dopo aver spiegato che "più della metà non è iscritta al sindacato", Marchionne ha aggiunto che il 12,5% dei dipendenti è iscritto alla Fiom". "A Pomigliano - ha aggiunto - non abbiamo tolto il minimo diritto, abbiamo cercato di assegnare la responsabilità della gestione di uno stabilimento ai sindacati per gestire insieme a loro le anomalie". E ha poi aggiunto: "Quando il 50% dei dipendenti si dichiara ammalato in un giorno specifico dell'anno, vuol dire che c'è una anomalia". Alla domanda sul giorno in cui avviene tale anomalia, Marchionne ha replicato: "Dipende da che partita c'è". Marchionne ha comunque smentito possibili dismissioni delle aziende campane: "Se la Fiat dovesse smettere di fare auto in Campania, avremmo, credo, un problema sociale immenso, specialmente in una zona dove la Camorra è molto attiva". "Considerando l'indotto, lavorano 20 mila persone", ha spiegato per indicare la dimensione del problema. Riferendosi alla missione de Lingotto in zona, Marchionne ha criticato l'atteggiamento "dei sindacati che ci criticano". Riguardo alle richieste sindacali di conoscere il piano dei nuovi modelli previsti, l'ad di Fiat ha replicato: "Di nuovi modelli ne abbiamo quanti se ne vuole, dobbiamo però dare ai nostri stabilimenti la possibilità di produrre ed esportare, gli impianti devono essere competitivi, altrimenti non possono produrre e vendere niente". Marchionne ha poi confrontato l'Italia con la Polonia, dove: "I nostri 6.100 dipendenti producono oggi le stesse auto che si producono in tutti gli stabilimenti italiani". Marchionne è poi intervenuto sulle accuse alla Fiat di essere un'azienda "assistita dallo Stato": "Qualsiasi debito verso lo Stato è stato ripagato in Italia, non voglio ricevere un grazie, ma non accetto che mi si dica che chiedo assistenza finanziaria. E tra il 2008 e il 2009 la Fiat è stata l'unica azienda che non ha bussato alle casse dello Stato, diversamente da quanto fatto da molte concorrenti europee". "La Fiat - ha spiegato Marchionne - ha collaborato con lo Stato per costruire il futuro industriale del Paese, e oggi ha collaborato con il governo Usa per salvare Chrysler". Secondo Marchionne, quel tipo di collaborazione Stato-Industria esiste in tutti i Paesi del mondo, l'importante è ripagare i prestiti e che lo Stato non diventi "gestore delle società". Riferendosi a Chrysler, Marchionne ha precisato che "noi stiamo risanando l'azienda e pagheremo il debito". Riguardo all'Italia ha invece indicato che "noi non abbiamo chiesto finanziamenti come invece hanno fatto i tedeschi e i francesi, e gli incentivi sono soldi che vanno ai consumatori, e aiutano noi indirettamente perchè in Italia sette auto su dieci sono straniere". Dure reazioni alle affermazioni dell'Ad della Fiat: "Le parole di Marchionne sono ingenerose nei confronti dell'Italia e dei lavoratori che hanno contribuito a fare grande la Fiat. L'azienda è nata e cresciuta nel nostro paese più di 100 anni fa, e se oggi è una multinazionale di successo è anche grazie a questo inizio." Lo afferma Cesare Damiano, capogruppo in commissione Lavoro del Pd. "Nel mercato globale la sfida della competitività è continua. Chi oggi guadagna domani può perdere e viceversa per questo non è condivisibile una logica che allude ad un potenziale taglio di rami secchi basato su un risultato di conto economico. Noi - continua Damiano - siamo per accettare la sfida che Marchionne propone, ma non condividiamo la filosofia che sottende. Le imprese devono fare profitti per avere un futuro, ma hanno anche una responsabilità sociale." "Il governo si svegli e reagisca e, come hanno fatto tutti i paesi industrialmente avanzati, si doti di una politica industriale per i settori strategici capace di sostenere innovazione e ricerca. Questo vale anche per l'auto e per i veicoli industriali e commerciali." "Il Partito democratico si batterà contro una scelta che possa "tagliare" l'Italia e chiede l'attuazione del piano d'investimenti promesso dal'azienda". conclude Damiano. Anche i sindacati, con diverse sfumature, criticano pesantemente le parole dell'Ad Fiat. Sergio Marchionne parla "come se la Fiat fosse una multinazionale straniera che deve decidere se investire in Italia", attacca Giorgio Airaudo, responsabile