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PaoloGTC

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  1. e c'era scritto tutto vero? quasi come la 33 Sportwagon 1.7 i.e. Quadrifoglio Verde Permanent 4, che era l'unica auto al mondo col nome che andava "a capo" :D
  2. Anche l'impianto premiumm quattro anelli ha retto. Però ho scoperto che oltre un certo limite vibra il retrovisore interno. Pooooco premiummm ahi ahi ahi....
  3. Vero, mi ricordo un accrocchio di numeri e lettere sulla Tempra di un vicino di casa, mi sembra "Tempra 1.8 i.e. SLX".
  4. Va detto, a mio parere, che alcuni ritocchi, si, la potevano migliorare. Però di base il design era quello che era. Quell'abitacolo a tronco di piramide (sbilenca ) non è così riuscito come quello di altre medie come la Delta di Giugiaro. Era secondo me un design giapponese dell'epoca, ossia un po' sfigatello in generale. Fari tondi e altre cose avrebbero potuto sicuramente migliorarla ma non cancellare una base poco riuscita (imho). Guardarla di fianco non è che facesse gonfiare le mutande, voglio dire . Si è parlato di fari tondi... beh se guardiamo 33 mica li aveva. Aveva anche lei fari rettangolari e frecce al loro fianco, però il suo frontale nell'insieme è nettamente più riuscito a mio parere. Con ritocchi vari si poteva fare qualcosa in più, ma non troppo. Son sfumature di design e proporzioni, perchè, se la guardiamo alla fine, cos'ha di decisamente sbagliato? Non molto. C'è un muso, un abitacolo trapezoidale, una finestratura ampia e non sproporzionata. Però... però però però, non è una Ibiza (più riuscita) non è una Delta (idem) non è, non è, non è. Non era felice al primo impatto. Tra le altre cose che imho andavano messe da parte, le borchie nere. Son sempre state troppo sfigate, secondo me (scusa Leo ). Il muletto coi cerchi "grigio pieno" dà già un'altra idea.
  5. E pensare (mi è balzato all'occhio ora osservando la foto che ha ripostato Duetto, del proto Arna) che nel ricevere una carrozzeria già pronta e da non toccare, avevano avuto anche la piccola fortuna di un dettaglio di stile che poteva anche "quadrare" nell'ambito di un'auto più caratterizzata Alfa. Mi riferisco al finestrino porta posteriore, un particolare che sicuramente anche in un face lifting più deciso non si sarebbe potuto toccare, ma che alla fine andava bene così. Aveva un leggero richiamo alle portiere posteriori Alfetta, se lo osserviamo (magari con il divisore tra parte fissa e mobile del vetro leggermente riposizionato, perchè così sta proprio male) sembra dire "io sono l'Alfa piccola".
  6. Wooooooooooooooooooooooooooooooooooooah! Questa domattina alle 9 e mezza è già sull'A4 aziendale a baallla. Quasi quasi mi fermo in barriera a Terrazzano anche se ho il tele (quando maranzi su un 206 o su una Polo o altro c'è un gusto, ma quando lo fai in A4 3.0 Avant è tutto più premiummm vediamo se l'impianto cruccopremiumm regge )
  7. Sulle montagne che fanno da sfondo alla Valsesia stamane è comparsa una prima spolverata. Avrei fatto una foto ma le condizioni erano pessime. Comunque non era niente di che, la classica infarinata che in una mattinata di sole non la vedi più. Ovviamente parlando di quel che si vede da qui; per avere notizie più precise bisogna sentire l'uomo con la Giulietta rossa
  8. Intanto sono due automobili così meritevoli di essere ricordate, Marina e Princess, che su youtubbe possiamo trovare i filmati che raccontano la loro gestazione, con tanto di riunioni e collaudi. L'unica altra auto italiana che può vantare ciò è il mio barcone. (forse era meglio che non la scrivevo questa )
