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PaoloGTC

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  1. Beh il bozzetto di Preti era molto carino. Praticamente tutto ciò che caratterizza una 145 (becco anteriore, lunotto a V, fari dello stesso tipo) solo un po' arrotondato e con la gentilezza tipica dei bozzettari che amano ovalizzare leggermente il tutto. Non lo ricordo con la massima precisione (spero di ritrovarlo, la rivista mi è passata fra le mani ed è tornata nel mucchio, credo di averci pescato qualcosa per la Calibra) però mi pare avesse amalgamato il tutto con la cellula abitacolo (a livello di porte anteriori, insomma l'insieme parabrezza-montanti-finestrini) della Y. Non ricordo se avesse riproposto la maniglia sul montante. Di certo non c'era il profilo a scendere sulla fiancata, che partiva dalla mascherina Lancia.... Personalmente non gli diedi molto peso e finì presto nel mucchio della fuffa, per quel che mi riguarda. Non per mancanza di rispetto nei confronti di Preti, a me piacevano i suoi bozzetti (beh ad Alisi non ci arriva nessuno imho). Più che altro, spesso in quegli anni AUTO ci azzeccava negli scoop* (non erano mica i tempi del Suv Ferrari perchè stavano facendo una cosa col portellone....) e solitamente era anche rapido a beccare prototipi o muli primordiali sulle strade. Per cui c'era la notizia ma c'era anche la "ciccia". Di conseguenza, quando se ne uscivano con un servizio anteprima in cui c'era solo un bozzetto e la notizia era anche piuttosto esplosiva, per me era un "mah...." Vedendo poi che a distanza di anni, nemmeno con le leaked postume che ciclicamente saltano fuori riguardo robe mai viste prima, di tutto ciò non era saltato fuori nulla, avevo continuato a tenere la notizia nella fuffa. *primo esempio che mi viene in mente: esce la Bino sulle strade, Auto Oggi scrive che è la Y11, poi in seguito quando gira la Punto vera, scrive che quel design là è finito nel cespuglio di rovi. AUTO da subito, la prima volta che uscì la Bino sulle strade scrisse "si ok la macchina gira però il design bla bla Giugiaro perchè IDEA e Centro Stile bla bla ma così così e allora questa forse finisce all'Est o diventa una world car perchè c'è in giro un certo 178 però bisogna vedere bla bla bla". Se la cavavano bene. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Se non fosse che la si vede un attimino anche all'inizio del video, io la riconoscerei al primo colpo dalla prima inquadratura dal punto di vista dei piedi del passeggero, in cui si vede l'angolo superiore della portiera guidatore. Quel finestrino non mi inganna mai. E dire che Giugiaro di porte così ne ha fatte tante, ma quella della Croma la becco sempre al volo. Me l'ero scordata 'sta canzone, mi ha fatto piacere risentirla. Il video poi non l'avevo mai visto. Mi ha ispirato.... ci vorrebbe in serate del genere un Cromone (leggermente vissuto ma non troppo, giusto l'esperienza ecco) da riempire con noi gente esperta per viaggiare musicati coi finestrini giù (freddo permettendo) ed affiancare, nello struscio festivo, le QuattroCalamari lucide cariche di Prada e D&G. So che c'è un topic che bolle sull'argomento, ma ci metterei pure la sigaretta, toh. "Guarda quelli lì.... uè spiantati, guardate un po' qui? Cerchi da 18 caramellati, interni in cocco e NaviMinchiacheroba..." "Taci pistola, noi abbiamo le orecchie di Dumbo." p.s. Da oggi ribattezzato Frankie CHT
  2. Sicuramente la seconda. Useranno quei mesi in più per scegliere con calma un altro nome idiota
  3. Io non posso. Non ho targhe sufficientemente vetuste. Se metto quella della 164 continua ad uscirmi il totale, insieme all'icona che mi suggerisce di mettere le cuffie perchè c'è un file audio da ascoltare, che è un coro di applausi con qualche risata di sottofondo. Dopo, sotto il totale, esce "e tanta voglia di stupire", e poi va tutto in nero con la scritta dorata di Buon 2015.
  4. Grazie Gian proprio a questa immagine facevo riferimento. Infatti, osservando la struttura del vano motore, a parte una lieve somiglianza nei longheroni superiori che scivolano verso il basso all'anteriore, non c'è nulla che salti all'occhio come simile ai telai Tipo4 e derivati. Ricordavo infatti anch'io dei costi elevati per lo sviluppo di Thesis dovuti anche alla piattaforma.... poi magari un giorno potrebbe saltare fuori che so, che un pezzo di lamierato nel vano piedi era uguale o simile ma cosa importa, sappiamo che non vuol dire niente. Gli altri passaggi del testimone erano ben più evidenti, come ha confermato Oldcroma. Nino sono un po' confuso . La differenza era fra Tempra e Dedra, ma fra Tempra e Tempra Veloce aka 155 tale differenza è ovvio non riscontrarla, entrambe avevano le porte avvolgenti e la differenza stava soltanto nella pelle esterna, sia nella parte inferiore per maniglie e loro alloggiamenti oltre che scanalatura "Alfa", sia nella zona del finto deflettore posteriore che su 155 aveva un angolo differente in chiusura (credo che il finestrino fosse pure lo stesso, magari sull'Alfa era soltanto coperto dal lamierato). Dedra invece aveva le porte col telaietto nero ed il profilato/gocciolatoio che partiva dai bordi del parabrezza e correva sul tetto per terminare con quella piastrina che divideva montante posteriore da lamierato del tetto, fissato con viti brunite che Quattroruote aveva criticato nell'ultimo servizio di anteprima, dopo aver visto in prova una preserie completamente pulita. In quel caso nel giro porta (che sventrato era identico a quello di Tipo, Tempra e 155) erano applicati dei componenti aggiuntivi per creare la battuta di una portiera che non essendo avvolgente aveva una