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Wilhem275

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  1. La prima mi ha bucato lo schermo. Con quelle dopo ho bucato io la scrivania...
  2. Non fa piacere a nessuno, ma sempre di errori della dirigenza si tratta. Sono tutte decisioni industriali prese in piena coscienza dalla dirigenza (risparmiamoci la teoria del "erano poche mele marce"). In entrambi i casi non è stata certo una decisione degli operai. Però non ci si stupisce che le conseguenze saranno molto diverse: le scelte che hanno portato al dieselgate sono state azioni criminali e con dolo, la scarsa dotazione di sicurezza della Punto è comunque una decisione ammessa dalla legge (speriamo non per molto). Posto che comunque ho sempre considerato deprecabile la politica Fiat di adagiarsi sul minimo legale in questo settore, perché in questo mercato la libertà dell'acquirente è fortemente limitata e quindi le scelte commerciali hanno un risvolto etico non sottile. Detto questo, invito anche io a leggere in dettaglio i reports e discutere dei contenuti tecnici, che fermarsi alle "0 stelle" più che una discussione è uno slogan.
  3. Il riscaldatore ok, ma tutto il resto (ventole, clima, elettronica) dipende solo dalla batteria? E sui treni diesel
  4. Non provo più di tanta compassione, perché andare a fare le pulci alla Punto sulle assistenze è da cacatori di minchia, ma mettere fuori auto senza airbag laterali nel 2017 è imperdonabile. Purtroppo Fiat se l'è andata a cercare. E' legittimo andare a raschiare il fondo del mercato, ma poi non ti puoi lamentare se piovono stronzi. Se vuoi elevare la tua immagine non puoi permetterti di essere l'ultimo della fila, nemmeno se l'asticella è comunque alta. Soprattutto in un'epoca in cui il pubblico è estremamente volubile ai titoli più che ai contenuti non ci si può permettere di restare col culo scoperto. Detto questo, l'auto è in phase out e lo sanno anche i sassi, per cui a mio avviso EuroNCAP non ci ha fatto una bella figura manco lei. Anche senza voler cercare la teoria del complotto, non è stato comunque un brillante esempio di definizione delle priorità... se vuoi essere rispettato come ente di sorveglianza, allora non ti metti a fare cherry picking a porta vuota.
  5. Wilhem275

    Meteo e Territorio

    Non è Trenitalia, è RFI che se ne sbatte di tenere la rete pronta per questi casi. In sostanza quello che manda in vacca la circolazione è il blocco degli scambi causa ghiaccio e neve compattata. La soluzione è montare su tutti gli scambi delle scaldiglie che permettano di sciogliere via tutto, e soprattutto tenere in efficienza questi sistemi. Non lo fanno e quindi il "piano neve" è "chiudiamo la baracca".
  6. Beh, ma non è comunque nelle misure richieste? Come non detto, mi ero figurato una misura sbagliata...
  7. A sentimento mi fido più del primo, dà l'impressione di avere capito meglio la situazione. E appunto ne sa anche dell'impianto. Ho lo stesso timore di Gianni, quei 200 possono facilmente diventare altro, non prenderei quella stima come parametro per scegliere a chi affidare la riparazione.
  8. Ho unito le discussioni, teniamo tutto qui così non si disperdono le informazioni.
  9. Beh, tutto sommato mi pare uno storico abbastanza coerente. Circa 15k km in ognuno dei due anni, 26k il terzo, 22k il quarto. Sentiamo cosa dice Renault. Non mi fa impazzire fare i tagliandi solo ogni 2 anni e 30k km, ma purtroppo quello è il minimo prescritto...
  10. Non ci puoi fare niente, è la sua natura. "Quella tipa è splendida, bionda, occhi azzurri, quinta abbondante, suona il violino, parla quattro lingue, fa sempre sport..." "Ah, ma quindi le puzzano sempre le ascelle"
  11. E' tutta caricaturale, perché è un'auto molto acquattata e poi piazzata sui trampoli. Già i bidoni standard fanno ridere a fare gli equilibrismi sulle punte dei piedi... questa usa una piattaforma ed un disegno nati per stare bassi e quindi è pure peggio. I fari sovradimensionati sono solo una conseguenza, devono stare proporzionati al resto (che è sproporzionato di suo).
