-
Numero contenuti pubblicati
11222 -
Iscritto il
-
Ultima visita
-
Giorni Massima Popolarità
57
Tipo di contenuto
Forum
Galleria
Calendario
Download
Articoli del sito
Store
Blog
Tutti i contenuti di PaoloGTC
-
Mia mamma soffriva in un modo simile alla tua ma credo di ripetermi con questa storia, mi pare di averla già raccontata. Quando papà dovette comprare la 127 perchè la Mini Cooper gliel'avevano distrutta tre giorni dopo averla comprata (!!!! e con tutti noi dentro, perchè c'erano lui-lei ma lei era già incinta), ovviamente la money era quella che era (appena finito il servizio militare, nel '76, famiglia che era rimasta senza capofamiglia da tempo e lavorava solo la mia nonna... che soldi volevi avere in tasca? Per dire, credo che la Mini Cooper l'avesse pagata 300 mila lire...) ed il '27 bianco con la parte centrale del cofano nera stile racing era un affare parcheggiato dal meccanico a pochi km da casa; per cui, quello arrivò. Mamma però non era affatto contenta di andare in giro con una macchina "da esaltati" (papà invece l'apprezzava, ma già ho detto com'era la sua indole ai tempi ) e fu per colpa sua praticamente che anni dopo il '27 si trasformò in un ammasso di ruggine. A furia di insistere, riuscì ad ottenere da mio padre la riverniciatura totale in blu (buffo che poi sia sempre lei quella che si stufa del colore! Quando si trattò di prendere la Ritmo, ancor prima di vedere che comunque la 130 Abarth del caso non era blu, già stava imponendo il "ah! basta macchine blu eh???" e io mio padre "ma se l'hai voluta tu blu la 127!"... le donne; adesso quando mio padre pensa ad un'auto con cui sostituire la GTC rossa, mia madre "ah basta macchine rosse eh??" ) che però fu eseguita da un carrozziere PESSIMO, che grattò, carteggiò, vai a sapere cosa fece ma quel '27 che bianco e nero era perfettamente in salute come carrozzeria, sei mesi dopo aver ricevuto il blu era in piena fioritura manco fosse primavera.
-
Cercando di sfuggire al caldo atroce (è insopportabile pure da voi?) prima stavo ravanando fra le cose che ho qui attorno al pc, ammucchiate nel tempo quando capitava di trovare notizie relative a qualche argomento di cui si stava chiacchierando. Sistemando qui e là, mi trovo fra le mani un numero di Autosprint del 1981, e mi chiedo “perché questo l'avevo messo qui?” Poi, sfogliando, mi sono imbattuto in un articolo sulla gamma 1981 della 127, che probabilmente avevo sistemato nel mucchio delle cose “utili a breve” perché forse avevamo parlato di allestimenti ormai poco ricordati come la Super, da qualche parte, e qui c'era l'articolo sulla presentazione della gamma 1981 che comprendeva tale versione. In più, c'era una piccola celebrazione riguardo il successo di vendite della piccola Fiat, nonché una notizia relativa all'utilizzo del propulsore di 903 cc per altri scopi. Così, in compagnia del fedele ventilatore che mi salva dal solleone, mi ritrovo qui, nel pomeriggio domenicale post-Gran Premio, a scrivere di queste notiziole d'epoca. Iniziamo con la celebrazione del successo di 127: a seguire i dati di produzione della piccola Fiat, la quale dal 1979 era già diventata la Fiat più prodotta, superando la 500 e la 600, e si apprestava a superare il traguardo dei cinque milioni di pezzi a 10 anni dalla nascita. Nel 1971, la 127, prodotta solo in Italia, totalizzò 162.171 esemplari costruiti. L'anno successivo iniziò la produzione spagnola, ed ai 342.668 esemplari italiani si aggiunsero i 51.916 spagnoli. Nel 1973 rispettivamente 336.838 esemplari in Italia e 109.544 in Spagna. Nel 1974 367.026 in Italia e 155.481 in Spagna. Nel 1975 301.600 in Italia e 183.888 in Spagna. Nel 1976 iniziò la produzione in Brasile, per cui ai 302.084 esemplari italiani e 161.636 spagnoli si aggiunsero 10.000 pezzi brasiliani (le cifre brasiliane sono probabilmente arrotondate). Nel 1977 abbiamo 331.758 esemplari italiani, 157.608 spagnoli e 64.600 brasiliani. Nel 1978 350.032 esemplari italiani, 141.246 spagnoli e 98.000 brasiliani. Nel 1979 abbiamo 259.722 italiane, 123.328 spagnole e 130.000 brasiliane. Nel 1980 furono 234.377 in Italia, 121.422 in Spagna e 165.000 in Brasile. Il dato del 1981 era parziale, solo gennaio-febbraio, ed era di 49.718 127 prodotte in Italia, 20.237 in Spagna e 25.000 in Brasile. Totale dei tempi, 3.037.950 Fiat 