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E come spesso accade, è colpa mia perchè finisco sempre col divagare . Il fatto è che spesso e volentieri parlando di cose d'effetto di quegli anni, finisco sulla Tipo sia per i motivi che abbiamo già sufficientemente analizzato in questi due giorni, sia perchè insieme alla 164 e alla F40, la Tipo è stata una delle protagoniste del periodo in cui io mi affacciavo da appassionato nel mondo dell'auto. Erano le tre auto di cui si parlava di più, fra riviste che passavano di mano in casa, discorsi dei grandi al bar o la domenica a pranzo coi parenti, e anche da fanciullo se eri appassionato finivi per saperne di tutto e di più di queste auto, che per me come ho detto sono state le protagoniste nel periodo della mia discesa in campo in questo panorama. Tanto che a distanza di 25 e passa anni, ti ritrovi ad avere impresse nella mente delle cose perfettamente INUTILI oggi, viste come files mentali da conservare, ma che oh, son rimaste lì. Un esempio? Beh (ne parlavo l'altra sera durante una bella chiaccherata su Skype con un membro di AP) io fatico a ricordarmi cosa ho mangiato ieri sera oppure sinceramente non ho idea al centesimo di cosa ho pagato la Punto Street tra prezzo e tasse e cagate varie... però mi ricordo senza sforzo che la Tipo 1100 base costava 13.654.000 lire, mentre la 1.4 Digit veniva via per 15.342.000 lire e la 1.9 turbodiesel 19.499.600 lire. Andate un po' a vedere se mi sbaglio Poi mi potranno dire "si vabbè, se mi dici la F40 ok, finchè mi dici la 164 ci sto... ma LA TIPO" (nel senso che in teoria sarebbe una macchina come tante) però oh... che vi devo dire... ricordi. Per cercare di salvare questo topic, comunque, domani dovrei riuscire a trovare il tempo per dare un'occhiata al cartaceo riguardante il Porte Aperte 1984 e vedere se, come mi pare di ricordare, dopo l'evento Gente Motori avesse pubblicato la lista dei vincitori dei vari premi. Potremmo magari rintracciare il nostro Giacomo ed i suoi compagni di Bmx by Renault. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Attenzione però ad una cosa: l'amico Marco mi ha detto che, a quanto ricorda, la Clio ebbe sì il suo bel Porte Aperte, come era ovvio d'altra parte; però il Porte Aperte non era più lo stesso, nel senso che, stando alle sue memorie (ammazza che dolore scrivere con la tastiera quando la mattina ti sei pestato un dito col martello ) la prova con la chiave non c'era più. Non ne è del tutto sicuro, ma gli pare di ricordare che l'ultimo Porte Aperte con prova della chiave sia stato quello con la 19 protagonista. Ed in effetti quando lui mi disse quello, andai a cercare le relative annate e non trovai nulla su Gente Motori.
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Considerazione davvero molto importante. Spesso con la velocità con cui nascono cose nuove o ci affacciamo verso nuove tecnologie, ci dimentichiamo di come eravamo non 100 anni fa, ma "solo" 20 o 30. E non parlo di grandi argomenti, mi riferisco alla vita di tutti i giorni. Il nuovo modello di una vettura. Ti compravi il periodico e vedevi un paio di foto ufficiali. Se non compravi quello ma semplicemente eri un lettore di quotidiani, beh ogni tanto nella pagina dei motori avevi modo di vedere qualcosa in bianco e nero. Mi direte "beh, anche oggi vediamo prima le foto su internet, la macchina la vediamo in 2d e poi dobbiamo aspettare per vederla dal vivo". Ok. Però la velocità con cui queste cose avvengono è decisamente maggiore. Internet ci fornisce di tutto e di più in pochi minuti. Mi viene in mente un esempio che mi porta (scusate) ad un'altra piccola divagazione. Ricordo quando Auto Oggi pubblicò in copertina la foto ufficiale della Tempra. Non erano "le" foto ufficiali, era UNA. Tre quarti anteriore, il posteriore non si vedeva. Anche 4R pubblicò quella prima, unica foto ufficiale. La differenza rispetto ad oggi? Se