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PaoloGTC

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  1. Non so se sarebbe una buona idea portarla qui... credo che la Ford sia già abbastanza impegnata a piazzare le Mondeo. IMHO questa non potrebbe far di più che una Chrysler 300, anzi forse qualcosa meno, perchè la 300 come macchina particolare, qualcuno ha colpito. Di queste non so quante ne venderebbero.
  2. IMHO non c'è una sola parte di questa spider che dica qualcosa di innovativo, e d'altra parte non c'è da aspettarsi diversamente da VW. Sicuramente è gradevolissima. Anche se non fa che confermare la mia impressione che abbiano l'innata ostinazione ad omologare stilemi fra i vari marchi. Ho capito che è aria di famiglia perchè è una famiglia, ma non vedo comunque perchè una VW debba sembrare per forza una Audi. Ma vabbè, è un gioco che sanno fare bene. Molto carina. Sul fatto che possa arrivare a prezzi accessibili, dubito. Semmai accessibili a molti fra quelli che hanno un po' di soldi. Il prezzo accessibile che viene sempre raccontato da chi ti parla di un nuovo progetto tipo questo, è una cosa che resiste fino al giorno in cui tirano fuori il listino ufficiale. Poi vedi cosa bisogna metterci perchè sia come l'avevi sognata, lo sommi al prezzo base, e lasci stare. Dopo due anni ti dicono che faranno un modello come questo ma dal prezzo accessibile. E ricominci.
  3. Non ce li vedo proprio, qui sopra, i nati nella patria del brom brom brom brom (inteso come borbottio vuottesco) Magari con un CD che faccia "brom brom brom brom".
  4. Condivido, davanti non male e anche il fianco ha qualche spunto in più del solito. Sedere sederone. L'idea che mi da un po' in generale è quella che stiano cercando di portare le fisionomie dei loro amati pick-up, destinati all'oblio, sulle berline. Osservando certi giochetti grafici tra fanaleria posteriore e cromature, ci vedo anche una certa nostalgia per i "ghirigori" stilistici delle "superschifo de luxe" anni 70.... Però, tutto sommato, ci puo stare.... anche se ho il presentimento che entro pochissimo tempo accadranno cose che la faranno sembrare un fossile.
  5. Sarà giudizio secco, ma riguardo lo stile, non mi piaceva prima, e nemmeno questa mi piacerà. Particolari tipo fanaleria a parte, (che comunque non ho mai digerito, vedi l'accostamento fari anteriori da insetto stupidino con griglie mascherina rettangolari ari ari) questa specie di igloo con le ruote non mi è mai andata giù
  6. Ci ho pensato pure io. Però non mi pare. Forse uno studio primordiale (a quel punto accantonato, vista la data della foto).. perchè le proporzioni mi sembrano totalmente diverse. Dai disegni prototipali della DeLorean che ho da qualche parte, mi sembra che le sue proporzioni siano state ben definite fin da principio, e di certo diverse da quelle di quel manichino o scocca che sia. A veder così mi ricorda un po' anche la Sprint. Ma di certo non potrebbe esserlo.... magari non era niente di nuovo in fase di concepimento, magari era qualcosa di scartato e messo lì. Domani telefono al Giugi e gli chiedo, eh?
  7. Posso quotare solo in parte. Sicuramente lo faccio per Vectra C e Signum. La prima non è andata al di là di un'onesta carriera come auto aziendale (il suo mercato in Europa è stato sicuramente più florido che da noi), la seconda è stata IMHO un'idea difficile, gestita male, e per parola di alcuni membri dell'organizzazione italiana Opel, un'auto in cui dopo il flop iniziale, neppure la Casa ha creduto più: la sua promozione è stata pari a zero, e molte persone non sanno nemmeno che sia mai esistita una Opel del genere. Trovo che l'idea potesse comunque marciare meglio, se gestita con più attenzione, sicuramente poteva cavarsela meglio rispetto a, che so, VelSatis di Renault. Comunque, è andata così. Non quoto invece per Astra, e specie per la GTC. Assolutamente non perchè sia l'auto che posseggo. Però ritengo che come "personalità" in sè, ne abbia a sufficienza, e più di tante altre concorrenti generaliste. Di certo, non ha il prestigio di una premium, anche se la sua linea è piaciuta più del solito anche in certi ambienti. Il problema della personalità, semmai, in questo caso, sta negli occhi di chi guarda, che ancor prima del veicolo guarda il marchio, e parte dal presupposto che un veicolo con un tale marchio di personalità non ne abbia. Lo dico sempre, se GTC fosse stata una Audi, molte persone che conosco sarebbero ancora ora a decantare che gioiello di design era nato dalla matita con gli Anelli. Questa nuova, ha sicuramente più chances come berlina 5porte (ma aspetto di vedere la nuova 3porte o GTC ancora che sarà) ma secondo me non è questione di più personale o meno personale (se GTC sarà una 3porte di questa nuova e basta, senza varianti, sicuramente IMHO la personalità sarà inferiore) ma di nuovo stile. Con Insignia varano una nuova corrente, più morbida e meno aggressiva, forse più elegante, forse un mix tra qualcosa di personale e qualcosa di più piacevole a tutti. Astra lo seguirà, come vediamo, e questo la rende cosa nuova rispetto ad Astra di adesso. Ma non più personale. A partire dal frontale. Nei giorni passati si è parlato di mascherina piccola... beh, secondo me non è che sia tanto piccola, la trovo normale. Semmai è quella di Insignia che è enorme, e semmai lo sono tante altre... perchè