127 prodotte in Italia dal 1971, che sommate a 1.226.306 della Spagna e 492.600 del Brasile, portavano ad un totale di 4.818.431 vetture. Seguiva poi un breve resoconto dell'evoluzione della 127 come gamma, a partire dal 1971 per arrivare appunto alla nuova gamma oggetto del servizio. Marzo 1971 – 127 900 2 porte Marzo 1972 – 127 900 3 porte Ottobre 1974 – 127 Special Giugno 1976 – 127 900 4 porte Aprile 1977 – Nuova 127 e 127 1050 cc Marzo 1978 – Fiorino Giugno 1978 – 127 Sport Marzo 1979 – Fiorino 1050 cc Maggio 1979 – 127 Top Ottobre 1979 – 127 Rustica Marzo 1980 – 127 5 porte Novembre 1980 – 127 Panorama Febbraio 1981 – 127 Diesel Aprile 1981 – 127 Special/Super/Sport Vediamo quindi come era composta questa gamma 1981... Special 2 porte 900 Special 3 porte 900 Special 3 porte 1050 Super 3 porte 900 Super 3 porte 1050 CL 5 porte 900 Sport 3 porte 1050 Panorama benzina 1050 Diesel 1300 Panorama Diesel 1300 Ed ora nello specifico andiamo a vedere queste nuove versioni con cui la 127 si proponeva al pubblico 32 anni fa. 127 SUPER Anzitutto, come è facile dedurre dalla gamma appena letta, la 127 Top era uscita di listino. In parte si riproponeva al pubblico sotto forma di 127 Super. Esternamente si distingueva per la nuova griglia del radiatore, le fasce paracolpi laterali (eredità della Top), i paraurti avvolgenti in resina, lo specchio esterno più grande e le strisce autoadesive. All'interno nuovo cruscotto che riprendeva il modello con il bordo alto sul piano superiore dalla Top, nuovo volante, mobiletto portaoggetti sul tunnel. Nuovi i rivestimenti, di serie il tergi posteriore, il lunotto termico ed i cristalli atermici. Disponibili sei nuovi colori: -azzurrite -rosso Nearco -beige daino -verde Amazzonia -marrone metallizzato -azzurro metallizzato Era disponibile sia col motore 900 che con il 1050 cc. 127 SPECIAL La Special era in pratica la nuova versione base della 127, che rispetto alla L offriva un allestimento interno di livello superiore, mentre all'esterno si notava la presenza delle luci di retromarcia, del retrovisore più grande, e di modanature e gocciolatoio in acciaio inossidabile. Lunotto termico e portaoggetti sul tunnel di serie, mentre i nuovi colori erano: -azzurrite -rosso Nearco -beige daino -verde Amazzonia -bianco Corfù -blu lord A richiesta il tergilunotto sulla tre porte, i sedili anteriori reclinabili con appoggiatesta e le cinture con arrotolatore. Anche lei disponibile coi motori 900 e 1050 cc. 127 SPORT La novità più appariscente per questa versione consisteva nei due nuovi colori (che io non ricordavo affatto, sempre viste solo in nero, grigio e “aragosta”- scopro adesso che il cosiddetto “arancione” si chiamava così). Rosso metallizzato ed azzurro metallizzato si aggiungevano appunto ai già noti nero e grigio (secondo l'articolo nel 1981 il cosiddetto “aragosta” era già scomparso da tempo dalla gamma). Nuove le strisce decorative esterne e antenna radio sul tetto di serie. All'interno nuovo rivestimento dei sedili e dei pannelli porta in un tessuto a quadretti. A richiesta, ruote in lega con pneumatici 155. Per concludere, ho accennato ad inizio post all'utilizzo del motore di 127 per altri scopi. Vediamo di che si trattava. Oltre ai modelli 127 con le ruote , bisogna ricordare che c'era anche una 127 che si faceva valere “senza ruote”: il TOTEM (Total Energy Module) che stava raggiungendo a quei tempi sempre maggiori successi, avendo già superato nei vari Paesi europei le 600 unità dal 1979. L'installazione del motore 127 trasformato in TOTEM, applicata soprattutto in agricoltura e che fra l'altro poteva funzionare anche a carburante alternativo come il biogas, consentiva di risparmiare circa 3,3 TEP (tonnellate equivalenti petrolio) ogni mille ore di funzionamento. Secondo la rivista, nel corso del 1981 Fiat avrebbe poi introdotto il “TOTEM Stand-by”, modulo in grado di sganciarsi automaticamente dalla rete e funzionare con continuità come un gruppo a sé, ed il TOTEM “indipendente” capace di funzionare come un gruppo del tutto autonomo che si affiancava ai tradizionali gruppi elettrogeni. (per carità, notizie della domenica, e spero di non aver inquinato il topic del nostro amico possessore della splendida '27 delle foto, ma... eran notiziole curiosette, buone per fare un po' di ripasso ) GTC
-
