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PaoloGTC

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  1. Questo è (molto fatto alla biiiip partendo dalla solita Saab) il tema su cui stavo-sto lavorando. Ovviamente ora è giusto per spiegare quello che intendevo. Proporzioni e forme vanno tutte affinate, comunque il concetto era questo. Probabilmente molto più banale di tante altre "innovation" (sono un tradizionalista)... tuttavia, mi attizzava l'idea di vedere un ritorno a cose del genere un giorno o l'altro. (ohè la mano è quella che è e l'ho fatto ora in sei minuti eh.... lasciate perdere i dettagli )
  2. Beh in realtà, come dicevo, la mia idea non credo si sposerebbe molto con le linee generali di una derivazione 9-5... diciamo che mi stavo immaginando tutta un'altra Thema. Sarà perchè mi piace andare sempre a ripescare... ma per "larga" intendo larga proprio... una evoluzione dello stile delle calandre Lancia anni 80... un ritorno ed evoluzione direi.. perchè la mia idea la sfiora soltanto... come concetto di base, ma per dare un senso al discorso, potrei dire che mi stavo adoperando su uno stile che nasca dal Kayak di Bertone; con una nuova interpretazione, certo... ma per "largo" intendevo quello (largo proprio ). Ora non ho ancora immagini pronte... ma mi stimolava l'idea che la calandra cromata diventasse un po' un incrocio di tratti evidenti ma che andavano a morire, intersecandosi magari coi fari (allungati anche loro) disposti probabilmente su un piano leggermente sfalsato rispetto alle linee della calandra, in modo da creare una divisione ottica nel volume del faro che mi potrebbe servire a due cose; 1) ricreare almeno in parte l'effetto Thema 2a serie, cioè i gruppi ottici a due livelli separati orizzontalmente; 2) il settore più piccolo del gruppo ottico sarebbe adatto alle luci a led che ormai non potrebbero non esserci. Al momento come dicevo non ho immagini da postare. I primi lavori mi hanno mostrato più o meno cosa intendevo, ma le forme e proporzioni sono troppo statiche e poco "2009". Ci devo lavorare.
  3. Non la trovo affatto male (anche se per me potrebbe essere l'occasione per abbandonare, ma è molto imho la cosa, la calandra alta e tornare a temi più allargati... tanto che stavo lavorando anche io a qualcosa in questo senso... però prima che venisse fuori questa idea "by Saab") Sai cosa, TONI? Secondo me bisogna eliminare la grafica del montante A nero fra i vetri... lo trovo troppo Saab. Magari anche solo verniciato in tinta e con una molura cromata che corra sul tetto... imho eh?
  4. Globalmente, a mio parere, Punto. Non sono un fan esaltatissimo della GPunto esteticamente, ma la Abarth mi piace moltissimo. Probabilmente c'è una qualche differenza nelle finiture degli interni, ma anche qui devo dire che la Abarth non mi dispiace affatto, anzi, specie se presa coi sedilozzi giusti. GSI ritengo, nella gamma Corsa, che sia il giusto equilibrio fra prestazioni e telaistica, in quanto mi pare si sia comportata meglio globalmente rispetto alla OPC che ha osato un po' troppo e svela la mano Opel nel fare le compatte sportive... cioè, arriviamo fino ad un certo punto, poi ci sono altri che ci san fare molto meglio. Dai rilevamenti vari mi è parso che non sia riuscita a far valere tutta la sua potenza, e che compatte anche meno cavallate l'abbiano messa in crisi non poco, azzerando il suo plus di motore. A quanto ho sentito e visto, GSI rappresenta il pacchetto migliore nella gamma della piccola Opel, in quanto a sportività. Questo per dire che ritengo Abarth superiore globalmente, su strada. C'è poi un piccolo risparmio in termini assicurativi e di bollo, magari piccolo ma tutto fa brodo. Insomma, io sono Opelista per tradizione di famiglia, e forse lo sarò anche in futuro, ma tra le due prenderei Punto. Forse GSI è una scelta un po' più particolare... almeno per quel che mi riguarda, per il fatto che la Abarth si è molto portati a prenderla in white, e oggi è un po' inflazionata (almeno da me se ne vedono già troppe... e imho negli altri colori perde parecchio; alla fine quindi la prenderei bianca pure io... però appunto ci si trova con una macchina che "ce ne sono in giro tante").
