Vai al contenuto

PaoloGTC

Utente Registrato Plus
  • Numero contenuti pubblicati

    11226
  • Iscritto il

  • Ultima visita

  • Giorni Massima Popolarità

    57

Tutti i contenuti di PaoloGTC

  1. Che fosse colpa tua era chiaro fin da principio. Ecco col gomito la fiancata cammina già di più a mio parere. Si tratta solo di decidere, quando lanceremo questa Croma 85 SW sul mercato (io credo che venderebbe qualche pezzo ) se vogliamo cambiare la porta oppure no. Anche lo spoilerino cambia tutto nella vista di 3/4 posteriore, e in meglio. L'avevo pensato... poi mi son detto che tra i marchi del Gruppo c'era la 33 che rappresentava il familiare-sport e la Thema che copriva la sezione eleganza (e un lavoretto sopra il lunotto ce l'aveva ma si vedeva mica tanto....) e la Croma forse era quella destinata a restare senza ammeniccoli. Per le foto pixelate eh oh pigliatevela con il Giugi o col Gruppo . Il materiale sulla gestazione stilistica di Croma è uno dei più vasti fra quelli divulgati all'epoca, e allo stesso tempo uno dei peggiori come qualità fotografica. Ci sono immagini che paiono scattate di notte mentre pioveva e con la nebbia. Concordo con Abbarth. Mi pare che sotto le coppe, i lattoni di Thema e Croma fossero gli stessi (d'altra parte non c'era motivo di farli diversi....). Riguardo le coppette copribulloni, la maquette precedente (cioè senza il bagagliaio rialzato di 30 mm) mostrava gli stessi cerchi ma due diversi tipi di coppette. La grandezza era la medesima, ma sulle ruote di destra erano come queste, su quelle di sinistra invece di essere piatte erano molto scavate, andando a filo con la testa dei bulloni in pratica. Su quella maquette anche i fari posteriori, identici per misura e sagoma, non avevano ancora la grafica definitiva. Le due luci di retro che qui vediamo nella posizione conosciuta, a livello freccia, erano nella fascia inferiore, esattamente al centro del fanale. Davanti invece lo stile di Croma non cambiò più di tanto durante le ultime revisioni. Ovviamente ci fu la modifica della calandra quando si decise di adottare il nuovo stile con le grandi barrette cromate al centro, iso-Panda Super e iso-Uno (le prime calandre erano a griglia con l'alloro Fiat al centro) ma dopo quello, l'unica variante proposta dal Giugi fu quella in cui i listelli neri della calandra, anzichè essere orizzontali, erano inclinati, paralleli alle barrette cromate. Poi arrivarono i due profili cromati orizzontali, sopra e sotto la calandra, per impreziosire un frontale che a livello di Centro Stile lasciava qualche perplessità per l'aspetto troppo economico, troppo simile a quello della Uno che era pronta per il mercato ormai, probabilmente anche per la colorazione delle frecce, che sulle maquette in quel momento erano arancioni come sulla versione base dell'utilitaria che sarebbe nata poco dopo. A quel punto sembrava proprio una enorme Uno (non che in seguito non la ricordasse, però le modifichine servirono).
  2. Grazie Nino e grazie Abarth . El Nino: avevo pensato a collegare la cintura delle porte con quella del terzo vetro tramite l'angolo iso-Regata, però non l'ho fatto perchè ho cercato di immedesimarmi nel ruolo di chi doveva decidere. Regata aveva quel tipo di raccordo che facilitava le cose, ma dobbiamo dire che lo aveva di suo, c'era nelle porte della berlina, anzi in quelle della Ritmo. Croma era pronta senza quell'angolo, e mi son chiesto se al momento di tirare fuori una SW, avrebbero deciso di cambiare la porta posteriore. Mi son risposto "no". Però non potevo nemmeno seguire lo stile di Thema, sarebbero state quasi uguali, sicchè mi sono adeguato al pensiero di TONI. Dici bene per il bordo superiore del lunotto, l'ho fatto volutamente. Se fossi rimasto all'altezza del vetro laterale, mi sarei trovato con un tetto che sembrava scendere ancor di più e dopo una prova veloce non ne ero soddisfatto. La fascia sopra i fari rimane di quell'altezza perchè doveva (almeno lei) adeguarsi al bordo inferiore del terzo vetro. Se l'avessi ridotta ampliando il lunotto verso il basso, ci saremmo ritrovati con lo stesso problema di disallineamento che hai notato tu nella parte superiore, solo verso il basso. A quel punto la soluzione era quella di riportare il terzo vetro a livello cintura porte... e ci ritrovavamo con un'altra Thema SW imho. Abarth03: le coppe si, sono le originali della maquette di revisione finale (il bagagliaio di Croma fu alzato di 30 mm con l'aumento dello spessore del portellone, modifica suggerita da verifiche aerodinamiche: in principio Croma aveva un portellone più "sottile" nella vista laterale, ma la galleria del vento, durante dei test con la maquette precedente modificata con polistirolo e nastri in maniera abbastanza svelta, mostrò risultati decisamente migliori con quella modifica), ma parlerei di cerchi più che di coppe. Credo fossero stati ipotizzati dei lattoni grigi con coppetta sui dadi, così come nella Regata che è stata postata qui, solo con un differente disegno dei fori di areazione.
