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PaoloGTC

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  1. Tornando al "Pandorino" o "Fioranda" che dir si voglia ho trovato altre due foto (non so perchè l'altra volta mi siano sfuggite). Una è bruttarella come qualità, ma ci mostra un altro esemplare. Dobbiamo poi ricordare che Giugi (usando semplicemente i colori su foto che aveva già, senza stare a costruire davvero, chè forse manco lui ci credeva) aveva pensato anche una variante del genere Non è un fake dei giorni nostri eh... fu pubblicata da Auto & Design della "Story". E per finire, un pensiero anche a lei, che per un certo periodo fu ovunque, nelle pagine degli scoop.
  2. Quattroruote, in uno dei suoi primi scoop in assoluto, fotografò dei prototipi che non erano esattamente identici alla 500 andata in produzione. Aveva il posteriore un po' più inclinato, e di conseguenza il vetro laterale posteriore più piccolo. Questo capitava spesso, con i primi prototipi sperimentali delle nuove Fiat (giravano ad esempio delle 124 coupè con una carrozzeria completamente diversa da quella messa in produzione) ma in effetti, le immagini della maquette rilasciate dal CSF tempo fa fanno pensare che quel prototipo fosse stato carrozzato seguendo uno stile poi rivisto, probabilmente per dare un po' più di spazio ai passeggeri posteriori. Il prototipo La maquette: da questa angolazione forse si percepisce poco la differente inclinazione del posteriore e la conseguente forma più "triangolare" del vetro laterale posteriore, ma purtroppo è l'unica che abbiamo. L'altra immagine infatti, al primo colpo farebbe pensare "ma cosa dici? non vedi che il vetro è uguale a quello della 500 definitiva?", ma il fatto è che il colore e la location identici al primo colpo ingannano... perchè non è la stessa maquette... questa ha i fari anteriori sporgenti, le "gemme" sulla parte anteriore dei parafanghi, il taglio del cofano - non riprodotto su quella qui sopra - e, appunto, un posteriore più vicino a quello definitivo.
  3. Prima di passare agli interni, abbiamo qualcosina anche sulla SW. La storia è molto più semplice, c'è poco da raccontare. Le idee sembra siano chiare fin dal principio, o almeno, non abbiamo materiale riguardo una serie di varianti come è stato per le versioni appena descritte. Ci sono un paio di figurini (dei quali solo il primo mi pare esprima qualcosa di diverso, ma niente di che), l'immagine di un modello in scala ed una manciata di scatti per le maquettes. Nulla che possa spingerci ad avviare qualche discussione su cosa sarebbe stato più o meno bello. La ricerca per gli interni prende il via nel dicembre del 1990, e porta alla realizzazione di diverse proposte tra cui queste. (tutte secondo me di stile molto "Renault" anni '90, sia per le forme che per le tinte scelte dai disegnatori, che esprimono bene il concetto di "caldo e soffice" che apprezzai molto, ad esempio, negli interni di Laguna I) Qui sotto invece, beh... ormai i giochi sono fatti. Come per gli esterni, dopo i figurini arrivano i modelli. Si parte con qualche variante per arrivare al tema definitivo... e con questo - almeno per oggi - ho finito pure io, che lo scanner fuma ancora, e le mie dita pure. Ciau neh
  4. La fase dei modelli in scala 1/5 ci mostra soltanto due delle tre proposte, che per comodità chiameremo "Aerodeck" e "Tigra". La terza, che diverrà poi la "vera" Coach, la incontreremo fra poco, nella fase "maquettes 1/1", e a dirla tutta l'avevamo già davanti agli occhi l'altro giorno, senza saperlo. Ma andiamo con ordine. Proposta "A" - Aerodeck (mi direte: "ma non è che sia poi tanto 'Aerodeck'", e avete ragione, ma il fatto è che... beh, ci arrivo fra poco) Proposta "B" - Tigra Arriva quindi il momento in cui i modelli in scala diventano maquettes, ed è qui che ha più senso chiamare "Aerodeck" la proposta "A", perchè crescendo ha subito un'evoluzione, diventando quella che abbiamo visto l'altro giorno. La "sfidante", la proposta "B" resta più vicina a quanto visto in scala, ma cela un piccolo segreto. Come i più attenti avranno modo di notare nella foto qui sopra, in cui la vediamo riflessa nei vetri del palazzo sullo sfondo, lei è asimmetrica, e dall'altro lato si rifà al concetto "ellisse". Le due proposte subiranno un'evoluzione, che porterà la "A" ad avere un posteriore differente, che sarà comunque scartato, mentre la "B" abbandonerà semplicemente il concetto "Tigra" per sposare quello dell'ellisse, e diventare, finalmente, la vera Megane Coach. Proposta "A" evoluta Proposta "B" evoluta Il sipario si chiude con tre immagini della maquette definitiva.
