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PaoloGTC

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  1. Eeeh..... Mmmm... Comunque il fatto che il Uolter non abbia disegnato i fari (chissà perchè) non aiuta a capire quale possa essere delle altre proposte questa misteriosa 166 che è stata uccisa nella culla. Ci sono almeno altre due proposte oltre a quella postata da INDAV, che corrispondono alla descrizione di vettura molto grande e di grande plasticità, ma che sono assai diverse per quel che riguarda i "baffi" (una non li ha proprio). Riguardo il frontale di 166 come l'abbiamo conosciuto, v'è da dire che la prima primissima primosa idea di sostituta della 164 era PESANTEMENTE 164 (addirittura il cosiddetto "solco" del Fumia in fiancata era praticamente lo stesso); una 164 allungata ed allargata, un po' irrobustita a livello di montanti e cornici delle portiere, con il posteriore che vedeva sparire la fanaleria in un unico pezzo, sostituita da due fari più corposi e regolari, ed un frontale che... era al 95 per cento quello che la 166 ha avuto al lancio. Roba che quindi girava al centro stile, proposta "B" o meno, e di cui un designer si deve prendere le responsabilità. Avranno anche scelto una soluzione meno bella per aiutare la K, ma tale soluzione qualcuno se l'era immaginata e allora mi pare un po' buffo oggi lamentarsi perchè poi qualcuno l'ha scelta. Se era tanto pessima, non avrebbe nemmeno dovuto arrivare alla fase di maquette completa di tutto, ma finire subito nel cestino della carta straccia. Queste lamentele per me fanno un po' il paio con quelle riguardo la 146, definita anni fa un obbrobio di progetto morto prima di nascere. E chi l'ha fatta? Mia nonna? Poi.... ognuno prenda questo post nella maniera che preferisce, del resto chi mi conosce un po' sa che la mia stima per un certo personaggio è prossima allo zero.
  2. La 164 rossa di Alisi è ovviamente una sua ipotesi dei tempi in cui si sapeva che sarebbe arrivato un restyling, e cioè la Super. Non proviene da Quattroruote, però: a quei tempi Giorgio Alisi aveva interrotto la collaborazione con Domus ed era entrato a far parte della squadra di AM "prima serie", quello bello, ben fatto e di lusso, occupandosi ovviamente degli sketch per le pagine di anteprima e degli spaccati per le prove su strada, alcuni dei quali veri e propri quadri che starebbero bene appesi in salotto.
  3. Secondo le memorie di Domenico Chirico, i progetti 433 e 434 (due vetture in sinergia fra di loro, tanto per cambiare, la prima destinata a coprire il ruolo di "33 in crescita" e la seconda quello di "75 in crescita" - insomma qualcosa in più di 75 e 90, ma sotto la 164, che avrebbe sostituito 90 ma puntando verso la parte alta del segmento) appartengono al periodo in cui la presenza Fiat era ancora concentrata su 164. Il periodo era più o meno quello in cui 90 e 75 erano quasi pronte per affrontare il mercato, e la dirigenza Alfa aveva chiesto di stendere un piano di sviluppo che andasse ad abbracciare l'inizio degli anni '90. L'evoluzione della gamma media dal dopo-lancio 164, con la sostituzione di 33 e 75, in poche parole. Cose che poi sono ovviamente accadute in epoca Fiat con 155 e poi 145-6. Chirico nel suo volume mostra un paio di schemi, con alcune quote, disposizione meccanica e passeggeri, e solo un lieve cenno di profilo frontale. Si parla comunque di vetture a trazione anteriore e 4x4, adatte a montare le evoluzioni del boxer