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Grazie Roberto hai ragione riguardo gli interni. Ci saranno altre foto, ma alla fine son riuscito ad immortalare più che altro le convertibili, perchè con le "chiuse" non c'era molto da fare. Tutti le chiudevano a chiave con i vetri serrati appena scendevano, ho tentato di colpire qui e là ma c'erano troppi riflessi. Tra l'altro, diversi personaggi, contenti per carità che si facessero foto ma senza avvicinarsi troppo, per non parlar del fatto che parevano persone che si conoscono da una vita e che avessero in testa di seguire discorsi nati qui e là oppure il programma che si stava svolgendo all'interno del Teatro, piuttosto che restare attorno alle auto magari aperte a fare quattro chiacchere con i curiosi o appassionati. Insomma, arrivavano le chiudevano e si allontanavano. Ah, in giro per la piazza c'erano sicuramente, ma vai capire di chi era una e di chi era l'altra, per chiedere ad esempio se si poteva aprire una porta per fare una foto decente dell'interno.... Per le altre foto, portate pazienza.... il sottoscritto è alle prese con alcuni problemi tecnologici. Io carico le foto ma non vogliono saperne di venire fuori. Ora ho chiesto lumi al Gian.
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Secondo me se avesse un bagagliaio un po' più voluminoso e sostenuto, non così sciolto e informe, sarebbe migliore. Imho lì ci son troppe portiere e troppo muso per quel culetto lì.
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Frontale di 166 gran questione. Personalmente, se ai tempi fossi stato un proprietario di 164 che andava a vedere il nuovo modello ansioso di comprarlo, sarei rimasto deluso proprio da quella parte dell'auto. Non so veramente (al di là di ritardi decisi dall'amministrazione, una scelta stilistica era comunque stata FATTA) quale fu il pensiero dietro quei fanalini così minuscoli. Farla diversa dalle altre? Ah, sicuro. Ma diverso non è sempre sinonimo di vincente. Anzi. Verissimo che il restyling sia stato messo in commercio troppo tardi, tanto che, almeno qui, le 166 che circolano ancora (son diverse, a dir la verità) son quasi tutte della prima serie, nonostante quel frontale. Poche, molto poche le restyling. Ora non ho presente le vendite, ma con l'occhiometro sembrerebbe di poter dire che ormai l'auto non interessava più.... peccato, perchè proprio domenica mi son messo a parlare con un signore proprietario di 166 restyling (veniva da fuori) che era lì a seguire il raduno Lancia. Guardavo la sua 166, e col muso nuovo era tutta un'altra faccenda. Il contrario di ciò che accadde con 164, imho. Come frontale meglio la prima. Più semplice forse, più povera col paraurto grigio per alcuni, ma imho tutta ben proporzionata e un po' più aggressiva con lo spoiler porta-fendinebbia che con il restyling scomparve. Questo per fare nuovamente outing (credo di averlo già fatto da qualche parte tempo fa, o forse a voce...), dicendo che in verità a me la mia NON PIACE . Quando esco da lavoro (e me la son portata dietro) me la trovo proprio di fronte perchè il mio posto auto sotto le tettoie è proprio davanti alla porta di uscita dell'azienda.. e tutte le sere mi guarda con quei farettini troppo sottili rispetto al resto... forse ai tempi era sinonimo di maggior modernità, ma l'aggressività andò a farsi benedire. La prima serie era tosta, la mia sembra strizzare gli occhi, sorridere... i fendi quasi non si vedono là sotto nel fascione nero a scivolo... le manca qualcosa. Che la prima serie aveva. Inoltre, la prima aveva delle masse nella parte bassa della fiancata che permettevano di apprezzare anche dei cerchi da soli 15 pollici. Stesso diametro di quelli che ha la mia, ma con quei paraurti "americani" l'effetto ruotine è abbastanza evidente (tanto che con i 16" diamantati cambia di un mondo... peccato non averli ) Ma vabbè, usciamo da questo OT e torniamo ai muli