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PaoloGTC

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  1. Rispondo qui all'urlo lanciatomi da @zio.luciano nel topic della Pandina Pandona Pandella per non alimentare un OT che giustamente è già stato troncato , anche perchè la Uno truccata da Panda da lui postata casca a fagiuolo in questo topic. Esatto, era il 1982 e Quattroruote pubblicava uno degli ultimi servizi-scoop sulla Uno, mostrando questo esemplare (forse l'unico "conciato" così, mai visto un altro) egregiamente camuffato in modo tale da sembrare una Panda a degli occhi poco esperti. (notare la "finezza" del paraurti Panda tagliato in due ed allargato, per adeguarsi ad una carrozzeria leggermente più grande) A dir la verità, e qui tocchiamo un argomento già trattato più volte, non furono soltanto degli occhi poco esperti a cascare nel tranello teso dai camuffomen Fiat, perchè pure Gente Motori presentò questo prototipo come quello della "Panda Super", una Panda più ricca, più grossa, più accessoriata, dotata addirittura di una carrozzeria completamente differente. Nel far questo sostenevano che la Uno sarebbe stata un'altra auto ancora. Un discorso che non stava in piedi, insomma, e riguardo al quale ebbero il coraggio di tenere il punto, perchè GM fu il primo a mostrare foto di questo prototipo, parlando appunto di "Panda Super": poi arrivò il servizio di Quattroruote, ed il mese successivo GM tornò alla carica in un articolo più piccino, a ribadire che "altri" si stavano sbagliando, che la Uno era diversa e che questa era la "Panda Super". Cioè, de coccio proprio eh? Anni fa, dopo aver conosciuto in via epistolare Gianni Marin ed essere entrato un po' in confidenza con lui, parlando di "eroici scoop" di GM che sì tanta rabbia avevano creato alle Case, ebbi l'ardire di tirar fuori questo abbaglio, in verità uno dei pochi in tanti anni di carriera della sezione spy della rivista. Mi rispose semplicemente ".... non ricordo..." Comunque: a quei tempi il termine "Pandona" era già stato suocero... ehm, coniato. L'aveva tirato in ballo QR commentando la foto inviata da un lettore (capitava di trovarle nelle pagine delle lettere... gli scatti amatoriali con i prototipi Uno come protagonisti non furono pochi) il quale aveva colto un prototipo Uno dal balcone di casa sua, mentre transitava a fianco di una Panda parcheggiata. Non si parlava di una possibile somiglianza fra le due Giugiare (che comunque in certi tratti della carrozzeria in effetti c'è... vedi il montante posteriore) portando quella foto come esempio, perchè alla fine erano due auto fotografate dall'alto e da lontano: in quel frangente si giudicava interessante la foto perchè aiutava in qualche modo a farsi un'idea della differenza a livello di ingombri, dato che il prototipo Uno in transito e la Panda parcheggiata erano quasi affiancate. Anche qui, un discorso che non stava in piedi: cosa si poteva capire da questa foto? Niente! Complici i colori, sembrava quasi più grande la Panda Era comunque in questo momento che QR usava per la prima volta il termine "Pandona", perchè le gole profonde mormoravano che Giugiaro avesse preparato per Fiat una "grossa Panda": pensiero che in effetti poteva aver ragione di esistere, anche a livello di "spetegulès", conoscendo l'amore di Giugiaro per i suoi stilemi "del momento" ed il suo modus operandi che lo portava a proporli su tutto quel che realizzava... in quel momento. La foto molto curiosa che invece voglio mostrarvi stasera, e che ho ricevuto da un caro amico spagnolo, grande giornalista che si dedica alle auto d'epoca, ritrae un prototipo assai strano della Uno. Non avevo mai visto prima questa immagine, e mi risulta totalmente inedito anche il prototipo, tanto che quando me l'ha inviata mi son chiesto "e questa da dove ca... arriva?" Domanda che porta ad una risposta ancor più inaspettata, perchè la foto in questione arriva da alcune pagine che una rivista americana dei tempi dedicava ogni mese agli scoop. Il suddetto amico nei mesi scorsi mi ha inviato tantissime foto spia prelevate dagli archivi di questa rivista, ma tutte riguardavano prototipi di auto americane. Poi... dal nulla, in mezzo a tutti i "futuri barconi degli anni '80 iuessei" spunta un articoletto che parla della futura utilitaria italiana. Prima di tutto, non ho capito il senso dell'articolo su delle pagine "americane"; poi... mi son chiesto dove l'avessero paparazzata questa Uno, dato che qui non si era mai vista e dato che il fotografo (citato a margine di di tutte le foto di quella rivista, che ribadisco, in tutti gli altri casi mostravano future auto americane) era sempre lo stesso. L'aveva beccata in America? Cosa ci faceva in America? Oppure si era fatto un viaggetto qui e l'aveva paparazzata? E poi, dove? Non si capisce nemmeno la location.... Ma a parte ciò... ma cos'è 'sta roba? Le dimensioni che sembrano leggermente più compatte della vera Uno, e quel fascione sul fianco, mi fanno ricordare la maquette della Uno-Lancia, poi sviluppata, ingrandita, e trasformata in Fiat. E quel frontale? Boh. Vi giuro, ancora devo capire la natura di questo prototipo. Siamo forse di fronte alla primissima Uno ad aver messo le ruote (della Ritmo ) su strada? La vediamo insieme, accompagnata dalla maquette Uno-Lancia, tanto per fare un confronto.
