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Wilhem275

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  1. Ma non sarebbe meglio puntare alla C70 successiva? Che ha pure il tetto in metallo pur mantenendo una gran bella linea (ai tempi mi ci feci parecchie pippe).
  2. C'è pure da dire che molte 4x4 in vendita hanno delle prestazioni abbastanza miserabili là dove servirebbe davvero Finché si tratta di sterrato fanno sicuramente comodo i centimetri in più di una SW rialzata, ma la trazione extra non è fondamentale. Per esperienza i SUV hanno sospensioni meno comode delle corrispettive berline, di fatto devono essere più rigidi per poter stare in alto senza ciondolare come i veri fuoristrada. Altro aspetto importante: evitare come la peste i cerchi XXL, la cosa più inadeguata che ci possa essere sullo sterrato. L'Octavia Scout è stata citata? Dovrebbe rispondere bene alla questione:
  3. Per farla pulita bisognerebbe mettere in capo all'installatore l'obbligo di omologazione, visto che il lavoro per legge lo deve comunque fare uno specializzato. Oltretutto in questo modo gli installatori avrebbero un canale sempre aperto con un tecnico e con la MC. Capisco che a volte sembri che un accessorio sia "plug and play" solo perché è montato su allestimenti diversi della stessa auto... ma non è così facile, spesso e volentieri dietro il cambiamento di un accessorio "esplicito" si nascondono numerose componenti diverse e non visibili (es. pompa freno, tubi, sensori, taratura ESP...). Comunque sarei curioso di vedere il "libretto esteso" della mia auto
  4. Sì, però così è ciurlare nel manico. Non è che la legge metta sullo stesso piano l'impianto più raffinato o la modifica fatta da Peppiniello 'o cuggino mio, la legge mette sullo stesso piano chi ha fatto modifiche e non è passato in MC per far verificare che la cosa sia accettabile. Questo perché nell'ombra si può nascondere qualsiasi cosa, buona o cattiva, ma non hai un modo per distinguere. A maggior ragione se la cosa è fatta in modo professionale non vedo il motivo di restare volutamente nello stesso calderone di chi fa cose clandestine, è questo che non capisco. Però è una scelta. Non è "Ha sempre funzionato bene e ora me lo contestano", è "L'ho fatta franca finché ho potuto". Più che lamentarsi sarebbe il caso di ringraziare per gli anni di condono...
  5. E allora non è proprio colpa di nessuno, e Massa è stato signore a permettere il rientro pulito di Vettel.
  6. Ma qui non è abbia sorpassato grazie all'uscita di pista. Sarebbe così se dopo l'uscita avesse allegramente tagliato lo spigolo passando dritto. Qui con questa uscita non ha guadagnato niente, anzi rientrando di fatto si è creato una "chicane virtuale" che lo ha rallentato. Nel mentre Massa ha fatto lo stesso identico percorso ma tre metri più in là. Si vede bene che Massa ha scartato nell'istante in cui ha capito che l'altro sarebbe rientrato, rallentando e perdendo la posizione. Volendo sarebbe potuto restare dov'era giocandosela tra 1) Vettel va nell'erba e rallenta 2) Vettel mi rientra comunque nel fianco... Mi sembra il comportamento di un professionista*. Anche perché, a guardare bene, tutta l'azione è nata da Massa stesso che ha accompagnato fuori l'altro non è che Vettel qui abbia fatto un'ingresso garibaldino alla "mi infilo e poi speriamo", ha semplicemente staccato meglio e si sono ritrovati affiancati in curva. * ben altro stile rispetto a certi sportellatori della domenica... PS: ma possibile che non abbiano inquadrature decenti della partenza? Manco una mezza immagine dall'alto? Non si capisce un piffero con 'sto tele, sono tutti schiacciati insieme in due centimetri di messa a fuoco... tanto vale ripredere la gara con un cannocchiale piazzato due paesi più in là del circuito
  7. @dunnet e @Vultek, avete stracciato le palle tutti e due. Se proprio avete del tempo per farvi i complimenti su un tema così inutile, fatelo in privato, al resto del mondo non importa nulla. Eliminare messaggi molesti è una gran menata, ergo il prossimo che rimuoverò se ne andrà nel limbo assieme all'autore. A margine di questo, tutta questa discussione sul baule di Levante è senza senso e particolarmente noiosa, per cui finiamola qui.
  8. Parliamo di Y 1996-2003? In questo caso non esiste una posizione "off": al centro è comandata dalle porte, ai lati accensione manuale.
