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Non ho detto belli (il monovolume per me già è un tipo di veicolo che fa fatica a ricader nel "bello", di qualunque forma e casa sia)... ho detto meglio di questa. Imho, ovviamente.
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Adoro quest'uomo quando fa così. quotoquotoquoto :b35
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Il tre quarti anteriore, aprendo la prima foto, mi aveva fatto dire "apperò". Poi ho visto la fiancata. Il modo in cui si conclude la vetratura, dalla porta posteriore in poi, per me è abominevole. La porta così lunga e quel vetrino così corto che risolve tutto in tre secondi mi fa pensare a "aaahhh è finito il foglio! dobbiamo chiudere la macchina, zac zac ecco fatto". Voto per la 5 posti. Per questa a 7, imho le concorrenti son meglio, praticamente tutte.
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Portaerei Cavour? Se ne sparano una in mare per vedere se con le nuove puttenze batte il caccia in decollo, stile "Visa GeTeEè, la geteèe ssssuperrr".... la compro. (visto che nel volo verso l'acqua si stacca un pezzo... potrebbero fare una bella citazione facendo volar via il baffone )
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Personalmente quel quadro strumenti mi fa un po' strano... mi ci dovrò abituare. Sembra che manchi un pezzo, sopra. Sarà da farci l'occhio forse... però gli interni mi piacciono, in generale. Bella la foto di 3/4 posteriore... coi camuffi che dal coprire totalmente sono passati ad essere un po' "corti" in tutte le direzioni. E' la Milano che si dilata sotto il sole, o sono i camuffi che si restringono?
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Alè un'altra boccona. Come sta bene con quelle ruotine
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Questa inquadratura è molto simile come prospettiva alle grafiche con Astra in tinta bianca che erano apparse poco prima delle foto ufficiali... dove l'auto anche lì appariva poco accattivante. Non sto difendendo la macchina in sè (tanto che la trovo carina ma continuo a preferire la mia e non credo proprio che me la comprerò) dicendo che "è la foto" come si è detto millemila volte per millemila altre macchine. Più che altro critico chi sceglie le foto (che non sono rubate come accaduto di recente per altre auto) perchè imho questa è una delle peggiori visuali in cui questa nuova Opel possa essere mostrata. Ci sono angoli in cui appare in una maniera, angoli in cui appare in un'altra. Questo imho è uno dei peggiori... quel che c'è da vedere (che piaccia o meno poi è un altro discorso) non si vede per niente. Appare totalmente infelice secondo me.
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Un abbraccio anche da parte mia, Net. Quoto chi ti ha scritto di continuare a mettere in pratica tutto quello che ti ha insegnato. Noi ci chiamiamo zanza di qui, zanza di là, ma conoscendoti (il poco tempo passato insieme mi è bastato) sono certo che non potesse che essere fiero di te, tale se ne è andato, e tale continuerà ad essere da lassù.
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Apperò niente male la Volvozza. Noto nel profilo ad onda della fiancata, sopra i passaruota, una citazione Meganoide ma non sta affatto male. L'unica lieve pecca (molto IMHO) sta nel fatto che la ridotta altezza della parte mobile della fanaleria posteriore rende parecchio evidente l'altezza del portello bagagli... un lieve effetto Laguna se me la passate (non per somiglianza specifica, piuttosto per "tanta lamiera"). Però bella bella, davanti mi piace un zacco.