del settore auto della Fiom Nazionale. "Marchionne - dice Rocco Palombella, segretario generale della Uilm - deve evitare di continuare ad umiliare i lavoratori e il sindacato che si è assunto la responsabilità di gestire anche accordi difficili". Palombella invita il manager del Lingotto "a chiarire una volta per tutte quale sia la reale intenzione della Fiat. Se vuole davvero invertire il rapporto tra la quantità di auto prodotte all'estero e quelle fabbricate in Italia - osserva - deve smetterla di fare dichiarazioni che sono la negazione di ciò. Un gruppo industriale che chiede responsabilità e consenso non può continuare a dire che dell'Italia non sa che farsene. E' un errore strategico". Per Bruno Vitali, responsabile Auto della Fim, "Marchionne deve credere di più nell'Italia e smettere di tenere tutti appesi. Ha sempre detto che qui perde, ma se investirà anche l'Italia genererà profitti come avveniva prima della crisi. Gli impianti sono nuovi e i lavoratori sono pronti a fare la loro parte". Apprezzabile, sostiene Vitali, l'idea di monetizzare con aumenti salariali l'incremento di efficienza nelle fabbriche. "Io mi accontenterei che i lavoratori avessero il premio di risultato tagliato a luglio", osserva Airaudo che critica l'idea che "competitività e produttività si recuperino intervenedo sul fattore lavoro". Il segretario della Fiom precisa che a Mirafiori non è già in vigore il sistema di pause di 3 pause di 10 minuti anzichè quello di 2 da venti proposto per Pomigliano e Melfi. "E' curioso comunque - ironizza - che in uno stabilimento che fa tre settimane di cassa integrazione al mese si considerino utili dieci minuti in più di produzione". E in serata ha parlato anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: "L'Italia è un Paese che già ha dimostrato l'attitudine ad evolvere verso una maggiore competitività nel rispetto dei diritti dei lavoratori incluso il diritto ad incrementi salariali legati a una maggiore produttività. E se è legittimo da parte di Marchionne invocare maggiore produttivita", è anche vero che "la maggioranza delle organizzazioni sindacali e le istituzioni si sono già rese concretamente disponibili ai necessari cambiamenti". "Marchionne - commenta Sacconi - ci ha ricordato che Fiat oggi è un Gruppo multinazionale con stabilimenti distribuiti in diverse dimensioni economiche e sociali. Noi ricordiamo a lui che l'Italia è il Paese di storico insediamento del Gruppo automobilistico ove ha depositato impianti e soprattutto un grande patrimonio di esperienze e professionalita". (24 ottobre 2010) © Riproduzione riservata -
Ancient Grease: Inside the Midwest-Bayless Fiat Shop - Feature Building a parts empire for Italian jobs in Columbus. BY PHIL BERG, PHOTOGRAPHY BY ROY RITCHIE September 2010 Last year, Matt and Marnie Brannon inherited nine semi-truck loads of Fiat sports-car and sports-sedan parts from Bayless Racing, a fondly remembered Fiat parts and service specialist founded in Georgia in 1970 by Art and Susan Bayless. The Brannons had started an online Fiat X1/9 store in 2004. By 2006, both were working full time at their rapidly expanding Midwest X1/9 company in Columbus, Ohio (800-241-1446; www.midwest-bayless.com), shipping parts all over the world for the two-seat, mid-engine sports car. The semi-trucks deposited the Bayless stuff into a new building purchased last year that includes 10,000 square feet of parts storage on shelves and about 10,000 square feet of service, workshop, and car-storage space. Here, the new Midwest-Bayless outfit produces 30 different types of fiberglass body parts, rebuilds engines, restores complete cars, and stores and sells body and mechanical parts for any year Fiat sold in North America. Here’s a conversation we had with Matt: Why are there four Yugos parked in front of your Fiat emporium? Yugo is all Fiat underneath. When Yugo went out, a lot of dealer inventory was available. Hard mechanical parts like control arms, bushings, and transmission components all interchange with the Fiat 128 and X1/9, but when we bought inventories from dealers, we’d also end up with Yugo seatbelts, Yugo air filters. We probably have one of the bigger Yugo collections in the country, but demand is