da repubblica.it
Dopo 5 settimane di stop arriva l'arbitrato del sottosegretario Uggè
aumento delle tariffe del 7% e una "una tantum" di 3.000 euro
Bisarche, interviene il ministero
chiusa con un lodo la vertenza
Fiat: subiti danni gravissimi, il Lingotto annuncia cause legali
ROMA - Le bisarche, ferme dal 26 aprile, torneranno da domani a viaggiare per consegnare ai concessionari le vetture prodotte negli stabilimenti italiani. Con il lodo del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dopo più di quattro settimane, la lunga vertenza si è conclusa.
Dopo l'ennesimo incontro senza esito, associazioni degli autotrasportatori (Fita e Cuna) e aziende dei committenti (Anita e Assologistica) hanno chiesto l'arbitrato del sottosegretario Paolo Uggè. L'accordo sottoscritto prevede l'aumento delle tariffe del 7%, quasi a metà strada quindi tra la richiesta del 10% degli autotrasportatori e l'offerta del 5%. In più ci saranno 3.000 euro per ogni automezzo: 1.000 come 'una tantum e 2.000 a titolo di acconto.
La conclusione è uguale a quella di dieci anni fa, quando dopo cinque settimane di protesta e una trattativa senza esito era stato il lodo del ministero a mettere la parola fine alla vertenza. "Con il superamento di questa fase di stallo e tensione - ha commentato Uggè - si avvia adesso un percorso costruttivo tra le parti per adeguare alle mutate condizioni l'accordo di settore in atto. Rivolgo a tutti gli operatori coinvolti un appello affinché, nel recepire quanto stabilito, si attivino per dare l'avvio ad una fase più serena e più positiva per tutti".
"Il risultato, anche se non recepisce pienamente le istanze degli autotrasportatori, è comunque positivo" ha osservato Pasquale Russo, segretario nazionale di Conftrasporto. Russo auspica che "da questo momento la committenza assuma atteggiamenti rispettosi delle regole contrattuali, affinchè non si verifichino più situazioni di difficoltà e tensione per il settore dell'autotrasporto, che inevitabilmente si riflettono sul sistema produttivo ed economico del Paese".
Per la Fita-Cna "solo in Italia si è potuto permettere che la vertenza durasse così a lungo. In un altro Paese il ministro dovrebbe rispondere di questo". "Il problema - ha detto Franco Palese, coordinatore nazionale del settore - è che per tre settimane il sottosegretario Uggè non ci ha permesso di incontrare le aziende committenti".
Il blocco delle 3.000 bisarche ha messo in ginocchio l'industria automobilistica: 140.000 vetture sono rimaste nei piazzali. Alla Fiat si sono fermati gli stabilimenti di Mirafiori, Melfi, Cassino e per due giorni anche Pomigliano e per i 10.000 lavoratori coinvolti sarà chiesta la cassa integrazione. Il Lingotto ha parlato di danni gravissimi e ha annunciato cause legali.
(24 maggio 2005)