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Mi hai messo la curiosità e sono andato a cercare sulle riviste dei tempi ma non ho trovato una di queste foto "di famiglia" che mostri anche la SW, ma posso dire che sicuramente la SW era stata studiata insieme alle altre varianti presenti in gamma al lancio. Sull'allegato dedicato da 4R alla station, abbinato alla rivista al momento dell'arrivo sul mercato della variante, vi sono alcune pagine dedicate allo sviluppo stilistico e si vedono bozzetti e modelli in scala della wagon con il frontale "prima serie". Poi c'è appunto un bozzetto più recente che la mostra con il frontale del restyling. Può essere che sia stata temporaneamente stoppata per dare spazio alla Scenic... Questa immagine finì sicuramente in mano ai bozzettari che lavoravano per Gente Motori, perchè nel 1981 la rivista pubblicò uno scoop con un disegno che la riproduceva perfettamente, persino la prospettiva e i cerchi erano gli stessi, come se l'avessero addirittura ricalcata. Peccato però scrivessero che la nuova grande Renault si sarebbe chiamata Sierra (un po' di confusione nell'ascoltare tanti rumours tutti insieme? )
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Alla fine, dopo tanti anni, nell'arco di pochi mesi s'è scoperto che di Alfasud spider ne sono esistite, in pratica, due. Una, la bianca, è saltata fuori appunto da poco con la pubblicazione del libro sul giovane Giorgetto, mentre l'altra, quella che gli appassionati come noi conoscevano già grazie alle foto-spia di Gente Motori e a quella della scocca rossa abbandonata al Portello, si era vista di più. Le foto della "bianca" spuntano solo ora ma credo che ai tempi, cioè negli anni '70, qualcuno avesse avuto modo di vederla e di trasformarla in bozzetto, perchè ricordo chiaramente un disegno (credo pubblicato da Gente Motori ma potrei sbagliare...) che aveva ben poco a che fare con il prototipo sorpreso in prova (la foto della scocca rossa ancora non era uscita, la vidi per la prima volta su un numero di AUTO dei primi anni, cioè dopo il 1985) e quindi sembrava "sbagliato" o troppo di fantasia. Col senno di poi si può dire che a quei tempi qualcuno la "bianca" l'aveva vista. Ciò che posso aggiungere io è, oltre al fatto che le fattezze della scocca rossa abbandonata al Portello e quelle dei prototipi camuffati corrispondono praticamente in tutto e che quindi pare sia stata lei alla fine ad arrivare a mettere le ruote sull'asfalto mentre la "bianca" pare non sia mai stata sviluppata oltre lo stadio di maquette, è che pure la "rossa" venne definita fino nel più piccolo dettaglio. Ho ricevuto da un caro amico una foto pochi mesi fa che me la mostra bella e finita. Foto che purtroppo non posso assolutamente pubblicare. Posso dire però che il bozzetto moderno (perchè fatto di grafica) che è stato pubblicato qualche post fa (la rossa vista dal fianco destro) è stato sicuramente fatto da qualcuno che ha visto ai tempi la foto che non posso pubblicare. Alla fine l'unica differenza fra i due modelli (bozzetto moderno rosso + più foto dei prototipi in prova + scocca rossa abbandonata vs foto che non posso pubblicare) è il deflettore, che sulle foto che conosciamo è nella parte posteriore del finestrino - e forse non sarebbe nemmeno il caso di chiamarlo deflettore perchè mi sembra più una soluzione creata per far scendere solo una parte di finestrino - mentre nella foto impubblicabile è "classico", all'anteriore come un vero deflettore.
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La HSD li aveva di serie se non ricordo male, così come l'airbag lato guida e l'ABS. Restava optional l'airbag passeggero. L'aveva un mio collega anni fa, praticamente una 75 ELX con in più gli optional-sicurezza, che veniva via per un 1 milione e 800 mila lire in più (da 17,4 a 19,2). Non ho trovato gli appoggiatesta posteriori nell'elenco degli optional per le altre versioni, però devo dire che la 75 ELX 5 porte che provò Quattroruote nel settembre del 1993 li aveva (può darsi che fosse una vettura preserie/parco stampa/chi lo sa). Dal vivo li ho visti solo sulle (poche) HSD che ho incontrato in vita mia. Credo sia durata poco come versione, oltretutto. Buffo che questo allestimento HSD fosse disponibile soltanto sulla 75. Capisco non proporlo sulla 55 o sulla 60 che erano versioni più indirizzate verso il contenimento dei costi, ma perchè proporre una 75 e non una 90, boh.... edit: confermo, ho rintracciato il listino accessori/optional pubblicato da AUTO nel 1993 alla presentazione e gli appoggiacapoccia posteriori venivano catalogati come disponibili a richiesta su tutta la gamma e di serie solo sulla HSD.
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Troppo presto L'avessero fatta, forse ai tempi non avrebbe venduto. In tempi più recenti invece, probabilmente sì.