  3. Io ho cercato di lavorare solo sull'integrazione del volume posteriore con la fiancata, lasciando stare la coda nelle parti basse. Per creare un'atmosfera più romantica , son partito dalla maquette di revisione finale dello stile. Per differenziarla da Thema, ho espresso il medesimo concetto di TONI, lo scalino fra vetri porta e terzo cristallo. Risultato: mi fan cacare tutte e tre. 1) col terzo vetro che non tocca la portiera 2) col terzo vetro che tocca la portiera 3) col montante della porta posteriore annerito come il centrale (che tale era sulla maquette di partenza), per creare un voluto zigo-zago nella cintura. Giocando con lo zigo-zago anche nell'attacco del vetro porta anteriore, si poteva risalire (con un effetto XM) al piano superiore del cofano, simulando lo spessore dello stesso - a tetto - che entra nei finestrini, ma poi mi son reso conto che a nulla sarebbe servito essendo il giochino in zona attacco specchietto. Quindi zigo-zago solo dietro. Personalmente non vedo grossi difetti in nessuna delle tre, ma tutta roba molto classica e statica, che non mi entusiasma affatto. Forse con dei lega e i mancorrenti (che per me sulle SW hanno sempre fatto moltissimo, quasi non riesco a vederle senza) cambierebbe un po', ma lo spirito con cui ho fatto il lavoro (beh... se vogliamo chiamarlo lavoro...) era quello di capire la forma di base senza giocare con gli ammeniccoli. Forse dovrei alzare un pelino il bordo inferiore del lunotto. Me la fa un po' troppo aperta e fragile. Bah, mi son stufato fatevela voi 'sta Croma Sportour.
  4. Una di quelle 90 SW fa parte della collezione dell'Alfa Blue Team (insieme alla medesima versione realizzata in precedenza dalla stessa rivista per l'Alfetta Quadrifoglio). Non sono sicuro di dove sia finito l'altro esemplare, però calcolando che era in giro per il lumbard, potrebbe trattarsi di quella dei Salvetti & Co. (anche se a dir la verità l'ultima volta che l'ho vista da loro mi ha dato l'impressione di essere bella incastonata nella collezione, in una zona piuttosto ritirata... cioè non mi ha dato l'impressione di un'auto messa in una posizione tale da renderla immediatamente utilizzabile, era messa in modo molto "museo" ... poi tutto può essere... magari è l'altra... o magari le hanno tutte e due loro e una gira l'altra no... boh )
  5. Ieri c'è stata l'occasione di fare quattro chiacchere post-conferenza in quel di Novegro con l'ing. Limone, e così tanto per non saper di cosa parlare , con il buon Duè si è deciso di buttare il discorso sulla Thema Integrale. Ha confermato l'esattezza delle notizie dell'epoca, riguardo l'esemplare con i cerchi "Integrale" di cui abbiamo visto le foto, accennando anche alla versione con le autolivellanti. Si trattava comunque di sperimentazioni del CRF, e purtroppo ha anche confermato ciò che dentro di noi in quel momento pensavamo, e cioè che si tratta di esemplari che oggi non esistono più, tra i pezzi che si sono salvati all'interno di collezioni e capannoni. Sul momento però non aveva ricordi di una ulteriore versione 4WS, ma ha giustamente aggiunto che trattandosi di lavori di CRF, ovviamente ai tempi se ne era a conoscenza in linea generale, ma non così tanto da poter riportare oggi dei "si" e dei "no" precisi.