  2. quando c'è il tempo, è sempre bello andare a curiosare in archivio cercando vecchie storie, quindi il ringraziamento va anche dall'archivista a chi ogni tanto pone delle domande In pratica sì, perchè i progetti 433-434 che avrebbero dovuto dar vita alle "145" e "155" secondo il CS Alfa sono i primi "files" che si incontrano percorrendo la design story della compatta Alfa. Non abbiamo però immagini della 434 del CS Alfa, ossia della 3v. Vediamo quella di Fumia sul suo libro, ove lui racconta appunto che Pininfarina era stata interpellata da Alfa anche per le medie, dopo aver incamerato la 164 e ovviamente prima di quella fine 1986 in cui tutto cambiò. Stasera vediamo anche la 433 di Pininfarina, che Fumia sul libro non mostra e che pertanto sembrerebbe non sia opera sua, dato che lui nel tomo ci ha messo ovviamente tutto quel che ha fatto. Sarà quindi stato un altro designer Pininfarina ad occuparsi della 433, dato che lui non ne parla? Chi lo sa.... e come dicevo, resta un mistero quello che avevano pensato di fare al Portello come "nuova 75", prima che si prendesse la decisione di partire dalla Tempra. Un mistero perchè nella design story di 155 non viene mostrato nulla che abbia preceduto la 155 stessa. Non avranno magari fatto in tempo a sviluppare qualcosa? In fondo eravamo nel 1986, la 75 era appena uscita e fra le due era sicuramente la 33 la prima a cui dare un erede... almeno in teoria, perchè poi accadrà il contrario. Comunque sia, qui vediamo la 433 proposta da Pininfarina, che venne messa a confronto con quella del CS Alfa che abbiamo visto l'altro giorno. Non si capisce bene cosa volessero fare là dietro, con quel lunotto che pare svoltare sui fianchi, creando una sorta di cupola che allunga il padiglione e fa un po' "Panda Van" (purtroppo non abbiamo una vista posteriore). Inoltre, una vista anteriore della 2v "iso-Golf" come l'ho chiamata l'altra sera la quale mi fa dire, onestamente, che non avrà avuto la plasticità di certe forme viste sulle Alfa degli anni '90, ma secondo me non sarebbe stata affatto una brutta auto, immaginando di vederla in strada all'inizio della nuova decade anzichè posticipata tirando avanti la 33 per 11 anni. Ricordo che siamo sempre nell'autunno del 1988, e che si parla sempre di un modello che "sperava" di essere legato alla Tipo solo dal pianale. Altra immagine che ho rivisto dopo tanto tempo e mi ha fatto dire "apperò", questa proposta per la plancia: è il giugno del 1989 e gli studi per gli interni sono appena iniziati. Questa è la prima ipotesi... che debbo dire mi sarebbe piaciuta un bel po' (probabilmente rubarono le bocchette ad una Bmw , però ragazzi, onestamente, messa a confronto con la plancia della 145 questa secondo me vince a mani basse....c'è una lieve aria di Fiat Coupè, e forse è questo a farmela piacere... perchè per me ancora oggi la plancia del Coupè è una delle più belle della storia dell'auto)
  3. Nelle tristi immagini dello sfascio al Portello si vede questa... ...che come potete vedere era asimmetrica... ....e che quando era una giovane maquette piena di speranze, aveva questo aspetto: Al secolo, progetto 433 (che andava in coppia col 434 iso-155 di cui Fumia ha mostrato la sua proposta nell'autobiografia), proposta del CS Alfa. Siamo nel luglio del 1986.