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Riguardo la Uno Turbo con il frontale specifico, se non ricordo male da qualche parte ai tempi s'era scritto che Fiat aveva ipotizzato di darle un frontale "speciale" sia per differenziarla maggiormente dalle sorelle aspirate sia perchè (così si diceva) quella configurazione, probabilmente abbozzata sul prototipo sorpreso in prova (credo fosse l'unico.... la vettura venne fotografata in più occasioni e pubblicata da diverse riviste, ma era sempre quella) portava qualche beneficio aerodinamico. Allo stesso modo anni prima s'era pensato a Torino di "carenare" il frontale di quella che sarebbe stata la Ritmo Abarth 125 TC, con un paraurti più avvolgente (e parecchio bruttarello se ricordo bene la foto che ora non ricordo dove sia....) e con i due classici fari tondi coperti da carene tipo Duetto, quindi una copertura sopra il faro vero e proprio che restava quello originale. Per la Ritmo con quattro fari nella foto del Centro Storico Fiat invece, posso dire con certezza che si trattava di una variante presa in considerazione per il frontale della prima serie. Durante il primo Salone in cui la Ritmo venne presentata ufficialmente (non ricordo quale Show fosse) quella variante venne anche mostrata nello stand, sotto forma di maquette parziale (solo front-end, cofano e parafanghi). L'unico a pubblicarla in Italia fu Autosprint in un articolo dedicato alla Ritmo, scrivendo che i responsabili Fiat al Salone l'avevano presentata come variante presa in considerazione per il frontale della Ritmo standard e poi messa da parte. I tecnici lasciavano uno spiraglio aggiungendo che avrebbe potuto magari essere presa in considerazione per le future Ritmo sportive (che a quei tempi venivano chiamate "Ritmo Sport" e che poi furono le Abarth).
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Bellissima sì, l'unica cosa che non ho mai digerito del tutto era tutta quella "scena" attorno alla maniglia della portiera. C'era già abbastanza da guardare, con quel dettaglio pensai che avessero esagerato un po'. Peccato fosse troppo, troppo imponente, al punto da spaventare. La presenza era pazzesca rispetto alla vecchia (messa a fianco la mia sembra un giocattolo) ma tutti la trovarono "troppa", dalle dimensioni generali a quelle delle ruote necessarie a farla figurare bene (ne hai già vista una coi 17"? Sulla mia se la cavano abbastanza bene anche se l'optimum sulla H si raggiunge con i 18" a filo della rossa che ho postato sopra... la J coi 17" è ridicola). Molti di quelli che vennero a vederla furono intimoriti dall'aumento di dimensioni, pesi, costi nella sostituzione dei pneumatici. Risultato? Di H GTC non so quante ne siano state vendute qui in Concessionaria, ma tante. E tante girano ancora. Di questa ne han vendute tre. E non dico "tre" come quando si dice "eh ne han vendute tre" per dire poche. Ne hanno vendute proprio TRE. E si vede anche in giro... quante se ne incrociano?
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Intervento di Angelo semplicemente da incorniciare. Grazie!! Se non ricordo male ai tempi l'idea (un po' buffa forse... l'eliminazione di quei piccoli dettagli non portava certo un vantaggio in termini di peso, bastava mangiare una brioche in più a colazione e tutto era come prima e poi non si trattava di un'auto da gara sulla quale si usa solo la vernice strettamente necessaria perchè pesa...) era quella di suggerire un taglio del peso sulla versione sportiva. Gli adesivi pesavano meno delle targhette "Via tutto, resta la potenza" (che in effetti c'era... poche potevano giocarsela con il GSI da 156 cv) Mentre guardavo gli interni Kadett nella foto in cui mostravi l'Optic, mi è tornato in mente un dettaglio che avevo rimosso!! I portacassette!!!
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Certo! E se vogliamo guardare, a parte il leggero salto in avanti in fatto di modernità ed aerodinamica, Calibra rimaneva comunque un'evoluzione stilistica dell'ultima Manta. E' curioso notare a posteriori quanto le due auto fossero legate l'una all'altra, cosa che ai tempi secondo me fu molto meno evidente. Manta era nel dimenticatoio da un po' (non è che da noi avesse riempito le strade e comunque era obsoleta) e Calibra un qualcosa di nuovo... anzi: un qualcosa di più nuovo di gran parte di quel che c'era in giro. Opel ogni tanto citava sè stessa nei nuovi modelli, e lo ha fatto anche in tempi più recenti di quelli di Calibra. Solo che, un po' perchè da noi il suo design non è così studiato/seguito (mi pare normale, non è l'Alfa o la Ferrari) e un po' perchè alla fine non ha una storia di design piena di stilemi celebri come i marchi che ho appena citato, la cosa si nota di meno. Metto un altro esempio, che vede coinvolto il mio carriolone. La H è anche una citazione-esasperazione di stilemi che stavano su auto come la Monza ed altre dei tempi. A partire dalla "spina dorsale" che sulla compatta del 2005 correva anche dentro l'auto, spegnendosi sulla consolle per riapparire poi in fondo al tunnel, sul portacenere posteriore. P.s. Questa plancia non era il massimo della gioia nemmeno ai tempi per via di certe soluzioni un po' fredde, ed è diventata obsoleta in fretta quando il design interno Opel ha virato sulle cicciosità/rotondità... ma vedendo certe esasperazioni moderne negli interni di varie automobili, mi sta tornando di attualità a partire dallo schermone in cima alla consolle, che qui vediamo nella versione più disgraziata ma in quella full size a colori sarebbe un ottimo touch integrato, meglio di certi "tablet" appesi. Touch in alto, bocchette sotto, linee "tirate"... è più attuale oggi di quando è uscita.
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Ricordo che ai tempi quando sulle riviste usciva qualche foto-spia passavo sempre in concessionaria (là c'era solo Quattroruote e giusto per massacrare gli usati che venivano versati ) e commentavamo insieme. Uscì una foto come la prima qua sotto... dove era tutta coperta. C'era ottimismo... "sarà un bel macchinone, sembra imponente". Poi arrivò la seconda foto. "No dai sarà un prototipo camuffato in questo maniera proprio per sviare... non possono farla così davvero..."