  5. Ora torniamo in Italia, e torniamo su Croma. La campagna di lancio, insomma, ricorderete... “eh, è un altro pianeta!” FIAT CROMA - IL PIANETA MACCHINA (1985) Pubblicita' Fiat Croma (1985) - Dal passato lo spot Fiat Croma (1985) - Spot80-Torinointernational.com Ormai è chiaro come il lancio pubblicitario di una nuova auto fosse sempre una questione difficile e delicata. Difficile perchè una campagna di lancio deve rispondere efficacemente e contemporaneamente a diversi requisiti, delicata perchè può incidere sensibilmente, nella fase di introduzione sul mercato, sui primi valori di immagine del nuovo prodotto presso la potenziale clientela. I punti cardine di questo tipo di campagne sono sempre stati tre: -fare notizia (effetto lancio) -comunicare un concetto chiaro e sintetico sul nuovo prodotto -contenere la possibilità di sviluppare la campagna successivamente al lancio (cioè tenersi buona la possibilità di realizzare altri spot seguendo lo stesso filone che potrebbe diventare, in base al successo della prima campagna, quello caratteristico dell'auto in questione). La Croma non solo si proponeva come una vettura ricca di novità nel difficile segmento medio-alto,ma rappresentava anche una scommessa della Fiat, in piena fase di rilancio, in una fascia di mercato dove in precedenza la casa non aveva sempre riscosso il massimo successo. Fu forse sulla spinta di questa considerazione che la campagna di lancio vera e propria fu preceduta da avvisi pubblicitari di grandi dimensioni, sulla stampa quotidiana e periodica (per la serie “state attenti a cosa sta per accadere”). Questo fu un intelligente prologo (Mercedes molti anni dopo usò una tattica simile per il lancio della Classe A, partendo addirittura con un anno di anticipo) che non solo preparò il terreno alla successiva comunicazione vera e propria, ma colse l'occasione per sottolineare il grande momento che stava vivendo la Fiat, iniziato con il lancio della Uno e destinato a proseguire nel rinnovamento complessivo della gamma. Vediamo ora in dettaglio come la Fiat e la Benton and Bowles (famosa agenzia milanese che aveva già firmato ottime pubblicità per Panda, Uno e Ritmo) risolsero il non facile problema del lancio della Croma. Era essenziale, come già detto, trovare un riferimento verbale e visuale che potesse sintetizzare i contenuti innovativi e la diversità del nuovo modello, e che nello stesso tempo rispondesse pienamente alle esigenze di impatto e spettacolarità richieste da uno spot di lancio. I creativi della B and B, sotto la responsabilità dell'art director Alessandro Patrini, trovarono la collocazione che rispondeva in maniera compiuta alle esigenze della campagna: “Croma: il pianeta macchina”. Nata, probabilmente, prima come messaggio verbale, trovò poi una adeguata visualizzazione sia in tv che in stampa ed affissione. Mentre però le ultime due tipologie di pubblicità furono risolte in maniera semplice con un efficace adattamento grafico del tema della campagna (in fondo su carta non era poi difficile, se ricordiamo si trattava di una Croma con lo sfondo di un pianeta modernissimo e sconosciuto), la realizzazione televisiva fu sicuramente meno agevole sia nella definizione della sceneggiatura che nella realizzazione; lo si intuiva anche vedendo e rivedendo lo spot. Le citazioni di “incontri ravvicinati” erano abbastanza evidenti. Lo spot fu girato in 15 giorni interamente a Cinecittà, dalla nota casa di produzione Film Master, ed era indubbiamente di buona fattura. D'altronde ci si avvalse di ottimi specialisti come Roger Christian per la regia e scenografia (la parola “Alien” vi dice nulla? ), Peter Bisew per la fotografia e Bill Person per gli effetti speciali, tutti personaggi di elevato spessore nel mondo dello spettacolo (siamo al solito discorso dei grandi specialisti del cinema “prestati” allo spot). Tutto il set fu ricostruito in studio e in verità senza tecniche particolarmente sofisticate; addirittura alcune scene furono risolte con “semplici” acrobazie fotografiche, come ad esempio una delle inquadrature del pianeta