  4. Una delle idee di Enrico che avrebbero meritato di diventare realtà, in mezzo ad altre che onestamente stanno bene dove sono rimaste. Calcolando quanto sono migliorate vetture come 164, 916 e Y con il processo di affinamento, rispetto a dei bozzetti che contenevano sicuramente il "seme" della sua creatività (ha un caratteraccio che negli ultimi anni secondo me è pure peggiorato, ma gli va dato atto di aver creato tre auto bellissime e assolutamente originali), ma erano un po' "acerbi" nelle proporzioni, posso immaginare che questa vettura una volta "finita" sarebbe stata una gran bellezza.
  5. Max I remember this plan but each time seems there was something not working between management and research/development. Don't forget, according to Chirico's memories (his speech at Museum during the 75 anniversary in 2005) in 1980 they were at the beginning of the 156/154 development which, in his own words, were "both rear traction, sharing a lot of components, with 6 speed gearbox on the front axle that was also built and tested on a mule" and only in 1981 IRI told them they had to build the next middle/big size on the T4 Fiat platform. So... something doesn't match if we say in the '80 they were thinking about a future range all front wheel drive. In fact, they had issues when came the moment to put the 156 (Cressoni) body on the T4 because of the engine shape and the hood. About the T2/3 for the next "33", of course they knew it was the only way (Alfa was already under Fiat from two years and also the CentoTemprantacinque was already frozen), I was just saying that at the beginning the hope was to keep the Tipo platform and wheelbase only, not part of the carry over too. If you look at the first maquette ( autumn 1988) you can see a different A-pillar, while in the spring 1989 one we already see the Tipo windshield and A-pillar.
  6. Volendo fare gli spiritosi, possiamo dire che furono costretti ad usare una Tipo.... ma prima volevano fare una Golf
  7. Sì, io le avevo già viste ora non ricordo se in passato le avevo già caricate anche qui, ma credo vengano dalla mia pagina FB , dove fra gli amici c'è sempre qualcuno che ogni tanto passa a fare spesa e poi pubblica qui lì là Non per fare le sborone e dire "queste robe le ho solo io" assolutamente... ma ad esser sinceri prima che mi mettessi a fare questi scan, queste cose in giro per il web non c'erano. Nulla di male, ci mancherebbe Comunque, per contestualizzare un pochino: le prime due foto mostrano la cosiddetta "164 RT" (Restyling Totale) del febbraio 1990, che fu la prima proposta Pininfarina per l'erede della berlina nata dalle manine di Fumia. Venne ovviamente scartata nel momento in cui si decise di fare un'auto "più nuova" (questa, al di là di differenze di "pelle" esterna in fiancata, avrebbe dovuto conservare il più possibile del carry over originale... una 164 e 1/2, via...) Qualcosa rimase nell'aria a livello di frontale, comunque... l'idea dei fari mignon. La berlinetta invece fa parte della definizione di 145. Era l'autunno del 1988: l'erede di 33, già s'era deciso, sarebbe nata sul Tipo 2, ma in una prima fase l'ipotesi era quella di usare SOLO il pianale, costruendoci sopra una carrozzeria completamente diversa, senza vincoli a livello di parabrezza e montanti anteriori. Poi il CS Alfa fu costretto ripensare il tutto, quando fu deciso che la vettura avrebbe dovuto avere più parti in comune con la Tipo. La maquette in foto è della primavera 1989, e anche se non è chiarissimo a prima vista, a livello di porte è più vicina alla Fiat. Prima era una cosa del genere. I laterali mostrano meglio il cambio di rotta.
  8. In quella di Basso comunque il "seme" della Stilo lo vedo, con quella "spalla" molto decisa sul fianco e l'idea di far nascere i gruppi posteriori al termine della stessa. Riguardo le proposte dei carrozzieri, ho come il sospetto che non ci fosse poi quel grande impegno nei confronti del Gruppo, il quale coi suoi marchi non aveva portato in strada chissà che di quanto da loro proposto negli ultimi anni. Mentre nasceva la Stilo erano ormai pronte vetture come 156 e Lybra: della seconda conosciamo le vicende tramite le memorie di Fumia, della prima sappiamo che quanto di buono fatto da Giugiaro è finito nella gloria di un collega (lo sostengo e lo sosterrò sempre). Pinin era stato fatto fuori, anche per la 166. Giugiaro aveva fatto la Punto, ma per la seconda nada. Bravo & Brava, dopo una Tipo nata anche tramite qualche simpatia erano nate pressochè "in casa" mentre tutto il lavoro di Giorgetto (in alcuni casi secondo me affatto disprezzabile) era rimasto nei suoi stanzini. Y era stata una delle "perle" di Fumia e la K, vedi Tipo. Non credo avessero chissà quali prospettive nel proporre la "loro" erede di B&B.