forma uguale ma di dimensioni inferiori. Edit: mi spiego meglio. Sto parlando di estetica, non di funzionalità intesa come zona della battuta fra portiera, vano porta e guarnizioni varie. Probabile che nel dettaglio la porta di una Dedra facesse chiusura con le guarnizioni esattamente dove lo faceva quella di una Tipo (non credo che avessero spostato le guarnizioni voglio dire), tuttavia all'esterno essendo la porta meno avvolgente, sarebbe venuta a mancare una parte esteriore per arrivare al tetto. Per cui, telaietto nero Dedra più profilo sopra le porte, fissato al giro porta, uguale portiera della Tipo (come dimensioni). Non saprei dirti, Wil, quale fosse la "clear winner". La foto di apertura servizio che ho linkato l'ho presa dal web, non viene da una rivista che ho in archivio: per cui non conosco l'esito della prova. Riguardo una 147 su base Y, proprio qualche giorno fa ho sfogliato un numero di AUTO della seconda metà degli anni '90 in cui c'era un servizio di anteprima che forse potrebbe essere una delle notizie (tramandate) responsabili di questa voce un po' strampalata. AUTO infatti scriveva che in Alfa Romeo si stava progettando un'utilitaria sportiveggiante, che sarebbe stata una specie di piccola 145 (nello stile soprattutto, osservando lo sketch di Lorenzo Preti... in pratica era una 145 in scala ridotta, solo un po' più paffutella e tondeggiante) e sarebbe nata su base Y. Scrivevano che avrebbe dovuto avere la cilindrata di 1,4 litri e che il propulsore sarebbe stato quello che si stava collaudando su 145 (abbinata c'era la foto di una 145 con tanto di 1.4 sul portellone, rossa, in targa prova) e che era prossimo a sostituire il veterano boxer. Cosa che infatti poi accadde, ma l'utilitaria Alfa mica arrivò. Io credo che a quei tempi 147 non fosse ancora stata definita ma che comunque si pensasse ad una media in quanto tale per sostituire la 145. Magari ci fu veramente un progetto di Y-Alfa, poi cancellato (fino alla nascita di Mi.To), ed i rumours con il passare degli anni si sono mischiati. Insomma, che Alfa stesse pensando ad una piccola, lo posso pensare. Che stesse pensando ad una erede per 145/6 pure. Ma che le due cose fossero legate, cioè che pensassero di sostituire la 145/6 con una C basata sulla Y mi pare strano assai.
  5. Non saprei dire in che percentuale e in quale parte... perché ho adocchiato una scocca Thesis e almeno davanti non c'è traccia di quelle orecchie di Dumbo . Comunque bisognerebbe vedere anche per 166 cosa era rimasto, magari qualche semplice parte che andava bene così e sarebbe stato superfluo riprogettare. Di certo le orecchie di Dumbo ci sono. Che K venga da Thema si sa. Ma quanto era rimasto? Poi 166 viene da K... ma quanto era rimasto? Bisognerebbe averle ignude da controllare. Ad esempio cercare foto dei vani motore di 166 non aiuta. Era tutto annegato nella plastica.
  6. Arrivo solo ora a leggere le impressioni di angeloben riguardo la 605 e quello che poteva essere definito il problema della sua linea, vista di fianco, se paragonata a quella dell'Alfa. Che dire, mi hai tolto le parole di bocca, o meglio le dita dalla tastiera. E' ESATTAMENTE quello che ho sempre pensato. Quando arrivavo alla portiera posteriore, notavo sempre che in quel punto qualcosa era andato storto. Forse la ruota troppo "fuori" dalla portiera, e quindi quest'ultima meno "seduta" sul retrotreno e più cascante verso terra (come se le avessero tirato il passo, effetto-limo), forse la cintura che non saliva abbastanza, fatto sta che in quel punto la 605 l'ho sempre trovata debole, meno imponente. Vista da sola forse non mi avrebbe fatto quell'effetto, ma messa a confronto con l'Alfa mi faceva pensare "ecco, questa fiancata andava fatta così, non cosà". Comunque (tra l'altro Buon Anno Angelo, se ci stai leggendo), pensando al topic... Tornando al Calibrone per proseguire il dossier-prove, incontriamo oggi (come avevo anticipato qualche settimana fa) il test della versione 2.5 V6 effettuato da AUTO nel settembre del 1995. Tale versione infatti arrivò in Italia soltanto in quel mese, nonostante fosse stata presentata a Francoforte nel 1993, dopo la decisione (obbligata) di inserire nella gamma Calibra una versione che per architettura e cilindrata (2 litri e mezzo a sei cilindri) corrispondesse allo schema della Calibra da 450 cv che correva nei campionati DTM ed ITC (rispettivamente Turismo tedesco ed Internazionale). Da noi arrivò soltanto dopo la scomparsa della penalizzazione fiscale per le auto con motore a benzina di oltre 2 litri. Con 170 cv la V6 24v si inseriva esattamente a metà fra le potenze disponibili nella gamma Calibra di quel periodo, che andavano dai 136 cv della 2000 16v aspirata (che era stata “abbassata” rispetto ai 150 cv del lancio) ai 204 della Turbo di cui abbiamo già parlato. (foto a caso dal web) Al momento della prova, Opel non aveva ancora dichiarato il prezzo della versione nonché quello degli accessori di serie e a richiesta, per cui la rivista ipotizzava un prezzo attorno ai 50 milioni di lire, ed infatti se andiamo a pescare un numero di AUTO di pochi mesi dopo (febbraio '96) troviamo la Calibra V6 a listino con un prezzo di 49.940.000 lire. Di serie condizionatore (alleluja), doppio airbag, ABS, ETC (l'antipattinamento Opel) e gli altri accessori usuali per le Calibra, cioè servosterzo, sedile guidatore regolabile in altezza, computer di bordo, chiusura centralizzata, fendinebbia vetri elettrici e bla bla e ribla. Cerchi da 15 pollici con pneumatici 195/60 che potevano essere sostituiti a richiesta dai maggiorati (si fa per dire, con le misure di oggi) 205/55; di scorta il ruotino. Optional