  5. Veniamo ora alla Coach (la cui sigla era D64, mentre quella specifica della 5 porte appena vista B64), la cui gestazione camminò parallela a quella della berlina: primi bozzetti nel luglio del 1990, modelli in scala 1/5 a settembre, modello in scala grande nella primavera del 1991. L'idea fu da subito quella di proporre una versione 3 porte con carrozzeria specifica, più aggressiva e sportiveggiante, e di non ripetere quanto fatto con la 19, la cui versione con due porte in meno, al netto delle varianti sportive, pur avendo ai tempi ricevuto apprezzamenti un po' ovunque per la pulizia dello stile, non aveva "portato a casa" granchè in termini di numeri. Anche qui un gruppetto di varianti prese in considerazione, nello specifico tre: - una sorta di combicoupé alla maniera delle vecchie Honda Accord Aerodeck: - un modello dal taglio della vetratura simile a quello visto in seguito sulla Tigra (e fecero bene a scartarla in quel momento... perchè, nulla da dire sulla loro creatività, cosa ne potevano sapere della Tigra nel 1990... però arrivando sul mercato dopo la piccola Opel forse sarebbero sembrati dei copioni ); - il modello di cui sopra con una vetratura che si rifaceva all'ellittica che stavano studiando per la 5p. Come per la 5 porte, partiamo dai figurini che ho recuperato.
  6. Si giunge quindi alla fine della storia (per quanto riguarda la 5p), con quattro immagini del modello definitivo. Parere personale: sembra che abbiano preferito non osare troppo, perchè - soprattutto a livello di bozzetti - ho visto cose più accattivanti. Non si può dire che non avesse alcunchè di originale, tra frontale con il becco ed ellisse sul fianco, ma - come diceva giustamente Angelo - l'impressione era quella di un'auto un po', come dire, "debole". Mi piacevano i fanali posteriori scuri, le davano un tocco di serietà, di... spessore, ma guardandola soprattutto nel tre quarti anteriore, non so, sembra stia dicendo "scusate, ci sarei anch'io, c'è un posticino per me?"
  7. Passiamo ora alla fase dei modelli in scala 1/5, che ci mostra le quattro proposte scelte per l'approfondimento. Il primo modello che vediamo, contrassegnato come proposta "A", era asimmetrico, e guardandolo dal lato sinistro (oggetto di tre delle quattro immagini che seguono) capiamo che si tratta di quello che avevamo già visto l'altro giorno, all'interno del breve miscuglio di immagini che ero riuscito a recuperare in poco tempo. Qui sotto l'altro lato, con una cintura secondo me un po' indecisa... ad un certo punto sale, ma non si capisce bene dove e come... ha un po' l'effetto "stavo disegnando e mi hanno mosso il foglio" Passiamo poi alla proposta "B"... ... alla "C"... ... e per finire alla "D". Come anticipato nel breve riassunto del primo post di oggi, nel marzo del 1991 le proposte divennero maquettes. Qui vediamo la "A", che come possiamo ben vedere sarà quella vincente. Poi la "B" (che abbiamo visto l'altro giorno nella foto a colori del confronto all'aperto)... ... seguita dalla "C"... ... e per concludere, dalla "D", con un frontale che pare un mix fra quello che avrà la prima Laguna e una calandra che ricorda la Phase II della 19. A titolo personale, il cofano/coperchio con quel bel taglio laterale che si accoppia idealmente al montante A l'avrei tenuto. Sulla Laguna mi piaceva molto.
