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Wilhem275

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  1. Tu comincia a disegnarla, poi si vedrà
  2. Wilhem275

    Mazda MX-5 2015

    Potremmo avviare il tormentone dello spostamento della batteria nel baule
  3. Se proprio non ce la si fa ad introdurre la quota variabile "assoluta" (che io comunque preferirei) si può tentare col metodo dei voti scolastici giapponesi: stabilire a priori che un tot sarà assegnato al gruppo, e poi le singole performances faranno la classifica e quindi la ripartizione. Scansi le lagnanze "Ma così ne approfittate per pagare meno il personale" ma hai comunque la competizione interna perché nessuno vuole regalare niente al vicino
  4. Mi pare che sia stato detto chiaramente che i desiderata sono l'immagine e la fruibilità anche urbana, più delle prestazioni. Credo che per questo, a queste cifre, si debba appunto guardare in Porsche Però bisognerà adattarsi ad un buon usato. Immagine sportiva + nuovo + 50 k€... c'è qualcosa di troppo.
  5. Come dicevo, mi guarderei intorno per altri esemplari simili, anche per capire la situazione prezzi. Magari si trova qualcosa poco più vissuto ma più economico, e appunto con una combinazione meno banale. Comunque terrei in considerazione questo esemplare, specie dato che ti è piaciuta Quel motore l'ho avuto su Classe C W203 ed era ben coppioso e molto rotondo.
  6. Era un esempio di crossover, troppo in anticipo sui tempi... oggi l'idea attecchirebbe di più. Comunque, leggendo l'articolo di Jalopnik si delinea bene cosa sarà e cosa non sarà questo pick-up MB... Io mi aspetterei qualcosa di più vicino ad un Vito che ad una Classe E
  7. Io rimarrei nell'ambito di quella Classe E e di quel motore, ma cercherei in giro variazioni su colore/interni/allestimento. Non che sia male come si presenta, ma mi stuzzica poco. Certo che se i km sono originali è una occasione interessante...
  8. Parliamo di gestione della marcia o di infotainment? Perché se è la seconda mi pare un vantaggio molto fragile... non verso altri del settore, ma perché spostano il focus del loro cliente su un campo in cui non sono competitivi per natura. La vedo dura piazzare 80 k€ di Classe E perché ha l'infotainment più figo della Terra, quando il prossimo flagship Samsung che esce è più appariscente... sto estremizzando ma il problema di "perché preferire un'auto ad un'altra" oggi si pone. Oddio, l'originale Classe A non era fuori dalla filosofia costruttiva del marchio. E' stata percepita come tale da chi non sapeva che Mercedes ha sempre fatto anche l'Unimog e i camion della nettezza urbana però sul contenuto tecnico si è molto esagerato, il concetto era tutt'altro che povero, al punto di essere una delle poche auto che si è creata la propria nicchia (poi lasciata vuota per vari motivi interni a MB). Certo ha anche significato espandere verso il basso la gamma, ma non è mai andata a porsi in diretta concorrenza con un segmento esistente (cosa che invece la A attuale e 2AT stanno facendo in pieno). Quella era un'auto che mi offriva uno specifico "qualcosa" di diverso dagli altri; poi quel "qualcosa" poteva essere ricercata o no dal potenziale cliente, ma intanto c'era. La A attuale cosa mi offre di diverso da una qualsiasi segmento C un po' allestita? E questo è il più grosso interrogativo. Per BMW gli scenari possibili erano ben pochi: in neanche tanto tempo i Quandt avrebbero dovuto chiudere o cedere la baracca e diventare AR : FCA=BMW : x con x=grosso gruppo generalista, e tanti saluti all'autonomia. Da autonoma o si specializzava in una nicchia, con i rischi e le riduzioni del caso, o espandeva la gamma. A mio personale avviso non hanno fatto la scelta migliore per BMW, che poteva anche farsi il suo spazio con quell'equazione, ma hanno fatto la scelta migliore per i Quandt Probabilmente hanno pensato che in tutti i casi erano destinati a morire, per cui tanto valeva tentare un all-in giocandosi il patrimonio di famiglia (aka la reputazione). Non è nemmeno detto che gli vada male, però la vedo come una strada in ripida salita, in un mondo di grandi gruppi competitivi e con tante specializzazioni interne.