previsti: interno in pelle, tettuccio elettrico e cambio automatico a quattro rapporti. Vediamo ora le concorrenti principali (dati prestazionali dichiarati) L'elemento estetico che permetteva di riconoscere la V6 dalle altre Calibra, alla fine, era la sigla V6 sul posteriore. Scelta che AUTO riteneva negativa, perché “se è vero che la Calibra con la sua forma fluida e dinamica conta ancora molti estimatori e che, grazie ad altre caratteristiche favorevoli, quali abitabilità e praticità, ha avuto il merito di far riscoprire le coupè agli automobilisti degli anni '90, è altresì innegabile che ultimamente varie Case abbiano presentato modelli sportivi molto allettanti e in grado di far invecchiare, forse più precocemente del normale, una linea che risale all'89.” In effetti, era sempre bella ma stava invecchiando. Un po' per la facilità con cui la si poteva vedere in giro, un po' per il passare del tempo, soprattutto a mio parere per dettagli che parlavano di tempi precedenti in fatto di design, come i profili sui paraurti o le maniglie portiera, in plastica grigia. Il lancio di modelli come il 916 o il Coupè Fiat indubbiamente testimoniavano l'avvento di una nuova “generazione” di design e di vetture a due porte, e la Calibra... beh aveva 6 anni. Sempre bella ma ormai vista e rivista. Le due italiane sicuramente apparivano più affascinanti in quel momento. Inoltre, a mio parere, la minuscola modifica del cambio di posizione per il badge Opel sul frontale non le aveva giovato affatto. A me non è mai piaciuta. Mi aveva sporcato la pulitissima calandra di un pulitissimo frontale. Stava bene sul cofano. AUTO auspicava quindi l'aggiunta, almeno, di uno spoilerino che la caratterizzasse un po', richiesta alla quale personalmente rispondo “ma anche no”. Gli spoiler da montare sul bagagliaio della Calibra c'erano nella linea accessori e tanti altri li hanno montati i tuners dei tempi. Stava meglio senza, grazie. Secondo me non le avevano comunque giovato nemmeno i nuovi cerchi, che vediamo in questa immagine presa dal web e che erano montati sulla V6 della prova così come sulle altre Calibra face-lifting. I primi cerchi belli pieni a cinque fori le stavano benissimo, e sembravano anche belli grandi. Vabbè, passiamo oltre. Tanto non la fanno più. Sulla stessa lunghezza d'onda il giudizio riguardo gli interni, il cui capitolo nella prova titolava infatti “Prime rughe in arrivo”, e qui concordo anche di più. Subiva già alla nascita una plancia derivata pesantemente dalla berlina media, ora c'erano 6 anni alle spalle e pure la berlina se ne stava andando. Lei restava con quella plancia che i ritocchi da tuners (strumentazione bianca e due quadranti supplementari, bianchi pure loro, montati sotto la radio – che tra l'altro azzeravano un pratico vano portaoggetti – e che parevano due occhi dei Simpson) e l'avvento dei bag (volante enorme per il guidatore, tappo sul vano portaoggetti a giorno sopra il cassetto per il passeggero) non avevano certo reso più attraente. Salvavano parecchio, sulla vettura in prova, gli interni in pelle chiara (opzionali) che includevano il medesimo rivestimento per la parte alta dei pannelli porta e fianchetti. La pelle, oltre che una bella tinta, aveva anche un piacevole disegno, stropicciato alla Mercedes sui sedili e a cuciture diagonali su pannelli e fianchetti. Imho un bel colpo d'occhio. Peccato per la plancia e quanto vi era stato aggiunto. Ma vediamo cosa ne pensavano loro (se non era chiaro, fino a qui erano spippolamenti miei ). Si partiva dalle consuete considerazioni sul buonissimo risultato raggiunto sotto il profilo dell'abitabilità e dopo un accenno riguardo la pelle opzionale sulla vettura in prova, si arrivava ai problemi creati dall'inserimento dell'airbag. Un cuscino molto voluminoso, decisamente poco bello e anche piuttosto fastidioso per il pilota nel manovrare lo sterzo, dato il discreto gonfiore. Io aggiungo che dipendeva da che stile si voleva usare per guidare. Con una posizione corretta delle mani sulla corona, ovviamente il gonfiore del cuscino non dava alcun fastidio. Se invece si decideva di guidare “da figo”, con un palmo appoggiato sulla corona manovrando tipo dai la cera-togli la cera, beh allora l'avambraccio sfregava sull'airbag di chi teneva una posizione di guida raccolta. A parte ciò, era brutto e basta. Punto. Non era affatto un volante da auto sportiva. Dulcis in fundo, l'inserimento dell'airbag aveva comportato la scomparsa della regolazione in altezza del volante, per cui era rimasta soltanto quella del sedile, con la classica manovella Opel dei tempi, posizionata davanti al cuscino (molto comoda, decisamente anni luce avanti rispetto a quella – scusate il francesismo – imho “cagata” che ho sulla 164 e che ho visto in ogni dove sulle italiane dei tempi, con quel pistolotto da tirar fuori dalla scatolina sul fianco, valido per sollevarsi ma tragico quando bisognava abbassarsi, dovendo spingere il sedile con il deretano... ma chi l'ha inventato??) Capitolo materiali: nulla da dire, di buon livello. Peccato che appunto la plancia mostrasse tutti i suoi anni e che inoltre i vani portaoggetti fossero praticamente scomparsi. Quello a giorno davanti al passeggero era occupato dal bag (rimaneva il cassetto ovviamente), le tasche nelle portiere non erano granché capienti e quello dinanzi al cambio, come già detto, era stato sfrattato dai due quadranti supplementari, che indicavano carica della batteria e pressione dell'olio. Ce ne sarebbe stato un altro alla fine del tunnel, fra i sedili, ma sulla vettura di prova era occupato dal classico portacassette verticale che Opel ai tempi offriva come optional