in arrivo, che fu realizzata utilizzando 60 fari d'automobile. Un montaggio curato al fotogramma e delle luci ottimamente giocate in cui si muoveva il pianeta-astronave-macchina, insieme a musiche originali, di circostanza ma equilibrate fecero il resto. Tutto perfetto quindi? Beh.... no. Secondo la critica, all'epoca, si avvertiva una non perfetta omogeneità tra l'inizio dove la famiglia (situazione chiamiamola “standard”, terrena) riceveva la telefonata dell'arrivo della nuova Croma, la parte centrale spettacolare e un po' retorica e il “crollo” sul terreno nel finale con lo scambio di battute fra il proprietario e il vicino di casa (chissà perchè vestito per andare chissà dove ) riportavano bruscamente alla normalità l'atmosfera del film. Queste scelte probabilmente furono dettate dal timore di dare un tono ed un'immagine troppo lontana e rarefatta della Croma. Questione di gusti, certo, ma all'epoca erano in molti nella critica a pensare che il film sarebbe stato migliore se fosse terminato sul super finale, senza lo scambio di battute tra i due amici. (anche perchè imho quel vicino di casa era tutto una barzelletta e come mi fece notare tempo fa il buon Abarth03, pareva un po' l'anteprima di quel tizio che, qualche isolato più in là , e qualche tempo dopo, arrivò a casa con la Duna "mmm troppo bella, non è papà... e invece si!" eh si vede che la Croma gli era piaciuta ma la money non ci stava ) GTC (vorrei cogliere l'occasione per una doverosa citazione; i racconti su questi spot sono per me possibili solo grazie all'aiuto "cartaceo" dei numeri ottanteschi della rivista AUTO, che all'epoca ogni mese approfondiva il tema di un nuovo spot automobilistico )
  6. Per onorare la tradizione, se ciò capitasse, riterrei opportuno che si conservi il giro porta. Vai che ritorna il Tipo4; se un giorno ne faranno poi amarcord parlando di 25 o 30 anni prima, approderò sulle pagine di RuotePaolistiche in grande stile con tutte le mie cartacce. Mi vedo la scena alla Domus, capiservizio preoccupati che osservano la mia discesa dalla GTC, pieno di scartoffie fogli volanti e foto mulettose infilate anche nella cintura o sotto le ascelle, e con uno sfascicolo di fogli pure in bocca... camminata con fogli che svolazzano per tutto il cortile. "Ma chi è quello lì?" "Oh, è GTC, quel tizio di AP che han chiamato a fare un articolo sulle Tipo4". "Ma è un articolo o dobbiamo fare un dossier allegato a puntate settimanali con raccoglitore ad anelli?" "Sono preoccupato". Mettendo da parte questo OT demenziale.... so che è ancora prestino per giudicare del tutto quest'auto, ma devo dire che al momento mi sfagiola non poco. Sembra abbia qualcosa di diverso da dire, e di profondamente Saab.
  7. L'altra sera mi chiedevo anche una cosa, riguardo questa 940 e altre auto che sono in gestazione. Capisco che Alfa come brand rimarrà sempre quello sportiveggiante e probabilmente per questo motivo certe cose non la toccheranno... ma stiamo vedendo la nascita di modelli che appartengono ancora alla generazione di auto che conosciamo, oppure è possibile che gli studi e le ricerche li riguardino anche a livello, che so, di motorizzazioni ibride e via dicendo? Le ibride (che siano la salvezza o meno, lascerei questo discorso a parte) stanno nascendo un po' da tutti... questa 940, come altre auto che il Gruppo ha in gestazione, è possibile che preveda un qualche studio futuristico (da centro ricerche diciamo) anche su queste soluzioni? O per il momento qui siamo ancora legati a "cose terrene", se mi passate il termine? (so bene cosa c'è e cosa non c'è nel riassunto di pag. 1 .... mi chiedevo se possa mai essere che prevedano un possibile arrivo in massa di un certo tipo di auto, e che quindi sui modelli nuovi prevedano un certo tipo di trasformazione).
  8. Io muletto già abbastanza in ditta, grazie. Tutti OM, superlusso mega dotazione. Tra l'altro ricevuto uno nuovo due giorni fa che fa ben in 14 km orari. Quasi premium. Comunque sia.... a me pare che una volta i collaudatori Alfa di strada intesa come strada "vera" ne facessero di più.