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Beh per "marchiata" Fiat intendo anche un po' "interpretata".... non semplicemente la Safrane con le cinque barrette in mezzo alla calandra. Quei dettagli di design che citano un marchio piuttosto che un altro, ma senza cambiare le forme. La avvicino a Croma come auto non premium che però una volta osservata con attenzione ti faceva dire "però, bella 'sta macchina". Una vettura piacevole da vedere, non arrogante. Molti oggi la definiscono "barcone" perchè era una Renault, mentre invece per me il "barcone" ai tempi (proprio perchè a me del brand è sempre importato zero se sto valutando l'aspetto estetico) era la Classe E del 1994 (W... non mi ricordo... 210?). Fiancata ferma e pesante, un bagagliaio che era un parallelepipedo perfetto con i fari aggiunti, e davanti quei quattro ovali che col resto ci azzeccavano come le acciughe sul budino alla vaniglia. secondo me un cazzotto in quei cosi che abbiamo noi maschietti. Però era il Meccedes... Ora... il W124 non era certo una piuma. Però erano gli anni '80. Dieci anni dopo secondo me si poteva fare meglio, specialmente dopo che Fumia aveva mostrato come può essere dinamica una berlina. Levigare quello che ormai era un tronco e metterci quattro fari ovali che uè son quelli del proto eh.... quello si che fu un barcone secondo me. Ma sai? Lì era già diverso secondo me. Signum era un'idea (di successo o meno, non serve dirlo oggi), un concetto alternativo, anche lei se vogliamo una specie di evoluzione-Croma nel senso di vetturona pratica. In quel caso secondo me certe soluzioni meno filanti e più pesanti ci potevano stare (ed infatti Signum insieme alla GTS sono le due "Vectra" che salvo). Ma non puoi farmi una berlina tre volumi di alta gamma (per te che sei la Opel) con un frontale che grida "Meriva". La fiancata avrei potuto digerirla, c'era voglia di importanza e anche il posteriore, avrebbe potuto essere decorato meglio ma dava una certa presenza. Davanti.... guarda che il primo impatto è importante, io me lo ricordo il giorno in cui è arrivata la prima "C". Star Silver, CDTI, con le coppe. Andammo a provarla. In viaggio era sicuramente più "macchinone", s'era capito che l'idea era quella di salire un po'. Tornammo dal giro, ce la guardammo tutti, tutta. Ricordo la faccia del titolare che osserva il frontale e dopo un po' dice... "ma che schifo fa?" E poi i visitatori al porte aperte.... "Ma perchè 'sto muso?" "Ma che brutta!" "Sembra più vecchia di quella che ho adesso..." Il resto è storia.
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Tornando alle Vectra "mai nate", abbiamo qui oggi tre differenti maquettes, che rappresentano tre idee differenti, l'ultima delle quali un po' più vicina all'idea finale. Partendo dalla prima, onestamente contento che sia rimasta lì. Non mi piace per nulla. Interessante il fatto che si pensasse anche a delle porte non "avvolgenti", dato che questa maquette suggerisce una soluzione a telarino nero che non sale sul tetto, come fu poi in effetti su auto come la Astra F. Tuttavia, proprio nella finestratura (sicuramente "pulita" in stile Audi 80 '86) trovo il primo problema. Non apprezzo affatto la mancanza di parallelismo tra quel profilo che corre sulla fiancata collegando le fanalerie e la "pancia" dei finestrini verso il basso fiancata. Sembrano due idee diverse messe insieme in malo modo. Le maniglie apriporta sembrano già del tipo a filo ma non credo che sarebbero state così moderne: penso fossero semplicemente abbozzate. I fari posteriori rappresentano un altro problema, troppo striminziti, in stile Kadett 3v, la quale se vogliamo può essere vista per altri aspetti come un embrione di Vectra ma meno appagante. Non mi piace nemmeno il baule discendente con quello smusso che spegne il carattere di una coda più tronca ed altezzosa. Noto l'idea del bi-color in stile 164 o Mercedes "fascionato", ma per me bocciata. E' anche uno strano mix di cose nuove e vecchie... la parte superiore moderna, arrotondata ed aerodinamica, abbinata a certe soluzioni decisamente più obsolete come il disegno delle coppe e quelle fasce gommate applicate sui paraurti, decisamente più adatte ad una Ascona di inizio anni '80 che ad una media per i '90. La seconda: c'è molta Omega nel frontale e quel po' di Kadett in fiancata credo venga dalle coppe più che altro. Strana la lunghissima porta posteriore, piuttosto inutile direi: che senso ha farla aprire così tanto all'indietro? Quella zona non è più utile nell'agevolare l'accessibilità al divano. In questa vista laterale comunque il taglio della coda e del suo paraurti sono veramente molti simili a quelli della Vectra messa in produzione. La terza maquette è quella con la vetratura più simile al modello definitivo, anche se c'è ancora tanta Omega nel frontale, insieme a degli assurdi fendinebbia che si sarebbero rotti al primo "bump" in parcheggio. Ci si sta incamminando verso la Vectra ma a mio parere l'auto non "cammina" ancora bene come quella definitiva. Manca un po' di finezza nel frontale (che mi sembra anche un po' troppo voluminoso, sia davanti che dietro la ruota anteriore) e tutto mi sembra più "baraccone". In generale comunque sono molto contento di ciò che venne fuori alla fine degli studi. Osservando questi ed altri studi che ho in archivio posso affermare (ovviamente a titolo personale) che la vettura andata in produzione era migliore di tutto ciò che si vede nella design story. Non c'è la maquette che mi fa dire "Ah!!! Se avessero fatto questa...", cosa che invece accade con Vectra B, che trovo molto valida ma per la quale in effetti durante la fase di ricerca erano state fatte delle proposte un po' più "osè" (una delle quali curiosamente molto vicina a quella bella auto che sarà la Serie 3 E46) ma alla fine prevalse l'idea di mixare dei tocchi moderni ed originali come gli specchi collegati al cofano con l'immagine ormai "classica" della berlina che aveva vinto la battaglia nel suo segmento.... il classico pensiero Opel di non voler "spaventare" il cliente fisso. Cambieranno tutto con la terza serie, la cui "bellezza" (machecaxx...) porterà addirittura alla necessità di cestinare un nome che dopo più di 10 anni era diventato un protagonista nella categoria.
