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Dai dai prendila. Ma in che scala è? Perchè se è un qualcosa che può andar bene con un modellino in 1/43, mi prendo l'incarico di abbinarci una Giulietta QualcosaRama nera, rigorosamente insozzata come da copione (e magari dallo spacciatore di accessori per i diorami trovo anche un casco giallo salvalazuccabeghelli. Se non lo trovo mi limiterò a decapitare un omino Lego e con una fresatina alla testa ne ricavo un casco).
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Aggiungo alla lunga lista di complimenti anche i miei, per questo uomo che sta facendo qualcosa di MAGICO. E aggiungo anche di essere un altro che prova profondi scuotimenti nel vedere il telaio T4 ignudo. Tanti ricordi di notti passate a girarci attorno (virtualmente) per scrivere le mie cosacce, in particolare quelle immagini mi hanno riportato alla mente un'altra foto, quella di Aldo Mantovani (RIP) braccio destro di Giugi, seduto proprio dentro una scocca T4 in una foto d'autore. E poi tanti ricordi d'infanzia, quando la scocca di una macchina, per gli occhi del me fanciullo stava a significare l'inizio di un qualcosa, l'anima di un oggetto che una volta finito mi avrebbe fatto sognare. Tutta la mia stima, OldCroma. Curiosità: come funziona l'apertura del miniportello del vano bagagli? Ha dei leveraggi che lo accompagnano, ma va sollevato, o funziona a pistoncini come un classico portellone?
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Grazie ad entrambi ne approfitto per anticipare tutti coloro che passeranno di qui e vorranno "bentornarmi". Ringrazio tutti anticipatamente, ma "bentornatemi" in pm, se posso chiedervelo come cortesia personale. Cioè insomma non fatemi rientrare "inquinando" un topic (che poi la Smart si sentirà in dovere di allungarmi un centone per la visibilità che darò al suo concept portarobedasvago). Prometto che risponderò a tutti via pm.
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Che buffo (si sono io) al primo impatto mi ha fatto venire in mente questo che da adolescente mi fece sognare un cinque minuti riguardo le cose troppo fichissime che avrebbero prodotto quando sarei stato grande. (si infatti... )
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Ti rispondo io perchè lui non può. ACS è stato bannato in maniera permanente. Non entro nel merito, io ho la mia opinione riguardo questo fatto ma è la mia e me la tengo (come ognuno avrà la sua). Continua a vivere e lavorare a contatto con le realtà di cui spesso riportava alcuni fatti, realtà che spesso, proprio per il fatto di essere impalpabili per l'utente comune, sono state prese per fantasie. E anche qui non mi dilungo troppo, ognuno c'ha la sua opinione ed io la mia. Proprio per questo motivo, dato che l'amicizia fra insider era ed è ben più forte e radicata di quel che accade in un forum, i legami non si sono allentati e quindi lo scambio di opinioni o di informazioni da insider va avanti. Semplicemente, come gruppo di amici, nel quale io mi includo, si è deciso che per serenità di tutti, visti gli eventi passati, era meglio smettere con la trasmissione di notizie che a seconda del belle o brutte che fossero venivano spesso interpretate come interessanti o di dubbia provenienza. Questo senza rancore. Le cose che devono accadere accadono comunque, e quando sono ufficiali tutti le conoscono. A quel punto se ne discute. Farlo prima era diventato un mangiarsi il fegato. Quindi...
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Andando così a mente quelle coppe dovrebbero essere quelle della Uno SX seconda serie (muso-Tipo per intenderci), o delle copie "ispirate" (sempre per intenderci, le coppe da supermarket che ai tempi riproducevano le più diffuse ma senza il marchio della Casa... io sulla Corsa A di mammà, che si lamentava di avere i cerchi in latta a vista, montai quelle della Tipo Digit "by Carrefour" )... non riesco a capire dalla foto se c'è il marchietto Fiat o no. Concordo sul riuscito restyling dei fari posteriori rispetto alla serie precedente, in cui mostravano quel bordo spesso in plastica nera che era veramente pesante. Piuttosto, in questa A112 parcheggiata è un altro il dettaglio che mi "suona" male. Il divisorio del deflettore, cromato (mi pare). Non mi sembra che ci fosse ancora nelle ultime serie del 112. Cioè, che fosse cromato. Mi pare fosse nero.
