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Io ci aggiungerei il Coupè Fiat. Talmente originale e fuori dagli schemi, che con le dovute modifiche a livello di fanaleria, cerchi e tutti quei dettagli che rendono "di oggi" un'auto di oggi, potrebbe uscire sul mercato domani, tanto particolare e un poco vintage quanto lo era nel 1994. Se lo vediamo "vecchio" secondo me è per via della sua immagine forte che non abbiamo mai scordato: ce lo ricordiamo da quasi 25 anni e quindi lo mettiamo fra le cose di una volta, ma non è più antiquato di una GT86 e sicuramente ha più carattere. Discorso differente per il 916: per me bello come ai tempi, ma invecchiato perchè porta con sè stilemi che Alfa Romeo non usa più, come lo scudetto di dimensioni "normali" (io lo ricordo così, il restyling con il nasone da 147 mi ha sempre fatto solo ribrezzo) e la fanaleria posteriore di 164 lo collocano indubbiamente in una certa epoca.
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Qualità percepita e qualità reale secondo me sono i punti chiave su cui si snoda tutto il discorso. Posto che non viviamo più in un mondo in cui le auto scadenti dopo qualche anno mostrano i buchi della ruggine, possiamo dire che ovunque si caschi oggi (a parte certe cinesate improvvisate) ci troviamo di fronte ad un livello base decente. Da quel punto ci si sposta verso l'alto una tacca per volta, a seconda di quanto una Casa abbia voluto investire in un particolare aspetto piuttosto che in un altro. C'è chi vuole stupire al primo colpo e propone soluzioni costose immediatamente percepibili e chi preferisce evitare puntando magari sulla ricerca di un dettaglio più resistente all'azione del tempo, del quale non ti renderai conto il giorno in cui ti siedi in concessionaria a guardare un'auto ma lo noterai dopo dieci anni che la usi. Posso fare degli esempi spiccioli basandomi sull'esperienza di 13 anni con una Astra H GTC che oggi ha 272 mila km, premettendo di non avere nessuna intenzione di mostrarla come esempio di qualità TOTALE, per carità, anche perchè di crucci me ne ha dati. Però 13 anni di vita con una vettura sempre al tuo fianco ti fanno notare tante cose su di lei, nel bene e nel male. Al lancio Astra H aveva fra i suoi pregi, secondo molte riviste, un notevole miglioramento in quanto a qualità degli interni, soprattutto al primo impatto direi, perchè la precedente G non cadeva a pezzi dentro. Semplicemente non aveva certe soluzioni che nel 2005 erano ormai diventate un must. Astra H aveva una plancia rivestita con un materiale così morbido che la cupola degli strumenti la potevi torcere con un lieve sforzo delle dita. Delle guarnizioni sul giro porta fatte in due colori per abbinarsi chiaro/scuro a ciò che avevano intorno, i montanti chiari (rivestiti in tessuto) ed il cielo tetto, e più in basso la parte scura dell'abitacolo, plancia e pannelli porta. Una soluzione costosa, realizzata soprattutto per far dire "wow" alle riviste e di conseguenza ai lettori/acquirenti. Aveva le maniglie sul tetto ammortizzate per stare dietro a VW. Aveva un sistema di guarnizioni attorno ai vetri posteriori fissi (GTC) e lunotto (entrambe) che riviste come Auto definirono il top per qualità e costo di realizzazione, con una sottile guarnizione a coprire tutto il bordo del cristallo (sulla GTC in pratica la guarnizione che corre sotto il finestrino e sulla Cosmo include il profilo cromato, alla fine del cristallo diventa sottilissima e risale percorrendo tutto il bordo del cristallo, senza soluzione di continuità). Questo tipo di scelte secondo me era dovuto sopratutto alla voglia di stupire il cliente, di dargli l'impressione di vettura fatta bene al primo colpo. Altre invece, con il passare degli anni, si sono dimostrate