just nil. Fiat 128 Still. Four Yugos? More people comment and give me high-fives on the Yugos than all of my hot-rod X1/9s combined. They just think it’s the funniest awesome car. Where do you get your parts? In many cases, we have sources in Latin America and Europe. There were like six million of these [sOHC four-cylinder] drivetrains made, shipped all over the world. There are still companies making seals and pistons and rings. Are you a junkyard picker? There’ve been only one or two junk Fiats that I’ve passed up. It’s a finite resource. Eighty percent is going to be dog crap, but it’s going to have cherries in it. We found one inventory that had been sitting in a school bus in Pennsylvania for probably 25 years, right across the river from a steel plant. Everything was covered in soot, but all of it was new old stock. We were doing jumping jacks, back flips. Why do you like Fiats? A modified single-cam engine can rev to 8500 rpm. This is why I have such appreciation for Fiat—to have the independent suspension of an X1/9 on a pedestrian car in 1973 was years ahead of anyone. Fiat X1/9 What’s your diagnosis of Fiat in the United States the last time around? Fiat never had a dedicated dealer network. In one town, Fiats were serviced by the Pontiac dealer, in another, by Oldsmobile—who were, at heart, domestic-iron guys. Dealers would overtighten the timing belt, then the belt would break. The dealers would leave an air pocket in the cooling system when they flushed it, and the car would overheat. To work on the Fiat’s electronic fuel injection in 1980, when every American car had a carburetor, was witchcraft to the dealers. Look at Fiat everywhere else in the world—it didn’t have reliability problems. The new, dedicated dealerships should solve that issue. Who else still likes Fiats? Odd places like Huntsville, Alabama, have a lot of them. Because NASA is there. Rochester, with Eastman Kodak, has a lot of Fiats. Little pockets all around the country are where you find them. Las Cruces, New Mexico, has Fiats. That’s where the Los Alamos missile testing happens. Fiats sold in high-tech places—it was the thinking man’s car.
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Il consorzio AnsaldoBreda (gruppo Finmeccanica)-Bombardier si è aggiudicato la gara da 1,2 miliardi per fornire a Trenitalia 50 nuovi treni per l'alta velocità. L'offerta é risultata quella con il punteggio più alto rispetto a quella della concorrente Alstom, che invece produce i treni al alta velocità di Ntv. L'assegnazione definitiva avverrà dopo il previsto vaglio del cda di Trenitalia che si riunirà il 5 agosto. Erano molto stringenti le clausole imposte da Mauro Moretti nel capitolato della gara. Tanto che, su richiesta dei costruttori, era slittato dal 10 marzo al 20 aprile il termine per la presentazione delle offerte. All'epoca i costruttori chiesero una serie di precisazioni e proposte di modifica al capitolato. Trenitalia ha ricordato che la gara si basava sulla valutazione di una offerta con parte tecnica fino a 70 punti e parte prezzi fino a 30 punti. La commissione ha rilevato che il miglior punteggio è stato conseguito dall'Ati AnsaldoBreda/Bombardier sia per l'offerta tecnica che per quella prezzi. Nel dettaglio i punti ottenuti da Ati sono stati 56,533 per la parte tecnica e 28,88 per la parte prezzi (prezzo per treno 30,800 milioni di euro); a fronte dell'offerta Alstom che ha ottenuto 50,795 per la parte tecnica e 28,61 per quella relativa al prezzo (prezzo per treno 35 milioni di euro). Il Sole 24 Ore
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Mr. V6 Busso, hai espresso perfettamente quel che penso anche io. Spero che tutti si rendano conto al piu' presto di quello che i "prenditori" italiani ci stanno preparando per i prossimi anni. tempo fa' lessi un post (credo di Duetto) dove si diceva che "ricorderemo Marchionne per colui che ha affossato Alfa Romeo", credo che dovremmo "allargare" la definizione: i posteri ricorderanno Marchionne come "colui che affosso' l'Auto Italiana"
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Per la mia Scenic del 2007, con freno elettrico, non ho ancora ricevuto nessun avviso, Devo attivarmi io? Mi consigliate di chiamare Renault?