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Quoto. Dipende molto dalla potenza economica della persona. Quando sai che puoi permetterti di mettere in gioco certi mezzi perchè puoi ripristinarli ad hoc, diventa tutto più facile. Per non parlare della costanza che puoi avere nel seguirli e nutrirli. All'ultima Coppa InterEuropa di Monza ho visto coi miei occhi un discreto signore in attesa di lanciare in pista la sua 250 GTO del 1962, auto che noi quando la vediamo, non sappiamo se stiamo guardando un mezzo fantastico o la MONTAGNA di soldi che vale. Chi può permettersi certe cose vede questi avvenimenti da un diverso punto di vista, perchè sa che se rompe qualcosa o accartoccia qualcos'altro, fa l'assegnino e la macchina va in mano a gente super che la fa tornare meglio di prima. Quelle macchine lì si risistemano sempre, tanto c'è chi ci lavora con gusto (e ti credo ) e c'è chi può pagare. Noi comuni mortali siamo abituati che non tiriamo fuori la 112 Abarth quando piove perchè patisce.
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Guardacaso si parlava del missilotto Renault giusto qualche giorno fa col socio di bro bro, davanti a due mozzarelle di bufala da un chilo infagottate nel crudo di Parma (in quei momenti vengon fuori i discorsi migliori ) Mi ha detto che tempo fa con curiosità aveva fatto una ricerca in rete Renault scoprendo che in Italia ne furono immatricolate, a quanto pare, due. (o almeno, questo gli han detto in Filiale)
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Ma non si potrebbe ovviare al problema, in modo abbastanza netto, modificando la struttura del camion in modo che l'ultimo asse sia sempre a poca distanza (pochi cm, giusto lo spazio di una traversa fari e dei paraspruzzi) dal bordo posteriore del cassone o rimorchio chiuso che sia?. Da me ne passano diversi di portacontainer che "finiscono" con le ruote, dietro. Non sarebbe meglio? L'auto arriva si spatascia e dopo una debole traversa che porta i fari ed i relativi paraspruzzi, trova quattro mega copertoni due per lato, che aiutano anche ad assorbire. Mi diranno: eh ma ciccio lo sbalzo posteriore che mi dà vano di carico in più dove lo metto? Beh intanto ho detto di spostare l'asse non di accorciare il rimorchio per la sterzata non vedo il problema di avere l'asse in fondo, farai girare una lunghezza superiore ma quel che guadagni con un asse più interno lo perdi nello stretto quando non puoi girare tutto perchè lo sbalzo "sculetta" ... e poi anche se fosse un po' più corto 'sto rimorchio (mettiamo che posizionare l'asse in fondo non sia il top per un rimorchio lungo lungo lungo perchè poi a pieno carico c'è troppo peso che spancia)... non so io di TIR ne vedo dentro e fuori tutti i giorni, son sempre tutti mezzi vuoti. Non c'è una logistica dietro che riesca a farli viaggiare pieni (per non parlare di quando vanno a svuotare e non riescono a tornare con qualcosa addosso), tanto varrebbe avere robe più corte, con l'asse in fondo e che l'auto vada a dare un bacino a quattro gommoni.
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Tradizioni che per qualcuno continuano ancora oggi. Nel baule della mia 164 c'è un plaid blu con una trama a righine bianche che separano alcuni quadrettoni gialli e rossi (insomma una roba molto discreta , tipicamente d'epoca) e non è che mi serva per chissà cosa, però è appunto un oggetto che nel mio baule non manca mai, perchè non si sa mai. Inoltre ci sta di diritto perchè è un cimelio. Il suo primo soggiorno fu nel bagagliaio del 127 di papà, a partire dal 1976. Poi è stato nel Ritmo 130, ed in tutte le auto che ha avuto dopo. Poi l'ho avuto in eredità, è stato in tutte le mie auto, ed ora è nell'Alfona, ripiegato in un angolo del bagagliaio. Di recente ho appreso, in una sera di ricordi un po' fuori dalla norma da parte del babbo, di essere "nato" sul quel plaid.