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Infatti a mio parere peggiorarono sia Vectra che Calibra quando decisero di spostare il marchio dal cofano alla mascherina in occasione degli aggiornamenti. Per Calibra il danno a mio parere ci fu perchè la "pulizia totale" del frontale che insieme ai fari sottili tanto parlava del suo cx stava bene così come era, col marchio sul cofano. "Eh ma non si vede da quale marca è prodotta questa bella macchina, pensano che sia giapponese". Allora: se la osservi passeggiando il marchio sul cofano lo vedi. Per caso quando esci a prendere il gelato ti strusci in terra come i marines? Restava il problema quando l'auto veniva incrociata nel traffico. Ok... ma dopo lo sconcerto iniziale, momento in cui molti appunto pensarono che si trattasse di un'auto giapponese o comunque mai avrebbero detto "Opel", credo che fosse abbastanza evidente per chiunque si interessasse anche minimamente alle quattro ruote che quella coupè così moderna e diversa da tutto il resto fosse la Opel Calibra. Quindi non vedo il motivo di deturpare la pulizia del frontale - tot anni dopo oltretutto, quando ormai era straconosciuta - con quel marchietto infilato nella mascherina. Avrei potuto capire una correzione pochi settimane dopo il lancio, del tipo "no no, non la riconoscono come nostra, spostate il marchietto"... come è accaduto con la mia GTC. Pochi probabilmente se ne sono accorti ma la GTC quando è nata non aveva la scritta GTC sulla parte destra del profilo cromato attaccato al portellone. C'era scritta la cilindrata, così come sulla 5 porte. Infatti la mia che è uno dei primi esemplari arrivati in Italia per il lancio nel marzo del 2005 (fu una delle prime tre ad arrivare in concessionaria e conservo ancora il foglio di viaggio "da parabrezza" secondo il quale era inizialmente destinata a far parte di uno stock diretto alla Filiale di Roma per la presentazione ai concessionari italiani... poi venne dirottata su da queste parti) ha la scritta "1.9 CDTI". Quella di mio padre invece che è più giovane di quattro mesi ha la scritta "GTC". Questo perchè poco dopo il lancio decisero di proporla come modello più staccato dalla famiglia Astra H e non come una semplice versione tre porte della berlina da famiglia. Si chiamava già GTC fin dal lancio ma non c'era scritto, e la gente non capiva. Infatti dopo qualche tempo, quando ne circolavano un po' qualcuno ogni tanto mi diceva "ma scusa, quella del mio vicino c'ha scritto GTC, la tua no... ma è una GTC anche la tua?" (mah... guarda tu...) Calibra era Opel Calibra da anni quando spostarono il marchietto.... potevano anche lasciarlo dove stava. Riguardo Vectra... beh sicuramente molti avranno apprezzato la nuova mascherina con il marchio, probabilmente da un certo punto di vista le dava più importanza... ma a mio parere la semplice e pulita calandra della Vectra 1988 era tanto bellina, ben proporzionata e posizionata, così come i fari e il paraurti... era tutto tanto bellino il frontale della Vectra. Non c'era "quasi niente da vedere" rispetto ai patacconi che si fanno oggi, ma era tanto bellino. Sereno ed amichevole se mi passate due aggettivi un po' fuori luogo. Poi dai marchietti aggiunti si passò allo sboronismo con la Omega B, di cui si parlava tempo fa con Angelo, che in certe maquette con il marchio sul cofano era tanto pulita e filante ma venne lanciata con un calandrone più squadrato e un marchiettone grande quasi quanto quello del SEC degli yuppies (magari lui se lo poteva permettere, però...) Concordo su quanto detto riguardo Laguna 1: lei e Safrane per me due bellissime auto, nate quando il design dei generalisti sapeva di non poter osare cose strane - altro che Velsatis - oltre a non avere "il brand" a far da garanzia, e quindi puntava tutto sulla piacevolezza e sulla serenità; per dirne una, se la immagino marchiata Fiat vedo Safrane come un'ottima Croma-bis. Il fatto che certe belle Opel avessero il marchio poco evidente per me rappresenta inoltre un pensiero molto saggio e genuino. L' auto ti doveva piacere per come era fatta, doveva incuriosirti se non riuscivi a capire subito di cosa si trattasse. Allora ti avvicinavi, cercavi il marchio e dicevi "ah però". Non doveva piacerti "a prescindere" perchè da 100 metri ti grida che è una BMW o una Mercedes (per dirne due a caso di quelli che oggi possono fare anche roba brutta ma non c'è problema perchè hanno il brand... mi piacerebbe vedere cosa direbbero certi "esperti di design" che elogiano schifezze moderne se queste fossero marchiate Fiat o Lancia.. poi sputano sulla Tipo che esteticamente è meglio dell'80 per cento di ciò che gira nel segmento....)