oggi pare che se non hai un buco enorme sul muso non sei nessuno. Insignia, poi, che la fa tutta cromata, diventa anche un po' esagerata, IMHO, ed infatti è la parte che apprezzo di meno. Su Astra la cosa mi sembra più misurata e piacevole, ma anche qui non vedo una crescita della personalità. "Più adatta ai tempi e al nuovo corso", lo trovo più corretto. Ma se le affianchiamo viste un po' da lontano, mi pare ancor più riconoscibile l'Astra attuale (specie il modello 2004, prima che col mini restyling prendesse cromature ovunque che la fanno sembrare una di quelle coreane di qualche anno fa, "tutta cromata per sembrare una macchina bella"), lanciata con i suoi fanaloni taglienti a sfondo nero e linee decise per griglia e paraurti. La 2004 si che faceva sembrare banale il modello 98... era un bel salto in avanti come personalità. Tuttavia, da molti sommariamente è stata giudicata impersonale lo stesso. Forse perchè è una Opel? Stesso discorso per l'interno, la plancia. Che non sia meravigliosa come quella di un'Audi che trasuda fascino anche nel pulsante per i fendinebbia, ok. Ma la nervatura longitudinale che attraversa la plancia arrivando dal cofano e andando fino al portacenere posteriore, insieme a tutti gli altri dettagli, IMHO la plancia dell'Astra la rendono assolutamente inconfondibile. Poi uno può dire che è orribile o non gli piace. Ma è un'altro discorso, non mi sto riferendo ai gusti. Dire brutta o non mi piace è un conto, impersonale no. Secondo me, no. Tuttavia, il giudizio frettoloso è sempre stato "che roba banale". Sarò controcorrente, ma trovo più impersonale, anche se bellissima, la plancia di Insignia. Non dice nulla di nuovo rispetto ad una giapponese di lusso di qualche anno fa. Forse dice qualcosa di nuovo nello specifico, per Opel, perchè dice nuovo a chi la vede finalmente come una bella plancia. Ma innovativa sul serio, non direi... La novità secondo me sta solo nel fatto che ora l'hanno fatta piaciona, specie per gli interni. Gli interni di Insignia secondo me sono furbi e ruffiani. Fatti fino all'ultima virgola esattamente come dovrebbero essere fatti per far dire "che bella".
  8. Ecco che, passate le vacanze, ricomincio a "lavorare". Partiamo subito, senza troppi convenevoli. Testo e foto, come sempre, da quella preziosa riserva che rappresenta oggi Gente Motori. - Agosto 1976, Sardegna. In una delle tante villette che si confondono con le rocce scavate dal vento della Costa Smeralda, un uomo sta lavorando ad un progetto segretissimo, del quale sono al corrente non più di quattro persone. Il progetto si chiama “Zero”, proprio come i terribili aerei da caccia giapponesi. Ma invece che alla vittoria dell'Impero del Sol Levante, dovrà portare alla riscossa del Gruppo Fiat, proprio in quel segmento di mercato che ha fatto la fortuna della casa torinese, cioè quello delle piccole e grandi utilitarie, dalla 126 alla popolarissima 127. L'uomo che invece di prendere la tintarella passa le sue vacanze chino sui fogli da disegno si chiama Giorgetto Giugiaro, lo stesso che ha firmato la carrozzeria della Golf. Il progetto Zero è quello che poi si è concretizzato nella Fiat Panda. Senza dubbio la più grossa novità automobilistica dell'anno, la vettura ideale per inserirsi tra la piccola 126 e la tradizionale 127. “Chissà”, ci dice Giugiaro, reduce da un viaggio in Giappone dove è stata presentata la nuova Nikon automatica da lui disegnata, “forse quell'aspetto così sbarazzino della Panda è dovuto al fatto che l'ho disegnata mentre ero in vacanza. E' stata la prima vettura a cui ho lavorato rinunciando alle mie ore di sole e di mare.” La Panda è anche la prima vettura che la Fiat commissiona a uno stilista esterno. Quando il progetto fu deciso non c'era molto tempo a disposizione; occorreva presentarsi alle soglie degli anni 80 con l'utilitaria giusta, per non “regalare” una notevole fetta di mercato alla concorrenza. Bisognava fare in fretta. “E il compito di trovare l'idea giusta lo diedero a me”, prosegue Giugiaro con una punta d'orgoglio, “proprio qualche giorno prima che partissi per le vacanze. Il tema, pieno di fascino, era espresso nella formula: lo stile in funzione dell'uso. Un traguardo importante e ambizioso: ottenere un'eccezionale abitabilità in un'utilitaria con peso e costo compresi fra la 126 e la 127. Ed inoltre, con elevate garanzie di solidità, con una scocca strutturata in modo da poter essere prodotta in grandissima serie secondo avanzati procedimenti per la massima economia di produzione. Da parte mia posi un unico vincolo: che il motore dovesse essere anteriore; non è infatti possibile ottenere tanto spazio nell'abitacolo e un bagagliaio di discreta capienza in una vettura con motore posteriore. Accettarono subito. Partii per la Sardegna con la carta Canson da disegno infilata sotto il braccio e una montagna di entusiasmo dentro di me. Avevo avuto il compito più impegnativo e prestigioso che potesse essere dato ad uno stilista: disegnare un'utilitaria per la Fiat, che in questo settore è maestra nel mondo.” E così Giugiaro, spesso alle prese con vetture imponenti e lussuose dalle forme attraenti e originali (ultima in ordine di tempo la Lancia Delta) si trovò a lavorare su un veicolo da cui si pretendeva tutt'altro: funzionalità, spazio, praticità di impiego, mai prima di allora erano stati così condizionati. E così