fino a 2 litri. Si parla anche di un'evoluzione a 6 cilindri dello stesso. Incrociando i dati (come fanno Di Nozzo, McGee e Gibbs ) con quelli pubblicati da Fumia nel suo volume (che è una miniera di segreti, soprattutto per chi ama i retroscena del design italiano dell'epoca, suo e non solo), la mia ipotesi è che la 434 da lui mostrata sia il suo tentativo di dare un volto alla più grande di queste due vetture. In effetti 434 è un codice strano e a dir la verità, leggendo il libro di Fumia, è stata la prima volta in cui mi è apparso, al di fuori delle memorie di Chirico. Probabilmente (ripeto, ipotesi mia) Alfa chiese a Pininfarina una consulenza per la media, dopo aver accettato la 164. In altra sede, parecchio tempo fa, s'era parlato del nomignolo Alberto affibbiato alla 164, ALfa BERlina TOrino. Bene, venne fuori che negli archivi Pininfarina a fianco della documentazione di "Alberto" esisteva anche quella di "Albertina". Probabilmente la 434 di Fumia è "Albertina". Poi.... subito dopo questo breve cenno riguardo 433 e 434, Chirico passava ai giorni in cui si iniziò a parlare con insistenza di Ford e di conseguenza di una fanta-gamma di vetture da realizzare così e cosà, prendendo delle Alfa e mettendole di là, e viceversa basando su certe Ford il futuro di alcuni segmenti Alfa di qua. Poi... Fiat. Grossomodo, i tempi sono gli stessi citati da Fumia quando dice che 434 è rimasta un modello di polistirolo. Le vere ragioni credo resteranno sempre un segreto, ma io ipotizzo che, al di là di un possibile apprezzamento per lo stile ideato da Fumia, ad uccidere 434 con l'avvento di Fiat sia stata la decisione di realizzare la 3v Alfa sfruttando il più possibile la Tempra (che era già pronta) senza lasciare più tutta quella libertà che Alfa aveva avuto con 164, per la quale il pianale era stato imposto ma per il resto aveva potuto fare "quasi quello che voleva". 434, dice Fumia, era stata studiata per adagiarsi sul Tipo3, per cui ritengo che le sue quote principali fossero quelle, ma non aveva un sol pezzo in comune con le altre medie che sarebbero nate dal progettone. p.s. ho saltato un passaggio Chirico non cita i pianali Tipo 2-3 per queste vetture, ne parla solo dal punto di vista motoristico e di posizionamento sul mercato. Fumia invece presenta la 434 come derivato del progetto Tipo. Quindi, si può anche ipotizzare che a prescindere dell'entrata di Alfa in Fiat, già verso la metà degli anni '80 ad Arese fosse plausibile pensare ad una nuova operazione in stile "Tipo4"... perchè i tempi in cui Fumia realizza la vettura teoricamente vedono Alfa e Fiat coinvolte UNICAMENTE per il Tipo4...
  4. 434 era il codice di progetto di quella che avrebbe potuto essere la sorellina della 164, su base Tipo3. A cavallo tra la fine del 1984 e l'inizio del 1985 Fumia realizzò i figurini da cui venne poi ricavato un modello in polistirolo in scala 1:1. Per citare Fumia "se ne deduce che sarebbe stata la 155 della Pininfarina". Tale modello però non andò oltre la fase del polistirolo, pur avendo vinto un confronto interno con un'altra proposta. Pochi mesi dopo Alfa passò a Fiat e s'era già deciso che per la media ci avrebbe pensato I.De.A. 434 è rimasta segreta fino al momento in cui Fumia ha pubblicato il suo libro. Non so se qualcuno l'abbia già catturata in digitale e sparata in ogni dove io me ne guardo per rispetto del copyright di un volume attualmente in vendita e di un autore che è anche un buon amico.