su gran parte della gamma (almeno le cassette stavano al loro posto... quello era abbastanza comodo). Strumentazione abbastanza completa grazie ai quadranti supplementari e alla buona dotazione di spie. Fondini bianchi come già detto. Decisamente obsoleti i comandi della climatizzazione (figuriamoci, lo erano già sulla Vectra alla nascita nel 1988...) con le levette tipo anni '70. Funzionavano bene ma ai tempi c'era già in giro ben altro sulle plance. Per fortuna con il climatizzatore era giunto pure quel miracoloso aggeggio che era il ricircolo, che Opel s'era scordata qualche anno prima. A fianco dell'obsoleto pannello clima, computer di bordo che faceva questo e quello, orologio digitale e pulsanti del traction control e sedili riscaldabili (optional, quindi pulsanti finti se mancava l'accessorio... cose di una volta). Leva del cambio un poco arretrata, mai quanto i pulsanti dei vetri elettrici in zona freno a mano, da sempre criticati sulle riviste. Noi in casa ci eravamo abituati, mio padre ne era contento perché diceva che così non pigliavano acqua aprendo e chiudendo le porte sotto la pioggia. “Meno roba elettrica c'è sulle porte, meglio è”, diceva. Però non erano comodi, questo è certo. Ottima la posizione dell'hazard fra le bocchette centrali e discreta la capacità del bagagliaio, che arrivava fino a 980 litri coi sedili reclinati. Alta la battuta del portellone. Ma passiamo alla “ciccia”. 'sto V6. Definito “a V stretta” (54° invece dei canonici 60) era siglato C25 XE e la sua compattezza era una delle principali prerogative. Progettato infatti per entrare nel vano motore di una vettura concepita per montare dei 4 in linea, oltre alla V stretta mostrava un secondo accorgimento atto a limitare gli ingombri. Le valvole di scarico, le più esterne nel layout del motore, avevano diversa inclinazione rispetto a quelle di aspirazione, e di conseguenza pure il loro albero a camme sporgeva in misura minore. Cinghia dentata e potenza di 170 cv (piuttosto tranquillo, 68 cv/litro), aveva un'altra delle sue caratteristiche nella posizione dello scambiatore acqua-olio fra le bancate, che in temperatura raffreddava il lubrificante mentre a freddo lo aiutava nel raggiungere la temperatura d'esercizio. Basamento in ghisa, teste in lega, rapporto di compressione 10,8:1. Gestione Motronic M 2.5 con debimetro a pellicola riscaldata e controllo del battito in testa con due sensori. Il tutto abbinato all'elettronica dell'ETC che interveniva in primis tramite una valvola a farfalla servocomandata nel condotto di aspirazione, a valle di quella principale dell'acceleratore, parzializzando la coppia motrice. Non fosse stato sufficiente a limitare i pattinamenti rilevati, interveniva su iniezione ed accensione, disinserendole ad intermittenza. Sospensioni anteriori McPherson con molle a spirale conica, ammo a gas e barra antirollio, e posteriori indipendenti con bracci oscillanti triangolari e barra antirollio. Servosterzo ZF pignone e cremagliera e ABS Bosch. Dischi anteriori autoventilanti da 284 mm, posteriori pieni da 270. Cerchi da 6x15” con i 195/60 15 87V di serie. La vettura della prova montava però i Firestone Firehawk 690 nella misura 205/55 R15 87W. Lunga 449 e larga 168 con un passo di 260 cm, pesava 1400 kg secondo i dati ufficiali (rilevati 1420) e portava con se 63 litri di benzina compresa la riserva. E come andava? Mo' vediamo. “Nell'ambito dell'attuale produzione motoristica Opel, il V6 da 2,5 litri è probabilmente il propulsore che meglio riesce a sottolineare la particolare identità della Calibra, vale a dire una coupè tutt'altro che estrema, veloce ma anche pratica e sfruttabile in tutte le condizioni. Il sei cilindri mostra una rotondità esemplare già sotto i 1000 giri, nonostante si discosti dai valori canonici nell'angolo fra le bancate; però a questa notevole fluidità di funzionamento non corrisponde una altrettanto elevata prontezza di risposta ai bassi regimi. La presenza della distribuzione a 24 valvole si fa sentire, determinando nel motore una chiara predilezione per la zona alta del contagiri. Passati i 3500 giri, infatti, il V6 dimostra tutta la propria verve, lanciando in avanti con decisione i 1400 chili della Calibra. Oltretutto accompagnato da una sonorità gratificante e mai fastidiosa, il che non guasta.” (a me non pareva granché come sound, carino ma niente a che vedere col Busso) “La velocità massima, favorita dal basso Cx, è notevole, dato che solitamente risultati simili sono appannaggio di vetture con almeno 200 cavalli, come la Rover 220 Coupè Turbo.” Bmw dichiarava una punta simile per la 328i, mentre le altre rivali provate... beh facciamo prima con un elenco. Opel Calibra 2.5 V6 236,450 km orari Bmw 328i Coupè 236 km orari (dichiarati) Rover 220 Coupè Turbo 236,400 km orari Honda Prelude 2.2 4WS 226,900 km orari Fiat Coupè Turbo 16v 223,100 km orari Toyota Celica 2.0 GT 222 km orari “La notevole spaziatura tra le marce, che si avverte in particolar modo tra la prima e la seconda, unita al peso superiore a quello di alcune rivali non permette alla Calibra di ripetere gli stessi exploit in accelerazione.” Vediamo qui sotto tabellina con un paio delle rivali estratte dal gruppo, rispettivamente la più lenta e la più rapida. Entrambe comunque migliori della Opel. Nella stessa tabella, alcuni piccoli confronti riguardo la ripresa (anch'essa penalizzata da rapporti e peso) e consumo (definito più interessante a velocità costante, meno valido in città). Insomma, a parte il piacere di guidare un V6, non vedo grandi motivazioni per comprare una Calibra del genere rispetto alla più economica ma comunque valida 16v oppure alla