  9. Niente corde? Due manette? Manco il cavo della prolunga più vicina? Mannaggia al clero!
  10. Metti che sia a parità di tutto: stessa velocità media, stesso traffico, stessi ostacoli. Unica differenza la lunghezza del percorso. Se passi dentro ci metti tu meno tempo e consumo ma generi rumore. Se passi fuori ci metti di più ma non disturbi nessuno. Quanta gente oggi sceglie la seconda opzione avendo in mente "No dai, non voglio fare rumore passando"? Un esempio pratico che si avvicina a questo caso lo vedo nelle città non enormi e che hanno un anello tangenziale ampio: di giorno con traffico mai e poi mai fai la diametrale perché ci rimetti personalmente come tempo, ma di notte non c'è nessuno e ci si mette lo stesso ad attraversare il centro o usare l'anello, e dentro si percorrono molti meno km. La questione generale è: oggi, a parte il buon cuore, qual'è lo stimolo che porta un conducente a fare scelte più vantaggiose per chi gli sta intorno e meno per lui?
  11. Ma la mia assicurazione non potrebbe appigliarsi ad una mia negligenza per dire "Problemi tuoi" e tirarsi fuori? E' un ragionamento da avvocati pirati all'americana, ma visto il settore non mi stupirei...
  12. Tutte valutazioni giuste ma che riguardano solo la tua qualità della vita. L'equazione deve includere il fatto che se le tue distanze raddoppiano allora raddoppia anche il numero di quelli che subiscono gli effetti del tuo movimento da A a B. Questi effetti vanno risarciti in qualche modo. Nel modello attuale si assume che il loro valore sia = 0 e quindi nell'equazione sono ininfluenti. Per dire, quanta gente oggi sceglie spontaneamente di fare un giro un poco più lungo con lo scopo di girare attorno ad un paese invece di attraversarlo? Nessuno, perché tanto il calcolo di convenienza è tutto basato sulle tasche del guidatore e chi si becca gli scarti non ha la minima leva per spostare il bilancio della scelta. Bisogna assorbire il concetto che ogni singolo atto di mobilità costituisce un equilibrio tra i nostri vantaggi, i nostri svantaggi e gli svantaggi di tutti quelli che incontriamo sul percorso. Ora come ora l'ultima parte è omessa. E in generale ripeto: l'inquinamento atmosferico è solo una parte del problema, e forse manco la più seria. Un esempio di voci per cui si ha un aumento tangibile della sicurezza altrui (e propria) in cambio di maggiori costi per il conducente: - corso di guida molto più approfondito - revisione più frequente dell'abilità a condurre - controlli più stretti sul rispetto delle norme - manuntenzione del veicolo più approfondita - migliore manutenzione dell'infrastruttura, pagata a km dal reale utilizzatore e non col calderone collettivo Cinque cose random per cui lo standard minimo accettato oggi è una pagliacciata e lo sappiamo tutti in quanto appassionati, ed è così per la giustificazione politica "Eh ma tutti hanno necessità di usare la macchina". Io faccio la mia parte per migliorare questi aspetti fin dove ho potere, e non mi piace che agli altri sia consentito di tenere uno standard più basso, i cui effetti finiscono su di me.
  13. Eddai... possiamo almeno cominciare dal principio che non è normale che il latte bavarese costi un botto meno di quello munto in regione? Come fa il consumatore a capire che la logistica del primo impatta come dieci volte quella del secondo, se l'unico elemento che vede (il prezzo finale) racconta una storia opposta? [peraltro aiuterebbe molti a capire che certa roba a basso prezzo non è semplicemente di qualità un po' inferiore: è pura cacca + costi di trasporto] Però attenzione perché questa è già una china che porta a compromessi poco equilibrati. Con una logica simile si potrebbe dire che è vessatorio proibire lo sversamento di rifiuti tossici, perché lo smaltimento corretto ha costi che costringono a chiudere certe aziende e non è giusto che la gente rimanga senza lavoro. In breve "Tengo famiglia". Bisogna tenere presente che stiamo parlando di lungo periodo. Non c'è nulla di irremovibile sul lungo periodo, cambiano i mestieri, cambiano le abitudini, i luoghi, senza che questo debba avvenire con uno shock. Il compromesso può essere che per certi settori si può accettare un tempo più lungo di transizione rispetto ad altri, ma non può essere infinito, una scadenza ci deve essere. Sì però, anche qui, non si possono valutare politiche di lungo periodo come se entrassero in vigore domani mattina. Oggi non ci sono mezzi con certe caratteristiche perché non c'è la domanda per svilupparli. Non è che in Iveco non sappiano sviluppare un Daily senza certi limiti, è che ad oggi non gli viene richiesto dal mercato e quindi non hanno motivo per investirci. Ancora pochi anni fa era considerata impensabile la diffusione del common rail sui mezzi da lavoro perché "dove vuoi che debbano correre questi", e intanto è qua. Si citava l'idraulico USA col furgone 5.0 V8. Scommettiamo che, se non si adatta, verrà battuto dal suo concorrente che fa prezzi più bassi perché sceglie il Ducato? Eppure fino a poco fa ci mettevamo a ridere all'idea degli americani col Ducato. Se la domanda cambia, tranquillo che i produttori faranno a gara per starle dietro, e ci penseranno loro ad inventarsi "come".