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Ho visto ora passare al TG5 una serie di immagini... penso provenienti da una serata dei Telegatti. Mike, Sandra e Raimondo, Corrado e Pippo, che si prendono un po' per i fondelli l'uno con l'altro. E' stata l'immagine che mi ha ampliato la visuale rispetto alla "specifica" tristezza per la scomparsa di Mike. Corrado ci ha lasciati da tempo, oggi ci ha lasciato Mike, Sandra e Raimondo ultimamente abbiamo sentito che non se la sono passata troppo bene se non sbaglio. Pippo lui va avanti come un treno, così come ha fatto Mike fino ad oggi. La mia tristezza si è amplificata, perchè come scrissi già un paio di mesi fa riguardo a MJ, quando accadono queste cose, non solo accadono a questi personaggi che abbiamo amato e hanno dipinto le varie fasi della nostra vita. "Ci", accadono. Navigando qui e là si legge più volte che oggi si chiude un'era per la televisione italiana, si chiude un'era per la cultura italiana, si chiude si chiude si chiude. Oggi si chiude un'era per tutti, per come la vedo io. Penso che qui dentro, tutti siamo nati che Mike era Mike. Tutti siamo cresciuti che Mike era Mike. Oggi lo perdiamo tutti. Non è necessario poter dire di essere stato un suo grande fan, di sapere tutto e di aver seguito ogni singolo passo della sua vita. Mike per noi c'è sempre stato, era una di quelle persone che avevamo nella vita. Quando lo guardavamo, quando non lo guardavamo, quando ridevamo della sua imitazione alla radio da parte di Fiore. Oggi perdiamo tutti un pezzettino della nostra vita, per come la vedo io. Ciao Mike, ti saluto col sorriso, sperando che dove vai ora tu possa riposare in pace e soprattutto possa avere l'occasione di organizzare qualcuno dei tuoi quiz con chi c'è lassù. Mi raccomando, non scordare le tre buste... che anche lassù si possano divertire a vedere cosa c'è "nella uno, la due o la trèè." Riposa in pace.
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Eh al restyling ci arriveremo col tempo.. però devo dire che materiale "sfizioso" sulla sua concezione non ne ho (ho solo un po' di foto dei test). Per me il lavoro su questa seconda versione aveva i pro e i contro. Da un lato apprezzai il tentativo di renderla più importante ( e molti mi han detto che sotto pelle le cose cambiarono non poco, tanto che quando parlo di acquistarne una me la consigliano senza alcun dubbio, tra le varie alternative). Dall'altro lato, concordo pienamente con te, perchè l'importanza e lo slancio erano forse accresciuti, e presa da sola avrebbe anche potuto andar bene. Però la devo confrontare con la prima serie, ed esteticamente parlando, il mio cuore batte per lei. Così come nacque, con la sua fascia inferiore in contrasto, i paraurti più leggeri e spigolosi, e i cerchi in lega che adoro ancora oggi. In certe tinte per me era semplicemente meravigliosa.
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Grazie Maxwell! Eh... che dire, posso immaginare. Nel senso che storie poco felici, chiaccherando di quest'auto, non ne ho certo sentita solo una. Purtroppo non serve nemmeno stare a riprendere il discorso. Tutti sappiamo che vi furono diverse cose che rovinarono la festa compromettendo la storia di un prodotto che poteva essere sicuramente migliore. Più avanti parleremo anche di quello, di cose come il test di 100000 km svolto da 4R che ebbe risvolti negativi non da poco. Ora per carità, dopo aver romanzato la sua nascita non sto a buttarle il fango addosso... a me piace ancora tantissimo e vorrei tenerne una quando possibile (ben sapendo che ci potrebbero essere tante cose da sistemare).. però sicuramente il suo momento migliore è stato quello del lancio, quando divenne un'auto desiderata, che bisognava avere assolutamente (ricordo articoli di AutoCapital che parlavano di responsabili commerciali stupiti dell'incidenza del 3000 V6 nelle prenotazioni, specie nel milanese). Poi... tante cose rovinarono la festa. (questo mio discorso riguardo l'auto in sè ed unicamente quello.... non ho nessuna intenzione e tantomeno voglia di riaprire un discorso "perchè la Fiat perchè l'Alfa perchè doveva essere e bibì e bibò e capitan cocoricò". Mi riferivo all'automobile in sè).