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E' solo il capitolo 2: azione (sposto la Produzione, chiudo la Fabbrica), reazione (politici e sindacati), nuovo referendum, minori diritti dei lavoratori, ritorno (per quanto ancora?) della produzione di L0 a Mirafiori.... Capitolo 3: Melfi Capitolo 4: Cassino... tra 4 o 5 anni solo le briciole resteranno in Italia
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01/06/2010 11:24 Fs: Moretti, per gara Tav selezionate Ansaldo-Bombardier e Alstom (RCO) (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 01 giu - Per la gara da 1,2 miliardi sui nuovi treni ad altissima velocita' "abbiamo ricevuto molte offerte e, tra le molte, sono state selezionate il Consorzio AnsaldoBreda-Bombardier e Alstom". Lo ha dichiarato Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, in occasione di una conferenza stampa. Si tratta, ha aggiunto, di treni ad "altissima velocita' che vanno a 400 all'ora".
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Marchionne rilancia Fabbrica Italia "Bisogna superare interessi personali"
nella discussione ha aggiunto ferro33 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
L'ad Fiat a Toronto: «Dialogo costruttivo con tutte le parti» «La realizzazione del piano Fabbrica Italia è essenziale per assicurare il futuro della base manifatturiera italiana, per renderla più efficiente e competitiva e per favorire nuovo sviluppo». L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, cerca consenso intorno al progetto Fabbrica Italia e chiede che vengano accantonati gli interessi personali. Da Toronto, Marchionne non nasconde neanche le proprie preoccupazioni sugli effetti che la crisi della Grecia e del debito in Europa potrebbero avere «sulla ripresa economica globale» ma anche sullo stesso Vecchio Continente che «ancora una volta» rischia di «rimanere indietro rispetto al resto del mondo» in termini di crescita. Intervenendo alla St. Francis Xavier University, Marchionne mette in evidenza come il piano Fabbrica Italia «punta ad attuare soluzioni definitive alla debolezza del complesso industriale di Fiat in Italia». Il progetto «riduce il numero dei siti manifatturieri in Italia da sei a cinque», portando la capacità a un livello ottimale: questo «è l’unico modo per garantire un futuro solido per Fiat e per la sua base manifatturiera in Italia». «Quello di cui abbiamo bisogno è superare gli interessi personali: ritengo che un dialogo costruttivo sia necessario e possibile. Soluzioni accettabili possono essere trovate. Ma è necessario che tutti quelli coinvolti si sentano parte del processo e nel trovare una soluzione piuttosto che creare ostacoli lungo la strada. Per questo motivo abbiamo chiesto ai sindacati di rinegoziare accordi con non sono più adeguati» con le attuali esigenze. Ci auguriamo che l’Italia diventi esempio di come il cambiamento può essere raggiunto con successo». Per quanto riguarda l’alleanza con Chrysler, Marchionne sottolinea che i destini delle due società sono «inestricabili» e ribadisce gli obiettivi fissati nel piano industriale di novembre. A margine dell’intervento alla National Dinner dell’università di Toronto, scelta per studiare da suo figlio Alessio, Marchionne si mostra possibilista sull’eventualità di un ritorno in Borsa della casa automobilistica americana nel 2011. «I risultati ottenuti nel primo trimestre 2010 - aggiunge Marchionne - sono una prova evidente del fatto che i target 2010 sono raggiungibili». Nel corso del suo intervento si sofferma anche sull’attuale crisi europea. Ammettendo di essere tornato sui propri passi e di ritenere che situazioni eccezionali, come quelle create dalla crisi 2008, richiedano risposte eccezionali, come l’intervento dei governi, Marchionne osserva che in Europa con la crisi della Grecia è stato riproposto lo stesso modello di interventi pubblici tentato con l’industria automobilistica, «quando ogni stato membro ha seguito il proprio corso, fornendo in alcuni casi