Alfa. Visto che si parla di fanalerie, abbiamo qui una 90 speciale. La prima volta che vidi questa fotografia ci misi un attimo a capire cosa non quadrava.... c'era qualcosa ma non riuscivo ad individuarlo. Poi ci arrivai. Non cito foto per questa fonte perchè la trovai parecchio tempo fa sul web in una pagina che citava a sua volte la fonte che aveva elargito, ed era direttamente Alfa Romeo Automobilismo Storico. Sui giornali infatti non è mai andata questa foto.... Gente Motori paparazzò la stessa auto in prova e con un fotoritocco probabilmente motivato da una pessima qualità, riportò pare pare le caratteristiche di questa fanaleria. Ai tempi mi parve un fotoritocco inventato di sana pianta, perchè la 90 NON POTEVA avere delle luci di retromarcia fatte così. Pensai che probabilmente nel vedere la foto del paparazzo, avevano notato una pessima qualità della parte interessata e l'avevano ritoccata malamente, inventandosi DUE luci di retromarcia.... ed invece quando trovai questa foto sul web capii che l'avevano solo accentuata coi colori per farla risaltare meglio. Spunta così il preserie di Alfa 90 con DUE luci di retromarcia. Qui l'immagine leggermente ritoccata (la fanaleria sembra sia stata oggetto di colorazione per accentuarne le caratteristiche) di Gente Motori. Ed eccola in un'altra immagine.
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Da amante della carta quale sono, sapete che con me sfondate una porta aperta quando parlate di cos'è una rivista cartacea a confronto con il suo equivalente nell'etere... ma questo lo penso soprattutto per il giornalismo d'automobile che non esiste più. Quello dei FOLLI (perchè non potevano essere altro) che facevano notte coi telex o con le macchine da scrivere per mettere insieme certi numeri di giornali sportivi come AutoSprint, quelli grandi come una tovaglia, con la scrittura in carattere alto due millimetri e tanto di quello scritto, di quel racconto... che ti ci voleva giusto una settimana per leggerlo tutto . Quello dei paparazzi che salivano sulle piante o noleggiavano i furgoni dei traslochi per fare un buco nel telone e nascondersi per fotografare il tal muletto (memorie personali di Hans G. Lehmann). Anche quello dei direttori che per primi iniziarono a vendere le copertine , cosa un po' bricconcella ma che faceva parte di un mondo di carta che aveva il suo riscontro in un mondo dell'auto che viaggiava a gonfie vele. C'era il giornale inappuntabile, c'era quello romanzato ma anche eroico, c'era quello che stava sulle balle a qualcuno perchè aveva il suo pensiero e lo scriveva. C'era il giusto e c'era anche il casino, la polemica... il tutto era frizzante, se mi passate il termine. Oggi è tangibile il fatto che nella maggior parte dei casi il tutto si riduca ad un "cosa mi dai-cosa ti dò" (probabilmente anche perchè è l'ultimo modo rimasto per andare avanti, tirando a campare).... e allora si, vedendo certi giornali d'oggi, che mi vien da dire "beh allora tanto vale leggere sul net o prendermi la copia virtuale". Nella mia caverna ci sono dei malloppi di carta settimanale o mensile che, per il tempo da cui provengono (ed il relativo spirito) equivalgono a dei libri preziosissimi, anche se si trattava "solo" di riviste in vendita a 1500-2000-3000 lire. Forse potrei risparmiare un sacco di spazio se digitalizzassi tutto. Entrerei nella caverna e massimo massimo vedrei un paio di hard-disk esterni collegati ad un pc. Non credo che proverei la stessa sensazione. Comunque stiamo andando un po' fuori strada neh? @ duetto80: io il militare l'ho fatto a Rivoli , Caserma Ceccaroni del Battaglione Logistico Taurinense, Compagnia Comando e Servizi, 3° scaglione 1996; primo incarico spaccista poi modificato in caporale istruttore. (e proprio allo spaccio mi sedetti a leggere il numero di Auto con i 3D "cromati" della 156). Stasera vedrò di inserire qualche mulo, così torniamo in carreggiata...
