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Che caso, leggevo giusto qualcosa di lei stamane mentre affondavo le Macine nel latte col Nesquik Mi permetto di fare un breve riassuntino visto che con la recente lettura mi è rimasto in testa qualcosa... se vo errando su qualche dettaglio il nostro Roberto mi corigerà Pur mantenendo lo schema costruttivo della Flavia, la nuova berlina rappresentava una rottura col passato per la denominazione ma al tempo stesso un ritorno alla tradizione, per il frontale caratterizzato dalla mascherina col classico scudetto ed il marchio rotondo dei primissimi modelli. Fu presentata nella primavera del 1971 e forse la sua linea alta e stretta, molto legata alla progenitrice se vogliamo, cominciava ad apparire leggermente fuori tempo. Gli stilisti si erano concentrati soprattutto sul frontale, come detto, rielaborato per motivi di tradizione e per dare alla vettura un tocco di maggior personalità. La 2000 poteva ospitare cinque persone, con qualche limite per i passeggeri posteriori i quali, se di alta statura, toccavano gli schienali dei sedili anteriori con le gambe. Un'abitabilità non del tutto consona forse ad una vettura di quella lunghezza, che puntava tutto sul comfort di marcia. Il posto guida invece era molto comodo. La plancia, ottimamente rifinita, aveva un cruscotto caratterizzato da strumenti quadrangolari (di ispirazione Aprilia). Molto validi i materiali: sedili in velluto, moquette e quant'altro. Altrettando valida la dotazione di accessori, per i tempi, completa di lunotto termico, segnalatori luminosi sulle porte anteriori, tendine parasole e via dicendo. Tornava a deficitare leggermente invece per quel che riguardava la capacità del bagagliaio: 380 litri non erano un grande risultato fra le berline di quella classe. Trazione anteriore (ovviamente), 4 cilindri boxer di 1991 cc a sbalzo sulle ruote anteriori, 115 cv a 5500 giri/min. Alimentazione assicurata da un doppio corpo Solex invertito e cambio a 4 marce (optional a 5 dal 1972), con leva sul pavimento. Freni a disco sulle quattro ruote e piantone dello sterzo in tre tronchi ad assorbimento di energia. Sospensioni anteriori a ruote indipendenti, posteriore ad assale rigido. Di serie la 2000 adottava il servosterzo, o meglio, per usare un termine caro in casa Lancia, l'idroguida. Vettura che su strada mostrava le doti di un motore molto silenzioso ed elastico, che reggeva bene il fuorigiri. Era anche piuttosto veloce, andava più forte (178 km/h rilevati ai tempi) di quanto dichiarasse la casa (175). Tutto sommato buona anche la tenuta di strada e addirittura ottimi i freni che mai manifestavano sintomi di bloccaggio. Dolce lo sterzo, fra le pecche il consumo che ad alta velocità aumentava in maniera molto accentuata. A Ginevra nel 1972 apparve la 2000 I.E., in pratica sulla stessa vettura fu montata la meccanica della Coupe HF di Pininfarina. Fuori si riconosceva esclusivamente dal marchietto I.E. sul lato destro della mascherina e dalla scritta Iniezione sulla coda, sempre a destra. Le novità meccaniche stavano nel cambio a cinque marce, e appunto, nell'adozione dell'iniezione Bosch, costituita dalla presenza di alcuni rilevatori di pressione nel collettore di aspirazione, della temperatura dell'acqua di raffreddamento nonchè dell'aria esterna, dati che venivano incrociati con il numero di giri del motore. Tutto ciò veniva inviato alla centralina di controllo che li elaborava e li trasmetteva in impulsi elettrici agli iniettori: in questo modo la quantità di carburante iniettata veniva dosata soltanto agendo sulla durata di apertura degli iniettori. Grazie all'iniezione, la potenza aumentava di 10 cv passando quindi a 125 a 5800 giri/min. Per quanto riguarda la trasmissione, la 2000 I.E. adottava cambio a cinque marce (con quinta diretta) e rapporto al ponte più lungo. Rispetto alla versione a carburatore, questa denunciava (ovviamente) una miglior carburazione a tutti i regimi ed una maggior elasticità, oltre che un cambio più funzionale. Consumava meno alle alte velocità, aveva una ripresa da 30 km/h in quarta più favorevole, ed era leggermente più veloce: superava di poco i 180 km/h. La storia della Lancia 2000 si concluse nel 1974 dopo essere stata prodotta, tra versioni carburatore ed iniezione, in 8.844 esemplari. (credevo ne avessero fatte di più)
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Vero, stravero, straverissimo. Bella esattamente come il giorno in cui fu presentata. Senza tempo. Ragazzi, quando una roba è bella è bella per sempre. Vista una l'estate scorsa in Val D'Aosta, mentre arrivavo ad un casello lei ripartiva in senso opposto. Bordeaux. Eragazzi, tanta roba. Che scena che fa ancora dopo 20 e passa anni. Con quello che costa oggi, se non fosse per la manutenzione abbastanza onerosa (per tenerla come merita), sempre pensato che ne avrei una nel box. Imho da mettere fra le indimenticabili, soprattutto dal punto di vista estetico.