più focosa Turbo. Mai capito fino in fondo il senso di questa operazione (che comunque non so quali risultati abbia portato... quante ne avranno vendute? Mah...) Tornando alla prova, la Opel tornava a svettare riguardo il comfort, soprattutto per quanto concerne i rilevamenti fonometrici, mediamente migliori di 2-3 decibel rispetto a tutte le rivali. Buona anche la frenata, con spazi d'arresto contenuti (per i tempi): 41,4 metri per fermarsi da 100 km orari, grazie anche all'efficace antibloccaggio. “Piuttosto, la tendenza ad un accentuato trasferimento di carico sull'anteriore penalizza lievemente la fase iniziale del rallentamento, ma soprattutto determina un certo sbilanciamento qualora la frenata avvenga in curva o con la vettura a ruote sterzate. Proprio seguendo questa tendenza la Calibra V6 può reagire sovrasterzando se viene rilasciato di colpo l'acceleratore nelle curve affrontate mettendo drasticamente alla prova l'elevata tenuta laterale”. (concordo, un po' ci ho giocato e l'ho trovata abbastanza a prova di salame – come la maggior parte delle Opel – tuttavia se proprio volevi insistere in qualche modo alla fine riuscivi a farla partire, ma dovevi desiderarlo ardentemente). “Allo stesso tempo tempo diventa però evidente il sostanziale equilibrio della vettura, che non propende né al sottosterzo, né al sovrasterzo. A limitare il primo contribuisce il sistema elettronico di controllo della trazione, che anche quando si accelera in misura esagerata riduce automaticamente la coppia del motore, alla prima avvisaglia di pattinamento delle ruote motrici. In questo modo è di fatto annullata qualsiasi possibilità che si manifesti il sottosterzo di potenza, ma non certo l'allargamento della traiettoria se si affronta una curva a velocità impossibile. Va comunque aggiunto che anche con l'ETC disinserito la progressività del motore permette di far sì che i problemi di trazione e sottosterzo emergano soltanto nelle curve strette affrontate con le marce basse e con una guida sportiveggiante.” Per chiudere, una tabella generale che riprende i dati rilevati da AUTO nelle prove di Turbo 4x4 e 2000 16v, giusto per fare un confrontino. Vedere alcuni dati praticamente fotocopiati da quelli fatti registrare dalla 16v ed altri decisamente scarsi rispetto alla Turbo 4x4 che comunque non consumava affatto di più tranne che nel test al limite, mi fa pensare che tolto il pensiero di viaggiare a 6 cilindri a V (quale scopo dovrebbe avere, tale motore, se ai bassi mi fa perdere tempo tanto come il turbo che aspetta che si svegli la chiocciola e appena più sopra la stessa chiocciola mi asfalta??) non ci fossero grandi motivi per mettere in produzione e soprattutto acquistare questa versione... E con questo per il momento abbiamo concluso. Mi manca la prova della 2000 8 valvole, credo che da qualche parte ci sia. Ora mi dedicherò un po' all'Astra GSI di cui parlavo in altro topic. Felice 2015 a tutti!
  7. 'sti giovani, orfani del Net, non hanno avuto modo di imparare a pensare quadrimensionalmente
  8. Duna Duna, scrivendo "premio" mi è venuto in mente il gioco di parole ma questa è indubbiamente una Duna berlina.
  9. Ecco esatto Torpedo bravo Ciccio mi hai tolto una castagna dal fuoco. Proprio quella intendevo. Ti meriti un premio.
  10. Si si Marbella elettrica vista ai tempi su qualche pagina di Auto Oggi, nelle news. Però non ricordo assolutamente altro, al momento. Chi l'avesse fatta, come e perchè. Magari un giorno troverò l'articolo, ma non chiedetemelo ora per piacere. Il caos è più che sufficiente.
  11. Ma nessuno ha capito il messaggio che ha riportato max "e questo è solo l'inizio". Il tizio voleva dire che è ciò che accade girando la chiave. La lancetta dei giri sarà così in alto perchè il cruscotto fa il test con gli aghi che vanno e tornano, e il digitale dei km segna come hanno sempre segnato i digitali ottanteschi quando davi il quadro e si accendevano tutti i cristalli possibili. Sulla maggior parte dei digitali (vedi Kadett GSI o Omega 3000 ma anche altra roba) veniva fuori "288". Vi devo sempre spiegare tutto.
  12. Buongiorno e Buon Anno a tutti. Immagini a caso... (sto facendo le pulizie ) Alfa Romeo Autocarro medio 430 - 1946 Alfa Romeo Spider IV Serie - 1990 Francis Lombardi 127 Lucciola (ho il dubbio di averle già postate...) Volkswagen Polo - 1990 To be continued (cioè.... vado avanti a riordinare)
  13. Può essere benissimo così, come scrivevo oggi non ricordo bene. Però mi è rimasta impressa questa frase di Giorgetto, letta in chissà quale posto, sul "dove diavolo aveva pescato quelle valigie". Può essere benissimo che la frase fosse "dove diavolo aveva pescato delle misure del genere, per delle valigie". Sorry Ricordo bene quel servizio, era Mario Favilla a parlare. Dovrei avere quell'intervista da qualche parte, magari riesco a tirare fuori il passaggio saliente. Comunque si, nell'ambiente dei curiosoni si è sempre detto che l'Alfetta fosse venuta bene fino ad un certo punto, in casa, e che un'aggiustatina fosse arrivata seguendo alcune idee proposte dal Giorgetto. Comunque dopo vedo se riesco a trovare le parole giuste. Riguardo la fonte delle foto, non ne ho l'assoluta certezza perchè mi sono state date da un amico che le ha trovate (fotografandole, non facendone scansione) su un vecchio volume pescato dalla libreria privata del Valsesia Lancia Story (che include di tutto, mica solo roba Lancia). Se non vado errato dovrebbe trattarsi di un vecchissimo numero della rivista Style Auto. Mi scuso per essermi scordato di citarla prima. Spero che non ci siano problemi per averle riportate alla luce, son foto che han più di 40 anni....