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Caricando queste tre foto della versione frizzante di Vectra A (ai tempi del lancio, perchè poi venne la Tubbo che era ancora un po' più frizzante) mi sono ricordato un'altra particolarità, mentre guardavo la foto del posteriore. Anch'essa una piccola idea per scoraggiare i malintenzionati, non definitiva perchè poteva essere bypassata ma scoraggiante sì. Lo chiamavo il "bagagliaio cassaforte". In breve, il portello bagagli poteva essere chiuso in maniera indipendente rispetto alle portiere. Mi spiego: se si chiudeva l'auto tramite la serratura lato guidatore, entrava in funzione il centralizzato che chiudeva tutto, ma riaprendo sempre dalla porta guidatore si riapriva tutto, bagagliaio incluso. Quindi se il malintenzionato riusciva a far funzionare il centralizzato aveva a disposizione anche il bagagliaio. Se invece, una volta chiusa l'auto col centralizzato si andava ad agire anche sulla serratura del bagagliaio, si innestava... non so cosa ma a quel punto riaprendo l'auto dalla portiera il bagagliaio restava chiuso. Come accennavo prima, il sistema era più che altro un deterrente che una soluzione definitiva, perchè ovviamente se uno riusciva ad aprirti le porte, al bagagliaio - con un po' di cervello - poteva accedere ribaltando lo schienale del divano, però era tutto un po' più difficile. Per evitare di fare due movimenti (chiudere dalla portiera, poi andare dietro e "chiudere" ancora il bagagliaio) si poteva fare un movimento solo, chiudendo l'auto dal bagagliaio. Il centralizzato funzionava anche da lì, ma in quel caso entrava subito in funzione la sicurezza del portello. Quindi, in definitiva: -prima rotazione dalla portiera: auto chiusa, senza il blocco porte che rendeva inservibili le maniglie interne; -seconda rotazione dalla portiera, veniva inserito anche il blocco porte. Bagagliaio sempre vincolato dalla serratura lato guida, riuscendo a far funzionare lei si riapriva tutto; -due rotazioni dalla portiera più chiusura dalla serratura del bagagliaio: porte chiuse, maniglie interne inservibili, serratura bagagliaio svincolata dalla riapertura delle porte. -chiusura dal bagagliaio: porte chiuse, blocco supplementare porte inattivo, bagagliaio isolato. Se non avesse avuto il sedile posteriore reclinabile, l'effetto "cassaforte" avrebbe dato maggiori benefici, perchè anche una volta aperte le portiere (o rotto il vetro), il bagagliaio sarebbe stato un'altra serratura da far saltare.
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Sono andato a ricontrollare, ricordavo fine autunno e calcolando il tempo di impaginazione del giornale ho sbagliato di pochi giorni (Auto Oggi usciva il giovedì e il 16 dicembre 1992 era un mercoledì... la data riportata sui numeri di Auto Oggi era quella del mercoledì successivo all'uscita del numero, lo intendevano come "numero in edicola fino al" perchè il giovedì 17 sarebbe uscito il numero successivo. Quindi il numero delle foto qui sotto era in edicola giovedì 10 dicembre 1992)... evidentemente qualcosa non quadra nella datazione delle foto.
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Mi sono perso un attimo se ho ben capito questa Barchetta marciante dell'ultima foto (che ho tagliato per non appesantire tutto) è sempre indicata come febbraio '93? Il problema è che la foto di Auto Oggi è di fine autunno 1992 (se ho capito male mi scuso... ma continuo a rimanere perplesso su questa storia)
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Il programma che ricordi potrebbe essere "Estate 5" che andò in onda per una sola estate (non ricordo quale anno ma siamo nella prima metà dei '90 credo) condotto da Iva Zanicchi, su Canale 5. Un programma "contenitore" che iniziava in tarda mattinata e copriva la fascia oraria del pranzo. Le cose però andavano in maniera leggermente diversa: c'era questo gioco in cui il partecipante doveva cimentarsi in una prova di abilità, di quelle classiche da luna park direi (ricordo che una delle tante prove era far centro con degli anelli su alcuni birilli piazzati ad una certa distanza, cose di questo genere). Egli metteva in palio la sua vettura, nel senso che all'esterno dello studio era piazzata una pressa del tipo trasportabile e all'inizio del gioco un esperto del settore (se non ricordo male era uno di Quattroruote) andava a valutare la vettura che il concorrente aveva appena parcheggiato davanti alla pressa. Il suddetto valore in milioni di lire rappresentava il premio se il concorrente superava la prova, tornando così a casa con auto e soldini. Se non superava la prova, niente soldini e l'auto veniva pressata. Ovviamente, che io ricordi, i concorrenti andavano a rischiare vetture che erano ormai anzianotte. Il valore era magari basso, ma qualche milioncino faceva sempre comodo, ma anche la perdita in caso di fallimento non era disastrosa. Fra le vetture meno "rottamose", per fare un esempio, ricordo una Sierra Sw (che venne pressata) che comunque nei primi anni '90 era già una vettura vicina alla sostituzione.