tecniche di produzione pensate non tanto in ottica "wow" quanto in quella di soddisfazione dell'utente nel tempo. Esempio il pomello del cambio. Giravano pomelli con inserti verniciati, satinati, di tutto. Astra H aveva un pomello con una borchia tonda in plastica trasparente, contornata da un anellino cromato, sotto la quale l'inserto tondo nero mostrava la posizione delle marce. Il pomello con gli inserti verniciati o satinati era più bello, ma negli anni ne ho visti tanti scolorirsi per via del sudore. Il "mio" pomello è tale e quale al primo giorno. Manco la cromatura dell'anellino è andata via. Ecco, secondo me quello era un pezzo di qualità, di una qualità superiore (come soddisfazione) rispetto alla guarnizione in due colori che dopo un mese avevo scordato ed ha semplicemente continuato a fare la guarnizione per 13 anni. Altro esempio, sempre all'interno: i pannelli porta della GTC Cosmo sono in materiale morbido (simile a quello della plancia, leggermente meno morbido perchè più sottile) per il corpo principale e più rigido a livello di tasche portaoggetti. Hanno un inserto in pelle sintetica con le cuciture a contrasto simili a quelle dei sedili. Il bracciolo è morbido ma la parte del maniglione tiraporta e consolle comandi alzacristalli/specchietti è in plastica dura, bella ma dura. C'erano soluzioni più appaganti, vedi Audi e VW che rivestivano il tutto con quella pellicola morbida decisamente più piacevole al tatto. Pure i tasti di quei comandi sono in plastica dura, bella ma dura, mentre i "premium" rivestivano anche quelli con la suddetta pellicola. I "loro" erano più belli, però con gli anni ne ho visti tanti rovinati da unghie/anelli/orologi. Il mio barbiere ha una A3 Sportback con i comandi degli alzacristalli completamente spelati, e la plastica bianca interna che viene fuori. Tale pellicola goduriosa sulla GTC c'è, a livello di maniglia tiraporta, ma dove sta? All'interno, dove metti le dita per chiudere la porta dopo che sei salito. Non la vedi ma la senti, quando tocchi. Evidentemente qualcuno avrà pensato che tra la soddisfazione visiva e quella tattile fosse meglio la seconda, dato che con l'usura quel dettaglio avrebbe potuto rovinarsi. Se fosse accaduto, almeno sarebbe rimasto nascosto alla vista. La conclusione è che quel pannello porta oggi è come nuovo. Per me un altro pezzo di qualità. Passando all'esterno, potrei citare la pellicola che riveste il montante della portiera, fra finestrino apribile e vetro posteriore fisso. Quante ne abbiamo viste diventare bianche o scollarsi, fare le grinze? Le mie sono ancora nere e lucide, e non hanno fatto nessuna grinza. Questo non per dire che Opel ha costruito una macchina in una maniera che nessun'altro conosce, IL CONTRARIO! Che prese singolarmente, soluzione per soluzione, ognuna ha la maniera di essere fatta bene oppure no. Dipende da dove uno vuole mettere i soldi. Perchè se Astra H fosse stata fatta tutta così, sarebbe l'automobile migliore del mondo, no? E non lo è affatto. I fari anteriori sono diventati inguardabili, dopo 13 anni di sole neve pioggia inquinamento e tutto quello che è (mi resta da capire ancora come mai i posteriori che hanno avuto la stessa esperienza di vita siano invece PERFETTI). La plastica che riveste la vasca sotto in tergi nell'arco di pochi anni è diventata grigia, poi bianca ed infine si è crepata DA SOLA. Quello era un pezzo, qualitativamente parlando, DELLE BALLE. Prima uno, poi l'altro, mi sono caduti (in autostrada entrambe le volte) i vetri degli specchietti retrovisori, scollati dal supporto motorizzato. Pezzi malfatti che hanno dato problemi a parecchi proprietari (tanto che quando sono entrato in officina dopo aver perso il primo, il magazziniere mi ha detto "Alè! Un