Giugiaro, spesso alle prese con vetture imponenti e lussuose dalle forme attraenti e originali (ultima in ordine di tempo la Lancia Delta) si trovò a lavorare su un veicolo da cui si pretendeva tutt'altro: funzionalità, spazio, praticità di impiego, mai prima di allora erano stati così condizionati. Ottenuto un grande volume interno in una struttura lunga appena 3340 mm (poi allungata di 40 mm) era indispensabile e decisivo utilizzare lo spazio destinato ai passeggeri e al bagagliaio nel modo più razionale possibile. La “Zero” doveva soprattutto concedere, a costi contenuti, nuove possibilità di sfruttamento all'interno, proponendo un nuovo modo di “abitare” la vettura. “Tutto questo”, commenta Giugiaro, “è molto più facile da dire che da fare. Per ottenere in concreto i risultati schematizzati sulla carta occorrevano idee nuove. Più che un'auto la Fiat voleva un “container”, una jeep da città, un paio di jeans: resistenti, giovani, economici, senza complessi, buoni per papà, figlio e nipote. Insomma, un'auto da disegnare più con la matita dell'architetto che con quella dello stilista. La Zero doveva esprimere un concetto fondamentale e socialmente dominante: l'uomo e la sua libertà. Puntai subito sulla semplicità. L'idea me la diede un elicottero: osservando bene l'abitacolo, avevo notato che nulla è superfluo sui veicoli militari, tutto ha una funzione ben precisa, tutto è in funzione della massima praticità. Anche a scapito del confort e della comodità, la Zero doveva essere pratica. Ero in vacanza, l'ho detto, e avendo sott'occhio la sedia a sdraio, mi venne voglia di copiarla per realizzare i sedili della vettura. Cosa c'è infatti di più semplice, economico e pratico di una sdraio da spiaggia?” Partendo da questi principi Giugiaro abbozza interni su interni. Un punto fisso è costituito dai sedili posteriori. La Panda nasce dall'interno: la carrozzeria, in guisa di simpatica pelle, verrà adattata ad un abitacolo già ben definito. E' forse la prima volta che un'automobile prende forma in questo modo. Molti degli insoliti disegni della vettura derivano dall'attrezzistica da campeggio. I concetti e le innovazioni nascono uno dopo l'altra. Appena tornato dalle ferie, Giugiaro non perde tempo e si dedica subito alla sperimentazione pratica. Converte ogni scelta al concetto del “multiuso” e conduce una caccia spietata al superfluo. Mentre l'interno viene studiato, strutturato, Giugiaro sceglie cristalli piatti per tutti i vetri (la voce costi non deve essere dimenticata) e disegna una calandra in lamiera di sorprendente semplicità e buon gusto. Nel novembre '76 Giugiaro presenta alla Fiat un manichino con lo schema dell'abitacolo e i figurini della linea esterna. Nel gennaio dell'anno successivo viene realizzato un manichino completo dell'interno per valutare meglio l'accessibilità, l'abitabilità e la versatilità delle varie soluzioni. Assieme al manichino vengono presentati due modelli in scala naturale e i risultati di un'indagine tecnica preventiva su pesi e costi. “Ero riuscito a mantenermi nei limiti delle dimensioni, dei pesi e dei costi prefissati all'inizio del progetto “Zero”. Qualcosa però non piaceva: la povertà degli interni. Tutto era infatti molto più spartano di quanto non sia oggi nella versione definitiva. I sedili, per esempio, erano proprio come nella tela a sdraio: solo un telo teso fra due tubi. All'eventuale imbottitura avrebbe dovuto pensarci l'acquirente, mettendo un cuscino sul telo. L'idea viene comunque nel complesso accettata, anche se si decide di arricchire un po' gli interni.” Giugiaro e Aldo Mantovani, responsabile dello sviluppo tecnico del programma, passano al modello in gesso e agli studi tecnologici. La voce che reclama maggiori attenzioni è quella dei pesi, veri tiranni dell'operazione. La tecnologia suggerisce di unire le fiancate al tetto senza soluzione di continuità. Si rinuncia così ai gocciolatoi sopra le portiere ma si guadagna nella qualità della produzione e si evitano i fruscii aerodinamici. Prende forma anche l'interno. Quasi senza schizzi, lavorando direttamente il legno, il gesso, la plastica come nella bottega di uno scultore, e nasce la plancia, nitida nelle linee. Geniale quanto semplice la soluzione del “marsupio” portaoggetti che ricalca la soluzione “tela su tubolare” adottata per i sedili. Questi, grazie appunto all'idea della sedia a sdraio, vantano una soluzione nuovissima per l'automobile, ben più evoluta di quelle delle altre Case. La realizzazione del progetto va avanti spedita: Giugiaro e la sua equipe dell'Ital Design nel mese di settembre '77 presentano alla Fiat la prima scocca. Si può parlare di primato: il manichino è stato presentato a febbraio, a settembre il prototipo percorre i primi chilometri. Finalmente i risultati tanto studiati sulla carta diventano palpabili: la vettura è grande dentro, contenuta fuori, leggera. “Ecco”, fa notare Giugiaro, “è sempre il peso il maggior avversario del progettista. La mia paura era quella di non essere riuscito a rispettare le severe norme CEE sulla sicurezza. Una vettura leggera, infatti, non sempre ha la necessaria robustezza. D'altra parte l'esperienza insegna che è meglio fare strutture leggere: se sono deboli le puoi rinforzare, se sono robuste ma pesanti non sai da che parte iniziare per alleggerirle. Fortunatamente con i prototipi “Panda” le prove