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Il topic 164 ritorna in vetta, con un testo di contorno se così vogliamo chiamarlo. Abbiamo parlato un bel po' di come nacque questa ammiraglia Alfa. Nel testo di stasera, faremo un po' di luce sui luoghi dove si svolse parte dei collaudi, e perché vennero scelti. Come sempre, è necessario accendere la macchina del tempo e catapultarci all'inizio del 1987, e cioè quando questo resoconto venne pubblicato dalla rivista AutoCapital, che cito doverosamente come fonte per le info di testo e di immagini. Via... che 1987 sia. “Nulla li spaventa. I tornanti li fanno quasi sempre in controsterzo. Entrano nelle curve cieche con l'acceleratore ben affondato; affrontano i lunghi rettilinei con l'ago del tachimetro sopra i duecento all'ora. L'unica cosa che può far salire loro il battito cardiaco è la vista improvvisa di un fotografo armato di teleobiettivo. Sono i piloti collaudatori delle case automobilistiche, quelli che provano e riprovano in gran segreto i prototipi dei nuovi modelli prima che entrino nella normale produzione di serie. Gente che della guida veloce, sempre al limite, in ogni condizione, ha fatto un mestiere, e della rapidità nel seminare i fotografi più indiscreti un'arte. Abituati a macinare chilometri a migliaia sulle strade più dure e massacranti, hanno i loro percorsi di guerra, quei tratti cioè in cui, al di là del collaudo della macchina, si manifesta lo spirito di competitività nei confronti dei colleghi, la voglia di battere i loro record. Un modo per aggiungere un po' di pepe al normale lavoro di routine. E' in un certo senso ciò che accade fra appassionati che si sfidano, per scommessa, su determinati percorsi, a volte gli stessi in cui si corrono vere e proprie gare automobilistiche. I tracciati scelti dalle case automobilistiche per i loro collaudi sono sempre particolarmente impegnativi e quindi molto selettivi, adatti a mostrare, oltre alle potenzialità delle macchine, anche le capacità dei piloti. Per questo motivo ora ci sarà utile l'aiuto dell'ingegnere Ettore Lucchi, responsabile dell'Affidabilità vetture sperimentali (così viene chiamato all'Alfa Romeo il reparto in cui vengono effettuati gli ultimi collaudi) e del capo collaudatore Francesco Paridi. Dalla loro esperienza (e da quella degli altri quaranta collaudatori che ogni giorno maltrattano con grande passione le macchine del biscione) sono nati percorsi che ben si adattano ad una gita diversa durante la quale si può avere la fortuna di imbattersi in un prototipo top secret e misurarsi con l'abilità di un pilota professionista. Il percorso più spesso utilizzato dai collaudatori dell'Alfa si snoda fra le colline dell'Oltrepo pavese su strade ben conosciute dai rallisti che vi corrono il Quattro Regioni e che, negli anni 60 evocavano le curve di una famosa gara in salita, la Bobbio-Passo Penice. Dalla sede del reparto, che è ad Arese... ... le Alfa segrete, più o meno pesantemente camuffate e rigorosamente prive del marchio del biscione, raggiungono questo percorso dopo una veloce corsa lungo la tangenziale ovest di Milano... ...l'autostrada di Genova fino a Casei Gerola... ....e il rettilineo che porta a Voghera (dove poi, a conclusione di una lunga mattinata di lavoro, sarà d'obbligo un sostanzioso rifornimento gastronomico all'Antica Trattoria di Via Ugo Bassi, da sempre la preferita dai piloti dell'Alfa) Oltre Voghera si corre, traffico permettendo, anche in quinta fino a Rivanazzano. Ma da qui in poi, le rampe strette che salgono ai 500 metri e passa di Rocca Susella inaugurano l'interminabile carosello di curve e controcurve e di rabbiosi passaggi di marcia che in pratica costituirà il menù dell'intera giornata, portando gli uomini di Arese dapprima a percorrere e ripercorrere fino alla nausea un tortuoso circuito tutt'intorno all'altura di Sanguignano, e poi i tormentati saliscendi che conducono a Montalto Pavese. (la 90 credo che fosse l'auto di appoggio nella realizzazione del servizio) Di qui sarebbe facile riprendere la strada di casa scendendo sulla vicina Broni. Ma non si è neppure a metà del collaudo. Il prototipo della futura 164 con pesanti aggiunte posticce (nel gergo del clan, il camioncino) che Paridi per speciale concessione dei suoi capi ha portato fuori dal sancta sanctorum di Arese per condurci in questo giro guidato ha ancora bisogno di essere strapazzato e impegnato al limite per rivelare eventuali punti deboli. Così si torna indietro, in collina, puntando attraverso Rocca de' Giorgi su Zavattarello e da qui sul Val di Nizza, dove una serie di