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PaoloGTC

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  1. Parlando di 33, mi fa sempre piacere ricordare l'aneddoto del "povero" Auto Oggi che se ne uscì con lo scoop riguardante certe ipotesi che in Alfa stavan facendo riguardo una variante a 3 volumi. "Povero" perchè spesso oggi viene preso in giro sul web quando alcuni ggiovani che fan raccolte di copertine - ma le cose non le conoscono - vedono scoop che poi non si sono trasformati in realtà. La stessa cosa che accade a Gente Motori... peccato però che ai tempi certi "rumours" fossero fondatissimi. Se poi le cose non andarono in quel modo, beh è un altro discorso. Auto Oggi infatti proponeva questo bozzetto, che per carità non ci prendeva moltissimo, ma la notizia non era priva di fondamento. Perchè noi oggi sappiamo che....
  2. O magari - anche se c'è un 99% di probabilità che io stia scrivendo una tavanata - per andare verso Est. Stavo osservando per l'ennesima volta questo coupè misterioso e il suo vetro laterale posteriore "Alfetta GT mode", diviso in due parti, probabilmente apribile/fissa, mi ha fatto ricordare che in casa FSO nel 1975 era nata una maquette della Polonez con due sole porte. Era sempre la Polonez, sia chiaro. Non era un coupè. Però l'avevano trasformata utilizzando quella soluzione. Una porta anteriore più lunga abbinata ad un vetro posteriore col divisorio. Lo so... mi sto arrampicando sugli specchi. Però... l'epoca è quella. Non mi risulta che in seguito FSO abbia prodotto un'auto del genere, però se fate una rapida ricerca per "FSO coupè prototype" su google, escono diverse cosette.
  3. Arrivo parecchio in ritardo e quindi mi concentro su questo singolo passaggio, perchè ho visto che di maquettes e fuoristradette varie avete già scritto tutto Non ho le date precise di ogni singolo scoop riguardante questa misteriosa coupè, ma posso dire che una delle foto (quella in cui la si vede più da lontano, forse su un tratto di pista privata - foto sgranata - ) fu pubblicata nel 1976, ripresa addirittura dal periodico spagnolo "Autopista", da parte di Autosprint. Presumo quindi che le varie foto pubblicate da Quattroruote o Gente Motori (tra l'altro l'auto sembra sempre la stessa, come se alla fine ne esistesse una sola) fossero dello stesso periodo. Ad un paio d'anni dall'uscita della berlina, potrebbe essere fondato quindi il discorso riguardo una ipotetica coupè... anche se vien da chiedersi se avrebbe potuto mai avere un senso - e di conseguenza essere autorizzato il relativo investimento - una "131 coupè" quando già esisteva una due porte che proprio nel 1976 diventava anche Abarth. Una berlina 4 porte, la "sua" due porte, e poi una coupè con carrozzeria completamente diversa? Mah. Meh. Mih. Moh. Beh.
  4. Aggiornamento. (sottotitolo: “Sempre fra i piedi”) Il nuovo proprietario della mia “ex”, ogni tanto per lavoro va in Germania, e sta via tutta la settimana. Parte insieme ad un collega: una volta vanno via con l'auto dell'altro, la volta dopo vanno con la mia “ex”. Questo mi aiuta a capire perchè certe settimane non la vedo mai nel parcheggio vicino al mio posto di lavoro, e perchè altre volte la vedo piantata lì, nello stesso posto, dal lunedì al venerdì. (per inciso, oggi che ho fatto pausa pranzo senza andare a casa, mi sono sparato un panino seduto sul suo cofano, tanto per fare quattro chiacchere... tanto nessuno sa che non è mia e... lui è in Germania ) Ho scoperto tutto questo perchè qualche settimana fa l'ho incontrato all'autolavaggio del mio paesello. Stava tirando a lucido la macchina “bella” (la mia “ex” gli serve appunto per lavoro), una Audi RS6. Iniziamo parlando di 'sto bestione, e poi (io sapevo già "chi" era lui, ma lui non aveva ben presente "chi" ero io) gli faccio “Ma senti un po', tu un po' di tempo fa hai comprato una GTC?” “Sìii, da un signore in pensione che la trovava scomoda... adesso che ci penso, sbaglio o ne avevi una anche tu una volta?” “Non una. Quella.” “Ahhh è la tua?? Adesso son proprio contento!” “E perchè?” “Eh sai io la vedevo in giro per il paese, mi è sempre piaciuta, poi si vedeva che tu la tenevi bene, sempre bella lucida..” “Ma sì, insomma....” “Ah va benissimo eh, sono proprio contento! Va come un treno...” “Lo so.” “... non consuma un tubo...” “Lo so.” “Ha un cambio che è una favola...” “Lo so.” “Poi sai, ho visto i due e dieci – due e venti di tachimetro eh... ha i suoi anni ma viaggia ancora.” Oh povera. Cioè... io mi immagino cosa dirà. Io l'avrò tirata a manetta un paio di volte, forse tre, in 18 anni... non è andata mai oltre l'Emilia, il Veneto e la Toscana... ha passato 18 anni fra le coccole e a scarrozzarmi in luoghi che conosceva a memoria... adesso, a pochi mesi dal compierne 20, corre a tutta birra sulle autobahn. “Ma io volevo andare in pensioneeeeeee!!!!!” Perdonami cara, avevo cercato di darti una pensione con quel pensionato. Non potevo sapere. Tieni duro.