  8. Finalmente pronto qualcosa (si fa per dire ) sulla gestazione di Megane I. Prima di passare alle varie carrellate però, un breve riassunto tratto dalle note dell'epoca. I primi schizzi del progetto X64 risalgono al primo semestre del 1990. Vennero abbozzate parecchie proposte, dalle quali presero vita - nel settembre dello stesso anno - quattro modelli in scala ridotta (1/5). I progetti ritenuti adatti erano elaborati su quattro tematiche (ovviamente si parla della 5 porte, la Coach la vedremo in seguito): - una versione a sei finestrini, evocante la ormai "congelata" Laguna I; - un modello con una marcata linea a cuneo; - un progetto con una vetratura ellittica e uno sganciamento sul retro; - un disegno con la stessa vetratura ellittica ma con il posteriore arrotondato. Queste quattro proposte furono realizzate in scala 1/1 nel marzo 1991 e la scelta cadde subito sul tema dell'ellisse. Da quel momento lo stile della Megane I era stabilito. La maquette definitiva venne fresata nell'aprile 1992. Partiamo quindi con la serie di bozzetti che sono riuscito a recuperare. Il percorso illustrato dai figurini non è completo, perchè dopo la fase che abbiamo appena visto la design story ci propone di botto tre illustrazioni della versione definitiva; si passa quindi da una fase in cui la ricerca è vasta a quella in cui la vettura è pronta... non la vediamo "spuntare" pian piano, almeno su carta.
  9. Immagine scattata durante la valutazione di tre differenti proposte (almeno per quel che riguarda il posteriore) per la "futura Renault 19" - che vediamo là davanti a far da paragone - tutte diverse dalla Megane andata in produzione. Le prime quattro cifre di tutte le targhe potrebbero suggerirci che siamo all'inizio del 1991. Sempre riguardo Megane I... un paio di varianti studiate per quella che sarebbe stata la Coach. Ammettendo sempre che le prime quattro cifre della targa facciano testo, la prima dovrebbe essere del marzo 1991, la seconda di luglio dello stesso anno. Un altro progetto - come molti italiani di cui ormai conosciamo a memoria vita, morte e miracoli - già ben avviato con largo anticipo rispetto al lancio della vettura. Entrambe le maquettes infatti mostrano già una notevole somiglianza con la Megane definitiva, per quel che riguarda la parte anteriore della fiancata ed il frontale (almeno visto da questa angolazione). Nella prima il posteriore prende poi una strada completamente differente, ma nella seconda vediamo già quella che sarà la "vera" Coach anche al posteriore. A cambiare è solo la parte finale del padiglione, con una soluzione montante C/lunotto avvolgente che in qualche modo anticipa ciò che farà Opel con la prima Tigra pochi anni dopo. In conclusione, altra maquette della 5p - rimasta forse a questo stadio di lavorazione? - in cui è ben presente il tema dell'ellisse a livello di padiglione e finestratura laterale, ma che si esprime al posteriore con soluzioni assai diverse da quelle scelte per la versione definitiva, e, se vogliamo, un po' più audaci.
  10. Piccola curiosità, che non proviene da una design story, bensì da un numero di Auto Oggi che conteneva un servizio-anteprima su quella che sarebbe stata la Polo del 1994, quella tutta nuova insomma, dopo gli anni di onorato servizio della "giardinetta" nata nel 1981 e - se non sbaglio - ristilizzata all'inizio degli anni '90. La foto di una maquette, che ci mostra una variante per certi versi più classica, ma secondo me anche più carina, pulita ed elegante. La calandra nera che si univa direttamente ai gruppi ottici, senza il bordo verniciato a forma di U rendeva tutto più lineare e, appunto, elegante, a mio parere, così come mi sembrano più moderni i fari che a quanto pare fanno corpo unico con gli indicatori di direzione bianchi, uniti alla parabola principale sotto un unico vetro. Una soluzione simile a quella adottata dalla Vento. Si veniva da anni in cui la calandra nera VW si accoppiava direttamente alla fanaleria, o per meglio dire, nel caso dei gruppi ottici tondi (iso-Golf II) la "ospitava", per cui è assai probabile che la nuova soluzione adottata poi dalla Polo sia parsa ai tempi un qualcosa di innovativo (relativamente parlando... si tratta pur sempre di un design VW piuttosto lento nell'evolversi), però... non so che ne pensate voi, io l'avrei trovata più bella così. Poi per carità, in questa immagine anche il paraurti fa la sua parte. Sicuramente questa maquette rappresentava una versione sportiveggiante o top di gamma.
