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Yakamoz

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  1. Perdonami, ma se tu obietti che Mokka non è l’erede di Mokka X, e che 600 non è l’erede di 500X, stai di fatto rafforzando ciò che ho scritto. È proprio questo il fulcro della mia critica. Invece di dare seguito a due modelli ottimi sotto pressoché tutti i punti di vista (mia moglie ha avuto una Mokka X 1.6 Diesel 4x4 aziendale, la mia famiglia ha una 500X 2.0 140 cv 4x4 automatica dal 2016, entrambe sfruttate dal sottoscritto in mille occasioni, dalle bufere di neve in alta montagna agli esodi estivi in autostrada, sempre con totale soddisfazione), hanno scelto (direi in controtendenza) di non dar loro un’erede, sfruttando da una parte il nome (Mokka), dall’altra le forme cinquecentose, per due modelli che non c’entrano un fico secco: su questo sono totalmente d’accordo. Certo, ci saranno la Avenger e la Junior che avranno la loro versione munita di trazione 4WD e potenza sui 130 cavalli non plug-in, ma troppo le abbiamo dovute aspettare. Anzi stiamo ancora aspettando in verità…
  2. Quella di Leclerc garantito, se non hanno i pezzi nuovi di ricambio
  3. Direi piuttosto che i vecchi SUV compatti di Stellantis sono stati fatti diventare dei crossover. Basta vedere la differenza tra la vecchia Mokka e la nuova. Così come tra la 500X (già privata della trazione integrale da diversi anni) e la 600, che, supercazzole di Stellantis a parte, è di fatto la sua erede. E' un peccato, perché tedeschi e giapponesi continuano invece a crederci e a proporle. Sarà un caso ma tutte le T-Roc che vedo hanno la trazione 4motion.
  4. Questo purtroppo è il segno dell'involuzione automobilistica in atto. Il passaggio da "less is more" (veicoli compatti ma ben accessoriati, ben motorizzati, ben curati, per un uso a 360 gradi) a "less is less" ha trasformato i suv di taglia piccola in berline rialzate ad alta resistenza aerodinamica, togliendo il fondamentale requisito di un suv che è la trazione integrale.
  5. Accompagnare un selettore al rapporto desiderato con un movimento rapido e netto, quasi sentendone il perfetto incastro d'ingranaggi sul palmo della mano, dà una appagante percezione di eccellenza meccanica difficilmente surrogabile. Chi si ostina a offrire al cliente questa egoistica e primordiale sensazione invece di imporgli meravigliose economie di scala e sacrosante indicazioni su ciò che lui DEVE volere, dovrebbe meritare un plauso generale, almeno dentro questo forum
  6. Credo che la linea datata (grande cruccio di 3/4 dei modelli del gruppo nati negli anni '90) fosse solo una parte del problema. Stilisticamente la 155 era palesemente un passo indietro rispetto alla 164 da cui mutuava integralmente il design, adattato alla meno peggio su proporzioni diversissime e "sbagliate". Fosse stata commercializzata prima, si sarebbe notato ugualmente, secondo me. Così come Delta II, Lybra e le altre lunghe gravidanze Fiat. Tant'è che anche vedendole oggi, la linea datata passa, ma l'estetica non riuscitissima resta.
  7. Ma infatti, dov'è che ho scritto che la condivisione delle piattaforme è sbagliata? Il pianale Tipo 2 è stato una manna dal cielo, il problema è la famiglia di veicoli che ci hanno realizzato sopra, tutt'altro che ben diversificata (parlo della cinquina Dedra-Tempra-155-Tipo-Delta II). Proprio nel quinquennio a cavallo tra gli '80 e i '90 in cui i concorrenti diretti hanno fatto un salto d'immagine cospicuo. Nella lunga storia del Tipo 2 ci sono stati anche modelli epici come 156, Coupé, Alfa 916 ecc., ma la 156 era già "il modello del rilancio Alfa Romeo", perché i danni erano già stati fatti. Quanto al discorso dei troppi marchi, non so. Credo che sarebbero riusciti a sbagliare anche con meno modelli. E' mancata proprio la comprensione di come si stava evolvendo il concetto di automobile fuori dai patri confini. Tranne la Punto, che era una macchina bellissima.