d'urto vennero tutte largamente superate senza necessità di irrobustimento e quindi senza alcun aumento di peso. Segno evidente che il progetto ere strutturalmente valido fin da principio.” Osservando la Panda si scopre che è omogenea, tra dentro e fuori non vi sono diversità. Il suo aspetto squadrato si sposa perfettamente con l'interno. Il compromesso fra costo, estetica e funzionalità è completo e coerente. Sulla Panda il miliardario e la signora in pelliccia si sentiranno a proprio agio, anche se al semaforo saranno affiancati da un'altra Panda con due ragazzi in jeans. Giugiaro ha tentato di smitizzare l'auto moderna facendo una vettura giovane, fresca, disinibita: ha cercato di uccidere il concetto di auto come status symbol. Se non c'è riuscito c'è andato di certo molto vicino. - Fine prima parte.Nella seconda, in arrivo a giorni, vedremo meglio come in effetti era costruita la Panda, quali innovazioni portava dentro di sè, quali aziende furono coinvolte, e a quali collaudi fu sottoposta. Riguardo a quest'ultima voce, ovviamente ci sarà a corollario la "solita" mia carrellata di spy shots d'epoca. GTC
  9. Riportiamo in auge il topic dei patacrac d'epoca con il recupero di questo articolo apparso su Gente Motori nel marzo del 1989. Sei utilitarie alla prova del muro, messe a confronto poi con una media (Golf) per quantificare la capacità di assorbimento degli urti delle piccole in produzione all'epoca. Buona lettura. - Le prove di crash che hanno messo a confronto le doti di sicurezza di sei utilitarie fra le più diffuse in Europa sono state condotte dal TUV di Colonia. Alle sei contendenti è stata affiancata una vettura di categoria appena superiore, una Golf, per valutare fino a che punto il fatto di essere utilitarie penalizzi la sicurezza. Sono state effettuate tre prove: -nella prima le auto sono andate ad urtare a 45 km/h contro una barriera rigida con la sola parte sinistra del frontale (e la rassegna fotografica con giudizi si riferisce a questa prova) -secondo test, un impatto simulato contro una barriera mobile che urta la parte posteriore delle vetture a 37 km/h -infine, è stata verificata la resistenza delle porte con una "prova di penetrazione" effettuata secondo norme statunitensi: una struttura d'acciaio è stata premuta lentamente contro la parte destra dell'abitacolo, con lo scopo di verificare tra l'altro la resistenza di portiere e serrature. All'interno delle vetture c'erano quattro manichini. FIAT UNO Nell'urto frontale la Uno si è dimostrata la migliore: infatti il suo frontale è quello che si è accorciato più di tutti. Di conseguenza, la decelerazione subita dagli occupanti (25,5 g) è stata la più bassa. La cellula abitacolo ha retto bene. Tuttavia il cruscotto è rientrato parecchio, si è deformata la paratia dietro ai pedali. Nei test di tamponamento, si è rotto il tubo di riempimento del serbatoio. FORD FIESTA Deformazione del frontale scarsa (68 cm): di conseguenza la decelerazione rilevata è alta (30,6 g). All'interno, il piantone dello sterzo è rientrato più di tutti gli altri; inoltre il mozzo del volante presenta spigoli taglienti. Anche il cruscotto è rientrato parecchio, frantumandosi all'altezza delle ginocchia. Dietro, invece, l'avanzamento del divano ha provocato una notevole tensione sul collo dei manichini. NISSAN MARCH Valori di decelerazione nella media: ottima la rigidità della cellula abitacolo; anche le ginocchia sono ben protette. E' il volante, invece, il punto negativo: nell'urto contro il capo del guidatore ha provocato la maggior sollecitazione. Sono rientrati parecchio anche i pedali, mentre l'apertura della porta è stata possibile ma con uno sforzo superiore alla norma. La cintura addominale è scivolata verso l'alto. OPEL CORSA Deformazione del frontale molto scarsa: la decelerazione è la più elevata fra tutte le contendenti (34,6 g). Forte deformazione del tetto e del montante centrale hanno messo in crisi la cellula abitacolo; anche la porta è risultata bloccata. Fortunatamente, almeno il cruscotto e il volante sono rientrati poco. PEUGEOT 205 Arretramento del frontale nella media: buona la resistenza dell'abitacolo. All'interno, ottima tenuta nella zona dei piedi; si è scheggiato invece il rivestimento del cruscotto. Nella prova d'urto laterale si è spezzata la serratura. Passeggeri posteriori ben protetti in caso di tamponamento, ma minacciati dalla struttura dei sedili anteriori: le estremità delle molle possono provocare tagli alle gambe. VOLKSWAGEN POLO Ottimo l'assorbimento del frontale, rientrato di 78 cm; la decelerazione imposta ai passeggeri è fra le più basse (26,5 g). Meno bene l'abitacolo, fortemente deformato nel pavimento: il piede destro del manichino collocato al posto di guida è rimasto incastrato. Inoltre il cruscotto si è scheggiato ed il volante è rientrato notevolmente. Ha retto bene alla prova d'urto posteriore: il divano è avanzato di poco. VOLKSWAGEN GOLF Naturalmente, è andata meglio delle "piccole", anche se a dire il vero, la deformazione del frontale è risultata soltanto di poco superiore a quella della Uno e della Polo. Molto ridotta anche la decelerazione nella prova di tamponamento, nella quale però si sono spezzati gli ammortizzatori a gas che sostengono il portellone. Tutto bene nell'abitacolo, specie per il volante, che si può davvero definire ad assorbimento. Fine.