  5. L'anno del disegno... come ricordava Chirico nel suo volume, anche nell'anno del disegno quel posteriore era quello che era... infatti egli ricordava che quando ebbero modo di vedere la proposta, gli occhi dei presenti non guardarono il cielo solo perchè in mezzo c'era il soffitto. Tempra e Dedra a grandi linee hanno mostrato che il Tipo 2 poteva diventare Tipo 3 in almeno due modi differenti. 155 copiava di più la prima, cambiando la pelle e gli "accessori" senza creare qualcosa di migliore. Una soluzione più simile a Dedra, mixata con un taglio Alfa della fanaleria (tanto, somigliare ad una o all'altra...) poteva dare un risultato migliore a mio parere. Piglia una Dedra, ingentilisci un po' il taglio netto del piano di coda, mettile quel benedetto solco del Fumia sulle fiancate e quando arriva al posteriore inserisci la settantacinquata della fanaleria... che era poi l'idea mostrata da Alisi su 4R quando il mulo aveva le porte della Dedra. Tanto la Dedra nel 1987 era pronta da 3 anni, si poteva ben pescare da lì. Una 164 riscalata sul Tipo 2 non so se avrebbe portato allo stesso pregevole risultato dell'ammiraglia. Ho un po' paura di un risultato iso Astra GTC-Corsa D 3p... il Fumia non ce l'ha mostrata. Quando ha fatto la 434 poi svelata nel suo libro, ha messo giù tutt'altra roba (che non mi convince mica tanto, a dire il vero). Vero che 164 comunque è un gonfiaggio di 154 come l'aveva immaginata lui... ma quella è rimasta sui bozzetti, dal vero chi lo sa. Se non ricordo male aveva pure il culetto a papera della Giulietta.
  6. Montando lo stesso ... Tipo di porte, per me "faceva" molto Tempra. Una grande curiosità che ho sempre avuto è quella di vederla con le porte (solo la parte superiore, ovviamente) della Dedra, così come erano i primi muli. Non avrebbe dato l'idea di family feeling con 164 che aveva le porte avvolgenti, ma sarebbe stata più allineata a 33 e 75. Comunque, al netto del carry over, sempre pensato che con qualche smussatina al posteriore il risultato sarebbe stato migliore. Certi bozzetti dell'Alisi dei tempi, che forse inconsciamente guidava la sua mano verso qualcosa di più piacevole lasciando un attimo da parte le foto-spia che ormai mostravano chiaramente il risultato, erano più belli della vettura messa in vendita.
  7. Qualcosa c'è... ma fa parte di quelle cose che se le tiri fuori qualcuno comincia a notare "che", e allora si chiede "ma?" e poi si giunge "a" e succede il finimondo.
  8. La 916 quando è nata ES30 era già pronta, praticamente... arrivando sul mercato tanti anni dopo essere stata concepita da Enrico Fumia, ha fatto dire a tanti che essa deriva da qui e da là. Par de ciufoli, diciamo che QUALCUNO ci ha marciato sopra alla grande....
  9. Per 164 (e non sto dicendo che abbiano avuto ragione a non farla, sia chiaro) di non voler rompere le scatole a Thema, chè gliele rompeva già abbastanza come berlina alla fine.
  10. Questa la vendono. Almeno qui non hanno fatto cagate incomprensibili nel design, è un compitino, ma visto che quando escono dal compitino non ce la fanno a centrare il bersaglio e si beccano ortaggi di ogni genere, beh allora meglio il compitino (che fanno in tanti...). Per il gusto personale, il mio voto per gli interni va ad Opel, che le farà tutte uguali ma (ovviamente molto imho) ha trovato uno stile semplice ed elegante, facilmente digeribile (e sta facendo degli abbinamenti di colori che non sono male). Le altre due, beh personalmente l'arzigogolo Peugeot dal vivo mi è parso molto meno interessante che nelle studiate prospettive da brochure, e la Citroen... beh mi si ripropone la cena.
  11. Sapevo di un taglio al peso che passa il quintale su certe versioni, poi magari sbaglio e comunque son quei dati che lasciano il tempo che trovano. Però le performances dichiarate della naftona non sono malaccio per dimensioni e potenza del veicolo. Se le rispetta come ha fatto Astra con il nuovo millessei, potrebbe essere un buon passo avanti. Dal vivo comunque con certi colori un po' ganzi quel muso fa una porchissima figura.
  12. Pensare che quella degli sketch di Giorgio Alisi (la migliore di tutte) è esistita sempre solo nella mente sua, perchè di sua libera interpretazione si trattava, realizzata per dare un volto ai "rumours", e che niente aveva a che vedere con una qualche proposta di Fumia o di altri in Pininfarina. Con quei due bozzetti il "maestro" realizzò la miglior 164 SW che sarebbe mai potuta nascere.