  9. Non voglio entrare nel merito delle peripezie della sua vita riguardo accuse vere o finte. Accusato, con torto o ragione, scagionato, con torto o ragione... penso che non sapremo mai come stavano realmente le cose. La mia tristezza, come quella di tutti gli altri, è riferita all'artista che è stato; il mio rammarico è per come si è comportato con sè stesso, imho rovinandosi la vita con le sue stesse mani inseguendo idee tutte sue. Di sicuro entra a far parte della storia dell'uomo, osservandola dal lato dell'intrattenimento, della musica e di tutte queste cose che ci dipingono una vita migliore su questo pianeta. Onestamente erano anni che non lo seguivo più, nelle sue ultime produzioni. Per me era rimasto (che volete farci, io ricado sempre là) il MJ degli anni 80, il quale contribuì a colorarmeli non poco. Rest In Peace, Michael. La tua "mia" preferita resta "Beat It", che oggi ho ascoltato con tristezza, pensando a quei tempi e a quante maniere diverse di vivere la tua vita felice e fortunata (con pieno diritto sul lato artistico) avresti potuto avere. Potrei scrivere semplicemente che mi mancherai.... ma onestamente, come ho scritto, negli ultimi anni ti avevo già perso... ti avevo già messo in quel posto nei miei ricordi, inserito in quella magica decade che mi vide fanciullo. Beh, Michael, lì eri e lì resterai, parte dei ricordi che ho nel cuore, cantando "Beat It". http://www.youtube.com/watch?v=Uqxo1SKB0z8&feature=fvst
  10. E io che qui in valle continuo a non vederla... sono sceso anche a Balocco l'altro giorno ma ho visto solo GPunto e Doblò.... questi camuffi Alfa sono diventati impalpabili nella mia zona. Nostalgia degli anni 80 e dei muli 164 che mi passavano anche sullo zerbino.... Mi sa che la mitica strada della Colma non la battono più; sono sempre in contatto coi vari personaggi dislocati lungo il percorso (negozi, benzinai, officine....) che le han sempre viste negli anni e anni.... continuano a dirmi che non vedono più un tubo.
  11. Anche per me le riviste d'auto nei momenti di toilette sono sempre state una presenza costante... riviste d'auto oppure i Topolini Il fatto era che in casa la cosa non piaceva affatto... perchè sappiamo tutti che il tempo per stare in bagno a fare le proprie cose, il tempo effettivo intendo, non è che sia così prolungato, no? Però poi uno si mette a leggere, leggere, leggere... e alla fine da dietro la porta arrivavano frasi tipo "senti, ti porto la cena lì????" oppure "ti ricordi che in questa casa c'è una famiglia? Beh anche questa famiglia ogni tanto ha bisogno il bagno!!!" oppure "ci sei ancora o sei passato giù insieme a tutto il resto?" Ormai con la vita frenetica che faccio però questo momento paradisiaco si è perso... devo dedicare alla toilette lo stretto necessario; ultimamente al massimo a farmi compagnia c'è Cruisin'.... oppure American Wheels (che per tornare in tema di riviste, ora è diventato American Drive... a leggere gli editoriali pare che Varetto continui a litigare con qualcuno per non so quale motivo burocratico; Cruisin' era lui, poi se ne è andato e mentre Cruisin' è stato preso in mano da altri, lui ha creato l'American Wheels, che ora è cambiato in American Drive insieme ad un editoriale lamentoso apparso sul primo "nuovo" numero... insomma questi che si occupano dell'auto amerrecana pare che continuino a litigare ).
  12. Come sapete rivista ne ho qualcuna. Continuo a comprare 4R e Auto, diciamo "fissi", sia per tenere d'occhio (anche in senso negativo, voglio dire; li leggo con un certo distacco e mi tengo informato su come si comportano/dove vanno a parare/ecc. ecc.) sia per motivi di collezione. Avendoli tutti, sei un po' obbligato ad andare avanti se vuoi fare la serie... Concordo con tutti nel dire che la stampa del settore ormai è andata, sia perchè bruciata dal web, sia perchè anni e anni fa c'era un'altra maniera di parlar di macchine; con "parlare" includo anche la passione che si metteva nel realizzare prove e servizi. Poi, c'erano quelle belle e meno belle, c'era chi faceva lo scoop e chi prendeva la cantonata (ne abbiamo parlato varie volte con vari esempi)... però il mondo dell'auto era diverso rispetto ad oggi, e così il suo settore giornalistico. Discorso che merita di essere approfondito, sicuramente. Sarà bello parlarne. Ora però ce sta la cena P.s Attenzione ad una cosa riguardo gli spazi di frenata di 4R. Da mesi sono aumentati per tutte le auto, ma se non vado errato, è cambiata la tipologia di rilevamento. Ora non ricordo bene come, ma spiegarono nelle prime prove con questo nuovo sistema, in cosa avevano cambiato e perchè secondo loro (ripeto secondo loro, non è che li stia difendendo) erano risultati più alti si, ma effettivamente più realistici.