volevi vedere il posteriore, ti toccava aspettare giorni e sperare che con la prossima uscita ci fosse qualcos'altro da vedere. Tutte le info che ci arrivavano erano molto più diluite nel tempo ed avevamo modo di riceverle solo se compravamo dei periodici del settore, se non facevamo quell'acquisto, non c'era altro modo di sapere qualcosa riguardo un nuovo modello. Toccava aspettare, e di conseguenza, il giorno in cui la vettura appariva nella realtà, nelle vetrine di un Concessionario, la sensazione era decisamente differente a mio modo di vedere. Forse alla fine non era questione di accontentarsi di poco , piuttosto ai tempi quello che rispetto ad oggi è "poco", in realtà era "tanto". Tornando un attimo al Porte Aperte Fiat per la Tipo, ricordo un aneddoto di pochi giorni prima. Io frequentavo la quinta elementare, ed una mia compagna di classe, di nome Erika, era figlia di colui che fu il primo possessore di Tipo nel nostro paesello (una 1.4 Digit Azzurro Spring, che essendo una delle prime aveva sul parafango la scritta "Digit" e non DGT). A metà di quella settimana che terminava col sabato 30 gennaio, mentre ci preparavamo ad uscire da scuola, Erika mi disse che il suo papà, che già aspettava di vedere la Tipo da tempo, l'aveva vista la mattina precedente mentre ne scaricavano alcune dalla biscarca davanti alla Concessionaria locale. Al che, usciti da scuola, trovammo suo padre che parlava col mio, e stavano appunto parlando di questa storia (anche mio padre, in quanto proprietario di una Ritmo, era curioso di vederla) e quando arrivammo, il papà di Erika stava dicendo "stavo passando lì davanti e le ho viste, allora mi sono fermato a curiosare, c'ero solo io ma in cinque minuti si sono fermate altre macchine, saranno state una decina... tutti che si fermavano perchè avevano visto che stavano scaricando la Tipo". Insomma, si era già creato un piccolo caos su quella statale, ancor prima del porte aperte. Come scrissi tempo fa, poi il sabato andammo a vederla, ma fu praticamente impossibile fare un'analisi decente per la montagna di gente che c'era. Ci tornammo la domenica perchè mio padre voleva farla vedere anche a mia madre (il sabato eravamo andati solo noi due). Idem, troppa gente. Quel giorno la Concessionaria rimase aperta fino alle 21 o alle 22, non ricordo (ne ho parlato qualche tempo fa col signore che mi ha venduto la Punto Street, dopo tante esperienze differenti è tornato ad essere lui il titolare di quell'esercizio, e sull'onda dei ricordi l'ha ribattezzato col nome che aveva i tempi, e cioè AutoValsesia) e così dopo cena ci tornammo per la terza volta, sperando di trovare meno gente. Col cavolo. Un po' meno sicuramente, ma erano ancora tantissimi, e si che era buio pesto e faceva un freddo cane.
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Praticamente impossibile era mangiare la Girella senza "conciarsi" (anche il Tegolino non scherzava). Poi ci voleva un attimo per riportare le dita allo stato originario, ma era tempo speso bene (come quello speso a congelarsi le mani cercando di staccare il Calippo dal cartone scaldandolo ). Guarda, perchè sei te (al minuto 2.00 inizia la parte scritta per sempre nella memoria di chi c'era ) Si lo so, sto facendo un po' di caos.. ma d'altra parte le porte sono aperte (dimostrazione che gli anni '80 non passano mai sotto certi aspetti? questa l'ho appena riproposta in casa e c'è una madre di 57 anni che la ascolta sculettando mentre lava le stoviglie .... mio padre appena l'ha sentita ha detto "ti ricordi come suonava bene nelle casse che avevo sulla Ritmo 130?" al che lei "ah Dio ricominciamo con la Ritmo 130 adesso..." )