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Credo che i cerchi non siano i suoi. Forse perchè ha le termiche. Cioè, il disegno ok, ma mi pare siano di un pollice inferiore di diametro. Se non ricordo male montava i 14, quelli mi paiono 13.
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Grazie per il controinvito . Non esagerare con le parole... "grande", sono solo uno con una montagna di carta sotto casa. La discesa nel turines la ipotizzo da tempo, e sicuramente non mancherò di avvisare. Peccato solo che ultimamente, un weekend dopo l'altro, salta sempre fuori qualcosa che mi impedisce di prendere la direzione; credo comunque che presto metterò il muso in autostrada diretto verso Turin. Per fine agosto non c'è problema, io sarò sicuramente qui. Poi vediamo se riesci a rovinarmi il weekend p.s. Biscottificio Rossi è il top io di solito cerco di evitare di entrarci perchè altrimenti esco senza portafogli
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Le porte che si aprono in curva mi han fatto venire in mente un aneddoto dei tempi... di cui su un forum che giustamente vieta i discorsi contro il codice quasi non si può parlare. Erano i tempi della mia Clio 16v, del Ritmo105 di Ste, della Golf GTI MK1 di Gigi, della Delta a gas di Pier, dell'Ape di Bassibo (adenoidi). Tutta gente che non conoscete ma vabbè, chevvelodicoaffare. Per chi conosce il Net, diciamo dei Net valsesiani. C'era anche una 126 Personal bianca, nella cumpa, e veniva usata la sera d'estate per fare il giro veloce nel paese deserto (eran tutti a guardare la partita al bar della stazione, o coi piedi nella bacinella mangiando cocomero sul balcone di casa). Proprio nella curva della stazione, c'era una giunta sull'asfalto che evidentemente era troppo per il telaio... si apriva sempre la porta destra (la curva era a sinistra, ovviamente. A 90 gradi). "Cazz si è aperta la porta...." "Lascia, c'è il palo di legno là...." Il passeggero andava quasi in braccio al guidatore, ci si avvicinava e bam! Cavolo si apriva l'altra Che scocca delle balle
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Qui in valle il mini-salone dell'auto c'è sempre stato, per 30 anni circa. L'avevamo durante la fiera dell'Alpàà, i consueti 10 giorni di cui Varallo nella parte centrale è chiusa al traffico e la sera ci sono i concerti gratuiti. Bene o male, nel piccolo, tramite i concessionari che comunque coprivano praticamente tutti i marchi sul territorio (una volta....) c'era modo di vedere il totale della produzione europea, come gamma e soprattutto novità. Solo che poi, ci han messo 20 anni per rendersene conto, ciò che spendevano i conce per l'occupazione dello stand (mica poco, i soldi per gli artisti alla sera - tranne Vasco e Ligabue son passati tutti, cioè non parlo dell'orchestra del paese vicino... - dando i concerti gratis per il pubblico, bisogna tirarli fuori da qualche parte....) non veniva assolutamente ripagato. Perchè? Ma proprio per i concerti! Essendo gratuiti (mica facile andare a vedere Irene Grandi, Antonacci, Lucio Dalla, Emma, etc. etc. gratis, no?) attiravano una moltitudine di persone da Torino e Milano, con conseguente codazzo di auto verso la Valsesia già dalle 18 (e guerriglie urbane per un parcheggio). Di conseguenza, ah certo l'affluenza di pubblico degli stand di auto era enorme.... ma cosa potevano sperare di vendere a gente che viene da 100 o 150 km? Se l'auto piaceva, se la compravano poi a casa loro, da te la guardavano (senza troppi impegni) e basta...
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Certo. Sai dove? .... ma dove vuoi che sia http://www.autopareri.com/forum/alfa-romeo/33319-mai-nate-alfa-romeo-15.html
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Eh.... fa conto che ero messo di sbieco, col cell in mano preso al volo, e cercavo di fotografare il telo della slide da una ventina di metri ... questi ingrandimenti sono il risultato di un lavoraccio col ps adesso vedremo un po' se in futuro riusciremo ad avere delle immagini più decenti. Mostrò anche le immagini di quella che lui aveva creato per il ventennale della 164, ossia la nuova 164 (solo bozzetti)... che in pratica era la concept Lancia J "alfizzata".... e mi fermo qui, mi scusi sig. Fumia ma quella proprio no. - - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - - Si si, è il Giorgio , colui che il Giorgetto chiama "il maestro". Il suo stile nei riflessi e nei giochi di luce sui vetri è inconfondibile. Mano eccelsa, di grande stile nella carrozzeria ma affiancata ad una grande passione per la meccanica e capacità di riprodurla. Spero di non fargli un dispetto caricando uno dei suoi lavori, ma è solo per rendere omaggio al suo talento. Osservare prego questa 512TR. Pochi al mondo come lui, per me forse nessuno. Ora gli cercano l'erede, ce ne sono tanti bravi, ma io il suo erede non lo vedo. Grande Giorgio. Ha ragione Giorgetto.