  9. Visto che oggi piove, approfittiamone per riesumare topic andati persi. Pescando nell'archivio e con l'aiuto della grafica parliamo di... questo. Di tale spot abbiamo anche un making of, sempre sul web. Però, visto che la lingua è quella che è, vediamo se si trova qualche cosa da raccontare in mezzo alle scartoffie. Oh si, c'è. Sedetevi in DeLorean, digitate 1986 e se riuscite a spingere abbastanza il polmone arrivate ad 88 miglia l'ora. Son qui che vi aspetto. Ah bene, ce l'avete fatta (alla faccia di ACS e del suo PRV ) Allora potete leggere. Dalla rivista AUTO – 1986 INCREDIBILE MA VERO “Alcuni dei nostri lettori si saranno certamente chiesti se quello che viene mostrato nelle varie pubblicità televisive risponde al vero. Il dubbio può essere particolarmente forte di fronte a certi spot cosiddetti 'dimostrativi' nei quali, appunto, si cerca di convincere il pubblico con l'aiuto di una dimostrazione delle qualità del prodotto in questione. Una certa generica diffidenza verso la pubblicità è di carattere popolare; basta ricordare la frase ricorrente nel linguaggio comune '...tutta pubblicità' per indicare una certa esagerazione riguardo a certi avvenimenti. Di fronte poi a spot come quello recente dell'Audi, l'incredulità può prendere il sopravvento. E' forse bene, allora, cogliere l'occasione per ricordare brevemente ai nostri lettori che in pubblicità non tutto è lecito. Esistono leggi, regolamenti che devono essere rispettati da inserzionisti, agenzie pubblicitarie e media (TV, giornali, ecc.). Il contenuto della pubblicità deve essere veritiero e non ingannevole o sleale. La pubblicità 'dimostrativa' in particolare è la più esposta al rispetto di questi regolamenti e ciò che si vede negli spot deve essere dimostrabile nella realtà. Ciò vale sia per un'automobile, come nel nostro caso, come per un detersivo che lava più morbido. Quindi anche se resta sempre la componente della 'iperbole pubblicitaria' le affermazioni verbali e/o visive devono essere vere. Certo che, nel nostro caso, si stenta ad accettare l'idea che un'auto di serie riesca a risalire niente di meno che un trampolino da sci completamente innevato. Eppure l'Audi 100 Quattro ce l'ha fatta. Probabilmente gli stessi responsabili della casa automobilistica tedesca e della sua agenzia pubblicitaria DB avevano qualche timore sulla riuscita dell'impresa, ma l'idea era talmente affascinante ed efficace (se fosse riuscita) che si è deciso di organizzare ugualmente l'impegnativo e oneroso spot. La prima fase è stata la ricerca del posto più adatto, la cosiddetta location. La scelta è caduta su uno dei più alti trampolini olimpici in Finlandia: un'impressionante struttura con il 40% di pendenza che si erge solitaria in un caratteristico paesaggio finnico. Poi si è dovuto pensare a come risolvere i problemi di sicurezza. E se la macchina fosse slittata all'indietro? Che ne sarebbe stato dell'auto e, soprattutto, del pilota? Bisognava trovare una soluzione poco visibile, semplice e sicura. I tecnici dell'Audi hanno brillantemente risolto il problema: un cavo di acciaio, ancorato alle cime del trampolino, è stato fatto scorrere attraverso uno speciale meccanismo fissato sotto al pianale; in caso di slittamento all'indietro il meccanismo avrebbe bloccato il cavo arrestando la caduta della vettura. Il cavo è stato appoggiato sulla neve e gli spettatori più attenti l'avranno forse notato, anche se poco visibile. Ma questa misura di sicurezza non è stata giudicata sufficiente: alla base del trampolino è stata installata una robusta rete, stesa nella neve e ricoperta di teli bianchi per non renderla visibile, destinata ad alzarsi di scatto per frenare in extremis l'eventuale caduta dell'Audi 100. Fatto questo ed applicato un enorme marchio Audi alla base del trampolino olimpionico (l'analogia dei simboli ad anelli non è casuale), bisognava trovare un valido e coraggioso pilota. E' stato interpellato il campione tedesco rally '82 ed '84 Harld Demuth, che ha accettato volentieri. IL GRAN GIORNO Si ultimano i preparativi. Un'enorme gru solleva l'Audi 100 rossa fino al tratto finale del gigantesco trampolino. L'allestimento del set viene completato: riflettori, diverse macchine da