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Vero. Però a volte, mentre noi si mangiava, pure il conce trovava del sostentamento. L'amico Marco me l'ha dipinta così, la storia. Il Porte Aperte fu un ottimo espediente per portare in Concessionaria anche chi AVREBBE POTUTO essere un cliente Renault, ma magari in quel momento non aveva ancora deciso di esserlo in base al ragionamento "si, andrei a vederla, però non mi va di andar dentro a curiosare, che poi lì hai lì sulle spalle in dieci secondi, veda veda, guardi guardi, tocchi tocchi, compri compri" Trasformato in una festa per tutta la famiglia, il rapporto Concessionario-ipotetico cliente si trasformava in qualcosa di molto più interessante per entrambi. Il Concessionario si ritrovava col salone pieno di persone, ed il cliente si sentiva più sereno, in mezzo a quella massa di persone, nel guardare, toccare, curiosare e poi toh, a volte andava a finire che l'indeciso o il timoroso si accorgeva che l'auto in questione (o un'altra in salone) faceva al caso suo. Portare la gente nei saloni. Poi, nei saloni c'era il prodotto, e toccava a lui convincerti. Ma prima di eventi come questo, a volte il prodotto da solo non ce la faceva, perchè la gente non entrava, se non perchè aveva comunque già deciso. Marco, scrivevo ieri, ricorda che suo padre ebbe modo di venderne diverse di vetture, durante quei "Porte Aperte", anche a persone che prima aveva visto sbirciare dalla cancellata che separava il cortile dalla strada, senza mai entrare. Ovviamente nemmeno ai tempi vendere un'auto era cosa da dieci secondi e quattro parole, le persone le dovevi convincere... ma una festa per tutta la famiglia fu un'idea di grande aiuto nell'ottica di aumentare il livello di confidenza fra chi vendeva e chi poteva essere un compratore. Le varie manifestazioni che si fanno oggi in posti come il Motor Village non sono poi tanto differenti... ma a mio parere sono tutte discendenti di quell'idea geniale. Ed ora, giusto per cullarci anche con l'udito nella colorata era, dato che il topic ha ripreso vita grazie al racconto di Giacomo, il quale ha citato l'anno 1984 come momento del suo incontro con la suddetta manifestazione, peschiamo qualcosa a caso (mica tanto, ho voluto proporre un pezzo di un certo valore per chi ha orecchie ottantesche) dalla hit parade di quell'anno. Onestamente non è stato facile scegliere, ho fatto scorrere la classifica e ho ritrovato un sacco di pezzi che adoro e che ho nelle mie raccolte ottantesche in macchina. Però questa ha un sapore particolare, è una di quelle che non so se mi fanno stare bene o male, perchè risvegliano così tante sensazioni.... Bmx e calippo, Lego e Burago, Bim Bum Bam e Supercar, ditate di Girella sui quaderni dei compiti (qualcuno dira "eh?", ad altri invece avrò reso l'idea) Poi per carità... "bla bla bla si ma erano finti quegli anni si pensava che e poi invece no", oppure "bla bla bla ma hanno contribuito a creare il disagio che viviamo oggi" ok ok ok avete ragione, detrattori dell'epoca della Milano da bere. Però.... è stato bello attraversarli. :redd"my love play until a new day comes back glad to see me movin' on my love pray that you won't lose me i'm movin' on my love play until a new day comes back glad to see me movin' on my love pray that you won't lose me i'm movin' on i'm movin' ooon.....":redd
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Ne avevamo una anche noi (beh noi eravamo più metropolitani le anime nel mio paesello erano quattro volte quelle presenti nel tuo). Il proprietario era il mio mio insegnante di musica alle scuole medie. Rossa, ormai sbiadita, decisamente diretta verso la tinta mattone. Era una delle due ciofeche del parco-prof che ammorbavano gli studenti all'uscita da scuola. L'altra era la R18 diesel bianca del prof di tecnica. Non tanto per il suo essere una 18, per essere bianca o per essere diesel. Per le sue condizioni, pietose. Per fortuna la prof di matematica veniva a scuola ogni giorno con la vettura del marito, una sfavillante 164 TS prima serie grigia. Uscendo da scuola, cercavo di concentrarmi su quella e di ignorare le altre due.