  13. Esatto, Rover 800 e Honda Legend. Il progetto conosciuto con la sigla "XX". Una partnership iniziata nel 1981 con la Triumph Acclaim, e proseguita nel 1984 con la Rover 200, mentre si gettavano le basi per una collaborazione fra le parti più attiva e profonda. Rover doveva sostituire la SD1, Honda voleva allargare la sua gamma di prodotti introducendo una berlina di prestigio. Entrambe inoltre avevano desiderio di mettersi in gioco sul mercato americano. Nel novembre del 1982 quindi Tadeshi Kume (presidente della Honda) e Mark Snowdon (amministratore delegato della Austin Rover) firmarono un accordo che portò alla nascita di Legend e 800. Legend fu presentata al Salone di Tokyo del 1985, la Rover arrivò più tardi. In entrambi i casi, comunque, si poteva parlare di record: solo 3 anni di sviluppo, partendo dal classico foglio bianco. Programma che costò relativamente poco: 130 milioni di sterline, pari a circa 300 miliardi di lire dell'epoca. Elementi comuni fra le due vetture: il pianale, il vano motore, l'alloggiamento del parabrezza ed alcuni lamierati. Fra le curiosità riguardanti la sorella inglese, per Rover fu il primo utilizzo di un nuovo materiale chimico, il Dual Hardness Foam (DHF) prodotto dalla BP, che permise di dare a cuscini e schienali dei sedili due differenti gradi di sofficità (o resistenza alla pressione) a seconda della compressione esercitata sulla schiuma. In curva, o in fase di rollio, cuscino e schienale esercitavano quindi un'azione di contenimento che si aggiungeva a quella dovuta alla loro forma. Riguardo i motori, la gamma di lancio della 800 prevedeva due opzioni, una "giapponese" e l'altra casalinga. Il 2500 V6 infatti era un motore Honda, derivato da quello di F 2, motivo per cui si presentava con l'anomala apertura della V a 90 gradi (nell'ottica di un contenimento dell'altezza). Contrariamente alla tradizione Honda, era un motore a corsa corta (75 mm) di tipo super quadro. Al fine di assicurare regolari intervalli di scoppio pari a quelli generalmente ottenuti con i V6 di 60 gradi, si fece ricorso al sistema di disassare gli spinotti di 30 gradi in modo da avere uno scoppio a intervalli regolari di 120 gradi. Il 4 cilindri siglato M16, invece, era un propulsore inglese, studiato anni prima per la Triumph TR7 e poi rimasto inutilizzato a causa dell'uscita di produzione della poco fortunata spider a cuneo. Lui, invece, oltre ad essere un "learn burn" (miscela magra) era un "corsa lunga". I cambi manuali erano di origine inglese: per il 4 cilindri si trattava di unità molto simili a quelle di Maestro e Montego, mentre quello del V6 era equipaggiato con cuscinetti ed ingranaggi di maggiori dimensioni. Il cambio automatico a 4 rapporti disponibile per la V6 era di produzione Honda, mentre quello riservato alla 820 era uno ZF. (avevo un attimino )
  14. Fra gli aneddoti legati al PARDEVI, da ricordare anche le Primula e A111 nelle vetrine (di Italia, Francia e Belgio) del Double Chevron, a fare da collegamento fra il basso gamma fatto di 2CV, Dyane, Méhari, Ami 8, ed il top rappresentato dalle DS. Accoppiata che non durò molto, perchè nel 1974 la rete Autobianchi fu assorbita da Lancia ed i concessionari Citroen saranno obbligati a lasciar andare una A112 che si vendeva alla grande. L'anno seguente la collaborazione terminerà anche all'estero.