altro... senti, ti tengo anche il destro a portata di mano, tanto cadrà anche lui"). La mia 164 V6 pareva costruita durante una notte di tempesta, rispetto all'Astra, ma gli specchietti stavano al loro posto e di anni oggi ne ha 23, con i suoi specchietti al loro posto (la vedo ancora ogni tanto). Vogliamo parlare dell'alternatore? E' già stato detto di tutto. In conclusione, credo la mia possa essere un esempio del fatto che la qualità ESISTE, e quando una Casa sceglie le soluzioni dove mettere i soldini, ce lo mostra, perchè tali soluzioni sono fatte come si deve. Il resto avrà di conseguenza meno attenzioni, sia a livello progettuale che produttivo (lavorando nell'industria anche se in un settore completamente differente ho ben presente come funzioni quando la partita di pezzi meno validi viene incamerata lo stesso perchè c'è lo sconto... mica van buttati via, qualcuno se li piglia alla fine: succede a me come succedeva a mio padre quando lavorava nell'indotto del Gruppo e l'azienda prendeva una multa per una serie di plance/pannelli/cappelliere con difetti, che PERO' venivano comprate e montate ugualmente su vetture che nello stesso tempo mostravano magari sontuosi e duraturi interni in pelle pagati una cifra tale da andare a risparmiare su altro). La mia Astra H ha mostrato in 13 anni cosa è la qualità e cosa non lo è, dato che parere personale puoi parlare di qualità di un oggetto dopo che lo utilizzi da anni e ne valuti il comportamento e la resistenza all'usura. Oggi certi marchi sono abbonati alle cinque stelle in fatto di qualità, ma dovessi un giorno avere una vettura di questi marchi deciderò dopo una decina d'anni se darle le cinque stelle o meno. Poi bisogna vedere cosa uno intende per qualità a livello globale di progetto. La mia vettura era stata indubbiamente oggetto di investimenti sul fronte della qualità percepita ed in parte anche su quello della qualità nel tempo, ma era anche un'auto nuova costruita sul pianale della precedente, con gran parte dei motori recuperati dalla gamma precedente, e con un ponte interconnesso. Nulla di male, a me andava (e va) bene così, non è mai stata una carriola. Però anche lì la dimostrazione che la qualità che riceviamo è semplicemente il risultato di un progetto nel quale a tavolino si è deciso dove mettere i soldi. Una coperta che nella stragrande maggioranza dei casi è sempre corta. Vale anche l'esempio dei giapponesi fatto qualche post più indietro... quante volte abbiamo visto sottolineare il fatto che loro badassero più alla robustezza degli interni che a un loro aspetto fashion? Non è affatto detto che stessero spendendo di meno, per questo... Alla fine dei conti, mi sento più vicino a questo tipo di filosofia. Mi sento preso in giro ad esempio quando vedo auto che mostrano di non avere un livello costante. Una vettura con dei rivestimenti costosi o dei sistemi multimediali touch di altissimo livello che poi magari ha i vetri posteriori fissi, una luce di retromarcia sola (grande come un accendino), non ha le maniglie di appiglio e la ruota di scorta non mi convince, e non solo per quanto NON mi stanno dando al momento dell'acquisto (dettagli che dopo 100 e passa anni di automobile dovrebbero essere la prassi, non cose che non servono più) ma anche perchè.... se per darmi questo e quello, tirando la coperta, sono arrivati addirittura a levarmi cose della cui assenza mi rendo conto al primo colpo, cosa sarà di tutto ciò che al primo impatto non posso valutare, perchè nascosto, e che valuterò solo dopo qualche anno? (mi ha fatto ridere ad esempio la recente prova di una qualche DS - che punta al premium - dotata di interni in pelle da sbrodolo nelle mutande ma che allo smontaggio ha mostrato il telaio del cruscotto arrugginito....)