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Ecco, lo sapevo . Arrivo qui e trovo in pochi bellissimi post tante di quelle cose che mi spingono a scriverne tante altre ancora. Ho le dita che friggono ma ora ho solo mezz'ora di pausa e mi tocca rimandare a questa sera. Ah ma ci torno... ah se ci torno. Nel frattempo, alcune cosette "random". Giacomo, certo che può togliere il "Sig.", anzi guardi, io le sto dando ancora del lei perchè lei in questa maniera così gentilmente si è rivolto a me, ma sappia che da parte mia (anzi, direi nostra senza timore di sbagliare) possiamo tranquillamente darci del tu. Come venne fuori in una piacevole chiaccherata di tanto tempo fa con l'amico Mazinga, siamo personaggi che hanno "percorso gli stessi sentieri", chi un po' prima chi un po' dopo, ma le cose (ricordi) che abbiamo in comune sono talmente tanti e collegati fra di loro che quando ci mettiamo a parlare di questi argomenti è come se ci conoscessimo da sempre, nonostante (ahimè) il web ci avvicini mentre la geografia ci allontana. Ci sono persone per me in questo forum che disgraziatamente fino ad oggi non ho ancora avuto modo di incontrare (a proposito, grazie per l'invito, peccato solo che Pesaro non sia proprio dietro l'angolo per me, così come la Valsesia non lo è per lei... ma non si sa mai nella vita ) ma che ormai "conosco" così bene che son certo, il giorno in cui mi capiterà di incontrarle, sarà come un rivederle anzichè conoscerle per la prima volta. Per cui, senza voler sembrare uno che corre svelto, da parte mia diamoci pure del "tu". Gran Prix magari patrimonio Unesco no, ma iniziasse a diventare patrimonio Unes, con il supermercato locale che mi omaggia di spazio e di qualche scaffale per sistemare le cose ne sarei lieto . Il limite del mio monte di carta ahimè è quello di non essere facilmente consultabile, al momento (e conseguenza di ciò è il secondo limite, cioè quello temporale, perchè per trovare una cosa a volte ci vuole un sacco di tempo che non posso far altro che ritagliare dai momenti liberi, che sono sempre troppo pochi ) Il disegno di Giacomo: mi scuso per la domanda posta ieri sera, perchè era impostata male . Scrivendo, infatti, avevo scordato il fatto che il lavoro fosse basato sul disegno in bianco e nero della Supercinque, da colorare a piacimento. Avevo rimosso la cosa in quel momento. Per cui scrivevo pensando al foglio bianco, sul quale ognuno avrebbe potuto realizzare ciò che preferiva. Per questo ho chiesto del "tema", che invece era già piuttosto inquadrato, dato che si trattava di personalizzare una vettura già disegnata. Peccato per la perdita della Bmx. Come ha scritto Giacomo, una volta non si era ancora sviluppata una tendenza così forte a conservare le cose come cimeli. Io forse l'ho sempre avuta, perchè quando smisi di usare la Bmx color puffo a ruote gialle, fu perchè mio padre mi aveva comprato un esemplare del nuovo tipo di due ruote alla moda, ossia la mountain bike. Ovvio che in quel momento, davanti agli occhi del teenager la Bmx fosse passata in secondo piano, c'era la nuova da usare e soprattutto sfoggiare. Però, fortunatamente, la Bmx rimase nel box e, debbo dire, si è salvata sopratutto perchè negli anni successivi in quel box è stata coperta da così tanti altri mezzi di famiglia, fra moto, biciclette e motorini, da rimanere nascosta ed isolata rispetto a qualunque idea di repulisti generale "perchè bisogna fare spazio". E' ancora là, le gomme sono ormai sgonfie ed avrebbe bisogno di una bella risistemata (anche se il telaio fortunatamente non è rimasto danneggiato dal tempo, solo manubrio e forcelle cromate sono puntinati di ruggine), ma è un tuffo nel passato ogni volta che la vedo, perchè ha ancora addosso gli adesivi che avevo applicato sul telaio, e la ruota posteriore è ancora l'ultima cambiata da mio padre, dopo avermi dato la solita strigliata per via della mia malefica tendenza a fermarmi in derapata col freno posteriore, ragion per cui il pneumatico si squagliava come il burro in pochi giorni. Purtroppo sono andati persi i cuscinetti sul manubrio e sulla canna (erano color puffo anche loro se non ricordo male). Negli ultimi anni più volte mi sono ripromesso di metterci mano e sistemarla, anche perchè a pochi metri da casa ha aperto un negozio di cicli e motocicli il cui titolare, da me interpellato, mi fece sapere di avere a disposizione ogni genere di ricambio