  13. :D:D questo me lo ricordavo!! Però non sapevo dove fosse stata la citazione e non sapevo quindi cercarlo, grazie! Aggiungo, pensandoci ora, che il claim della R18, che abbiamo visto in versione straniera, qui in Italia fu "Il diesel si scatena" (cosa dovrebbero fare i diesel di oggi allora... in proporzione, altro che catene servirebbero! )
  14. Proverò a cercare anche io... hai provato inserendo nei tag i sinomimi stranieri di pubblicità, cioè non solo "spot" ma anche "commercial" o "anuncio"? Spesso i filmati che non trovavo (tipo quelli di R9 e 11 di stasera) li ho trovati cercandoli con "anuncio" perchè moltissimi spot vecchi sono stati postati da paesi spagnoli o sudamericani...
  15. Concordo con ciò che scrivi. In effetti la coda dei muli "in black" dove era facile visualizzare solo le parti fisse di questi fari, presa così sarebbe risultata un po' vuota e desolata. Indubbiamente ci poteva essere la soluzione di mezzo, e cioè, come scrivi, lavorarci meglio su questi fari. Imho una nervatura sulla lamiera del portellone che unisse il bordo inferiore di questi due prolungamenti, accoppiandoli (e magari fungere da base per il nascere del double chevron, con delle alette magari un po' allungate sulla nervatura, seguendo l'idea di quanto stanno facendo sulle calandre) poteva già dare un risultato migliore, unendo i due gruppi ottici e facendo correre l'occhio da uno all'altro (come raccontava di aver scelto di fare il Giugi con la scanalatura che univa, sul portellone, gli spigoli interni dei fari della Uno prima serie). Di certo il paragone con la soluzione della Hypnosis è disarmante , per me vale un po' il paragone con "frontale 8C-frontale MiTo". Fai una cosa meravigliosa nel momento in cui hai tutto ciò che può desiderare un designer come dimensioni e proporzioni... poi riporti sulla piccoletta, e ti viene... un po' così.
  16. Grazie Navarre! Mamma che ricordi? Abbiamo appena cominciato perchè.... Ehi, c'è da leggere! RENAULT 9 E 11 TYP 2 (BISARCA) http://www.youtube.com/watch?v=CGet8J5QEGs&feature=PlayList&p=B75EEE589FFF1E0D&playnext=1&playnext_from=PL&index=17 (purtroppo non è la versione italiana... non si trova) (inoltre ecco qualche immagine presa dai fotogrammi) Abbiamo ormai definito come Renault fosse indubbiamente una fra le Case automobilistiche che potevano vantare una lunga tradizione di buona pubblicità. Ai tempi di questi spot, infatti, erano già circa 10 anni che la Casa francese ci aveva abituato ad una comunicazione efficace, piacevole, a volte ambiziosa, altre volte ancora semplicemente simpatica ma comunque sempre di livello professionale sopra la media. E chi si occupa di pubblicità sa quanto sia sempre stato difficile mantenere per lungo tempo (e quindi svariate campagne) una buona qualità. Fin dai tempi del lancio della prima R5 (“cittadina del mondo”), alle successive del paragone fra “grande e piccolo” (che venne soprannominata campagna Gulliver) alla maliziosa “R5 è una strega”, passando per la campagna di lancio della R9 firmata da Antonioni, che se non vado errato dovrebbe essere questo, ma correggetemi se sbaglio... e della R18 Diesel nell'arena firmata da Sergio Leone... (forse lo spot che mi è rimasto più impresso dall'infanzia.... mi stregava e lo adoravo... stavo davanti alla tele aspettando che lo mandassero ) ... fino alle successive della R25 in ambiente preistorico, le buone idee e le altrettanto buone realizzazioni non mancarono mai. Certo qualche smagliatura ci fu, come c'è in tutte le cose, soprattutto nella seconda metà degli anni 80 (e questo fu forse una delle cause del cambio di Agenzia, almeno qui in Italia) ma il livello medio fu sempre molto alto, con diverse ed ottime soluzioni creative, come questo spot di R9 ed 11 Typ 2 (il restyling insomma ) di cui andiamo a parlare. Il film fu pensato in Francia dall'agenzia Publicis ma, come era già successo anche per molte altre campagne, con il contributo dei creativi dei vari paesi europei, secondo un sistema di lavoro di equipe adottato dalla Renault per considerare, già durante la fase di progettazione, le esigenze internazionali. Di chiunque fosse