  11. Il mio parere, un po' rude per carità, e so che ai sostenitori della creatività italiana non piacerà. Nel momento in cui si decise di mettere in cantiere l'erede di una K che con un po' più di impegno avrebbe potuto essere più interessante, sarebbe stato giusto un bel bagno di umiltà, accantonando il pensiero "noi la famo diversa, noi famo 'na roba che vedrete patapam che colpo!" (si, patapam, un patapam lo fece...) La Thema era già diventata un mito, ma Giugiaro aveva mica fatto le cose assurde, anzi. C'era la classe, c'era l'eleganza, c'era la serietà di proporzioni studiatissime. Sarebbe stato meglio, non dico copiare, ma ammettere che in quel segmento chi vendeva non usciva tanto dal seminato, e se lo faceva se lo poteva permettere perchè aveva il marchio (vedi le bavaresi di Bangle, che però han venduto perchè erano bavaresi). Sarebbe stato meglio prendere una Serie 5 e una A6 e dire "oh, alla gente 'sta roba piace, facciamo un compitino Lancia, che noi non ci possiamo permettere di dire 'a famo strana'". Prendiamo una tre volumi tedesca tradizionale e lancizziamola. Mettiamole un montante C privo di terzo vetro, passo e carreggiate decenti, la piazziamo bene sulle ruote (grosse), le mettiamo un frontale che evolve per bene il concetto della Dedra (o magari lavoriamo su quello della Kayak di Bertone), senza tirar fuori il mascherone della macchina del bisnonno e magari se ci va giochiamo un po' con la fantasia con la fanaleria posteriore: facciamola a fettine (ma non a banane come la Brava) incassate nella lamiera, che scompongano i fanali della Thema, così la ricordiamo. Gli interni per carità: alzo le mani. Quelli della Thesis erano perfetti (guardacaso non avevano nulla di "assurdo"... e sempre guardacaso li ricordiamo come la parte migliore di quel macchinone sfortunato). Poi possiamo anche chiamarla Thesis, oppure dire ai giornali che è tornata la Thema. "Che banalità", qualcuno dirà. Beh... scommettiamo che avrebbe venduto più della macchina del Papa? A me scappa un po' da ridere quando sento dire "eh, non è stata capita." E' stata capita benissimo. Per 90 persone su 100 era brutta, e quando una cosa per 90 persone su 100 è brutta, vuol dire che è brutta. Fine. Un colossale errore nato dalla presunzione di avere un allure tale da potersi permettere di farla strana. Maddechè. Ma dove. Ma quando.
  12. Ci avevo pensato, però... ciò che mi ha sempre lasciato perplesso di questo strano mulo è il nonsense della sua carrozzeria. Ovvero: abbiamo visto negli anni muli di ogni marca e modello, fatti strambi ma con un senso, perchè la priorità era - tramite soluzioni di carrozzeria assurde - coprire un pianale, una meccanica. Le 500 L gonfiatissime, le Ghibli striminzite, le Panda allargate, le 127 ingrassate per coprire la Golf fino a finta, enorme Fiesta MK1 costruita apposta per testare la "Erika" che sarebbe poi stata la Escort del 1980. Però qui, osservando lo sbalzo posteriore, fatto di un vero.. posteriore più aggiunta, che lo porta ad essere non tanto diverso da quello di una "vera" Classe C, che senso aveva? Cosa copriva? Non si tratta di un semplice terzo volume applicato ad una 2v per farla sembrare un'altra cosa, perchè anche il lunotto (molto primordiale, che fa pugni col telaio che lo sorregge) si spinge abbastanza indietro, chiudendo l'abitacolo dopo un montante posteriore dallo spessore francamente poco probabile. Dissimulare le forme di una W203? Per quale motivo? Girava già, e con ben poco camuffo. Inoltre, le porte non sono manco quelle. Poi chissà, poteva anche essere una carrozzeria totalmente priva di significato, fatta per incuriosire quelli come me e portarli... in nessun posto.