  10. In fin dei conti credo che Supercar fosse una delle tante sfaccettature di un'epoca in cui la fantasia "positiva" era più forte che oggi. Per fantasia "positiva" intendo il portare avanti il pensiero che questo Bene riuscisse sempre ad avere la meglio. Con questo non voglio dire che oggi, nella realtà e sulla pellicola, questo non accada più. Non è che siamo finiti in un Inferno senza via di scampo. Però trovo gli anni 80 una decade dove era ancora radicato il pensiero di poter volare via chissà dove, che stavamo andando verso un mondo colorato e bellissimo. In seguito, ho visto la decade dei 90 come un periodo un po' più confuso, e oggi trovo che siamo sicuramente più coscenti per mille ragioni di tutto ciò che non va, anzi ci si sofferma proprio sopra. In definitiva, un periodo più pessimista. E questo periodo, la TV e il cinema lo trattano con grande convinzione. Ritorno al mio paragone dell'altra sera... una storia dove il Bene riesce a far si che un essere umano non muoia, e un'altra dove il Bene si occupa di acciuffare un criminale che quella persona l'ha già uccisa. Una serie TV molto ben fatta, per altro, che mostra il Bene nella battaglia col Male, ma a posteriori. In questo modo ci vengono mostrate le capacità umane che a questo mondo permettono che la società vada avanti, ma al tempo stesso ci viene riproposto il Male che c'è fra di noi. Stesso discorso per il dilagare di serial sui medici o sulle squadre emergenza... storie di piccoli e grandi eroi con le loro vite spesso simili alle nostre, ma che prendono le mosse dai lati negativi della vita: gente che sta male, o disastri che accadono. Tutto questo accadeva anche una volta, non è che venti o trent'anni fa fosse tutto "supercalifragilistichespiralodoso". Sicuramente però oggi ciò che va di moda in TV si basa sulle cose brutte che accadono, e spesso è una battaglia a posteriori. Era infantile, certo, sognare un mondo tutto eroi e niente Male. Però, almeno in TV, preferivo fosse così. Tutto quel che accade di male oggi, accadeva sotto le forme tipiche dell'epoca anche ai tempi, nella realtà, mica vivevamo a Fantasilandia. Però, almeno quando prendevo il telecomando, era bello staccarsi e sognare un po' con storie dal sapore migliore. Quando guardo una puntata di CSI, per fare un esempio... sono certo ben contento delle capacità di Gil Grissom e del suo staff di assicurare un assassino alla Giustizia. Però c'è quella vecchietta stesa a terra dilaniata dallo stupratore... che Michael Knight, Magnum P.I., l'A-Team e compagnia bella facevano di tutto per non mostrarmi. Per me la TV era questo. Ergo, a costo di essere nostalgico, quella di oggi non mi appassiona. Siamo andati un po' fuori dal seminato, mi sa. anche se in fondo si sta parlando dell'ideologia che stava alla base di Supercar e storie simili. Ritornando quindi al nostro Supercar, c'è da dire che come tutti i telefilm dell'epoca, conteneva dei messaggi che potevano essere colti o meno a seconda di quale era il livello con cui uno spettatore lo guardava. Se ci si appassionava alle storie di quei due (Michael e Kitt) e si cominciava a leggere fra le righe, (anche se non è l'espressione più adatta per un telefilm ) si coglievano sfumature che potevamo riportare nella nostra vita e nella condotta che le applicavamo. Prima di portare un esempio riguardante Supercar, mi viene da fare un cenno alla maniera in cui questo accadeva anche in un'altra serie televisiva tutta auto ed inseguimenti. Sto parlando di Hazzard. Cosa c'era di più divertente? In quel serial, anche il Male era una barzelletta, Boss Hogg si sarebbe tagliato una mano piuttosto che fare del male a Bo e Luke, ed era il primo ad andare nel panico quando sapeva che qualche sua mossa li stava mettendo in pericolo. Di certo, era un cattivone da operetta. E far coppia con Roscoe, era la ciliegina sulla torta. Sul versante opposto, nella Contea, c'era lo zio Jesse. Zio Jesse era un punto fermo, una roccia, il saggio della situazione. Sapeva sempre cosa fare, e riusciva sempre a definire chiaramente cosa andava fatto e cosa non andava fatto... frenando per primo i suoi stessi nipoti quando avevano qualche idea un po' troppo "spinta". Nel cofanetto DVD della prima stagione di Hazzard, vi è una bellissima rimpatriata fatta dai protagonisti ancora in vita, in un ranch, con un barbecue, all'inizio di questo millennio. Sono seduti a semicerchio, e mentre mangiano, si raccontano a vicenda i loro ricordi, e noi guardando il DVD, siam qui seduti che li ascoltiamo, come se fossimo lì con loro. Una cosa molto bella, uno dei più bei contenuti speciali che abbia mai visto in un DVD. Ad un certo punto, Ben Jones, che interpretava il ruolo di "cavallo pazzo" Cooter, ricorda come fosse molto importante l'orario di messa in onda. Nei primi anni di programmazione, come ogni serie che aveva un grande successo e quindi veniva dosata dal network con attenzione, Hazzard andava in onda il venerdì sera alle nove. Davanti alle TV, i genitori con i loro figli. Ben Jones-Cooter a quel punto ricorda come un giorno un padre di famiglia gli disse "quanto erano stati importanti con quel telefilm, nell'educazione dei loro figli." Tutte le settimane, alla fine della puntata spegnevano la TV con un insegnamento per il loro figlioli, dato dallo zio Jesse o dalla storia in generale. C'erano gli inseguimenti, gli stunt e le battute, ma in ogni puntata c'era sempre un insegnamento, del tipo "avete visto come si fa?". Cooter chiudeva questo pensiero dicendo "sono orgoglioso di aver fatto parte di una serie Tv che in qualche maniera, nel limite delle sue possibilità, abbia contribuito a far crescere una generazione di ragazzi con sani principi." Certo, forse questi ragazzi oltre ad avere dei sani principi, saranno anche cresciuti