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E' stato un piacere, Mazi. E lo sarà anche stasera. Infatti ora andiamo ad iniziare con il resoconto fotografico di questi due giorni valsesiani a base di Lancia d'epoca. E lo facciamo iniziando subito con la chicca delle chicche. Anzitutto, un paio di foto che introducono l'evento. La locandina e i drappi posizionati all'ingresso del Teatro Civico nel quale è avvenuta poi l'assegnazione del premio Vincenzo Lancia. Ed ora veniamo alla chicca. Parlando di Aurelia Spider, se voi andate ad esempio sulla wikipedia e cercate un po' di storia, nella pagina a lei dedicata compaiono queste fotografie, fra cui la prima che la ritrae al Salone di Bruxelles del 1955 al debutto. 57 anni fa. E dove sarà mai finita quest'Aurelia dopo 57 anni? Ma a Varallo, eddove sennò? Da quel che ho capito parlando col sindaco-promotore-appassionato-emozionato da qualunque evento su ruote, quest'Aurelia dopo il Salone rimase in quel paese, e a quanto pare questa è la prima volta nella sua vita in cui rimette piede in Italia. Se non ho capito male. La prima parte della carrellata è quindi dedicata a lei, prima in solitario, poi a fianco della sorella più giovane, a seguire nella giornata di domenica in cui ha indossato il tonneau e per concludere, una romantica "finestra". Fine della prima infornata. (ci sono ancora un centinaio di foto.... ) Mi fermo anche perchè la nuova modalità di postaggio fotografico mi sta facendo impazzire, stasera fa i capricci (ci ho messo quaranta minuti a fare 'sto post... devo parlare col Gian ) Pablito
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Secondo me è soltanto il riflesso del parafango nella porta (che però è di un colore tutto suo 'sta porta ... o è il resto che è andato a male ) Frattanto , domenica scorsa, mentre le Lancia spadroneggiavano in Piazza Vittorio Emanuele, questa signora riposava tranquilla sotto i tigli del viale della Stazione. Peccato veramente che in casi come questo le targhe nuove siano veramente un pugno in un occhio. A propò di targhe, ho una domanda da farvi ma ve la porrò quando arriverò all'auto in questione.
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Che carina. Oddio, ritornano le strisce sfumate nel basso fiancata? Era dai tempi di Ibiza GLX che non le vedevo
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Cos'è, il ritorno della Oxia? http://www.shorey.net/Auto/French/Peugeot/Peugeot%201988%20Oxia%20Coupe%20f3q.jpg
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.... e non sai quanto condivido. Starei delle ore ad ascoltare gli anzianotti del villaggio quando attaccano a parlare di ricordi, che siano della guerra o degli anni del boom o di quelli di piombo, specialmente quando coinvolgono il villaggio, come era fatto e la gente che c'era e cosa faceva. Anche quando litigano perchè uno dice che nel tal angolo del palazzo c'era una panetteria e si prende dello stordito perchè c'era il calzolaio lì. Vorrei registrarli tutti, perchè è storia, è da dove veniamo e merita in generale, mica solo quando si parla di cagafumi. La storia non è mica solo quella scritta sui libri.... da loro ho imparato un sacco di cose (sempre mentre si guardavano in cagnesco perchè uno si è sbagliato a dire che faceva il filo a quella ragazza là, e dopo anni viene fuori che ci stavano provando in due e alla fine la tizia è andata con un terzo ).... c'è un ponte all'entrata del mio villaggio che si chiama "Ponte della Pietà"... e il suo nome era una di quelle cose che apprendi da bambino e basta, si chiama così punto e stop. Magari non ti sei mai chiesto perchè. Poi un giorno attacchi a parlare e lo scopri.... ci sono tonnellate di storia in quei bar e su quelle panchine. (non che voglia essere buonista e politicamente corretto a tutti i costi nel difendere a spada tratta la categoria anziana eh? Ci sono persone che erano detestabili da giovani e lo sono anche da anziane....)