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Le foto furono pubblicate da alcune riviste specializzate nei tempi immediatamente successivi al lancio ed in Italia furono riprese da Gente Motori che in quegli anni pubblicava una serie di articoli intitolata "Come nasce un'auto" (con particolare occhio di riguardo per Opel, la quale evidentemente amava divulgare, a differenza di altri, il percorso di progettazione dei suoi nuovi modelli: sulle pagine di GM comparvero anche le "design story" di Rekord e Kadett D). Il fatto che ci sia un modello in scala della Corsa TR sul tavolo a destra non rende la foto più recente. La TR fu sviluppata in concomitanza con la 2 volumi ed infatti era già presente in gamma al lancio, nel 1982. Inoltre, sullo sfondo vediamo appeso alla parete il piano di forma della Concept Tech 1, presentata nel 1981. Calcolando che nei Centri Stile i bozzetti ed i modelli sono sempre qualche anno avanti rispetto a ciò che viene messo in gamma in quel momento, io credo che la foto sia del periodo antecedente al lancio. Sicuramente la Corsa in quel momento era già stata definita, i cerchi ed anche i paraurti definitivi in terra davanti al modello lo dimostrano. Può essere che la variante su cui i tecnici stanno lavorando fosse stata studiata per dare alla futura GSI un'immagine differente (cosa che comunque poi accadde perchè la GSI un altro frontale aveva) e quindi "fatta la Corsa, lavoriamoci su". Più che altro nel mio post volevo sottolineare il fatto che fosse ancora un periodo in cui in Opel dopo gli studi che a volte lasciavano intravvedere dettagli piacevoli, innovativi e più avanzati si tendesse a fare qualche passo indietro, legati ad una idea di tradizione che per molti rendeva le auto poco accattivanti. Indubbiamente il mezzo paraurti rendeva l'auto più simile a quelle degli anni '70 che alle vetture venute al mondo poco dopo la Corsa (vedi la Uno.... nel mio primo post di questo topic, anni fa sottolineavo come la Corsa messa a confronto con la nuova Fiat apparisse più come una rivale della 127) ma anche la mascherina con quelle aperture e liste così grossolane non era certo elegante e "amichevole". Bisogna anche dire che a livello generale, come progetto di vettura compatta, la Corsa venne fuori da una gestazione lunghissima. General Motors ci lavorò per tutti gli anni 70, scartando altri progetti prima si arrivare a quello della "S-Car". Con lei iniziarono gli studi sulla trazione anteriore (i primi sono del 1969....) che portarono prima di tutto alla nascita della Kadett D del 1979, vettura concepita stilisticamente a metà degli anni '70 ed alla quale la Corsa pare ispirarsi molto, quasi un cucciolo di Kadett. Solo che, a voler ben vedere, arrivare sul mercato nel 1982 mentre il design delle automobili iniziava a mostrare i primi segni di un grande cambiamento, fece apparire secondo me abbastanza tradizionale la piccoletta. Nel frattempo come ricerca avanzata con la Tech 1 iniziava il cambiamento anche per loro, ed il primo frutto sarebbe stato la Kadett del 1984.