  15. Tu mi conosci e sai che quando immagini, memorie e musica si incontrano mi partono le dita. Oggi è successo. Quella canzone è attuale, ma è "caduta" così bene in quel momento. Era moderna/inadeguata ed allo stesso tempo così piena di energia, buona per rivivere un attimo la forza e la bellezza di quegli anni che abbiamo avuto la fortuna di vedere, di vivere. A volte tutto parte da un freccione arancione e da un odore di plastica, e diventa un mondo intero di ricordi che porti dentro e speri di non dimenticare mai. Chettelodicoaffare. Tu mi conosci.
  16. Se la memoria non mi prende per i fondelli, giusto per arricchire le memorie, i cerchi in lega di BX mi pare invece fossero di tipo lucidato, con disegno pieno e fori rettangolari sulla circonferenza. Quadrato anche il cosiddetto "invito" per i 4 bulloni di fissaggio. L'aveva il papà di un mio compagno di scuola alle elementari, una BX TRS con quei cerchi (molto rari, li ho visti pochissimo ed anche ora gugolando faccio fatica a trovare una foto, mentre invece è pieno di cerchi in lega della Sport, a mio avviso bruttini con quattro aperture quadrate). Parlando invece di avvistamenti, non ho una foto ma condivido un pensiero. Oggi mi sono recato ad un mercatino dell'antiquariato nel Vercellese, principalmente perchè dovevo esporre le mie lamentele ad un venditore che il mese scorso mi ha rifilato una "patacca" (succede anche a me). Mese scorso mi ci sono recato con l'incarico, da parte di un amico, di recuperare degli AutoSprint anni '84-'85, e fortunatamente (si fa per dire...) li ho trovati presso questo venditore, che li vendeva solamente come annata intera, legati con lo spago. Sento l'amico e mi dice che il prezzo va bene, autorizzandomi a prenderle entrambe in blocco, che poi i doppioni si sistemano da qualche parte. Bene, arrivo a casa e li controllo... sorpresa: entrambe le annate, a parte qualche numero in buone condizioni messo sopra apposta, si rivelano essere un mucchio di carta straccia. Foto ritagliate, pagine mancanti, alcuni numeri addirittura impregnati di umidità al punto di essere incollati e non poter essere manco aperti. Eccheccavolo, così non va. Così, oggi ci sono tornato, pronto a presentare il problema con le buone maniere ma anche a far salire la temperatura se è il caso. Il venditore invece si scusa tantissimo, mi dice che non sono il primo a lamentarmi, e che lui stesso ha preso la fregatura. Non ha avuto il tempo di controllarli, quando gli sono stati venduti DA UNA PARROCCHIA (vatti a fidare). Comunque sia, cosa facciamo, cosa non facciamo, mi dice di averne degli altri che però sono rimasti nel baule della macchina, e mi fa accompagnare dal figlio a vedere se c'è qualcosa che possa servire a fare lo scambio. Arriviamo al parcheggio riservato agli espositori, e mi trovo davanti questo CROMONE primissima serie, duemila i.e., grigio. Messo non tanto bene, senza le coppe e con tutti i segni dell'età. Esprimo il mio stupore, spiego il perchè ed il figlio comincia a raccontarmi che sono gli unici proprietari, che la comprarono nuova nel 1986 e con gli anni si è trasformata in veicolo da soma, che ogni tanto ha qualche acciacco ma il suo lavoro lo fa ancora, per cui la tengono, oltretutto non paga più il bollo e bla bla. Nel frattempo arriva uno dei volontari che fanno assistenza ai parcheggi il giorno di mercato (e serve, perchè è un mercato imponente) e dice al tizio che è meglio se la sposta, perchè l'hanno parcheggiata in un modo che ingombra un po'. Così, mentre il baule è aperto ed io sto ravanando nello scatolone degli AutoSprint, lui apre la porta e la accende, e parte la radio. Ora voi penserete che dallo stereo sia uscita una canzone anni '80 che passava di lì per caso, a ricreare l'atmosfera... e invece no. Stava passando la canzone di John Newman che si intitola "Love me again". Roba d'oggi. Roba che non c'entra nulla. Eppure, è stato un momento catartico e anche catalitico (la canzone non la linko, sono ancora incasinato con queste cose, chi vuole se la ascolti o la linki) Oggi faceva caldino, e quella macchina chiusa fino al mio arrivo.... oh a tanti qua dentro non lo devo spiegare. "Sapeva" di Fiat-calda-d'una-volta-sotto-il-sole. Io