per la mitica bicicletta degli anni '80. Purtroppo non ho mai avuto il tempo... chissà magari la prossima estate, anche sull'onda dell'amarcord scatenato da questo topic e dai ricordi di Giacomo (vedete come sono influenti i ricordi dell'uno nei confronti dell'altro?) Noto che anche Giacomo è in preda alla febbre dell'amarcord, leggendo della sua ricerca di altri proprietari di Bmx by Renault. Dovrei veramente tornare a controllare ma non voglio promettere cose che nel breve periodo non posso mantenere... ma ho un dubbio. Ricordo, su quelle pagine di Gente Motori, grandi elenchi di nomi ed indirizzi insieme agli articoli pubblicati nei vari anni di Porte Aperte. Sicuramente la maggior parte di essi era il classico elenco dei Concessionari Renault presenti su suolo italiano... ma ora mi viene il dubbio che alla fine dei concorsi sia stato pubblicato, anno per anno, anche l'elenco dei vincitori dei vari premi. Ripeto, non ne sono affatto sicuro e magari ora sto scrivendo una stupidaggine, ma se così fosse, potrebbe essere l'elemento scatenante di una appassionata ricerca nel passato. Ancora per Gran Prix: "Riscoperto" in che senso? Come nome dell'evento, o come tipologia di manifestazione? Perchè sinceramente non ho ricordi particolari riguardo un evento dedicato al Fiat Coupè, sono molto più nitide nella mia mente le immagini dei vari "porte aperte" Fiat in zona, per il lancio di modelli che ancora rappresentavano un evento nazionale; già parlato ampiamente in passato di quello della Tipo, 30 gennaio 1988... mai visto in vita mia, nè prima nè dopo, così tante persone in una concessionaria per il lancio di un nuovo modello... e ancora più incredibile fu la quantità di auto parcheggiate in divieto di sosta, con due ruote quasi nel fosso, lungo entrambi i lati della statale che conduceva alla Concessionaria, fila di parcheggi selvaggi che si allungava per quasi un km in entrambe le direzioni. Arrivammo lì e tutto si pensava tranne che quelle auto fossero parcheggiate così da persone che erano in Concessionaria. Ci chiedemmo "Ma cosa c'è? Una fiera al paese vicino? Una partita di calcio importante? Una sagra degli Alpini su per le rive qui sopra?" No... erano tutti a vedere la Tipo. Ricordo poi altri "porte aperte" Fiat, come quello del Natale (forse 1989) in collaborazione fra l'altro con Burago che realizzò la Tipo in scala 1/43 con la scatola speciale "Natale Bimbi" che con molta fortuna sono riuscito a trovare a Milano un paio d'anni fa. Anche lì concorsi per i fanciulli (mi sembra ci fosse sempre da disegnare, e credo che non sia stata l'unica volta, mi pare sia accaduto anche con la Punto e Topolino... mah troppi ricordi e troppo confusi al momento, ho bisogno dei vostri per fare un "controllo incrociato" come dicono oggi nei polizieschi). Ecco... mi tocca lasciare le cose a metà, è finita l'ora d'aria. A stasera.
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Macchina me l'aspettavo abbastanza diversa come forme generali ma vabbè, aspetto di vederla spoglia. Per ora posso dire, a titolo personale, che quel finto deflettore nella porta anteriore è terribile (vista la sagoma del basso porta e la dimensione del cristallo, mi sa che non è mica un qualcosa di posticcio che sparirà).
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Sono io a ringraziare Giacomo, per le belle parole spese nei miei confronti in questo post. Siete sempre tutti troppo gentili nei confronti delle ricerche che svolgo quando capita di poter rimembrare qualcosa tutti assieme (se l'ammasso di carta nella bat-caverna me lo permette, cioè insomma, se riesco a trovare quello che cerco!! c'è un po' di confusione). Di mio in queste ricerche ovviamente c'è il tempo e l'impegno, ma ripeto ancora una volta che il "succo", il materiale, arriva a noi grazie al fatto che ai tempi queste vicende fossero narrate con dovizia di dettagli, e quindi, avendo in casa i periodici dei tempi, si tratta solo di avere un po' di tempo e pazienza. Prima o poi qualcosa salta fuori... ma vi prego non fatemi sentire una specie di Indiana Jones che ha trovato l'Arca Perduta. Questo lo dico per modestia mia, non per sminuire IL VALORE dei ricordi che nel singolo a volte questi amarcord fanno riaffiorare. Molto spesso ci fanno rivivere sensazioni che per noi sono ben più preziose della suddetta Arca Perduta. Ad esempio io mi sono veramente emozionato nel leggere le righe