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Bravo che hai messo questa pagina, perchè se non vedo male (ce l'ho quel numero, fa parte del mucchio di carta che devo ancora passare nello scanner) mostra anche la plancia ante-navi. La gialla però era il risultato di una tintura fatta in redazione... non penso fosse di quel colore. A volte le coloravano quando tentavano di far risaltare meglio l'immagine nella pagina. Lo faceva soprattutto Gente Motori... Credo fosse bianca o grigia quella 166... e se noti ha anche i cerchi shoppati.... sembrano di un bmw serie 5 (forse aveva i lattoni)
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Premettendo che non voglio che mi si dica grazie per questo... oggi c'è stata la seconda ed ultima giornata di Aurelie a Varallo, con pranzo Lancista al quale ho partecipato da buon Alfista e annesso girovagare per le vie della città a bordo di.... In suo onore questo mini-reportage (ci saranno altre vecchiette che han fatto da madrine al gruppo delle 17 Aurelie, ma essendo tutte Lancia a parte una che inserirò in seguito in questo topic, pensavo di postarle insieme alle Aurelie nel topic varallino appena esso sarà spostato dal Gian nella sezione che mi permette di usufruire dei miei nuovi superpoteri di caricaggio selvaggio); reportage che dedico al Nicketto, al Roberto e a tutti coloro i quali hanno il cuore che batte per questa indimenticabile ammiraglia italiana frutto dell'italico stile potenza_con_classe. Una considerazione. Gli Aurelisti sono stati dei gentlemen, per carità, ma alcuni di loro mi hanno lasciato anche un po' di amaro in bocca. Si sono mostrati interessati alle altre Lancia dell'era pre-Fiat, senza dubbio, ma in alcuni casi non hanno evidenziato grande interesse per l'auto di cui sopra, abbastanza ignorata. Ad alcuni di loro non deve aver fatto piacere vedere la moltitudine di persone che spesso e volentieri si fermava attorno alla 8.32, a discutere, ricordare, e via dicendo. Sono indubbiamente due cose diverse, ma anche durante il pranzo, mentre gente come il sottoscritto o il proprietario di questa Thema (persona squisitissima e disponibilissima, quando ho accennato alla mia 164 ha mollato tutto di botto per venire a vedere cosa come e quando e perchè) pur venendo "da altra epoca" ha dimostrato apprezzamento ed ammirazione verso Aurelia e relativi proprietari, beh in alcuni casi non è arrivata una risposta di pari livello. Peccato. Un pochino "io so' io e voi nun siete un caxxo". Starebbe anche bene per carità, ognuno nel proprio brodo se così si vuole. Però poi mangiando pranzo non devi venire a dirmi che ti spiace vedere che i giovani non seguano il mondo dell'auto d'epoca. E' ovvio che loro ci arrivino per canali (epoche) diverse dai tuoi, ma possono allargarsi ed apprezzare La Storia. Se il primo impatto però (che è importante) è contro un certo muro... buonanotte al secchio eh? Ma vabbè, non è stata la cosa più importante di un weekend molto interessante.