  5. Avete ragione in toto, soprattutto sul fatto era un tangibile passo avanti in quanto a modernità. Trovai più che altro fastidioso il fatto che le barrette fossero diventate più piccole, perchè le 5 grandi su fondo nero mi affascinavano. Ricordo che parecchi ai tempi dicevano (e alcuni scrivevano) che era uno stemma povero, privo di allure. Boh... per me era una genialata, forse l'unica che riconosco al suo ideatore. Quindi... mi aveva dato un po' fastidio vederle "sparire" perchè rimpicciolite e circondate da una tinta che a seconda dei casi spegneva un po' l'effetto cromo, che invece sul nero spiccava da 100 metri di distanza. Ricordo che il grande Giorgio (Alisi, of course) nei suoi disegni che accompagnavano lo sviluppo della Tipo aveva ipotizzato in un primo periodo il calandrone nero (pari pari a quello della maquette che ho postato ieri) ma poi le "gole profonde" gli avevano dato il suggerimento. La calandra Fiat avrebbe subìto una trasformazione, diventando in tinta e parzialmente chiusa. Nessuno però gli aveva detto che le barrette sarebbero diventate alte quando la parte aperta, e così lui nei disegni successivi ipotizzò una soluzione che poi non venne alla luce, composta da una calandra in parte in tinta e in parte nera (perchè aperta), con sopra le barrette "alla moda vecchia", grandi come prima. Una versione che forse mi avrebbe reso più felice. Vecchio stile Nuovo stile "Alisi"
  6. Da notare la "ricchezza" della plancia con la fascia-bocchette in stoffa e lo sportello per il vano superiore... il classico "ci piacerebbe...." seguito dall'ancor più classico "tira via, tira via..." La mascherina... anche no, grazie preferisco quella andata in produzione. Magari è soltanto l'abitudine di vedere quella da 36 anni che mi fa sembrare questa strana, però... no. Ci troviamo sempre di fronte a quella maquette che secondo me venne modificata e trasformata in quella presentata con tre foto nell'estate del 1987. Fa specie anche notare, in quest'epoca di stemmi che diventano sempre più grandi, come Fiat avesse invece pensato di ridurre le dimensioni del suo, decisamente piccolo rispetto alle 5 barre che stavano sulle calandre nere. Indubbiamente la mascherina in tinta fu un tocco di modernità rispetto ai plasticoni nati con la Panda Super ad inizio anni '80, però... più chiusa e decorata da quelle 5 barrette rimpicciolite diede un tocco di, come dire, timidezza al frontale della Tipo, specialmente se lo paragoniamo al posteriore ed alla fiancata così "coraggiosi". Ovviamente andava a gusti... ricordo che ai tempi c'era chi riteneva troppo osè il fianco e difficile da digerire il posteriore, mentre apprezzava l'amichevole e tranquillo frontale, e chi si era innamorato dell'originalità trovando il muso un po' fiacco. Sono di parte perchè a me il calandrone nero con le 5 barre grosse piaceva, lo trovavo più aggressivo, però... quando guardo la foto di quella maquette dotata di un frontale del genere penso... "boh... non so: forse io lei l'avrei messa in vendita così, lasciando alla Tempra, di classe superiore, l'esclusiva della nuova calandra Fiat per gli anni '90".