  9. Comunque possiamo aggiungere alla "gallery" le proposte iniziali di Mauro Basso.
  10. Non avete mai avuto l'impressione, osservando una design story come questa, così piena di proposte le quali ancor prima di esser belle o brutte sembrano indicare una malavoglia generale, che di fare quella vettura nessuno avesse la minima voglia?
  11. A me complessivamente non dispiace, e se penso allo stile di molte auto che oggi si vendono (relativamente) tanto, credo che avrà un ottimo successo. Non la promuovo al 100% perchè io son vecchio dentro, fuori e due metri intorno e perchè, cosa ovviamente molto personale, noto un sovraccarico di dettagli prettamente... francese. Per il mio umilissimo parere, poteva esserci anche qualcosa in meno, sorprendentemente fuori anzichè dentro. All'interno mi aspettavo più "caos", pensando a certi prodotti francesi molto recenti, e invece mi hanno sorpreso. Fuori... beh quel frontale per me porta con sè una bellissima idea gestita un filino male. Comunque ritengo abbiano fatto un bel lavoro, pensando ai vincoli. Mi fa solo sorridere, da vecchiaccio che ha visto i dietro le quinte del design di un tempo, fatto anche di ragionamenti su quella che doveva essere ad esempio la "guardia" di un paraurti con lo scopo di proteggere i gruppi ottici, che ora a dar spintoni o prender botte nei parcheggi la fanaleria sia la prima
  12. Ellamiseria un topic io avevo finito! Che pignool... oh, scusate un attimo, il telefono... dev'essere la regia. Pronto? Sì buongior.... sì stavo giusto vedendo che... sì. Ah, ok. Sì. Un topic per..... ecco. Uhm. No no, ci mancherebbe, è solo che.... ok. Sì. Però... uhm. Ok. Sì, certo, però.... ah. Oggi. Ma guardi, oggi..... ah. Ho capito. No no, provvedo, faccio colaz... ah. Prima. Sì, foto. Sì, tante. Ok. Come? La punteggiatu... ma io di solito... ok ok ma non urli.... Sì. Va bene. No no lo so che è al massimo è lei che dice va bene, era solo un modo di... pronto?? Pronto?? Ho avuto una splendida idea sarebbe interessante un topic nel quale, attraverso esempi vari, si analizzano le varie fasi che i prototipi attraversano, dal camuffo totale a quello più leggero, passando per gli escamotage utilizzati per confondere le idee. Per ora lascio solo una foto della 155, per un confronto con il bozzetto nel primo messaggio di questo nuovo topic poi vedrò di tirar fuori altro, ma dopo aver fatto colazione (tanto ho staccato il telefono)
  13. Sì, infatti... a quei tempi vedendo l'apparente approssimazione (che comunque in parte c'era, almeno nella fase finale dell'abbigliamento posticcio, perchè le strisce di nastro nero, bianco o grigio che a volte servivano a tenere insieme due pezzi, altre volte eran lì solo per "far casino" erano tirate a casaccio) avevamo l'impressione che stessero per cadere a pezzi e che quegli accrocchi fossero stati costruiti in fretta e furia con quel che c'era, ma uno studio a tavolino ha sempre preceduto la costruzione dei camuffi. Sia per nascondere qualcosa, sia per far credere ad altro. Poi c'erano le varie fasi: all'inizio il camuffo più pesante, privo di ogni "suggerimento", poi venivano quelli con la medesima forma che però tramite il nastro adesivo di proposito lasciavano intuire qualcosa. Devo andare OT per dare un esempio, ma mi scuseranno. La Tipo (una vettura a caso, di cui conosco i prototipi giusto un pelo ) inizialmente circolava così: Chi la incontrava per strada non aveva nessun aiuto nel cercare di capire quale fosse il taglio del posteriore e la sagoma della portiera. Poi, qualche mese dopo.... Il cubettone era ancora lì, ma avevano deciso, col nastro, di dare qualche suggerimento. E' sempre stato un affascinante strip-tease. Nel caso della 155, credo che DeSilva (stando alla circolare) avesse deciso di nascondere, almeno per il momento, che il giro-porta era proprio quello di due Fiat sul mercato già da anni. Mi sfugge invece l'idea di aggiungere una traversa di camuffo sopra il parabrezza: cosa avrebbe dovuto nascondere? Per chiunque sarebbe stato ovvio pensare che si trattava di un pezzo di polistirolo privo di qualunque significato. Certo, ricordo sempre il caso della 164 Super. Ce lo raccontò un collaudatore oggi in pensione, piuttosto conosciuto fra gli Alfisti e attivo anche su FB. Un giorno ricevette l'ordine dalla direzione di recarsi nel tal posto alla tale ora, perchè ci sarebbe stato un fotografo di una rivista. Lui andò ovviamente, e lo trovò. Il mese dopo su Gente Motori c'era lo "scoop"