stradine locali dà luogo a un secondo circuito che verrà percorso parecchie volte. Di qui nelle giornate di routine i collaudatori scendono a Ponte Nizza e danno uno sguardo all'orologio. Se c'è tempo (la giornata di lavoro è di sette-otto ore, ma prima di timbrare il cartellino ad Arese ci saranno controlli finali da fare e il rapporto da redigere) fanno ritorno a Voghera con un giro largo, attraverso Brignano e Volpedo, che offre un misto veloce e qualche rettilineo, utili per valutare il comportamento della macchina. Altrimenti prendono la strada di Godiasco che permette un ritorno più rapido. (notare il prototipo con la famosa plancia rivestita in tessuto e il volante “scudetto” che fortunatamente, direi, non giunse alla produzione) L'itinerario dell'Oltrepo è il preferito dagli uomini del reparto sperimentale Alfa, non soltanto perché ha un tracciato ideale per provare a fondo e sotto ogni aspetto le parti meccaniche, ma anche perché è poco frequentato. In alternativa, si fa talvolta ricorso ad un secondo itinerario nell'alto Comasco, più impegnativo sia per tracciato sia per dislivelli (tocca i 754 metri della Madonna del Ghisallo, la montagna sacra del ciclismo italiano) ma più trafficato e per questo adatto soprattutto per collaudare macchine supersegrete, di notte; oppure d'inverno per prove specifiche di modelli a trazione integrale. Questo percorso comincia con una breve tirata autostradale fino all'uscita di Fino Mornasco, poi prosegue per la salita di Camerlata e la statale di Lecco fino ad Erba. Di qui si prosegue verso l'alta Valassina, dove sopra Asso c'è il gran circuito di montagna formato dalle strade della Valbrona, del Pian del Tivano e appunto, del Ghisallo. Un circuito che, a seconda del tempo disponibile e del tipo di collaudo in programma, viene percorso una o più volte, nell'uno e nell'altro senso, con Bellagio come tappa intermedia e le due litoranee, quella di Oliveto Lario e quella di Lezzeno, come tratte di collegamento. Si ritorna ad Arese ripercorrendo la stessa strada dell'andata, con il lungolago di Como come eventuale variante. Naturalmente i due itinerari stradali, quello dell'Oltrepo e quello dell'alto Comasco, sono utilizzati per collaudi integrativi rispetto a quelli su circuito, che si fanno sulla pista privata dell'Alfa a Balocco, nel Vercellese, che riguardano principalmente i motori, i cambi e le trasmissioni. L'équipe di retta dall'ingegnere Lucchi dispone comunque di almeno quattro altri itinerari stradali considerati di riserva e utilizzati per collaudi speciali che richiedono chilometraggi più alti: -il primo si snoda, a partire da Brescia, fino al lago d'Idro e taglia poi lungo la valle di Ledro fino a Riva di Trento con ritorno interamente in autostrada; -il secondo, tutto in pianura, tocca in successione Abbiategrasso, Vigevano, Mortara, Stroppiana, Vercelli, Novara, Oleggio, Gallarate, Busto Arsizio e Rho; -il terzo, un test prolungato di maneggevolezza e tenuta di strada, è costituito dalla vecchia statale della Cisa, nel tratto tra Noceto e Pontremoli, che viene percorso nei due sensi; -il quarto itinerario consiste in una massacrante cavalcata fra le colline dell'alta Langa, in provincia di Cuneo. Finora è stato usato con molta parsimonia perché anche le équipe di collaudatori Fiat bazzicano sistematicamente su quelle tormentate stradine con i loro prototipi e capitavano abbastanza spesso incontri decisamente imbarazzanti. Adesso che Arese e Mirafiori appartengono ad un'unica famiglia i motivi di segretezza sono caduti, e il circuito dell'alta Langa, che per la sua conformazione naturale è un ideale terreno di collaudo, sarà probabilmente frequentato molto più spesso dagli uomini di Arese. Oltre agli itinerari veri e propri, il team dei collaudatori della “sperimentale” del biscione dispone anche di un carnet di strade speciali, particolarmente adatte a prove specifiche. (ndGTC: e qui mi sento di inserire la strada della Colma che collega la Valsesia alle zone del Lago d'Orta, Gozzano, Borgomanero... visto che non è stata citata in nessuno dei quattro punti, ma faceva parte eccome del “carnet”, visto che negli anni '80 e '90 gli uomini Alfa transitavano due volte al giorno; scendevano in Valsesia dalla Colma appunto, giungendo a Varallo Sesia, per poi dirigersi verso Balocco attraversando la valle sul percorso Varallo-Doccio-Borgosesia-Crevacuore-Roasio-eccetera fino a ripiombare nella piana vercellese e alla pista privata). Per raccogliere dati di accelerazione è ideale, specie di notte, il poco trafficato rettilineo di Bereguardo, sulla bretella