  14. A me lo dici? Tipo e tutto il suo progettone (la modularità ecc. ecc.) è stata l'auto che mi ha fatto appassionare (avevo 10 anni...) a tutto quello che stava sotto ciò che avevo ammirato fino a quel momento, cioè l'estetica e gli interni, in un'automobile. Fu spiegato con tale dovizia, quell'importante ed innovativo (nonchè precursore, alla fine oggi si fa tutto così...) progetto, da permettermi di imparare un sacco di cose, così come lo fece il Tipo Quattro. Da lì in poi, dopo aver imparato un sacco di cose, iniziai a guardare con molto più interesse quello che stava dentro i vani motore, nei vani porta, negli spaccati.... soprattutto a livello di strutture, e mi entusiasmava quando riuscivo a capire che sotto un'auto ce n'era in realtà un'altra, che era stata nascosta cambiando questo e quello. Ad esempio, oltre a piacermi un sacco come linea, ho adorato la Dedra perchè ero entusiasta della tecnica che avevano usato per piazzare un tipo di portiere completamente differente rispetto alla Tipo di partenza. I longheroni che ha mostrato Gimmo... oh in quante immagini li possiamo vedere 156 Sportwagon 155 (struttura rinforzata) Tempra (struttura rinforzata) ... per non parlare della fila di immagini che si trovano sul libro "Le Abarth dopo Carlo Abarth" di Gastaldi e Limone, riguardanti la costruzione delle varie Tempre Veloci che tanta gloria hanno dato al Biscione in pista. Immagini che però non riporto per estremo rispetto nei confronti degli autori e del loro bel volume. Si vede di tutto, rinforzi allargamenti rollbar evoluzioni varie atte a trasformare una berlina in un missile da pista... ma loro sono sempre lì davanti. Lo scrissi tempo fa, il T2-3 è sempre intorno a noi e in effetti, se ci pensiamo, son passati più di trent'anni dalla sua nascita (come progetto, non come prima vettura sul mercato) ma ancora oggi praticamente ognuno di noi ne incrocia almeno uno nel traffico, ogni giorno, nelle sue varie declinazioni. Tornando per un attimo all'entusiasmo di cui parlava Nicketto e che mi trova completamente d'accordo, io mi emozionavo quando capivo "che"... beh tutti noi sappiamo "che" e poi perchè là davanti alla ruota anteriore di questa Trevi vediamo una struttura che notiamo anche qui, dietro al faro anteriore sinistro e che vediamo bene anche qui sulla svedesona e che ci permette di capire che anche qui c'è una certa somiglianza, zona duomi-longheroni di assorbimento, con il 2-3, come fosse una tipologia di struttura collaudata come progetto, e riscalata secondo le esigenze da parte dei progettisti (può valere anche per la Y e la Punto che cita Wil, non conosco sinceramente le loro strutture). Il sottoscritto però si entusiasmava quando guardando foto varie scopriva che (K coupè) e (qui si vede poco) (K berlina ai tempi delle prove di montaggio all'Officina Pilota, in concomitanza con lo smulettamento finale di Punto). Che il T4 rivisto e corretto sia andato dalla fine degli anni '70 fino a boh, già si sapeva (basta curiosare nel vano motore di una 164 e di una K messe una a fianco dell'altra, per notare quei due scivoli vicino ai parafanghi e pensare che ollàllà) però per il sottoscritto era uno spasso arrivarci sbirciando qui e là. .... ........ ........... ripropongo un attimo la 9000 con le sue orecchie di Dumbo dietro alla traversa, e aggiungo una foto un po' scarsa ma se uno aguzza la vista... ollàllà Ok, ora ne ho fatto un po' caricatura. Non sto dicendo che sotto una 166 c'è esattamente una Croma, non funziona mica così e lo sappiamo tutti. Però è bello curiosare - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -
  15. Nello specifico quella è una Tipo solo per quanto si trova dopo le ruote posteriori, cioè il finale corto e la parte di struttura dove andranno piazzati i fari. Ovviamente quella parte su una Tempra non c'è, ed il lamierato dalla vasca ruota di scorta in poi è diverso. Per il resto credo che almeno per quanto riguarda la prima fase del progetto sia tutto standard.