  7. Esattamente. Apparsa di recente qui e là su FB, e commentata dallo stesso Enrico, il quale ha confermato di non aver nulla a che fare con questa proposta (lui era già uscito da là) aggiungendo che "altri" in Pinin avevano pensato di prendere il frontale del 916 da lui ideato e proporlo anche su questa "erede-155".
  8. Per qualche motivo forum-computer-internettoso non riesco al momento a citare il post con la maquette della plancia Lybra simil-Y (boh... vai a capire cos'è che non mi funge) e quindi lascio un semplice commento. Durante le ferie ho avuto modo di rivedere Enrico dopo tanto tempo (quella proposta di plancia era sua, da abbinare virtualmente a quella che lui aveva immaginato come "nuova Dedra" e che ovviamente non andò più in là della fase-modellino) e a tavola, fra le varie ciacole, è venuta fuori proprio questa plancia. In realtà il "blackout" davanti al passeggero, nella sua immaginazione non sarebbe stato un elemento privo di significato. Lui aveva infatti immaginato, osando un pochino nei confronti delle normative, un pochino di più riguardo a quella che avrebbe potuto essere l'effettiva dotazione (di serie o a richiesta) di una vettura di quella categoria in quel momento, e parecchio di più pensando a ciò che il solito management (quello che per inciso non voleva nemmeno la strumentazione centrale sulla Y) avrebbe mai approvato, uno schermo, che avrebbe permesso al passeggero di guardarsi un film tramite lettore di VHS o meglio ancora di DVD, tecnologia che ai tempi di questi pensieri stava nascendo e che si sapeva avrebbe preso un giorno il posto dei nastri. Parole sue: "nemmeno io ci credevo molto, soprattutto sul fatto che avrebbero approvato una 'spinta' verso una soluzione del genere, però... sai come sono fatto... così, per immaginare un po', e soprattutto, come faccio spesso, provocare...." Va da sè che ci sarebbero state mille complicazioni, e non serve approfondire. Era soltanto per spiegare che in realtà (se così possiamo dire) c'era un pensiero anche riguardo quella oscura e apparentemente priva di senso zona davanti al passeggero.
  9. Stando alle dichiarazioni ufficiali - di Mario Favilla se non ricordo male - questo modello ( in scala 1:5) era uno dei due risultati della prima fase di ricerca (siamo all'incirca nel momento in cui la 156 berlina viene lanciata sul mercato) per la quale erano stati incaricati da Alfa Romeo lo Studio I.De.A e la Carrozzeria Bertone. L'altro modello, per intenderci è quello che oggi viene spesso citato come "l'anticipazione della Mercedes wagon-banana" (cos'è che è? La wagon della Classe A 4 porte? Mi son perso, mi fan cacare tutte ) Purtroppo non furono presentati citando i relativi padri, per cui non sappiamo chi fece uno e chi l'altro.