di raccordo fra l'autostrada Milano-Genova e Pavia. I cambi automatici per le macchine destinate al mercato Usa sono messi alla prova sul grande anello delle due tangenziali di Milano, prodighe di rallentamenti e riprese a ripetizione. Per dare la caccia ai rumori di carrozzeria e saggiare la capacità di assorbimento delle sospensioni senza doversi trasferire a Balocco, dove c'è un circuito speciale in pavè, l'ideale ancora oggi è il micidiale lastricato di Via Procaccini, una strada milanese che moltissimi meccanici ben conoscono e usano a questo scopo. In certi casi, però, il percorso speciale non è sull'uscio di casa. Tipico il caso di una certa curva veloce e mal pavimentata, che fu usata a suo tempo per mettere a registro la taratura degli ammortizzatori della GTV eliminando il rischio di saltellamenti: era, ed è, sull'Aurelia vicino a Fonteblanda, a quattrocento chilometri da Arese. Meno lontano non s'era trovato niente di altrettanto efficace. Al seguito degli uomini di Francesco Paridi sono dislocati in punti strategici del percorso, quando il collaudo riguarda prototipi ai primi stadi di sviluppo e perciò più soggetti ad avarie, anonimi furgoni di salvataggio, pronti ad accorrere in caso di panne e sottrarre il veicolo top secret a sguardi indiscreti, caricandolo velocemente sul cassone. Una funzione analoga svolgono certi alberghetti di campagna scelti in punti strategici lungo gli itinerari di collaudo: i loro proprietari sono disposti, per specifici accordi, ad ospitare all'occorrenza in un anonimo box il prototipo eventualmente immobilizzato da un guasto grave. Ma la sosta, in questo caso, dura poco: il tempo di predisporre un recupero rapido e discreto. Ci sono troppi curiosi in giro.” Ma nooo, perchè dicono così? :D:D (o meglio, dicevano). Scherzi a parte, mi sento un po' triste stasera. Questo lavoro da parte mia si conclude, perché il materiale che avevo per raccontare questa storia cui mi sono appassionato molto, è terminato. Sicuramente ci sarebbero ancora tante cose da dire, ma io nel mio piccolo non le so, non le ho viste; ho potuto contare solo sull'archivio che ho ammucchiato negli anni, e ormai ha sparato tutte le sue cartucce. Questo non vuol dire che il topic finisca, perché proseguendo in questo viaggio nel tempo, siamo ormai al momento in cui 164 verrà presentata; quindi ne parleremo ancora, ci saranno le prove, i resoconti sui vari modelli, e via dicendo. Comunque, per quel che mi riguarda, una fase questa sera si chiude. Ho finito. Avendo finito, le faccio una dedica. Sorridete pure, non sono mica tanto normale, lo so. Però che dire, le sono affezionato, e il motivo ormai chi segue questo topic da tempo lo sa già. Gli Alfisti più veraci forse storceranno un po' il naso, perché sarebbero altre le storie da raccontare forse. Ohè, che devo dire, io sono affezionato a lei. E questa, è per lei. (scusatemi signori di AutoCapital, la foto con la dedica stava malissimo con la vostra citazione... però dai, c'è sul paraurti eppoi è sottinteso, le altre ve le ho citate tutte ) Fine della storia. Grazie a tutti coloro che hanno voluto dedicarle del tempo, leggendo e partecipando. GTC
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Infatti. Volevo vedere se c'era qualcun altro oltre a me ad averli visti (per la serie "volevo vedere se eravate atteeeenti..." se se... ho un po' di confusione in testa )
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Il musetto si sta cambiando che è dietro il separè? (può essere che sia uno degli espedienti per far cuocere per bene il motore quando fa caldo? Ricordo che ai tempi di Classe A testing, Mercedes raccontava di come, arrivati in cima a Mont Ventoux, dopo la salita fatta tutta in prima (parentesi nella parentesi, mi viene in mente Net con l'aspirato "Allo zooo! Il ma-ia-le pereperepè!" mentre saliva verso la cima del vulcano... qualcuno di voi ricorderà dal pranzo di Fidenza ) fermassero i muli lasciandoli con motore acceso e muso rivolto verso il muro per fargli prendere meno aria possibile, e nel frattempo mangiavan pranzo )
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mi viene in mente una scena di uno dei film di Austin Powers... in cui il Dr. Male minaccia il mondo di far esplodere la Luna se non gli verrà pagato il riscatto di tot catacurbitoni di dollari (e qualche incredibilione). Il president in primis risponde qualcosa tipo "che minaccia sarebbe? faccia pure se ci tiene"... ma uno dei suoi consiglieri lo richiama..."ehm... signore, sta dicendo che vorrebbe far esplodere la Luna?" "Si beh.... tanto a che ci serve?"