col sogno di un V8 truccato allo spasimo per derapare sulla terra. Ma in fondo, in questo che male c'è? Tornando al piccolo esempio tratto da Supercar, cui facevo cenno prima, si tratta di un dialogo fra Michael e Kitt, che ebbe luogo nell'episodio "Coraggio Kitt" (riassumendo brevemente, l'episodio in cui Kitt viene gettato nella pozza di acido, ne esce quasi dilaniato, viene ricostruito ma sembra abbia perso il coraggio di agire). La puntata stava volgendo al termine, e per i due era tempo di entrare in azione per arrestare il criminale responsabile di un sacco di disastri ambientali, e responsabile anche di ciò che era accaduto a Kitt. Il quale era stato ricostruito ed era in piena forma... tranne che per le sue paure. Al momento di entrare in azione, Kitt mostra ancora una volta il suo timore. Michael non se la prende, ma cerca in tutti i modi di fargli ricordare quale deve essere il loro spirito. "Sai... Kitt.... molto prima che ci conoscessimo, quando ero ancora Michael Long... ehm, ma cosa te lo dico a fare, tu sai bene che accadde quella notte... ma forse non sai proprio tutto. Dopo l'operazione, mi risvegliai come Michael Knight, ma le mie paure non se ne erano andate. Era ancora viva dentro di me la scena di quello sparo a bruciapelo, quella fiammata che mi accecò mentre venivo colpito in pieno volto. Non riuscivo più a vivere, a fare nulla, ad andare avanti. Bastava che qualcuno accendesse davanti a me un fiammifero, e mi ritrovavo ad indietreggiare come un bambino impaurito..." "E come sei riuscito ad uscirne?", chiese Kitt. "E' passato, amico. E' passato da solo. Io ho soltanto cercato di non arrendermi mai, e di fare comunque quello che doveva essere fatto." Dopo un attimo di silenzio, Kitt rispose... "a proposito di quel che dovrebbe essere fatto.. credo che laggiù ci sia un criminale da arrestare." "Lo penso anche io", rispose Michael. "Bentornato, amico." "Diamoci da fare... ah, Michael?" "Si, Kitt?" "Grazie." "Sempre a disposizione, amico." Era solo uno che parlava con una Pontiac nera. Però, quando queste cose accadono nella nostra vita, quando riusciamo a compiere un atto del genere, aiutare un amico o una persona cara con il nostro carattere ed il nostro affetto, non è bellissimo?. Beh, a me piaceva che la TV lo ricordasse il più spesso possibile.
  11. Ahahah David in "Jump in my car" mi ha fatto morire, la prima volta che l'ho visto. Ricordo la sera che approdò sul forum del Knight Rider Italia (che d'ora in avanti abbrevierò in KRI per comodità ). Fu il caos, David che ritornava con un video demenziale, ma ci metteva dentro Kitt. E se lo portò dietro in alcune trasmissioni televisive, anche, per promuovere il suo nuovo lavoro. Poeticamente si potrebbe interpretare come un romantico e rispettoso ritorno alle origini, più materialmente (e tristemente) è apparso subito l'intento di attaccarsi ad una delle poche cose che lo fanno ancora celebre oggi, in mezzo alle sue battaglie con l'alcol, condite da innumerevoli figure di emme fatte qui e là. Riguardo ancora la nuova serie... alla fine il discorso è uno solo... non va paragonata, non va confrontata. Farlo può portare solo a giudizi negativi. Come dice Autodelta, è cambiato tutto, tanto, e troppo. Supercar è stato uno dei fiori all'occhiello di un'epoca televisiva e cinematografica che ha detto cose immense. Sento tante persone oggi ridere e sfottere quei "colorati anni '80 con quelle storie da due soldi, seguite da gente che impazziva per effetti speciali che oggi fanno ridere, e diventava matta per due led". Si? Davvero? Beh, è un giudizio molto sommario, superficiale e frettoloso. Si potrebbe cominciare da Ritorno Al Futuro, per non fermarsi più, citando storie e personaggi che sono diventati un mito, e non è solo questione di esserci stati da bambini ed essere quindi affezionati alle cose di quel mondo dove tutto era bello perchè era la nostra infanzia. IMHO è proprio stata una decade dove molte cose in tv e al cinema si sono espresse navigando meravigliosamente in quel mix tra azione e divertimento che le due ore in poltrona te le faceva passare in maniera stupenda. E questo è sempre stato secondo me l'obbiettivo che dovrebbe essere il principale della TV e del cinema. Darti la serenità raccontando in maniera spigliata le vicende di un uomo che con mille peripezie, fatiche, e tante battute tra lui e la sua macchina faceva si che il Male perdesse, e qualcuno non morisse. Tutto il contrario che vedere (ne cito uno a caso) una squadra fighissima di gnocchissime pettinatissime molto cool e alla moda che con la pila vanno ad indagare per scoprire chi è che ha ucciso quel qualcuno steso a terra. Certo, poi catturano l'assassino. Però quel qualcuno è già morto. Una volta c'era Michael Knight, e quel qualcuno non moriva neanche. Alla fine, guardate, l'ultimo serial cui mi sono appassionato, è stato... Ally McBeal, che sto guardando in DVD comprando una stagione alla volta. Surreale, certo. Leggerino, ok. Non esiste, probabilmente, uno studio di avvocati dove ne combinano di tutti i colori, la protagonista ha le visioni dei neonati in fasce danzanti sul parquet di casa, e uno dei soci si ritira in bagno ballando sulle note di Barry White, contagiando a mano a mano un po' tutti, che si ritrovano a sentire nella mente quella canzone che chissà da dove arriva. Però preferisco guardare questa TV... immergermi in quelle storie e farmi due risate dimenticando magari una giornataccia. Per il resto, a volte torno a godermi gli anni 80, che sono stati una bellissima epoca per l'intrattenimento TV e cinema, che però è finita, non si può ripetere, e che il tentativo di ripescare tramite nomi famosi, porta sempre a prodotti che alla fine non accontentano nessuno, come questa nuova serie. Meglio lasciarla dove sta.