  10. Posto che dico questo e prometto che poi vado a ravanare nel vecchiume Alfa per tirare fuori qualche variante mai nata per cercare di arginare l'OT (che è anche colpa mia, come al solito ) e posto che lo dico in maniera assolutamente neutrale per far si che non sembri io voglia sempre solo dar contro al povero uolter (si fa per dire...), io dico che: 1) conoscendo il modus operandi, o meglio il modus presentandi del personaggio, anche se scopro solo ora che la A5 probabilmente ha un altro papà, ho sempre sospettato che anche lì... anche lì. 2) anche fosse davvero "sua", non l'ho mai vista come una vettura che mi portava a metterlo lassù, nell'olimpo dei designer "che non ce ne saranno mai degli altri così". Mi spiego, sperando di non essere frainteso. Non voglio affatto dire che la A5 sia una brutta auto. Anzi.... l'ho sempre trovata molto bella, ne ho usata una per un po' e quando l'avevo passavo un sacco di tempo a guardarla. Però - e qui viene il punto in cui spero di non essere frainteso - io ritengo che non sia mica poi difficile disegnare un auto del genere. Era - è - un bel coupettone, basso lungo e largo, con le ruotone, fatto di linee che "in casa" c'erano da mo', perchè erano la lenta evoluzione di stilemi tipici di una produzione che, diciamolo, era fatta di belle macchine. Ci sarebbe stato veramente da impegnarsi a tirar fuori una Duna, voglio dire... Poi sì, possiamo stare a buttar giù paragrafi sulle curve, sulle proporzioni, sulle ombre e le luci... bla blaa blaa. Però dai, è una di quelle auto che ancor prima di prendere in mano la matita, tre quarti son già lì. Bella, molto bella, ma non una macchina che mi fa dire "uuuuh ma da dove arrivi tu che l'hai creata, hai fatto una roba che nessuno sarebbe mai riuscito a fare". Un po' come la prima Insignia. Bella, molto bella, ma quando hai quasi cinque metri per due, puoi stare basso perchè non devi fare il Taxi di Giugiaro , puoi usare le curve invece del righello, puoi metter le ruotone e le carreggiatone... penso non siano pochi i professionisti del settore a saper tirar fuori il macchinone piacione bombatone. Mio umile parere. Adesso però mi fermo e cerco qualche foto ingiallita Ecco... questa forse è "nuova" per il topic. Se non lo è, chiedo venia. L'anno è il 1967, la mano è quella del conosciuto Nardiello. Dovremmo essere all'inizio degli studi per quella che sarà l'Alfetta, o forse anche una "grossa"... ma trovo il figurino interessante per quel che riempie lo scudetto.
  11. Oh wow Allora son felice di aver riportato - senza saperlo - una testimonianza fotografica a te così vicina. Opel e Rallyart, parliamo quindi di vetture da gara anche per quanto riguarda la prima? Oppure portava a spasso le future Opel stradali camuffate?
  12. Ma dai??? Cioè, intendi come il suo o proprio il suo???
  13. Buongiorno a tutti (beh, buongiorno più o meno, son le 4 di mattina... manco durante le ferie riesco ad alzarmi tardi... vabbè) Torno un attimo a parlare di Omega, anzitutto per dire che concordo in pieno con Angelo riguardo il fatto che la caratterizzazione estetica della 3000 non fosse esattamente di quell'eleganza richiesta dalla versione sportiva di un'ammiraglia (o quasi-ammiraglia). C'era una certa "truzzeria" che poteva andar bene su vetture come Kadett GSI (nemmeno tanto esagerata se vogliamo) o sulla successiva Astra F GSI (più spinta ma secondo me decisamente riuscita) e che rimase anche in seguito, anche se non espressa sulla "serie". Per dire, la successiva Vectra 16v aveva le sue cosette attaccate qui e là ma a mio parere la mano era già stata più lieve, cercando di amalgamare meglio il tutto ed evitando ad esempio di applicare un vero e proprio alettone sul bagagliaio, come avevano fatto invece Renault sulla 21 Turbo e Peugeot sulla 405 MI16 (alettone che debbo dire a me comunque piaceva un sacco perchè mi ricordava quello di KITT ) Se noi però andavamo a prendere in mano una broccciure della linea accessori Opel I-Line, oppure quella della Irmscher (anch'essa disponibile in concessionaria) oplà, ecco la fiera della truzzata di periferia Ancora su Vectra B venivano proposte certe minigonne spesse una spanna con finte griglie qui e là, oppure marmittozzi doppi quadrati che a Milano giravano 10 anni prima sulle Golf GTI e Uno Turbo dei paninari Avevano la mano pesante. Comunque sia, veniamo al nocciolo. Il mese scorso abbiamo fatto una parentesi sul modo in cui venivano al mondo le Lotus Omega, e sulla leggenda che narrava di "povere" Omega 3000 mai venute al mondo, perchè smembrate e trasformate poco dopo la costruzione. (beh, è il topic delle "mai nate", no? ) Qualche settimana fa, guarda che coincidenza, mi sono ritrovato davanti a del materiale molto interessante. Stavo gironzolando su FB e ad un certo punto una delle pagine che seguo mi ha proposto ciò che vado a mostrarvi.
  14. Attenzione però a non prenderli come disegni usciti da qualche cassetto Fiat. Li hanno caricati omettendo il nome dell'artista (Betti), il quale se non ricordo male li realizzò per l'articolo/romanzo noir intitolato "Chi ha ucciso Baby Small?". Potrebbero rifarsi a qualcosa di realmente esistito e molto simile, oppure essere un mix di fantasia e indiscrezioni.