  6. La Croma bianca della foto portava il nome di "Oasi" ed era realizzata dalla Tria Design. Qui sotto un bozzetto ed altre due immagini. Dire Tria Design significava dire Pierangelo Andreani, il designer che dopo alcuni anni passati al CS Fiat e alla Pininfarina, venne ingaggiato dall'Alejandro per disegnare auto e moto. Sua la Biturbo. Inseguito divenne un designer indipendente collaborando con varie aziende dei settori auto, moto e nautica. Parlando invece di mescolare Thema e Croma... beh, questo accadeva già tanto tempo fa. Anzi, l'inizio fu proprio quello.
  7. Attenzione a divulgare questa notizia riservata, perchè si tratta di un assist micidiale per i maligni. Potrebbero iniziare a scrivere "ma perchè maglionne gliele taglia, o perchè gli cadono dopo aver visto gli interni?"
  8. Anche un po' più easy, Mac... La mia era una battuta. Di certo non stavo (e non sto) a perculare il modello che possiedi, perchè sta su autoscout. Facevo una battuta perchè in risposta ad una domanda sull'iter di vendita di un'auto di elevato livello e prodotta in serie limitata, Becker riportava delle inserzioni su un sito molto frequentato e pieno di ogni genere di auto. Un po' come se uno chiedesse dove si può prendere una bella giacca di Armani ed un secondo per scherzare rispondesse "ne ho vista una ieri sullo scaffale della Coop vicino agli innaffiatoi da giardino". E per scherzare io gli ho dato del "tremendo cattivone". Tutto lì. La battuta era sull'abbinamento di domanda e risposta, non sul fatto che la 8C stia su Autoscout.
  9. Vero. Però noi non lo dimenticheremo. Anzi.... faccio una parentesi musicale, vista la car del video... Duetto forever (in USA anche di più )
  10. Non ho tempo di legger tutto, ma lo farò prossimamente. Per il momento mi limito a dire che l'Opelista è un personaggio talmente squallido che chi si occupa di recensire queste considerazioni non lo prende manco in considerazione. "Perchè, esiste l'Opelista?"
  11. Mazi ha fatto un'osservazione interessante, con la quale concordo. Ci saranno poi state mille motivazioni di carattere markettingaro o altro..., ma parlando di prodotto in sè, ragazzi su suolo americano in quegli anni giravano certi cadaveri fra le proposte della produzione nazionale.... e qui andiamo bene anche a livello di stile. Da noi sarà stata vecchia al lancio e poco piacevole, e questo è un dato di fatto... ma anche dal punto di vista estetico, fra le berlinone USA.... giravano certi cadaveri... Per fare un esempio molto spicciolo, ricordo che quando guardavo da ragazzino gli episodi di Supercar al primo passaggio televisivo, vedevo certi mastodonti così antiquati nello stile che mi portavano a pensare si trattasse di auto prese giusto per il serial, magari da distruggere e quindi di vecchia generazione, comprate dalla produzione per due soldi... poi negli anni '80 ebbi in dono il mio primo TAM (Tutte le Auto del Mondo di 4R, lo conoscete), che ai tempi sembrava un dizionario, e trovai quelle berline... in produzione! Certe Caddy, certe Buick... e pensai "ma le fanno ancora???" Ragion per cui, imho, l'Alfa 6 era più adatta al suolo americano che a quello europeo, per certi aspetti.