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Ecco alcune 166. In prova al Nurburgring, la foto non ha fonte editoriale perchè pescata sul web (era una rivista spagnola di cui ignoro il nome). Sul passo della Cisa. Nei dintorni di casa. Camuffatura molto simile fra l'altro, specie nella zona posteriore, a quella di 156, col finto lunotto americaneggiante. Muletto esteticamente pessimo, debbo dire. Il frontale era inguardabile. Carini i cerchi di Thema 8.32.... riuscissi a ritrovare quelle foto che scattai ai tempi, qui a Varallo, con quello che fu (penso) uno dei primi muli di 166, una Thema LX allungata. Continuo a cercarle ma non saltano fuori. Son certo che un giorno, quando non le cercherò più, spunteranno dalle pagine di qualche rivista uscita dall'archivio. Prima o poi farò un photoshop per mostrarvi come era fatta.
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Riguardandola dopo qualche giorno, trovo conferma delle impressioni al primo impatto. Imho frontale e coda possono posizionarsi a vari livelli nella graduatoria che comprende quelli di tutte le generazioni, ma la fiancata per me è la migliore che Golf abbia mai avuto. Nel fare un lavoro che alla fine risalta poco rispetto a novità più evidenti, credo che invece abbiano fatto parecchio e abbiano svolto un gran bel lavoro. Più la guardo e più penso che me la potrei anche accattare quando la GTC perderà i pezzi. (io, su una Golf. Non oso immaginare le parole che usciranno da certe bocche attorno a me )
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Riguardo la Y10 posso aggiungere però che la targhetta sul portellone (che qui non si vede) diceva "GT i.e.", e così l'ho presentata nel topic perchè usando il calcolo bollo per scoprire la data di nascita, la motorizzazione mi ha confermato che lo è.
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Ollàllà. Eccoci qua. Vi aspetterete le Aurelie. Eh no. Dovete ancora pupparvi le Ardee di qualche giorno fa. Pooooi avremo le Aurelie. Premessa: io non sono per niente ferrato sulle Lancia di questa epoca, per cui non starò qui a presentarvi i dettagli o a dire se c'è qualcosa che quadra o meno, quale serie è e via dicendo. Farei solo delle figure. Quindi, mi limiterò a postare la carrellata di foto, con annesse provincia e data di nascita (ove possibile). Gli esperti di questa generazione di Lancia, come roberto.c che la usava ai tempi del diploma , ce le commenteranno per bene (se vorranno ). Allora, abbiam detto Ardee, infatti partiamo con questa Appia . Varese, estate 1956. Ed ora Ardea. Pavia, autunno 1959. Como, primavera 1952. Sempre Como, autunno 1949. Torino, Febbraio 1954. Varese, inizio 1951. Questa è forte. Provincia di Terni, la targa compare esattamente nell'elenco del sito sulle targhe italiane, giustamente abbinata a questa Ardea. Peccato che non abbiano messo la data. C'è solo targa e modello. Cioè, una volta che trovo un'auto che compare, proprio lei, in quell'elenco, non ci sono mese ed anno. Concludiamo, con questa nostrana vercellese dell'autunno 1950, la carrellata sulle Ardea alle prese col temporale. Carrellata piuttosto noiosa, a dir la verità. Non per i modelli ovviamente (anche se a me i raduni monotematici non vanno molto a genio ad esser sinceri... cioè, bello vederne tante tutte assieme dopo lunghi anni... però come mostra fotografica è un po' così....) ma per le inquadrature, tutte uguali. Purtroppo continuava a piovigginare e non c'era molto da star lì a studiare effetti speciali. Oggi con le Aurelie mi sono lanciato in svariati virtuosismi fotografici. Nel frattempo, un'anteprima di ciò che vedrete prossimamente. to be continued.... GTC
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Ecco cos'era, il Ferrarone cabrio made in USA. Me lo ricordavo alla guida di un cabriolone, lo confondevo col Jaguar (forse perchè il personaggio era di stirpe inglese se non sbaglio).