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Anche lì gran voglia di comunanze, non per niente si trattava del famoso progetto Trino che poi divenne Bino (eliminata la Panda perchè tirava ancora benissimo ed infatti... quanti anni andò avanti ancora dopo l'uscita della Punto? Quasi dieci credo...) ipotizzando modelli Fiat B e Lancia y11... cosa che poi in effetti è stata pur nell'ambito di design-progetto differente, vista la parentela che c'era fra Punto A e Y modello Wilheim Se non mi ricordo male, il Trino-Bino era tutta roba I.De.A (lo smaquettamento è presente nella design story di Punto A e mi pare che quelle versioni poi cassate siano accreditate alla Mantegazza Family, che poi si rifarà occupandosi in toto di 178-Palio), centro stile che in quel momento pareva aver esaurito il periodo d'oro che aveva dato alla luce auto come la Dedra. Da lì in poi imho è una discesa per quel che riguarda lo staff di Mantegazza. Ci han dato il Trino, scartato, poi la K... una situazione nettamente ribaltata rispetto alla decade precedente, in cui le proposte di Giugiaro per Tipo 2-3... meno male che son rimaste proposte. In effetti è un'altalena abbastanza strana..... oggetti pregevoli come Delta ed Uno... proposte pessime come il T2-3 scartato, poi di nuovo colpi da maestro come la Punto A. Non so bene cosa avesse in mente in quel periodo ma.... meno male che poi l'ha messo via.
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Sarà il camuffo per carità ma nel laterale pare avere uno sbalzo spropositato rispetto al resto del corpo vettura...
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Io me le producevo in casa nel lontano 2003 (questo era il mio GSI 1.8: prima che mi prendiate a sassate per il buongusto vorrei aggiungere che era agghindata così in occasione dell'apertura di un nuovo negozio per tamarri nel Biellese, il quale aveva raccattato un po' di gente giusta chiedendo di osare un po' con le livree per quel weekend e fare esposizione sulla strada davanti alle vetrine, in occasione di una fiera di paese. Poi le ho tolte, ma non subito subito )
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Anzitutto grazie angelo per aver raccontato questa storia ed aver voluto condividere con noi i tuoi ricordi, sono cose che ci fanno un enorme piacere. Sempre di auto si parla ma a loro, lo si voglia o no, ci sono legate così tante cose, spesso della nostra infanzia... Condivido pienamente il pensiero che esprimi riguardo l'invecchiamento (estetico) precoce di auto come la Ascona C, altre Opel dell'epoca o altre auto in generale. Fu proprio un periodo in cui il mondo del design viaggiava a due velocità, sia confrontando alcune Case con altre, sia all'interno di una singola Casa, se si ha modo di osservare quel che c'era sul mercato (anche uscito da poco) e quel che stava nei centri stile. Ricordo di aver espresso una mia opinione su questo periodo stilistico e su alcune sue sconcertanti sfaccettature, qualche tempo fa, ora non ho bene in mente in qual sede. Forse in questo topic, forse da qualche altra parte. La fine '70-inizio '80 vede i Centri Stile di un po' tutte le Case al lavoro su modelli-concept molto "avanti" rispetto a quel che stava sul mercato e anche rispetto a ciò che si poteva immaginare come evoluzione, basandosi su un aggiornamento di quel che c'era in listino. Molti concept nati in quel periodo si sono trasformati in auto di serie, e le Case che per prime ebbero il pensiero di osare, spiazzarono le altre. Pensiamo alla concept Probe III che con pochi ritocchi si trasforma nella Sierra 2v del 1982, oppure alla Opel Tech 1 che mostra il concetto stilistico che sarà caratteristico di Kadett E ed Omega A, evolvendosi poi nello stile di Vectra A ancor più morbido. Oppure ancora alla concept VW (non sono sicuro del tutto del nome ora, scusate) che poi nel 1988, tramutata in berlina, arriverà a noi come nuova Passat. Era l'avvento delle linee aerodinamiche e molti concept nati agli albori degli '80 furono ben più importanti nel tempo di quel che poteva sembrare in principio. In altre situazioni non si passò neppure attraverso la presentazione di un concept. Possiamo prendere come esempio il confronto Uno-Corsa A. Da una parte c'è una Fiat il cui Ghidella, come ci hanno confermato storie raccontate di recente in più sedi, si trova fra le mani un progetto di Giugiaro commissionato da Rossignolo per una piccola Lancia, molto moderno e destinato a fare scalpore per la sua estetica, e lo mette in produzione, cassando la poco felice sostituta di 127 che stava nascendo in Fiat (il momento in cui sulle riviste si passa dai prototipi "Tipo Uno" alla "Pandona"). Dall'altra, una Opel che in verità la menava da un sacco di tempo con la sua small car (tal progetto veniva già ampiamente raccontato da riviste molto "sul pezzo" come Gente Motori nella seconda metà degli anni '70, e le spies di maquettes varie non mostravano cose poi tanto diverse da ciò che fu la Corsa A nel 1982) e quindi si può parlare di un progetto impostato da un bel po'. Il risultato quale fu? Che a distanza di pochi mesi uscirono sul mercato una Corsa che se vogliamo come