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PaoloGTC

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  1. Ah beh no di chi fosse non saprei dirti, è solo che i Duetti non sono tanti qui in giro, tra le varie serie, e più o meno le targhe te le ricordi... quella l'avevo vista in giro. Non esattamente qui a pochi metri, ma da qualche parte.
  2. Per la precisione si direbbe primi mesi dell'88. VC 516.... VC 508 fine gennaio, VC 511 prima Tipo in zona. Già vista io quella macchina lì
  3. Ma te hai finito di fare aggiornamenti con quel nick? Va' che quando arrivi a 2.8 ti scriviamo accanto PRV eh? Quel muso è teribbile imho.
  4. Cioè in pratica tu saresti uno di quelli che progettano cose per cui di solito io invio roba che poi a volte torna indietro perchè ordinato erroneamente il DN, il PN, ci voleva JS 1025 anzichè JL 1040, le sedi dovevano avere il riporto in stellite, i giunti di compensazione non dovevano essere in neoprene, le ritegno a battente non dovevano essere a tenuta metallica e i filtri a Y dovevano essere col tappo di scarico. Capito.
  5. Alora, intanto a casa mia "Q4" è lei. E inventatevi qualche nome nuovo santa polenta. Nomi di gare in moto, di autostrade italiane....
  6. Dare una spiegazione che possa valere per tutti i casi e per tutte le Case non potrei, però quelle che ho raccolto io negli anni venivano tutte da presentazioni di modelli alla stampa (specializzata o meno, grandi e piccole riviste). Cartellina con il solito pacchetto di fogli pinzati con scritto vita morte e miracoli del nuovo modello, nuovo motore, nuovo qualcosa, e tot foto (bianco/nero) a corredo. A volte anche i depliant. Ad esempio quella di TempraVeloce è una cartella che contiene anche tutti i tipi di depliant del lancio, sottili spessi pieghevoli semplici cartelle colori e bla bla bla. Detto questo credo che le foto in quanto tali venissero distribuite pure in altri modi (magari nelle concessionarie, ma non sono sicuro... cioè voglio dire loro le avranno avute ma non credo finissero in mano ai visitatori).
  7. Idem con patate qui. Ne circola ancora una, 70 S del 1984 credo (ma ritargata bianca) in condizioni tutt'altro che buone. Prima sembrava un semplice conservato/trasandato/non pago il bollo ma tenuto in maniera almeno decente per continuare a circolare esentasse , ora la stanno martoriando, ogni settimana ha una botta nuova. Per il resto nulla da segnalare. Fino a qualche anno fa esisteva ancora la nostra (si, proprio la nostra, la 130 Abarth di casa) che con mille passaggi di proprietà negli anni '90 era diventata un giocattolo da neve/ghiaccio, ripittata d'argento, chiodata elaborata e con rollbar. L'aveva nell'officina, l'ultima volta che l'ho vista, un gommista locale da cui mi recavo ai tempi (avevo ancora un'auto che ho venduto nel 2002, quindi sono passati più di dieci anni) rialzata su dei cavalletti in un angolo e coperta di roba varia. Credo l'avesse ritirata lì per fare un favore ad un amico che non aveva il posto, ma dubito che esista ancora.
  8. "Chellavorofai, chellavorononfaaai, patapiiiim, e patapaaam...."
  9. Ognuno ha i suoi gusti, e per questo motivo mi è successo svariate volte in passato di parlare con persone che preferiscono la semplicità (o simpatia) e la leggerezza della Ritmo prima serie, ma personalmente ho sempre visto la Ritmo come un modello che si è evoluto molto bene nel tempo con i vari restyling. Poi appunto ci sono i gusti e c'è chi non trova affatto carino il plasticume aggiuntivo delle ultime serie, ma secondo me è innegabile il fatto che non avendo praticamente mai toccato in maniera pesante le forme dei lamierati, con la plastica e i rimaneggiamenti siano stati in grado di dar vita a due auto secondo me molto differenti. Una Ritmo 100 delle ultime, magari coi cerchi in lega stile Croma, è una vettura decisamente diversa rispetto alla Ritmo del 1978. Ricordo che da ragazzino trovavo geniale il modo in cui avessero modificato il frontale mantenendo gli stessi parafanghi, con l'inserimento di quelle frecce arancioni dalla forma curiosa che andavano a riempire quello che prima era uno scalino dello scudo paraurti. "Che furbata", pensavo, "hanno cambiato tutto senza usare un nuovo parafango". Poi iniziando ad archiviare immagini di design, scoprii che ci avevano già pensato prima, perchè c'erano bozzetti della Ritmo prima serie con quella soluzione (la freccia sullo spigolo) ed il paraurti messo in produzione pareva una variante fatta per essere intercambiabile col medesimo parafango. Non gli era venuta un'idea brillante all'inizio degli anni '80 per il restyling, semplicemente l'avevano già pensata e la utilizzarono dopo. Forse un pelo eccessive le fiancatine nel basso portiera delle ultime serie, lì l'effetto plasticone-per-necessità era più evidente, tuttavia la Ritmo ultima serie è una vettura (nel suo contesto temporale) che mi piace ancora molto.