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Vedo che tante reliquie sono andate perdute con il passare del tempo (insomma diverse immagini non si vedono più) e quindi ora che c'è un po' di tempo vedo di reinserire, aggiungendo altro nel caso in cui sia entrato in possesso di altra "roba" . Iniziamo dalla Corsa A, con le immagini del modello bianco leggermente più "cool" di quello messo in vendita. Probabile studio della versione sportiva, per carità, ma comunque sufficiente per chiedermi perchè a volte, in quegli anni, fossero così ostinati nel decorare le auto con dei dettagli tristi ed infelici. Calcolando che qui dovremmo essere agli inizi degli anni '80, se non alla fine dei '70 (Corsa A è del 1982) trovo piacevole e pulita la soluzione per il frontale, sicuramente più del calandrone mascherone con le listone della prima serie (utilissimo, per carità: mammà ci ha piegato il sedere di una Polo con quello, rompendo soltanto il marchio che era montato ad incastro su una delle listone). In fondo le idee buone le avevano: i parafanghi allargati sulla tre porte erano un tocco veramente speciale. Poi ad esempio appena sotto trovavamo quei cerchi con la coppetta in plastica scura, LA TRISTEZZA. A seguire, un bozzetto che viene da Gente Motori. Articolo scoop sulla prossima piccola "bomba" GM che "sarà una world car". Qualcuno mi dirà "se è un bozzetto di Gente Motori cosa ha a che fare con le mai nate Opel". Eh, qualcosa ce l'ha perchè prima di tutto Gente Motori (o qualche rivista straniera con cui collaborava ai tempi scambiando foto e prove) non poteva certo mettersi ad immaginare che Opel stesse preparando una B 3 porte coi parafanghi allargati senza aver "annusato" qualcosa, ed inoltre perchè la linea generale del modello (parafanghi a parte) corrisponde abbastanza ad una maquette che si vide in altri scoop, una qualche foto rubata al centro stile. Più sotto, un altro modello in scala che la fonte dei tempi definiva come una delle tante idee concepite durante la fase iniziale di ricerca (in terra tedesca ed americana), quando fu avviato da GM il progetto per una mini-Opel. Ultime sei immagini, i "tre quarti" di due proposte per la Corsa C, insieme a due bozzetti che mostrano soluzioni alternative rispetto a quelle andate in produzione.
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Vero, e tutta insieme secondo me è molto brutta. Per quanto, gli "scatoloni" della prima generazione credo si salvassero sopratutto in versione francese e (frontalmente) Lancia.... perchè l'Ulysse... con quei fari posteriori "à la Tipo" appiccicati senza nessuna pietà, messa a confronto con le sorelle pareva dire "salve io son quella racchia". Dentro invece mi sono sempre piaciuti.
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Una volta per aumentare quello longitudinale scavavano nel retro degli schienali anteriori per dare più spazio alle ginocchia di chi sedeva dietro. Oppure scavavano nei sedili stessi per arretrare i passeggeri o abbassarli rispetto al cielo del tetto. Poi sui giornali scrivevano che le misure erano aumentate ma salire e scendere era un po' più scomodo perchè le sedute erano infossate. C'è stato anche chi, per poter scrivere in cartella che aveva aumentato lo spazio per le gambe dei passeggeri posteriori (che si misurava dallo schienale anteriore al bordo del divano) accorciava il cuscino del divano . Così poi sulle riviste scrivevano "sono aumentati i cm per le gambe dei passeggeri posteriori, ma la seduta ora è un po' meno comoda perchè è più corta". Ah beh.
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Torniamo in carreggiata allora, con una cosa a caso. Come molti di noi curiosoni sanno, l'estetica della famigliola Ulysse-Z-Evasion-806 prima maniera fu appannaggio dei francesi ed in particolare lo sviluppo di un concetto inizialmente proposto dal reparto distaccato di ricerca avanzata del gruppo PSA. Anche da Torino arrivò una proposta, assai diversa. Pare stessero pensando molto più in grande. Qualcosa del frontale secondo me è finito sul secondo Ducato.
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Tra l'altro per loro credo si trattasse di un concetto da riproporre. Già ai tempi della fase di ricerca (vaga, cioè all'inizio, quando si immagina di tutto e di più prima di tornare coi piedi per terra ) IDEA per la Tempra c'erano dei bozzetti di supposte del genere per l'erede della Regata. In generale si tratta comunque del periodo in cui secondo me ciò che si immaginava/studiava era più "avanti" rispetto a ciò che veniva contemporaneamente venduto sul mercato. Sapere cioè che per l'utente medio l'auto moderna nel 1983 era la Prisma oppure la Regata, e nello stesso momento erano già praticamente definiti gli embrioni di Dedra (1984) e Tempra (fotografata con carrozzeria definitiva mancante solo di specchietto e fanali, alla fine del 1986, quindi calcolando i tempi si può immaginare quando fosse stata pensata) è abbastanza sconcertante, soprattutto oggi che a volte si fa fatica a capire se è più nuovo il modello nuovo o quello che viene sostituito (vedi Fiesta, per dire: nulla da dire è carina, ma personalmente non mi sembra più nuova della vecchia). Almeno per me fu abbastanza inaudito aprire quel Quattroruote nel 1986, ben conscio che la media Fiat sul mercato era un'auto "attuale" e vedere che alla Mandria girava questa...