  12. Vista dal vivo finalmente oggi, pur con questa minxxia di pioggerellina insistente che ti si nebulizza anche dentro le orecchie (vabè, sorridiamo, vorrà dire che su nevica e l'alta valle lavora...). Mi ha fatto una buona impressione, sorpresi sia io che mio padre dall'abitabilità posteriore (lui è un filo più alto di me che passo gli 1.80). Ben finiti gli interni, discreto il bagagliaio come volume. Niente di nuovo sul fronte dei comandi Opel, nel bene e nel male, tranne la novità del freno a mano che ha il pulsante di sblocco sopra anzichè davanti, e una foggia un po' diversa. Ho trovato un po' stupido il cassetto portaoggetti fronte passeggero, quello nella parte superiore della plancia (in pratica son due). Ben fatto e ben rivestito (il materiale della plancia è molto bello imho) ma non capisco perchè il portello stesso debba avere un gonfiore così accentuato verso l'interno. In pratica si mangia metà dello spazio che avrebbe il vano, e secondo me come ci metti una cosa più voluminosa di un pacchetto di sigarette, non lo chiudi più. Bah... Niente male il sound dello stereo, pensavo peggio ho osato un po' prima che il titolare mi guardasse con l'espressione "Paolo non fare il cretino che sto parlando con un probabile acquirente" , e non suona affatto male. Considerazione generale sul design esterno, mi conferma l'impressione "di volata" dell'altra sera. Imho è molto meglio dal vivo che in foto, specialmente dietro. Quella argento mi è piaciuta, un po' meno la bianca. Prova su strada? Niente, mi spiace, la macchina era lì a disposizione e io stavo per uscire con il venditore con la faccia "vado a provarla vado a provarla", ma c'è stato un imprevisto. Mentre esco sento la voce del titolare che mi fa (sulla porta dell'ufficio, con il braccio che indica la sedia di fronte alla sua scrivania) "Fila subito qui! Ti devo parlare!" Ahimè. Quindi, è finita che niente prova della Mokka (anzi, DEL Mokka, perchè lo danno al maschile, i poster dicono "NUOVO Opel Mokka", non "nuova" ). Un'ora a prendersi a schiaffi (virtualmente s'intende) perchè oggi oggi spunta IL PREZZO per codesto aggeggio e allora via di lotte alla Zio Paperone perchè la cosa si faceva interessante tanto da farmela reinserire nella lista delle papabili... e il Mokka è rimasto là fuori sotto l'acqua. Comunque mi ha fatto una bella impressione, ripeto. Credo che qualcuna la piazzeranno. Mi parlavano però di tempi di consegna lunghetti.
  13. Imho il confronto sui prezzi che si trovano sul mercato è giustissimo perchè uno alla fine lì si rivolge, la realtà è quella, e come dicevo ieri, c'è da pensarci anche per quel che mi riguarda, viste certe offerte che ci sono in giro (il mercato "circo" che dicevo ieri). Però io cerco di fare anche il ragionamento di base, quello secondo il quale, se non ci fossero le offerte dei conce in giro, dovrei basarmi sui listini. Ieri sera guardavo l'Astra "di listino" e ne ho dedotto che nei suoi confronti la Golf non è poi tanto cara, ad esempio. Guardavo le 1.4 tubbobenza sui 120cv ben allestite e mi son trovato la GTC Cosmo da 120 cv a 22.300, e la Golf Highline 3p a 22.000. Le 140 cv, Astra a 23.300 e la Golf a 23.000. La questione si ribalta se guardiamo la 5porte perchè in casa Opel la GTC costa più della berlina, mentre Golf fa pagare le 5 porte (mi han detto 600 euro ieri, se non ricordo male)... e allora la differenza va a vantaggio dell'Astra (malcontati mi pare che siamo sui 700-800 euro). Detto questo, ovviamente se abbandono il conce "di casa" che km0 non ne ha e non ne fa, e vado da un "grosso" nel milanese, ne trovo di GTC km0 benza a 16k... cosa che probabilmente con Golf non accadrà se prende il mercato come lo prende di solito (ma col giro che c'è ora, la cosa è ancora da vedere....). Una Golf 1.4 122cv Highline 5p su 4R la vedo a 22.800, una Giulietta 120cv Distinctive è prezzata 30 euro in meno.... Poi appunto, si prende la macchina e si va in giro a vedere quel che si trova, che indubbiamente dopo due anni di mercato è a favore di Giulietta.