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La presenza delle automobili nelle trasmissioni televisive
nella discussione ha aggiunto PaoloGTC in Auto Epoca
Anzitutto una grande affettuosa dedica a tante fantastiche persone che hanno fatto parte della nostra gioventù e ahimè ci hanno lasciato. Un video meraviglioso. Poi... qui la Vectra ancora non c'è perchè siamo alla vigilia di Natale 1988. 36 minuti che fanno bene al cuore.- 60 risposte
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La vecchiaia Credevo di aver ripreso il concetto in seguito ma mi sono perso, o meglio, l'ho ripreso ma senza collegarmi all'asterisco Mi riferivo al fatto che all'epoca Vectra A venne definita da più parti come la Opel più affidabile dei tempi "moderni" visti l'altissimo indice di soddisfazione utenti e la misera percentuale di guasti rilevati in Germania dopo alcuni anni di utilizzo. Cosa confermata anche a livello locale: molti esemplari venduti vennero poi "versati" anni dopo con paccate di km (quelle con 400k o 500k km erano più rare ma comunque parecchie sopra i 300k fatti solo di manutenzione ordinaria). Un'altra un po' inaspettata fu la Calibra perchè in teoria era una vettura più speciale che andava molto meno in mano a mangiakm, ma parecchie 2000 8v tornarono per l'ultimo saluto con più di 300k km. Ricordo un ragazzo che faceva manutenzione ai distributori di caffè nelle fabbriche che riportò una 8v rossa (e il "solito" rosso era l'unica cosa che denunciava l'età dell'auto...) dopo essere arrivato a quasi 400k. Certo non erano e non solo le uniche auto in grado di farlo, mica solo Opel faceva prodotti scesi dal cielo. Però ci fu un notevole incremento del chilometraggio delle auto che venivano versate perchè le componenti importanti - che quando davano rogne spingevano alla sostituzione perchè "non ne valeva la pena" - resistevano parecchio. Molte Calibra però tendevano a marcire sui passaruota posteriori per via di un errore di progettazione (a mio parere). La soluzione c'era, in concessionaria s'era trovata alla svelta e se il carrozziere era un po' sgamato ci arrivava pure lui... altrimenti chi la portava in carrozzeria con un po' di anni sulle spalle e i parafanghi posteriori che "fiorivano" la faceva sistemare ma dopo tot anni il problema tornava. Riguardo la strumentazione digitale, era di serie anche su Omega A 3000 e (credo sempre di serie ma non sono certo) su Senator e Monza 3.0. Non ricordo bene i differenti tipi ma sulle "grosse" il contagiri riproduceva la curva di potenza.
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Il successo di Vectra A comunque fu superiore alle attese anche per la stessa Opel, che si ritrovò con una bella gatta da pelare dal punto di vista produttivo. Per la serie, quando un'auto azzeccata porta benefici a tutti, non solo a chi ama le quattro ruote, se non ricordo male la cifra poche settimane dopo il lancio Opel dovette assumere 500 operai per aggiungere un altro turno di produzione giornaliera. Forse erano anche più di 500 ma dovrei ritrovare l'articolo. Divenne in breve l'auto più venduta della sua categoria ed in assoluto (come Vauxhall Cavalier) l'auto più venduta in Gran Bretagna, superando una segmento B come la Ford Fiesta. Alla faccia di Clarkson Era l'autunno del 1990, ricordo la telefonata che arrivò a mio padre dal conce "di casa". Papà aveva già deciso di comprarla, ma voleva aspettare gennaio 1991 per averla "91" ("non che per pochi mesi di anticipo mi ritrovo con una macchina con un anno in più quando la rivendo"). "Piero, guarda che se la vuoi nel corso del 1991 è meglio se la ordini adesso. Da Roma mi dicono che siamo saliti a nove mesi di attesa." Poi alla fine arrivò in primavera, quindi nove mesi non furono perchè la produzione era aumentata. Accadde anche con la prima Tigra. Da qualche parte ho un articolo preso da InterAuto News (rivista che in edicola non c'era ma nei concessionari sì, perchè parlava di mercato in maniera molto professionale... numeri, percentuali, grafici e via dicendo). Lanciarono la coupettina pensando "si vabbè è carina ma è un'auto di nicchia, per quest'anno ne destiniamo all'Italia 4500." Dopo poche settimane avevano 24000 contratti Là in tedeschia un qualche Renato Pozzetto-manager Opel avrà esclamato "ellamadonna...." Ah, eccola qua. Lascio la targa perchè tanto ormai... la salutammo nel 1999 per prendere la B 1.8 16v CD ed in seguito venne fuori che l'aveva comprata un signore che viveva in un paesino nel Verbano-Cusio-Ossola. Non l'ho mai cercata, ma credo che non esista più... In questa foto non presenta benissimo perchè fari e calandra non sono bene allineati col cofano... un collega di mio padre le aveva dato un "bacino" in retromarcia con la ruota di scorta di un fuoristrada, senza rompere nulla ma piegando qualcosa. Poi papà la fece sistemare ma in questa foto era ancora un po' segnata.