  15. Ricordi bene, l'ho in mente pure io. Purtroppo così su due piedi non sono riuscito a rintracciare il numero giusto.... avevo un mente un Auto Oggi che sapevo di poter trovare al volo perchè spiccava in libreria data la sua copertina tutta verde (il numero era principalmente dedicato all'arrivo delle catalitiche) ed infatti l'ho avuto in mano in un minuto... solo che non era il numero con quella foto. Lì c'era il confronto con la Testarossa realizzato non in Italia (sappiamo bene che Auto Oggi tramite i "cugini" europei recuperava materiale) ma completo di rilevamenti... e lo spasso per quei tempi fu la conclusione che cronometri alla mano la pazza berlinona col Blitz aveva battuto la 12 cilindri emiliana Lei ha pienamente ragione sior Abarth, due mondi diversi, ma diamo a Cesare... Anche la 3000 (e forse ancor di più, perchè tutta Opel e più diffusa, nonostante i numeri certamente piccoli di una versione top di gamma di un'ammiraglia generalista) è un esempio dello "spessore" tipico delle Opel dei tempi. Ricordo chiaramente (anzi, c'ho pure gli scan... perchè su FB li ho usati per polemizzare alquanto nei confronti di certi personaggi che continuano ad aprir bocca dicendo "bah, la Opel ha sempre fatto baracche") un approfondito esame della rivista Auto Tecnica: non so come viva e cosa faccia oggi, ma ai tempi era ben più indipendente di certe TESTATONE e non le mandava certo a dire... e ciò che vado a scrivere ne era un esempio. Il soggetto era proprio la 3000, e dopo aver intitolato l'articolo "L'incompresa" ed aver sottolineato appena sotto il rammarico per il mancato successo di un'auto di grande valore solo per via del marchio che portava, nel testo, dopo aver descritto caratteristiche ed elencato rilevamenti, aggiungeva che in redazione ad un certo punto era spuntata l'idea di metterla a confronto con le blasonate, perchè ci sarebbe stato da ridere sotto i baffi. Ricordo a memoria un passaggio, ad esempio: dopo aver elencato le ottime doti di tenuta e guidabilità, nonchè la goduria data da una TP ben studiata ed abbinata ad un generoso propulsore, si leggeva "signori, abbiamo davanti una vettura che si permette pure di essere 4 db più silenziosa di una certa W124 a 200 all'ora. Se qualcuno ha ancora dei dubbi sul fatto che alla Opel sappiano fare le auto, farebbe bene a cambiare idea." Sono andato OT, lo so... e quindi per farmi perdonare, visto che si parla di Omega A...
  16. Piccola parentesi su Omega Lotus. Premetto che quanto vado a riportare proviene da memorie di una persona, diciamo così, al corrente dei fatti a quei tempi. Cose quindi da prendere col beneficio del dubbio. Altra premessa, potrebbe trattarsi di aneddoto già riportato in passato da altri su queste pagine e magari qualcuno arriverà scrivendomi "ma sì, ne avevamo già parlato..." Se fosse questo il caso, mi scuso, mi sono distratto. Dunque dunque, qualche tempo fa un caro amico d'infanzia ha rilevato, qui in valle, una stazione di servizio con annessa officina. I precedenti proprietari, addetto alla stazione e meccanico, rimasero lì alcune settimane a seguire l'avviamento del nuovo titolare, e una di quelle sere passate tutti insieme dopo la chiusura dell'esercizio venne fuori questa blaterata su Lotus Omega. Il meccanico infatti, non era stato sempre lì alla stazione: negli anni '80/90 era uno dei "capoccia" dell'officina del conce Opel di famiglia (che continua a tirare avanti tra macchine che non si vendono e macchine che NON SI VEDONO ) A quei tempi egli non era solo il meccanico di una tutto sommato piccola realtà Opel di una piccola valle del Nord Italia. Si interessava di corse e faceva parte, in qualche modo, dell'entourage Opel sportivo (rally e bla bla). Partecipava, seguiva, viaggiava, conosceva, faceva assistenze, vedeva gente faceva cose Quella sera, quando arrivammo a parlare di Omega Lotus, egli esordì con due parole: "Che spreco!" "Che spreco in che senso, scusa?..." Così mi raccontò ciò che aveva appreso ai tempi, frequentando i "dietro le quinte" Opel: la nascita di una Omega Lotus non era da immaginare come quella, per fare un esempio, di una Thema 8.32. Cioè, una scocca destinata a diventare una 8.32 che usciva dalla linea standard e veniva trasferita su quella dedicata alla "Thema-Ferrari": insomma un procedimento organizzato in modo da salvare più tempo e risorse possibili nel costruire una variante di un modello "stock". A quanto pare, tutte le Omega Lotus erano già nate una volta, come delle Omega (o Carlton, come preferite) 3000. Vetture finite al 100% che andavano a farsi sventrare e trasformare in tutte le parti necessarie. Usando la logica, verrebbe da pensare che una volta messo giù il piano di battaglia, si fosse arrivati a dire "bene: prendiamo dalla linea della Omega la scocca in un punto in cui è già... sufficientemente costruita e non c'è troppo da cambiare, e la portiamo dove bisogna portarla". Invece sembra che non fosse così... e se queste memorie fossero basate su fatti realmente accaduti beh.... che dire... sarebbero parte della follia di quegli anni meravigliosi.