di Giacomo, un fanciullo come me ai tempi (abbiamo poi due anni di differenza, se l'anno del nickname è quello di nascita) ma che a differenza di me ebbe modo di vivere in maniera molto più intensa questi eventi, vincendo addirittura un premio come la Bmx del concorso di disegno. Posso immaginare quindi le sensazioni che Giacomo abbia riprovato leggendo la storia dei Porte Aperte, e immaginandole io stesso mi sono emozionato pensando ai suoi ricordi. Io che il Porte Aperte l'ho vissuto in maniera molto più marginale, con l'unica prova che feci a bordo della 19 (senza vincerla ovviamente).... e come scrissi nemmeno era un concessionario, bensì un "semplice" autoriparatore/carrozziere che usualmente affittava una vetrina (nessuno in paese a Quarona ha mai capito perchè quel carrozziere avesse una vetrina, boh.... ) alla vicina Concessionaria Renault di Borgosesia. Una cosa tira l'altra.... avendo sempre una Renault in esposizione (marketing interessante anche questo nel suo piccolo... la Concessionaria del paese accanto al mio che si interessava ad esporre una vettura anche nella cittadina confinante, così, per richiamo) venne fuori per il carrozziere l'occasione di fare da "dependance" del Porte Aperte di quell'anno, che portava sul mercato l'allora nascente 19. Purtroppo non ho altri ricordi o altro genere di materiale, perchè le mie esperienze si fermano qui e ciò che ho riportato in questo topic è tutto ciò che sono riuscito a trovare nel mio archivio. Però la mia porta per chi ha voglia di passare un po' di tempo a chiaccherare di questioni nostalgiche/sentimentali è sempre aperta. Anche perchè con gli anni, per i casi della vita, seguendo un percorso completamente differente ho acquisito un amico che è come un fratello, col quale condivido la passione per altro genere di automobili, e che ai tempi era proprio immerso in queste storie, come figlio quindicenne di un Concessionario Renault nel pavese. Per cui, il giorno in cui sono andato a trovarlo con il malloppo presente in questo topic, apriti cielo! E' uscito fuori di tutto e di più, questa volta dal punto di vista di chi stava dietro alle vetrine, che per molti aspetti, parlando di sensazioni, era poi identico a quello di chi viveva l'evento da cliente o ospite di qualunque età. Marco (l'amico in questione) dopo aver visto foto e racconti, ha iniziato con la sua serie di considerazioni quel giorno, ma prima di tutto mi ha detto: "che festa.... era un grande sbattimento preparare, addobbare tutto, anche perchè papà mi faceva sgobbare e anche parecchio... però che soddisfazione! Quanta gente, quanta allegria, e poi se vogliamo erano anche gli anni in cui i soldi 'giravano'... quante macchine vendute anche così, solo perchè c'era una festa e colui che era convinto all'80 per cento dell'acquisto, quel giorno capitolava..." Inoltre, il fatto che questo tipo di evento sia stato tale da lasciare il segno, è evidente nel suo stesso nome e nel modo in cui lo usiamo costantemente a 30 anni di distanza. Quante volte ci diciamo, parlando con amici e parenti, che domenica prossima pensiamo di andare a vedere la tal vettura dal tal concessionario perchè c'è "il porte aperte"? E da dove volete che venga quest'espressione? Nel frattempo, tanto per iniziare una piacevole chiaccherata con Giacomo, a base di ricordi ed aneddoti, debbo dire di essere curioso riguardo il tema del suo disegno... insomma sappiamo che vinse la Bmx, per cui il suo lavoro sarà stato degno di nota sicuramente (le Bmx non erano mica tre milioni di pezzi)... quindi sono io a girare la proposta di fare amarcord. Quale fu il tema del disegno? Sarebbe bello (senza voler invadere la privacy per carità) vedere una immagine di quella Bmx se per caso fortunato esistesse (da appassionato che conserva ancora la sua, color puffo con le ruote gialle ). Su su, non lasciate solo a me oneri e onori di cronaca vintage.... spesso mi dite che i miei amarcord sono pregevoli, ma scordate che tutti abbiamo dietro e dentro cose meravigliose da riportare alla luce, che fanno passare bei momenti agli altri vagando con la mente nel passato. I topic come questo ed in generale quelli di tutta la sezione d'epoca e del modellismo (dove anche lì molto spesso si fanno grandi pagine di amarcord) sono lì a dimostrare che delle belle storie che ci raccontiamo alla sera, ne facciamo parte tutti e tutti abbiamo un pezzettino da aggiungere.