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Son del parere che una cosa (auto o quel che volete) quando nasce bella ed elegante con misura, al massimo invecchia nel senso che dice apertamente di appartenere ad un'era che non è più. Ma bella resta sempre. Imho vale sia per la 190 che per la Thema. Ad entrambe ritengo si possa dire che, visto che oggi ci sono altre cose, non siano più attuali... ma son diventate brutte? Non credo. Se uno oggi le vede brutte, magari per lui eran brutte anche allora. Solo che non ci pensava, magari le vedeva belle perchè si lasciava fare la poesia dal premium
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- mercedes 190 d blueefficiency
- mercedes 190 d
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Mi fa un po' specie leggere 340 euri per la capote insonorizzata. Perchè? Quella normale di una cabrio da 50 cucuzzoloni non lo è? Un optional di questo tipo, a 340 euri (che quindi per loro sarà di costo ben inferiore immagino) non dovrebbe esistere in una lista degli accessori di un'auto del genere. Vista la richiesta economica di questo plus, immagino che il plus qualitativo sia una cosa abbastanza marginale... e a sto punto mi vien da dire... "perchè non è di serie visto che mi sto dissanguando?"
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Tuuuuuutto quel che volete. C'è il camuffo. E' nera. Le foto son di corsa. Bisogna vederla finita. Ok ok ok. Però, a me, pare una cosa orribbbile. Oggi in ditta guardavo la C-max di un rappresentante, e pensavo a questa. Non che l'attuale sia una Aston... ma mi sento di dire che qui si sta andando indietro anzichè avanti. Imho ovviamente.
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E' solo il mio modesto parere ma io credo che quell'opaco sia comunque una verniciatura da muletto.... forse rispetto alle bianche viste in fabbrica che poi si sono tappezzate di nero applicato, questo era già tinto in nero opaco in partenza (mi sembra che i primi muli lo fossero, no? quelli sulla bisarca delle prime foto, per dire.... questo muletto non è infatti appartenente ad una "serie" precedente le famose "bianche"?)
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Che spasso questa storia. Bellissimo rivedere il 190. Un po' perchè è una delle protagoniste di quell'era che adoro (e tralascio il bla bla bla mio solito tanto lo sapete già ), un po' perchè ancora oggi guardandola, come avete scritto sopra... è meglio di tante cose viste dopo. Imho il design Mercedes nei suoi anni migliori. Ma forse più che di design Mercedes, bisognerebbe parlare del sig. Sacco. Imho dopo di lui è cambiato tutto. Certo che leggere della mancanza dei CAD e di altre cose, rende ancora più abissale il salto che c'è stato... ancor più che il tot di anni in sè. Sembra di parlare di secoli fa.
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Però mi ricordavo che era una Prisma. A proposito di ricordare.... ci siamo capiti.
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Bartali se la memoria non mi inganna, fu coinvolto di striscio nell'esplosione di un'auto a gas.... mi pare fossero i tempi della sua (strana) partecipazione a Striscia la Notizia... quindi non decine e decine di anni fa. Sempre se la memoria non mi inganna, però, si era trattato dell'esplosione del bombolone di una Prisma del tutto innocua e tranquillamente parcheggiata... e lui era semplicemente nelle vicinanze... non aveva nulla a che fare con l'auto. Ripeto, se la memoria non mi inganna.... mi pare anni e anni fa, di aver sentito questa notizia fra le varie di un qualche tiggì.
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Audi Audi Audi Audi. Primo perchè imho è la più valida fra le possibili. Secondo perchè ti ci vedo immensamentissimamente bene lì sopra. (basta che non ti porti dietro le macchinine per simulare gli incidenti. Se lo fai retrocedi allo stadio Tigra TwinTop FinTrop) Unico consiglio, per evitare problemi in futuro, chiedi se nell'azienda degli uomini in camice bianco col calibro spento in mano, hanno già pensato a produrre degli interni in tinta Pan&Cioc.