Cinquino sportwagon paparazzato ieri. Sono un po' confuso riguardo la sua età (ok che non si chiedono gli anni ad una signora, però... ). Vedendo la targa ieri mattina già ero sicuro del ritargaggio perchè il primo numero è un "39" e siccome da noi il "40" significa inizio '83... la cosa era chiara. Però il calcolo bollo, nonostante questa targa, mi ha dato la data di una precedente immatricolazione, risalente all'ottobre del 1972. Quella originaria? Possibile? La facevano ancora, ed in questa versione? (capisco niente io di 500, lo ammetto, ma son le porte che mi mettono il dubbio). Passiamo ad una Opel, che definirei highlander. Ascona GT 1.8 nata il 5 settembre 1985. Mi ricordo di lei fin dal primo giorno di scuole superiori (il piazzale in cui l'ho fotografata è in prossimità dell'istituto che frequentavo). Era il 1991, e lei già stava lì attorno con il sederotto tamponato. Praticamente sono almeno 22 anni che va in giro con quel BUM nel posteriore Per chiudere, una infelice Fiesta 1.4, paparazzata a pochi metri dall'Ascona. Nata il 28 maggio del 1990, "se la guidi t'innamori, ma non far caso ai colori" Anche questa la vedo così da anni, sbiadita in maniera piuttosto omogenea. Mai capito la modifica in nero sul portellone (ce l'aveva già prima di diventare così opaca).
-
Si, al di là della facciata c'è sempre stato un certo carry over anche nella plancia, fra le sorelle del Tipo 2-3... il posizionamento delle bocchette dell'aria era più o meno lo stesso, segno che le canaline e le strutture sottostanti erano quelle (d'altra parte, con un parafiamma in comune così come parabrezza e montanti, aveva senso aspettarsene di differenti fra un modello e l'altro?). Inoltre c'è una certa somiglianza a livello strutturale anche per quel che riguarda la parte di plancia di fronte al passeggero, se vogliamo, fra Tempra-Dedra e 155. Per i pannelli porta le differenze estetiche si facevano più accentuate ma con un'analisi in pelo approfondita si poteva intuire la comunanza del lamierato portiera e relativi attacchi. Bastava osservare la piega e la posizione di un bracciolo-maniglione della Dedra e di uno della Tipo Digit, e si capiva che erano fatti in un certo modo perchè gli attacchi per i componenti erano quelli. Poi certo, c'erano componenti prese di peso così come erano, come certe pulsantiere, le levette multifunzione e se non ricordo male certe griglie altoparlanti. Si trattava comunque di cose ben studiate imho, perchè a prima vista non era così facile capire che la plancia di una Dedra e quella di una Tempra SX col digitale avevano delle cose in comune. Si criticò tanto ai tempi la comunanza delle parti ma imho non s'è fatto di meglio ai giorni nostri, con plance prese di peso e messe su modelli differenti, cosa accaduta sia in Italia che all'estero sia ben chiaro. Anzi, se vogliamo, in tempi in cui questa comunanza di parti dava già fastidio ad un tot di appassionati, per fare un esempio avevamo la produzione di due cruscotti differenti per la Tipo, due cruscotti differenti per la Tempra, due tipi differenti di pannelli porta per la Tipo.... bene o male che fosse, l'idea di risparmio basata sulla concezione di grosse parti in comune, veniva in parte smorzata dalla creazione di diverse componenti specifiche, anche all'interno della gamma del singolo modello. Tipo base e Tipo Digit erano due vetture completamente differenti all'interno, parlando di impatto visivo. La base di gamma una volta era una vettura più cadaverica. Oggi se vogliamo son tutte belle belline, anche le versioni base, dai in effetti cosa manca*? Però in alcuni casi c'è meno differenza rispetto ad una volta, fra quella scarsa e quella "bella". *ok, anche oggi ci farciscono di profili, profiletti e coloretti le versioni "uau" in modo che la versione "buuu" ci sembri inadeguata a quanto siamo fighi oggi .... ma 'na volta mancavano pezzi interi di macchina, tipo la consolle
-
- 2405 risposte
-
- ghibli
- ghibli 2013
- (e 8 altri in più)
-
Probabilissimo, visto che pareva non apprezzare affatto le attenzioni a lei rivolte dall'eroe del serial, il quale se la sarebbe timbrata volentieri in tutti i luoghi e in tutti i laghi ma lei niente, fredda come un calippo che ti si incolla alle mani. Magari era attratta solo da situazioni cibernetiche, o magari era fidanzata con Wonder Woman.