presa, tecnici, direttore della fotografia, regista e ben due elicotteri attrezzati per le riprese dall'alto. Tutti gli uomini chiave della troupe, compreso il pilota, sono collegati via radio, si sta per effettuare il primo ciak, si è lavorato a lungo e duramente con un impegno finanziario non indifferente e tutti sono in trepida attesa. Riuscirà l'Audi 100 4x4 a superare la parete ghiacciata con pendenza del 40%? Harld Demuth accende il motore tra il silenzio generale; ingrana la prima, alza la frizione: l'Audi 100 comincia a salire. Sale, sale sempre di più, tra l'entusiasmo generale: le 4 ruote motrici, le gomme chiodate e la tecnica Audi hanno fatto il miracolo. Poi un sapiente montaggio del filmato completa l'opera. Nasce così uno dei migliori spot pubblicitari dell'anno: incisivo e lapidario, solo immagini, rumori e musica; le parole sono superflue. Film come questi non hanno prezzo.” Fine. Considerazioni paolesche: -spot ben realizzato, ma fatto trenta, si poteva far trentuno: osservando il filmato si vede chiaramente che vi è un'inquadratura da telecamere piazzate verso la cima del trampolino (quando vediamo la 100 di fronte attaccare la rampa) e credo proprio sia nel punto in cui, nell'inquadratura finale, si vede del materiale piazzato in alto a destra sul trampolino. Non si poteva coprir di teli bianchi come è stato fatto con la rete? -sarò io che mi adagio sul pensiero comune 'tutta pubblicità” ma ho sempre pensato che quel cavo non fosse lì solo teso per entrare in azione in caso di scivolone. Vero che nel momento in cui si vede leggermente, gli spruzzi di neve che alza possono essere dati dal fatto che da sotto la neve il cavo si sta alzando per scorrere nella carrucola sotto il pianale, ma io ho sempre pensato che in qualche modo quell'auto fosse stata aiutata e tirata. Mi sembrava troppo composta e poco seduta al posteriore, ma può essere che le sospensioni fossero state irrigidite per non far sollevare troppo il muso mentre il posteriore squattava. Però... boh: anche la voglia di spiegare come e perchè c'era un cavo, mi ha sempre messo in testa che si trattasse di una mezza verità per coprire una bugia più grande. “Spieghiamo perchè c'è il cavo, lasciamo anche che lo vedano un po': gli diremo il motivo e nessuno penserà che la 100 non ce l'avrebbe fatta.” Poi... sbaglierò. Però... Ma ora cambiamo genere. Dalla Germania alla Francia, dalla neve alla sabbia. Insomma la BX che ne faceva di tutti i colori. Non siete ancora risaliti sulla DeLorean per andare a vedere se Nando ha preso l'Alfa, giusto? Bene, state qui ancora un attimo. BX, OLTRE L'IMPOSSIBILE “Il desiderio e la necessità di ottenere il massimo impatto, di catturare cioè l'attenzione degli spettatori divisa tra centinaia di messaggi pubblicitari, sta spingendo alcune Case automobilistiche verso una pubblicità televisiva sempre più spettacolare ed impegnativa. Ne è un esempio il recente spot realizzato dalla Citroen per la nuova BX GTI. Anzi, proprio la Citroen, grazie anche a produzioni europee che permettono maggiori investimenti, è stata tra le prime Case a seguire questa strada. Basterà ricordare l'allegro Visa (“Vavavuma”), lo splendido spot CX GTI con Grace Jones ed il famoso '30 secondi' della Visa GTI con portaerei e sottomarino. Continuando per questa strada, ormai un po' obbligata, l'agenzia RSCG di Parigi ha realizzato uno spettacolare spot per la BX che è stato utilizzato anche in Italia. Il recente film è ricco di effetti speciali che sono costati mesi di preparazione ed hanno richiesto tecniche particolarmente sofisticate oltre che, ovviamente, parecchi milioni di franchi. Il cosiddetto 'storyboard', cioè la sequenza disegnata dello svolgimento del film, prevedeva diverse sequenze della vettura in corsa, con abbattimento di cancelli e di muri ma, soprattutto, l'attraversamento di una duna ed addirittura del mare (tipo Mosè). L'obbiettivo era infatti quello di