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Ce l'avevo anch'io la fissa per quel maledetto vetro che non andava giù del tutto Avevo 14 anni quando è arrivata a casa la A GLS. Mia sorella 6. Quindi le gite in famiglia mi posizionavano sul sedile posteriore, dietro a mio padre che stava al volante. L'aria condizionata non c'era. D'estate si andava a vetri giù (almeno fino a una certa velocità). Avrei voluto appoggiare il braccio sulla portiera e in parte la cosa andava bene perchè il vetro dal taglio diagonale lasciava uno spazio verso il telaio della porta quando scendeva del tutto, nel quale potevo infilare il gomito. Però poi il braccio o stava a penzoloni oppure dovevo appoggiare il polso sul bordo del vetro rimasto fuori (almeno 10 cm) ributtando dentro la mano. Mi si fermava la circolazione sanguigna nella mano (tra l'altro questo mi fa ricordare che quelle manovelle - la GLS gli elettrici posteriori li aveva a richiesta e papà non li aveva messi - erano parecchio dure da far girare). La storiella di Vectra in galleria del vento... beh è abbastanza breve. Una cosa simpatica. Quelle foto vengono da un servizio di Gente Motori del 1986. Si parlava della cura con cui era stata studiata l'aerodinamica di Omega A, e le foto indubbiamente erano state elargite da Opel (ve n'erano parecchie altre, queste sì riguardanti Omega A, chiaramente ufficiali). Evidentemente in quel momento avevano pensato che i lettori avrebbero scambiato davvero quella maquette per un modello "Omega" come dice la didascalia che si vede parzialmente in una foto.... peccato che il modello mostrato fosse l'erede della Ascona che sarebbe nata due anni più tardi Nessuno si rese conto della cosa ai tempi... perchè la Vectra (anche camuffata) nel 1986 non era ancora stata paparazzata (probabilmente non circolava nemmeno... chi lo sa... le foto-spia di Vectra son tutte del 1987-1988 e mostrano l'auto senza grandi camuffature) e quindi nessuno aveva fatto "due più due". Evidentemente tutti pensarono che fosse semplicemente un modello di studio per l'ammiraglia. Io me ne resi conto anni fa mentre ai mercatini ricostruivo la mia collezione di Gente Motori. Trovai questo numero del 1986 che sulla copertina aveva in grande lo scoop sull'erede della 128 (ossia la Duna) e in piccolo una fotina con scritto "Opel Omega" tra le news. Dando un'occhiata al volo pensai "momento... ma questa è una Vectra, machecaxx..." Visto che si parla di scoop-Vectra, anche questa sera appendiamo un'immagine vintage... il top di gamma paparazzato da Hang G.Lehmann lassù fra i ghiacci.
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Comunque tutto 'sto parlare di Opel dei tempi d'oro e questo sforzo cercando di ricordare come era e come non era, mi ha fatto pensare a tante cose, sempre Opel, che non ci azzeccano nulla in questo topic e quindi non le sto a citare... un po' di nostalgia. Anzi no, una la cito... mentre ravanavo nella savana dei ricordi, la radio web che mi accompagna quando sono al pc mi ha regalato questa (che tutti conoscerete perchè "passa" spesso in questi mesi) ...e fra tutti i ricordi mi è venuto in mente il giorno in cui hanno scaricato la prima Calibra. Arriva arriva, arriva arriva... e arrivò. Era "Star Silver", come in tante foto ufficiali. Eravamo un po' tutti lì. La Vectra era già una realtà da un po', e qualche anteprima privata aveva già mostrato la prossima station Astra che già faceva sfregare le mani al boss, visto come stava andando bene la Kadett Club sul finale di carriera. Ed ora c'era lì davanti a tutti quello "sparo nel buio", quel "missile". Il pensiero che il futuro sarebbe stato GRANDE, cosa stavano facendo, cosa stavano tirando fuori. Mi viene quasi da piangere.
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Pronti con i proto col passaruota tagliato (e anche l'ipotesi di dividere il vetro della porta posteriore "alla moda vecchia" per rendere completamente discendente almeno una parte dello stesso... cosa che poi non andò in produzione, lasciando una fiancata più pulita ma anche un cristallo che non si abbassava completamente...) Per questo a volte dico che in quegli anni il design Opel aveva una potenza di fuoco che non venne utilizzata fino in fondo. I bozzetti degli anni '80 dinamici, aerodinamici e futuristici sono presenti nelle design story di tante Case (credo si sperimentasse più di oggi...) ma parlando di Opel posso dire di aver visto "tante cose belle", grandi e piccole, che non sono state portate avanti. p.s. L'ho già raccontata la curiosa vicenda delle ultime due foto in cui si vede la maquette bianca in galleria del vento? (Chiedo perchè con l'età mi rimbambisco )
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No... sicuramente a pagamento una chiusura automatica sulla F no... probabilmente mi sbaglio o magari in seguito sono stati modificati ancora. Più facile che mi stia confondendo. A partire dalla G sicuramente li hanno fatti ripiegabili (questo lo so perchè mi sono targato la prima arrivata nel 1998 ) che tra l'altro come disegno erano quasi uguali.
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Chiedo venia, probabilmente mi sono confuso con altro... anche se non sono del tutto sicuro. Mi par di ricordare (ma si parla di quasi 25 anni fa...) di averne vista qualcuna su bisarca, in uno dei tanti arrivi - a pensarci ora, mamma mia.... arrivavano due bisarche a settimana... - con gli specchi chiusi. Forse mi confondo. Riguardo la Kadett dismessa a 700mila km, succedeva anche le Vectra A naftone hanno lasciato dei bei numeri. Ricordo in particolare una bianca GLS data in permuta a 532mila km che però non era andata in pressa. Caricata su bisarca, se ne andò ad Est. Ma una volta tante facevano grandi numeri, sia perchè erano meno pompate sia perchè si tenevano per più tempo... un autotrasportatore che vive qui nel mio paese ed ormai è in pensione, comprò una W124 T bianca quando io andavo alle scuole medie (un 200? un 250? come si chiamavano? non ricordo...). Tre o quattro anni fa girava ancora, con un milione e 200 mila km. Venduta ad un marocchino che l'ha portata "giù".