  14. Ed eccoci al terzo post consecutivo (scusate, ma non è colpa mia, prendetevela con J-Gian ). Paparazzi d'officina... un'immagine del vano motore 6 durante il montaggio del propulsore naftone. E per concludere, la chicca. Sinceramente ho questa foto in cartella da un sacco di tempo, e non l'avevo mai postata perchè alla fine si trattava semplicemente di una 6 senza targhe, colta su strada più o meno nel periodo della presentazione. Stamane però ho deciso di andare a riprenderla, tanto per completare il caricamento del materiale che avevo su Alfa 6, e mi sono accorto di cose che non avevo mai notato per troppa fretta. La vettura ha le luci d'ingombro laterali ed un listello paracolpi all'altezza del diedro sulla fiancata, che mi pare non sia mai esistito sulle vetture in vendita. Pensando soprattutto alle luci di ingombro, potrebbe quindi trattarsi della celebre 6 in versione USA di cui si parlò tanto tempo fa (e che il Fusi aveva indicato come prodotta in alcuni esemplari) in questo topic. Ci vorrebbe il Fusi. Max, what do you think about this car? Per concludere con qualcosa da leggere riguardo l'Alfa 6, inserisco un breve articolo di Quattroruote, pubblicato ai tempi del lancio, che conteneva alcuni aneddoti riportati da Bruno Bonini, celebre collaudatore Alfa Romeo che si occupò anche di questo modello, e che purtroppo perse la vita a 71 anni a Spa Francorchamps nel 1994, durante le prove della Sei Ore, al volante di una Giulia GTA. Ci tengo a precisare come dalla lettura, si possa dedurre che le considerazioni sul ritardo di Alfa 6 siano fatte da Quattroruote e non facciano parte delle opinioni di Bonini. Pare esserci una giustificazione sul ritardo accumulato dal progetto, e personalmente suona un po' come una dichiarazione benevola, perchè da altre fonti pare certo che la tiritera di Alfa 6 sia più lunga ed imputabile ad una gestione un po' raffazzonata. Pertanto mi è sempre sembrata una opinione "politically correct" quella che si legge qui sotto, che fu poi inserita insieme alle memorie di Bonini. BRUNO BONINI E L'ALFA 6 Si è detto e scritto che l'Alfa a 6 cilindri è già un po' vecchiotta. In realtà essa ha subito, su per giù, lo stesso periodo di “incubazione” di tutti i modelli radicalmente nuovi (com'è il suo caso). Venne infatti impostata nel 1973 sotto la direzione dello scomparso ing. Orazio Satta. I tempi (crisi energetica) non erano dei più propizi per una vettura di una certa cilindrata, ma l'Alfa Romeo ritenne che fosse il caso di portare avanti il progetto. Il destino vuole che la 6 sia pronta per il lancio commerciale proprio quando il mondo occidentale è di nuovo alle prese con il petrolio. "Il motore a 6 cilindri a V fu la prima parte della vettura a iniziare i collaudi e le prove. Montato su una 2000 fu facilmente camuffabile e consentì prolungate sperimentazioni su strada senza ricorrere ad alcun particolare accorgimento per celarne la presenza. Alla fine del 1974 fu la volta del cambio. Per quest'organo vennero scelte le autostrade della Germania Occidentale, ove non esiste un limite di velocità. All'inizio del 1975 venne deciso di montare lo ZF. Il fatto che la posizione della prima e della retromarcia siano ravvicinate rispetto ai cambi normalmente impiegati porrà qualche problema alla clientela Alfa più affezionata, ma non sarà difficile farci la mano. Quando fu definita la carrozzeria (1977) si rese indispensabile celarne le sembianze mediante le solite “appendici”. Quando essa fu definitiva, comunque, la gran parte dei collaudi venne eseguita a Balocco, quasi sempre di notte. In questa fase furono in particolare il cambio, i freni, il ponte, la trasmissione a venire “maltrattati”, secondo una prassi che prevedeva 35 cambi di marcia su un tracciato di 4 km dei 18 in totale percorribili a Balocco sfruttando l'intero impianto stradale. Poi seguirono i collaudi impostati sulle accelerazioni e decelerazioni, sull'impianto elettrico e su altri particolari e in climi particolarmente freddi". Per tutti i costruttori dell'Europa Occidentale il paese ideale per condurre prove a temperature abbondantemente sotto lo zero è la Svezia. Capita sovente che essa sia meta di più d'un prototipo (Renault, BMW, Mercedes, Alfa Romeo, Fiat) nello stesso momento. I tesi di questo tipo durano in media da 40 a 50 giorni. Calcolando che le Alfa 6 sottoposte al complesso dei test su strada sono state da 6 a 7, si può affermare che questa macchina ha percorso – in totale – non meno di un milione di chilometri prima di passare alla linea di montaggio. Si ha così la riconferma dell'insostituibilità della strada come banco di prova. Bruno Bonini è all'Alfa Romeo da 40 anni e da 30 fa il collaudatore (suo padre era meccanico di Rudolf Caracciola nel periodo in cui il grande pilota tedesco fu all'Alfa