-
E comunque amatela tutti nel modo più intenso, perchè grazie a lei la Panda non s'è trasformata in Gingo
-
Giusto per precisare, attenzione che quel dito potrebbe essere quello di Michael così come potrebbe anche essere quello di Kitt. Perchè sapete, anche Kitt aveva un dito. In un episodio andò in onda una scena in cui lui saltava in modalità Auto Cruise (perchè Michael tanto per cambiare era nella pupù e l'aveva chiamato) e in montaggio inserirono l'inserto sbagliato, cioè una scena in cui il Turbo Boost veniva pigiato da Michael. Quindi possiamo dedurre che anche Kitt aveva una manina col ditino.
-
Ma tornando agli avvistamenti... ieri sera, proprio in un momento in cui si parla parecchio del Cinquino novantesco in altra sede, andando a fare due spesucce mi sono trovato davanti questa. Imho molto ben conservata, tra l'altro credo una delle più anziane esistenti in circolazione, almeno da queste parti. Targata il 15 dicembre del 1992.
-
Tutte le volte che torniamo su questo discorso, il socio di bro-bro spacciatore di losanghe francesi per trenta e passa anni alza sempre gli occhi al cielo. Motori montati in due posizioni sulla stessa vettura, cambiava il passo, cambiavano i parafanghi (perchè a seconda della versione la ruota anteriore era più avanti o più indietro....) e mille altre cosette. In pratica nei ricambi, nella sezione 21-parte anteriore di carrozzeria (e altro) si creavano due database paralleli, e per chi faceva stoccaggio diventava una grana in più. C'era il parafango della 21 1.7, il parafango della 21 Turbodiesel..... per non parlare di altre mille minuterie (mi dice) riguardanti l'accessoristica del vano motore che in condizioni normali sarebbe stata comune a tutte le versioni ma per via della diversa disposizione dei motori, c'erano cose che cambiavano di posto, staffe diverse, supporti diversi, codici diversi.... p.s. @ Duetto80: il Paolì 164 potrebbe anche diventare mai grande e restare piccolo in eterno (ed esserti più utile) ma al momento non si sa per quanto resterà "164". Stanno cambiando un sacco di cose con la velocità con cui si scioglie il cioccolato al sole, ed al momento io e la Bussa non sappiamo quanto tempo passeremo ancora insieme (spiace dirlo a me per primo perchè lo sapete come la penso, ma a volte si fanno strada motivazioni più importanti ed impellenti). Purtroppo non so dire, se le nostre strade si separeranno, quale sarà la sua. Perchè le motivazioni sono di un certo spessore e di una certa serietà (è il momento di pensare ad altro) e purtroppo quando si va sul tangibile, i discorsi son tutti belli "ahhh noooo è fantastica la devi tenere non si può mandarla chissà dove oppure trasformarla in uno sconto, è un'eresia" ma quando poi il sottoscritto risponde "beh allora prendila tu" si sente dire "eh no dai un 164 no, poi paga il bollo" oppure da persone che spendono fortune in altri articoli di memorabilia ti senti dire "beh dai ti offro 500 euro" quando tu sai che in altre maniere può trasformarsi in diverse migliaia di euro (non dico nemmeno quali perchè sono io il primo ad essere dispiaciuto) e allora finisci sempre col pensare che son tutti bravi a fare i... col ..... degli altri. Scusate lo sfogo (che non è neanche il posto adatto), è dovuto al fatto, ripeto ancora, che sono il primo ad essere dispiaciuto, ma al momento se non cambiano le cose non sappiamo quanto tempo staremo ancora insieme.