  8. Ghidella (ormai i tempi sono maturi per vedere le cose dalla giusta distanza) ha avuto grandi intuizioni e alcuni limiti, forse più caratteriali che altro. Il merito più grande da ascrivergli è sicuramente il suo tentativo di fusione/joint venture con Ford, per ottenere la triade motori/pianali/mercato americano, boicottato da Agnelli e Romiti. La storia gli ha dato piena ragione, vedi FCA. In quell'ottica, la stessa operazione Tipo-4 avrebbe avuto tutt'altro senso, ossia fare cassa con una linea di veicoli di grande successo e remunerativi grazie alla condivisione spinta delle piattaforme, e poi passare allo step successivo, i veri modelli di lusso, con motori V6/V8 e trazione posteriore. L'unica possibilità rimaneva quindi sfruttare il mercato domestico e quello d'oltralpe, e giocare di nuovo la carta delle piattaforme condivise, stavolta differenziando di più l'estetica, ma peccando (molto) a livello estetico e di affidabilità. Lui fu liquidato nel 1988, all'alba del debutto della Tipo, ma la struttura che aveva impostato collassò malamente negli anni successivi, anche grazie alle sapienti mani dei suoi successori.
  9. L’unico fondo in cui Vasseur può sperare è il fondo-schiena, l’unico aggiornamento che funziona sempre (ad avercelo)…
  10. CUT Evitiamo inutili polemiche. Staff Grazie dello zoom E' qualcosa che cozza con il mio personale concetto di convivenza automobilistica, che si basa sulla socialità e non sull'isolamento, ma è chiaro che non si può fermare il progresso: il popolo vuole schermi, e schermi avrà.
  11. Dalle foto vedo solo una serie di ideogrammi poco comprensibili. Tu puoi fare luce sulla sua utilità?
  12. Intanto l'estetica. Poi, più in generale, qualsiasi complicazione sprovvista di qualsivoglia funzione o utilità pratica si presta intrinsecamente alla critica.
  13. Alla vista direi piacevole: esterni che riescono a mantenere un minimo di proporzione e di riconoscibilità, pur nell'omologazione stilistica di questi tempi, e interni come sempre appaganti e perfino vistosi grazie alle combinazioni cromatiche disponibili. La scelta di fare due linee parallele di modelli, una a trazione termica ed una elettrica, fa a cazzotti con gli annunci trionfalistici di quei concorrenti che sbandierano gamme completamente elettriche a partire dal 2027, 2028 ecc... Qui uno dei due ha per forza cannato la sua strategia, vedremo chi.
  14. Credo che la Ferrari sia ben felice di dargli carta bianca (sennò che se lo prendono a fare), ma chiedendo in cambio un certo tipo d'impegno e soprattutto di presenza. Ho come l'impressione, ma magari sbaglio, che la trattativa sia filata liscia finché si discuteva dei massimi sistemi, e si sia arenata sulle modalità concrete di svolgimento dell'incarico.
  15. Infatti. Ci sono vecchietti che non lascerebbero l’automatico per niente al mondo, non per ragioni di salute ma proprio per il comfort. Così come dei giovani che pensano sia un dispositivo per disabili di ausilio alla guida. Per cui io, quelli che rifiutano l’automatico per principio, me li attaccherei cordialmente al cazzo. Il fatto è che su un’utilitaria è miope non prevedere una versione di accesso con trasmissione manuale, per tutte quelle persone che fanno pochi chilometri e di pagare di più per una cosa che non gli serve non ne vogliono sapere. Quelli che considerano una trasmissione manuale come un affronto io li metto sullo stesso piano dei fanatici delle doppiette. Tra l’altro, se oltre al nome e alle cazzate si vuole rispolverare quel concetto di essenzialità e libertà che ha fatto la fortuna della prima Panda, una versione d’accesso con prezzo contenuto, potenza giusta e cambio manuale la vedo perfettamente coerente.