aiuti diretti alle case automobilistiche nazionali». Alcuni hanno lamentato - spiega Marchionne - che senza aiuti ad Atene si sarebbe potuta scatenare una serie catastrofica di eventi. Il processo per raggiungere un accordo sul pacchetto di salvataggio «è stato caratterizzato da incertezza e nazionalismo. Anche il piano salva-euro si è scontrato con riluttanza e divisioni. Se questo piano risolverà i problemi strutturali che l’Europa si trova ad affrontare non è ancora chiaro. I segnali sono contrastanti e alcuni di questi non lasciano spazio all’ottimismo. Come industriale ho molti timori». Per quelli che credono «in una maggiore integrazione europea, la crisi greca è un’opportunità per spingere l’agenda. Il sogno europeo è nato dall’ambizione di creare un futuro solido e unito per l’Europa. Abbiamo davanti a noi uno di quei momenti in cui il carattere, l’audacia e la visione dei leader può cambiare la direzione in cui i paesi si stanno muovendo e la storia. Stiamo per imparare a quanta sovranità ogni singola nazione europea è disposta a rinunciare per andare avanti verso una piena integrazione economica e politica». La Stampa 21 magio 2010 -
Ho vissuto due anni in USA (con visto J1 il primo anno e poi con l'H1). Ho preso subito la patente americana (iter semplice e rapidissimo) anche se si puo' guidare per alcuni mesi (credo tre) con solo la patente italiana. Io avevo un'auto a NLT ma acquistare un'auto usata a poche migliaia di dollari e' la cosa migliore che puoi fare. Se proprio vuoi l'auto la puoi trasportare: alcuni amici l'hanno fatto, due o tre vetture (a secondo delle dimensioni) possono essere caricate in un container per una spesa di 2500-3000 dollari totali
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Complimenti per la nuova auto. Io ho il modello precedente (immatr. 2007), ho percorso 90000 km, auto comoda e pratica. Ho avuto un solo problema ma grosso: sostituzione degli iniettori per rifornimento di gasolio sporco (secondo Renault): 1760 euro e non mi e' stata riconosciuta la garanzia... sono ancora in contenzioso:§
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Il "leggendario M24" era prodotto nello stabilimento di Scarmagno (Ivrea). Era stata allestita una linea automatica dedicata, un investimento di circa 30 miliardi di lire. Un mio collega ha partecipato al progetto a suo tempo...
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Fiat: Chrysler sceglie guida per lancio della 500 in usa
nella discussione ha aggiunto ferro33 in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
La Repubblica: Una donna e' stata scelta da Chrysler alla guida dell'operazione di rilancio del brand Fiat negli Stati Uniti. Laura Soave, dirigente di Volkswagen, in qualita' di responsabile della divisione nordamericana del Lingotto sara' a capo della squadra che si occupera' di gestire la nuova avventura in America della 500, storica piccola utilitaria della Fiat. . (11 marzo 2010) -
Ragazzi mi avete convinto. Ero, quasi, seriamente intenzionato a sostituire la mia Scenic con quest'auto ma, se le finiture sono cosi' scadenti, la scartero' a priori... anche perche' la prima cosa che faccio quando entro in auto e' controllare allo specchietto se la cravatta e' storta e percio' la plafoniera mi e' indispensabile. La seconda cosa ... e' lanciare il mio panama sulla cappelliera e a quanto ho letto qui mi sa' che dovrei raccoglierlo nel bagagliaio... no non me gusta...
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- alfa romeo giulietta
- alfa romeo giulietta 2009
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Credo che il vecchio casello di Torre del Greco sulla A3 presentasse l'esempio peggiore in Italia (e forse non solo), l'immissione verso Napoli era ad angolo retto ... ricordo la mattina gli autobus dei pendolari che occupavano anche la corsia di accellerazione per immettersi e l'autostrada era trafficatissima a quell'ora (e non solo). Ora dopo 40 anni o giu' di li' l'hanno modificata.