sottolineare le prestazioni della BX attraverso una irruenza che non si ferma davanti a nulla. TECNICHE SOFISTICATE Le più grosse difficoltà sono sorte, naturalmente, per realizzare la sequenza finale dell'attraversamento delle acque. Per girare questa scena con le tecniche tradizionali in 35 mm, come quelle utilizzate da Cecil de Mille per Mosè, ci sarebbero voluti cinque mesi di preparazione ed uno stanziamento considerevole. Si è fatto ricorso allora alla tecnologia più recente utilizzando il sistema VHD: una tecnica di riprese in video ad alta definizione (4000 linee contro le 625 del video normale) messo a punto recentemente dalla Sony, che permette più ampie possibilità di effetti speciali. Con una tecnica mista 35 mm-video ad alta definizione (sperimentato per la prima volta) si sono realizzati separatamente e poi si sono sovrapposti i vari effetti speciali negli studi parigini di David Niels: gli unici al mondo attrezzati per questa sofisticata lavorazione. Per gli effetti speciali si è fatto ricorso inoltre ad un altro esperto, Jean François Lamaire. Per le nubi e l'effetto 'ribollimento' dell'acqua si sono utilizzate materie sintetiche particolari, strutture di 6 metri x 6 con 30 centimetri d'acqua, ventilatori ed iniezioni di aria compressa. Più impegnativa è stata la costruzione del bacino per la sequenza dell'apertura delle acque: 20 metri di lunghezza per 10 di larghezza con strutture laterali di cemento di un metro e mezzo per fare scorrere 100 tonnellate d'acqua (4 camion cisterna da 38 tonnellate) recuperate poi da potenti pompe idrovore. Per simulare le pareti d'acqua sono stati inoltre utilizzati 200 kg di materiale sintetico speciale. IL TRUCCO C'E' Le altre scene sono state girate nel deserto a sud di Laayounn nel Marocco, dove oltre a diverse sequenze dell'auto in corsa, è stata realizzata anche quella dell'attraversamento della duna. La duna è stata ricostruita (riportando tonnellate di sabbia) sopra ad una struttura di legno con un tunnel per il passaggio della BX. Sei metri di larghezza, un tunnel di 12 metri per 1,75, dieci giorni per la costruzione, 22 operai e un cascadeur d'eccezione alla guida della BX: il famoso Remy Julienne. Per l'effetto del sollevamento della sabbia al passaggio della BX (tipo talpa) è stato utilizzato un modellino tirato da un cavo d'acciaio. Un notevole impegno organizzativo e finanziario : il risultato in termini di impatto e comunicazione c'è (anche se la parte finale non è perfettamente riuscita); ci si chiede però se giustifichi del tutto lo sforzo produttivo. Ma la Citroen è decisa a continuare su questa strada, anzi su quella della Cina, come ha fatto per lo spot della nuova AX.” Fine. Considerazioni paolesche: -no, forse non era giustificato un investimento del genere per promuovere una versione sportiva della media di Casa. Però... che bello. Prima che arrivasse il computer, voglio dire. La cosa che mi ha sempre affascinato era vedere quante cose venivano realizzate da zero per un effetto, quali stratagemmi si usavano nella realtà per produrre una finzione. Non me ne voglia chi lavora con la grafica in queste cose. Massimo rispetto al suo testone e a ciò che riesce ad ottenere, ma... passerò per irrispettoso lo stesso, perchè quelle di oggi son pippe secondo me, a confronto.
  10. Io invece vorrei tanto che il volante della mia Croma d'Arese coprisse l'indicatore carburante Certo, ogni quel tot andrei a guardarlo, ma durante quel tot fra una sbirciata e l'altra correrei tra ponti valli e colli più spensierato (è un gran bastardo, ogni volta che spegni la macchina e la riaccendi si riposiziona ma sempre una tacca meno di prima ; poi se vai a fare rifornimento scopri che contava balle ma durante l'uso sei sempre dietro a dire "maronn se beve" )
  11. Lo dice perchè convive da tot tempo con una bilancia da salumiere incastonata nella plancia dell'invenzione di Issigonis. Non ne può più.