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Il fuoristrada pare avere una lieve parentela, all'anteriore, con la Magnaghina. Questa parrebbe una versione ancora più estrema. Magnaghina e Magnagona avete presente, no? La piccola ultimamente era in mostra al Museo, non so se ci sia ancora.
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Due foto, purtroppo di pessima qualità - stasera è la serata "foto pietose" - della Marea stescion con i fari cassati. Già che siamo qui.... la "Marea" di Giugiaro e le due "Marea" di IDEA, che a quanto pare voleva mantenere una certa aria di Tempra al posteriore. Molto "tedesca" secondo me la Giugiara. Proposte IDEA, sempre secondo me, inguardabili. Per chiudere, "sederi" alternativi del Centro Stile Fiat. Uno molto simile al primo fu "annusato" da Quattroruote... i loro bozzetti di anteprima ci prendevano alla grande su frontale e fianco ma mostravano una soluzione del genere per la fanaleria posteriore. Ci sarebbero poi immagini delle maquettes SW con i fari cassati, appartenenti alla fase di ricerca perchè la Marea non è ancora definita al 100%, ma lasciano il tempo che trovano: sapendo che i fari sono arrivati fino alla fase prototipale, riguardo a questo dettaglio non mostrano nulla che non si conosca già. La cosa curiosa è che alcune di queste immagini mostrano una Marea SW immaginata più come "C wagon" che "D wagon" (se vogliamo "alla Astra SW" più che "Vectra SW" per citare un'altra famiglia in cui c'erano due station). Lo sbalzo posteriore pare leggermente più corto. Ne metto una, dai...
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Queste immagini mi hanno fatto ricordare di avere la fotina di un bozzetto di questa versione... che è talmente fotina da meritare più il nome francobollo... sorry non è da cliccare per ingrandire è proprio 'na schifezza così... comunque è lei.
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Ah conoscevi gente che stampava fanali. Ma come... negli anni 90 quando ci si trovava ricordi, io con la Kadett verde mela e tu con l'Ascona fucsia col volante di pelo, eri famoso soprattutto per conoscere quelli che stampavano dollari. Dei fanali non sapevo. (Si, sono tornato... ?)
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Sull'allegato di Quattroruote dedicato alla nascita di Marea c'era qualche foto dei preserie con quei fari. Sinceramente non capisco il problema delle dimensioni... quelli della Punto che era già in produzione a me sembrano anche più grandi. Su un qualche testo (forse la design story, stasera guardo) avevo letto che erano stati cambiati perché alla fine i primi non rispettavano le richieste del capitolato Fiat in tema di luminosità...
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Il titolo "in fondo piace poco" era dovuto al fatto che al primo impatto molti italiani l'avevano trovata bella davanti (perché abbastanza normale) ma erano perplessi riguardo il posteriore. Quattroruote girava per le piazzole con le foto uscite mesi prima, pubblicate la prima volta durante l'estate sul numero con l'Audi 90 in copertina e l'occhiello "Fiat Tipo 2: tolto l'ultimo velo". Altro bel numero di Quattroruote. C'erano anche i sette supertest per una povera Ibiza 1.2 massacrata pure sullo sterrato ?. In linea generale per me I Quattroruote più belli sono dal 1982-83 fino a fine anni 80. Forse per le auto che c'erano sopra. ?