  14. Io voglio che i costi della mobilità siano pagati esplicitamente da quelli che della mobilità usufruiscono, e non più scaricati sugli altri. Oggi per motivi politici i costi reali della mobilità stradale sono pesantemente occultati o scaricati su terzi: sicurezza, inquinamento, rumore, spazio occupato, investimenti pubblici. Sono tutte voci che generano costi direttamente proporzionali alla quantità di km percorsi ma che in nessun modo sono pagati a km dall'utente, finisce tutto in un calderone che viene fatto pagare a prescindere dalle proprie scelte di mobilità. Anzi in gran parte sono pagate tramite spese fisse, per cui i costi marginali si riducono all'aumentare delle percorrenze e si incentiva ad usare le strade ancora di più... Con un sistema del genere non esiste alcun incentivo a fare scelte sostenibili di mobilità perché tanto non esiste una differenza percettibile tra percorrere 30 o 50 km, o tra far venire il corriere 2 o 4 volte a settimana, o tra farsi consegnare una maglietta in due giorni o in due settimane. La frutta che viene dall'altra parte del mondo costa come quella coltivata a 100 km da casa. Diesel o benzina? Che me ne fotte, alla pompa costa meno. Qualcuno ha parlato di proibire, bloccare, vietare? No. Io voglio che l'utente finale sia reso più responsabile delle sue scelte, e a questo si arriva solo toccandolo nel portafogli. E' l'unico modo per aumentare l'efficienza delle scelte. Vuoi farlo comunque? Libero. Ma non a poco prezzo. Se poi questo significa che alcuni tipi di attività ed abitudini non si reggono in piedi, significa solo che oggi si fanno a spese di qualcun altro. Ci andrei cauto a tirare fuori ragioni sociali o morali per difendere il sistema attuale... è tutto meno che equo.
  15. Beh, non lo devi neanche fare dall'oggi al domani Se non ci pensa un terremoto, comunque il cemento armato ha una vita utile limitata, prima o dopo ci pensa la fisica a convincere i residenti... A mio avviso sarebbe già un risultato avere un piano per piazzare con ordine gli esodati che avremo quando le palazzine del boom imploderanno per l'età, in modo da non sostituire un'anarchia con un'altra anarchia. Provocato anche lui dal costruire in posti inappropriati. Io sono dell'idea che se la natura insiste per riprendersi un angolo di territorio, ad un certo punto conviene renderglielo e buonanotte. Non è che si debbano abbandonare tutti i luoghi remoti, ma non è manco sensato buttare palate di soldi per mantenere la colonizzazione di qualsiasi angolo di montagna, per dire. Il limite principale è che è un cambio che devi fare progressivamente su un lungo arco di tempo, per evitare squilibri del sistema. A mio avviso 10 anni è un buon orizzonte, compatibile con il rinnovo naturale del parco mezzi e abbastanza ampio da permettere al sistema produttivo di riadattarsi senza shocks. E' un processo che si sposerebbe ottimamente con l'altra conversione che spesso abbiamo paventato, cioé spostare sui consumi i costi amministrativi dei veicoli: aumentare le tasse sui carburanti e insieme eliminare bolli e passaggi e altre gabelle fisse. Questo segue la logica per cui alla collettività fa più danno uno con una singola auto da 50k km/anno rispetto ad un altro che possiede 10 auto con cui ne fa 20k in tutto. E proprio per questa logica io non comprendo sul lungo periodo il senso di pesanti detrazioni a fini lavorativi. Non si fa altro che continuare ad incentivare l'abuso degli autoveicoli, nascondendo sotto al tappeto i costi sociali e distorcendo la concorrenza con altri vettori o altre forme di organizzazione meno impattanti (perché usare il treno o la bici o skype se tanto il gasolio viene via scontato?). Ripeto: il danno sociale di un veicolo in movimento è lo stesso sia che il guidatore stia facendo le consegne, sia che si stia facendo una passeggiata panoramica. L'obiettivo deve essere di ridurre la quantità assoluta di movimenti, il resto è filosofia. E non sono solo le emissioni, attorno all'automobile c'è un lassismo legale orrendo. Mi fanno ridere certi discorsi "Gli automobilisti sono perseguitati e tartassati": se si applicasse la stessa disciplina di sicurezza richiesta in ferrovia, su strada resterebbero a circolare quattro gatti... Di sicuro deve essere un cambiamento progressivo e spalmato nel tempo, ma il sistema così com'è non può reggere. E non va bene manco il discorso "Mi serve per mantenermi". Siamo sempre al "Tengo famiglia quindi tutto è giustificato". I costi di trasporto aumentano per tutti, vanno rigirati al mercato, il quale premierà automaticamente chi ha fatto le scelte migliori di mobilità. Perché con questa logica siamo arrivati al mandare via camion anche i container di rondelle metalliche perché "urgenti", manco deperissero... Si deve dare il tempo alle aziende per riadattarsi, ma questo tempo non può essere infinito.
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