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- 4 punti patente
- superamento a destra
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<H2 style="MARGIN: auto 0in">Da Repubblica: Primo volo per il nuovo Jumbo Jet: un terzo in più di autonomia a pieno carico, consumi ridotti e 467 passeggeri in tre classi Decolla il gigante La seconda vita del 747 ROMA - La seconda vita del Boeing 747, meglio conosciuto come Jumbo Jet, inizia a 40 anni. Questa sera alle 19 ora italiana (alle 10 del mattino a Everett, nei dintorni di Seattle, base del colosso dell'aviazione Usa), il nuovo Jumbo staccherà il carrello dalla pista per la prima volta. Quello che si appresta a diventare il più agguerrito concorrente dell'Airbus 380, l'altro gigante dei cieli da pochi mesi in volo sopra le nostre teste, è un concentrato di tradizione e tecnologie all'avanguardia. Per la nuova versione sono stati adottati degli accorgimenti tecnici che pur lasciando all'apparenza inalterata la silhouette del 747-8, riconoscibile per i quattro reattori sulle ali e soprattutto per la linea sinuosa della fusoliera con due piani riservati ai passeggeri, ne modificano e di molto il rendimento, la manovrabilità per i piloti ed i consumi. La prima novità è rappresentata proprio dal profilo delle ali, completamente ridisegnate per aumentare la portanza. Altra novità i motori General Electric di nuova generazione che provvedono ad una spinta ancora più potente rispetto al passato garantendo consumi di gran lunga più efficienti. Queste due caratteristiche permetteranno al 747-8 di avere un raggio di azione di 15mila chilometri a pieno carico, un terzo in più rispetto ai 10mila chilometri della prima versione. Il nuovo gigante avrà anche molto spazio all'interno ed ospiterà 51 passeggeri in più rispetto alla vecchia versione. In totale prenderanno posto 467 persone in tre classi. Lungo oltre 76 metri e apertura alare vicina ai 69 metri, peso di 200 tonnellate a vuoto velocità di 988 chilometri l'ora con velocità di crociera di 908. Ultima curiosità: il 747 bis potrebbe presto diventare il nuovo "Air Force One" del presidente degli Stati Uniti. 08 febbraio 2010 </H2>
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Il Sole24oreF1, la nuova Ferrari giovedì in diretta web I ferraristi di tutto il mondo e gli appassionati di Formula 1 potranno scoprire domani, in diretta sul sito ufficiale Ferrari, il nome e le forme della nuova monoposto della scuderia di Maranello che gareggerà nel prossimo campionato. La vettura sarà presentata alle 10.30 ai partner, agli sponsor e ai media nel quartier generale della Rossa, presso le nuove linee di assemblaggio delle vetture stradali. L'evento in diretta prevede, tra l'altro, gli interventi del capo della gestione sportiva Ferrari Stefano Domenicali, dei piloti Fernando Alonso e Felipe Massa, del presidente Luca di Montezemolo, mentre nel pomeriggio saranno trasmesse, sempre in diretta, le conferenza stampa dei tecnici e dei piloti e le prime immagini della nuova monoposto che girerà sul circuito di Fiorano per un filmato promozionale, se le condizioni metereologiche lo permetteranno. Sul sito Ferrari saranno disponibili tutte le schede tecniche della vettura e le prime foto ufficiali, mentre gli appassionati potranno restare in contatto con la scuderia anche grazie ai canali Ferrari su Youtube, Facebook e Twitter.
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Sembra un fumetto, sicuri che non sia un pesce d'aprile in forte anticipo?
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Hai ragione, penso che per queste macchinine DR abbia margini di guadagno che magari Fiat, Opel, Renault etc. si sognano, per la stessa categoria di vetture
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- 2009
- dr concept
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Ecco... hai rottamato, non l'avevi detto prima. Comunque hai avuto uno sconto del 16%, credo ottimo su un nuovo modello
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- fiat punto evo
- fiat punto
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Scusa Slash, sono interessato anch'io alla versione che hai comprato tu ma dal configuratore arrivo a 19800 euro con gli accessori che hai ordinato. Come hai fatto ad scendere a 15000? E' quasi il 25% di sconto... se non sbaglio il calcolo
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- fiat punto evo
- fiat punto
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Se capite un po' di inglese andate a leggervi un po' di commenti degli Americani sull'articolo del WSJ... vedrete quello che il "popolo" pensa dell'accordo, della Fiat e degli italiani. C'e' un tizio che dice che con gli stessi soldi che "ha dato agli Italiani per cancellare la tradizione delle american cars", Obama poteva mandare una flotta di B52 a "radere al suolo l'Italia"....
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