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Fixed
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- cadillac ct6 spy
- cadillac elmiraj 2016 spy
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Propongo una petizione contro l'abuso nell'utilizzo della parola "spy" Sarebbero delle spies queste?
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Ma infatti... visto che il sottoscritto s'è sentito dire, da un personaggio incontrato durante il 100+1 Alfa di Lainate, "guarda che se gliela porti così ti rimandano a casa", riferito al mio barcone Busso perchè i manicotti sui collettori di aspirazione non avevano l'originale fascetta che necessitava dell'utensile per aprirla, bensì la fascetta con vite che molti mecca ai tempi piazzavano al posto dell'originale, "dato che io ne avevo una intonsa come la tua ma mi han mandato a casa il giorno dell'omologa per quella roba lì", e dato che un caro amico vicino di casa ha da anni in box una Fulvia 1.3 coupè che non è stata riconosciuta perchè nel restauro la tinta dei rivestimenti rifatti da capo era "leggermente differente" da quello che avrebbe dovuto essere... non me ne voglia il Gimmo ma fossi io il responsabile dell'omologa di QUALUNQUE registro, una macchina wrappata andrebbe a casa seduta stante (ripeto, qualunque macchina e qualunque registro, non è che voglia accanirmi col coupè del Gimmo).
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Mi pare la Triumph GT6, praticamente una Spitfire chiusa o qualcosa del genere (dell'inglesismo vario capisco poco )
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La (tragicomica) rassegna stampa di Autopareri
PaoloGTC ha risposto a nella discussione in Notizie e Scelte Strategiche dal mondo dell'Auto
Questa della Swift l'ho vista tempo fa su una rivista. Sul momento non avevo recepito il messaggio, poi me ne sono accorto ed immediatamente l'ho inserita fra le più belle viste negli ultimi anni.- 505 risposte
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A tal proposito, avevo giusto qui la notiziola pubblicata ai tempi (marzo '78) ma non l'avevo mai postata perchè fra le mille strambe cose alfiste e Alfaziose, questa avevo pensato di risparmiarvela Però sylar91 ha dimostrato di avere la giusta dose di pelo sullo stomaco e di conseguenza l'entrata della Giuliucci su questo forum non è colpa mia Riavvolgiamo quindi la VHS e torniamo al marzo 1978. Da AutoSprint ARESE – Serata mondana negli austeri saloni del Museo Storico dell'Alfa Romeo per una mini-sfilata di moda che ha visto come “indossatrice” più ammirata una Giulietta “vestita” di un modello firmato Fiorucci e confezionato presso la carrozzeria Zagato. Lo scopo della realizzazione – che rimarrà una pura esercitazione stilistica – come ha detto molto chiaramente il Presidente Cortesi, è solo quello di far ammirare di più, perché un bel vestito serve soprattutto a farsi ammirare, l'ultima nata della Casa milanese. Cosa questa di cui però dubitiamo, poiché non ci sembra una stilizzazione molto riuscita. Diverse naturalmente le motivazioni espresse da Fiorucci e dai suoi collaboratori, i designer Andrea Branzi e Ettore Sottsass jr. Per il primo l'esperienza è stata utile perché ha permesso di verificare come sia possibile trasferire all'automobile gli stessi concetti che sono alla base della moda nel settore dell'abbigliamento. Per i due designers lo scopo principale è stato quello di “vestire” l'auto in modo da smitizzarla e da metterla sullo stesso piano di tutti gli altri oggetti di uso quotidiano. In questa ottica va inquadrato il complesso del rifacimento stilistico che ha interessato solamente le finiture della carrozzeria. Per la verniciatura si è ricorsi ad una vernice opaca antirombo di un vago color crema con piccolissime macchie policrome. L'intera vettura è poi fasciata da una protezione elastica di color azzurro che fa da raccordo tra i paraurti in gomma e cinge la parte bassa della carrozzeria incorniciando i quattro passaruota dove sono alloggiate delle ruote anch'esse completamente azzurre, che montano speciali pneumatici P6 della Pirelli. L'interno, realizzato con materiali da arredamento, è in velluto verde e beige. Alla presentazione della vettura, cui è seguita la proiezione del film “Alfa Romeo una tradizione che continua”, erano presenti anche i piloti Merzario, Francia e Dini. Fine Agevolo inoltre un paio di foto dell'interno, proprio per non farvi mancare nulla mentre vi preparate per la cena.