seduto sulla battuta del portellone a cercare riviste, una musica moderna e quel Cromone ancora lì, che se avesse la voce chissà quante storie avrebbe da raccontare. Mi son fermato a perdermi nei ricordi, con un giornale in mano, fissando quel freccione arancione prima serie su cui avevo appoggiato il braccio. Pensavo a Giugiaro, a Ghidella e a quando avevo 9 anni e mio zio ne portò a casa una nuova di pacca, identica. Il tizio è venuto un attimo a sedersi pure lui sul paraurti, abbiamo fatto ancora quattro chiacchere invasi dallo scarico poco Euro e da quell'odore di interni caldi ancora vivo. Ho preso ciò che mi spettava e lui ha chiuso il baule. Sono rimasto lì a guardare che si allontanava nel parcheggio sterrato cercando un altro posto, dondolando un po' sullo sconnesso. Felice di averti incontrato, Cromone. Buona fortuna. Tieni duro.
  17. Rarità nella rarità, vorrei sottolineare, date le targhe nere di questa Uno che ci parlano di un'epoca in cui il secondo retrovisore esterno non era affatto la norma e si pagava a parte pure sulle vetture da mioni e mioni, che non era affatto cosa frequente vedere una Uno con due specchi.
  18. Le Tipo station sono poche anche qui. Sono comparse molte tre volumi nei primi mesi, molte più di quanto mi aspettassi, ed ora iniziano a girare parecchie 5p, ma station credo di averne viste un paio. Son tipi di medie che ormai nelle gamme di quasi tutti i costruttori hanno la rivale costituita dalla B-C suvvizzata, e la gente le sceglie perchè fa nulla che siano modelli magari leggermente più piccoli e meno sfruttabili come bagagliaio... perchè tanto molti non usavano manco le station per quello in cui teoria erano state progettate. Prova ne sia che le due auto un tempo regine del segmento grazie alle varianti familiari, Astra e Focus, oggi nella classifica delle vendite segmento C si stiano pigliando a sberle ogni mese per poche decine di unità, a metà classifica, mentre le prime tre (appunto Tipo, insieme a Golf e Giulietta) son modelli che o per poco tempo passato dalla nascita della versione (Tipo) o per percezione del prodotto da parte della clientela (Golf, che la station ce l'ha ma non credo faccia i numeri con quella) o per mancanza della versione (chissà quale delle tre :D) i numeri non li fanno di certo con la "giardinetta". Opel in particolare con l'Astra sembra avere mancato di nuovo il bersaglio, in generale. Non ha fatto gran presa a causa della fama che si è tirata dietro e di un design che senza ombra di dubbio non fa innamorare, ed è un peccato perchè ora la macchina c'è. Tuttavia qui in valle il punto Opel mica piange. "Ne vendo di Astra? Mah, un po'. La station? Si, ok, ma certo non è come una volta. Son triste? No. Vendo le Mokka..." Invece di pensare a mettere in commercio in futuro ancora un'altra Astra, e di riempire la gamma di Crossland Grandland Bigland La la Land, io avrei azzerato tutto nel C e fatto un Qasqhai. Magari bello. 2008/3008, Captur e Kadjar son lì per strada a mostrarlo ogni giorno. Basta guardare anche i numeri di Megane, che a dirla tutta pensavo più alti di quanto riporta 4R, da quante ne vedo in giro. I cosi rialzati hanno preso il posto delle sw, c'è poco da fare. Si, le classiche station, se ben fatte dal punto di vista della sfruttabilità, a mio parere come bagagliaio potevano continuare ad offrire di più, ma ripeto, alla fine quanti le sfruttavano al 100%? E allora a parità di prezzo (scendendo anche un pelino di livello, a volte, perchè attualmente una Mokka NON VALE un'Astra sw) vada per il coso rialzato... Vero che il successo di Tipo è lì a dimostrare che lo spazio per una 5p quando onesta, abbastanza ben fatta e piacevole c'è sempre, ma per Astra e Focus il discorso è diverso a mio parere. Son nomi diventati famosi quando la moda era quella delle station, sono auto che nella versione a 5 porte la gente non prende più di tanto in considerazione come anti-Golf. E' crollata la station e loro con lei... un po' come la BBurago quando è andata a ramengo perchè i bambini han smesso di giocare con le macchinine ed il prodotto non era adeguato per inserirsi nella fascia alta del mercato, quella dei collezionisti.