  12. Un articolo esaustivo: http://www.metauto.it/chi-pensa-alla-revisione-delle-bombole/ Chi pensa alla revisione delle bombole? Gennaro Speranza Ogni anno vengono revisionate e collaudate oltre 400.000 bombole di metano installate sulle autovetture circolanti in Italia, consentendo così agli utenti che hanno scelto questo carburante di viaggiare sicuri e sereni, godendosi senza problemi tutti i vantaggi di questa scelta. A garantire questo fondamentale servizio, sia a livello tecnico che amministrativo, è la S.F.B.M. S.p.A. (Servizi Fondo Bombole Metano)Sottoporre la propria autovettura alla revisione periodica, oltre ad essere un obbligo di legge, è anche un’importante verifica del grado di efficienza delle principali parti meccaniche per viaggiare sicuri. Nel caso di un’auto a metano, in particolare, è sempre bene controllare la scadenza delle bombole installate a bordo, scadenza che è indicata di norma sulla targhetta applicata dall’impiantista. Le bombole a metano, infatti, devono essere sottoposte a collaudo ogni 5 anni se sono omologate secondo la normativa nazionale, ogni 4 anni se a norma europea (R110 ECE/ONU). La sostituzione delle bombole, invece, è obbligatoria dopo 40 anni se omologate a norma italiana, 20 se a norma europea. Le bombole non più valide vengono rottamate e sostituite gratuitamente con altre dello stesso tipo in piena efficienza. Grazie a queste operazioni restano in circolazione soltanto le bombole perfettamente idonee. Missione del “Fondo Bombole Metano” Le revisioni delle bombole avvengono presso gli stabilimenti di S.F.B.M. S.p.A (Servizi Fondo Bombole Metano), società interamente controllata da Eni S.p.A. che dal 1999 gestisce le attività tecniche e amministrative per conto del Comitato di Gestione Fondo Bombole Metano (G.F.B.M.), istituito nel 1950 con l’obiettivo di sostenere le spese per lo svolgimento di questo servizio di pubblico interesse. La società, dunque, è stata istituzionalmente preposta a garantire le condizioni di sicurezza e di esercizio ottimali delle bombole per metano per autotrazione. Presso gli stabilimenti di Jesi e di San Lazzaro di Savena, oltre che nei services autorizzati, sono effettuate le attività di collaudo e revisione verificando le condizioni strutturali e accertando quindi la rispondenza delle bombole alle norme di sicurezza vigenti. Solo le bombole che superano tutte le prove e le ispezioni restano in circolazione; le altre vengono inflessibilmente avviate alla rottamazione anche se i difetti riscontrati sono minimi. La revisione delle bombole è gratuita per l’utente L’attuale normativa prevede che la revisione delle bombole sia gratuita per l’utente. Più precisamente, dal 1991 il costo è coperto da un’addizionale sul prezzo del metano, attualmente pari a 0,025 €/mc (ultimo aggiornamento ad aprile 2014). Dal 1950 e fino al 1991, invece, ogni proprietario di bombole era tenuto al versamento di un contributo annuale. In sostanza, quindi, il Fondo Bombole Metano è un fondo alimentato da un contributo che è parte integrante del prezzo del metano pagato da tutti gli utenti al momento del rifornimento. Con questo contributo vengono assicurati all’utenza il collaudo e l’interscambio delle bombole, la sostituzione gratuita di quelle scartate alle revisioni. Nel contributo è inclusa anche un’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi. Restano a carico dell’utente i costi di manodopera relativi allo smontaggio e rimontaggio delle bombole, delle elettrovalvole eventualmente sostituite e del trasporto dall’officina ai depositi fiduciari di raccolta. I proprietari di carri bombolai, ossia gli automezzi che trasportano bombole cariche di metano per alimentare le zone del territorio nazionale dove non è presente la rete sotterranea di metano, pagano un contributo pari a 2,5 € per bombola posseduta. Attualmente le bombole in Italia utilizzate per questo tipo di servizio sono circa 80.000 e sono sottoposte alle stesse verifiche e controlli delle bombole installate sulle autovetture o sugli autobus di linea. Il Fondo è amministrato da un comitato (Comitato Gestione Fondo Bombole Metano) istituito con la legge 640/50 e successive modifiche, composto da rappresentanti dei Ministeri (Sviluppo Economico, Economia e Finanze, Trasporti), dei fornitori di gas naturale, della società concessionaria (Eni), della sub concessionaria (S.F.B.M.) e delle associazioni di categoria (Federmetano e Assogasmetano). Le fasi della procedura di revisione Le attività di controllo assumono una rilevanza sempre maggiore alla luce del successo crescente del metano Ma in che modo avvengono i controlli a cui vengono sottoposte le bombole per il metano in sede di revisione? La procedura prevede una serie di operazioni standard. Innanzitutto le bombole vengono lavate, all’esterno ed all’interno, con acqua calda ad alta pressione. Si esegue poi un’ispezione visiva, e quindi una pesatura della bombola. Sulle bombole viene quindi punzonato il peso e la data di