  10. Responsabile di Magazzino (ricevimento/spedizione, gestione giacenze e controllo qualità) per un'azienda di idraulica (impianti industriali e grandi complessi).
  11. ...il quale ora molto gentilmente paga da bere a tutti. Roba seria, mi raccomando. Non come l'altra volta che mi sei arrivato con il chinotto e le patatine della LIDL.
  12. I mods mi perdoneranno Non sono pubblicità: sono quelle foto da cartella stampa cui avevo fatto cenno tempo fa postando quelle della Croma, e che riguardano svariati modelli. Non mi sembrava il caso di andare a tirar su una decina di topic differenti (nel caso ci fossero in giro qui e là), solo per mettere una foto. Per cui ho pensato di inserirle qui, in modo tale che chi lo desidera possa guardarle tutte insieme. Considerazione sulla foto della Regata 100 S i.e. Quanto rendeva un cerchio da 14 pollici sulle carrozzerie di quegli anni.
  13. Ecco bravo sylar che quelle due lì son tre mesi che mi dimentico di postarle Nel frattempo, qualcosa di leggermente più arretrato in senso temporale, ma decisamente più sportivo, con un debutto piuttosto difficile. Siamo all'inizio del 1967. Il giorno 7 (un sabato) di quel lontanissimo mese di gennaio, l'Autodromo di Monza chiuse i cancelli e mobilitò le guardie del parco affinché nessun occhio curiosone potesse assistere alle prove del nuovo prototipo costruito dall'Autodelta. Era però sufficiente mettere in atto delle misure del genere per stuzzicare l'interesse dei curiosi del settore, e grazie (oppure a causa, a seconda dei punti di vista) ad uno di essi, il mondo dell'automobilismo sportivo ebbe modo di scoprire cosa stava bollendo in pentola in casa Alfa. Erano presenti a quelle prove l'Ingegner Luraghi, l'Ingegner Chiti e altri tecnici addetti al servizio di assistenza alla vettura. Le prime indiscrezioni parlavano di una macchina equipaggiata con un motore a otto cilindri a V di 90° ad albero piatto, con due valvole per cilindro ed una potenza che poteva aggirarsi sui 240 cv. Sempre secondo le “lingue lunghe” il prototipo poteva essere dotato sia di motore a carburatori che di una versione con il sistema di iniezione Lucas. Cambio di costruzione e progettazione Alfa Romeo; filtravano anche le prime notizie sul telaio, costituito da due elementi, anteriore e posteriore, in lega di magnesio, collegati da due strutture a sezione circolare in lega leggera in cui era contenuto il carburante. Sospensioni anteriori a quadrilateri e posteriori del “tipo Lotus”. Dalle foto, gli addetti ai lavori dell'epoca potevano dedurre che i cerchioni avevano un diametro di 13”, in lega di magnesio, del tipo già adottato ai tempi per la TZ. Si riteneva che i pneumatici fossero della misura 5.00x13 all'anteriore e 7.00x13 al posteriore. La vettura, della quale balzava immediatamente all'occhio la presa dinamica di notevoli proporzioni posta sul cofano posteriore, che portava aria al propulsore, si presentava di nuovo aspetto nei confronti di quella vista non molto tempo prima. Le modifiche più vistose riguardavano: il parabrezza allungato, la parte anteriore e la posteriore che ora risultava più alta. Alla guida del prototipo, che aveva fino a quel punto inanellato parecchi giri sulla pista junior, era il pilota collaudatore dell'Autodelta, Zeccoli. Le prove però, possiamo dire oggi, non erano destinate ad avere un lieto fine. Nella tarda mattinata, durante uno dei giri di prova, il prototipo invece di entrare nella variante junior proseguiva diritto, eseguendo poco dopo una serie di testacoda a causa del fondo ghiacciato in quel tratto di pista, terminando la carambola contro una rete metallica di protezione che si trovava a bordo pista. In seguito la vettura si incendiava e a nulla servivano i tentativi del personale dell'Autodromo per estinguere le fiamme. Il pilota Zeccoli, sbalzato (pare sia stato lui a lanciarsi dall'abitacolo) fuori dal prototipo pochi metri prima che si arrestasse contro la rete, sulle prime sembrava in gravi condizioni, ma in seguito agli esami clinici effettuati all'ospedale dove era stato prontamente trasportato l'allarme rientrò, e se la cavò nel migliore dei modi. Nella stessa giornata fu sottoposta a collaudo anche una GTA con lo stesso motore del prototipo, l'8V di 2000cc. Fonte: Auto Italiana - 1967 Qui invece abbiamo la 33/3 in tutte le salse ed in varie situazioni, colta dall'obbiettivo in quel di Balocco. Fonte: Auto Italiana - 1969