  19. Per la precisione il design della Tipo di anni ne ha 31. Congelata nel 1986, ma solo perchè è stata rifatta uccidendo l'Unone basato sulla Due di Giugiaro, tirandola fuori dalla Tipo Tre che I.De.A aveva già preparato. Altrimenti sarebbe ancora più vecchia (e più brutta). Comunque sia concordo con chi sostiene che sia invecchiata molto bene, soprattutto perchè è rimasta UNICA. Nessuna l'ha mai copiata, ci ha provato un po' l'Almera ad un certo punto. Scrissero ai tempi che la ZX era la Tipo francese, ed alla compatta Fiat si era ispirata. Non dubito, ma secondo me era impossibile confonderle come si può fare oggi ad esempio con una Focus Sw ed una qualche coreana a caso. Come scrissi tempo fa, anche nel caos di una metropoli a 500 metri di distanza, è impossibile scambiare la fiancata di una Tipo per quella di un'altra vettura. Piaccia o non piaccia, sia piaciuta o non sia piaciuta, la Tipo è la Tipo.
  20. Mi son fischiate le orecchie. Parlavate di me? (non ho la foto di Bitta, immaginatevela). Esattamente. Gran bel motore ma che mi ha tenuto abbastanza impegnato negli anni. Di suo andava bene, per carità. Ho avuto problemi ma si trattava di vecchiaia. Abbiamo dovuto revisionare il motorino d'avviamento, e una volta sono rimasto a piedi causa distributore di corrente passato a miglior vita. Ecco, quella fu forse l'operazione più semplice tra quelle effettuate sotto quel cofano. Il problema era che per via del suo posizionamento, tanto voluminoso che era in un vano motore pur grande, qualunque cosa fosse necessario fare essa diventava complicata. Fargli le cinghie non era una passeggiata. Bisognava stare attenti nel tempo al ticchettare delle punterie, che non doveva essere troppo poco ma nemmeno esagerato. La revisione del motorino d'avviamento fu una menata spaziale, data la sua posizione: nascosto sotto la bancata posteriore, coperto da un carter anticalore sotto il collettore di scarico della suddetta bancata (tanto che in Alfa avevano la superchiave a tubo per andare a prendere uno dei tre bulloni attraverso il passaruota destro, cose da cinema). Revisionammo la scatola guida perchè trasudava un pochino, e fu un'altra menata cosmica. Sostituzione della frizione, per forza di cose già si capiva che non era cosa da cinque minuti. Poi lui andava, per carità. Eccome se andava. Voleva la sua benzina, e non era il caso di essere taccagni con l'olio, per quel che riguarda qualità e intervalli tra un cambio e l'altro. Va detto che non ne mangiava un grammo, e fumava zero. Mai fatto uno sbuffo di qualunque genere, olio carburazione grassa niente. Però, girarlo di traverso non è stata certo la miglior cosa. Anche cambiargli le candele posteriori era cosa da tirar giù qualche santo. Io ora non ce l'ho più, l'ho venduta a novembre, forse meccanicamente in condizioni migliori di quando l'ho comprata, con tutte le cure che le ho riservato. Però, tanti lavori fatti, tanti sembrava fossero da fare. Quando la alzavo sul ponte ed osservavo condizioni di manicotti, radiatori, connettori (tanta robaccia, sinceramente...), pensavo che col tempo mi sarei ritrovato a metterci mano ancora, spesso e volentieri. Vai vai. Tanto bella e tanto brava, ma non si può negare. Roba impegnativa. Da prendere soltanto tenendo ben presente che soldi ce ne andranno dentro, senza se e senza ma, e non si tratta solo di soldi. Ci voglion anche i nervi saldi e pazienza, perchè se ci tieni e la