  16. Sottoscrivo anche le virgole, e lo faccio da fumatore. Fumo (sigarette), non molto ma fumo. Oddio, si può anche dire che non esiste il poco ed il molto, o si fuma o non si fuma. Però vabbè, con un pacchetto di sigarette faccio una settimana, quindi diciamo che rispetto ad uno che fuma un pacchetto al giorno fumo meno. Essendo abituato a fumare poco, non mi capita di provocare molti fastidi a chi non lo fa per niente. Vivo da solo ora, e mi piace fumare quella sigaretta ogni tanto. Tuttavia, mi piace che l'aria di casa se ne resti limpida per cui quando mi va, anche d'inverno, me ne esco sul balcone e me la fumo fuori. Se non mi va, perchè fa troppo freddo o perchè non mi va di uscire, non fumo e amen. Ne consumo di meno e me le godo di più (perchè uno se le gode le fumate, è indubbiamente dannoso ma chi fuma lo fa perchè gli piace, no? non è che l'unico scopo sia quello di appestare gli altri, fare i fighi, spendere soldi o rischiare di rovinarsi la salute - fermo restando che è un vizio dannoso). Si esce, si va a pranzo, si è al bar in compagnia. Vien voglia di fumare, si va fuori e si fuma. Da fumatore mi ha fatto piacere, lo dico davvero, la legge che ha obbligato la gente ad uscire dai locali. Perchè il fumo può sicuramente da fastidio anche a chi fuma, quando è troppo o nel momento sbagliato. E condivido anche il fatto che debba essere posto un vincolo a quanto accade sulle spiagge. Ammassati negli ombrelloni ad un metro di distanza, non mi è mai parso il caso di sbattermene ed accendere una Marlboro con della gente accanto che può non gradire. In spiaggia son sempre andato a fumare nelle zone aperte, sul bagnasciuga, o coi piedi in acqua, o comunque lontano da altre persone che non fossero con me o che non stessero fumando insieme a me. Portandomi il più semplice dei portarifiuti, che bene o male stando in spiaggia sempre hai fra le mani. La lattina vuota di qualsiasi bevanda, nella quale ci resta sempre un poco di liquido e te lo spegne (o al massimo peschi un po' di acqua di mare). Finito di fumare ci buttavo dentro il mozzicone e poi patapum la lattina nel bidone dei rifiuti. Perchè se a me fa schifo trovare la spiaggia sporca quando arrivo (o mi lamento con la direzione perchè la spiaggia è sporca) non vedo perchè debba buttarci il mio mozzicone. Centri commerciali, idem. Almeno dalle mie parti, non vedo questo dramma all'uscita degli edifici. Vero, ci sono sempre due o tre persone, vicine se si conoscono, ognuna per i fatti suoi in caso contrario, nei pressi dei portacenere all'uscita. Specialmente in questo periodo di regali e shopping natalizio. Spesso mariti o fidanzati che non ne possono più della tiritera della moglie o della fidanzata che per comprare una cosa deve vederle tutte e ti fa andare le balle in terra (spesso la vita da fumatore fuori dai centri commerciali ti porta ad osservare che le espressioni son più o meno sempre le stesse... "che palle"). Tuttavia, ripeto ALMENO QUI DALLE MIE PARTI, tali portacenere (e di conseguenza tali accrocchi - limitati - di persone) non sono proprio davanti alla porta. Son fuori ma ai lati, non esattamente sul passaggio. E di conseguenza giungo alla mia conclusione, che viene anche dal fatto di aver sentito persone lamentose che veniva voglia di mandare un po' a quel paese, scusate. Si esce da un centro commerciale, ci sono 300-500-1000 metri quadri liberi di aria aperta e spazio senza vincoli, con millemila possibili traiettorie.... ho visto gente uscire e nell'ambito di un mezzo piazzale PASSARE PROPRIO DI LI' a un metro e poi dopo tre passi lamentarsi del fumo. Insomma... io fumo ma rispetto il desiderio altrui e mi comporto sempre in modo da arrecare il minimo fastidio, ma a volte anzichè pensare che il fumo vaghi in aria aperta e vada ad incontrare narici sensibili, mi sembra che ci sia gente che col naso il fumo lo va a cercare apposta per buttar giù la lagna. Aria aperta per aria aperta, fuori da un centro commerciale non cambia se io sto nei pressi di un portacenere (per evitare di gettare in giro cenere e mozzicone, nessuno pensa che si sta lì per un desiderio di pulizia? siamo tutti lì a portata perchè il portacenere ha qualcosa di affascinante nelle forme che ci attrae?) oppure me ne vado al parcheggio (nella stessa aria aperta, cosa cambia?) e mi appoggio con le chiappe sul cofano della mia Punto a fumare. E se un giorno mentre poso i glutei sul torinese frontale mi arriva la signora Pervinca che odia il fumo e che dal parcheggio a fianco deve prendere la sua Pronza? Si lamenterà del fumo? Faremo i parcheggi per i fumatori? In spicciolo, se ad un pranzo parerista mi assento per fumare e con me vengono Cibus e Duetto (due fumatori presi a caso) e stiamo parlottando fuori dalla porta, un po' defilati, fumandoci una sigaretta, e dopo cinque minuti mi arriva il parerista X che non fuma, che non apprezza, si infila a chiaccherare e poi si lamenta del puzzo di fumo, beh a me sinceramente un pochino da mandarcelo viene. Sembrerà una considerazione stupida, ma io a volte il lamento in diretta lo ricevo in questo modo. Io me ne sono andato, mi sono fatto da parte per fumare senza darti fastidio, mi piombi fra i piedi e poi ti lamenti. Ingigantendo la cosa, mi viene in mente Automotoretrò a Torino. In fondo al padiglione, vicino al bar, ci sono le porte antipanico che restano sempre accostate e danno sul retro. Ci sono i portacenere e la gente come ovvio quando vuole fumare va lì. Ora, se uno vuole uscire sa che lì ci sono persone che fumano. Se gli da fastidio, se ne esce e fa due passi, lo spazio c'è. Se mi esce, si piazza lì vicino ai portaceneri e dopo un minuto inizia a guardare male noi sei sette otto che fumiamo, beh scusate eh?? Perchè c'è anche gente fatta così.
  17. Per farla breve (non ricordo le parole esatte ) uno dei peggiori incubi di Giugiaro durante la progettazione di Alfasud venne dal fatto che un bel giorno Hruska si presentò con quattro valigie ENORMI (Giorgetto disse, se non ricordo male, di essersi chiesto per lungo tempo dove diavolo fosse andato a pescarle o se le avesse costruite apposta lui, dato che di così grandi non ne aveva viste mai) dicendo che il bagagliaio della futura piccola Alfa avrebbe dovuto essere abbastanza capiente da contenerle. Combinare il tutto, tra spazio necessario, forma della vettura e dimensioni richieste fu un lavoraccio e sempre se non ricordo male, una delle conseguenze di tutto ciò furono le cerniere del portello bagagli montate all'esterno (che sulle prime Sud erano uno spettacolo da vedere, poi con il redesign di Cressoni - se non sbaglio, ci vorrebbe il Fusi - furono coperte da un profilato in plastica alla base del lunotto) per guadagnare spazio. Evidentemente piazzare le cerniere all'interno come su qualunque auto cristiana avrebbe comportato l'utilizzo di una struttura che avrebbe impedito il carico di quei bestioni portati da Hruska.