generazione stilistica era molto più "127" che "Uno", ed una B Fiat che fin da subito al primo sguardo pareva anni avanti. Pensiamo ai gocciolatoi di Corsa A, ai suoi finti deflettori, ai paraurti non integrati, alle proporzioni ancora "basso-largo" che aveva, mentre Uno portava in strada il concetto che Giugiaro aveva già espresso con la MegaGamma e che poi fece strada come espediente per guadagnare spazio nell'ambito di dimensioni per forza contenute. Indubbiamente Corsa pareva molto classica (forse anche un po' vecchiotta) mentre la Uno era un altro pianeta come estetica (questo al netto dei pareri personali "mi piace-non mi piace"... a me per esempio piacevano entrambe, come due cose molto diverse ma piacevano entrambe); secondo me era il risultato di due diversi pensieri. In Germania c'era chi aveva voluto andare sul classico anche pensando ad un'innovazione (Ascona C era indubbiamente più moderna di Ascona B, ma la filosofia è quella) mentre qui c'era chi aveva pensato di presentare qualcosa che fosse di rottura. Alla fine della fiera, però, se le mettevamo accanto, la Corsa sembrava un'utilitaria di una generazione precedente, rispetto alla Uno. Se osserviamo però le rivali, lo "stile Corsa" non è poi molto differente da quello "Polo generazione giardinetta" o "Fiesta riveduta e corretta". Guardando le rivali di Corsa in terra tedesca, essa non pareva poi tanto anziana. Semmai era la Uno ad essere un fulmine a ciel sereno. Secondo il mio modesto parere (cosa appunto che avevo scritto da qualche parte tempo fa) quel periodo stilistico è quello in cui c'è il salto più grande rispetto a ciò che è in listino o è arrivato in listino da poco, e quel che si sta preparando. Ho appreso tramite le mie ricerche (parlo per me, non che nessun altro al mondo le sapesse, solo che... beh io le ho scoperte cercando materiale per fare le cosette qui) che ad esempio ci ritroviamo nel 1984 con una Dedra pronta e mostrata al Centro Stile, mentre auto come Regata e Prisma sono sul mercato da poco. Ovvio, questo accade sempre, si sa che nei vari Centri Stile sono sempre molto avanti rispetto a quel che abbiamo in strada. Però secondo me oggi la differenza non è più così tangibile. Lo STILE si è fermato, gira attorno a sè stesso, si liscia o si incattivisce a seconda dei momenti, ma un'auto fattibile presente in un CS oggi non è così fuori dall'immaginario rispetto a quel che c'è in listino, o almeno, imho, non lo è certamente quanto lo era un "nuovo modello" all''inizio degli anni '80, paragonato a quello che era stato appena lanciato. C'è da dire inoltre che secondo me (ammazza sto facendo uno dei miei papiri ) lo stile delle varie Case era sicuramente più individuale, c'era meno omologazione e meno voglia di copiarsi l'un l'altro. Prendiamo un parcheggio di metà anni '80 con una Volvo 760, una BX ed una Sierra. Prendiamone uno di oggi con una S60, una C5 ed una Mondeo. Ah certo, noi siamo appassionati e le riconosciamo una per una anche al buio guardando semplicemente un fanalino. Ma, obbiettivamente, sono molto più simili e meno caratteristiche di quanto non fossero le loro antenate. In questo senso, anche Ascona aveva il suo gran bel perchè (e aggiungo che condivido pienamente ciò che hai scritto riguardo la sua bontà... e credo che presto avremo la testimonianza di un altro Asconista d'eccezione, basta solo che passi di qui.. Robertooooo ) perchè era una Opel, c'era il feeling con il resto della gamma e con l'evolversi recente del design della Casa. Per certi aspetti appunto risultò invecchiato in fretta, proprio perchè nato a cavallo di un periodo di grande cambiamento:infatti lo scalino che ci fu con l'arrivo di Vectra A è un'altro di quelli ben evidenti. Vectra A che per inciso a metà anni '80 è già in galleria del vento Pininfarina alla ricerca del CX migliore, seguendo appunto il discorso cominciato nel 1981 con la Concept Tech 1. Per certi versi devo anche dire che molti Centri Stile si posero dei paletti cercando di limitarsi nell'innovazione. Nella design story di Omega A ho sul pc alcuni disegni e maquettes ben più futuristici di ciò che venne poi presentato (che comunque era un bel botto rispetto all'ultima Rekord) e questo vale un po' per tutte le design story di varie Case, che ho incamerato nell'archivio digitale facendo le mie ricerche. Lo ripeto, per me un decennio dove l'evoluzione dello stile fece dei balzi molto evidenti. p.s. Visto che oggi stiamo vivendo un piccolo "momento Ascona", ne approfitto per colorare il topic con un paio di immagini prese dall'archivio delle spy pictures. (con tanto di testers sorpresi nonchè 'bbastanza 'ncazzati )
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Esatto Ririno, era una cosa del genere, solo che invece di andare ad agganciarsi al parafango anteriore, si fermava sul gocciolatoio, proprio sopra il deflettore del 127. Purtroppo non ho una foto di tale mezzo, in quegli anni mio padre di foto ne faceva meno di zero (figurarsi, non ho manco una foto del 130 Abarth... il che mi brucia ben di più ). Prima o poi farò un photoshop di una 127 per tentare almeno di ricrearla, seguendo le indicazioni bel babbo.