  12. Il mix tra Di Caprio e Hammond sembra quello scemo di Scuola di Polizia che buttava giù le porte urlando
  13. Ah il paraurti intendevi... non il parafango (pensavo già ad un marciapiede bello alto se avessi grattato davvero il parafango ) I miei 2 cents? Per la calotta dello specchio dipende, se pretendi la perfezione non ti resta che farla rifare dal carrozziere (che può chiederti 50 come 100 euro a seconda dell'onestà, magari anche di più, magari anche di meno, dipende dalle cifre che girano nella tua zona). Se invece ti bastasse ricoprire lo sbrego col colore adatto, in Opel puoi trovare per pochi euro lo stick con pennellino (tipo bianchetto di scuola) del colore preciso (che mi pare un Silver Lightning, giusto?). Io ho fatto un lavoro del genere alla Tigra di mia sorella, blu Antigua. Ovviamente... "si vede", cioè si nota il ritocco. Però a lei stava bene così, non aveva voglia di far verniciare la calotta. Per la parte bassa del paraurti.. capisco il tuo fastidio nel sapere che è grattata, ma un carrozziere te lo riprenderebbe per una bella parte (con una certa spesa) oppure ti farebbe un ritocco a pennello con la tinta, a mano, per riempire i graffi, e a quel punto lo puoi fare anche tu con lo stesso stick di prima. Secondo me non sarebbe necessario un lavoro precisino, in fondo ti sei dovuto calare bene per fotografarla, non è che sia un danno visibile al primo colpo. (si hai mosso leggermente uno dei due labbri sotto paraurti ma tranquillo che sono graffettati per tutta la lunghezza, basta che lavori un po' di mano per farli calzare bene nuovamente fra loro... sulla GTC l'ho pizzicato varie volte, si reinnesta facilmente). Se proprio tieni ad un buon risultato (e lo capisco, mi pare che la tua Corsa sia seminuova) piuttosto io farei rifare la calotta dello specchio, ma per i graffi sotto il paraurti andrei di pennellino. (lo stick non mi ricordo se veniva sui 13-15 euro... magari sarà aumentato, io lo comprai tre anni fa)
  14. Una 1500 dici Mazi?... Si si vede che sta andando un po' più sveltino. :D Tornando ai coupè Renault, abbiamo una paginetta d'epoca. spettacolari i cerchi della 15 rossa. Così piccoli non li fece nemmeno la Polistil sulla Montreal.
  15. Probabilmente una 1.3, accessori di serie, con 110 mila km e una ruota un po' sgonfia (l'anteriore destra per la precisione). Cosa dite? Come faccio ad esserne sicuro? Beh io dico così. Voi come fate a dire che non lo è?
  16. Ciao mattiu bisogna cominciare a guardare in generale... ad esempio: sei sicuro di non avere perdite in qualche tubo, o dal radiatore stesso, o dai tubi di circolazione dell'acqua per il riscaldamento dell'abitacolo? Hai modo di verificarlo con precisione? Se non dovessi avere perdite, nemmeno minime, da nessuna parte, è probabile che la tua Uno l'acqua se la stia mangiando. Il motore gira bene? Chiedo perchè se tutta l'acqua che devi mettere, in un 50 km se la pappa il motore (testa), dovresti accorgertene anche da come funziona. Fuma la macchina?
  17. E dire che le capacità Ferrari di realizzare perle, accresciutesi negli anni, in quella decade non vennero fuori del tutto. Se avessimo visto in vendita la 408 che così poco piaceva al Commendatore, e nella quale Forghieri aveva messo tutta la sua testa (che non era poca), avremmo visto in anticipo cose che le supercar di questo mondo han proposto tanti anni dopo.
  18. Fiat cominciò a condividere con Alfa in maniera veramente pesante solo quando ciò fu positivo per i conti SUOI. Quando l'Alfa ormai era sotto l'ala, Fiat poteva "spalmare" e Alfa poteva soffrire. Certamente essendo un marchio del Gruppo, il fatto che esso soffrisse alla fine non faceva che portare sofferenza ai conti generali... ma sembra che sia una cosa che non sia mai stata capita.