curi, ce l'hai sempre in testa. Capitavano i momenti in cui avevi appena finito di sistemare una cosa e notavi segnali di qualcos'altro dietro l'angolo. Son cose che ti snervano alla lunga. Il consiglio che posso dare, oltre a quello di prepararsi a spendere soldini se si vuole avere una roba veramente OK (altro discorso è "la prendo per un tozzo di pane, va fin quando va, se si scassa la incentivo chemmefrega"), è di avere bene presente la voglia, il tempo e la pazienza di cui si dispone. Io me ne sono "liberato" (anche se non suona tanto bene). A volte mi manca, ma quando penso ai periodi in cui volavan dentro soldi a manetta, insieme a tempo e pensieri (anche solo cercare pezzi che non sempre trovi al primo colpo, per non parlare di quelli che non trovi proprio, grazie Fiat)... sto bene così. Una bella esperienza. Bella anche perchè è finita.
  21. Ricordo di aver scritto taaaanto tempo fa, quando ancora non si parlava nemmeno di muli, di avere timore che non fosse possibile fare meglio della prima generazione. Non perchè la prima fosse un'auto inarrivabile, la più bella del mondo e dopo quella niente più. A me è piaciuta moltissimo ma esisteva di meglio. Non fosse possibile PER LORO, perchè la prima fu un altro piccolo "sparo nel buio" (per citare 4R alla presentazione della Calibra), e di solito dopo lo sparo nel buio... o mettono via il fucile oppure hanno dei problemi a fare di nuovo centro. E così è stato imho. Gli si sono intrecciati i diti. Barcone.
  22. Due cose, tanto per mettere i puntini sulle i. La pagina in questione, più che essere una miniera di inediti, ha deciso di pubblicare (spero col permesso dell'autore) scansioni di immagini che prima d'ora s'erano mai viste, perchè sono state divulgate dallo stesso Enrico Fumia nel suo libro "Autoritratto". volume del quale vorrei sottolineare la dovizia di aneddoti sulla carriera di Fumia, sulla genesi dell'ammiraglia Alfa, e su tante altre vicende sconosciute ai più. Questo per passare al punto successivo, e cioè al fatto che quella maquette coi copricerchi "a quadrifoglio" è proprio del 1983. Il 29 settembre 1983 venne presentata ad Ettore Massacesi e subito approvata. Leggendo le memorie di Fumia si va a scoprire la data esatta della nascita di 164 su carta: dicembre 1982. Punto d'arrivo di un cammino iniziato nel 1980, sul quale non mi dilungo perchè preferisco suggerire agli appassionati di investire, se possibile, qualche euro nell'acquisto di quel volume che veramente merita la spesa. Le versioni coupè e cabriolet mostrate su Facebook furono costruite nel 1985. Le targhe sono più "moderne" ma possono essere state applicate in tempi successivi (sono comunque targhe antecedenti rispetto a quelle del periodo di lancio della berlina, e non è detto che non siano state applicate in quel periodo, dato che le due varianti non vennero cassate in cinque minuti a metà anni Ottanta, ci ragionarono sopra...) oppure anche solo "immaginate" pensando al periodo in cui in teoria i due modelli avrebbero potuto arrivare sul mercato. Come qualcuno ha sottolineato, le due varianti presentano un tipo paraurti e fascione che somiglia molto a quello adottato dalla Super. Fumia a metà anni '80 aveva immaginato coupè e cabriolet con degli elementi specifici, che poi sono stati ripresi dal Centro Stile Alfa nel momento in cui si decise di rinnovare la 164 per gli anni '90.
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