  13. Ultimo piccolo OT (spero che me lo perdonerete) sulla 7 Bmw. Ho letto, qualche post fa, un parere con cui non concordo, e cioè che a partire dalla "stramba" di inizio millennio non ne abbiano più azzeccata una. Beh beh, a titolo personale, con la F01 (2009?) secondo me avevano recuperato parecchio, ed erano un po' tornati alle linee tranquille. In paese gira da anni un 730, credo del 2010, blu scuro con interni crema, che a me di sangue ne fa un bel po'. Ora non trovo la foto giusta, ma se me la regalano questa io mica mi lamento Tornando a Stoccarda e ai suoi scheletri nell'armadio, ieri mentre gironzolavo fra le mie cartacce mi sono imbattuto in questa (che avevo rimosso) Ogni volta che la vedo mi sento un po' Bin8 Perchè devo ancora capire Capire se fosse un mulo strambo/primordiale della W203 (le porte comunque non mi sembrano le sue, o almeno la posteriore sicuramente non lo è) o una qualche sperimentazione... oppure ancora le immagini ingannano sulla taglia e si tratta di un qualcosa legato alla E? (comunque girava nello stesso periodo in cui c'erano in giro i proto della 203)
  14. Non aiutava nemmeno, sulla W140, il nuovo rapporto fra superfici vetrate e lamierate della fiancata, unito all'abitacolo più voluminoso. Poi - ovviamente tutto molto secondo me - si veniva da un'epoca di design Mercedes fatto di proporzioni impeccabili e linee nette, che spesso vanno a braccetto perchè le seconde aiutano a trovare le prime molto più del tondeggiante venuto in seguito (penso alla Delta di Giugiaro e anche alla sua Uno prima serie) La W140 doveva essere più grossa, più larga, più alta, e al tempo stesso più tonda e pulita, levigata. L'effetto cicciona era dietro l'angolo. Le generazioni 80-90 delle due grandi ammiraglie tedesche dei tempi non si sono mai confrontate direttamente sul mercato, perchè la E32 Bmw nasce mentre la Benz sta invecchiando, e la sua erede arriva quando la W140 ha già qualche anno, ma ritengo che a Monaco abbiano fatto un lavoro assai migliore. La "7" che prese il posto della E32 (E...? non me la ricordo ora ) lasciava intendere che erano passati alcuni anni dal 1986, ma di certo non risultava essere un peggioramento dal punto di vista dell'appeal. Anche perchè come proporzioni era rimasta più simile alla precedente, di quanto fosse la Mercedes.
  15. Proprio lei. Una bomboniera, con un unico difetto che ogni tanto si presentava (più o meno ogni volta che la guidavo io). Per dirne una, andammo ad un raduno pavese in quattro, con due auto. Lui, insieme al figlio che ai tempi aveva pochi anni (e oggi gira in Megane RS ultima serie ) al volante della nostra ormai ex-TransAm GTA ed io con la Limited, accompagnato da mia mamma, la quale aveva chiesto di partecipare anche lei una volta alle nostre scorribande. Fu un raduno incredibilmente ricco di auto, al punto da diventare un casino fra gente che non sapeva dove parcheggiare ed altra che s'era persa, incapace di seguire le indicazioni del road book (era previsto un giro mattutino sui colli, poi un "ape" presso il grosso capannone di un gommista molto famoso in zona, seguito da un pranzo in cascina e per finire da un altro giro sui colli) ed io lo passai dicendo parole a quella Limited che ogni volta in cui la spegnevo... non si spegneva continuando a borbottare di autoaccensione. Le mie lamentele, "scusa eh, te vai in giro con 8 cilindri, a me che carciofo m'hai dato?" "Ma sei te che non sei capace a guidarla!!" (guai toccargli le Renault...) Eccola là, quel mattino di un lontano 6 Aprile 2008, mentre scambia due parole con una veterana torinese. Ne approfitto per appendere qualche figurino della concept Evado, anteprima da salone della Laguna SW prima serie. Figurini molto vicini alla versione definitiva, a parte quello del frontale alternativo. Curiosi i sedili di Qui, Quo & Qua dotati di meccanismo di espulsione
  16. Se non ricordo male, ai tempi, voci di corridoio raccontavano che Opel ci aveva creduto fino al momento in cui, grazie ad altre voci di corridoio provenienti dai... corridoi in cui era nata la sbirulina che a Roma parcheggiavano per traverso raccontavano che il modello si stava rivelando un bagno di sangue dal punto di vista economico, e quindi... "ferma tutto, prima che facciamo la stessa fine". Però... eran solo voci eh...
  17. Bella 'sta cosa. Alla Ford fra le Mustang del futuro disegnavano l'R129 e a Stoccarda fra le SL disegnavano la Viper Riguardo la W140, non vorrei ricordare male, ma fu proprio BS a dichiarare, parecchio tempo dopo il lancio e dopo diversi segnali di malcontento per il design del berlinone arrivati sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori "Dobbiamo disegnare auto che facciano venire voglia ai nostri clienti di comprarle, e non quelle che i nostri dirigenti vogliono guidare" lasciando intendere di essere il primo degli insoddisfatti, e di essere stato un po' "indirizzato" da quelli che Fumia chiama "i soloni del marketing". Dichiarazione che ai tempi mi lasciò piuttosto perplesso, perchè si veniva dai tempi in cui il grande successo del design delle Benz ancora oggi indimenticabili veniva accreditato a lui in primis - l'R129 era sul mercato da due anni al lancio del barcone, ed era stata un gioiello che aveva fin fatto sbroccare Quattroruote che nelle pagine con le foto ufficiali aveva inserito un imparziale titolo "Sei bellissima" - e quindi mi aspettavo che un suo "no" fosse LEGGE.