  16. https://www.formulapassion.it/f1/f1-news/turrini-ferrari-rinnovo-consulenza-rory-byrne-2027-newey-cardile Ma che ce frega de Adrianone, noi c’avemo Roribbairn, il super consulente per antonomasia. L’equivalente degli stemmini tricolori appiccicati su tutte le Fiat dell’era Stellantis. Tra le sue consulenze più di spicco, la celebre F14T, di cui vi sblocco un ricordo Me lo ricordo in tv alla presentazione della F2004, era già 96enne e prossimo alla pensione. Ringraziamolo per i bei ricordi e lasciamogli godere i nipotini. Tornando a Newey, averlo a mezzo servizio (come certi anni in RB, e si vedeva) non serve a vincere i mondiali. Grandissimo peccato se la cosa non andasse in porto, ma, come già ebbi a dire, o credi veramente nel progetto, oppure è inutile giocare al raddoppio con Lawrence Stroll. Io comunque tutta questa sfiga a lavorare in Ferrari non ce la vedo. A parte la varietà di competizioni e progetti in cui è impegnata l’azienda, si sono succeduti tre presidenti (Montezemolo, Marchionne, Elkann) sette amministratori delegati e una mezza dozzina di direttori sportivi. La Ferrari di dieci anni fa non è nemmeno lontana parente di quella di oggi. Gliel’abbiamo chiesto in tutte le lingue di venire a Maranello, ma se c’è proprio un’incompatibiltà ambientale, di che stiamo a parlare? Con la buonanima di Marchionne non abbiamo vinto granché (mancò il tempo?), e fece anche lui le sue cazzate. Ma almeno fu il solo a far uscire il team da quel complesso di impotenza, in cui già allora Newey era visto come il Viagra.
  17. Come sulla Ypsilon: scritte LANCIA a caratteri cubitali, e pataccone sul montante C di dimensioni ragguardevoli. Se non altro ci hanno risparmiato i tricolori sparsi ovunque.
  18. Esteticamente è una delle cose più insignificanti che abbia mai visto, ma sono i tempi che ci tocca vivere. Le linee sono un insieme di cliché del perfetto suvvone, arricchite da "citazioni" di modelli della concorrenza. Proprio come le Great Wall e le altre cineserie di vent'anni fa rispetto alle auto del periodo.
  19. Sì, ma si è fatto fare una sedia col suo nome (manco fosse Oliver Stone) accanto a quella col nome del loro partner commerciale, sul set di una pubblicità. Non ho ricordi di un suo omologo che faccia cose simili. Forse potrebbe evitare di sovraesporsi mescolando la propria immagine con quella dell'azienda per cui lavora. Lo so che ha un'alta considerazione delle proprie doti di pubblicitario (e di se stesso in generale), ma non è lui il brand che deve apparire.
  20. Semi OT: giorni fa ero in un salone multimarca. Vado nell'area usato "premium" e trovo affiancate una Grecale e una Granturismo vecchio modello, quella nata nel 2008, auto di cui (già all'epoca) trovavo gli interni datati e approssimativi, con quei pulsantoni di povera origine e l'autoradio della Peugeot 307. Ebbene, li ho riabilitati, almeno visivamente , in confronto con quelli della Grecale, che è sì un'altra macchina, ma è anche 15 anni più giovane. Non parlo di qualità, ma proprio di resa estetica. Una era comunque sontuosa, l'altra sembra più cheap di quello che è. Per non parlare della pulsantiera del cambio, simile a quella degli autobus. Altro semi OT: un paio di mesi fa al Mirafiori Hub ho potuto rivedere l'Alfieri. Non entro nel merito e in discussioni già trite e ritrite, ma il grado di rammarico per la sua mancata commercializzazione è incalcolabile.
  21. Newey, parole testuali di Elkann, di pochi giorni fa ma stranamente passate sotto silenzio: Fonte: John Elkann: «Ricordo le Ferrari di mio nonno accese con mio fratello Lapo di nascosto» | Corriere.it Due cose capisco da questa dichiarazione: 1) Ferrari si è sfilata dalla corsa al rilancio per averlo a tutti i costi. La linea è: "se vuoi lavorare con noi i soldi te li diamo, ma se non sei così convinto e motivato dal progetto, è inutile che ti offriamo il doppio". 2) Se non è Newey c'è comunque una rosa di altri papabili (quali?).
  22. Io ormai nemmeno seguo più i vari scoop che danno Newey a destra e a manca. Tutta speculazione, che oltretutto il diretto interessato non fa nulla per impedire. Ritengo anche fisiologico che, durante una trattativa lunga e all'ultimo sangue, le probabilità oscillino di volta in volta su chi ha fatto l'ultimo rilancio.
  23. Hamilton prima di firmare con Ferrari ha sicuramente chiesto e avuto precise garanzie su come (e con chi) loro intendono perseguire l'obiettivo di vincere il mondiale. Ok anziano, ma mica fregnone. L'addio di Cardile in un frangente così delicato è troppo clamoroso per essere casuale: probabilmente l'annuncio odierno è solo l'ufficialità di un accordo che accontenta entrambe le parti. A questo punto però, Newey o non Newey, è il momento di scoprire gli altarini, se ci sono.
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