Io concordo con la riflessione di m2m sulla gestione "umana" della potenza di un'auto... ma il problema in certi casi è anche diverso...
Un tempo chi costruiva e chi comprava auto molto potenti lo faceva seguendo l'idea del divertimento al volante, quindi di solito anche il resto dell'auto era improntato a quell'idea... ma il "divertirsi" va ben al di là dell'"andare forte".
Oggi si vedono delle auto con potenze mostruose, accelerazioni da missile, però assolutamente inadeguate per farci dello sport. Il che non significa che non siano sicure su strada: ma fra appassionati di guida, più o meno professionali, sappiamo tutti che "sicuro" non significa per forza "divertente"
Io continuo a pormi davanti la questione della mia A6: per andar forte, rispetto al traffico, è una scheggia.
Per essere sicura, la è, non ha mai incertezze sulle strade normali. Su autostrada è nel suo regno perfetto...
Per divertirsi, manco per il cavolo, sarebbe a dir poco ridicolo andarci in pista.
Si sta creando uno straniamento da questo punto di vista... perché andare veloci in autostrada, anche molto veloci se fatto in sicurezza (perché alta velocità NON significa insicurezza), è cosa tangibilmente utile e anche divertente da un punto di vista "adrenalinico".
Ma nel momento in cui c'è troppo traffico, il pericolo oltrepassa la soglia accettabile... ma il piede resta giù...
Spesso penso che ad andare in pista mi divertirei un mondo per una questione di "fare le curve" ma mai mi darebbe la soddisfazione, ben diversa, di farmi km e km di rettilineo ad alta velocità.
Boh, il punto secondo me è che oggi alcune auto sono troppo diverse, troppo rapide nelle reazioni rispetto al traffico e alla gente che le circonda.
Per le percorrenze di cui è capace l'A6, se ho davanti a me un'utilitaria con 50cv, prima che quella abbia messo la freccia e si sia spostata di corsia ho fatto in tempo, volendo, a passarla ed essere già all'orizzonte.
Senza avere commesso errori "tecnici", quelli che generano pericolo nella condotta del mezzo.
E poi, accelerazioni spaventose, ci si ritrova a velocità TROPPO alte su strade che non lo permettono, e non ci si rende nemmeno conto... ci sono volte che su A6 faccio un sorpassino, guardo il tachimetro e mi ritrovo su statale ad essere ben oltre i 120... e mi chiedo: "Ma se fossi sulla Y, non me la starei facendo sotto, a questa velocità??"
E che, forse l'A6 è meno vulnerabile agli ostacoli rispetto alla Y? Magari frena in meno spazio, ha più aiuti per frenata e stabilità, ma alla fine, se mi spunta fuori un imprevisto, non sono nei casini allo stesso modo?
O forse è che, per volontà di progetto, sono tenuto troppo distante dalla strada, dalla guida, da ciò che sto facendo?
Questa è la mia conclusione: l'errore non sta nel far andare veloci le auto, l'errore grave secondo me sta nel far sì che il guidatore non se ne renda conto.
Sono felice di poter viaggiare a 200 invece che a 100... sarei più felice di poterlo fare con MENO comfort, per avere più coscienza di ciò che ho intorno, per essere più presente in quello che sto facendo.
Anche la Y volendo supera i 160. E' pericoloso? E' assurdamente pericoloso! Ma a 160 fa un tale concerto di rumore e vibrazioni, che sono bombardato da segnali che mi avvisano di avere passato il limite di sicurezza.
Sull'A6 posso passare i 230 e ancora pensare di essere tranquillo nel mio lettino...
Quindi, questo il mio pensiero: veloci, rapidi, anche comodi quanto si vuole, ma per coscienza, è meglio tenersi ancora un po' del rumore aerodinamico e delle vibrazioni stradali, senza esagerare (la tecnica progredisce per qualche motivo ).
Ma tutti vogliono capra e cavoli, ma questo a parer mio è molto molto pericoloso... e rientra sempre in quel quadro distorto che è la mobilità di oggi.
La gente vuole l'auto:
- velocissima
- comoda
- il più possibile automatica, per eliminare il fastidio di dover guidare
- il più possibile distaccata dal mondo esterno
Ma queste cose non deve farle l'auto... per viaggiare in comfort e velocità serve un mezzo controllato, e l'auto a mio parere è oggi un mezzo SBAGLIATO per questo scopo, e ci si deve politicamente orientare su altro.