  17. Gli americani (parere ovviamente personale) in quegli anni immaginavano/disegnavano cose tanto tanto belle, che forse oggi chi ama la rabbia e l'arroganza dei mezzi che popolano le nostre strade potrà trovare scialbe... ma io avrei preferito ritrovarmi oggi nel traffico che ai tempi era "quello del futuro" pieno di queste cose (o della loro evoluzione), piuttosto che di scatoloni con tanti buchi finti e le luci del circo.
  18. Ultimamente (tanto per cambiare) ho avuto poco tempo, e mi sono perso un po' in questo topic in cui è stato postato parecchio materiale, per cui mi scuso se faccio dei doppioni ma vorrei condividere queste foto che ho recuperato qualche giorno fa. Purtroppo l'articolo di cui facevano parte era di carattere generico (la carriera di Opron) e le immagini erano postate come esempio, corredate da brevi didascalie. Non c'era quindi approfondimento riguardo ciò che vado a pubblicare. Riporto quindi semplicemente la maniera in cui erano descritte. Prototipo vettura utilitaria - 1976 Modellino "B29" per "Rafale 1" (ricerca R25) "Ipotesi forma nuova GTA" (penso si parli di Alpine...) Proposte per Vesta
  19. Il nome "Lambda" venne fuori anche in Germania, su una rivista. I collaudi erano ormai quelli della Uno definitiva, ma l'articolo (un po' fuori strada, a quel punto) parlando delle future piccole italiane mostrava questo disegno che ovviamente sarebbe stato corretto parecchio tempo prima, alcune foto come questa che mostrava "un prototipo definitivo della piccola Lancia Lambda". Non è che due indizi facciamo sempre una prova, però in tempi così lontani in cui internet non esisteva è curioso che in due parti del mondo così lontane si sia arrivati a battezzare la futura, ipotetica, piccola Lancia con lo stesso nome. Magari quel nome gironzolava veramente. Riguardo invece il disegno modificato da Giugiaro (colgo l'occasione per rinnovare i miei complimenti per il tuo occhio, Angelo, non me n'ero mai reso conto... o forse non ho più il tempo che avevo una volta ) nulla di cui stupirsi, lo faceva spesso per risparmiare tempo e risorse. Sulla carta, giocando coi ritagli e sulle foto delle maquettes per risparmiare ancor più tempo e risorse. Per quanto riguarda il cartaceo, mi viene in mente l'esempio della prima Golf, con una modifica assai più evidente mentre per quanto riguarda le maquettes, riguardavo l'altro giorno le maquettes di Croma e Thema (giusto per andare a controllare se avevo visto giusto nel pensare che chi ha messo giù il libro della Thema appena uscito, nel pubblicare due foto per me meravigliose perchè mai viste prima, è riuscito ad incrinare l'exploit scrivendo un paio di inesattezze). Nel definire la forma della Croma egli ipotizzò una manciata di frontali, prima che venisse al mondo la mascherina a 5 barre di Maioli. Tutti questi frontali erano disegnati sopra la foto della medesima maquette: ne pubblico un paio come esempio.