  12. Infatti, credo sia stata una modifica veloce veloce e cercando di spendere poco e niente. Alla fine nel frontale cambiava leggermente mascherina, giusto per mettere il Leone, e nel retro forma e grafica dei fari (che da verticale diventava orizzontale). La modifica più grossa riguardava la targa che dal portellone cadeva nel paraurti, sostituita dal pannello a righe orizzontali che richiamava un po' quello di 205 e che poi fu ripreso da 405... Chissà come mai, scartando ovviamente 305 che era già usato (e ancora vivo e vegeto all'epoca ante-405) invece di buttarsi su 306, 307 o 308 usati in seguito, saltarono a 309. Sigla che non legava con nulla in gamma (e al 9 non ci sono ancora arrivati nemmeno oggi ). Boh. Se non ricordo male, era stata presa in considerazione anche 206, per presentarla come derivato ed evoluzione in grande di 205. Ma forse era solo qualche ipotesi giornalistica, non ricordo bene. Di certo ricordo che il nome arrivò in extremis, perchè nelle prime foto ufficiali (anzi, una, con la 309 bianca vista dal posteriore, in uno studio fotografico) riportava solo "Peugeot" sulla targa.
  13. In effetti non mi aspetterei neppure io nulla di trascendentale... è una di quelle auto che cambiano sempre poco. Da quel che si vede da questo mulo la interpreto molto fedele allo stile (che non mi dice nulla) delle ultime trovate del Gruppo. Possiamo anche benissimo immaginarcela sotto quei teli, davanti avrà una nuova, minima evoluzione della calandra Jeep a sette fori, e magari qualcosa di cervellotico nei fari, messo apposta per farti capire subito che è quella nuova. Onestamente, dopo l'edizione 1993, non mi ha detto più granchè. La '93, invece, nel suo tipico allestimento Limited, nera con bordino e cerchi dorati, mi piaceva un sacco.
  14. Non ho avuto occasione di vedere una C con la porta posteriore aperta (e tantomeno quindi questa nuova E), ma non vorrei che fosse perchè il vano porta in realtà è un po' più piccolo del disegno esterno della porta, ergo aprendo si nota ancora un po' di passaruota o parafango che sia, e in quella zona la portiera è molto sottile, solo pelle esterna. In questa maniera non ci sarebbe spazio per lo spessore della maniglia, e si potrebbe spiegare questa scelta. Forse è spostata in avanti perchè la serratura aggancia chissà dove... magari hanno avuto problemi nei crash tamponamento e non si aprivano più. Boh. Di sicuro c'è che IMHO è un pugno in un'occhio, anche se come dice Tommitel, su questa nuova E va un po' meglio, penso per via del fatto che la maniglia sta a cavallo nella linea di stile e risulta un po' più inserita, mentre sulla C urla come una pazza in mezzo a lamiera liscia... "guardate guardate dove mi hanno messaaaaa!!"
  15. Si, calandra e fari più verticali e a filo, pare anche a me.
  16. Oh rieccoci nel topic Supercar. Quanto tempo. (tranquillo Gamera, fra poco riprendiamo ) Rispondendo a Giaky, a quanto ne so la nuova serie dovrebbe arrivare su SKY nel corso del 2009. In USA ormai sono andate in onda diverse puntate, e ad onor del vero sta andando... benino, a quanto ho sentito. Ma benino e basta. Niente di pazzesco, come in fondo è il prodotto. Si possono fare mille discorsi, da appassionati, su questa nuova serie. Che avrebbe dovuto esserci, che non avrebbe dovuto, che è tutta sbagliata, che rispetta lo spirito, ne ho sentite e lette di tutti i colori, sul forum del Knight Rider Italia dove sono parte dello Staff dal 2005. In definitiva, i giudizi su questa nuova serie sono molto confusi e di ogni genere. In parte mi sento di comprendere pure i pensieri di chi l'ha messa in piedi, con dei fans accaniti (più numerosi e convinti di quel che sembra, ve lo posso assicurare) da una parte, e la loro memoria storica da rispettare, e dall'altra, il desiderio (ed il bisogno, perchè senza audience non si va avanti) di conquistare fasce di pubblico più giovane. Alla fine, era pressochè impossibile accontentare entrambi. Non esiste un "Supercar" fatto oggi che possa meravigliare di nuovo chi lo amò negli anni Ottanta, e allo stesso tempo, conquistare milioni di spettatori giovani nel 2008. I gusti sono troppo diversi, e troppo diverso è quello che fa audience nel mondo dei serial oggi. A mio parere, ne è uscita una storia che va più verso il pubblico odierno (ed in fondo è logico) ma sicuramente noi fans della prima storia, non possiamo dire di esserne pienamente soddisfatti. Nessuno di noi sta a piangere per il fatto che l'auto non è più la Pontiac (anche se per noi il volto di Kitt sarà sempre e soltanto quello).... che scoperta, non stiamo a fare i capricci. Era ovvio che non si potesse usare in un nuovo telefilm. Riguardo l'uso della Mustang,anche qui sono volati mille pareri. Da una parte è corretto dire che è l'auto sbagliata, perchè Kitt nel 1982 "usava" un'auto che come estetica era molto futuristica (avendone pienamente il diritto, vista la maniera in cui si poneva) e che si può dire che cadesse a pennello... mentre sicuramente la Mustang di futuristico non ha proprio niente. Si può farcirla con mille diavolerie futuristiche, quello si... ma la base in questo ragionamento, appare quella sbagliata. Guardandola da un altro punto di