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Sarà per simpatia o fratellanza, ma due settimane fa si è accesa a me sull'Alfone la spia del livello raffreddamento. Lo faceva solo al mattino, ad acqua fredda. Bastava farla girare due minuti e alla successiva accensione non si svegliava più la spia al check. Abbiamo trovato l'acqua bassa di quei tot mm che bastavano a far accendere la spia. Rabboccata, gira bene, fino ad ora non si è più accesa. Devo aggiungere però che mi ha fatto lo scherzo dopo i giorni di calura in cui avevo fatto una valanga di code in ventola e il mecca mi ha detto che probabilmente ha sbuffato un po', perchè a dirla tutta per tornare a livello ottimale è bastato un bicchiere.... adesso vedremo che fa. La vaschetta fra l'altro è nuova di pacca... Pur nell'apprensione generale di quando si accende una spia, devo dire di essere piacevolmente sorpreso dall'affidabilità del check. Mai che si sia accesa una roba a sproposito. Due anni fa cominciai a perdere liquido dalla pompa frizione e tac, spia olio freni accesa. Ogni volta che mi finisce l'acqua del lavavetri, tac. Mi si è accesa la spia airbag, era vero, connettore del volante. Ora quella del raffreddamento, era vero, acqua bassa. Altro che "alberi di Natale". Questa è pignola, raga.
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Tra l'altro, riguardare ancora 'ste foto (notavo che 'sta ciofeca di cellulare quando c'è la luce che gli piace qualcosa combina...) mi ha fatto venire un prurito televisivo.... spetta spetta che mi viene... chi era quello che la guidava? Manimal? (o aveva un Mondial cabrio?)... ... c'era qualcuno in qualche serial ottantesco che ne guidava una. Non saprei dirti con certezza. Può darsi che abbiano deciso di puntare sulla sw di classe dandola a Thema (manco l'Alfa fece la 164 SW, del resto, anche se Fumia la studiò in Pinin) perchè per loro la SW di casa adibita al trasporto intensivo era già la Regata (alla quale aggiunsero pure la Duna) e avendo in programma di fare una SW sul Tipo 2-3 (la Tempra) già mentre presentavano la Croma a metà anni '80, avran pensato che l'ammiraglia station era il caso di darla alla Lancia. Croma così come era, d'altra parte non è che permettesse di caricare come una sw. Però abbattendo i sedili (cosa che sulla Thema se non erro non si poteva fare) e col portellone era comunque più pratica e "famigliare". Una Croma sw avrebbe reso "inutile" la Croma come era fatta, non trovi? A quel punto allora avrebbero dovuto avere una gamma più sensata con Croma a tre volumi e Croma SW... che però sarebbe stata una fotocopia della gamma della Thema. Così diedero 3v e SW a Thema, e la via di mezzo a Croma. Questo, per come la intendo io (e come l'avrei pensata ai tempi). Come la pensarono loro.... non saprei dire. Non ho mai capito bene cosa pensino a Torino.
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Ecco la bellezza anglosassone cui accennavo prima di cena. Sarà stata una macchina con le sue rogne, per carità. Ma che spettacolo. Che spettacolo.
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Sono scomparse... e dire che ai tempi della mia infanzia (e anche dopo, per un po') erano una presenza così comune nell'arredamento urbano Quasi mai pulite scintillanti, spesso dotate di portapacchi, oppure col bagagliaio carico di ogni genere di cosa, oppure ancora scariche ma con l'aria di aver appena mollato giù qualche carrettata di legna da ardere. Una vita da mulo. Le "nostre" R4 erano così. Non so come se la cavassero nelle città più grandi, se fossero utilizzate nello stesso modo in cui si usava una Fiesta o una 205, per portare spese e bambini. Qui tra bestiame, campi (che non ci sono più, ormai è tutto villette_di_gente_che_viene_da_fuori) e piccole imprese (magari solo due o tre operai) di torneria, rubinetteria, rammendo-indotto del tessile, le R4 erano tutte muli da soma. Poi spuntarono Fiorini, Fioroni, Fioretti, Inca, Terra, Combo, dedicati al mestiere. Forse nessun'altra auto come la R4 ha caricato così tanta roba in questa valle