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Wilhem275

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  1. Beh, a batteria carica 100% il motore termico (se in temperatura) può sempre essere trascinato per sfruttarne la forza frenante, senza che poi serva alimentarlo (a meno che non serva una spinta seria). Penso che intervenga così, anche perché se la batteria è piena il freno motore elettrico non ha nulla a cui mandare energia e non può quindi funzionare. A meno che non ci sia un dissipatore reostatico che spara via tutto in energia termica, ma qui siamo a livello di locomotiva diesel-elettrica A me, a questo livello, basta sapere che puoi usare le "cambiate" per richiedere più o meno freno motore, come si fa con tutti gli altri cambi (manuali o automatici a comando manuale), poi come avvenga... lo capiremo più avanti Nel mio modo di guidare è importante poter scegliere il livello di freno motore con le marce, spesso e volentieri al variare del traffico davanti a me cambio due-tre livelli di decelerazione senza aver toccato il freno...
  2. Mi accodo per una domanda legata al "carico di ricarica" della batteria: sarei curioso di capire in quanto tempo (a grandi linee) l'alternatore riesce a ricaricare la batteria della quantità di energia utilizzata per l'avvio del motore. Chiaramente mi aspetto differenze anche sensibili tra motori, batterie ed età degli impianti elettrici
  3. Ma in effetti non ho capito perché si sia detto che scalando si consuma di più se tanto oltre un certo tot di energia elettrica non si riesce ad immagazzinare, tanto vale che il resto del freno motore lo si faccia alzando di giri il termico e lasciando che faccia la sua naturale resistenza, o sbaglio?
  4. Io mi chiedo che impatto avrà sulla svalutazione questa storia...
  5. Ma esiste un modo per forzare un freno motore elettrico più potente, senza premere al punto da far scattare il freno meccanico?
  6. Ma infatti a me sta benissimo una citazione della 5 e dei suoi caratteristici tratti diagonali. Peccato che poi abbiano dovuto strizzare l'occhio all'arco dei montanti e al profilo del musetto di 500, che di rette diagonali non hanno nulla... e infatti ne è venuta fuori una macchina che a confronto di Super5 è un pandoro.
  7. Sicuramente la foto è fasulla per questioni di datazione delle auto. Non saprei dire se la notizia sia vera, ma il senso è...
  8. Mi ha fatto pensare a quella volta che che mi sono fatto un viaggio affacciato al finestrino a 200 km/h... il momento più tosto è stato quando abbiamo incrociato un regionale a 160
  9. Ma anche i vostri bestii mangiano finocchi? Io ne ho una delle tre che ci esce scema, appena mi sente sgranocchiare si precipita al mio fianco e tiene il mento appoggiato sul bracciolo della poltrona finché non condivido la mia merenda. La sorella invece ci prova ma poi non sa che farsene
  10. Chiamalo Jack. Nome completo: Jacopone da Todi
  11. E' sempre così, serve subito riempire il vuoto... A questo piace molto dormire. Questo è già un ottimo segno
  12. Sì, direi che è proprio lei. Mi ha stupito la qualità della stoffa!
  13. Wilhem275

    Cimeli di famiglia

    Mia nonna ha esumato i ricordi di guerra di suo padre: La cosa che mi è piaciuta di più è la medaglia di guerra: "CONIATA NEL BRONZO NEMICO" Dal nome sulla scatola sono risalito all'esistenza di un museo della bigiotteria a Casalmaggiore, gli ho chiesto se gli interessa avere la scatola Da qualche parte ho anche un paio di cipolloni ottocenteschi, oltre alla mitica macchina per cucire Opel... Quali sono le cose più datate che avete in casa?
  14. In effetti condivido la perplessità sugli "airbag posteriori a tendina", anche nel mio mondo i windowbags esistono solo a tutta lunghezza e i sidebags sono differenziati ant/post. Sugli specchi fotocromatici e i tergi/luci automatici, dopo anni di utilizzo posso dire di essere lieto che non ci siano: funzionano SEMPRE a cazzo e non li sopporto più
  15. La loro produzione è tutta TP tranne Classe A (quelle vere ) e derivati furgoneschi, oltre a Megane e Kangoo
  16. Tenere le mani agli estremi aiuta a mantere l'equilibrio distribuendo il peso delle braccia: di fatto si abbassa il baricentro Una cosa che mi sono abituato a fare quando percorro lunghe curve a raggio fisso, anche se non è da manuale, è riposizionare le mani a 9:15 con volante girato (mentre tenendole ferme sulla posizione originale saremmo, diciamo, a 10:20). Sono più comodo, e ho appunto un equilibrio migliore delle forze impresse al volante. Qualcuno obietterà che in questo modo il mio "punto zero" non è più a ruote dritte e non sarei altrettanto veloce a correggere verso la parte opposta, ma la questione è che se la strada è in curva fissa non me ne faccio niente del punto zero a ruote dritte: posso solo chiudere di più la curva o aprirla mettendo le ruote dritte, ma sterzare dall'altra parte mi è del tutto inutile
  17. Sul sistema scolastico tedesco porto però una testimonianza meno felice. Ne sto parlando spesso con un amico che si sta dottorando lì e ha avuto modo di approfondire l'aspetto della didattica, oltre a confrontarsi con i suoi pari. Il punto di partenza del ragionamento è che (affermazione arrivata da più parti) là un laureato italiano viene tenuto in alta considerazione, per le istituzioni universitarie è considerato materiale migliore rispetto ai locali. Anche in Francia mi hanno detto che, rispetto ai corsi universitari italiani, là si sono trovati davanti roba veramente sempliciotta. In Germania il sistema prevede una specializzazione del percorso a partire dalle superiori (se non anche prima), molto più forte che da noi. Per cui uno si può trovare a fare "il liceo di chimica", e poi passare all'università con un corso ancora più specifico, per poi uscirne con una professionalità strettamente legata ai progetti seguiti. Tutto questo crea figure professionali estremamente approfondite ma poco flessibili, ma il mercato del lavoro è comunque abbastanza grande e attivo per assorbire tutti (anche perché spesso tali specializzazioni sono guidate dall'industria). L'aspetto negativo è che crescendo si dedica sempre meno attenzione a qualsiasi cosa non sia parte del proprio percorso. Non è basso il rischio di ritrovarsi con un chimico che non ha più visto Storia dalla pubertà. Il mio amico si è ritrovato a dover insegnare a laureati in biologia con conoscenze NULLE di chimica. Ora, teoria: un sistema così specializzato produce figure professionali approfondite con molte più conoscenze, sul settore, rispetto ai nostri laureati. Pratica: non è così. Un buon laureato italiano non solo porta in dote maggiore flessibilità e un ventaglio di conoscenza più ampio, ma è spesso A PARI LIVELLO (alto) nello specifico settore su cui l'altro si è speso quasi esclusivamente. Considerando che il tempo impiegato è paragonabile, non riusciamo a capire dove diavolo si perdano per strada. Vista questa situazione, io ci andrei più cauto nel volere il loro sistema in toto. Mi terrei così com'è la parte "alta" della nostra formazione (licei+università), ma applicherei il cambiamento soprattutto a quelle scuole che devono fare formazione professionale... perché la facciano davvero e non siano un parcheggio per quelli che non hanno voglia.
  18. L'ultimo sfogo mi ha molto ricordato il sergente Hartman
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