da repubblica.it
Nulla di fatto tra governo e sindacati dei camionisti
che trasportano le automobili. Fallita la mediazione di Uggè
Bisarche, nessun accordo
5.000 operai in cassa integrazione
A causa del protrarsi dello sciopero, verrà fermata Melfi
Circa 70 mila auto in attesa di essere consegnate
TORINO - Resta in alto mare la protesta dei bisarchisti, gli autisti dei camion che trasportano le auto. Si è concluso con un nulla di fatto l'incontro al ministero dei Trasporti tra le associazioni e i committenti convocato dal sottosegretario Paolo Uggè, e a causa del protrarsi dello sciopero la Fiat ha deciso di fermare - dalle 22 di stasera - le linee della fabbrica di Melfi (Potenza), dove si producono Punto e Lancia Y: l'azienda chiederà la cassa integrazione per circa 5.000 operai.
"La proposta di mediazione del governo - afferma Pasquale Russo, segretario della Conftrasporto - non è stata ritenuta adeguata dalle nostre associazioni, soprattutto in relazione agli aumenti economici, e sufficiente per ricominciare a lavorare".
Circa 70mila auto sono in attesa di essere distribuite e consegnate ma il blocco di oltre 3mila camion-bisarche, che mediamente ogni settimana trasferiscono e consegnano circa 40.000 autoveicoli, sta determinando una paralisi globale dell'industria, della distribuzione e del commercio del comparto automobilistico.
La protesta dei bisarchisti, che è cominciata il 26 aprile scorso, andrà quindi avanti. La Fiat aveva già reso noto che il blocco delle vetture nei piazzali delle fabbriche, se prorogato, avrebbe creato nei prossimi giorni contraccolpi: la cassa integrazione potrebbe essere imminente per 5.800 lavoratori di Melfi e dell'Iveco di Suzzara, ma a catena potrebbero essere interessate tutte le altre fabbriche, compresa Mirafiori.
Formalmente la trattativa non è ancora sospesa. Ma le posizioni restano distanti. "La possibilità che si raggiunga un accordo - afferma Russo - è remota. La nostra proposta di un adeguamento tariffario del 10% con retroattività per gli ultimi due anni è stata respinta e le posizioni sono molto distanti".
Le parti hanno lasciato il ministero, senza che sia avvenuto un nuovo incontro tra il sottosegretario Uggè e le associazioni degli autotrasportatori. "Il sottosegretario si è fatto portavoce delle proposte della committenza - spiega Franco Palese, coordinatore nazionale della Fita-Cna per le bisarche - e solo in un secondo tempo ci ha presentato una sua proposta, che abbiamo giudicato inaccettabile dal punto di vista economico e con impegni non idonei per quanto riguarda l'applicazione del contratto. Mi auguro che il confronto possa riprendere - aggiunge Palese - ma al momento la protesta andrà avanti con le stesse modalità con le quali è stata attuata finora".
(13 maggio 2005)