  14. Non vorrei dire una stupidata, ma mi pare che questa generazione di Cherokee (la XJ) non abbia avuto il V8. Il 4.000 era un 6 in linea.
  15. Il mio desiderio di salto nel passato c'è (e tutti in coro diranno "ma va'? ci hai fatto due patagorri così col passato da quando se qui" ) ma non è esattamente quello di tornare a vivere come una volta (non sono il tizio più moderno del mondo, più o meno 10 volte la settimana mi chiedono se ho uozzap o feisbuc o questo o quello, se ho scaricato l'app qui e là, ma comunque son contento di quello che abbiamo oggi, parlando IN GENERALE). Vorrei tornare nel passato, solo per un giorno, per i seguenti motivi: -se proprio dobbiam partire dalle automobili, ok, mi piacerebbe anche per rivedere il paesello pieno di certe vetture che non si vedono più, giusto per fare qualche foto, perchè ai tempi mica si facevano così facilmente, e avere qualche ricordo in più una volta tornato qui; -vorrei rivedere questo paesello come era quand'ero fanciullo: perchè era diverso, più piccolo e caratteristico. Oggi si è fatto sicuramente più moderno ed accurato, però sono andate perse tante cose che lo rendevano particolare, tra case d'epoca rase al suolo e negozi tipici con esercenti altrettanto tipici, i quali avevano usanze e modi che almeno qui ora non ci sono più. Oggi siamo circa 6000 anime credo, ai tempi eravamo un paio di migliaia in meno e c'era molta più confidenza e conoscenza fra tutti (è arrivata un sacco di gente da fuori, per il fatto che c'era ancora un sacco di verde da edificare e riempire con persone che "andiamo a stare lì che è tranquillo"... e adesso lo è un po' meno), era un po' come un'enorme famiglia fatta anche di personaggi coloriti che sono tutti passati a miglior vita (dal Fernando edicolaro giocattolaro in poi). Mi piacerebbe rivederli/riviverli per un giorno, ecco tutto; -sempre legato al fattore umano, mi piacerebbe rivedere la famiglia (allargata, in senso generale) come era un tempo. Capisco che per molti possa valere il discorso (giustissimo) di TonyH sul fatto che la patina del tempo ricopre i punti negativi, ma posso assicurare che per quello che riguarda la mia di famiglia ci sarebbe solo il desiderio di tornare indietro. Non sono soltanto ricordi abbelliti di gioventù: una parte del parentado è andata veramente a carte quarantotto. C'è una grande, enorme casa, che è quella in cui ho passato la mia infanzia, e che ai tempi era veramente un altro mondo rispetto ad oggi. Tre famiglie che vivevano insieme, la nostra e quelle dei miei due zii (i due fratelli di mio padre) con mogli figli cugini nipoti insomma l'insalata, e fra di loro regnava l'armonia. Tutti sotto un grande capo che era una nonna potente come un generale ma dolce come il miele. Posso dire di aver passato un'infanzia veramente spettacolare, tra vicende del "famiglie e motori, gioie e dolori" ed altro. Poi... la triste vicenda di un neonato ammalatosi da subito e mancato dopo pochi anni ha dato il via ad una escalation di avvenimenti (mica legati a quello per carità, o forse in parte si...) tutti negativi: un divorzio, litigi fraintendimenti contrasti gelosie prese di posizione battibecchi e quant'altro. Casa presa in carico da uno dei fratelli, le altre due famiglie (inclusa la mia) per la loro strada