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Certo che c'è in archivio (prima di tutto perchè in archivio i Gm ci sono tutti ). Però non lo chiedevano a Sbarro, lo chiedevano a Colani il quale valutava diverse auto, tra cui la Golf II che hai citato (giusto il tuo ricordo sulla "scatola"), la Tipo (apprezzata per il posteriore e la fiancata, criticata per il frontale "perchè un frontale del genere con tutto il bello che c'è nel resto dell'auto?"), la Uno mi pare (credo non la trattasse molto bene...), la 405 (scarabocchi sulle coppe dai tagli obliqui, con scritto "???? design moulinex??" e altre, forse proprio la 21 che dice Cosimo anche, con le pennarellate sul cofano dato che lui si chiedeva perchè quel piattume. Mai amato il personaggio, e sinceramente nemmeno apprezzo molte cose che lui ha fatto. Quel servizio imho lasciava il tempo che trovava, dato che le sue critiche partivano da un punto di vista totalmente fuori da ciò che è l'automobile come prodotto industriale (l'auto che bozzettava lui come omaggio per il servizio non la costruisce nessuno manco adesso...). Purtroppo non ho scansioni di quelle immagini, eppoi il Rega ha gentilmente chiesto di tornare IT.
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Non sbagli affatto. Tra l'altro, Quartz, Brio e Hit... evoluzione di un concetto che purtroppo nelle rispettive epoche non è mai arrivato direttamente in strada. Forse per Quartz era veramente troppo presto, per chiedere di vederla nelle vetrine (a proposito Gimmo, fanali 916... guarda da dove arriva il concetto ) Brio... quando la vidi pensai che avrebbero dovuto farla. Mi garbava anche il nome. La Hit l'avrei proprio voluta. Però forse non era lui, o non era tutta sua. Ho visto ancora un attimo fa il quadro che ha fatto ai tempi con le bozze di tutto ciò che ha creato in Pinin, e la Hit non c'è (però c'è la 164 e ci sono anche due bozzettini della coupè e della cabrio... non so di quando sia il quadro e se la Hit avrebbe potuto esserci o meno fra gli schizzi, ma credo che i tempi fossero più o meno quelli.... Hit mi pare estate '88, no? Credo sia di quel periodo la copertina di 4R con il concept su fondo rosso). Hit mi piaceva un sacco, dentro e fuori. Avrebbe avuto bisogno di qualche modifica forse per essere messa in vendita (la fanaleria anteriore... mah chi lo sa se l'avrebbero potuta fare così) ma era un gran bel corpo.
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Diciamo che è un po' la cosiddetta "ingiustizia" generale che contraddistingue il mondo del design.... è stata citata la 164. Ora, tutti noi sappiamo perchè e percome riguardo il suo stile, sappiamo chi era Pininfarina, chi è Fioravanti, e chi è Fumia. Però, quando A&D pubblicò la design story, con ampi spazi sulle considerazioni generali riguardo lo stile Pininfarina e ampia descrizione della vettura da parte di Fioravanti, in copertina c'era Fumia seduto sul cofano della 164? No. Più che giusto che ognuno occupi il ruolo che deve nell'ambito dell'organigramma, e che le cose "escano" secondo iter prestabiliti e che vengono comunque accettati quando si decide di lavorare per un'azienda, tuttavia ogni tanto è bello mettere i puntini sulle i. Anche per Testarossa, un esempio a caso, solitamente le considerazioni girano attorno alla Pininfarina in quanto creatrice del suo stile, ma con la passione per i dietro le quinte si apprende che il suo stile in senso stretto ha un padre ben preciso, all'interno di quel sistema. Nomi che purtroppo per motivi vari troppo restano nell'ombra, quando invece sarebbe bello saperli ed incontrare oggi tali persone e poter avere l'occasione di complimentarsi per ciò che hanno creato. Questo per dire che secondo me è giustissimo dire "sotto la direzione di WDS è nata la 147", come ho letto recentemente in un trafiletto riguardo il libro a lui dedicato. Trovo meno giusto quando sento "HA FATTO la 147". Perchè, mettiamola così, io trovo che si possa dire che Giugi HA FATTO la Uno (o la Delta) nel senso che fosse anche stato solo (cosa improponibile ma tanto per estremizzare) secondo me l'auto veniva fuori così, punto. WDS da solo avrebbe fatto la 147? Qualcuno potrà dire si, e io rispetto il parere. Ma secondo me NO. E' in gamba a scegliere quello che bisogna fare, ma secondo è necessario metterglielo davanti. Ciò non toglie che il suo non sia un merito, anzi. Ma per me i designer sono un altro genere di persone. Un conto è saper tenere le redini e dire "si, no", un altro conto è creare e poi tenere le redini nei confronti di quel che si è creato.