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Tassonomici, curiosi e col buontempo L'altra sera pensando a questo discorso mi è venuta una curiosità che ho subito soddisfatto facendo una ricerca per immagini su google. Sono entrato e ho cercato "Fiat Tipo prototipi". Tre quarti di quel che è venuto fuori, son fatti di roba che ho messo io qui e il quarto restante non son prototipi della Tipo o di qualcos'altro della famiglia. Le considerazioni possono essere due: 1) ho riempito il Web di cavolate 2) ho "regalato" un sacco di roba a tanta gente curiosa e tassonomica sparsa per il mondo. Propendo per la seconda in primis perchè mi garba di più, in secundis perchè tramite link vari su link vari su link vari, con quello spippolamento ho conosciuto gente in Olanda, Ungheria, America del Sud, tassonomica e curiosa come me, che mi ha girato robe che io non avevo c'è gente sparsa in giro per il mondo che vorrebbe BACIARMI per le storie malate che ho raccontato qui sopra (ma son tutti brutti, ce ne fosse uno che mi garba :lol:)
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Certo che ho letto tutto questo sproloquio Angelo. Mi interessava molto e condivido ciò che hai scritto (esempio compreso). Condivido perchè tu hai spiegato (in modo ancor più articolato di me) quello che intendevo quando scrivevo che a volte ci si arrovella per dare un senso schematico a cose che anche ai tempi in cui accaddero, quel senso schematico non ce l'avevano. A forza di scavare cercando di trovarlo, giungiamo alla conclusione che... non c'era e gli diamo un senso comunque, dicendo che non c'era. Intanto abbiamo definito (per come possiamo ovviamente, con molta umiltà) un qualcosa che ci eravamo presi la briga di analizzare. Il fatto stesso che in questo medesimo topic, analizziamo la questione del "9" di 309, giungendo alla conclusione che non stava inserito come numero in una scala ben precisa ma va preso in un certo modo, ed è denominazione degli anni '80, potrà servire al futuro Indiana del 3000 d.C., per capire che non deve cercare di incasellare la cosa, dato che se vorrà analizzare quel che scriviamo noi oggi, scoprirà che il senso che intendeva lui non c'era. Anche una "non-informazione" sarà un'informazione fra 2000 anni "uè, 2000 anni fa avevan già cercato di capirci qualcosa, e ci hanno tramandato che non è il caso di perderci troppo tempo".
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Premetto che magari starò dicendo un sacco di castronerie, perchè non sono un espertone di queste cose. Per quel che ne so io, le antenne luuuunghe tipo Renault (che per inciso a me piacevano un sacco, messe belle inclinate sul tetto dell'auto aumentavano la sensazione di dinamismo anche da fermo... non so se è una demenza tutta mia o qualcuno ha mai condiviso questo pensiero... sta di fatto che per me quelle antenne messe rasotetto donavano molto ) servivano in quanto in periodi in cui le autoradio non avevano ancora una grande capacità di ricezione per conto loro, un'antenna più grande "prendeva" di più e meglio. Così mi dice anche il babbo, che mi ha giustappunto ricordato, tanto per citare qualcuna delle sue boiate d'epoca che sul 127 1a serie 903 cc bianco col cofano nero opaco very maranz aveva l'antenna al parafango posteriore che per legge doveva stare agganciata al gocciolatoio sopra la porta guidatore facendo un mega arco (figurarsi quanto era lunga) perchè lasciandola libera frustava pedoni e ciclisti :mrgreen: perchè era un qualcosa di 1,80-2 metri. Però se la lasciava sganciata prendeva anche Radio Marte. Ammetto che la mia spiegazione è poco scientifica e anche colorita. Sapranno risponderti meglio altri membri.