Romeo). Percorre, in media, circa 200.000 km l'anno. Appartiene all'elite dei collaudatori che hanno il preciso incarico della messa a punto dei prototipi. "Quando non esisteva la pista di Balocco," dice Bonini, "i collaudi e le prove venivano effettuati esclusivamente su autostrada e strade normali (spesso da Milano a Reggio Calabria e ritorno variando i percorsi). I piccoli interventi e il cambio dei pneumatici venivano effettuati a bordo di un autocarro". Bonini iniziò la sua attività all'Alfa Romeo quarant'anni fa in qualità di motorista sulla 16 cilindri progettata da Ricart. Poi, con lo stesso incarico, seguì la 158 e la 159. Nel 1950 prese parte alla Carrera Panamericana come “secondo” di Felice Bonetto con la 2500 Freccia d'Oro. Nel 1954 venne promosso al rango di pilota e partecipò, da solo, alla stessa gara. Nella quarta tappa, la Leon-Durango, fu costretto al ritiro per incidente. Un'idea dell'importanza dei collaudi su strada è lo stesso Bonini a darcela quando parla dei freni a disco, che l'Alfa Romeo non fu fra le prime ad adottare per la semplice ragione che non davano affidamento. "Per conoscerne la resistenza allo sforzo, il servizio collaudi dell'Alfa elaborò nel 1955 una serie di test che prevedevano 150 colpi di freno in breve spazio con decelerazioni da 120 a 60 km l'ora e accelerazioni da 60 a 120". "Percorrendo di preferenza la statale della Cisa (allora non c'era ancora l'autostrada da Fornovo a Pontremoli) ci si accorse ben presto" – ricorda Bonini – "della precarietà dei freni a disco su percorsi molto tortuosi e accidentati". Fu soltanto negli anni '60 che tali freni vennero adottati regolarmente (seconda serie della Giulia). Guarda caso i test dei freni a disco vennero diretti dall'ing. Carlo Chiti, oggi direttore generale dell'Autodelta e responsabile dell'attività sportiva della casa milanese. Fine.
  15. Scusassero per l'interruzione. Riprendo da dove avevo lasciato. Qui vediamo (fonte Web imprecisata perchè la foto viene da una pagina di rivista non specificata) una 6 dal camuffo direi.... incomprensibile. Qual'è lo scopo di una decorazione del genere? In effetti non si riesce proprio a capire qualcosa della linea dell'auto. Passiamo alle immagini di una rivista che con le auto ha ben poco a che fare. Si tratta di Epoca dei primi anni '80, settimanale di attualità che ogni tanto pubblicava articoli sul mondo dei motori. In questo caso, si trattava di un testo riguardante la sicurezza delle automobili. Non parlava espressamente di Alfa Romeo, ma la Casa milanese aveva fatto la sua parte con il materiale fotografico su ricerca e collaudi per la sicurezza (Alfa Romeo ed Epoca erano molto legati, le pubblicità erano sempre presenti e spesso nelle rassegne sulle ultime novità nel mondo dell'auto, la nuova vettura Alfa Romeo era il soggetto di copertina o di apertura del servizio). Qui vediamo una carrellata dei vari test cui venivano sottoposte le Alfa Romeo, e la 6 è protagonista. Dall'alto verso il basso e da sinistra verso destra, vediamo: -il test di resistenza dei montanti alle pressioni in senso obliquo; -il roll-over statico after-crash frontale per la verifica della perdita di liquidi; -il crash test frontale (altro non è che la versione a colori della foto che ho postato in precedenza da 4R); -il test di resistenza allo strappo per le cinture di sicurezza; -la prova di sfondamento della portiera posteriore (fase iniziale della prova); -il crash test verso barriera inclinata. Inoltre, in una foto più grande, Epoca mostrava la fine della prova di sfondamento della portiera. Devo fare un altro post ancora, non mi carica più le immagini. Sarà la pioggia. Ne restano ancora due.
  16. Visto che piove, piove, piove... cerchiamo di dare un senso a questa domenica pallosa. Ecco un po' di documenti Alfa 6. Per cominciare, tre immagini che fanno eco al discorso fatto giorni fa sulla Giulia prototipo superstite, vista oggi e paragonata alle spies di inizio anni '60. Qui vediamo il prototipo Alfa 6 che ancora oggi esiste nei sotterranei di Arese, e che di recente è stato pubblicato da Salvetti nel suo "Alfa velate". Sulle riviste dei tempi furono pubblicate le foto di due Alfa 6 prototipo con questa livrea, molto simili fra di loro, ma non del tutto uguali. L'altra era quella rugginosa che postai taaanto tempo fa in questo topic, paparazzata in centro a Milano. Dopo un'attenta analisi, posso affermare con certezza che questa è quella che dorme ad Arese. Uno scatto che si riferisce agli ultimi collaudi. L'interno dell'esemplare definitivo che fu paparazzato al Polo, con la scritta "MAR FALLEN" sul cofano e sul bagagliaio. Chissà che tipo di strumento è quello. Un crash test. Piccola pausa per via di un imprevisto in casa, tra poco proseguo.
×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.