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Riguardo il bozzettino della Uno-prima-di-essere-la-Uno, come alcuni avranno notato non è esattamente quella delle foto postate da INDAV ma siamo lì, nel senso che pure la Uno come la Tipo ha avuto una gestazione abbastanza complessa, prima di diventare l'auto lanciata sul mercato basata su bla bla bla Rossignolo era una Lancia e via dicendo. Il progetto attraversò diverse fasi, una delle quali mostrata dalle foto di INDAV. Andando invece nello specifico, il bozzettino bianco-nero mostrato in precedenza si riferisce a questa proposta, che fu "mulettata" ed ampiamente spaparazzata. Nella prima immagine ovviamente fotoritoccata con le capacità dell'epoca :D, nella seconda "al naturale". Curiosamente di questa proposta non esistono maquettes nella design story. Ci sono quelle postate da INDAV (tempi in cui il progetto si chiamava 144) ed altre precedenti (progetto 143). Di questa non si sa nulla. Però fu costruita.
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Esatto.
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Maa basta con 'sta 156 che noia. Io son più vecchio di tutto ciò. E allora questa (spero di non averla già messa anta anni fa). Alfetta prima di diventare Alfetta. Curioso che presenti un solco sulla fiancata che in qualche modo sarà poi caratteristico della Bertonata 90 nonchè di 164 anche se con tutt'altra poesia.
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Ti ringrazio ma più che di altri aneddoti mi riferivo ad un punto di vista strettamente personale. In quella maquette con i doppi fari tondi personalmente ci vedo moltissima 156. Verissimo che certi dettagli stilistici (fari anteriori e posteriori, maniglie porte posteriori standard e lunotto molto avvolgente) non sono "corretti" ma basta sostituirli per avere una vettura molto simile alla 156 che abbiamo conosciuto ed assai differente dalla maquette ufficialmente presentata come Italdesign da me medesimo parecchio tempo fa (scusa Nuca ma la Nubira per me vien molto più fuori da quella che dalla "DA EE 989" dell'altro giorno....), per cui torno al mio personalissimo e opinabilissimo parere di diverso tempo fa e cioè che la 156 A MIO PARERE è venuta fuori da più mani e con un pesante contributo venuto da un'altra regione italiana, ragion per cui, mi scuso se posso sembrare noioso a chi ha un parere diverso dal mio, ma il mio me lo tengo, quando qualcuno dice "è mia" io dico "mah". Per carità, questo vale per ennemila altre vetture al mondo, per cui trattandosi semplicemente del mio punto di vista son il primo a dire che non è il caso... di farne un caso. Tutto il mio plauso a chi ha confezionato, valutato e deciso il pacchetto finale, nonostante non goda affatto delle mie simpatie per un sacco di motivi. Semplicemente quando viene citata come "il meraviglioso frutto della mano di".... io resto delle mie idee.
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A me invece vien da pensare, punto. ????