  14. Per quanto riguarda il progetto del camuffo per la proposta di Giugiaro... non saprei dire se alla fine sia stato messo in pratica. Mai vista un'immagine di un prototipo di quella vettura in strada. Da amante dei camuffi però è molto bello vedere che il loro studio passava anche attraverso la realizzazione di bozzetti, come per il design vero e proprio. Tempo fa avevo messo via delle prove simili per le 33 restyling e la 155... siamo leggermente OT perchè non si tratta di mai nate, ma guardo un attimo se le trovo....ah ecco qui c'è la 155: bozzetto e circolare interna che vi invito a leggere e qui la 33 restyling, in un bozzetto che studia il camuffo di una "ibrida" con il nuovo posteriore abbinato al vecchio frontale... anche se poi a dire il vero di prototipi "ibridi" nella cartella delle spies di 33 Rst non ne ho manco uno... erano camuffati proprio così, ma avevano già il frontale nuovo. Non saranno stati paparazzati... va bene che le foto ai tempi eran tante e le ho messe via tutte o quasi, ma non è detto che riuscissero a "beccare" sempre tutto, gli spioni...
  15. I bozzetti di Brovarone per una Montrealona con la coda in stile "break" oggi per me danno più senso al design di quei muletti con un posteriore totalmente diverso da quello della vettura di produzione. Voglio dire, va bene camuffare ma qui non c'era "sotto" la carrozzeria definitiva (o quasi) coperta da una struttura tipo station, come nel caso delle Alfette o Alfasud che avevano la loro forma e alla Sperimentazione avevano deciso di farle sembrare delle giardinette.... qui la parte posteriore della vera Montreal non c'era proprio... e fino ad oggi mi ero sempre chiesto perchè costruire una cosa del genere.
  16. Sì il periodo è lo stesso, questo bozzetto è uno di quelli presentati da Giugiaro, insieme a quello che ho postato stamattina. Un reimpasto su quote inferiori, volendo essere un po' cattivelli, di quello da lui eseguito nel '66 per la Fidia di Iso Rivolta.
  17. Altra curiosità che mi sono trovato fra le mani mettendo assieme vari pezzetti nelle scorse settimane. Si parla di 164, per la quale esiste un topic dedicato, ma dato la curiosità riguarda più che altro la sua progenitrice cassata, ovvero la "156" che stava nascendo in Alfa sotto la supervisione di Cressoni, continuo in questa sede. Le immagini che riporto non mostrano granchè di nuovo: le ho recuperate di recente e sono semplicemente due scatti di qualità migliore rispetto ad alcuni dagherrotipi stile francobollo di pessima specie che postai tanti anni fa. Le posto ora, perchè sono l'inizio del discorso.. Allora: qui vediamo la costruzione di un prototipo 156 più realistico rispetto a certi "gessi" bianchi di cui vedremo un esempio in seguito. Vedo un abbozzo di radiatore là sotto, c'è una traversa che pare far parte di un telaio e se non son scemo mi pare (ma magari me lo sto sognando) di vedere un collettore di un motore trasversale attraverso lo scudetto privo di griglia (lo vedete anche voi?) (tra l'altro là dietro, nella prima foto, vediamo una 75 con dei dettagli che non le appartengono: c'è la striscia nera, ma si vede anche una fascia salvaporta e la vettura monta le coppe della 33) Sarà un lamierato? Non saprei dire: mi hanno incuriosito molto i montanti, perchè a prima vista sembrerebbe una vettura apribile ma osservando l'interno dei centrali mi sembra di vedere una fiancata in un pezzo solo. Comunque sia, la costruzione