stata, comunque, l'idea di base del film era brillante, semplice e forte al tempo stesso: l'abbinamento ideale nel mondo della pubblicità. Il film era chiaramente ispirato ad una certa filmologia Usa (Duel, Convoy, ecc.) che aveva creato ed affermato anche in Europa una immagine aggressiva ed affascinante attorno ai grossi “truck” luccicanti che percorrevano le interminabili strade delle zone desertiche americane. La location del film non poteva quindi che essere negli Usa e, precisamente, nello stato dello Utah. In quel tipico paesaggio da film americano una troupe di 33 persone, dopo una accurata preparazione, girò, in 10 giorni, alcune centinaia di metri di pellicola da cui vennero tratti i 45 secondi dello spot. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si fece ricorso a tecniche particolari oppure a sofisticati trucchi cinematografici, ma semplicemente ad una grande esperienza e professionalità. Tutte le scene erano reali, soltanto la velocità venne leggermente aumentata (di circa 15 km orari, facendo le proporzioni) rispetto a quella delle riprese. Ovviamente per raggiungere una tale perfezione le scene furono ripetute un'infinità di volte, sotto la rigorosa regia di Jean Becker; un regista americano con grande esperienza e talento per questo tipo di riprese in movimento e di taglio molto preciso. Americani anche i bravissimi stuntmen, che dovettero effettuare la non facile manovra di discesa dalla bisarca in corsa con repentina inversione di marcia. Osservando questo spot si intuiva la presenza di numerose macchine da presa, ed infatti erano parecchie: sul tetto del camion, sulle ruote, sulle fiancate. Per le numerose riprese in movimento fu inoltre utilizzato il classico camera-car e anche un elicottero; particolarmente impegnativa fu la realizzazione della sequenza della frenata (insomma quella un pochino esagerata dove le due medie Renault facevano arrestare il camion lasciando che si appoggiasse ai loro deretani ); sincronizzare il tutto, posizione delle auto, frenata delle auto e quella del camion (che OVVIAMENTE frenava già per conto suo, altrimenti bonanotte al secchio ) non fu certo facile e furono necessarie parecchie ripetizioni. I due camion (bisarca e cisterna del finale) erano veri e propri “truck” della migliore specie, reperiti sul posto: cofani motore possenti, cromature abbondanti, tubi di scarico verticali luccicanti. Eccellente fu poi il montaggio finale, a detta dei critici; una magistrale ricerca dei fotogrammi migliori ed una altrettanto magistrale sequenza, serrata ed espressiva. Insomma uno di quegli spot da ricordare, ammirevole anche per come seppe risolvere, con forza e carattere, una comunicazione (il rinnovo parziale dei modelli 9 e 11) in partenza banale e difficile da trattare in modo creativo. Il costo? Una volta tanto venne fuori una cifra precisa: secondo quanto riportò una rivista francese, lo spot costò alla Renault 3 milioni e mezzo di franchi (che all'epoca corrispondevano a circa 750 milioni delle nostre amate, perdute lirette) e, a dirla tutta, non apparteneva nemmeno alla categoria dei più costosi. In chiusura, ne approfitto per aggiungere il link video del (finalmente recuperato, anche se di pessima qualità e in lingua straniera che presenta le 9 e 11 serie speciale con un altro nome anziché Spring) film riguardante l'aereo in atterraggio, di cui parlammo qualche sera fa (il mio precedente post ) http://www.youtube.com/watch?v=SR1HwxUl-k0 That's all for tonight! GTC
  17. Mi associo per quanto riguarda il discorso dei fari posteriori; giusto l'altra sera stavo osservando gli ultimi spies del muletto nero che li aveva coperti di nastro sul portellone e dicevo "no dai, speriamo che non ci siano davvero sotto quei fari a fare quella L fatta proprio apposta per far qualcosa" (mi ricordano come riuscita, l'insensato, inutile, orribile pastrocchio fatto sul restyling di Punto 188, due pezzi di plastica rossa che rovinarono tutto)... e invece sì. Il resto.. mah, non mi fa nè caldo nè freddo. La perla era la C3 precedente, qui sembra il classico discorso che "il secondo film non è quasi mai bello come il primo".