  19. Penso che da Torino non sarebbero stati molto d'accordo La Uno se non ricordo male nel 1981 subisce definitivamente la sua trasformazione da Progetto Uno-Design by Fiat (orenda) a Progetto Uno-Design by Giugi, e vista la data di uscita sul mercato credo fosse un progetto bell'e compiuto: non che non ci si potesse entrare a quel punto ma credo che Fiat ben sapesse che quel che aveva in mano era una "bomba" che avrebbe venduto in lungo ed in largo (nonostante continuassero a litigare con Giugi perchè lui voleva fare le porte avvolgenti e loro no ) e non so se avrebbero voluto condividere anche quello con Alfa. Non so quanto si vedessero di buon occhio fra di loro (anche Chirico ricordava come le pur dovute specifiche di progetto e gli autotelai T4 da studiare fossero stati elargiti con poca generosità e dovizia di cose) e la stessa 164 fece girare non poco le balle a Ghidella quando la vide, pensando alla fine che avrebbe fatto la "sua" Thema*. Non so se avrebbero voluto condividere altro parlando di progettoni storici. *tra l'altro... ai tempi dei tempi: siamo nella prima parte del 1987, Auto Oggi è appena nato ma si sta facendo valere come serietà delle notizie (chi c'era e chi lo lesse ricorderà). Se ne esce con un numero dal titolone "La Fiat blocca la 164: questa macchina così non si farà." (si diceva che ad Agnelli non fosse piaciuta). Ora... a noi è arrivata dopo la notizia che tal blocco fu dovuto alla decisione di fare un crash program per arrivare ad avere il top del top di affidabilità (dove poi.... le prime 164 non furono certo delle Mercedes, e forse nemmeno le seconde). Però... mettendo assieme la notizia di questo "blocco", ed il disappunto che ebbe Ghidella quando la vide finita, mi fan pensare ad altro. Non vorrei che sia volato davvero, in quei primi giorni di gestione Fiat, il pensiero "voi questa macchina, così (bella), non la fate" (si sa ad esempio che mentre Thema si godeva degli interni sempre fascinosi e via via arricchiti, certe rinunce nell'ambito degli interni 164 siano arrivate da Torino, vedi la plancia che nacque senza il rivestimento integrale in tessuto, per il quale il suo design era nato, e che fu cancellato perchè costava troppo, così come gli inserti in radica ed altre chicche).
  20. Sarà stata obsoleta ma questa affidabilmente parlando glielo mette in quel posto al mio barcone, al tuo scoiattolo, e alle macchine di tre quarti del forum
  21. E per forza! Avrà visto che c'era un baffuto su nasona bianca quadrilatera che si faceva gli affaracci suoi. Confermo la Prisma in alto a sinistra . Comunque dovresti modificare la firma che ti sei messo da feisbuc. Non corre solo dietro alle vecchie Alfa, corre dietro anche ai coupè francesi dimenticati da tutti. La 15, se non ricordo male, era un modello sportivetto ma non troppo. Sopra di lei c'era la 17 (da noi 177... che ho capito, il 17 in Italia stava male... ma uno quando leggeva la gamma Renault cosa pensava? 4-5-6-15-16-177? Eh Tombola eh?)
  22. Stiamo perdendo quest'uomo. Mi ricordo con piacere i tempi in cui frequentava le nostre pagine e me lo immaginavo seduto sulla poltrona di casa, con la pipa ad interrogarsi su questioni meritevoli come quale specchietto potesse andare bene sulla sua splendida coupè, senza cadere nel cattivo gusto. Ora inventa verbi perepeggianti, scrive di culi bassi e pere scuppiate. Signori di AP, avete rovinato una persona per bene
  23. Riguardo la frenata, bisogna dire che allora (come anche oggi) si trattava di un dato ove le differenze tra auto normali ed auto "per pochi eletti" non erano così distanti come lo erano invece per le prestazioni velocistiche et similia. Oggi vediamo supersportive che viaggiano sui 33-35 metri da 100 a 0, e medie ultimo modello come Astra che stanno sui 35-36-37. La frenata non riesce ad essere così "super" come è tutto il resto dell'auto, nel paragone fra supercar ed auto normale. Idem allora. 43 metri per un Testarossa non erano un cattivo dato ma nemmeno una cosa "da supercar". La coeva Thema Turbo i.e si fermava in 44 e rotti (ok che era una berlina veloce, ma stiamo pur sempre parlando di una berlina a confronto con ciò che sarebbe in teoria il top del top in quel dato periodo), e 44 e rotti fece anche tre anni dopo (periodo in cui Testarossa non veniva provata ma era identica alla versione uscita quindi si presume frenasse sempre in quello spazio lì) la plebea Duna DS Weekend, e parliamo di una Uno station wagon a dischi e tamburi. Ribadisco, questo da parte mia non vuol dire che Testarossa fosse un aborto per essere una supersportiva, scrivere che era un bidone è esagerato. Semplicemente la tecnica e l'elettronica applicata all'auto hanno fatto passi da gigante in 25 anni (con i pro e i contro), e rispetto ad altri tipi di auto, una supercar di 25 anni fa ha più che mai bisogno di essere contestualizzata.
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