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Gli specchietti fissi ma sganciabili sono sempre stati un parziale mistero anche per me. Dico parziale perchè so che su auto come la Vectra A avevano quel tipo di accoppiamento alla portiera per motivi aerodinamici (la divisione del flusso d'aria che citavo qualche post fa non sarebbe stata possibile con un normale braccetto ripiegabile) e perchè il sistema di sgancio era studiato in ottica-pedone. Non essendo ripiegabili erano stati studiati in modo da sganciarsi, rimanendo appesi al cavo di regolazione, in caso di urto contro un corpo umano. A parte ciò credo ci fossero altri motivi che però ignoro. Criticati da più parti, scomparvero su Astra F in occasione del leggero face lifting caratterizzato dalla calandra più aperta, senza il listello centrale, dalle frecce bianche, dall'introduzione degli airbag e dalla perdita di carisma della GSI 16v che perse per strada tutti gli ammeniccoli tuning. Gli specchietti divennero ripiegabili e più staccati dalla portiera, e così fu in seguito per tutte le Opel tranne che per la Vectra B che aveva una soluzione tutta sua per gli specchietti per ragioni decisamente estetiche. Il tappettino di gomma lo aveva anche Vectra A sul fondo del pozzetto dietro al freno a mano e all'interno del vano aperto posizionato in consolle tra stereo e portacenere. Due cosini da due lire semplicemente appoggiati lì ma che facevano un gran lavoro. La GTC ha lo stesso pozzetto dietro al freno a mano, ma il tappetino non c'è più. Ogni mattina quando esco di casa ci metto il mazzo di chiavi ed è un tron-tron-tron per tutto il viaggio. Ai tempi quei tappetini non erano cosa facile da vedere nelle auto dello stesso livello, e si torna al discorso di quell'attenzione tipica del marchio a certe piccole cose che col tempo ti facevano apprezzare ciò che avevi comprato. Su GTC hanno lasciato, come "chicca", il cappuccio grigio infilato in un'asola all'interno del tappo serbatoio e che serve a svitare i tappini delle gomme quando è ora di verificare la pressione. Mi hanno perculato in tanti per quel dettaglio "ridicolo". Bene. Guardate come vi svunciate le dita quando levate i tappini per gonfiare i copertoni. Tornando a Vectra A GLS, potrei citare anche le due alette parasole con specchio e doppie luci di cortesia (che ho anche sulla GTC). Robe che gente premiumm metteva (e mette) nei famosi "pacchetti luci" a tot euro. Il marchio a mio parer non è più stato gestito in quel modo quando l'azienda a mio parere a iniziato a viaggiare a due velocità (e non è stata l'unica a farlo). La progettazione poteva anche continuare ad essere intelligente ma si decise di tagliare i costi di produzione realizzando in maniera più povera componenti anche vitali. Se studi auto "intelligenti" ma poi vanifichi tutto realizzando componenti scadenti come i tendicinghia degli Ecotec, fai un grosso sbaglio perchè vai a minare l'affidabilità di automobili che sono sempre state acquistate perchè godevano di una certa fama. Vedi qui sotto... Meriva A, auto intelligente e praticissima, piena di problemi. Gente arrabbiata proprio perchè "se funzionasse bene sarebbe l'auto perfetta per la famiglia". Quella non era la sportiva esotica da tirare fuori nel weekend. Era un prodotto destinato a chi l'auto l'aveva bisogno ogni giorno. Non puoi fare un prodotto con quel livello di concretezza e rifilarlo mezzo pacco. Dopo, puoi fare tutte le affascinanti Insignia che vuoi. La gente l'hai tradita. Stessa cosa ha fatto Renault - ma non voglio aprire un altro OT per carità - quando è passata da Laguna 1 (che potremmo definire la Vectra A di Renault in quanto ad affidabilità) a Laguna 2. Tutto molto bello, vettura ganza e acchiapposa, moderna e dotata, anche con la scheda per l'avviamento. Ricordo che al lancio l'amico pavese disse "caspita che macchina, se va bene come la vecchia hanno fatto centro". E invece no. Una CIOFECA. Poi si perdono le quote di mercato. Ma va? Esatto. Vedi sopra. L'errore fu quello di dire "uè ragazzi, piano piano abbiamo incrementato la presenza sul mercato, ed ora con le generazioni che abbiamo in commercio da un po' stiamo crescendo ancora, le nostre auto si vendono alla grande; tagliamo un po' che facciamo soldi". Bravi. Buttati nel cesso 15 anni di lavoro per portare il marchio ad un livello più elevato, parlando di percezione. Perchè la qualità c'era da parecchio, però era un po' più nascosta sotto il volto di vetture tra l'anonimo e il bruttino. Voglio ricordare ad esempio che Mercedes quando era MERCEDES (parliamo di 50 anni fa) aveva la Diplomat e altre grosser Opel tra le vetture di confronto nelle prove di affaticamento per le ammiraglie. Poi loro facevano auto di altro livello e prezzo, ma il fatto che vi fossero delle Opel prese da Mercedes come metro di paragone nei crash-program la dice lunga.
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