-
La Twingo Io andavo alle superiori. Una delle prime cose che mi tornano in mente è il concorso messo in piedi da Auto Oggi in collaborazione con Renault (scusate, deformazione da archivista cavernicolo) per indovinarne il nome. Uscì un servizio con tre o quattro foto di una Twingo nera (credo) probabilmente scattate durante un qualche servizio fotografico o presentazione, molto probabilmente passate al settimanale milanese dal cugino francese Auto Plus, e in un riquadro c'era il concorso. Sei caselle, solo la T iniziale e la O finale erano visibili. Chi indovinava il nome vinceva un viaggio a Parigi per due persone, se non ricordo male. Credo che nessuno l'abbia vinto (non credo che a nessuno sia passato per la testa il nome "Twingo"). Ricordo che dopo la presentazione provai un forte odio per i designer Renault, perchè rispetto ai miei gusti di allora quel frontale coi quei fanali era veramente bruttino e mi aveva rovinato un corpo vettura che per il resto apprezzavo moltissimo. Continuavo ad immaginarmela con un frontale normale, tipo Clio (credo di averla anche pasticciata con la biro su qualche foto del settimanale, pensando "ma non sarebbe stata più bella con dei fari normali??". Poi vabbè, negli anni successivi ne sono uscite così tante di auto coi fari strani, che ho finito per abituarmi anche alla Twingo ed oggi la apprezzo più che alla nascita. Sempre se la memoria non mi inganna, parlando di evoluzione, mi pare che l'idea di grande semplicità di gamma e allestimento sia durata poco. Monomotore, monoallestimento, certi accessori non disponibili (usciva con i vetri a manovella...); non piacque a tutti la cosa, infatti se non erro uno dei primi aggiustamenti da parte della Casa fu quello di accessoriarla un pochino di più. Voleva essere molto Panda, per certi versi, oppure possiamo dire R4 per restare in casa, ma erano già gli anni '90 e forse era un po' fuori luogo il pensiero di riproporre l'utilitaria francescana senza se e senza ma. Infatti in seguito la Twingo si è vestita con questo e con quello, a seconda dei periodi. Ricordo i primi muli, che erano buffissimi, delle Supercinque col naso schiacciato perchè lo sbalzo anteriore era già quello "Twingo". Il cofano corto e inclinato (martellato sulle gobbe sopra i fari per nascondere l'estetica definitiva ) saliva... ma non c'era il parabrezza da monovolume. Quello era rimasto l'originale della Supercinque, per cui fra cofano e parabrezza c'era una specie di mensola.... un tipo di mulo abbastanza spassoso. Parlando di design, dovrebbe essere opera del Patrick, il quale (andando sempre a memoria) la cita in un volume biografico, raccontando di averla trovata (sotto forma forse della proposta di Gandini del 1986 che mi pare fosse denominata in codice W60) messa in un angolo al Centro Stile al suo arrivo, e di aver deciso di svilupparla perchè sarebbe stata "cosa buona". (la Gandini W60 dovrebbe essere questa...)
-
Sarò elegante. PPPPPorcamiseriacheschifo. (imho)
-
Da utilizzatore quotidiano dell'attuale modello (beh quasi, non l'ultimo FL, per intenderci uso quello coi fari della Giulietta ) potrei fare una richiesta? Signor Gianfranco Iveco, si potrebbe tornare al sedile del modello che dice El Nino, che aveva forma sufficientemente conchetta da contenerti le chiappe e tenerti fermo, cancellando il sedile attuale che ti pare di stare sullo sgabello di un bar e se non fosse per la cintura (che magari girando al chiuso tra i vari cortili non la metti perchè continui a salire-scendere) cadresti da tutte le parti ad ogni curva, incluso fuori dal finestrino visto che la linea di cintura è quasi ad altezza natiche? Grazie. Per una retro che non si impunti 20 volte al giorno, dopo tre generazioni di Daily ci ho rinunciato, lasci stare, mi sono rassegnato. Ma almeno il sedile, per favore.