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E' proprio quello, o meglio una parte. La targa DA EE 989 di solito stava sulle maquettes di Giugiaro Poi spuntò un'altra immagine della suddetta maquette, vista però da dietro e la targa DA EE 989 era scomparsa, sostituita da una in stile immatricolazione dei tempi, AR 932 CS
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Ho scordato di rispondere ad un altra domanda nel mio post precedente, riguardo il fatto che le foto delle maquette sono sempre in bianco e nero. Bella curiosità. Non saprei dire con certezza se fossero le case a rilasciare le foto in b/n (o se le utilizzassero pure loro in b/n), fatto sta che la stragrande maggioranza delle immagini di modelli, in scala e non, veniva pubblicata in quel modo. Raramente si vedevano foto a colori, mentre i bozzetti ovviamente lo erano. Potrebbe essere anche che la rivista le stampasse così per motivi economici, ma non credo (si parlava sempre di pubblicazioni "premium", patinate e costose e comunque piene di bozzetti a colori, come detto). Le Case stesse elargivano un sacco di materiale in b/n, anche quando non si trattava di materiale meno commerciale e più da addetti ai lavori (come questo tipo di foto). Pensiamo alle cartelle stampa... in archivio ne ho parecchie, sia di Case italiane che straniere. A volte cartelle stampa belle gonfie, con lussuosissime cartelline rigide piene di schede e testi, farcite da decine di foto di esterni/interni/spaccati/dettagli, stampate su carta lucida di notevole spessore (e credo anche costo) con una definizione che levati.... ma niente. Bianco e nero. Ho delle bellissime foto delle cartelle stampa di Thema 8.32 e Limousine, scatti direi d'autore e di altissima qualità di stampa. Sarebbe bello vederle a colori, no? Niente. Bianco e nero. Negli ultimi anni credo sia cambiato qualcosa... non seguo più molto le pubblicazioni perchè le riviste di design (anzi, diciamo LA, senza fare nomi) non pubblicano più niente di ciò che interessa A ME. Soltanto articoli di bla-bla fatti con le stesse parole, interviste a "designer" (senza mancare di rispetto a coloro che partecipano a questo forum e quel mestiere lo fanno... però girano certi personaggi che non so se sia più fuffa quella che disegnano o quella che dicono) che praticamente parlano tutti dello stesso argomento, e cioè della ricerca tramite questo e quello di creare qualcosa di originale... poi guardi la macchina finita e ti vien da dire "state facendo tutti la stessa roba". A corredo, quattro foto in croce del modello definitivo e altrettanti bozzetti assurdi in cui anche la Duster sembra una Viper. Per questi motivi, dicevo, non seguo moltissimo ma mi pare che ultimamente le poche (foto) di modelli di stile siano a colori. Frattanto... un'altra immagine ambigua tanto per mescolare le carte (c'è un dettaglio curioso per chi ha buona memoria fotografica nel mondo degli spetegules di design )
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Per quanto riguarda i cerchi ho appena chiesto lumi all'autore della concept in persona, appena saprò qualcosa faremo luce su questo piccolo dettaglio. Riguardo la 434, per evitare di utilizzare immagini pubblicate dall'autore nel suo recente libro, sto realizzando nei ritagli di tempo un photoshop basato su una delle foto della maquette.
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Fumia uscì da Pininfarina nell'autunno del 1991, se non vado errato. Questa maquette per 156 venne mostrata nell'ambito di un confronto fra le proposte Pininfarina, Italdesign (già mostrata una delle ipotesi di Giugiaro) e Centro Stile Alfa nell'aprile del 1994. Troppo tempo nel mezzo anche solo per pensare che fosse qualcosa di abbozzato da Fumia e da lui lasciato lì andandosene. Che io sappia il suo lavoro su ipotetiche medie Alfa Romeo si ferma alla 434 (che avrebbe dovuto essere la 155 secondo Fumia, se vogliamo) mai nata. Più facile mi vien da pensare che egli sia coinvolto indirettamente. Siamo nella prima metà degli anni '90, da Alfa Romeo chiedono una proposta per la nuova media erede di 155, in Pininfarina sanno che ad Arese stanno per mettere sul mercato i 916 (quelli si di Fumia, del 1986-7) e probabilmente per fare i piacioni vanno a proporre qualcosa che faccia family feeling. Chi fosse l'autore della proposta all'interno dello staff Pininfarina non lo so, ma Fumia se n'era andato da un bel pezzo.
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Guarda, se debbo dire.... osservando tutto ciò che girava nelle stanze dei misteri in quel primavera/estate 2004, tra idee del CS Fiat, proposte Pininfarina in seguito rielaborate dal CS Fiat, mettendoci pure dentro la precedente proposta di Giugiaro ( che aveva messo lì un'altra roba, prima del plumcake... la definirei un plumcake tedesco ) giungo alla conclusione che non avrei saputo da che parte guardare là dentro alla fine ci è andata bene, col plumcake, credimi...
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