  18. Il fatto che su questa maquette 5 porte la cintura risulti ancora più bassa (ma magari è solo una mia impressione) non aiuta di certo. Si presenta un altro problema, oltre a quello dell'allineamento fra le bombature di parte mobile e fissa: la coesistenza, in uno spazio ristretto, della bombatura e della maniglia. Così sembra una modifica di quartiere.
  19. Si, certo, avevo verificato facendo le tabelle. La Jetta era calcolata a parte. Nello specifico, cioè l'anno 1988 che hai citato, 99000 Golf e quasi 5000 Jetta. I dati di vendita pubblicati nel nuovo millennio, col passare del tempo sono diventati sempre più confusi e sempre meno attendibili. Negli anni in questione Quattroruote pubblicava ancora i dati separando Casa per Casa, anzichè andar di classifiche, e quindi in ogni paragrafo, per quanto possibile* i modelli venivano citati separatamente (a volte con le parentesi che indicavano l'ammontare, all'interno della gamma di un singolo modello, delle versioni più "gettonate", ad es. 38000 Uno - di cui 24000 Fire, 12000 "60", ecc. ecc.) * Gli unici casi in cui ci si perdeva un po' erano quelli in cui il quantitativo - misero - di modelli a fine carriera veniva dichiarato mettendoli tutti insieme. Capitava ad esempio di leggere, nel paragrafo Alfa Romeo, dopo le migliaia di 33, 75 e 90, di leggere "a chiudere il bilancio del mese una cinquantina fra Alfa 6, Arna e Sprint". Anche accorpate, comunque, le misere vendite di Jetta non avrebbero inciso molto sul gran divario che c'era fra la Golf e le altre tedesche della sua categoria
  20. 1988 Fiat Tipo 217000 (Fiat Uno 374000 - Fiat Regata 37000) VW Golf 99000 Alfa 33 62000 Opel Kadett 44000 Lancia Delta 30000 Ford Escort 29000 Renault 9/11 20000 Peugeot 309 13000 Renault 19 2700 Totale Fiat 955000 Totale italiane 1325000 Totale estere 858000 Mercato italiano 2184000 1989 Fiat Tipo 262000 (Fiat Uno 382000 - Fiat Regata 19000) VW Golf 85000 Alfa 33 63000 Opel Kadett 54000 Renault 19 45000 Ford Escort 31000 Lancia Delta 26000 Peugeot 309 11000 Renault 9/11 6000 Totale Fiat 972000 Totale italiane 1364000 Totale estere 997000 Mercato italiano 2362000
  21. Golf II comunque già dall'inizio del suo ciclo viveva con alle spalle l'immagine della precedente eh, già ricca del fascino da quelle tre lettere G, T e I. Kadett E era un bel salto in avanti rispetto alla D, e con la GSI dimostrò che Opel non aveva nulla di cui vergognarsi, ma le vendite parlavano chiaro. Sono andato a ripescare al volo due dati, da quell'ammasso di numeri messo insieme anni fa che ogni tanto torna utile. Mi sono concentrato sul 1985, che era il primo anno completo per la media Opel. A dicembre di quell'anno, erano state immatricolate sul nostro mercato un tot di Kadett E, 23 mila e qualcosa. Le Golf? Oltre 96 mila. La media VW aveva venduto anche più della Ritmo (86 mila) e della 33 (46 mila), mentre la Opel se la giocava con la Escort (24 mila). Renault fra 9 e 11 piazzava circa 41 mila auto. Golf II era già un "must" nel 1985. Era lei a tenere in piedi la "baracca" (96 mila Golf, 121 mila VW in totale). Se andiamo verso la fine della decade (1989), notiamo che in casa Opel la SW è già diventata un "must" che poi esploderà con la prima Astra. Kadett targa 54 mila auto, Golf è stabile sulle 85 mila senza avere una wagon.
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