  18. No, io non potrei essere James May, lui porta l'aereo (almeno mi sembra di ricordare che in una puntata c'era la sfida tra JC in macchina e lui in aereo privato) e io non sono capace.
  19. No io non ritengo che sia meritevole di chissà che attenzione; penso semplicemente che sia tanto come tanti altri discorsi che si fanno così per far quattro chiacchere, e di cui anche questo forum è pieno come tutti gli altri; non merita tanta attenzione e neppure merita che se ne debba discutere con toni che diventano polemici... parer mio eh? Tu ritieni che gli stiamo dando troppa attenzione... beh scusa lo stesso hai fatto tu sottolineando ripetutamente la pochezza del discorso...beh se pochezza è, che pochezza sia da ogni lato no?
  20. Scusami Tommi, io di solito vado molto d'accordo coi tuoi pensieri e su come li esprimi, ma questa polemica non la capisco proprio. Se qualcuno ti rispondesse "a spanne", sarebbe autorizzato a scriverti allora, seguendo il tuo ragionamento, che la prossima volta che vuole consigli su cosa guardare in TV o su cosa parlare in un forum, dovrebbe chiedere a te... Credo che questo topic fosse un pour parler come ne facciamo tanti altri, non lo vedo un disonore nei confronti della mentalità di chi frequenta AP... ne facciamo di discorsi così tanto per.... non mi sembra possa rappresentare la vignetta di quel che è AP...
  21. Beh però se dice che non avverte più il sibilo della pompa del cambio all'apertura della portiera, potrebbe essere che vi sia lì, qualcosa che non va, e che sia un passaggio determinante per arrivare all'accensione. Magari l'elettronica rileva che qualcosa non è partito, e nega l'accensione.... certo che però è pure strano che la diagnosi con il tester non dica nulla....
  22. Secondo me sono passate diverse persone sotto quel casco, dai... in alcuni filmati o fotografie che lo ritraevano in compagnia di altre persone cui fare confronto, una volta era alto un tot, un'altra volta basso un tot... imho STIG non è mai stato una persona sola.
  23. Ciao fdm91ap (che nome facile da ricordare ) e benvenuto su AP! Ti riferisci a cerchi after market? Cioè vorresti montare altri tipi di cerchi e ti servono le misure, oppure stai cercando i suoi originali? L'auto ora i cerchi li ha? Sono questi per caso? Sarebbero della prima serie. http://i14.ebayimg.com/07/i/001/49/f3/2cfa_1.JPG Però leggendo "immatr. 1990" in firma penso che si tratti della seconda serie; monta questi la tua? http://www.motorimania.it/manifestazioni/auto_storiche/Renault_5_gt_turbo/images/renault_5_gt_turbo_21.jpg Qui c'è un esempio di pagina ove se vai scorrendo alla voce chassis, trovi le misure dei cerchi da 13", che sono poi in effetti quelle che hai scritto tu. 1987 Renault 5 GT Turbo - fiche techniques, données techniques, caractéristiques techniques - Carfolio.com car specifications pages Se dovessi avere bisogno delucidazioni più precise, sono a tua disposizione; un caro amico ha una concessionaria Renault nel pavese e di queste auto sa vita morte e miracoli. (tra l'altro ha finito di rimetterne in sesto una questa primavera). Fammi sapere, e benvenuto ancora!
  24. Viste correre meno di un'ora fa in pista a Balocco. O meglio penso fossero loro... perchè dall'unico punto della strada che costeggia la pista in cui si vede almeno che passa un'auto dai finestrini in su, nascosta dietro dei new jersey, si vedevano sfrecciare GPunto bianche (ma appunto come dico non si vedeva un ciufolo d'altro). C'era anche insieme a loro ogni tanto la sagomona nera quadrata incerottata, credo fosse il Doblò. Nel parco auto all'entrata, perfettamente visibile da fuori, ovviamente, non c'era niente, a parte una gran dovizia di auto straniere di ogni genere, dalla Toyota IQ alla penultima Lancer. Unica auto non targata in quel marasma era la solita Punto B tre porte, senza coppe, color paglierino, che ha sempre l'aria del mezzo che tutti si spupazzano ma nessuno degna di attenzione (niente Milano, nè dentro nè fuori, nemmeno l'odore si sentiva).
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