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Ho un amico che col 318 tds in passato ha fatto la stessa felice esperienza. Anche lui la mollò passati i 350 mila, per sostituirla con un 320d E46. Anche la sua, guardandola, dava l'idea di esser davanti ad un qualcosa di eterno (la trattava bene si, ma neanche troppo, normale diciamo). Viceversa, un altro amico ha da poco lasciato al suo destino un 320i coupè, sempre della generazione E36 (e l'ho fatto diventare alfista mi ha chiesto una mano per trovare qualcosa da spender poco e tirare un paio d'anni e gli ho recuperato un 156 1.9 jtd progression sportwagon con 99000 km) che anche lei era sempre andata benissimo (e ancora era buonissima di meccanica) solo che... oh se non la vedevo non ci credevo. Era un po' di tempo che non ci incontravamo, mi chiama e mi fa: "uè senti vieni con me a fare un giro per saloni, devo cambiare la macchina perchè questa la demolisco" "ma cosa demolisci cosa che è ancora un gioiellino?" (e lo era, l'ultima volta che l'avevo vista, mesi prima) "gioiellino, vieni a vederla, domani beviamo un caffè e ti faccio vedere..." Uè: sembrava che avesse raggiunto la data di scadenza. Non riesco a capacitarmi di un deperimento così repentino e generale. Gli è arrugginita totalmente sotto i longheroni (mai incidentata e quindi mai mal riparata), davanti ai miei occhi ha staccato via un pezzo di lamierato grosso come un biscotto nella zona tra la ruota anteriore e la portiera . Il tetto aveva perso quasi tutto il trasparente. Il velluto su TUTTI i fianchetti, sia porta che posteriori, si stava scollando e aveva fatto bolle grosse come limoni. Idem per il cielo tetto, il vellutino si stava staccando dalla struttura e gli aveva fatto la pancia sopra la testa. Cosa più incredibile, mi fa "guarda" e mi mostra come le cornicette che corrono sulla linea di cintura, facendo da bordo inferiore per il vetro laterale posteriore, si spezzassero a pezzettini così, semplicemente, con le dita, come rompere un crack. "Ma che diavolo è successo a 'sta macchina? Gli è volato sopra qualche agente destabilizzante?? "Ma figurati, l'ho tenuta come l'ho sempre tenuta, box a casa e parcheggio al lavoro." Una cosa incredibile, in pochi mesi. Sembrava quasi che avesse una data di scadenza molto precisa "faccio 17 anni e poi cado a pezzi" (era del '94). Quindi, con tanto dispiacere per la meccanica che era ancora un "olio", ma l'ha buttata, perchè sistemarla non valeva veramente la pena. L'altra sera mi telefona e mi fa: "oh devo dire, la 156 è uno spasso, mi piace un sacco guidarla." "Beh te l'avevo detto, che la 156 è una macchina così." "Si però ho il bottone della maniglia porta lato passeggero che si incastra ogni volta e non riesco a chiudere, mi si è accesa la spia dell'airbag e oggi anche quella delle candelette. Inoltre la sera ogni tanto non mi si accendono le luci degli strumenti." "Beh..." "Beh cosa?" "Hai comprato un'Alfa" (lui non è abituato a queste cose l'E36 era stata perfettissimissima... finchè non si è smaterializzata )
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Il mio modesto parere? Condivido ciò che ha scritto Mazi ma mi sento di condividere per una buona parte anche ciò che ha scritto Angelo, in un certo senso, cioè penso che a volte passiamo tanto tempo a cercare di "ordinare", "catalogare" fatti e ricordi per dar loro un senso compiuto perchè abbiamo tanta voglia di ricostruire, spiegare e CAPIRE noi stessi il passato, e si cerca di dare un senso facendo ipotesi, magari a cose che anche ai tempi, in quel preciso momento storico, un senso bello preciso e compiuto non ce l'avevano. Così ci arrovelliamo a volte sul perchè e percome. Tuttavia, per me è importante fare questo e continuerò a farlo, attingendo ad una fonte che per mia fortuna (e anche capacità) son riuscito a costruire nel corso degli anni, che è il mio archivio. Navigarci dentro pescando qui e là ogni volta che trovo una cosa che può incastrarsi in un qualche puzzle che già in precedenza avevo cominciato o ipotizzato, per me è una cosa senza prezzo. Questo ovviamente non potrà mai portare alla diffusione della VERITA' sotto qualunque aspetto che io mi prenda la briga di trattare (come spesso ho sottolineato cominciando i miei "pezzi", essi sono