vista, invece (e qui mi rifaccio al fatto che un giudizio preciso è molto difficile da dare), potrebbe essere valida. In questo senso: Kitt appariva come un'auto futuristica, ma per via dell'auto che gli aveva dato il volto, che comunque era una vettura di produzione, per di più appartenente ad un segmento che vendeva molto. Ergo, Kitt era perfetto per circolare senza dare nell'occhio, in quegli anni, in America, e svolgere così senza troppo chiasso le indagini del caso. Vedendola così, il ragionamento di oggi cammina. Una Mustang è quanto di più frequente si possa vedere in giro, oggi, negli States. Ottima copertura, si potrebbe dire. (questo ragionando come se la storia fosse vera, senza stare a guardare il fatto che nel serial, sia oggi che all'epoca, si sia sempre cercato di far credere che quell'auto fosse un esemplare unico specialissimo, nascondendo nelle riprese altre auto simili.... solo pochissime volte, in quattro anni di Supercar, apparvero altre Firebird nelle scene, e sempre di sfuggita, senza volerlo) Eliminati quindi i "capricci" sull'auto, la cosa cui si attaccano maggiormente i fans veterani è che lo spirito della serie è cambiato. L'originale Knight Rider raccontava di una battaglia contro il crimine condotta da una squadra che, per testuali parole del Sig. Wilton Knight, capo della Fondazione (che muore nell'episodio pilota) si basava sul concetto "di un uomo e una macchina al suo servizio, una coppia che potesse arrivare ad agire dove la giustizia lenta e burocratica, a volte non riusciva a cavare un ragno dal buco"... questo era il concetto del telefilm. Michael e Kitt, coadiuvati dal capo Devon (che aveva preso idealmente il posto di Wilton) e da Bonnie (o April)... "agli attrezzi". Nella quarta serie si aggiunse RC alla guida della Base Mobile... ma la squadra finiva lì. Le avventure di quei quattro eroi. La nuova serie l'hanno mostrata con tremila personaggi, FBI coinvolto, Governo che mette le mani dappertutto, staff tecnici di decine e decine di persone, personaggi come la poliziotta lesbica messi lì appunto perchè bisognava metterci una lesbica perchè fa specie che un telefilm tratti temi moderni... si si ok, fate pure come preferite, mica dico di no. Però poi se mi presentate un cast di almeno 20 persone, in posa in una bella foto di presentazione, e nella foto si nota in un angolino un fanale e un pezzo di mascherina della Mustang... "perchè c'è anche Kitt"... ehm, no. Non ci siamo. Niente da dire, potrà piacere o meno (l'episodio pilota di febbraio scorso l'ho visto più volte, ma non si può dire che faccia testo, perchè a settembre quando hanno cominciato a girare hanno fatto un nuovo episodio pilota, molto diverso) e presa come cosa a sè, può anche essere avvincente e ben fatta (tolte alcune cagate, ma proprio cagate, tecnico-futuristiche-stile JamesBond ma forse neanche lui... tipo la forciina dei capelli della coprotagonista che nasconde un mini saldatore che all'instante può bloccare una porta per riuscire a sfuggire da dei banditi, imprigionandoli... cioè, mi sono cadute non vi scrivo cosa....). Presa come una cosa a sè, ho detto. Non vengano a dirmi che è Supercar, eh? Supercar, lasciamolo dove sta. Non tornerà, non si può più fare così. Ne hanno fatto uno, e uno deve restare. Se calza il paragone, mettendoli a fianco, mi si para una scena tipo il collezionista Alfa Romeo con tutti gli attributi, che ad un raduno mentre lucida la sua Montreal (o quella che volete) si vede arrivare a fianco il tizio con una 146 TD che gli fa "vedi? Anch'io anch'io!"
  17. Eh, i mitici tempi in cui il mascherone nero con barre cromate dilagava in ogni dove.... mai visto concetto più "fissato" di family feeling Quando ero piccolo mi chiedevo se per caso Fiat l'avesse messo anche sui suoi treni....
  18. Uno dei modelli di cui si è già parlato, e che è un po' il simbolo di quei cambiamenti che ci furono all'epoca della scomparsa di Talbot, è sicuramente la Peugeot 309, che le riviste, fino a poco prima, avevano giustamente continuato a presentare come Talbot C28. Mentre preparavo una retrospettiva sulla Pandina (che arriverà presto ) mi sono imbattuto in queste due foto, della 309 in prova, ancora con sembianze "C28", almeno al posteriore. Probabilmente, l'avremmo vista così.
  19. L'Argenta non è un modello che ha fatto sfracelli nel mio database sugli spy shots... non fu molto fotografata, e le poche foto che ci sono, non sono nemmeno tanto belle. Comunque... qualcosa c'è (mi scuso se alcune saranno pessime... ma oh, erano pessime anche dove le ho prese... erano "francobollo sfocato", non è che possa farci molto ) Chiudiamo con un paio di immagini ufficiali, riguardanti le due serie, e una pagina pubblicitaria dell'epoca.
  20. Forse mi hai frainteso, non mi riferivo al fatto che siano verticalmente sfalsate perchè la linea di cintura si impenna come la lira di Carcarlo Pravettoni ... volevo dire che mi da un fastidio bestia il fatto che rispetto al fine porta non siano allo stesso posto... con la posteriore più staccata.
  21. Si offende qualcuno se ci metto lo zampino con qualche foto delle mie? Stasera, se ho tempo...
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