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- prototipi
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Ora si vede? Lollissimo il mi' babbo ci ha lavorato su quella Thesis lì, e ci ha pure posato le chiappette quand'era ancora prototipante (la Thesona non il mi babbo ). L'azienda per cui lavorava fu coinvolta a livello di tendine parasole e un bel dì andarono giù a provare i campioni.
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In questa immagine scattata al Centro Stile di Arese nei primi anni '90, durante le verifiche dimensionali del manichino di... non so cosa (probabilmente uno studio di coupè che s'è visto come disegno in scala naturale su parete in altre immagini, comunque altro progetto mai trasformato in realtà perchè dalla forma della gabbia di tubi non mi sembra di riconoscere nulla in particolare), vediamo sullo sfondo il disegno di una 155 con frontale e coda differenti. Soprattutto il frontale, dallo stile decisamente "piccola 164" come alcuni bozzetti sulle riviste avevano anticipato ai tempi (vedendo l'auto finita, venne da pensare che i bozzettari avessero sparato a caso, ma grazie a quest'immagine ora possiamo dire che in effetti....) Inoltre.... la 33 del riciclone l'avevo già messaaa???? (è asimmetrica, porte avvolgenti oppure no) Qui invece siamo nella mente del buon Cressoni, ma la macchina non c'è ancora del tutto...
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Nulla a che vedere come heritage dei modelli fotografati e come qualità della fotografia rispetto a quanto appena postato... però che dire, seguendo il filo conduttore posto da X82 all'apertura del topic... beh io per ANNI in camera di fianco al letto ho avuto questa (realizzata alla carlona con due pagine pubblicitarie di non so quale rivista). La macchina la conoscete tutti e a causa dei miei sproloqui ormai vi esce dalle orecchie... però mi spiace, io non avevo la F40 di fianco a me quando giravo la testa nel letto. Fra tante foto che c'erano ai tempi, questa per me aveva un significato particolare, era quelle che mi faceva dire "la voglio", e per questo l'ho inserita in onore del tema di questo topic. (poi... le cose vanno come vanno, e non ho preso questa ma la successiva... ma anche se questa era peggio di quella che ho ora... è questa la foto che mi riporta alla mente tutti i sogni, quando la guardo. La mia Alfona )
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Posso dire una cosa? No? Come no? E io la dico. Un pochino ci avevo preso nelle mie fantasie. Tempo fa quando si parlava già di Giulia e di ritorni in grande stile ("già".... ne parliamo dai tempi della 126 Bis ) io a volte mi immaginavo nei miei trip mentali come poteva essere uno spot del grande ritorno, con certe scene, certe strade, certi paesaggi, certe inquadrature di grande intensità, e poi pensavo a che musica potesse starci bene... beh alla fine avevo concluso che er mejo sarebbe stato il tema dei Pirati dei Caraibi Suona veramente molto "mo' vedete voialtri"
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30 e pussa anni fa li ha obbligati a farne una con tutto davanti, ora voleva vedere come si sono permessi di farne una con tutto dietro.
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A parte quella che sembra una squadra della SWAT insieme ad uno con l'autovelox, no. Però noto che lassù sulla balconata dei playmobil c'è un povero disgraziato in un angolo, che non è stato invitato alla festa (credo sia quello che è stato mandato via dallo stabilimento di Astra J, sorpreso ad inserire lingotti di piombo nei pertugi delle scocche grezze).
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Tutti col ditino che dice "uè, una ce l'abbiam fatta a farcela" (tranne quella in rosso sulla destra, che dice "e due!" e qui mi sa che spuntano i primi problemi di processo ) Bello quel playmobil gigante là sul muro,sopra le finestre
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Aaah ok grazie, non sapevo. Bene così... cioè non perchè abbia lasciato o meno, solo che leggendo così pensavo fosse successo qualcosa di brutto.
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Scusate l'OT, ma si parla di giornalismo inglese. Da tempo non leggo più EVO, però l'altro dì in edicola m'è caduto l'occhio sulla costa di un numero che non so se sia l'ultimo o meno, infilato nella bacheca. Fra gli argomenti che come sempre vengono messi sulla costa della rivista a fare da riassunto dei contenuti, ho letto "Addio Harry". Successo qualcosa?
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