sempre a disposizione di chi voglia correggere o arricchire, o anche smontare completamente perchè in realtà i fatti andarono diversamente... ovviamente chi lo fa deve anche dirmi perchè, percome e in che modo ha appreso ciò che rappresenta una variazione del passato che ho raccontato), perchè son ricostruzioni del passato che arrivano da testi, riviste e quant'altro. Per fare un esempio legato a ciò che stiamo trattando, se scrivo delle cose su 309 si basano su testi d'epoca, ed in quanto tali resteranno sempre e comunque da verificare se possibile. Oggi stesso vediamo che a volte quel che viene riportato dalla carta è un qualcosa di plasmato, abbellito o mancante di informazioni. Non posso e non possiamo avere il diritto di pensare che ciò una volta non accadesse. Pertanto, son sempre cose che vanno prese con le pinze, per una certa parte. Sono un tentativo di far si che il passato automobilistico non venga scordato, sia quando tratta di un prototipo Ferrari (vedi i "Laboratori mobili" di un topic di tanto tempo fa) sia quando cerca di ricostruire (come fa Phantom131) gli allestimenti che proponeva la Citroen BX. Con questo non penso di far passare il pensiero "vorrei che tutto tornasse com'era", anche se la componente nostalgica, non lo nego, è forte. Prima di tutto perchè la componente nostalgica può essere snaturata dal fatto di essere inserita in un contesto infantile o adolescente: "rivorrei tutte le auto di una volta perchè quando c'erano ero piccolo, giocavo ed era tutto più bello". Però... la storia è storia, è stata e non è più. Rivangare il passato e cercare di capirlo secondo me è il modo migliore per far si che non venga dimenticato. Certo, stiamo parlando di automobili e non di grandi battaglie o personaggi come Cesare o Alessandro Magno. Però in quel Novecento, lo si voglia o no, questi oggetti a quattro ruote che ricordiamo hanno fatto parte della nostra società, del modo di vivere, son storia anche loro. Bene che ci sia un presente e bene che si pensi ad un domani. Nello stesso tempo, io credo sia bene che il passato non venga dimenticato, quindi è per me un piacere ed un onore avere la possibilità di aiutare gli altri a ricordare. Smettere di farlo non credo migliorerebbe il nostro futuro. Se siamo in grado di separare le due cose, esse possono convivere benissimo. Per questo motivo continuo a seguire con interesse il mondo dell'auto oggi e continuerò a seguire quello che verrà, ma son certo che non avrò mai la minima intenzione di dimenticare quel che ho visto, sentito, provato e vissuto. Anzi, continuerò a ricordarlo incrociandolo con ciò che hanno visto, sentito, provato e vissuto le persone della mia età. Anche se parliamo "solo" di automobili, è parte della nostra Storia. Se un giorno, fra cent'anni, ci sarà chi riesce ad avere accesso ad alcune informazioni della storia industriale dell'uomo perchè ha rinvenuto alcuni documenti che si sono tramandati grazie al mio pensiero, il mio hobby avrà avuto un ulteriore senso rispetto a quello che ha oggi, cioè di chiaccherare in serenità di quel che abbiam vissuto da ragazzini. Son stato anche troppo pesante e logorroico, vi assicuro che il mio pensiero in realtà è molto più sereno e scanzonato.
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309 in effetti fu un numero messo un po' a casaccio rispetto agli altri. Doveva avere il "3" iniziale perchè era un po' più di 205 come categoria, era il periodo del "5" finale ma appunto 305 c'era già e stava volgendo verso la fine (405 arriva nell'87, 405 Nick è sostituta di 305 in pratica). La 505 fu sostituita da 605 ed in quel caso invece di fare un 506 cambiarono il numero iniziale. Tieni presente che 309 in principio non era prevista come Peugeot. Ai tempi degli spies era vista (anche dalla Casa non solo dalle riviste) come Talbot ed erede della Horizon. Forse le avevano anche trovato un nome ma non mi ricordo. Girava solo la sigla ed era C28. Poi sappiamo che fine fece Talbot in poco tempo e la C28 divenne 309. Non so perchè non usarono 306 per dire (arrivato dopo), 307 o 308 che sono stati usati negli anni recenti. Forse decisero per il "9" finale propri perchè era cosa un po' strana. Riguardo 305 che sostituiva 404..... ma che ne so io telefona a Sochaux e chiedi lumi.