  20. Secondo me sono due maquettes diverse e non si tratta di una rielaborazione della stessa, ad una analisi approfondita (per quanto mi è concesso dalla materia grigia alle sei del mattino ) del portellone la prima cosa ad attirare la mia attenzione è stata la posizione leggermente diversa del tergilunotto. Questo mi ha portato a notare che, nonostante la luce che picchia forte su di esso nella foto di 3/4, tutta la zona attorno al lunotto mi sembra leggermente diversa. Noto (se non sto ancora dormendo) delle lievi differenze nel lamierato attorno al vetro, ed anche la guarnizione nella vista posteriore mi sembra più spessa. Variabili troppo complesse ed anche inutili, nell'ottica di valutare qualcosa di diverso... insomma non credo che nel rimaneggiamento di una maquette siano andati a rifare tutta quella parte per cambiare... quasi niente. Penso siano due maquettes.
  21. Va ricordato il lamento di Giugiaro (che avevo riportato qualche tempo fa da qualche parte, forse proprio qui) riguardo la 19: egli sottolineava come i francesi fossero arrivati a chiedergli di disegnare un'auto... come la volevano fare loro. Curiosando sulla pagina, ho notato questa foto del posteriore R25 praticamente definitivo: sbaglio o là in fondo almeno una di quelle proposte per Supercinque, quella con i fascioni e i cerchi stile Fuego, non l'abbiamo mai vista?
  22. Domandina rivolta ai moderatori: dato che di recente ho digitalizzato un tot di materiale I.DE.A riguardo una serie di studi da loro svolti negli anni '90 e focalizzati sull'estensione della forma monocorpo su tutte le tipologie di vettura, mi stavo chiedendo se potrebbe essere questa la sezione adatta a postarlo. In quel periodo lo Studio e Fiat erano molto legati, e da poco avevano presentato, ad esempio, la concept Lampo. Per cui mi son detto "chissà, magari la maggior parte di questi modelli erano immaginati con il marchio Fiat" e quindi volevo sapere se possono andar bene nel topic delle mai nate torinesi. Cosa ne pensate?
  23. Questo lo ricordo con affetto fu AM (quello bello, la prima "serie") a pubblicarlo insieme alla prova della Tempra. Una delle caratteristiche più interessanti della nuova arrivata fra le riviste d'auto era proprio l'aggiuntina a fine prova riguardo la design story della vettura provata. Ovviamente quando c'era la possibilità... se era stato divulgato del materiale, insomma. Ricordo che i bozzetti facevano da corredo all'intervista a Mario Maioli, il quale, stuzzicato dal giornalista sulla discreta somiglianza (secondo alcuni, a mio parere no, perchè le ho sempre viste molto diverse) fra Tempra e Vectra, aveva risposto di vedere la Tempra "molto latina e più nervosa" e la Vectra "molto tedesca e un po' molle". Potrei aggiungere che secondo me era più bella la Vectra (che avrebbe avuto bisogno di un po' più di brio in certi dettagli tipo le coppe ruota e la fanaleria posteriore) ma sarebbe un giudizio molto di parte, quindi mi fermo qui. Questo bozzetto comunque lo ricordo con affetto, perchè: 1) la vettura proposta mi piaceva un sacco, molto più della vera Tempra e avrei voluto che l'avessero fatta così, con quell'aria di piccola Croma, quel posteriore dell'ammiraglia che trovavo (e trovo ancora oggi) assai riuscito; 2) adoravo la "mano" che l'aveva realizzato e a dirla tutta lo ricordo come uno degli sketch che continuavo ad osservare mentre realizzavo i miei primi scarabocchi.. volevo diventare bravo come quello lì Una cosa però mi ha sempre lasciato perplesso... forse sono io ad aver sempre visto male, ma pare che manchi un pezzo di portellone . Sembra che scenda fra i fanali fino a livello del paraurti, inglobando probabilmente il vano targa... ma se guardiamo in alto... manca qualcosa Nell'articolo di AM c'erano anche questi... con una dida che raccontava del dubbio rimasto per parecchio tempo sul montante posteriore: col terzo vetro oppure no? Il disegno più in basso infatti lo abbozza come a dire "con o senza?" mentre quello sopra... lascia intendere che là dentro c'erano delle mani che tot anni prima avevano realizzato qualche altra berlina
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