di un modello del genere nell'iter dello sviluppo viene certamente dopo aver realizzato una cosa come questa: Lo stile è quello. Ora ci soffermiamo un attimo su questa foto: cosa vediamo dietro di lei, sulla destra? Una GTV (penso prove del restyling, forse l'ultimo, mai nato) e ancora più indietro una struttura di legno che sembra appartenere ad un manichino o "master" come li chiamano loro. Ora andiamo a pescare la foto che ci mostra il tutto dall'altro lato. E qui si capisce che stiamo osservando la stessa scena, solo dall'angolazione opposta. C'è questo telaio, su cui è stato montato un piantone sterzo ed un blocco climatizzazione. La forma del giro porta ricorda indubbiamente la 164. Vediamo anche, in alto, tutto quel blocco (in legno o altro) che avevamo intravisto nell'altra foto, sul tetto di questo accrocchio. Attraverso il giro porta, notiamo la GTV e dietro di lei la maquette bianca della 156. Tutto combacia. Stanno iniziando con la fattibilità della futura ammiraglia Alfa mentre là dietro viene rifinita la proposta di Cressoni. Però: il sottoscritto un po' di tempo fa ha recuperato una foto che mostra proprio questo accrocchio come protagonista. Guardate su che telaio sta nascendo. Il pianale viene da Torino (ne arrivarono due, come ricordava anni fa il collaudatore Sebastiano Caprì) ma osservate il giro porta. E' proprio quello della 164. Ci si chiede quindi cosa stiano facendo con quell'altra maquette bianca, che tanto qui sta nascendo l'Alfona che sarà. Nulla di inaudito, semplicemente (finalmente) la dimostrazione fotografica che la lotta per il design della nuova ammiraglia andò avanti per un bel po', perchè Cressoni nella sua ci credeva.
  18. Dell'Alfetta 2 porte oggi non resta nulla. A parte il mio modellino (lo so, avrebbe dovuto avere il lunotto più inclinato, ma era una modifica troppo difficile per le mie capacità ) Comunque, tornando alla 1750 proposta da Giugiaro e che oggi fa parte della Collezione di un certo Corrado, le foto della scocca Alfetta 2 porte "buttata là", pubblicate da Angelo mi han fatto ricordare che pure lei venne paparazzata in simili circostanze...
  19. Ora... da dove arriva questo cambio di rotta riguardo lo stile della berlina Alfa per gli anni '70? In una intervista pubblicata anni fa da Auto D'Epoca, il designer Emilio Mario Favilla, fra i protagonisti della vicenda ai tempi, ricordava che al suo arrivo in Alfa nel 1968 l'Alfetta era già praticamente impostata dal punto di vista meccanico, e si stava lavorando allo stile. Mentre i designer Alfa realizzavano le loro idee, la dirigenza aveva chiesto a Giugiaro di presentare dei figurini. Della sua proposta piacque molto lo stile della parte posteriore: la maniera in cui la finestratura "chiudeva" sul montante, l'angolo del montante stesso col piano di coda e la forma del bagagliaio. Queste soluzioni erano presenti su tutti i figurini realizzati da Giugiaro, e piacquero al punto di indurre la dirigenza a "spingere" in quel senso, mentre per quel che riguarda la parte frontale la soluzione migliore era già stata individuata "in casa" (e ne abbiamo la conferma nella maquette bianca postata da Angelo, quella con la fiancata più tradizionale ma con un frontale che già parla molto d'Alfetta). Nel 1968 venne quindi realizzato il "gesso" destinato ad essere approvato, che subì soltanto una modifica a livello di linea di cintura prima di essere definitivamente "congelato". Era nata l'Alfetta, ed il suo stile era un mix fatto di una parte anteriore nata in Alfa Romeo e di un posteriore creato dal papà della Uno. Qui sotto uno dei bozzetti presentati da Giugiaro, che la dice tutta. E' facile notare come il bozzetto "1968" di Nardiello fosse un'interpretazione di quello proposto da Giugiaro, nella foto qui sopra. Per anni e anni e anni questa storia è rimasta sepolta, e per molti l'unica Alfetta su cui mise le mani Giugiaro è stata la GT, ma in realtà c'era il suo zampino anche sulla berlina.