con strascichi silenziosi pieni di malumori che non sto a spiegare sia perchè personali sia perchè non voglio mica farvi il romanzo d'appendice. Fatto sta che in quella grande casa oggi regna il silenzio, e quella nonna che ha condotto una famiglia intera per decenni oggi deve fare i conti (non si può fare altro) con l'età che l'ha portata a non essere più autosufficiente per non dire di peggio. Entrare là dentro (che si fa tutte le volte che si può, ci mancherebbe, proprio per farle visita e darle un po' di sostegno per quello che si può ancora) con le immagini in testa di ciò che era tutto quello ai tempi, è sempre abbastanza pesante. Anche mio padre... vorrei rivivere per un giorno quella complicità che c'era ai tempi, fra il figliolo ed il suo eroe (lo è sempre, non sto dicendo che non lo sia più, ci mancherebbe... però invecchiando è diventato un'altra persona, con la mia crescita ci siamo ritrovati ad essere due teste quadre e dopo un po' di anni di attriti si è seduto nel suo brodo, abbiamo perso parte del dialogo). Questo è forse il motivo più importante per cui vorrei fare un salto nel passato. Rivivere per un giorno almeno quell'epoca in cui tutto andava bene, e non è certo per dire "si stava meglio una volta" così tanto per. Per quel che mi riguarda è proprio così. Si stava meglio una volta. Per il resto, di tornare alla TV in bianco e nero e alla cabina telefonica in piazza, lasciando indietro posti come questo che rappresentano un piacevole spazio in cui passare il tempo libero, non sento proprio il bisogno. Insomma, per me tutta una serie di fattori molto personali, legati al mio microcosmo, quelli che mi fanno desiderare un salto indietro. Mi piacciono le cose di una volta, certo, e col tempo ho trovato i miei modi per riviverle quando mi pare. Però stanno bene là dove sono. Ci sono state, le ho vissute, ne sono contento, le ho nel cuore e nella memoria. Mi basta.
  16. Non mi piace quella linea che corre sotto le maniglie e sale imho malamente sotto la posteriore. Forse non avessero messo quella non ci sarebbe stato nulla di particolare da guardare in fiancata, ma non trovo che stia benissimo. Non ci azzecca con la cintura, non ci azzecca col taglio del finestrino posteriore. Pare vada un po' per conto suo, del tipo "mettiamo qualcosa qui".
  17. Mi piace sempre di più. Meglio che non la guardi troppo. Al netto di disquisizioni su quale frontale sia stato il migliore degli ultimi anni ("la preferivo prima", "mi piace di più questa", "è meno caratteristica" e via dicendo) io personalmente trovo che guardandola bene bene bene, sia apprezzabile il lavoro di design. Stavolta il cosiddetto remake imho è venuto meglio che in precedenza. Le immagini che propongono la nuova e l'original insieme secondo me rendono bene. E' "lei", nel nuovo millennio. Prima (sempre imho) era più remake dei mostriciattoli nati come evoluzione ai tempi del superpimpaggio, adesso è liscia, basic, è lei.
  18. Io nel '99 lo facevo a Riva Valdobbia con la 33 giaddinetta quattopeqquatto senzamarmitta. Vale lo stesso?
  19. Certo che oggi coi nomi... PPHEV mi ricorda quello che esclama lui dopo aver sorpassato la sua cuccia senza svegliarlo. Qui cosa abbiamo evitato?
  20. In origine la denominazione comprendeva anche "ricchi premi & cotillons frizzi lazzi e mortaretti", poi han visto che nonostante la larghezza del culone, con la scritta dovevano andare a capo e hanno troncato.
  21. Per me una delle giappe più belle dei tempi. Ne sono sempre stato innamorato. Lei, la NSX ed il Mitsu 3000. Tanti bla bla sul fatto che fossero copiate o banali come estetica sentivo.... ma a me piacevano e piacciono un sacco. Anzi due. Tanto che appena lo vidi comprai subito questo (chissà dov'è... è da qualche anno che non lo incontro nel mucchio là sotto)
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