  9. Mi permetto una precisazione: pochi potranno e meriteranno di farlo. Per una questione di numeri: ne escono tanti, non tutti possono essere bravi e quindi farsi notare e salire. Tanta gente (specie chi non lavora in materie tecniche) considera l'"ing." in default una figura di riferimento, ma sapete bene che ce ne sono in giro che sono dei caproni totali...
  10. MITO Sono quelle cose talmente fuori dalla realtà che serve una mente geniale per partorirle.
  11. Alla fine stiamo valutando di vendere, proprio spinti da questa considerazione. Al di là di qualsiasi considerazione di congiuntura, l'inquilino medio dell'edificio ha un piede nella fossa (e alcuni tutti e due) e quindi il rischio di trovarsi una concorrenza atroce è alto. A questo punto pochi, maledetti e subito (che poi ad essere onesti non sono neanche pochissimi, data la condizione della casa e il prezzo favorevole a cui fu rilevato). Poi, un banale conto: solo per stare lì a generare polvere quella casa costa in un anno il 2,4% del proprio valore attuale. Il prezzo si alzerà mai del 2,4% moltiplicato per ogni anno che passa da adesso a quando accadrà? Altissimamente improbabile: il BEP non lo si raggiungerà mai, ergo prima lo si fa e meno ci si rimette. Ci foss'anche un'altra bolla -improbabile- la vedrei durissima salire a ritmi del genere... Sì, anche se in modo indiretto, nel senso che questo non è un appartamento comprato apposta con l'idea esplicita di lucrarci su. E' stato comprato quasi ad occhi chiusi quando i nonni ci vivevano dentro, perché era il tipico immobile popolare anni '50 che a fine '90 è stato offerto a prezzo favorevole (qualcuno potrebbe dire "svenduto") agli affittuari storici. Credo che il gioco fosse calcolare un prezzo di mercato e sottrarre circa quanto pagato in affitto negli anni precedenti; in pratica un mutuo immobiliare agevolato da parte dello Stato. Non conosco i numeri precisi, non so se l'Ente cedente ci abbia rimesso o no alla fine, però il gioco ha il suo senso. In tutti i casi, l'occasione fu buona e vabbé; ma in generale è corretta una riflessione sulla fine del mito del mattone come investimento sicuro. Più che il conto dei ritorni, mi preme fare una considerazione sociale (e con risvolti economici). Il comprarsi una casa aveva il suo senso in un'epoca in cui era la normalità restare inchiodati ad un luogo per tutta la vita: era una certezza di base senza grandi vincoli alle proprie scelte. Affitto o acquisto, sempre lì si stava. Mille volte da bambino sentivo il discorso "una rata di mutuo costa come l'affitto, tanto vale comprarmela, almeno è mia". Oggi la società è molto più fluida e mobile e l'associarsi rigidamente ad un luogo rischia di passare tra i "contro", specie dopo il pacco di aver comprato durante una bolla (per chi l'ha fatto). Dopo decenni in affitti vari, i miei genitori hanno comprato 15 anni fa la casa in cui viviamo, vedendola come un punto d'arrivo al punto da investirci cifre importanti in una ristrutturazione e perfino un importante ampliamento (eseguito vivendoci dentro ). Peraltro i lavori hanno impostato certe soluzioni molto personalizzate, che sicuramente danno un grande plus di benessere per noi oggi ma che rappresenteranno un punto a sfavore in caso di vendita. Mio padre ha voluto configurarla in modo che "un domani la potete dividere in due appartamenti e siete a posto" [io e mia sorella]. Nel frattempo io e mia sorella ci stiamo approcciando all'indipendenza economica e ci stiamo rendendo conto che non è affatto detto che nel futuro noi resteremo in questo posto, oggi abbiamo un pianeta a disposizione. Per cui esiste il concreto rischio che la personalizzazione si trasformi in un pacco futuro atto vendita. Va beh, per ora vivo bene e me ne guardo bene dal lamentarmi e mia sorella mi dice che ci si penserà quando sarà ora, e ha pure ragione. Da qui però la considerazione macroeconomica, che mi pare fosse stata avanzata già su nFA: vincolare la gente ad un luogo fisso tramite l'acquisto di immobili genera enormi sprechi: - nei processi di allocazione ottimale della forza lavoro - nella possibilità di premiare o punire "con i piedi" certe scelte amministrative (Jurisdiction shopping) - nel mancato surplus di idee e attività date dal variare le contaminazioni dell'ambiente culturale ed economico (come faccio a crescere se vedo sempre le solite tre facce al bar?) - nella capacità dei singoli di adattarsi a mutate condizioni ambientali Tutti aspetti che infatti sono molto carenti nello scenario italiano, tipicamente legato all'acquisto. Insomma, sul lungo termine potrebbe risultare conveniente per il sistema disincentivare l'acquisto di immobili per i singoli...