  20. La proposta di Bertone (berlina bianca) di cui posso aggiungere anche queste immagini pare abbia lasciato il segno in Alfa a quei tempi, perchè i due bozzetti di Nardiello che vediamo qui sotto, datati - come vedete - Gennaio 1967 mostrano parecchie somiglianze. Queste due proposte "su carta" vennero poi realizzate in scala 1/1 sui due lati della maquette che ha recuperato Angelo e che, come lui ipotizzava, era asimmetrica. Vedere una così decisa somiglianza fra bozzetti e maquette fa pensare che in quel momento fosse forte la convinzione di portare avanti questa proposta, o meglio di arrivare poi alla scelta di una fra queste due varianti. A distanza di 12 mesi però, i bozzetti cambiano ed iniziano a raccontare quella che poi sarà davvero l'Alfetta. Non ci siamo ancora del tutto, ma l'impronta inizia a farsi vedere. La linea è cambiata: questo bozzetto conserva la scanalatura presente sul fianco destro della maquette precedente e che qualche anno fa avevo evidenziato perchè curiosamente, pur posizionata ad un altezza differente ed affatto legata ai piani di muso e coda, ricordava molto quella che Fumia adottò 20 anni dopo sulla 164. Da notare che il bozzetto proponeva un mix tra le due fiancate della precedente maquette, parlando di posizionamento dei ripetitori laterali o "sidemarkers". Quello anteriore inserito nella scanalatura come sulla maquette... con la scanalatura ed il posteriore sdoppiato, come sulla fiancata "liscia". Ancora un paio di bozzetti della versione "1968". Tornando per un attimo ai "sidemarkers" sdoppiati, essi verranno tenuti in considerazione per parecchio tempo, tanto da essere presenti pure sulla maquette che mostrava l'Alfetta quasi pronta per essere "congelata".
  21. Qui la vediamo in un paio di bozzetti (lei o qualcosa di molto simile) in verità molto simili tra di loro, quasi a livello di "aguzzate la vista" della Settimana Enigmistica, e poi a livello di maquette in scala reale. Da notare che la maquette bianca non è in Italdesign... siamo ad Arese, cosa che mi spinge a pensare che tale proposta sia stata presa in considerazione anche più di quel che può essere rispetto al valutare una serie di idee recandosi dal carrozziere interpellato. Le aperture sui parafanghi... Giugiaro aveva spinto molto per questa soluzione, proponendola anche su modelli più rifiniti (qui forse siamo addirittura davanti ad un lamierato, ma non ne sono sicuro) così come aveva creduto molto nell'idea dei tergi nascosti dal cofano che vediamo qui sopra e che oggi sarebbe ricordata come un'altra delle sue genialate se fosse nata all'epoca (sbaglierò ma non credo ce ne fossero già in produzione quando nacque l'Alfetta GT) ma che venne rifiutata da Alfa, ufficialmente per problematiche legate alle pesanti nevicate (secondo il Portello i tergi avrebbero fatto un gran pasticcio portando indietro neve e schiacciandola sotto il cofano) ma Giugi ha sempre sostenuto che il rifiuto fosse dovuto a motivi di costo e alla paura nei confronti di soluzioni troppo ardite. Onestamente credo che Alfa non avesse tutti i torti: quando mi è capitato di viaggiare sotto quella neve bella spessa e pesante, tutte le vetture che ho avuto con i tergi che si "nascondono" han sempre fatto un bel pasticcio là sotto, con le spazzole che ad un certo punto non riuscivano più a tornare a riposo. Riguardo invece la berlina bianca che si vede là in fondo, nella foto della maquette Alfetta GT con le aperture sui parafanghi, così ad occhio più che la 118/119 mi ricorda la proposta Bertone per l'Alfetta.
  22. Questa non l'avevo mai vista! Sei un gran segugio sai? Devo dire che contestualizzandola non mi dispiace nemmeno. Probabilmente ai tempi non avrebbe avuto il successo che potrebbe riscuotere oggi un veicolo del genere, chè siam pieni di cose che van bene per tutto e per niente però.... era curiosa.
