20 anni fa, durante lo strapotere Williams con le sospensioni elettroniche, le gare erano noiosissime.
Così come pochi anni prima quando le McLaren correvano praticamente da sole.
Anche durante l'era Ferrari-Schumacher non è che ci fossero chissà quanti motivi per non farsi una sana dormita la domenica pomeriggio, durante i GP.
IMO: non esiste un unico problema in F1, ma più problemi (di varie dimensioni) che concorrono alla crisi attuale.
Uno di essi è il regolamento che di fatto "blocca" lo sviluppo delle vetture per tutto l'anno, in nome del "contenimento dei costi".
Idem per quel che riguarda le prove private: non credo che una galleria del vento VERA con supercomputer per le simulazioni costi meno di qualche giorno di prova a Fiorano (magari Owluca, celebre spacciatore di HW, può darci un'idea di cosa può costare uno di quei cosi che girano per i centri di calcolo delle scuderie ).
Anche perché il regolamento non è più frutto del pensiero di un unico "dittatore", ma la difficile mediazione tra i millemila interessi in gioco; specie i precari equilibri tra i vari team.
La cosa principale che è cambiata è il pubblico, quindi l'atteggiamento che ha verso ciò che considera spettacolo: oggi (purtroppo) la massa richiede cose di facile consumo, grossolane, insomma: usa-e-getta, come le trasmissioni di Maria de Filippi (bleah) o, in campo sportivo, cose come la NASCAR d'oltreoceano.
Nei tempi andati, una casa in F1 dimostrava anche la propria supremazia tecnologica in un campo, quello automobilistico, in effervescente crescita e mutamento; oggi, con un sostanziale appiattimento ove per l'utente l'auto è un elettrodomestico, la F1 stessa non ha più quel "grip" di 30, 40 anni fa.
Non incontro nessuno fiero del fatto che la sua Clio diesel sia prodotta dalla stessa Casa automobilistica più volte "campione del mondo di F1".
Per finire questo lunghissimo post, temo che la F1 abbia imboccato la sua parabola discendente (da parecchi anni, ormai), in quanto preda degli interessi anche contrastanti di tutti gli attori in gioco e la perdita di interesse verso l'auto per ciò che un tempo rappresentava: la tecnologia allo stato dell'arte.