  12. Ecco, diciamo che il loro limite non è l'allontanarsi da sportività, comodità o lusso (possono andare dove gli pare). Ciò che rischiano di fottersi è il contegno, la vera esclusività. Diciamo che il loro problema, rispetto alla tradizione, non è che certuni segmenti tirino di più o di meno; il loro problema è che il plus di una "vera Mercedes" richiede un'analisi razionale per essere apprezzato, perché sta nei dettagli; e il mercato di oggi è fatto per lo più di burini con una soglia d'attenzione di cinque secondi, per cui Mercedes può fare l'auto migliore della Terra ma se ne accorgono in tre (oltre al fatto che la qualità minima dei generalisti si è molto alzata). Di conseguenza per loro l'allargamento è passato attraverso una perdita di contegno in modo da attirare un pubblico più sguaiato. A quel punto uno però si pone la domanda: il tuo plus era di fornire qualcosa di oggettivamente fatto meglio, mentre ora cosa mi stai offrendo di oggettivamente migliore di un generalista? A questo poi si aggiunge la perdita di esclusività: sarà una fisima mia, ma se dovessi valutare una Classe S perché ha fama di essere "la macchina", il fatto di vederla associata ad una CLA mi smonterebbe MOLTO.
  13. Mercedes è un universo a parte. Mercedes ha di fatto creato il concetto di premium: è nata facendo le cose che facevano tutti ma facendole meglio, da lì si è fatta la fama di qualità ma con una produzione totalmente trasversale. Domani mattina potrebbe mettersi a fare frullatori, e se fossero frullatori di qualità sarebbero meno avulsi dalla sua tradizione rispetto ad una Audi Sandero. Un qualsiasi generalista storico, se avesse applicato quella filosofia ai primordi dell'automobilismo, sarebbe potuto diventare ciò che Mercedes è oggi. Anche Audi, seppur arrivata dopo, può garantirsi una certa trasversalità (che però spesso si traduce nell'impersonalità specie agli occhi dell'appassionato). BMW è nei guai perché ha fondato la propria immagine sulla sportività nelle auto di tutti i giorni, e oggi al mercato gliene frega assai della sportività nell'auto di tutti i giorni...
  14. Però l'immagine esclusiva non è inesauribile Così come ci sono voluti anni di cure per farla, così ci vorrà tempo per disfarla, ma stanno andando comunque avanti a consumo. Io mi sono figurato che, se saranno bravi, riusciranno a tenere botta almeno fino a quando il concetto di automobile cambierà in maniera abbastanza radicale (e questo potrebbe avvenire in un futuro non remotissimo).
  15. Non capisco, è la 2 sedan della 2 attualmente in commercio (nuova nuova)? Io quella sedan me l'ero persa...
  16. Che bello, finalmente un video in cui parla la macchina e non lui tre presentazioni e già ne ho piene le bolas...
  17. Occhio che con questa foto ha passato la preselezione per il premio SRT, avendo fatto sfoggio di un requisito tecnico fondamentale e premiante: la mensola talmente a sbalzo che porta la tiranteria del bikini a staccarsi dal petto. Continua a sostenere la sua causa! Porta qualche altro argomento convincente e il premio è suo PS: sono ammesse anche le GIF...
  18. Comincio io! Mi è capitata a random nella timeline di Facebook... non so perché fosse lì, ma ho ritenuto di non fare troppe domande e riportare subito qua Nella prima foto della Cobie, c'è quell'ombelicolo che fa capolino dal drappo, è ipnotico...
  19. Il regolamento proibisce esplicitamente di mandare in confusione un moderatore!
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