  23. Auto Oggi nacque alla fine del 1986. Non ricordo la mini-Renault sui primi numeri, nemmeno in articoli che guardavano al passato della Casa (dato che nel 1986-87 oramai l'epoca era già un'altra). Parlarono diffusamente della concept Vesta 2, quello sì. Poi, un paio di anni dopo credo, pubblicarono un servizio-scoop ("condito" solo da disegni, se non erro uno sketch di Alessandro Ferrari - che era anche redattore - più un disegno più tecnico* di Alfredo Zanellato che ogni tanto lavorava per AO) che trattava del ritorno della R4. * in questo disegno Zanellato spiegava in che modo sarebbe tornata la R4, ossia come una derivazione della futura "X-57", erede della Supercinque. Insomma, un derivato "country" della prima Clio, di cui manteneva la fisionomia frontale per poi svilupparsi "à la R4 2.0" nel posteriore. Cosa che poi non accadde, ovviamente. Tutto sparì fino a quando, verso la fine del decennio successivo, Renault mise in pratica la sua idea di vettura polivalente a metà fra l'auto ed il van, con il Kangoo. Quattroruote invece, credo a metà anni '80, pubblicò un servizio su quella che veniva definita "la R4 dei sindacati" (non ricordo bene la storia ora, sicuramente Angelo la potrà riportare meglio di me - anzi, mi scuso per la notevole assenza da parte mia presso questi lidi, quanta voglia di contribuire ci sarebbe... ma non c'è il tempo, sto vivendo un inferno con la casa - ma mi pare ci fossero di mezzo polemiche con l'azienda e che la vettura fosse nata da un gruppo interno indipendente). Anche Gente Motori ne parlò. Era conosciuta anche come "Neutral" (vocabolo che era poi l'anagramma di Renault ) Se andiamo ancora più indietro nel tempo invece, prima del progetto 140, troviamo un paio di pagine di Gente Motori (dei tempi del bisnonno...) con le foto di quella che veniva definita come la "R2".... muletto riguardo al quale non ho mai trovato altre informazioni. Alcuni dettagli estetici mi ricordano la R5, ma l'aria generale è decisamente più datata se la paragoniamo alle modernissime soluzioni come i paraurti avvolgenti in plastica. A meno che le foto fossero molto vecchie già ai tempi dell'articolo (magari riesumate per infiocchettare una fake news e riempire due pagine... succedeva..) non potrebbe nemmeno trattarsi di un muletto della 5 stessa, che uscì nel 1972 proprio come la rivista: questo articolo, così a memoria, dovrebbe essere di metà anni '70. Quindi il mistero rimane. Anzitutto angelo un immenso grazie per tutto ciò che condividi e spieghi sempre con molta cura! Lo apprezzo tantissimo, e sono veramente dispiaciuto di poter solo passare ogni tanto con un piccolo contributo (cosa che accade da molto, parecchio tempo.... prima o poi mi libererò di 'sto fardello che mi angustia... ora rispondo anche al tuo pm ) Riguardo lo scalino, a veder così sembrerebbe proprio che sia un'idea francese perchè quello di Cressoni sulla Cinquecento (poi scartato) è sicuramente successivo. Escluderei che ci fosse uno zampino Pinin in Renault a quel periodo: conversando col turbolento Fumia su questo e quello, non è mai uscito nulla al riguardo. Mi disse però che la genesi di 205 fu abbastanza anomala: le proposte venivan su come funghi sia "di qua" che "di là" ma quella che conteneva il seme che fece dire "così! Facciamola così!" ossia l'idea-base - secondo le memorie di Enrico - venne da uno sketch di pessima qualità, realizzato da un addetto ai lavori la cui mansione principale non era nemmeno quella del bozzettaro. Egli ricorda che era bianco e che non si capiva quasi niente di ciò che la mano aveva voluto esprimere (insomma uno di quei disegni ben poco realistici) ma qualcuno lo vide e disse "aspetta un po'..." La palla venne passata a chi con la mano ci sapeva fare, e nacque la proposta che poi si fece strada fra le altre. Insomma... secondo le memorie di Enrico il vero "papà" della 205 oggi rimane un "signor nessuno". Riguardo invece il papà della Supercinque... beh non voglio aprire una polemica e non voglio far sembrare che la mia adorazione per Giugi mi faccia guardare alle altre celebrità del design automobilistico con un po' di disprezzo, ma personalmente ritengo che Gandini sia un altro di quei designer con molti meriti... forse troppi.
  24. Auto D'Epoca anni fa ne parlò, presentandola con altra sigla.
  25. Esatto, si tratta di Pininfarina. Questo bellissimo disegno fa anche parte di un portfolio Pinin che ebbi modo di sfogliare anni fa mentre mi occupavo della biblioteca del Valsesia Lancia Story. A grandi linee dovrebbe rifarsi al progetto "Y3", per un'ammiraglia mai nata, e sempre stando a ciò che ricordo, la mano dovrebbe essere quella di Brovarone. L'anno è il 1971. Di questa berlina (o di una proposta molto simile) aveva memoria il nostro buon Roberto.c... mi aveva parlato della sua maquette.
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