  18. Beh i longheroni simili a quelli del Coupè ci sono perchè sono parte del pianale Tipo, ce li hanno lei così come tutti i suoi derivati. Una delle caratteristiche specifiche del pianale in fase di progetto era quella di avere una struttura anteriore molto bassa, da completare poi con le parti necessarie a seconda dei modelli, che permettesse un domani, volendo, di derivare vetture sportive dal frontale profilato. Il tuo cofango e quello del 916 son venuti fuori facilmente anche per quello. Se non volevi un frontale alto bastava non aggiungere cose, dato che la struttura di base con le sue proprietà di robustezza ed assorbimento degli urti era stata impostata bassa in partenza. Questa è la struttura della Tipo. Per quanto riguarda la tua domanda, ti ringrazio ma per me è sufficiente, se vuoi, citare AP come fonte. Quello che faccio è dedicato a questo forum ed ai suoi utenti, ed ovviamente non sono proprietario di nessuna delle immagini che corredano i topic. Vengono dalle riviste e come sempre la citazione si basa sul fatto che dopo il canonico lasso di tempo, secondo la normativa, è possibile utilizzarle citando la fonte (quando possibile, anche perchè a volte le immagini vengono dal web e non si sa da dove arrivino, oppure son talmente diffuse su tutte le riviste perchè magari date dalla Casa stessa, che non sai bene chi citare...). Se vuoi puoi chiedere un parere anche ai nostri mods e amministratori, per agire nel modo migliore, io personalmente non avanzo nessuna pretesa, non ne avrei nemmeno il diritto, visto che le mie ciacole si basano su testi, notizie, info ed immagini prese dalla stampa di tanti anni fa. Ovviamente nei confronti del forum una citazione come fonte ritengo sia doverosa e rispettosa.
  19. Ravanando a fine anno (ovvero utilizzando un poco di tempo libero per cercare di mettere in ordine immagini inserite nel pc a scatafascio nei mesi passati) ritrovo queste tre foto che tempo fa avevo pensato di tenere da parte per un post curioso. Siamo nel febbraio del 1989 ed il settimanale Auto Oggi pubblica un servizio con questi tre scatti, presi ovviamente a Torino, all'uscita di qualche portale Fiat. Una piccola bisarca trasporta due pianali Tipo cui manca tutta la parte superiore della scocca ma sono già dotati, a quanto pare, della meccanica completa, con tanto di marmitta. C'è il volante (che probabilmente sarà servito per muoverli, non credo per guidarli dato che manca il sedile ) ed un paio di fogli, sicuramente pieni di specifiche, stanno appiccicati sulla struttura anteriore del pianale. Inoltre, in paio di rinforzi diagonali sono piazzati tra montante anteriore e longherone, credo per tenere in bolla la struttura durante il trasporto, sicuramente debole data la mancanza della parte superiore della scocca. Di certo non fanno parte del telaio, dato che lì ci devono passare i piedi del conducente e del passeggero. La notizia, veritiera ma abbinata male alle fotografie, era che Fiat aveva avviato una collaborazione per costruire insieme a PSA il famoso "Vetturone" che sarebbe poi stato negli anni a venire l'Ulysse/Evasion/806. Abbinata male perchè come sappiamo il "Vetturone" non nacque certo sul pianale Tipo 2, tuttavia ai tempi il settimanale scriveva (abbinando un bozzetto di un'accattivante monovolume marchiato Peugeot, credo proveniente dal cugino Auto Plus dato lo stile del bozzettaro) che la monovolume Fiat sarebbe stata una vettura di quella taglia, quindi un po' più piccina di quanto fu poi in realtà. Quello che mi incuriosisce a distanza di 25 anni è dove stessero andando quei due pianali dotati di meccanica, su di una bisarca marchiata Fiat Auto come ovvio. Magari non c'è nessun mistero, magari era semplicemente uno spostamento di due manichini di studio da uno stabile all'altro. Messi così all'aria aperta non mi danno l'idea di essere destinati a fare un grande viaggio (e sicuramente non stanno andando in Francia coi fogli svolazzanti). Che stessero andando ad Arese? Mi sembra tardi, nel 1989. Oppure magari si, qualcosa per 145/6, da modificare e completare come maquette marciante oppure come prototipo ibrido? Vanno da qualche carrozziere? Possibile, così "basic", senza scocca? Mah. Oppure ancora, come ho detto sopra, niente di particolare... che ne pensate? p.s. chiedo agli occhi di falco per la meccanica... che motore c'è su? Si capisce?
  20. Buon Anno a tutti gli Alfisti vintage con le immagini (purtroppo di mediocre qualità) di primitive Alfette. Per chiudere... ora son certo che Giorgetto mi manderà un messaggio per mandarmi "a" dato che a distanza di 45 anni era riuscito a dimenticare uno dei suoi incubi peggiori. Per anni le ho cercate. Ora le ho trovate. Adesso posso andare in pensione. Le piccole valigie di Hruska. Quelle che "ci dovevano stare", quelle delle cerniere del portello bagagli all'esterno. Scusami Giorgetto, cerca di dormire stanotte. E' passato, è lontano, quelle brutte valigie oggi son solo una foto.
  21. Le bocchette non andranno a finire nel punto in cui si trovano sulla X...
  22. è più forte di me. Tutte le volte che leggo "alle vostre famiglie" mi viene in mente Johnny Stecchino. "Brutti pezzenti accattoni puzzolenti maledetti tirchi...tremendi, il primo che rinomina Maria...zzc zzc! Kaputt! Avvoi e attutte le vostre famiglie!"
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