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Stranamente (dico così perchè quel che ha scritto madmaf non è mica leggenda metropolitana, di mazzi di fiori sui rail quelle bombette ne han fatti...) qui è andata in modo diverso quell'epoca. Molti di coloro che hanno avuto tali auto (bene o male ci si conosce anche fra i vari paesi, non siamo 100 persone ma nemmeno 2 milioni) sono ancora qui oggi, anche se per carità, molti l'hanno accartocciata la scatoletta ai tempi. Per assurdo, qui sono mancati molti più giovani al volante di auto che in teoria non avrebbero assolutamente dovuto far venire certe idee brillanti la sera tardi. Quand'ero piccino o adolescente, molti ragazzi fra quelli che troppo presto lasciarono la vita sulla strada erano al volante di normalissime auto da famiglia o segmento B, come Uno 45 o Golf 1.3. Forse perchè le bombette spopolavano ma (almeno qui) chi le portava un po' ci sapeva fare, spingendo però chi non le aveva a tentativi di emulazione al volante della macchina di casa o di mammà, magari patentato da poco. Per questo, almeno da questa zona, non riesco ad impuntare granchè di assassino alle bombette. Qui è morta gente con la Visa facendo la stupida a 100 all'ora, per dire... per quel che riguarda questa valle, ritengo che le bombette non siano state più assassine di tutto il resto del parco circolante.
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Ti quoto per quanto riguarda i nomi delle versioni di ZX. Se la memoria non m'inganna, partendo dalla base per andare al top, erano Reflex, Avantage, Aura e Volcane la sportiva. Anche a me piacevano, erano una novità rispetto ai soliti GL-GLS-S-SX-XR-XL-XN (tanto per citarne alcuni). Ricordavo il fatto che la chiamassero "collezione" (sboronando un po' forse ), volevo scriverlo l'altra sera ma poi nel discorso mi son scordato. Anche per me era stilisticamente una rivale per Tipo (anche se io preferivo la 2v Fiat) perchè mi sembrava un'altra interpretazione del concetto "due volumi sei luci", più tradizionale e meno difficile da accettare Tipo di certo era più sconcertante, e ciò ha portato anche al mio imho di qualche giorno fa, in base al quale ancora oggi è molto originale... lo era ma era anche più facile che incontrasse dei pareri totalmente negativi. Del resto, si sa, la sua linea era il risultato di un concetto innovativo di auto corta e larga, con volumetrie particolari, e il pregio secondo me stava nel lavoro fatto da I.De.A che l'aveva ricoperta con una pelle ben più accettabile di quella dell'Unone o della "Due" di Giugiaro. Era uno "scatolone" che a Moncalieri erano riusciti a rivestire imho in maniera molto decente rispetto a ciò che si era visto in partenza. Tra l'altro, prossimamente avremo modo di parlare più approfonditamente del VSS, perchè durante uno dei miei soggiorni in archivio ho incontrato parecchio materiale al riguardo, incluse foto della sua scocca che mostrano quanto in realtà fosse stata ispiratrice della Tipo. Parlando di Renault 18, come ho già scritto anche qui era abbastanza facile incontrarle, in versione berlina. Le Break erano molto rare. Per quanto riguarda il Bremach invece, devo dire che qui uno gira ancora, ed è testimone di tante storie spassose che negli anni '80 coinvolsero anche la mia famiglia. Era (anzi è) di un amico di mio padre, e spesso prese parte a tante imprese familiari anche abbastanza strampalate che oggi si ricordano con un sacco di risate. Verrà il momento in cui rispolvererò il topic "Famiglie e motori gioie e dolori" e ne racconterò qualcuna. Come quando lo utilizzammo per andare a recuperare legna al fiume dopo la "bura" (nel nostro dialetto è la piena) che portava sempre giù piante che ai tempi erano di dominio pubblico, chi arrivava prima se le pigliava. Scene da circo di un paese ancora piccino e con tante di quelle libertà che ci si prendeva a prescindere, che oggi non si vedono più Pensandoci ora, ogni tanto si vede ancora in giro (se lo beccano non so cosa gli fanno) un motocarro col Guzzi, di quelli grigio topo senza porte, che fanno quel "TUM-TUM-TUM-TUMMMMM" che si sente in tutto il paese