revisione; nel caso di bombole omologate secondo le norme europee, viene punzonata la data di revisione e l’anno della prossima revisione. I dati rilevati vengono inseriti nel sistema. Solo sulle bombole degli autobus di tipo 2 e sulle bombole per autovetture e autobus di tipo CNG3 viene eseguito un collaudo ad ultrasuoni. Infine tutte le bombole sono sottoposte ad un collaudo idraulico con acqua a pressione a 300 bar. Le bombole che superano le verifiche vengono marchiate con la stella della Repubblica che attesta l’idoneità alla circolazione e infine depositate nel magazzino di accatastamento, in attesa del ritiro da parte del proprietario.Le altre vengono scartate e avviate all’impianto di rottamazione, dove si pratica il cosiddetto “taglio”: le bombole scartate vengono cioè letteralmente segate per evitare che per errore o per dolo possano essere rimesse in circolazione. Scenario di operatività Le attività di controllo assumono sempre maggiore rilevanza alla luce dello sviluppo che il metano sta avendo, evidenziato non solo dall’incremento dei consumi che si è consolidato in questi anni, ma anche dalla scelta di molte aziende municipalizzate di immettere autobus pubblici alimentati a metano nel proprio parco circolante. Un trend di crescita che è la risultante di due fattori: l’economicità del metano e la necessità di rivolgere sempre maggiore attenzione al rispetto dell’ambiente, essendo il metano il combustibile più pulito attualmente disponibile. Anche la rete distributiva ha fatto registrare un ulteriore potenziamento: al dicembre 2014 risultavano attivi 1.039 distributori, con un incremento di circa il 16% rispetto a dicembre 2012 (quando erano 897). La S.F.B.M. si è trovata a far fronte all’incremento del parco circolante delle auto a metano negli ultimi anni (basti pensare che dal 2004 al 2014 si è quasi triplicato, passando dai 350.000 ai circa 1.000.000 veicoli), con conseguente crescita esponenziale del numero di bombole da ricollaudare o interscambiare alla scadenza quadriennale o quinquennale. Secondo le stime della S.F.B.M., si è passati infatti da circa 180.000 bombole presentate al collaudo del 2009 alle 550.000 del 2013. Inoltre nel quadriennio 2014-2017 si passerà dalle 480.000 del 2014 alle 720.000 del 2017. Nonostante questo scenario l’operatività è stata pienamente garantita, anche attraverso la continuità degli investimenti, suscitando l’apprezzamento degli utenti e delle associazioni di categoria. Grazie alla distribuzione sul territorio nazionale dei magazzini fiduciari (35) e dei depositanti (circa 120) è stato possibile garantire all’utenza i consueti livelli di efficienza e puntualità nelle operazioni di interscambio bombole. A questo proposito, la S.F.B.M. si impegna a mantenere costantemente aggiornata e a divulgare alle officine la rete dei depositi e dei magazzini fiduciari per la raccolta e l’interscambio delle bombole (per conoscere il magazzino o deposito più vicino all’utente si può consultare il sito internet www.gfbm.it). Le bombole che superano le verifiche vengono marchiate per attestarne l’idoneità alla circolazione A garanzia della sicurezza Il Comitato di Gestione del Fondo Bombole Metano, oltre a svolgere alcuni compiti istituzionali (ad esempio fissare il contributo dovuto dagli utenti) si occupa di tutte le attività connesse alla sicurezza, ed in particolare è in prima linea per tutte le iniziative di comunicazione e di confronto istituzionale legate alla garanzia delle ottimali condizioni di sicurezza. Oltre alla realizzazione di manifesti informativi – esposti in tutti i punti vendita dedicati e presso i distributori policarburanti, con i quali si richiamano i gestori e gli utenti sulla necessità e obbligatorierà del controllo della validità delle bombole alla scadenza – il Comitato mantiene un costante collegamento con il Ministero dei Trasporti, con la Commissione Gas Compressi del Ministero dei Trasporti e con le associazioni di categoria su varie problematiche come il confronto sia con le case costruttrici di nuove bombole di tipo 4 che con le case automobilistiche relativamente alla modalità di collaudo. In questo quadro, la S.F.B.M. e il Comitato Gestione Fondo Bombole Metano agiscono con la consapevolezza dell’importante e duraturo ruolo che il metano può giocare a vantaggio per tutta la filiera, svolgendo un lavoro fondamentale: mantenere sempre viva la possibilità di utilizzare il metano come carburante, tenere alto il livello di professionalità del patrimonio tecnico rappresentato dalle officine e garantirne la maggiore sicurezza possibile.
  13. Oddio, io spero che non sia davvero possibile io avrei paura in primis di lasciarci un dito...
  14. L'ho già detto ma lo ripeto: con la targa stretta US e con le luci arancioni davanti viene fuori cazzutissima.
  15. Io un 3L moderno l'ho provato sul pulmino BMW... e il cilindro mancante si sente tutto. Magari su un benzina la cosa è meno evidente.
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